Libri gente
Libri su gente, con la parola gente
Confessioni di un Italiano (pagina 179)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tuttavia l'autorità del Carafa nel cui nome si comandava, l'esempio di Trani saccheggiata ed incesa per la sua pervicacia nella ribellione, imponevano qualche riguardo alla gente, e il governo della Repubblica era tacitamente tollerato sopra tutta la costiera dell'Adriatico ... Siccome l'odio contro la nazione turchesca è tradizionale in quelle regioni, la gente ci spalleggiava a tutto potere ... Lasciammo buona parte della nostra gente a Bisceglie; e noi, insellati quanti cavalli si potevano trovare, corsimo a briglia sciolta sulla strada ... Intanto le strade e la piazza riboccavano di gente che correva alla chiesa per ringraziar la Madonna di quella vittoria ... Avendo noi lasciato ordine a Bisceglie che ci si desse premuroso annunzio d'ogni novità, e non vedendosi alcuno e volendo d'altra parte concedere qualche riposo alla nostra gente, che oltremodo ne bisognava, ci ritrassimo ad un'osteria per ivi posare fino all'alba ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 240)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Via, rispondi; non ti pare che fra i tuoi maestri, i tuoi amici, fra il dottor Ormenta, fra Augusto Cisterna, i suoi figliuoli e il resto della gente non corra alcun divario? Ma se la gente accusa, vitupera, perseguita le azioni di quelli, non è segno che almeno la coscienza pubblica è migliore della loro, e che v'è una vita possibile possibilissima, e se non felice e dignitosa in tutto, certo più degna di quella cui essi ti hanno invitato? ... Quanto poi a farmi soggezione delle ciarle della gente, non sono così sciocco ... Era umile ed affettuosa con sua madre, con me del pari serbava un contegno modesto e discreto, e quando si trovava in mezzo alla gente in nostra compagnia pareva addirittura una santoccia ... Tu che infatti la curi molto! Non ti trovi con noi in mezzo alla gente due volte l'anno, e vuoi insegnare a me che sto con essa da mattina a sera, che non l'abbandono mai né col pensiero né cogli occhi! ...
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La divina commedia (pagina 5)
di Dante Alighieri (estratti)
... là sovra Cariddi,
che si frange con quella in cui s'intoppa,
così convien che qui la gente riddi ... Qui vid'i' gente più ch'altrove troppa,
e d'una parte e d'altra, con grand'urli,
voltando pesi per forza di poppa ... E io, ch'avea lo cor quasi compunto,
dissi: "Maestro mio, or mi dimostra
che gente è questa, e se tutti fuor cherci
questi chercuti a la sinistra nostra" ... Or puoi, figliuol, veder la corta buffa
d'i ben che son commessi a la fortuna,
per che l'umana gente si rabbuffa;
ché tutto l'oro ch'è sotto la luna
e che già fu, di quest'anime stanche
non poterebbe farne posare una" ... Similemente a li splendor mondani
ordinò general ministra e duce
che permutasse a tempo li ben vani
di gente in gente e d'uno in altro sangue,
oltre la difension d'i senni umani;
per ch'una gente impera e l'altra langue,
seguendo lo giudicio di costei,
che è occulto come in erba l'angue ... Lo buon maestro disse: "Figlio, or vedi
l'anime di color cui vinse l'ira;
e anche vo' che tu per certo credi
che sotto l'acqua è gente che sospira,
e fanno pullular quest'acqua al summo,
come l'occhio ti dice, u' che s'aggira ... Io vidi più di mille in su le porte
da ciel piovuti, che stizzosamente
dicean: "Chi è costui che sanza morte
va per lo regno de la morta gente?" ...
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La divina commedia (pagina 8)
di Dante Alighieri (estratti)
... Io vidi gente sotto infino al ciglio;
e 'l gran centauro disse: "E' son tiranni
che dier nel sangue e ne l'aver di piglio ... Poco più oltre il centauro s'affisse
sovr'una gente che 'nfino a la gola
parea che di quel bulicame uscisse ... Poi vidi gente che di fuor del rio
tenean la testa e ancor tutto 'l casso;
e di costoro assai riconobb'io ... Cred'ïo ch'ei credette ch'io credesse
che tante voci uscisser, tra quei bronchi,
da gente che per noi si nascondesse ...
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La divina commedia (pagina 11)
di Dante Alighieri (estratti)
... siete, tal gente venisse ... "La gente nuova e i sùbiti guadagni
orgoglio e dismisura han generata,
Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni" ... "Se l'altre volte sì poco ti costa",
rispuoser tutti, "il satisfare altrui,
felice te se sì parli a tua posta!
Però, se campi d'esti luoghi bui
e torni a riveder le belle stelle,
quando ti gioverà dicere "I' fui",
fa che di noi a la gente favelle" ... Così ancor su per la strema testa
di quel settimo cerchio tutto solo
andai, dove sedea la gente mesta ...
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La divina commedia (pagina 12)
di Dante Alighieri (estratti)
... Nel fondo erano ignudi i peccatori;
dal mezzo in qua ci venien verso 'l volto,
di là con noi, ma con passi maggiori,
come i Roman per l'essercito molto,
l'anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,
che da l'un lato tutti hanno la fronte
verso 'l castello e vanno a Santo Pietro,
da l'altra sponda vanno verso 'l monte ... Quindi sentimmo gente che si nicchia
ne l'altra bolgia e che col muso scuffa,
e sé medesma con le palme picchia ... Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da li uman privadi parea mosso ...
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La divina commedia (pagina 19)
di Dante Alighieri (estratti)
... Tra l'isola di Cipri e di Maiolica
non vide mai sì gran fallo Nettuno,
non da pirate, non da gente argolica ... Oh quanto mi pareva sbigottito
con la lingua tagliata ne la strozza
Curïo, ch'a dir fu così ardito!
E un ch'avea l'una e l'altra man mozza,
levando i moncherin per l'aura fosca,
sì che 'l sangue facea la faccia sozza,
gridò: "Ricordera'ti anche del Mosca,
che disse, lasso!, "Capo ha cosa fatta",
che fu mal seme per la gente tosca" ... XXIX La molta gente e le diverse piaghe
avean le luci mie sì inebrïate,
che de lo stare a piangere eran vaghe ...
