Libri letto

Libri su letto, con la parola letto

Confessioni di un Italiano (pagina 155)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io non ci capiva nulla di quella manovra; mi trascinai bene o male fino al letto che mi fu assegnato e dormii tanto porcellescamente che mi sentiva russare ... Non potei nemmen dire che ebbi la forza di uscire dal letto, di vestire i miei nuovi arnesi alla greca, e di congedarmi dai miei ospiti ... Potevate lasciarsi addormentare in pace la vostra madre che moriva, sulle bandiere di Lepanto e della Morea: invece la strappaste con nefanda audacia da quel letto venerabile, la metteste a giacere sul lastrico, le danzaste intorno ubbriachi e codardi, e porgeste ai suoi nemici il laccio per soffocarla! ...
Confessioni di un Italiano (pagina 158)
di Ippolito Nievo (estratti)

... il povero esule scrivendo quelle parole sentiva già i primi sintomi di quella malattia che lo teneva allora inchiodato sul letto pestilente d'uno spedale ... La notte si dormiva in qualche bettolaccia di campagna, dove c'era le più volte una camera sola con un letto solo ... Appena entrati nella stanza si smorzava il lume; ella si spogliava e si metteva a giacere sul letto; io mi rannicchiava alla meglio sopra una tavola o in qualche seggiola di paglia ...
Confessioni di un Italiano (pagina 225)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Tutto spirava intorno a quel letto pace e grandezza; e io pure finii col credere che non si trattasse di altro che della separazione di pochi anni; non assisteva ad una morte disperata ma ad un mesto ed amichevole commiato ... Contenta com'era di sé non le fu difficile persuadersi d'essere in pace con Dio; e i primi funerali che si celebrano con pompa sì lugubre e spaventosa al letto degli agonizzanti, non alterarono per nulla il suo aspetto sereno ... Mi prese poi per mano, e non volle più che mi scostassi dal suo letto nemmeno per prendere una tazza di cordiale che stava sopra l'armadio e che le fu avvicinata alle labbra dall'Aquilina ... Allora io stesso le composi intorno le vesti, io stesso la deposi nel suo ultimo letto, e all'ultimo bacio che le impressi sulle labbra mi parve che l'anima mia fosse fuggita insieme alla sua ...
Decameron (pagina 55)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Credettesi frate Puccio che il digiunare le fosse cagione di non potere dormire e per ciò per lo letto si dimenasse; per che egli di buona fede disse: “Donna, io t'ho ben detto: ‘Non digiunare’; ma, poiché pur l'hai voluto fare, non pensare a ciò, pensa di riposarti; tu dai tali volte per lo letto, che tu fai dimenar ciò che ci è ... ” Stettesi adunque cheto frate Puccio e rimise mano a' suoi paternostri; e la donna e messer lo monaco da questa notte innanzi, fatto in altra parte della casa ordinare un letto, in quello quanto durava il tempo della penitenza di frate Puccio con grandissima festa si stavano; e a una ora il monaco se n'andava e la donna al suo letto tornava, e poco stante dalla penitenzia a quello se ne venia frate Puccio ...
Decameron (pagina 72)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il quale un giorno dietro mangiare là giù venutone, essendo la donna, la quale Ghismonda aveva nome, in un suo giardino con tutte le sue damigelle, in quella senza essere stato da alcuno veduto o sentito entratosene, non volendo lei torre dal suo diletto, trovando le finestre della camera chiuse e le cortine del letto abbattute, a piè di quello in un canto sopra un carello si pose a sedere; e appoggiato il capo al letto e tirata sopra sé la cortina, quasi come se studiosamente si fosse nascoso, quivi s'adormentò ... E così dormendo egli, Ghismonda, che per isventura quel dì fatto aveva venir Guiscardo, lasciate le sue damigelle nel giardino, pianamente se ne entrò nella camera: e quella serrata, senza accorgersi che alcuna persona vi fosse, aperto l'uscio a Guiscardo che l'attendeva e andatisene in su il letto, sì come usati erano, e insieme scherzando e sollazzandosi, avvenne che Tancredi si svegliò e sentì e vide ciò che Guiscardo e la figliuola facevano ... I due amanti stettero per lungo spazio insieme, sì come usati erano, senza accorgersi di Tancredi; e quando tempo lor parve discesi del letto, Guiscardo se ne tornò nella grotta e ella s'uscì della camera ...
Decameron (pagina 118)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per che, andatisi ella e Gianni a letto, e similmente la fante, non stette guari che Federigo venne e toccò una volta pianamente la porta, la quale sì vicina alla camera era, che Gianni incontanente il sentì, e la donna altressì; ma, acciò che Gianni nulla suspicar potesse di lei, di dormire fece sembiante ... ” Disse allora Gianni: “Va, donna, non aver paura se ciò è, ché io dissi dianzi il Te lucis e la 'ntemerata e tante altre buone orazioni, quando a letto ci andammo, e anche segnai il letto di canto in canto al nome del Patre e del Filio e dello Spirito Sancto, che temere non ci bisogna: ché ella non ci può, per potere ch'ella abbia, nuocere ... ” La donna, poi che in questa guisa ebbe tre volte incantata la fantasima, a letto se ne tornò col marito ...
