Libri male
Libri su male, con la parola male
Confessioni di un Italiano (pagina 91)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Non la ti ama perché sei venuto in questa camera a cercar dalla morte un conforto contro le sue male parole, contro il suo disprezzo ... Male, male, Carlino! Qui non è più questione di doveri verso gli altri, ma di rispetto a te stesso ... Vedi, arrossisci di vergogna; è cattivo segno e buono nello stesso tempo: accenna alla coscienza del male commesso, ma insieme a ribrezzo e a pentimento di quel male ... Restando avvilisci te, spazientisci lei, rendi male per bene a' suoi genitori ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 163)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Martiri eleganti e spensierati che abbondano in tutte le rivoluzioni, e dei quali chi dice male merita la scomunica, perché finiscono con un poco di pazienza a diventar eroi ... Né soldati né repubblicani nascono spontaneamente: tutti nasciamo uomini, cioè esseri da educare o bene o male, futuri servi, futuri Catoni secondoché capitiamo in mani scellerate od oneste ... Il fatto sta che il Venchieredo fu pagato bene, ma temo o spero che gli andrà alla peggio, perché serve sempre male ed ha il danno e le beffe chi serve troppo ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 187)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La vigoria ch'era rimasta nei nostri compaesani e che s'esercitava o bene o male in piccoli negozi di casa o di comune, ora s'è sfiancata del tutto ... Io sono troppo ignorante per avvisarne le cause; ma essi forse non si aspettano nulla di bene da coloro che colla guerra hanno fatto finora tanto male ... Hanno perduto ogni scienza del bene e del male; vogliono essere rispettati, ubbiditi, serviti perché sono ricchi ... Carlino! La rivoluzione per ora ci fa più male che bene ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 200)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Dicevano i medici ch'era infiammazione di vene, o congestione del fegato; sapeva ben io cos'era, ma non mi stava il dirlo perché il male da me conosciuto era pur troppo incurabile ... Ma pur troppo io m'avea composto di mio capo una regola assai diversa dalla vostra: pur troppo, secondo voi, puzzava d'eresia; scusate, ma tutto quello che non era stato male pegli altri non lo addebitava come male a me stesso; e se male avea commesso, ne era pentito a segno che m'abbandonava senza paura alla giustizia che non muore mai, e che giudicherà non delle vostre parole ma dei fatti ... I medici non parlavano dinanzi a me, ma io m'accorgeva appunto dal silenzio e dalla confusione dei pareri, che disperavano del mio male ... Ogni spirito veggente che sale lassù risplende a cento altri spiriti colla sua luce profetica! Spiro non si acquetava di cotali conforti; egli mi tastava il polso, mi osservava ansiosamente negli occhi come vi cercasse quell'intima cagione del mio male che ai medici era sfuggita ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 233)
di Ippolito Nievo (estratti)
... pensassi al male ch'io le aveva già fatto, senza avvelenarle la vita coi miei rimproveri ... Ma quanto al correggere queste male pieghe io la mandava dall'oggi in domane; anche perché non voleva angustiare la loro madre, e sperava che da un giorno all'altro ella avrebbe aperto gli occhi sul loro conto ... Prima di tutto la natura, interprete di Dio, ci pose nell'animo di preferire il minor male al più grande, e poi l'istinto della compassione ci obbliga ad ogni accorgimento perché la felicità dei nostri simili sia tutelata piucché è possibile contro le soperchierie dei malvagi ... Letta poi che abbiate questa vita, e qualunque sieno le vostre opinioni, dovete confessare che se non ho fatto molto bene, poteva certo operare molto maggior male ... Ora del male che non operai, tutto il merito ne viene a quel freno invincibile della coscienza che mi trattenne anche dopoché cessai di credermi obbligato a certe formule ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 234)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Io lottava pertinacemente, come le mie occupazioni me lo consentivano, contro i dubbiosi istinti di quell'indole femminile; ma non altro faceva che arrestar il male senza poterlo togliere, anche perché le parole dell'Aquilina contrastavano alle mie, e le compagnie ch'essa le faceva frequentare le offrivano esempi totalmente opposti a quelli che si affacevano per confermare le mie belle teorie ... Suo fratello ci perdette nella moria la vecchia Correggitrice che morì credo più di paura che di vero male; ed egli allora tornò così nuovo al mondo che credo si maravigliasse di non trovarsi in capo la perrucca e di non veder il Doge e le cappe magne degli Eccellentissimi Procuratori ... Peraltro anche la sua fine contribuì a persuadermi che una suprema giustizia domina le vicende di questo mondo; e che vi sono sì molte e dolorose eccezioni, ma in generale ne resta confermata la regola che il male raccoglie male ... Sappiamo cosa si può sperare della vita, e qual bene o qual male è la morte ...