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La divina commedia (pagina 24)
di Dante Alighieri (estratti)
... Mostrata ho lui tutta la gente ria;
e ora intendo mostrar quelli spirti
che purgan sé sotto la tua balìa ... Noi eravam lunghesso mare ancora,
come gente che pensa a suo cammino,
che va col cuore e col corpo dimora ... Da tutte parti saettava il giorno
lo sol, ch'avea con le saette conte
di mezzo 'l ciel cacciato Capricorno,
quando la nova gente alzò la fronte
ver' noi, dicendo a noi: "Se voi sapete,
mostratene la via di gire al monte" ... E come a messagger che porta ulivo
tragge la gente per udir novelle,
e di calcar nessun si mostra schivo,
così al viso mio s'affisar quelle
anime fortunate tutte quante,
quasi oblïando d'ire a farsi belle ...
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La divina commedia (pagina 27)
di Dante Alighieri (estratti)
... VI Quando si parte il gioco de la zara,
colui che perde si riman dolente,
repetendo le volte, e tristo impara;
con l'altro se ne va tutta la gente;
qual va dinanzi, e qual di dietro il prende,
e qual dallato li si reca a mente;
el non s'arresta, e questo e quello intende;
a cui porge la man, più non fa pressa;
e così da la calca si difende ... Come libero fui da tutte quante
quell'ombre che pregar pur ch'altri prieghi,
sì che s'avacci lor divenir sante,
io cominciai: "El par che tu mi nieghi,
o luce mia, espresso in alcun testo
che decreto del cielo orazion pieghi;
e questa gente prega pur di questo:
sarebbe dunque loro speme vana,
o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?" ... Ahi gente che dovresti esser devota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
guarda come esta fiera è fatta fella
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella ... Vieni a veder la gente quanto s'ama!
e se nulla di noi pietà ti move,
a vergognar ti vien de la tua fama ...
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La divina commedia (pagina 32)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ma ficca li occhi per l'aere ben fiso,
e vedrai gente innanzi a noi sedersi,
e ciascuno è lungo la grotta assiso" ... Volsimi a loro e "O gente sicura",
incominciai, "di veder l'alto lume
che 'l disio vostro solo ha in sua cura,
se tosto grazia resolva le schiume
di vostra coscïenza sì che chiaro
per essa scenda de la mente il fiume,
ditemi, ché mi fia grazioso e caro,
s'anima è qui tra voi che sia latina;
e forse lei sarà buon s'i' l'apparo" ... Tu li vedrai tra quella gente vana
che spera in Talamone, e perderagli
più di speranza ch'a trovar la Diana;
ma più vi perderanno li ammiragli" ...
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La divina commedia (pagina 33)
di Dante Alighieri (estratti)
... Di mia semente cotal paglia mieto;
o gente umana, perché poni 'l core
là 'v'è mestier di consorte divieto?
Questi è Rinier; questi è 'l pregio e l'onore
de la casa da Calboli, ove nullo
fatto s'è reda poi del suo valore ... Ov'è 'l buon Lizio e Arrigo Mainardi?
Pier Traversaro e Guido di Carpigna?
Oh Romagnuoli tornati in bastardi!
Quando in Bologna un Fabbro si ralligna?
quando in Faenza un Bernardin di Fosco,
verga gentil di picciola gramigna?
Non ti maravigliar s'io piango, Tosco,
quando rimembro, con Guido da Prata,
Ugolin d'Azzo che vivette nosco,
Federigo Tignoso e sua brigata,
la casa Traversara e li Anastagi
(e l'una gente e l'altra è diretata),
le donne e ' cavalier, li affanni e li agi
che ne 'nvogliava amore e cortesia
là dove i cuor son fatti sì malvagi ... O Bretinoro, ché non fuggi via,
poi che gita se n'è la tua famiglia
e molta gente per non esser ria?
Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia;
e mal fa Castrocaro, e peggio Conio,
che di figliar tai conti più s'impiglia ... E quanta gente più là sù s'intende,
più v'è da bene amare, e più vi s'ama,
e come specchio l'uno a l'altro rende ...
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La divina commedia (pagina 35)
di Dante Alighieri (estratti)
... Or ti puote apparer quant'è nascosa
la veritate a la gente ch'avvera
ciascun amore in sé laudabil cosa;
però che forse appar la sua matera
sempre esser buona, ma non ciascun segno
è buono, ancor che buona sia la cera" ... Ma questa sonnolenza mi fu tolta
subitamente da gente che dopo
le nostre spalle a noi era già volta ... "O gente in cui fervore aguto adesso
ricompie forse negligenza e indugio
da voi per tepidezza in ben far messo,
questi che vive, e certo i' non vi bugio,
vuole andar sù, pur che 'l sol ne riluca;
però ne dite ond'è presso il pertugio" ...
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La divina commedia (pagina 36)
di Dante Alighieri (estratti)
... Di retro a tutti dicean: "Prima fue
morta la gente a cui il mar s'aperse,
che vedesse Iordan le rede sue ... Com'io nel quinto giro fui dischiuso,
vidi gente per esso che piangea,
giacendo a terra tutta volta in giuso ... Mossimi; e 'l duca mio si mosse per li
luoghi spediti pur lungo la roccia,
come si va per muro stretto a' merli;
ché la gente che fonde a goccia a goccia
per li occhi il mal che tutto 'l mondo occupa,
da l'altra parte in fuor troppo s'approccia ...
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La divina commedia (pagina 39)
di Dante Alighieri (estratti)
... Sì come i peregrin pensosi fanno,
giugnendo per cammin gente non nota,
che si volgono ad essa e non restanno,
così di retro a noi, più tosto mota,
venendo e trapassando ci ammirava
d'anime turba tacita e devota ... Io dicea fra me stesso pensando: "Ecco
la gente che perdé Ierusalemme,
quando Maria nel figlio diè di becco!"
Parean l'occhiaie anella sanza gemme:
chi nel viso de li uomini legge "omo"
ben avria quivi conosciuta l'emme ... Tutta esta gente che piangendo canta
per seguitar la gola oltra misura,
in fame e 'n sete qui si rifà santa ... Ma dimmi, se tu sai, dov'è Piccarda;
dimmi s'io veggio da notar persona
tra questa gente che sì mi riguarda" ... Come li augei che vernan lungo 'l Nilo,
alcuna volta in aere fanno schiera,
poi volan più a fretta e vanno in filo,
così tutta la gente che lì era,
volgendo 'l viso, raffrettò suo passo,
e per magrezza e per voler leggera ...