Decameron (pagina 127)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 8 Un diviene geloso della moglie, e ella, legandosi uno spago al dito la notte, sente il suo amante venire a lei; il marito se n'accorge, e mentre seguita l'amante la donna mette in luogo di sé nel letto un'altra femina, la quale il marito batte e tagliale le trecce, e poi va per li fratelli di lei; li quali, trovando ciò non esser vero, gli dicono villania ... E avendo presa sua dimestichezza e quella forse men discretamente usando, per ciò che sommamente le dilettava, avvenne, o che Arriguccio alcuna cosa ne sentisse o come che s'andasse, egli ne diventò il più geloso uomo del mondo e lascionne stare l'andar da torno e ogn'altro suo fatto e quasi tutta la suo sollicitudine aveva posta in guardar ben costei, né mai adormentato si sarebbe se lei primieramente non avesse sentita entrar nel letto: per la qual cosa la donna sentiva gravissimo dolore, per ciò che in guisa niuna col suo Ruberto esser poteva ... E a fare che ella il sentisse quando venuto fosse, in guisa che persona non se ne accorgesse, divisò di mandare uno spaghetto fuori della finestra della camera, il quale con l'un de' capi vicino alla terra aggiugnesse, e l'altro capo mandatol basso infin sopra 'l palco e conducendolo al letto suo, quello sotto i panni mettere, e quando essa nel letto fosse, legallosi al dito grosso del piede; e appresso mandato questo a dire a Ruberto, gl'impose che, quando venisse, dovesse lo spago tirare, e ella, se il marito dormisse, il lascerebbe andare e andrebbegli a aprire; e se egli non dormisse, ella il terrebbe fermo e tirerebbelo a sé, acciò che egli non aspettasse ... Ultimamente, continuando costoro questo artificio così fatto, avvenne una notte che, dormendo la donna e Arriguccio stendendo il piè per lo letto, gli venne questo spago trovato; per che, postavi la mano e trovatolo al dito della donna legato, disse seco stesso: “Questo dee essere qualche inganno ... La donna, come Arriguccio aprì la camera svegliatasi e trovatosi tagliato lo spago dal dito, incontanente s'accorse che il suo inganno era scoperto: e sentendo Arriguccio esser corso dietro a Ruberto, prestamente levatasi, avvisandosi ciò che doveva potere avvenire, chiamò la fante sua, la quale ogni cosa sapeva, e tanto la predicò, che ella in persona di sé nel suo letto la mise, pregandola che senza farsi conoscere quelle busse pazientemente ricevesse che Arriguccio le desse, per ciò che ella ne le renderebbe sì fatto merito, che ella non avrebbe cagione donde dolersi ... Essendo tra Arriguccio e Ruberto la zuffa, i vicini della contrada sentendola e levatisi cominciarono loro a dir male, e Arriguccio, per tema di non esser conosciuto, senza aver potuto sapere chi il giovane si fosse o d'alcuna cosa offenderlo, adirato e di mal talento, lasciatolo stare, se ne tornò verso la casa sua; e pervenuto nella camera adiratamente cominciò a dire: “Ove se' tu, rea femina? Tu hai spento il lume perché io non ti truovi, ma tu l'hai fallita!” E andatosene al letto, credendosi la moglie pigliare, prese la fante, e quanto egli poté menare le mani e' piedi tante pugna e tanti calci le diede, tanto che tutto il viso l'amaccò; e ultimamente le tagliò i capegli, sempre dicendole la maggior villania che mai a cattiva femina si dicesse ...
Decameron (pagina 163)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... dire al compagno; fanno romore insieme; la donna, ravedutasi, entra nel letto della figliuola e quindi con certe parole ogni cosa pacefica ... Di questi tre letti fece l'oste il men cattivo acconciar per li due compagni e fecegli coricare; poi dopo alquanto, non dormendo alcun di loro come che di dormir mostrassero, fece l'oste nell'un de' due che rimasi erano coricar la figliuola, e nell'altro s'entrò egli e la donna sua, la quale allato del letto dove dormiva pose la culla nella quale il suo piccolo figlioletto teneva ... Adriano, che a ciò non avea l'animo, per avventura per alcuna oportunità natural si levò, alla quale espedire andando trovò la culla postavi dalla donna, e non potendo senza levarla oltre passare, presala, la levò del luogo dove era e posela allato al letto dove esso dormiva; e fornito quello per che levato s'era e tornandosene, senza della culla curarsi, nel letto se n'entrò ... La donna, avendo cerco e trovato che quello che caduto era non era tal cosa, non si curò d'altramenti accender lume per vederlo, ma garrito alla gatta nella cameretta se ne tornò e a tentone dirittamente al letto dove il marito dormiva se n'andò; ma non trovandovi la culla disse seco stessa: “Oimè, cattiva me, vedi quel che io faceva! in fé di Dio, che io me n'andava dirittamente nel letto degli osti miei!”; e, fattasi un poco più avanti e trovata la culla, in quello letto al quale ella era allato insieme con Adriano si coricò, credendosi col marito coricare ... E così stando, temendo Pinuccio non il sonno con la sua giovane il sopraprendesse, avendone quello piacer preso che egli disiderava, per tornar nel suo letto a dormire le si levò d'allato: e là venendone, trovando la culla, credette quello essere quel dell'oste; per che, fattosi un poco più avanti, insieme con l'oste si coricò, il quale per la venuta di Pinuccio si destò ... ” La donna, parendole avere udito il marito garrire e udendo Adriano, incontanente conobbe là dove stata era e con cui: per che, come savia, senza alcuna parola dire subitamente si levò, e presa la culla del suo figlioletto, come che punto lume nella camera non si vedesse, per avviso la portò allato al letto dove dormiva la figliuola e con lei si coricò; e quasi desta fosse per lo romor del marito, il chiamò e domandollo che parole egli avesse con Pinuccio; il marito rispose: “Non odi tu ciò ch'e' dice che ha fatto stanotte alla Niccolosa?” La donna disse: “Egli mente ben per la gola, ché con la Niccolosa non è egli giaciuto: ché io mi ci coricai io in quel punto che io non ho mai poscia potuto dormire; e tu se' una bestia che gli credi ...
