Libri lontano

Libri su lontano, con la parola lontano

Fermo e Lucia (pagina 148)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Chi è là?» gridò da dentro la voce d'Agnese: «state lontano; non bazzicate intorno alla porta; verrò a parlarvi dalla finestra ... Ma ora, bisogna ch'io vi preghi di starmi lontano ... «State ad aspettarmi nel mezzo della strada; quando aprirò, non vi affacciate alla porta; lasciatemi rientrare, poi entrerete, e vi porrete in un angolo lontano da me, e ci parleremo; le parole non hanno bisogno di toccarsi ... » Fermo chiese del Padre Cristoforo, e Agnese non le seppe dir altro se non ch'egli era a Palermo che è un sito lontano, lontano, di là dal mare ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 22)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... E guardando di là, da sedere sul letto, agli alberi che nereggiavano lungo il clivo, Raimondo pensava agli uomini, e gli parevano creature poco dissimili da quelli: la superiore anima degli uni non era radicata alla terra come la vitalità degli altri? Il pensiero non era forse vincolato alla materia bruta? O forse Adriana, nella sua ignoranza, scorgeva il vero? Unica realtà capace di idealità e spiritualità, unica illusione difesa e sostenuta dalla realtà sarebbe l'amore? Unica felicità addentrarci amando nella vita della materia, per illuderci godendo e soffrendo di superar la terra che ci avvinghia con radici tenaci fino alla morte? Un galoppo veniva di lontano lontano, e Raimondo l'accompagnò con udito or più or meno sensibile ... Lontano lontano ...
Il ponte del Paradiso (pagina 63)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Da questa pace sublime luccica a noi qualche cenno di umano consorzio; ma lontano, per buona sorte, lontano, lontano; e qui le anime si ritemprano, e i cuori amano meglio ...
Mastro don Gesualdo (pagina 54)
di Giovanni Verga (estratti)

... In quella testolina che portava ancora le trecce sulle spalle, nasceva un brulichìo, quasi uno sciame di api vi recasse tutte le voci e tutti i profumi della campagna, di là dalle roccie, di là da Budarturo, di lontano ... La vinceva una specie di dormiveglia, una serenità che le veniva da ogni cosa, e si impadroniva di lei, e l'attaccava lì, col libro sulle ginocchia, cogli occhi spalancati e fissi, la mente che correva lontano ... La sua anima errava vagamente dietro i rumori della campagna, il pianto del chiù, l'uggiolare lontano, le forme confuse che viaggiavano nella notte, tutte quelle cose che le facevano una paura deliziosa ... Le sembrava confusamente di vedere nel gran chiarore bianco, oltre Budarturo, lontano, viaggiare immagini note, memorie care, fantasie che avevano intermittenze luminose come la luce di certe stelle: le sue amiche, Marina di Leyra, un altro viso sconosciuto che Marina le faceva sempre vedere nelle sue lettere, un viso che ondeggiava e mutava forma, ora biondo, ora bruno, alle volte colle occhiaie appassite e la piega malinconica che avevano le labbra del cugino La Gurna ... Penetrava in lei il senso delle cose, la tristezza della sorgente, che stillava a goccia a goccia attraverso le foglie del capelvenere, lo sgomento delle solitudini perdute lontano per la campagna, la desolazione delle forre dove non poteva giungere il raggio della luna, la festa delle rocce che s'orlavano d'argento, lassù a Budarturo, disegnandosi nettamente nel gran chiarore, come castelli incantati ... Che faceva? che pensava? Un brivido di freddo la sorprendeva di tratto in tratto come gli alberi stormivano e le portavano tante voci da lontano ...
Mattinate napoletane
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... Da qualche giorno, però, il mio umore è ridiventato nero, pel tempo perverso che mette ovunque un silenzio di malinconia e nelle povere anime sofferenti uno sgomento indefinibile, una lunga e nervosa tristezza che a momenti si vorrebbe mutare in tante calde lacrime piante tacitamente, la faccia nelle mani, mentre, come ora che ti scrivo, seguita la pioggia a borbottar nelle grondaie e lontano lontano muore un tintinnio di campanelle vaganti ... Ebbene, Paolo mio, dopo questo io non ho che o troppo poco ancora, o tante, tante cose a dirti! Ancora parlarti di me, delle mie incoerenze, dei contrasti che s'agitano e s'accapigliano in quest'anima mia inquieta, delle aspirazioni, de' sogni a' quali tengo dietro, col cuore tremante? Non voglio; quest'altra stanzetta ove tu seguiti, in un paese lontano dal mio, a innamorarti delle farfalle e degli scarabei verdi riscintillanti, a raccogliere pazientemente e ad ordinare famiglie di crittogame o di fanerogame tra fascicoli di carta, mio buon Linneo calmo e tranquillo, quest'altra stanzetta è ancora troppo piena di me ... Un tristo e schifoso spettacolo, poco lontano dall'azzurro, divino spettacolo del mare, innanzi al quale la mia mano freme sulla tavolozza ... Mi aveva visto da lontano ...
Novelle rusticane (pagina 22)
di Giovanni Verga (estratti)