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La divina commedia (pagina 41)
di Dante Alighieri (estratti)
... Sì mi parlava un d'essi; e io mi fora
già manifesto, s'io non fossi atteso
ad altra novità ch'apparve allora;
ché per lo mezzo del cammino acceso
venne gente col viso incontro a questa,
la qual mi fece a rimirar sospeso ... Tosto che parton l'accoglienza amica,
prima che 'l primo passo lì trascorra,
sopragridar ciascuna s'affatica:
la nova gente: "Soddoma e Gomorra";
e l'altra: "Ne la vacca entra Pasife,
perché 'l torello a sua lussuria corra" ... Poi, come grue ch'a le montagne Rife
volasser parte, e parte inver' l'arene,
queste del gel, quelle del sole schife,
l'una gente sen va, l'altra sen vene;
e tornan, lagrimando, a' primi canti
e al gridar che più lor si convene;
e raccostansi a me, come davanti,
essi medesmi che m'avean pregato,
attenti ad ascoltar ne' lor sembianti ... Non altrimenti stupido si turba
lo montanaro, e rimirando ammuta,
quando rozzo e salvatico s'inurba,
che ciascun'ombra fece in sua paruta;
ma poi che furon di stupore scarche,
lo qual ne li alti cuor tosto s'attuta,
"Beato te, che de le nostre marche",
ricominciò colei che pria m'inchiese,
"per morir meglio, esperïenza imbarche!
La gente che non vien con noi, offese
di ciò per che già Cesar, trïunfando,
"Regina" contra sé chiamar s'intese:
però si parton "Soddoma" gridando,
rimproverando a sé com'hai udito,
e aiutan l'arsura vergognando ...
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La divina commedia (pagina 56)
di Dante Alighieri (estratti)
... veggion qui diritte e torte,
veloci e tarde, rinovando vista,
le minuzie d'i corpi, lunghe e corte,
moversi per lo raggio onde si lista
talvolta l'ombra che, per sua difesa,
la gente con ingegno e arte acquista ... Quivi fu' io da quella gente turpa
disviluppato dal mondo fallace,
lo cui amor molt'anime deturpa;
e venni dal martiro a questa pace" ... XVI O poca nostra nobiltà di sangue,
se glorïar di te la gente fai
qua giù dove l'affetto nostro langue,
mirabil cosa non mi sarà mai:
ché là dove appetito non si torce,
dico nel cielo, io me ne gloriai ...
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Fermo e Lucia (pagina 28)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Cessata ogni luce Don Abbondio lasciò la poveretta la quale già per sè non avrebbe più potuto proseguire, e pratico com'era del luogo, trovò tosto a tentone la porta della stanza vicina, v'entrò, vi si chiuse, e continuò a gridare: «tradimento! Perpetua! accorr'uomo! gente in casa! clandestino: tre anni di sospensione! una schioppettata! fuori di questa casa! fuori di questa casa! Perpetua! dov'è costei!» Nella stanza tutto era confusione: Fermo, inseguendo come poteva il curato, aveva trascinata con sè Lucia alla porta, e bussava gridando: «apra apra, non faccia schiamazzo: apra, o la vedremo»: Toni curvo a terra, girava le mani sul pavimento per trovare la sua quitanza, e Gervaso spiritato gridava, e andava cercando la porta della scala per porsi in salvo ... «Lorenzo!» gridò il curato, «accorrete, gente in casa! ajuto ... Intanto la gente traeva da tutte le parti alla chiesa: già i più lesti erano entrati nel campanile e avevano inteso da Lorenzo che la gente era in casa del curato ... » «Fuggiti, chi?» «Cattiva gente, cattiva gente, tornate a casa, non c'è più niente ...
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Fermo e Lucia (pagina 107)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... via gente dabbene, buoni figliuoli ... Andava egli ora spedito, or ritardato tra una folla di gente che procedeva verso il campo di battaglia, e di gente che tornava carica: guatava andando, e origliava per conoscere un po' più chiaramente lo stato delle cose ... Metteranno il pane a buon mercato, ma hanno proposto di attossicarlo per ammazzare la povera gente ... » «Finora va bene, ma se avremo giudizio, bisognerà far prima la festa a tutti i forni, e poi andare dai mercanti di vino: sono tutti birboni d'un pelo, d'accordo coi fornaj per far morire la povera gente di fame e di sete ... Le mura intaccate da sassi e da mattoni, le finestre sgangherate, diroccata la porta, quella casa pareva un gran teschio disotterrato; alle finestre, alla porta si vedeva gente affaccendata a compire l'opera della distruzione, a strappare il resto delle imposte: al di dentro erano altri che con asce spezzavano le gramole, i buratti, i cassoni, le panche, le madie, altri che prendevano a fasci i rottami, le corbe, le pale, i registri delle partite, i mobili, e portavano tutto al di fuori ...
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Fermo e Lucia (pagina 109)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Far fuoco sopra quella gente, parve a quelli che comandavano il drappello, che sarebbe stata cosa crudele, e piena di pericolo assai più grave di quello che si voleva far cessare: attraversare la prima calca, e giungere in ordine, e uniti al centro del tumulto, dove la rivolta era operosa; non era cosa possibile, il solo tentare di procedere avrebbe sparpagliati i soldati tra la moltitudine, e postili così separati a discrezione di quella, irritata ... «Una carrozza! uh! uh! chi è questo tiranno che ardisce venire ad insultare la povera gente? dalli! dalli! sassate, sassate!» «Zitti! zitti! è Ferrer! non vedete la livrea? è un galantuomo! amico della povera gente: eccolo! eccolo! ecco mette la testa allo sportello! è egli ... Sia benedetto Antonio Ferrer! degli spropositi molta gente ne fa, ma non sono molti coloro che adoperino il vantaggio che possono averne cavato, a fare un po' di bene o ad impedire un po' di male ... «Viva Ferrer! l'amico della povera gente! non abbia paura, ella è un galantuomo! Vogliamo pane!» «Sì, figliuoli, pane, pane! abbondanza!» rispondeva Ferrer, ponendo la destra sul cuore per dare la forza del giuramento alle sue parole ...
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Fermo e Lucia (pagina 131)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Non era gente da ammansarsi colla pieghevolezza, e colla sommessione, molto meno da contenersi coll'autorità ... – Oh che gente! –, sclamava – che gente! ognuno pensa a sè! non c'è carità! – Si faceva alla finestra, e chiamava quelli che passavano con una certa voce mezzo piagnolente, e mezzo rimbrottevole ... Oh che gente! – Bisogna dire che Don Abbondio fosse ben accecato dalla paura per parlare a quel modo ... – Oh povero me! oh che gente! – ripeteva egli ... Giunti presso al castello videro un gran movimento, gente che andava, gente che veniva, uomini in ...