Decameron (pagina 186)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il Saladino a un suo nigromante, la cui arte già espermentata aveva, impose che egli vedesse via come messer Torello sopra un letto in una notte fosse portato a Pavia; a cui il nigromante rispose che ciò saria fatto, ma che egli per ben di lui il facesse dormire ... ” Il Saladino disse che ciò senza fallo era fornito: e il seguente dì, attendendo di mandarlo via la vegnente notte, fece il Saladin fare in una gran sala un bellissimo e ricco letto di materassi tutti, secondo la loro usanza tutti di velluti e di drappi a oro, e fecevi por suso una coltre lavorata a certi compassi di perle grossissime e di carissime pietre preziose, la qual fu poi di qua stimata infinito tesoro, e due guanciali quali a così fatto letto si richiedeano; e questo fatto, comandò che a messer Torello, il quale era già forte, fosse messa indosso una roba alla guisa saracinesca, la più ricca e la più bella cosa che mai fosse stata veduta per alcuno, e in testa alla lor guisa una delle sue lunghissime bende ravolgere ... Per che il Saladino, teneramente abbracciatolo e basciatolo, con molte lagrime gli disse “Andate con Dio” e della camera s'uscì; e gli altri baroni appresso tutti da lui s'acommiatarono e col Saladino in quella sala ne vennero là dove egli aveva fatto il letto acconciare ... E così dormendo, fu portato per comandamento del Saladino in su il bel letto, sopra il quale esso una grande e bella corona pose di gran valore e sì la segnò, che apertamente fu poi compreso quella dal Saladino alla donna di messer Torello esser mandata ...
Decameron (pagina 187)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... spedisse; per che incontanente in presenzia del Saladino il letto con tutto messer Torello fu tolto via, e il Saladino co' suoi baroni di lui ragionando si rimase ... Era già nella chiesa di San Piero in Ciel d'oro di Pavia, sì come dimandato avea, stato posato messer Torello con tutti i sopradetti gioielli e ornamenti, e ancor si dormiva, quando sonato già il matutino il sagrestano nella chiesa entrò con un lume in mano, e occorsegli subitamente di vedere il ricco letto ... ” Accesi adunque più lumi, l'abate con tutti i suoi monaci nella chiesa entrati videro questo letto così maraviglioso e ricco e sopra quello il cavalier che dormiva; e mentre dubitosi e timidi, senza punto al letto accostarsi, le nobili gioie riguardavano, avvenne che, essendo la vertù del beveraggio consumata, che messer Torel destatosi gittò un gran sospiro ... ” Messer Torello, levatosi di'n su il ricco letto e fatta all'abate e a' monaci maravigliosa festa, ognun pregò che di questa sua tornata con alcun non parlasse infino a tanto che egli non avesse una sua bisogna fornita ...
Fermo e Lucia (pagina 115)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... abbiate giudizio, facciamo le cose qui fra noi da buoni amici; ditemi tosto il vostro nome, la patria, la professione, il negozio per cui siete venuto: in un momento è finita, e poi andate a letto e buona notte ... » «Dunque, andate a dormire,» disse l'oste, «che troverete un letto da galantuomo ... » L'oste si diede fretta di domandare quello che gli veniva, ajutò Fermo a cavare i danari dalla tasca, a noverarli, tolse il suo pagamento, e dato delle mani a Fermo per ajutarlo a salire sul letto, gli disse, «buona notte ... » Fermo si lasciò cadere sul letto, mormorò fra i denti: «buoni figliuoli», e cominciò a russare ...
I nuovi tartufi (pagina 12)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... —La Mezzana, dopo varie vicende di vita, prese a nolo un colosso nato a Como, che un bel giorno la lasciò strangolata nel letto, e con le spoglie della casa sì salvò con la cameriera in America ... La sera verso l'ora del De profundis il Presidente arriva affannato alla Parrocchia, e: "Presto, Don Geronimo, presto accorrete," diceva al Parroco da lontano;—"la poverina si muore; venga a confessarla, e porti seco la pisside e la borsa dell'olio santo…" Ma Don Geronimo, che pativa di gotte, sì era già posto a giacere; nonostante balzò subito seduto sopra il letto, e siccome in quel moto sentì certe trafitte che gli fecero vedere tre soli, pensò tra sè: "Oh benedetta! poteva morire qualche ora prima:"—e subito riprese:—"o piuttosto molte ore… ... anzi anni dopo;—ma…" aggiunse "l'uomo muore quando Dio lo chiama, e il sacerdote deve accorrere sempre allo esercizio del suo solenne ministero…" E volle gettarsi giù dal letto, ma non potè; e pian piano, aiutato dal servo e dal Presidente, si vestì, reprimendo i sospiri che il povero uomo offriva a Dio in isconto dei suoi peccati ... Il Presidente vide un foglio caduto accanto al letto; lo raccolse, e conobbe essere la lettera di Guglielmo, dono atrocissimo della insidia di sangue; lo bruciò, avvertendo che si consumasse intero; e quando fu ridotto bene in cenere nera, si volse al Parroco in suono di rimprovero e di dolore, ed esclamò: "Abbiamo fatto tardi!" E il Parroco chinò il capo umiliato ...
Il ponte del Paradiso (pagina 41)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Si era rizzata sulla vita, puntando una mano sul letto e con voce stridente gridava: — Si amano, hai detto? Egli ama dunque davvero quella donna? E non la dote? — Ma che dote! Ne abbiamo già discorso una volta, e speravo di averti disingannata su questo proposito ...  — A quelle strane parole Raimondo diede un balzo sulla poltrona ov'era andato a sedersi, presso il letto di sua moglie, fin dal principio del loro colloquio mattutino ... Avrebbe guardato, per contentare sua moglie, strana donna in verità, che di altrui debolezze non si sarebbe dovuta occupare; avrebbe guardato, e non letto ... Così trangugiato sino alla feccia il suo calice di amarezze, stringendo i fogli maledetti nel pugno, tremando tutto di vergogna e di collera, balbettando parole sconnesse, si volse e andò minaccioso verso il letto ...  — Ella si era precipitata dal letto, avvinghiandosi alle ginocchia di lui ...
L'amore che torna (pagina 59)
di Guido da Verona (estratti)