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Corbaccio (pagina 11)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La qual, già d'altro marito essendo stata moglie e assai bene già l'arte dello 'ngannare avendo appresa, non partendosi dal loro universal costume, in guisa d'una mansueta e semplice colomba entrò nelle case mie; e, acciò che io ogni particularità raccontando non vada, ella non vide prima tempo alle occulte insidie, e forse lungamente serbate, poter discoprire, ch'ella, di colomba, subitamente divenne serpente: di che io m'avidi la mia mansuetudine, troppo rimessamente usata, essere d'ogni mio male certissima cagione ... Io dirò il vero: io tentai alquanto di volere porre freno a questo indomito animale; ma perduta era ogni fatica, già tanto s'era il male radicato, che più tosto sostenere che medicare si potea ... Addunque con questa stolta maggioranza e arroganza incominciando, sperando io sempre, quantunque io avessi per lo meno male, sì come vile, giù l'armi poste, che essa alcuna volta riconoscer si dovesse e della presa tirannia rimuoversi, pervenne a tanto che sanza pro conobbi che, dov'io pace e tranquillità mi credea avere in casa recata, conoscendo che guerra, fuoco e mala ventura recata v'avea, cominciai a desiderare ch'ella ardesse; e ciascuno luogo della nostra città, qual che si fosse più di litigi e di quistioni pieno, m'incominciò a parere più quieto e più riposato che la mia casa; e, così, veggendo venire la notte che al tornare mi vi constrignea, mi contristava, come se uno noioso prigioniere e possente e a dovere ad una prigione rincrescevole e oscura m'avesse constretto ... E io, misero e male in ciò aveduto, credendomi, sofferendo, diminuire l'angoscia e l'affanno, più tiepido che l'usato divenuto, seguiva il suo volere; la qual tiepideza il vestimento, che vermiglio mi vedi, come già dissi, ora con mia gravissima pena riscalda ...
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Decameron (pagina 7)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Ser Ciappelletto, che scioperato si vedea e male agiato delle cose del mondo e lui ne vedeva andare che suo sostegno e ritegno era lungamente stato, senza niuno indugio e quasi da necessità costretto si diliberò, e disse che volea volentieri ... Ma ogni aiuto era nullo, per ciò che il buono uomo, il quale già era vecchio e disordinatamente vivuto, secondo che i medici dicevano, andava di giorno in giorno di male in peggio come colui che aveva il male della morte; di che li due fratelli si dolevan forte ... E se questo avviene, il popolo di questa terra, il quale sì per lo mestier nostro, il quale loro pare iniquissimo e tutto il giorno ne dicon male, e sì per la volontà che hanno di rubarci, veggendo ciò si leverà a romore e griderà: ‘Questi lombardi cani, li quali a chiesa non sono voluti ricevere, non ci si voglion più sostenere’; e correrannoci alle case e per avventura non solamente l'avere ci ruberanno ma forse ci torranno oltre a ciò le persone: di che noi in ogni guisa stiam male se costui muore ...
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Decameron (pagina 58)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma poi che a Catella parve tempo di dovere il conceputo sdegno mandar fuori, così di fervente ira accesa cominciò a parlare: “Ahi quanto è misera la fortuna delle donne e come è male impiegato l'amor di molte ne' mariti! Io, misera me, già sono otto anni, t'ho più che la mia vita amato, e tu, come io sentito ho, tutto ardi e consumiti nell'amore d'una donna strana, reo e malvagio uom che tu se'! Or con cui ti credi tu essere stato? Tu se' stato con colei la quale con false lusinghe tu hai, già è assai, ingannata mostrandole amore e essendo altrove innamorato ... Io so bene che oggimai, poscia che tu conosci chi io sono, che tu ciò che tu facessi faresti a forza: ma, se Dio mi dea la grazia sua, io te ne farò ancora patir voglia; e non so a che io mi tengo che io non mando per Ricciardo, il quale più che sé m'ha amata e mai non poté vantarsi che io il guatassi pure una volta; e non so che male si fosse a farlo ... ” Ora le parole furono assai e il ramarichio della donna grande: pure alla fine Ricciardo, pensando che se andare ne lasciasse con questa credenza molto di male ne potrebbe seguire, diliberò di palesarsi e di trarla dello inganno nel quale era; e recatasela in braccio e presala bene sì che partire non si poteva, disse: “Anima mia dolce, non vi turbate: quello che io semplicemente amando aver non potei, Amor con inganno m'ha insegnato avere, e sono il vostro Ricciardo ... L'una fia, di che non poco vi dee calere, che il vostro onore e la vostra buona fama fia guasta, per ciò che, come che voi diciate che io qui a inganno v'abbia fatta venire, io dirò che non sia vero, anzi vi ci abbia fatta venire per denari e per doni che io v'abbia promessi, li quali per ciò che così compiutamente dati non v'ho come speravate, vi siete turbata e queste parole e questo romor ne fate: e voi sapete che la gente è più acconcia a creder il male che il bene, e per ciò non fia men tosto creduto a me che a voi ...