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Fermo e Lucia (pagina 132)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Oh che gente! Oh che gente! – Del resto le cose erano quivi come Perpetua le aveva immaginate ... Al castello del Conte era rimasta unita una antica opinione di sicurezza e di potenza; e i nuovi costumi del signore ne avevano cancellata affatto l'idea di oppressione e di terrore; dimodochè la gente del contorno dalla banda del Milanese, vi accorreva come ad un asilo forte e pietoso nello stesso tempo ... In ogni caso la sua presenza è preziosa, Signor curato: ella potrà animare questa brava gente alla difesa della vita di tanti deboli, della pudicizia di tante donne che confidano in noi ...
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Fermo e Lucia (pagina 136)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Non consta veramente che giungesse all'eccesso di proibire le mascherate; ma faceva far visite incessanti, ma prescriveva sequestri, ma separava gente da gente, ma non rifiniva di tappezzare gli angoli delle vie di ordini minacciosi, malinconici, ma insomma voleva intrudere a forza quella idea di peste in tutto, amareggiava e teneva su la corda ogni galantuomo ... Uh! Uh! È quegli che mette la paura in corpo alla gente con quel suo cipiglio aggrondato, con quella sua barbaccia ...
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Fermo e Lucia (pagina 152)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Quando fu presso, vide nella via a mano diritta, per quella appunto ov'egli doveva entrare, una torma di gente guidata o cacciata al lazzeretto da un commissario, e da molti monatti ... Ma quel che vide fu una vecchia, dietro a lui forse a venti passi, la quale con un volto che esprimeva terrore, odio, impazienza e malizia, sbarrando la bocca come se volesse gridare, ma tenendo anche il respiro, sollevando due braccia scarne, allungando e ritirando due mani grinze e adunche, come s'ella traesse a sè qualche cosa, accennava manifestamente di voler chiamar gente in modo che un qualcheduno non ne fosse avvertito ... Ma nello scostarsi dalla porta vide che la fuga diveniva necessaria per lui: lo strillo della vecchia era stato inteso, e dalla parte verso la quale ella lo aveva mandato, usciva gente, e guardava dove fosse l'untore, gente, che forse a qual fosse più pietoso chiamar di soccorso non sarebbe uscita dalle tane dove si stava rimpiattata per paura; ma per graffiare e per prendere un untore era ...
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I nuovi tartufi (pagina 4)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... Vedeste mai come adesso formicolare nel mondo copia di falsari, di bari, di gente rotta ad ogni maniera di frode? E questo giova; giova che la massa delittuosa non diminuisca nel mondo; giova che venga modificata, e le passioni feroci si convertano in vili: temi il violento, non prendere sospetto del ladro; promuovi le passioni che uccidono col corpo lo spirito; perseguita le altre che danno energia, e i tempi spirano favorevoli allo assunto ... —Nei governi creati dal consenso generale i cittadini possono procedere armati universalmente, e forse anche qui non senza pericolo, perchè il popolo armato di rado si mostra modesto, e troppo spesso facile a lasciarsi in balía dei moti scomposti dell'animo; per la quale cosa vedemmo nascere con frequenza turbamento e subuglio; ma da voi concedansi le armi a pochi, la più parte uomini nuovi, mercanti, e gente usa ai traffici; giovi ancora chiamare alcuni pochissimi dei grandi, e della minutaglia ... Per questo modo possederete milizia fedelissima e gratuita; ciò vi porgerà mezzo di licenziare tutta o nella massima parte la milizia stanziale con vantaggi inestimabili: in primo luogo, renderete di molte braccia all'agricoltura, convertirete gente pagata in pagante, moltiplicherete i prodotti nostrali, e salderete con meno metallo il bilancio coll'estero, mantenendo lo Stato copioso di danaro, precipuo argomento di pace universale ...
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Il benefattore (pagina 13)
di Luigi Capuana (estratti)
... Avrebbe ripreso la sua corsa pel mondo, finchè i danari gli fossero bastati, finchè non si fosse annoiato di errare, ignoto tra gente ignota… E poi?… E poi avrebbe continuato a vivere come prima, sarebbe invecchiato, inutile agli altri e a sè stesso ... Spetta a noi cautelarci, guardarci!… E prima? Il mondo esiste da secoli… La gente, una volta, campava duecento, quattrocento anni ... Oh, meglio quando egli non sapeva nulla! E la chiamavano scienza questa che, invece di guarire la gente, la faceva morire di paura! Mangiando un boccone, bevendo un dito di vino, o di acqua bollita e ribollita, insipida da far nausea, il poveretto si domandava spesso: —Ci sono? Non ci sono? E il minimo dolorino di pancia, la minima accapacciatura lo tenevano in ambascia mortale ... Eppure vedeva che la gente se n'infischiava della scienza e dei microbi; mangiava a crepapelle, si ubbriacava, faceva ...
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Il fiore (pagina 4)
di Dante Alighieri (estratti)
... Tu sì à' cominciato a biasimarmi Perch' i' l'Amor ti volea far fuggire, Che fa le genti vivendo morire: E tu 'l saprai ancor se no·lo spalmi! Sed i' difendo a ciaschedun l'ebrezza, Non vo' che 'l ber per ciò nessun disami, Se non se quello che la gente blezza ... Chéd i' so la lezion tratutta a mente Pe·ripètall'a gente cu' piacesse, Ma già per me nonn–è savia nïente: Ché fermo son, se morir ne dovesse, D'amar il fior, e 'l me' cor vi s'asente, O 'n altro danno ch'avenir potesse» ... Di te e del tuo gli sie largo offerente E faccia di te come di su' fante: Così vo' che lo 'nganni, quel truante Che si diletta in dir mal d'ogne gente ...
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Il fiore (pagina 9)
di Dante Alighieri (estratti)
... «I' non, chéd e' sarà pover e tristo Colù' che viverà di lealtate: Sì ch'io non vo' per me quelle ghignate, Ma, come ched i' possa, i' pur acquisto, Ché da nessun nonn–è volontier visto Colui che man terrà di povertate, Anzi l'alunga ciascuno ed incaccia; Già no·lli fia sì amico né parente Ched egli il vegga volontieri in faccia: Sì ch'i' vogli'anzi ch'on mi sia ubidente, Come ched io a Cristo ne dispiaccia, Ched esser in servaggio della gente ... Agnol pietoso par quand' uon l'à visto, Di fora sì fa dolze portatura; Ma egli è dentro lupo per natura, Che divora la gente Gesocristo ... CXXVII
Lo Dio d'Amor e Falsembiante «Dì, Falsembiante, per gran cortesia, Po' ch'i' t'ò ritenuto di mia gente, E òtti fatto don sì bell' e gente Che·ttu se' re della baratteria, Afideròmmi in te, o è follia? Fa che·ttu me ne facci conoscente: Chéd i' sarei doman troppo dolente, Se·ttu pensassi a farmi villania» ...