... Vuotò i cassetti, dispose le biancherie sul letto, gli abiti a mucchi su le poltrone, le scarpe da un lato, i libri, le cravatte, i profumi dall'altro, poi, mettendosi a ginocchi dinanzi al baule aperto: — Mi darai le cose ad una ad una, — disse; — io le riporrò ... Stava un po' china sul letto, intenta a ripiegare con somma cura un abito mio che rammento ancora, di un color cenere quasi celeste, a sottili trame, un abito che indossavo sovente perch'era il suo preferito ... E così dicendo, le stavo di fronte, la guardavo, immobile, dall'altra parte del letto ... » Con gli occhi un po' ebbri, che l'amore aveva resi esperti, mentre guardavo il suo corpo ed il suo grembo, vidi la camera dove si sarebbe data ad un altro, il letto, i suoi capelli disciolti ... Sedetti sul letto, fra gli abiti e le biancherie, nel sole ... » A un certo momento ella mi venne presso, per cercar qualcosa, lì, sul letto, fra le biancherie ...
L'amore che torna (pagina 65)
di Guido da Verona (estratti)

... La figlia di Lazzaro aveva messa nei vasi una profusione di fiori ed aveva preparato il gran letto nuziale nella camera dove mi sembrava ch'Elena camminasse ancora, facendo sul pavimento con le sue pianelle un rumore frettoloso e lieve ... Mi sentivo da tutte le cose circostanti piovere nell'anima una morte lenta, ed avrei voluto, in quel letto profondo, su quei cuscini che per me sapevano de' suoi capelli, addormentarmi nel sonno dal quale più non ci si desta, come colui che sia giunto alla meta ultima del suo pellegrinaggio ... Mi portarono a letto e vi giacqui per cinquanta giorni, arso da una febbre tenace, invincibile, che ogni tanto sostava, per riprendere di lì a breve con maggiore accanimento ...
L'amore che torna (pagina 82)
di Guido da Verona (estratti)