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Decameron (pagina 107)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il quale udendo Pietro si maravigliò e avvidesi ciò esser dentro alla casa; per che, uscito della camera e sentendo ancora costui ramaricarsi, non avendogli ancora l'asino levato il piè d'in su le dita ma premendol tuttavia forte, disse: “Chi è là?” e corso alla cesta e quella levata, vide il giovinetto, al quale, oltre al dolore avuto delle dita premute dal piè dell'asino, tutto di paura tremava che Pietro alcun male non gli facesse ... Il quale essendo da Pietro riconosciuto, sì come colui a cui Pietro per le sue cattività era andato lungamente dietro, essendo da lui domandato: “Che fai tu qui?” niente a ciò gli rispose ma pregollo che per l'amor di Dio non gli dovesse far male ... Alla quale Pietro postosi a seder di rimpetto disse: “Or tu maladicevi così testé la moglie d'Ercolano e dicevi che arder si vorrebbe e che ella era vergogna di tutte voi: come non dicevi di te medesima? o se di te dir non volevi, come ti sofferiva l'animo di dir di lei, sentendoti quello medesimo aver fatto che ella fatto avea? Certo niuna altra cosa vi t'induceva se non che voi siete tutte così fatte, e con l'altrui colpe guatate di ricoprire i vostri falli: che venir possa fuoco da cielo che tutte v'arda, generazion pessima che voi siete!” La donna, veggendo che egli nella prima giunta altro male che di parole fatto non l'avea e parendole conoscere lui tutto gongolare per ciò che per man tenea un così bel giovinetto, prese cuore e disse: “Io ne son molto certa che tu vorresti che fuoco venisse da cielo che tutte ci ardesse, sì come colui che se' così vago di noi come il can delle mazze; ma alla croce di Dio egli non ti verrà fatto ... E intendi sanamente, Pietro, che io son femina come l'altre e ho voglia di quel che l'altre, sì che, perché io me ne procacci, non avendone da te, non è da dirmene male: almeno ti fo io cotanto d'onore, che io non mi pongo né con ragazzi né con tignosi ...
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Fermo e Lucia (pagina 71)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... I bravi, senza ardire di porle le mani addosso, e guardandola con un certo rispetto le andavano facendo animo, e ripetendo: «coraggio, non è niente, non vogliamo farvi male: siamo galantuomini» ... Levò ella allora un altro grido, ma la stessa manaccia tornò in furia con lo stesso fazzoletto, e il padrone di quella manaccia disse nello stesso momento: «Facciamo i nostri patti: noi non vi faremo male, non vi toccheremo, ma voi non cercherete nè di fuggire nè di gridare: già è inutile, ma pure se voleste tentarlo, noi siamo qui, amici o nemici, come vorrete ... » «Oh per amore di Dio, della Madonna,» riprese Lucia in tuono supplichevole, con voce interrotta da singulti, e senza pur pensare ad asciugare le lagrime, che le rigavano tutta la faccia: «per amore di Dio, lasciatemi andare: io sono una povera creatura, che non vi ha mai fatto male: vi perdono quello che mi avete fatto, e pregherò Dio per voi: se avete anche voi una figlia, una moglie, una madre, qualche persona cara a questo mondo, pensate quello che patirebbero se fossero in questo stato: pensate all'anima vostra; fate una buona opera che vi può salvare: fatemi questa carità, acciocchè Dio vi usi misericordia, lasciatemi qui ... Gli altri due, si andavano pure ristringendo dal loro lato, facendo luogo a Lucia, e tenendosi come in distanza, stornando gli occhi da quel volto accorato, ma fermi nel loro atroce proposito di eseguire la commissione: come il villanello che a fatica si è arrampicato all'albero per togliere un uccelletto dal nido, e lo tiene nelle mani, e lo sente dibattersi e tremare, e sente il cuore della povera bestiola battere affannosamente contra la palma che lo stringe; prova pure qualche pietà: allenta le dita alquanto per non affogare la povera bestiola, per non farle male; ma aprire il pugno, lasciarla tornare al suo nido: oh no! il figlio del padrone gli ha chiesto l'uccelletto, gli ha promessa una bella moneta s'egli sapeva snidarlo e portarglielo vivo ...
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Fermo e Lucia (pagina 97)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Approvò egli adunque con vive e liete parole la proposizione, e aggiunse: «Dite: dite se l'offesa la più ardentemente bramata, la più lungamente meditata, la meglio riuscita reca mai tanta dolcezza quanto una umile e volontaria riparazione?» «Ah! la dolcezza sarebbe intera,» rispose il Conte, «se la riparazione potesse esserlo; se il pentimento, se l'espiazione la più operosa, la più laboriosa, potesse fare che il male non fosse fatto, che i dolori non fossero stati sentiti ... » «Ma v'è ben Quegli,» rispose Federigo, «che può far di più; che può cavare il bene dal male, dare pei dolori sofferti il centuplo di gioja, fargli benedire a chi gli ha sofferti ... E quando voi fate per Lui e con Lui, quel poco che v'è concesso di fare, Egli farà il resto: Egli farà che del male passato non resti a quella poveretta che un argomento di riconoscenza e di speranza, e a Voi di una afflizione umile e salutare ... se potessi parlare di compensar questi, io che v'ho fatto tanto male che non potrò compensar mai ...
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Fermo e Lucia (pagina 102)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il cangiamento al far dei conti, poteva essere un male peggiore, ma intanto non era più quel male di prima, ma intanto i pari di Don Rodrigo, si trovavano una volta nelle angosce che avevano date agli altri, e i pari di Fermo facevano valere le loro ragioni ... Questa sproporzione è uno di quei mali che spaventano la terra, perchè pesano ad un tempo sur una moltitudine: quando un tal male esiste, i migliori mezzi per alleggerirlo (giacchè toglierlo non è in potere dell'uomo) sono tutte quelle cose che possono diffonderlo più equabilmente, farne sopportare al maggior numero, a tutti i viventi, se fosse possibile, una picciola porzione, affinchè nessuno ne abbia una porzione superiore alle forze dell'uomo, fare che quel male sia un incomodo per tutti piuttosto che l'angoscia mortale per molti, e la morte per alcuni ...