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Il servitore di due padroni
di Carlo Goldoni (estratti)
... Non posso io gloriarmi di essere sì cautamente vissuto, che la vita mia elogi meritar possa, i miei difetti, le mie debolezze, le passioni mie mal corrette, sono da me medesimo rimproverate, e sentirei volentieri anche in oggi, che delle passate follie un Uomo saggio mi riprendesse, ma che perfida gente, d'enormi vizi ripiena, gente, di cui farebbe orrore il rammentarne i costumi, gente avvezza a viver e di menzogna, di maldicenza, d'inganno, intraprenda a parlar di me, e di screditarmi procuri, cosa dolorosissima mi riuscirebbe, se non mi confortasse la sicurezza, che svelando i nomi loro soltanto, caderebbono sopra di essi le ingiurie, e le maldicenze ...
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L'amore che torna (pagina 62)
di Guido da Verona (estratti)
... Gente passò, impiegati gridarono; per tutta la lunghezza del treno si udiva uno sbattere di sportelli ... Mi sorprese il linguaggio che la gente parlava, mi sorpresero i lor gesti e l'aspetto delle contrade note ... Le strade formicolavano di gente chiassosa, inoperosa ...
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L'amore che torna (pagina 85)
di Guido da Verona (estratti)
... Vi sarà certo un grandissimo andirivieni di gente ... C'era troppa gente; le persone di casa parevano impazzite ... — Dunque dicevi che v'era molta gente? — Moltissima: ne arrivava ogni momento ...
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La vita comincia domani (pagina 55)
di Guido da Verona (estratti)
... La gente dapprima se n'era impaurita; ma ormai lo lasciavan entrare liberamente per le lor case, e, stupefatti della sua straordinaria vitalità, nessuno cercava nemmeno di schiacciargli il capo sotto il piede, come si usa fare con le vipere ... » Una curiosità malsana cominciò ad agitare quella calma popolazione; tutto il giorno v'era gente che si aggirava nei pressi del cimitero, discorrendo a bassa voce; taluni andavano a visitare la tomba recente, quasi per interrogarla sopra il suo mistero; di notte i lumi si spegnevano più tardi che per il consueto e certi orribili sogni scendevano a turbare la fantasia di que' semplici lavoratori ... Qualche indizio lo aveva pur sorpreso; certe vaghe ombre nelle fisionomie della gente, certi mormorii, qua e là, per i cascinali, non gli eran del tutto sfuggiti ...
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Marocco
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Mentre dal bastimento cominciavo a vedere distintamente le case bianche di Tangeri, una signora spagnuola gridò dietro di me con voce spaventata:—Che cosa vuole quella gente?—Guardai dove accennava, e vidi, dietro le barche che s’avvicinavano per raccogliere i passeggieri, una folla d’arabi cenciosi, seminudi, ritti nell’acqua fino a mezza coscia, i quali s’accennavano l’uno all’altro il bastimento con gesti da spiritati, come una banda di briganti che dicessero:—Ecco la preda ... Quella gente non pare punto preoccupata delle sue faccende, nè del luogo dove si trova, nè di quello che accade intorno ad essa ... Appena entrato nella folla, mi ferì un odore particolare, che non avevo mai sentito in mezzo alla gente in Europa; non so di che, ma punto gradevole, e nondimeno cominciai ad aspirarlo con una viva curiosità, come se mi dovesse spiegare qualche cosa ... Mi passavano accanto faccie bianche, nere, giallastre, bronzine; teste ornate di lunghissime ciocche di capelli e cranii rapati e lucidi come palle metalliche; uomini secchi come mummie; vecchi d’una vecchiezza orrenda; donne col viso e tutta la persona ravvolta in un mucchio informe di cenci; bimbi con lunghe trecce; visi di sultani, di selvaggi, di negromanti, d’anacoreti, di banditi, di gente oppressa da una tristezza immensa o da una noia mortale; pochi o nessuno sorridente; gli uni dietro gli altri silenziosi e lenti come una processione di spettri per il viale d’un camposanto ...
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Marocco (pagina 8)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tra la molta gente che ronzava intorno alla porta della Legazione v’era un moro elegante, che fin dal primo giorno m’aveva dato nell’occhio; uno dei più bei giovani che io abbia visto nel Marocco; alto e snello, con due occhi neri e melanconici, e un sorriso dolcissimo; una figura da sultano innamorato, che Danas, lo spirito maligno delle Mille e una notte, avrebbe potuto mettere accanto alla principessa Badura, in vece del principe Camaralzaman, sicuro che non si sarebbe lamentata del cambio ... La prima cosa che ci colpì fu una gran confusione di gente, una luce strana, una pompa meravigliosa di colori ... Ci vennero incontro il padrone di casa, il figliuolo e i parenti coronati di gran turbanti bianchi; dietro di loro, c’erano i servi incappucciati; più in là, negli angoli oscuri, dietro gli spigoli delle porte, faccie attonite di donne e di bambini; e malgrado tanta gente, un silenzio profondo ... Capii sul momento come una gente che mangiava a quel modo dovesse credere in un altro Dio e pigliare in un altro senso la vita umana ...
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Marocco (pagina 32)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Che gente sono?—domandai a un interprete ... Le faccie poi!—È assurdo,—diceva il comandante, facendo la caricatura di don Abbondio,—è assurdo il supporre che questa gente possa fare il sacrifizio di non ucciderci!—Ognuna di quelle faccie raccontava una storia di sangue ... A traverso il fumo e il polverìo, rotto dai lampi delle fucilate, vedevamo per quei vastissimi campi, in lontananza, tende, cavalli, cammelli, armenti, gruppi di aloé, colonne di fumo, frotte di gente rivolta verso di noi, immobile, in atteggiamento di stupore ... La gente depredata, invece di sciupare il tempo in ricerche e in ricorsi, ricupera l’aver suo pagando una somma convenuta al capo dei ladri ... Passano, afferrano e dispaiono, senza dar tempo alla gente di riconoscerli ...