... Una gioia fanciullesca empì le anime nostre quando c'incontrammo, ed a noi parve di trovare le delizie insolite nelle cose più semplici, come ad esempio quella di mangiar abbastanza male ad una tavola rusticamente imbandita, e passeggiare sotto un sole di canicola cercando affannosamente la frescura dei boschi e il refrigerio delle fontane, andandoci poi a rinchiudere in una camera di locanda, ove c'era un immenso letto di noce rôso dai tarli, con sopra, sulla parete, il quadro della Vergine Addolorata, che aveva tutto il seno aperto per ostentare un cuore d'inverosimile grandezza, cinto d'un'aureola e trafitto da una spada ... C'era in quella camera l'odor indefinibile del disabitato, dell'antico, l'odore dei quadri che ingialliscono su vecchi muri, dei mobili che scricchiolano quando appena si cammina, delle tende che hanno lasciato il lor colore ai venti di molte primavere, e quel silenzio che fa pensare agli amori dei tempi andati, agli imeni celebratisi nelle braccia di quel letto possente, — pensiero che potrebbe forse dar noia se fosse cosa recente, ma sollecita ed esalta invece, come tutte le cose che vengono da lontano ... Poi avevamo portato grandi mazzi di fiori selvatici, côlti nella foresta; Edoarda, buttandoli sul letto, rideva di un riso fresco e giovine ... E domandò se volessimo un bel vaso per i nostri fiori, e se fossimo signori di Roma, e quando fossimo giunti, e se avesse da prepararci una buona cena per l'imbrunire; e parlava e parlava, con la sua vocina stridula come il gridìo delle cicale che là fuori strillavano, finchè Edoarda si buttò sul letto e finse d'aver sonno, perchè la vecchierella se n'andasse con Dio ... Oh, amori nella calda estate, mentre il sole avvampa l'arsa campagna e le cortine fan buia la camera, in un decrepito letto, con un'amante giovine! ... Un po' ebbra, scese dal letto e andò verso il canterano, a cercar qualcosa fra gli anelli e la catene che vi aveva deposti confusamente ...
L'arte di prender marito (pagina 4)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Ma quando alla mattina si alzò stanca, quasi esausta dalla lunga lotta, corse subito in camera dalla mamma, che era sempre a letto e gettandole le braccia al collo e piangendo le disse: —Vedi, mamma, quel giovanotto che abita di faccia a noi, mi ha gettato dalla finestra nella mia stanza questa lettera… ... Se non che Emma alle dieci andava a letto e il foglio criminoso passava dal roseo nido in un altro bianco niveo, ornato di trine e profumato di giovinezza, ch'era il letto di lei ... Tra lo strappo e la lettura passarono molti minuti, dolorosi e agitati come un'agonia; lunghi come secoli; ma il foglio fu letto e riletto alla luce tremula della candela con un tremito degli occhi, delle mani; e soprattutto del cuore della innocente fanciulla, che aveva così commesso il suo primo peccato ...
L'arte di prender marito (pagina 23)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Ah! se gli uomini conoscessero le donne e le donne conoscessero gli uomini prima di abbordare il santissimo sacramento del conjungo; quanti matrimonii di meno, ma anche quanti e quanti infelici di meno! * * * Io ho sempre raccapricciato davanti alla presunzione goffa e sfacciata, con cui uomini e donne si danno la mano per sempre, senza conoscersi a vicenda non solo; ma senza conoscere di che sia fatta la pasta umana, senza neppure conoscere l'abbici dei caratteri, senza aver letto la prima pagina del libro dell'anima ... Quanti e quante hanno letto Dante e Shakespeare, quanti e quante suonano del Beethowen e parlano in tre o quattro lingue, e non sanno che cosa sia il carattere; quali ne sieno le origini, quali le leve per muoverlo verso il bene, per affinarlo, per attonarlo ... E come gettano via i guanti sulla soglia e si levan le scarpe nella camera da letto per mettersi le babbuccia, così si levan la poesia, che li infastidisce e li secca ... Meno male che la sposa non aveva mai letto nè Jacopo Ortis nè il Werther ...
La trovatella di Milano (pagina 10)
di Carolina Invernizio (estratti)

... importa che tu venga poi a raggiungermi nella mia camera—aggiunse—io non ho bisogno di cosa alcuna: vattene a letto ... —L'ho mandata a letto: avete forse bisogno di lei?… —No, tutt'altro, anzi sono lieto della sua mancanza, perchè stanotte, spero far io le sue veci presso di voi ... —Posso darvene le prove che ebbi da mio padre—disse freddamente—e che tengo nel cassetto del mio scrittoio, nella camera da letto ... Si curvò su di lei e sollevatala violentemente fra le sue braccia, la depose sul letto ...
La vita comincia domani (pagina 7)
di Guido da Verona (estratti)

... Ella s'avvinghiò al suo collo, seminuda, sobbalzando sul letto, e mormorava con voce soffocata: — Ascolta ... taci! Ascoltava, protesa innanzi nello splendore del raggio lunare, che vestiva d'innocenza la sua lussuriosa nudità; teneva un braccio intorno al collo dell'amante, l'altro puntato su la sponda del letto, con le dita aggrappate nella coltre come bellissimi artigli, tra l'ansia del pericolo, atterrita ma pronta ... — Vedi, questa notte, quando ti ho chiamato, ed eravamo curvi, tu da un lato, io dall'altro del suo letto, soli, nel chiarore di quel lume così funereo, io, come in un lampo, involontariamente, ho pensato: Se ... Rabbrividita, ella si agitò nel letto e si ristrinse contro il tepore dell'amante ... Ma egli, senza un tremito, e quasi provando una gioia malvagia nel torturare sè e lei con queste parole, ricominciò: — Era veramente un incubo, e chinandomi sopra il suo cuore fioco, io, medico, io suo amico, sentivo solo dall'altro lato del letto il profumo che veniva dalla tua persona bella e viva, l'odore di te che mi sopraffaceva, quell'odore de' tuoi capelli un po' disfatti, che portavano ancora il segno del guanciale ...
La vita comincia domani (pagina 19)
di Guido da Verona (estratti)

... Il Paolieri s'appressò al letto; prese macchinalmente il polso del malato, gli toccò la fronte, gli rovesciò un labbro per guardargli le gengive ... VII Il malato si levò ancora dal letto e parve per alcun tempo godere di un benessere nuovo ... Che sarebbe stato di lei, di loro, se non avesse potuto più nascondere, prima della sua morte, quella vita inconfessabile? La sua morte? Ma chi le aveva mai detto ch'egli dovesse morire? Infatti, per una specie di graduale suggestione, s'era già quasi avvezza a questo pensiero come all'attesa d'un fatto inevitabile, d'un'ora imminente, e per vari giorni, senza volerlo, senza ben sapere cos'attendesse, era vissuta nell'aspettativa da un attimo all'altro di quel grido che la chiamerebbe lassù, nella camera semibuia, presso il letto dov'egli rimarrebbe disteso ... Soltanto a lunghe distanze di giorni, talvolta, nel cuore della notte, quando la casa era tutta spenta, ella scivolava giù dal letto per andare a lui, per temprare in quell'animo forte il suo stanco dolore ...
La vita comincia domani (pagina 29)
di Guido da Verona (estratti)