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Fermo e Lucia (pagina 103)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Questo mezzo però sarebbe uno scarso rimedio, sarebbe anzi un accrescimento del male, se non fosse accompagnato dalla cura attenta, assidua di somministrare il vitto anche a quei molti che per debolezza, o per infermità non lo possono ottenere col lavoro: si avrebbero allora dei lavoratori ben nutriti, e degli impotenti morti di fame: e la beneficenza sarebbe crudele per molti ... Ma oltre i mezzi per render tollerabile quel male, ve n'ha pur troppo, e moltissimi, per esacerbarlo, per accrescerlo, per rendere più trista e complicata una situazione che lo è già tanto per sè; e questi mezzi sono stati per l'ordinario più adoprati dei primi; e si possono ridurre a due capi principali: le idee del popolo, e i provvedimenti dei magistrati ... Tutti ragionano delle cause del male, tutti propongono i veri rimedj, tutti dissertano di principi generali, di commercio, di monopolio, di accapparramento, di importazione, di esportazione, di circolazione ... Ma quegli che meritano rimproveri acerbi, e severi, quegli che per bene loro e d'altrui vorrebbero essere sborbottati come ragazzacci caparbj, tanto che si correggessero, sono coloro, i quali potrebbero meditare a loro agio sui fatti simili, esaminare le conseguenze, i giudizj, i sistemi che ne hanno cavati gli scrittori, pesare le osservazioni e le opinioni, e procacciarsi così una opinione ragionata; e non lo fanno mai; ma al momento del serra serra escono in campo a sentenziare furiosamente, cominciano a pensare con la voce e studiano dalla cattedra, coprono, vilipendono, calunniano le voci che nascono da un antico pensiero, ripetono, in un linguaggio meno incolto e più strano i giudizj storti, le idee appassionate del popolo, e diffondono ed accrescono la stortura e la passione, si oppongono ferocemente a tutti quei raziocinj che potrebbero illuminare l'opinione dell'universale sulla natura e sulla misura del male, ricondurre gli spiriti ad una riflessione più tranquilla, e stornare quelle risoluzioni che lo peggiorano: e infervorati in queste degne imprese, non si spaventano col pensiero della loro ignoranza; anzi ne cavano argomento di gloria, e di fiducia; e a tutte le obiezioni, (o alla metà delle obiezioni perchè di rado lasciano terminare una frase ad un galantuomo) rispondono con quell'inverecondo sproposito: «noi non vogliamo teorie»; non riflettendo nemmeno che quelle che essi sputano tutto il dì sono pur teorie, diverse da quelle dei loro avversarj, in ciò soltanto che non sono fondate sulla cognizione, o almeno sulla ricerca dei fatti ... Il primo è l'opinione che il male non esista, che il difetto di sussistenze sia soltanto una apparenza nata da combinazioni perfide degli uomini ...
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Fermo e Lucia (pagina 104)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... L'altra stortura, conseguente da questa, e pur madornale è nel supporre che il male sia il caro prezzo del grano: mentre questo non è che un effetto del male vero, la sproporzione tra il grano e il bisogno; è un effetto, e un doloroso, deplorabile, funesto, acerbo, accumulate quanti epiteti vorrete; non saranno mai troppi; ma il sostantivo è: rimedio ... Il linguaggio di coloro che hanno ben fitte in testa queste due storture è accetto al popolo che patisce; e la cosa è troppo naturale: non riconoscendo il male nella natura delle cose, attribuendolo tutto alla perversità umana, essi mostrano nello stesso tempo una compassione che pare più sincera per chi soffre, un grande orrore per chi fa soffrire, e fanno sempre intravedere la possibilità d'un rimedio pronto ed assoluto ... Ma quegli i quali veggono chiaramente la realtà del male, non hanno cose gradite da dire a chi lo sopporta; poichè chi dopo d'aver suggeriti alcuni rimedj per minorare il male, confessa che molto è senza rimedio, e raccomanda la rassegnazione, può difficilmente far credere che compatisce; chi nega all'addolorato che la causa prima, unica del suo dolore sia nella volontà scellerata di alcuni, converrà che abbia ben fama di onesto e di umano perchè l'addolorato si contenti di crederlo cieco e insensato, e non lo chiami atroce, fautore, complice di quelli che creano il dolore ... Sono i chiaroveggenti, in quel caso, come un medico, che giunga al letto d'un infermo circondato da una famiglia amante e ignorante, dove si trovi un ciarlatano il quale assevera che il male è tutto nella cecità o nella impostura dei medici, e ch'egli tiene un'ampollina dov'è la salute ... Gli sventurati abitanti della campagna avevano veduta la scarsità del raccolto, avevano vedute e sofferte le atroci dissipazioni della soldatesca, e gli sventurati abitanti della città le avevano pure intese raccontare: ma quando la carestia cominciò a farsi sentire, nè gli uni nè gli altri volevano accagionare di un tanto male una causa passata, e irrevocabile ... Oltre di che l'effetto immediato di quegli spropositi era di esacerbare la condizione universale; si sentiva crescere il male; e l'aumento si attribuiva non già alla efficacia funesta degli spropositi fatti, ma al non farne abbastanza ...
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Fermo e Lucia (pagina 111)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... La passerà male, se ha fallato, la passerà male ... Ma fece molto male o Ferrer o chiunque si fosse quegli o queglino che non si curarono di fare o impedirono che si facesse una cosa la quale era stata promessa solennemente, e avrebbe pure dovuto esser fatta quand'anche non si fosse promessa ... – Ma, sento dirmi, queste cose non vanno giudicate con questa misura: non sono come le parole che si danno tra privati: si trattava d'impedire un male, e ogni parola era buona: passato il pericolo, l'attenere quella parola era cosa difficile, pericolosa, strana; si avrebbe dovuto propalare ...