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Marocco (pagina 64)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Va, vieni, corri; carri di qui, carrette di là; un rumore che stordisce, gli ubbriachi che barcollano, i signori che si abbottonano il soprabito per paura dei borsaiuoli; a ogni passo una guardia che guarda intorno come se a ogni passo ci fosse un ladro; i bambini e i vecchi che ogni momento corron rischio d’essere schiacciati dalle carrozze dei ricchi; le donne sfrontate, e persino bambine, orrore! che lanciano occhiate provocanti, urtano i giovani col gomito e fanno mille smancerie; tutti col sigaro in bocca; da ogni parte gente che entra nelle botteghe a mangiucchiare, a ber liquori, a farsi lisciare i capelli, a specchiarsi, a inguantarsi; e i zerbinotti piantati davanti ai caffè che dicono delle parole nell’orecchio alle donne degli altri che passano; e che maniera ridicola di salutare e di camminare in punta di piedi, dondolandosi, saltellando; e poi, Dio buono, che curiosità di femminuccie!—E toccando questo tasto pigliò la stizza e disse che un giorno, in una piccola città d’Italia, essendo uscito vestito da moro, si radunò in un momento una gran folla, e tutti gli correvano dietro e davanti gridando e ridendo, e quasi non lo lasciavano camminare, tanto ch’egli dovette ritornare alla locanda e cangiar vestito ... Dalla parte opposta della piazza, vicino al ponte, v’era un gruppo di mori, d’arabi, di neri, uomini e donne, gente di città e gente di campagna, signori e pezzenti, tutti stretti in un gruppo, che aspettavano, mi fu detto, d’esser chiamati ad uno ad uno dinanzi al Sultano, a cui dovevano chieder favori o giustizia; poichè il Sultano dà udienza tre volte la settimana a chiunque faccia domanda di parlargli ... Parte di quella povera gente era forse venuta da città o da terre lontane a lagnarsi delle angherie dei governatori o a domandar grazia per i loro parenti sepolti in un carcere ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 7)
di Giovanni Verga (estratti)
... Dico bene, vossignoria? III La signora Sganci aveva la casa piena di gente, venuta per vedere la processione del Santo patrono: c'erano dei lumi persino nella scala; i cinque balconi che mandavano fuoco e fiamma sulla piazza nera di popolo; don Giuseppe Barabba, in gran livrea e coi guanti di cotone, che annunziava le visite ... La signora Sganci, sorpresa in quel bel modo dinanzi a tanta gente, non seppe frenarsi ... La Cirmena riprese subito, guardando don Gesualdo: - Che caldo, eh? Si soffoca! C'è troppa gente questa volta ... Quanta gente! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 46)
di Giovanni Verga (estratti)
... per chiudere la bocca alla gente ... Ma Gesualdo, il quale aveva già la casa piena di gente, e sapeva che non gli avrebbe mai fatto chinare il capo se aveva detto di no, se ne andò colle spalle e il cuore grossi ... Bianca tutta adornata sotto il baldacchino del lettone, pallida che sembrava di cera, sbalordita da tutta quella ressa, non sapeva che rispondere, guardava la gente, stralunata, cercava di abbozzare qualche sorriso, balbettando ... La gente cattiva ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 47)
di Giovanni Verga (estratti)
... Essa, udendo che tornava gente, gli domandò infine apertamente: - Ditemi la verità ... - Hai visto, eh, che gente? che parenti affezionati? Ma tuo marito non se lo mettono in tasca, no ... Alla finestra dei Margarone, laggiù in fondo, al di sopra dei tetti, c'era pure dell'altra gente che faceva capolino ogni momento ... - Ci sarà gente di là, credo; ma io non ne so nulla ... Si parlò del battesimo e della gente che c'era stata ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 53)
di Giovanni Verga (estratti)
... Non temete! Così la gente non potrà dire che avete abbandonato vostro padre in mezzo al colèra! ... Pei dirupi, ogni grotta, le capannuccie nascoste nel folto dei fichidindia, erano popolate di povera gente scappata dal paese per timore del colèra ... E subito spedivano gente ad informarsi se c'erano stati casi di colèra ... La sera poi si riposava, seduto in mezzo alla sua gente, sullo scalino della gradinata che saliva al viale, dinanzi al cancello, in maniche di camicia, godendosi il fresco e la libertà della campagna, ascoltando i lamenti interminabili e i discorsi sconclusionati dei suoi mezzaiuoli ... Se ne sfogava spesso con Bianca la sera, quando chiudeva usci e finestre e si vedeva al sicuro: - Salviamo tanta gente dal colèra ... Abbiamo tanta gente sotto le ali, e soltanto il sangue nostro è disperso di qua e di là ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 68)
di Giovanni Verga (estratti)
... II Adesso tutto andava a rotta di collo per don Gesualdo; la casa in disordine; la gente di campagna, lontano dagli occhi del padrone, faceva quel che voleva; le stesse serve scappavano ad una ad una, temendo il contagio della tisi; persino Mena, l'ultima che era rimasta pel bisogno, quando parlarono di farle lavare i panni dell'ammalata che la lavandaia rifiutavasi di portare al fiume, temendo di perdere le altre pratiche, disse chiaro il fatto suo: - Don Gesualdo, scusate tanto, ma la mia pelle vale quanto la vostra che siete ricco ... Siamo povera gente ... Come s'affezionasse anche alla roba, in quel punto; come si risvegliasse in lei un rancore antico, una gelosia del marito che volevano rubarle, quella cattiva gente venuta apposta a chiuderle gli occhi, a impadronirsi di tutto il suo ... Diceva che mandavano via la gente per non fargliela vedere ... - Oppure gli rinfacciava di averle messo fra i piedi quell'altra gente ... Diodata badava a quel che c'era da fare, e lui correva in piazza a spassarsela, a confabulare cogli amici, a dir che ci voleva questo e si doveva far quell'altro, a difendere la causa della povera gente nella quistione di spartirsi i feudi del comune, ciascuno il suo pezzetto, come voleva Dio, e quanti figliuoli ogni galantuomo aveva sulle spalle, tante porzioni! Egli conosceva anche per filo e per segno tutti i maneggi dei pezzi grossi che cercavano appropriarsi le terre ... Già i tempi erano sospetti, e la gente s'era affrettata a casa prima che suonasse l'avemaria ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 71)
di Giovanni Verga (estratti)