... S'avvicinò al letto per studiare in qual modo ve lo avrebbe disteso ... Perchè la deposizione gli riuscisse più facile, rimboccò la coltre fino a mezzo il letto, poi cautamente rifece il cammino, strisciando lungo il muro, trattenendo il respiro, vigile e pauroso come un ladro ... Allora, in quel punto, si ricordò che le sue scarpe scricchiolavano; e cavatele in fretta, cercò a tastoni presso il letto le pantofole di feltro ... Lei!» Allora la vide, che dormiva nel suo letto, immersa nelle sue trecce allentate, o forse che vegliava, sollevata sui guanciali, con il viso fra i palmi, a sua volta pensierosa di doversi uccidere ...
La vita comincia domani (pagina 30)
di Guido da Verona (estratti)

... » Gli sporse dentro i piedi, quindi passò con tutto il corpo; l'adagiò malamente sul letto e si volse rapido a rinchiuder l'uscio ... Doveva essere morto nel suo letto, senza urlo, solo ... — «Svèstilo» — «Sì, lo faccio, guarda: ora è facile!» Il morto era coricato in obliquo su la larghezza del letto; le gambe sovrapposte gli pendevano in fuori ... Ormai non gli rimaneva che da stenderlo sotto la coltre e comporre il letto come se naturalmente vi fosse morto ... Non rimaneva più nulla da fare, tranne che occuparsi del letto e del cadavere buttatovi sopra di traverso ... S'avvicinò al letto ... Diede una spiumacciata sui due cuscini, e, preso il cadavere per le caviglie, sollevò le gambe su la proda, indi sospinse tutto il corpo nel mezzo del letto e ...
La vita comincia domani (pagina 35)
di Guido da Verona (estratti)

... Non súbito videro il letto, ma il chiarore azzurro del fascio di luna che imbiancava la camera funeraria d'una chiarezza livida, piena d'irrealità ... Poi d'improvviso videro il letto, videro la faccia supina, che a loro sembrò — tanto la temevano — si fosse mossa e li avesse guardati ... Ma egli, lì, di fronte all'opera che aveva compiuta, riacquistava il suo coraggio; e s'avvicinò al letto trascinandola ... Il raggio di luna vestiva il cadavere dal piede alla fronte, poltrendo su l'ampiezza del letto come un fascio di bianca elettricità ... Ebbe voglia di sedersi a piè del letto e di vegliarlo, in attesa d'un fatto imprevedibile, o forse d'un suggerimento che salirebbe a lui, nello spirito, stando presso quel morto ...
La vita comincia domani (pagina 49)
di Guido da Verona (estratti)

... Era stanca, le dolevano le spalle, i ginocchi, le braccia, le tempie; non le riusciva d'addormentarsi, e quasi per scendere incontro al sonno, si adagiava nel letto più supina, cercava ne' propri capelli sciolti un più morbido guanciale ... Ma poichè non poteva trovar sonno in quella ingrata coltre, si levò a sedere sul letto e con le braccia ricinse le ginocchia sollevate ... Allora, in una sola evocazione, rivide le lunghe corsìe, le sale operatorie, le piccole stanze, linde, uguali, con un letto in ferro, anch'esso bianco, due seggiole, un armadietto, un tavolino ...
La vita comincia domani (pagina 82)
di Guido da Verona (estratti)

... Bianchissima, l'amante lo ascoltava, seduta sull'orlo del letto, un poco protesa verso di lui, con le mani aggrappate alle coltri, i polsi, le braccia, le spalle che parevano irrigidirsi ... — Dopo l'ho dovuto sollevare, portare nella sua camera, svestirlo, piegare gli abiti, comporlo naturalmente nel letto; poi sono venuto a chiamarti, là, nella tua stanza ... Ella rimase immobile, con gli occhi fissi, e rivide forse nella chiara camera funeraria il raggio lunare che vestiva il cadavere dal piede alla fronte, poltrendo su l'ampiezza del letto come un fascio di bianca elettricità ... Un lumino a olio bruciava tra il letto e la cuna spargendo per la camera un chiarore da presepio; ma la balia erasi levata e camminava in camicia, coi piedi scalzi, ninnando il pargolo su le sue braccia dai gomiti rotondi, e sempre cantilenava con una pazienza infinita: «Fai la ninna, fai la nanna ...
Marocco (pagina 16)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Ma come fargli capire la cosa? E se non ne avesse avuto coscienza? Decisi di aspettare fino a notte, quando andassimo a letto, e per tutta la strada non mi potei più liberare da quel pensiero molesto ... Decisi d’intavolare il discorso quando fossimo a letto ... —Animo—disse il capitano quando fummo tutti e quattro a letto ... —È una vera impertinenza!—diss’io balzando a sedere sul letto ...
Mastro don Gesualdo (pagina 24)
di Giovanni Verga (estratti)

... quando si mise a letto per non alzarsi più! E il medico non viene neppure, perché ha paura di non esser pagato ... Poscia le accennò colla mano di accostarsi al letto ... Parve migliorare realmente, di lì a qualche giorno: del buon brodo, un po' di vino vecchio che mandava la zia Sganci, l'aiutarono ad alzarsi da letto, ancora sconquassato, col fiato ai denti ... Don Diego si alzò da letto come si trovava, in camiciuola di flanella, col fazzoletto in testa, le gambe stecchite che gli tremavano a verga dentro le mutande logore; un ecceomo! Andava errando per la stanza, stralunato, facendo gesti e discorsi incoerenti, tossendo, tirando il fiato a stento, soffiandosi il naso, quasi suonasse una tromba ...
Mastro don Gesualdo (pagina 75)
di Giovanni Verga (estratti)