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Fermo e Lucia (pagina 146)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... sosteneva alquanto il vigore delle sue membra, sospendeva il senso del male, e teneva in sesto la sua mente ... » Il corpo e la mente di Don Rodrigo, già dissestati dal male, non ressero allo sforzo, al dibattimento, e a tanta passione: il meschino cadde tutto ad un tratto come sfinito e stupido; guardava però come un incantato; e di tratto in tratto dava qualche scossa, o usciva in qualche imprecazione ... Come in questo paese, così nel bergamasco, dopo scoverta la peste si trovò ch'ella si sarebbe dovuta prevedere per evidenti segni astrologici, e per inauditi portenti; v'ebbe pure la incredulità di molti abitanti, e la negligenza delle precauzioni, v'ebbero i dispareri fra i medici, l'inesecuzione degli ordini, e il rilasciamento nei magistrati stessi, nato da una falsa fiducia che il male fosse cessato ... Una grandissima parte della gente languiva inferma, moriva, e quegli che non avevano contratto il male ne vivevano in un continuo terrore; come ogni oggetto poteva col tocco esser cagione di morte, così di tutto si guardavano; i passi erano misurati e sospettosi, i movimenti ritrosi, irresoluti, fretta ed esitazione in un tempo, un allarme incessante, una disposizione a fuggire; e con tutto questo il pensiero sempre vivo che forse tante precauzioni erano inutili, ...
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I nuovi tartufi (pagina 2)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... Mentre vedi mandare a male danari in carte, sopraccarte, ceralacche, e stampe, tu rideresti di rabbia, o mio nervoso Gualberto, se sapessi quante libbre di carne queste male femmine hanno cuore di mettere in pentola per farne la minestra a novanta o cento fanciulline; e se un macellaro…—oh indecentissimo personaggio in mezzo a tante profumate dame!—e se un macellaro, senza che nessuno lo sappia e senza che gl'importi che veruno lo abbia a sapere, non mandasse quotidianamente tanta carne che basti a cavarne un po' di sostanza, e' tornerebbe lo stesso che immollare il pane in acqua di Arno ... La obbedienza della macchina male corrisponde alla osservanza spontanea dell'ordine persuasa dall'intelletto, che insegna come la disciplina sia nervo principale di bene regolata milizia ...
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I nuovi tartufi (pagina 7)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... Potenze dei cieli! il suo sguardo s'incontrò nel mio, e mi sentii le pupille come ferite dal bacino arroventato… pegno fraterno praticato dagl'imperatori cristiani di Costantinopoli;—il freddo lungo la spina diventò maggiore, a modo di Buoso io sbadigliava: Pur come sonno o febbre mi assalisse, mi prese nausea grande e languore come alloraquando sorprende il male di mare: chinai la faccia, e gittai tre boccate di acqua o quattro: nè qui rimase il parossismo, chè un molesto tintinnio ingombravami le orecchie, e le arterie delle tempie picchiavano forte come martelli, e gli occhi vagavano per entro fiumane di sangue ... Corre ormai molto tempo ch'ei mi si dice amico, e mi promesse sovente stringere meco più ampia conoscenza nell'altro mondo; e siccome io credeva dapprima che gli Ebrei tenessero l'anima morta col corpo,—e poi perchè senza battesimo le anime non si salvano,—pensai o mi burlasse, o mi desiderasse capitar male, e volli contradire, ma per gentilezza mi tacqui ... Adesso, figliuolo mio, vuoi tu sapere chi vinse Napoleone, chi fece capitare male lo smisurato suo concetto del blocco continentale? Noi altri tarli ...
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Il benefattore (pagina 10)
di Luigi Capuana (estratti)
... Già!… Certamente il signor Kyllea era in diritto di scavare l'acqua nei suoi fondi; ma era anche vero che la sorgente dell'opposto versante della collina fosse venuta meno dopo quello scavo… Già!… Bisognava mettere d'accordo i due interessi… Avevano fatte male cercando di farsi giustizia con le loro mani ... Io, da che sono venuto qui, non ho fatto male a nessuno ... Mi davano l'opera delle loro braccia, il sudore della loro fronte, ed io li ho trattati da cristiani e non da bestie… È vero? Mi fa piacere sentirlo dire da voi stessi… Sareste ingrati, sconoscenti affermando il contrario… E intanto mi avete trattato da nemico… I veri vostri nemici cercateli altrove, tra coloro che vi aizzano, che si servono della vostra zampa per cavare le castagne dal fuoco… Sentirete come vi brucierà!… Parlo male, forse, signor Sindaco? Come? Certe cose non si debbono dire? Ora sono io che eccito la gente? La verità si deve dire sempre, a ogni costo; è il mio sistema… specie quando gli altri spargono attorno la bugia, la calunnia… E per concludere, sentite, signori miei ...
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Il colore del tempo (pagina 5)
di Federico De Roberto (estratti)
... E allora i termini del problema non vanno modificati interamente? Questo moralista che combatte il male e predica il bene, sa pure, e lo dichiara anzi espressamente, che, «da secoli, qualunque cosa lo spirito imparziale getti nella bilancia del bene e del male, il giogo resta immobile, e ciascun piatto contiene tanto male quanto bene» ... Chi è spietato, chi lotta, chi fa male ai suoi simili, vuole esercitare la sua forza, vuol dominare; il pietoso, quello che fa bene, non è mosso da uno scopo diverso; in fondo anch'egli vuol mostrare la propria virtù, la propria superiorità, ed essere ammirato e lodato ...