... Questo poi accadde l'anno della neve, che crollarono buon numero di tetti, e nel territorio ci fu una gran mortalità di bestiame, Dio liberi! Alla Lamia e per la montagna di Santa Margherita, come vedevano scendere quella sera smorta, carica di nuvoloni di malaugurio, che i buoi si voltavano indietro sospettosi, e muggivano, la gente si affacciava dinanzi ai casolari, a guardar lontano verso il mare, colla mano sugli occhi, senza dir nulla ... - Se mai - gli gridò curatolo Decu da lontano - corri fino alla mandra dei fichidindia, lassù, che c'è gente ... Lontan lontano, alla Lamia e verso la pianura, si udiva l'uggiolare dei cani auuuh! ... Ad un tratto arrivò soffocato il suono di una campana che veniva da lontano, 'nton! 'nton! 'nton! e pareva quagliasse nella neve ...
Novelle rusticane (pagina 27)
di Giovanni Verga (estratti)

... Egli le accennava da lontano, dietro le montagne azzurre, le linee larghe e melanconiche della pianura biancastra, le chine molli e grigie d'ulivi, le rupi aspre di fichidindia, le alpestri viottole erbose e profumate ... Lontano ammiccava nelle tenebre un lume solitario ... Partirono insieme; andarono lontano, lontano, in mezzo a quelle montagne misteriose di cui egli le aveva parlato, che a lei sembrava di conoscere ... Poi il cespuglio si faceva smorto anch'esso a poco a poco, e l'assiolo si metteva a cantare nel bosco lontano ... Addio, tramonti del paese lontano! Addio abeti solitari alla cui ombra ella ...
Novelle rusticane (pagina 28)
di Giovanni Verga (estratti)

... Era bastata una parola, di un uomo lontano, di cui ella non poteva parlare senza impallidire e piegare il capo ... Chissà quante volte si rammentano ancora di quel tempo, in mezzo alle ebbrezze diverse, alle feste febbrili, al turbinoso avvicendarsi degli eventi, alle aspre bisogne della vita? Quante volte ella si sarà ricordata del paesetto lontano, del deserto in cui erano stati soli col loro amore, della ceppaia al cui rezzo ella aveva reclinato il capo sulla spalla di lui, e gli aveva detto sorridendo: - L'uggia per le camelie! Delle camelie ce n'erano tante e superbe, nella splendida serra in cui giungevano soffocati gli allegri rumori della festa, molto tempo dopo, quando un altro ne aveva spiccata per lei una purpurea come di sangue, e glie la aveva messa nei capelli ... Addio, tramonti lontani del paese lontano! Anche lui, allorché levava il capo stanco a fissare nell'aureola della lampada solitaria le larve del passato, quante immagini e quanti ricordi! di qua e di là pel mondo, nella solitudine dei campi, e nel turbinìo delle grandi città! Quante cose erano trascorse! e quanto avevano vissuto quei due cuori lontano l'uno dall'altro! Infine si rivedevano nella vertigine del carnevale ... Gli aveva detto: - Bisogna che vada con lui! - Anch'egli aveva ricevuto un telegramma che lo chiamava lontano ... Lontano lontano, molto tempo dopo, nella immensa città nebbiosa e triste, egli si ricordava ancora qualche volta di quei due nomi umili e sconosciuti, in mezzo al via vai affollato e frettoloso, al frastuono incessante, alla febbre dell'immensa attività generale, affannosa e inesorabile, ai cocchi sfarzosi, agli uomini che passavano nel fango, fra due assi coperte d'affissi, dinanzi alle splendide vetrine scintillanti di gemme, accanto alle stamberghe che schieravano in fila teschi umani e scarpe vecchie ... Due giovanetti biondi e calmi passeggiavano lentamente pei larghi viali del giardino tenendosi per mano; il giovane aveva regalato alla ragazza un mazzolino di rose purpuree che aveva mercanteggiato ansiosamente un quarto d'ora da una vecchierella cenciosa e triste; la giovinetta, colle sue rose in seno, come una regina, dileguavasi secolui lontano dalla folla delle amazzoni e dei cocchi superbi ...
Storia di un'anima (pagina 36)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... LONTANO LONTANO ... Lontano, lontano andiamo, dove non ci sia più fondo, e il concavo dell'onda è turchino come solfato di rame, dove si vegga cielo ed acqua, la torma dei fiotti che non posa mai, la estensione aerea che non dà pace mai… ... Un giorno ho sognato la barchetta dell'amore, e, risognandola oggi, per ritrovarla ho detto:—Andiamo lontano lontano, anima mia ... Io voglio pace! chi mi concede pace? Quando l'avrò? Da chi? Lontano lontano vedo galleggiare una strana barca di pioppo, una cassa da morto, vuota, senza coperchio… ... È la barchetta?… Mi vi adagio, apro la bibbia che mi hai dato tu, fanciulla del mio dolore, perchè la mi serva di vela, e, lettore cullato, cappuccino nel gran coro sonante, e viaggiatore insolito, mi avvio lontano dove mi porta l'onda… ... Più lontano ancora… ... Tu vegliavi i morti, i morti nel povero cimitero, ove il mattino portava sul vento della marina il fumo delle fervide industrie, ove alla sera le aliuzze stridenti degli acridi tra l'erbe turbavano il lontano soavissimo bacio dell'onda ...