... Erano due stanzacce invecchiate con lui, nelle quali ogni sua abitudine aveva lasciato l'impronta: la macchia d'unto dietro la seggiola su cui appisolavasi dopo pranzo, i mattoni smossi in quel breve tratto fra l'uscio e la finestra, la parete scalcinata accanto al letto dove soleva accendere il lume ... Sul vecchio canapè addossato al muro, puntellandolo cogli stessi mattoni rotti, improvvisarono alla meglio un letto per don Gesualdo che non stava più in piedi, mentre il marchese continuava a brontolare: - Guardate cosa ci capita! Ne ho viste tante! Ma questa qui non me l'aspettavo ... Il letto è ancora tal quale ... Si buttò a giacere sul letto, e rimase solo al buio coi suoi malanni, soffocando i lamenti, mandando giù le amarezze che ogni ricordo gli faceva salire alla gola ...
Mastro don Gesualdo (pagina 76)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Gesualdo lasciò il letto sbuffando ... Gli schierò dinanzi al letto marito e figliuoli che giravano intorno sguardi cupidi, ripetendo: - Questo è il sangue vostro! Questi non vi tradiscono! - Lui, combattuto, stanco, avvilito, non ebbe neanche la forza di ribellarsi ... Lui, poveraccio, confinato in letto, si rodeva in silenzio; non osava ribellarsi al cognato e alla sorella; pensava ai suoi guai ... Il malato chiudeva gli occhi per sfuggire quel supplizio, e agitavasi nel letto come al sopraggiungere di un'altra colica ...
Mastro don Gesualdo (pagina 77)
di Giovanni Verga (estratti)

... Il figlio di Tavuso, Bomma, quanti barbassori c'erano in paese, tutti sfilarono dinanzi al letto di don Gesualdo ... Burgio, che non c'era avvezzo, correva a mostrare la lingua ai medici, come venivano pel cognato; Santo non usciva più nemmeno per andare all'osteria; e i nipoti, quando tornavano dai poderi, si pigliavano pei capelli: liti e quistioni fra di loro che facevano a chi più arraffa, degli strepiti che arrivavano fin nella camera dell'infermo, il quale tendeva l'orecchio, smanioso di sapere quello che facevano della sua roba, e anche lui si metteva a strillare dal letto: - Lasciatemi andare a Mangalavite ... - Che volete dire, vossignoria? - balbettò don Gesualdo, balzando a sedere sul letto, coi sudori freddi addosso ... - Morto siete, don minchione! A voi dico! Allora don Gesualdo volse un'occhiata lenta e tenace in giro, si soffiò il naso, e si lasciò andar giù sul letto supino ... Tormentato da un'ansietà nuova, con dei brividi che lo assalivano di tratto in tratto, dei sudori freddi, delle inquietudini che lo facevano rizzare all'improvviso sul letto coi capelli irti, guardando intorno nelle tenebre, vedendo sempre la faccia minacciosa di Bomma, tastandosi, soffocando i dolori, cercando d'illudersi ... Voleva che i medici forestieri che aspettava il giorno dopo gli trovassero miglior cera; contava le ore; gli pareva mill'anni che fossero lì dinanzi al suo letto ... Si tirò su svelto a sedere sul letto come uno che si senta proprio meglio ...
Mastro don Gesualdo (pagina 82)
di Giovanni Verga (estratti)