... C'era il canonico Lupi, che portava il ritratto di Pio Nono, il baronello Rubiera, giallo come un morto, sventolando il fazzoletto, tant'altra gente, tutti gridando: - Viva! ... Il marchese assolutamente voleva sapere cosa cercasse quella gente, laggiù: - Eh? che cosa? - Vogliono la vostra roba! - esclamò infine il barone Zacco fuori dei gangheri ... Al notaro poi scrisse per chiedere se la defunta, buon'anima, avesse lasciati beni stradotali - Si seppe poi da don Emanuele Fiorio, l'impiegato della posta, il quale scovava i fatti di tutto il paese, giacché il notaro non rispose neppure, e solo con qualche intimo, brontolone come s'era fatto coll'età, andava dicendo: - Mi pare che il signor duca sia ridotto a cercare la luna nel pozzo, mi pare! La povera morta se n'era andata alla sepoltura in fretta, fra quattro ceri, nel subbuglio della gente ammutinata che voleva questo, e voleva quell'altro, stando in piazza dalla mattina alla sera, a bociare colle mani in tasca e la bocca aperta, aspettando la manna che doveva piovere dal campanile imbandierato ... Ciolla ch'era diventato un pezzo grosso alfine, con una penna nera nel cappello e un camiciotto di velluto che sembrava un bambino a quell'età, passeggiava su e giù per la piazza, guardando di qua e di là come a dire alla gente: - Ehi! badate a voi adesso! - Don Luca, portando la croce dinanzi alla bara, ammiccava gentilmente, per farsi strada fra la folla, e sorrideva ai conoscenti, come udiva lungo la via tutti quei gloria che recitava la gente alle spalle di mastro-don Gesualdo ... Dicevano che non capiva più niente, uno stupido, l'ombra di mastro-don Gesualdo, un cadavere addirittura, che stava ancora in piedi per difendere i suoi interessi, ma la mano di Dio arriva, tosto o tardi! Intanto i villani e gli affamati che stavano in piazza dalla mattina alla sera, a bocca aperta, aspettando la manna che non veniva, si scaldavano il capo a vicenda, discorrendo delle soperchierie patite, delle invernate di stenti, mentre c'era della gente che aveva i magazzini pieni di roba, dei campi e delle vigne! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 72)
di Giovanni Verga (estratti)
... Gli avvelenavano il sangue tutti i discorsi che sentiva fare alla gente ... Don Luca il sagrestano, il quale gli s'era ficcato in casa, quasi fosse già l'ora di portargli l'olio santo, pretendeva che don Gesualdo dovesse aprire i magazzini alla povera gente, se voleva salvare l'anima e il corpo ... Mastro Titta, quand'era venuto a cavargli il sangue, gli cantò il resto, colla lancetta in aria: - Vedete? Se non mettono giudizio, certuni, va a finir male, stavolta! La gente non ne può più! Sono quarant'anni che levo pelo e cavo sangue, e sono ancora quello di prima, io! Don Gesualdo, malato, giallo, colla bocca sempre amara, aveva perso il sonno e l'appetito; gli erano venuti dei crampi allo stomaco che gli mettevano come tanti cani arrabbiati dentro ... E la gente diceva pure che doveva averci il suo interesse a fargli l'amico, qualche disegno in testa ... Ma infine è meglio chiudere la bocca alla gente! ... Dicevasi che in casa sua ci fosse un arsenale; che la sera ricevesse Canali, il marchese Limòli, dell'altra gente ancora, per congiurare, e un bel mattino si sarebbero trovate le forche in piazza, e appesi tutti coloro che avevano fatto la rivoluzione ...
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Novelle rusticane (pagina 3)
di Giovanni Verga (estratti)
... La volontà di Dio non vogliono farla più, ecco cos'è! Cos'è il re Compare Cosimo il lettighiere aveva governato le sue mule, allungate un po' le cavezze per la notte, steso un po' di strame sotto i piedi della baia, la quale era sdrucciolata due volte sui ciottoli umidi delle viottole di Grammichele, dal gran piovere che aveva fatto, e poi era andato a mettersi sulla porta dello stallatico, colle mani in tasca, a sbadigliare in faccia alla gente che era venuta per vedere il Re, e c'era tal via vai quella volta per le strade di Caltagirone che pareva la festa di San Giacomo; però stava coll'orecchio teso, e non perdeva d'occhio le sue bestie, le quali si rosicavano l'orzo adagio adagio, perché non glielo rubassero ... Lo stallatico era pieno di soldati di cavalleria, con tanto di speroni ai piedi, che non se li levavano neppure per buttarsi a dormire sulle panchette, e a tutti i chiodi dei pilastri erano appese sciabole e pistole che al povero zio Cosimo pareva gli dovessero tagliare la testa con quelle, se per disgrazia una mula avesse a scivolare sui ciottoli umidi della viottola mentre portava il Re; e giusto era venuta tanta acqua dal cielo in quei giorni che la gente doveva avere addosso la rabbia di vedere il Re per mettersi in viaggio sino a Caltagirone con quel tempaccio ... Ancora era buio come a mezzanotte, ma la gente andava e veniva per le strade quasi fosse la notte di Natale, e i trecconi accanto al fuoco, coi lampioncini di carta dinanzi, battevano i coltellacci sulle panchette per vendere il torrone ... Ah, come doveva godersi la festa tutta quella gente che comprava il torrone, e si strascinava stanca e sonnacchiosa per le vie ad aspettare il Re, e come vedeva passare la lettiga colle sonagliere e le nappine di lana, spalancava gli occhi, e invidiava compare Cosimo, il quale avrebbe visto il Re sul mostaccio, mentre sino allora nessuno aveva potuto avere quella sorte, da quarantott'ore che la folla stava nelle strade notte e giorno, coll'acqua che veniva giù come Dio la mandava ... Dietro la cavalleria si rovesciò un'altra ondata di gente, e poi la banda, e poi ancora dei galantuomini, e delle signore col cappellino, e il naso rosso dal freddo; e accorrevano persino i trecconi, colle panchette in testa, a piantar bottega per cercar di vendere un altro po' di torrone; tanto che nella gran piazza non ci sarebbe entrato più uno spillo, e le mule non avrebbero nemmeno potuto scacciarsi le mosche, se non fosse stata la cavalleria a far fare largo, e per giunta la cavalleria portava un nugolo di mosche cavalline, di quelle che fanno imbizzarrire le mule di una lettiga, talché compare Cosimo si raccomandava a Dio e alle anime del Purgatorio ad ognuna che ne acchiappava sotto la pancia delle sue bestie ... Finalmente si udì raddoppiare lo scampanìo, quasi le campane fossero impazzate, e i mortaletti che sparavano al Re, e arrivò correndo un'altra fiumana di gente, e si vide spuntare la carrozza del Re, la quale in mezzo la folla pareva galleggiasse sulle teste ...