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Il colore del tempo (pagina 8)
di Federico De Roberto (estratti)
... L'opera di Sully Prudhomme non risolve adunque, rispetto alla forma, il dissidio fra scienza ed arte, o lo risolve male ... Appena la Terra esce dal Caos, il Male comincia ad operarvi, a ordirvi le sue trame spaventose ... Ma, nello stesso punto che il Male scendeva in campo, anche il genio del Bene si destava, e contrapponeva l'opera sua a quella del nemico ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 13)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Fra le donne che gli avevano giurato di amarlo quale l'aveva amato come amava Ferdina? — Piangi? — le chiese ironico, per castigarla di avergli fatto male ... Cercò di riparare al male che aveva fatto lui a lei ... — Tutte a un modo; tutte stupidamente vane, perfidamente vane! Per soddisfare alla vanità istintiva, non esitano in nulla; inconsapevoli del male che possono fare, interamente consapevoli del male che vogliono fare ... E il dover supporre tutto ciò, ciò che lo feriva come un oltraggio, a Baredi fece così male che piuttosto che riveder Ferdina pensò di ritornare quel giorno stesso a Bologna ...
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Il fiore (pagina 10)
di Dante Alighieri (estratti)
... Il su' bordon non fu di secomoro, Ma di gran falsità ben ripulita; La sua scarsella avea pien' e fornita Di tradigion, più che d'argento o d'oro; Ed una bibbia al collo tutta sola Portava: in seno avea rasoio tagliente, Ch'el fece fabbricare a Tagliagola, Di che quel Mala–Bocca maldicente Fu poï strangolato, che tal gola Avëa de dir male d'ogne gente ... CXXXVII
Cortesia e Larghezza e la Vecchia Tutti quattro passarono il portale, E sì trovaron dentro a la porpresa La Vecchia, che del castro era discesa; Quando gli vide, le ne parve male, Ma tuttavia non ne fece segnale ... CXXXIX
La Vecchia e Falsembiante La Vecchia sì rispuose san' tardare, Ché 'l male e 'l ben sapea quantunque n'era: «Vo' mi fate così dolze preghera Ch'i' no lo vi saprei giamai vietare ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 11)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Si discorre male, per via ... — Male; — conchiuse Raimondo ... Se ho fatto male, se ti ho compromesso, accoppami, o perdonami; ti lascio la scelta ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 25)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... la prego, la supplico di dirmi chi le ha parlato male di lui ... — Male ... È male per me, che son madre, e su certi argomenti delicati debbo essere scrupolosa; ma può non essere male egualmente per gli altri ... La signora Eleonora fece un gesto che voleva dire: ne so abbastanza, della sua garanzia; poi continuò ad alta voce: — Ora il male è fatto, e bisognerà rimediare ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 27)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Almeno, pareva che fosse così, perchè non le era più accaduto di dirne male, o di trattarlo con troppa freddezza, nelle rare visite ch'egli faceva in casa Zuliani ... Sua madre non può averle riferito nulla da alterarla, se Margherita si sentì male nella camera attigua, mentre io stavo ancora in salotto a discorrere colla signora Eleonora ... — Male! — esclamò Raimondo ... — Perchè, male, se è il vero? Dovevo io farlo passare per un milionario travestito? Che cosa voleva lei che gliene dicessi io? che glielo gabellassi per il più ricco, il più santo, il più meraviglioso degli uomini? — Ma tu sei crudele con quel poveretto! — notò malinconicamente Raimondo ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 34)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Le male cose che mi gettate in viso come un insulto ... — Riscaldati una volta! — Le male cose che mi gettate in viso come un insulto sanguinoso, — riprese Filippo con accento solenne, — non hanno virtù di commuovermi ... — Avanti, terribil guerriero! — Parla una donna; — rispose Filippo, con accento mutato; — e dirò in quella vece alla donna: Tutte le male cose che mi avete gettate in viso, ho voluto pensarle ancor io; e come le ho pensate, esagerandole molto, le ho dette; le ho dette, nella speranza di vincere con un eccesso di scrupoli la inconcepibile ostinazione di lui ... È un gran male ciò che è accaduto, un gran male; dobbiamo dimenticare anche quello, se pure avverrà che non possiamo averne perdono dalla nostra coscienza ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 42)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Il suo male! “Mia madre è morta pazza„, aveva ella detto il giorno innanzi a Filippo ... È in collera con qualcheduno, pensai; si scrive male, quando si è agitati: Veduto che uno di quei foglietti, gittato via con atto d'impazienza, era volato fuor della bocca del cestino sul pavimento, mi chinai a raccoglierlo per collocarlo al suo posto ... Avrò fatto male, signora; ma gli occhi mi corsero allo scritto, che incominciava così: “Signor Conte„ ...
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Intrichi d'amore (pagina 10)
di Torquato Tasso (estratti)
... LEONORA È vero; ma l'assuefarsi al male è male ... Così accade alle donne che si pigliano oggi un piacere e domani l'altro, salendo di male in peggio; cadeno, dopo, tanto volentieri che infamano non solo elle istesse, ma ancora tutto il parentado ... Io m'aviddi che da che vi casaste m'avete trattata male ... LEANDRO Il male non viene solo, dice quel proverbio ... Chi sarà questa Brianda? Dubito di alcun altro male ...