... Fece segno al genero di fermarsi; lo chiamò dinanzi al letto, a quattr'occhi, da solo a solo ... Isabella andò a buttarsi ginocchioni ai piedi del letto, col viso fra le materasse, singhiozzando e disperandosi ... Egli fece forza coi gomiti, e si rizzò a sedere sul letto ... Vedendola poi rassegnata ad ascoltare, seduta a capo chino accanto al letto, cominciò a sfogarsi dei tanti crepacuori che gli avevano dati, lei e suo marito, con tutti quei debiti ...
Mattinate napoletane (pagina 12)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... Malia, quando qualcuno dei giovanotti che frequentavano la baracca le avea regalato dei pasticcetti nell'intermezzo, entrando in casa si buttava sul letto tutta stracca, senza nemmanco spogliarsi ... —Povera piccina!—faceva—povera Chiarinella mia! Le portava un'arancia fresca, sedeva accosto al letto e si metteva a toglierne la buccia e la pellicola, dividendola a spicchi che la bambina succhiava avidamente, in silenzio ... Bisogna mettere appesa una calza a capo al letto ... —Io me ne vado—disse—debbo preparare il letto a questa qua! Uh!—esclamava, baciando la pupattola—quanto sei bella! vieni con mamma tua! Chiarinella rimase sola ... E trascinandosi sino al letto, con uno sforzo che dopo la fece piangere, attaccò al bastone della spalliera una piccola calza bucherellata ... Una delle rosee calze della ballerina pendeva accapo al suo letto ...
Mattinate napoletane (pagina 15)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... —Senti, caro mio, francamente io vorrei trovarmi qui, in questo tuo letto ... —E io vorrei essere qui, nel tuo letto ... Un malato, il numero 34, un vecchio colono da Melito, si levò a sedere sul letto e si sberrettò, con una grande reverenza, mormorando qualcosa ... Sei contento? —E tu non ti commovi? —Io! Cio'! vecio! Ne ho viste tante in mia vita! Io mi secco assai di dovermene stare qui inchiodato in questo letto, tra lamenti, spasimi, morti subitanee e morti lentissime, che non arrivano mai ... Io mi son messo a canticchiare: De Venezia lontan do mila mia no passa dì che no me vegna a mente el dolce nome de la patria mia, el linguagio e i costumi de la zente… E continuavo: Soto el ponte de Rialto fermaremo la barcheta, O Venezia benedeta, no te voglio più lassar… Avessi veduto com'ella rallentava il passo, per sentire! A un tratto eccotela che mi s'accosta al letto, con le lacrime agli occhi, con la faccia bianca bianca, stravolta, la bocca tremante—Lei non canti—m'ha detto con malo modo—qui non si canta ...
Piccolo mondo moderno (pagina 27)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Che gioia non sentire più in sè il bruto senz'amore, esser trasfigurato anche nella vita corporea! Sedette sul letto, rivisse i più deliziosi momenti di quella notte, dall'abbraccio muto sotto i carpini al bacio nella sala ... Piero seduto sul letto con la lettera in mano, la guardava trasognato, guardava il quadratino di carta e poi da capo la lettera, leggeva e rileggeva di speranze dei medici, di una messa che si sarebbe celebrata l'indomani mattina in Duomo ... IV Jeanne, partito Maironi, mandò il domestico a letto, suonò per la cameriera, mandò a letto anche costei, uscì sulla terrazza candida nel lume della luna rediviva, ritornò all'angolo d'ombra tra i fogliami tiepidi delle rose, si riadagiò sulla poltrona da riposo e sorrise a se stessa, beata ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 18)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... Andò a letto che la sera non era ancora calata ... Si commosse nella pietà di sè, fu presa d'inquietitudine, sentì che non poteva dormire, sgusciò dal letto e si fece a la finestra così com'era, avvolta nella lunga camicia da notte ... Dalla finestra di fianco al suo letto, Lucia stette a vedere le nuvole rosee che gettavano su 'l mare una luce fantastica, finchè, lentamente, il sole, sfolgorante, grandioso, ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 22)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... Si tirò a sedere su 'l letto a fatica ... «Wise!—esclamò in un sussulto—Wise! Il cane, con le zampone poggiate su lo scrimolo del letto, guaiva dimenando la coda ... Il medico, dai piedi del letto le sorrideva; suor Teresa l'obbligò a prendere alcune cucchiaiate di cordiale ... Nello stesso tempo il cane abbaiò staccandosi dal letto e balzando verso l'uscio Che cosa aveva Wise?… Ella lo seguì dello sguardo, e stette sorpresa, quasi spaurita, con gli occhi grandi aperti ... Un giovine signore alto, bruno, pallido, era apparso su l'uscio, si avanzava, le veniva vicino, di fianco al suo letto; con voce tremante la chiamava a nome, come nel sogno, il suo ridente sogno ...
Sodoma e Gomorra (pagina 15)
di Docteur Jaf (estratti)

... La marchesa aveva una sostenuta vigilanza, giacchè temeva che il re non l'abbandonasse completamente, a causa della sua schifosa infermità che aveva già costretto il reale amante a trascurare per un certo tempio il letto di lei ... Quale stravaganza in tatti di vedere questa donna uscir nuda dal letto, e farsi calzare una pantofola dal nunzio del Papa e l'altra dal grande elemosiniere, e che questi due prelati si stimavano ben compensati per tal vile e ridicolo impiego, gettando un colpo di occhio fuggitivo sui secreti incanti di una simile bellezza! Il re aveva parecchie volte parlato con piacere della principessa di Lamballe, la Dubarry se ne impensierì e fece parte delle sue preoccupazioni all'abate Ferray, che, da sincero amico, le consigliò di imitare la Pompadour, e di prestarsi, come questa defunta sultana, ai mutevoli gusti del monarca; di fargli qualche volta da ruffiana, di fornirgli qualche giovanetta che potesse per un certo tempo occupare il cuore del re ... In uno di questi scritti intitolato Memorie secrete di una donna pubblica, o avventure della Contessa Du Barry, dalla culla fino al letto di onore, sono narrate tutte le astuzie a cui ella ricorreva per consolarsi dell'esaurimento del re col duca d'Aiguillon ed in mancanza di questi col piccolo Zamore, col quale aveva messo in pratica tutte le teorie dell'Aretino ...
Storia di un'anima (pagina 72)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Quaresima! Quaresima!—continuava il nostro campanone, e quasi pareva che la sua voce, come un enorme calabronaccio, ronzasse in ogni casa, sotto ogni letto di dormiente, nella camera ove un dì era morto qualcuno ... Spensi il lume, e, arrovesciatomi sul letto, volli dormire ... * * * O gentile lettrice, ecco che la vostra cameriera entra nella stanza da letto, e, raccogliendo in una cesta imbottita la vostra gonna, il vostro busto, e le calze e le scarpine, vi domanda:—O-dov'è l'altro suo guanto a bracciale? —Era tanto sucido che devo averlo buttato per via stamattina,—così rispondete ...