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Novelle rusticane (pagina 28)
di Giovanni Verga (estratti)
... aveva tante volte ascoltato le storie che egli le narrava, che stormivate al loro passaggio, e avete visto passare tanta gente, e sorgere e tramontare il sole tante volte laggiù! Addio! Anch'essa è lontana ... Della gente si abbracciava e si diceva addio; degli sposi partivano sorridenti; una mamma, povera vecchierella del contado, si strascinava lagrimosa dietro il suo ragazzo, robusto giovanotto in uniforme da bersagliere, col sacco in spalla, che cercava l'uscita di porta in porta ... Di tanto in tanto un casolare che fumava, della gente raccolta dinanzi a un uscio ... Allora gli tornava in mente il nome di quei due sconosciuti che avevano scritto la storia delle loro umili gioie sul muro di una casa davanti alla quale tanta gente passava ... Addio, povera gente ignota che sgranavate gli occhi al veder passare i due felici ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 11)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Ah, don Giuseppe, quanto sono cresciuti dopo un anno che sto in mezzo, come sindaco, alla parte attiva e politicante di un partito il quale diffida già di me perchè indovina qualche cosa del mio interno! Non Le dico tutte le meschinità, tutte le piccole ambizioni, tutti i piccoli rancori che fermentano intorno a me! Non immagini, sa, che io ammiri gli altri, quelli che mi trovo a fronte più spesso nel Consiglio comunale, gente pronta sempre a bravate contro persone che non schiaffeggiano nè si battono, gente prodiga di frasi sentimentali e avara di quattrini, gente che ha paura dell'acqua santa quando vive e del diavolo quando muore, sempre a cavallo su Roma e la monarchia liberale, di cui giurerei che almeno a tre su quattro di loro non importa niente! Non li ammiro, ma quelli non si fanno avanti nel nome di Dio! Di essi non mi curo ... Ecco invece il mio pensiero terribile: come mai è quest'altra gente gretta, questa gente piccina, questa gente maligna, questa gente sciocca che possiede, proprio lei sola, la verità, il segreto di tutto l'Essere, il segreto dell'anima umana, il segreto della nostra sorte futura? Per un pezzo mi sono rifugiato nelle ragioni di credere che avevo nel mio proprio cervello, nel mio proprio cuore; adesso non mi sento più sicuro neppure lì ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 25)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... " "Con Lei?" "Sì, con Lei! Non vede che c'è gente?" Uscivano allora dalla viuzza stretta fra due muri sullo scoperto dorso ascendente alle maggiori alture, dove, a pochi passi da loro, lungo il parapetto che corona il ciglio del piazzale verso la città, camminava una frotta di giovani conversando e ridendo ... Alcune signorine, ferocemente democratiche, parlavano della nobiltà e anche della borghesia mescolata ai nobili, come di gente inferiore intellettualmente e moralmente, destinata a finire di logorarsi nell'ozio e nei piaceri, a scomparire nella rovina economica che li minacciava quasi tutti e di cui si vedevano in giro molti segni mal coperti di stemmi, di corone, di livree ... Ciascuno del gruppo aveva a raccontare grettezze segrete di gente fastosa, debiti vergognosi, segrete strettezze di gente che non sapeva rinunciare a costose apparenze, miserie intellettuali della classe alta, ignoranze crasse, apatìe cretine, bigottismo, ateismo pratico senza base razionale; miserie morali, accidie, burbanze con gl'inferiori, durezze avare, amori senz'amore ...
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Ricordi di Parigi (pagina 4)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Che largo e sano respiro! E come è sempre bella questa grande strada azzurra che fugge, riflettendo i colori allegri delle sue mille case galleggianti, fra le due alte rive coronate di colossi di pietra! Davanti e dietro di noi i ponti lunghissimi confondono i loro archi d'ogni forma, e le strisce nere della folla che brulica dietro ai loro parapetti; sotto, i battelli stipati di teste s'inseguono; frotte di gente scendono continuamente dalle gradinate delle rive e fanno ressa agli scali; e la voce confusa della moltitudine si mesce ai canti delle mille donne affollate nei lavatoi, al suono dei corni e delle campanelle, allo strepito delle carrozze dei quais, al lamento del fiume e al mormorio degli alberi delle due rive, agitati da un'arietta vivace che fa sentire la freschezza della campagna e del mare ... Allora tutta la vita gaia di Parigi si riversa là da tutte le strade vicine, dalle gallerie, dalle piazze; arrivano e si scaricano i cento omnibus del Trocadero; le carrozze e la folla a piedi che viene dagli scali della Senna; flutti di gente che attraversa la strada di corsa arrischiando le ossa, s'accalca sui marciapiedi, assalta i chioschi da cui si spandono miriadi di giornali, si disputa le sedie davanti ai caffè e rigurgita all'imboccatura delle strade ... La gente comincia a serrarsi, in doppia fila, alle porte dei teatri ... Non è più un andirivieni di gente; è un ribollimento, un rimescolìo febbrile, come se sotto la strada divampasse una fornace immensa ...
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Ricordi di Parigi (pagina 12)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Lo spettacolo più bello è quello che presenta la gente ... I Giapponesi,—vestiti all'europea,—chiaccherano rano e giocano, seduti intorno ai loro tavolini, allegri, forse con un po' d'ostentazione, per darsi l'aria di gente che si sente benissimo al suo posto nel cuore della civiltà occidentale; e infatti hanno già preso tanto l'aria di casa, che quasi nessuno li guarda ... Oltre a questo c'è una moltitudine immobile e muta di gente d'ogni paese, che produce una strana illusione ... Nella Via delle nazioni, all'ombra delle capannette di paglia, molta gente fa colezione sulle ginocchia come per viaggio, e i bimbi vanno a prender acqua alle fontane del Giappone e dell'Italia; altri sgranocchiano pane e prosciutto camminando; delle coppie coniugali dormono saporitamente sui sedili in mezzo alla folla; e altre coppie, che hanno portato i loro amori all'Esposizione, si servono di due capannine avvicinate per farsi qualche carezza di contrabbando ...
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