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L'Olimpia (pagina 15)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Questo vada a chi ci vuol male ... Che faresti se ti portassi bene, se con tanta fretta mi dimandi il male? Ma tu ancora ignori i tuoi guai: t'apporto nuovi guai ... ché ben conosco che sono alle mani d'un medico che volendo saprá rimediare al mio male ... Poiché m'hai eletto per medico al tuo male benemerito, eccoti un opportuno e proficuo rimedio: fuggi di questa cittade ...
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L'amore che torna (pagina 5)
di Guido da Verona (estratti)
... Mi sembra di sentirmi un poco male ... — Che male? — Nessuno ... Io, che la conoscevo appena, ebbi da quel tempo frequentissime occasioni di vederla, e quando le parlavo, la sua faccia s'imbiancava come se le facessi male ...
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L'amore che torna (pagina 11)
di Guido da Verona (estratti)
... — Ebbene hai fatto male, — risposi tranquillamente ... — Ho fatto male? — egli esclamò stupìto ... — Innamorato? Che ubbìe! Hai scelto male il momento per concederti questo lusso! Per Bacco! Innamorato! ...
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La favorita del Mahdi (pagina 74)
di Emilio Salgari (estratti)
... —La va male, rispose lo sceicco asciuttamente ... —L'ho visitato or ora assieme ad un mio amico che se ne intende di medicina, ripigliò El-Mactud, il povero diavolo è fuori di pericolo, ma abbiamo scorto sul suo corpo lo traccie di un terribile male che lo condurrà alla tomba ... —Qual male? chiese egli con maggior ansietà ... Dimmi non vi è alcuna medicina che possa guarire l'arabo? Mi narrarono che parecchi uomini colpiti dall'identico male furono salvati ...
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La trovatella di Milano (pagina 4)
di Carolina Invernizio (estratti)
... Il Genio del male ... Maria non replicò: le faceva male udire sua madre parlare così ... Intanto Diego, il Genio del male, andava diritto al suo infame scopo ...
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La via del rifugio (pagina 6)
di Guido Gozzano (estratti)
... Sul labbro contratto la voce a pena s'udì: “O Guido! Che cosa t'ho fatto di male per farmi così?” II Sperando che fosse deserto varcammo l'androne, ma sotto le arcate sostavano coppie d'amanti ... “Ma Guido, che cosa t'ho fatto di male per farmi così?” III Il tempo che vince non vinca la voce con che mi rimordi, o bionda povera cosa! Nell'occhio azzurro pervinca, nel piccolo corpo ricordi la piccola attrice famosa ... S'udì (o misera tanto nell'atto!) ancora: “Che male t'ho fatto, o Guido, per farmi così?” IV Varcammo di tra le rotaie la Piazza Castello, nel viso sferzati dal gelo più vivo ... Avevo un cattivo sorriso: eppure non sono cattivo, non sono cattivo, se qui mi piange nel cuore disfatto la voce: “Che male t'ho fatto o Guido per farmi così?” L'ULTIMA RINUNZIA “ ...
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La vita comincia domani (pagina 3)
di Guido da Verona (estratti)
... Che sarebbe la nostra casa ormai, se non udissimo lei cantare? — E Giorgio come sta? — Male stamane ... — Si leva? — Ha detto di volersi levare, ma tuttavia sta male ... Ella disse ancora: — Che notte! Giorgio è stato male ... Ma non ditegli nulla, vi prego, perchè non vuole si sappia quando sta male ...
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La vita comincia domani (pagina 5)
di Guido da Verona (estratti)
... e fate male! — Perchè? — Perchè questo, in fondo, mi potrebbe anche dispiacere ... — Davvero?! — E non so perchè vi divertiate a farmi del male ... — Che male vi faccio? — Ma ... e tutto questo può turbare una ragazza, può farle un certo male, può darle quasi una profonda voglia di piangere ...
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La vita comincia domani (pagina 11)
di Guido da Verona (estratti)
... — Io, che finisco la strada, io, che non ti ho mai fatto alcun male, io ti domando: «Sei stata sua? In verità, in verità, sei stata sua?» Ella scosse il capo con rabbia, come per prepararsi allo sforzo di rispondere: No! — poi si fece bianca d'un pallore quasi livido, e, scandendo le sillabe, disse con una voce che pur lenta sibilava: — Non sono stata sua; non lo sarò mai! Ma sentendo irrompere dall'anima in ribellione, più forte che il suo medesimo cuore il bisogno di gridare la verità, si tese tutta interiormente in una acerrima ira, e per costringersi alla menzogna disse ancora più volte: — Mai! Mai! Esausto, egli si lasciò ricadere nella poltrona, premendosi le due mani sul petto, e la guardò perdutamente, con un senso d'inanità, di vergogna, stremato come un fanciullo che avesse voluto scagliarsi contro una porta di bronzo ... Che male! che male! Barbagli, guizzi, come di grandi rose gialle, infuriate, che roteassero ... Ah, che male! ...
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La vita comincia domani (pagina 16)
di Guido da Verona (estratti)
... — Bisogna che tu corra sùbito in paese a cercare il dottor Paolieri, e dovunque si trovi, che venga su di filato, ma sùbito, e venga pure se fosse occupato, perchè il signor Giorgio sta male ... sai, piccina: molto male ... Poi carezzava la fronte della figlia maggiore, dicendole: — Ti senti male, è vero, povero cuore? ... — Sì, mamma, così male! ...
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Le rimembranze
di Giacomo Leopardi (estratti)
... Hai forse male? No, padre, ei mi dicea, no, nulla io sento, Ma stanco io sono, e qui riposo; or ora Tornerò con Dameta a trastullarmi ... Così sempre ei dicea, ma sempre il male Più gli apparia sul viso ... Un opportuno Rimedio al male, il vecchio Alcon, quel Saggio, Cui sì spesso vedesti, e cui sì spesso Della villa consultano i pastori, Indicato ci avea ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 13)
di Carlo Goldoni (estratti)
... d'un male minore, si poteva fare un male peggiore; perché avrebbero detto ... FILIPPO E come ho da fare? FULGENZIO Fatevi venir male ... FILIPPO E che male m'ho da far venire? FULGENZIO Il cancaro che vi mangi (sdegnato) ...
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Marocco (pagina 51)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Nulla di male, signor Ambasciatore ... L’Ambasciatore tentò ancora di persuaderla che del male ce n’era; ma la buona donna, continuando a ripetere:—nulla di male, nulla di male ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 15)
di Emilio De Marchi (estratti)
... Certe mattine hai la ciera d'un uomo che ha dormito male (parlando alla sua immagine) ... Sicuro, signor Nicolò: quel vivere di qua, di là, sulle trattorie, sui caffè, sui clubs, in compagnia di scapoloni pari suoi non è più una vita fatta per lei… Lei digerisce male, lei dorme male, diventa sempre più brontolone, bisbetico, incontentabile e a lungo andare finirà col fare uno sproposito ... Ma anche questo ventiquattro non c'è male ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 12)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Il bene e il male si alternano dentro di me con una violenza che non posso più sopportare ... Prima di tutto non abbia tanta paura delle Sue tentazioni! Non si creda tentato molto più di tanti altri che a Lei parranno sicuri del male, tutti di Dio ... Se l'esperimento di vita pubblica Le è riuscito male, perchè non troncarlo? Se non è contento de' Suoi colleghi, perchè restare al Municipio? E uscendo bruscamente dal Municipio, vorrebbe restare in città, subire il fastidio delle pressioni, degli interrogatori, delle chiacchiere infinite che si farebbero sul conto Suo? Perchè non andrebbe a stare un anno o due nella casa di Suo padre e di Sua madre? Mi pare che quel soggiorno avrebbe grandi vantaggi per Lei ... Dice che si sente tanto male? Sì, perchè guarda le cose del mondo a cui è legato e ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 14)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... I begli occhi bruni dicevano: "Eccomi, son venuta per Lei, ho fatto male? Aspetto una parola" ... " "E adesso mi giudica male perchè sono venuta?" Maironi esitò un attimo prima di rispondere: "No" ... "Perchè ci ha pensato? Ecco che mi giudica male ... E faccio male, ho sempre fatto male a tradirmi così, perchè Lei è un superbo che vorrebbe conquistare per forza l'amore di una donna superba ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 33)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Quattrini? Perchè? Andavano male gli affari di casa Scremin? Male, male; proprio adesso che sua figlia guarisce ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 37)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Quindi spiegò al Commendatore che mentre le altre signore del partito erano inviperite contro Maironi e lo avrebbero mangiato vivo, sua moglie non pensava che alla salute di quell'anima e tremava di vederla buttarsi senza ritegno all'errore e al male, tremava che una parte di responsabilità ne avesse a pesare anche su di lui, Soldini; forse la parte maggiore perchè Soldini non userebbe mai l'ingiuria spregevole, ma con la sua fredda, misurata urbanità recherebbe ferite più profonde ... Maurizio e Lazzaro? o un posto al Ministero dell'Istruzione pubblica? Adesso parlo io, vero? Vede, certi amici di mio marito, ottime persone ma poco pratiche del mondo, hanno condotta male tutta questa faccenda di Maironi fin da principio ... E l'hanno condotta male per non avere ascoltato mio marito ... Io sono convinta che il chiasso era peggiore del male e che usando prudenza e carità verso un uomo fortemente tentato, bisogna dirlo, verso un giovine in quelle condizioni, si poteva salvare tutto ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 39)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... "Ecco" diss'egli, soddisfatto, sorridente, liberato dal suo gomitolo di ragionamenti, da ogni scrupolo di silenzi male serbati ... " "Bene! bene! bene!" fece il Commendatore col viso di chi pensasse "male! male! male!" come certo confessore veneto andava dicendo — ben! ben! — ad ogni nuovo peccato che gli snocciolava il penitente ...
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Storia di un'anima (pagina 47)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... * * * —C'è nessuna sociabilità: io non so perchè, Perchè coi nuovi venuti si è così discortesi? Non dovrebbero gli ospiti vecchi fare gli onori di casa ai nuovi? Si sa, la noia stizzosa dei primi giorni fa andar a male la cura ... —Persino gli abbaini sono occupati, In questo crocchio non c'è male ... Tanto io sto bene, che dimentico di essere stata male, nell'aria bevo a sorsate l'oblìo a me sì necessario, guardo su le cime del brullo Mucrone, con invidia, poi giù ancora contemplo il vastissimo piano ...
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