Libri femina

Libri su femina, con la parola femina

Corbaccio (pagina 10)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La qual cosa nel nostro primo padre ottimamente dimostrò Colui, il quale poco davanti l'avea creato, mettendogli tutti gli altri animali dinanzi e faccendogli nomare e alla sua signoria sopponendoli; il simigliante appresso faccendo di quella una e sola femina ch'era al mondo; la cui gola e la cui disubidienzia e le cui persuasioni furono di tutte le nostre miserie cagione e origine ... La qual cosa come possente e quanto valido argomento sia a dimostrare quanto la nobiltà dell'uomo ecceda quella della femina e d'ogni altro animale assai leggiermente a chi ha sentimento puote apparere ... E non solamente da questo si può o dee pigliare che solamente ad alcuni eccellenti uomini così ampio privilegio di nobiltà sia conceduto; anche s'intenderà essere ancora de' più menomi, per rispetto alle femine e agli altri animali; per che ottimamente si comprenderà il più vile e 'l più minimo uomo del mondo, il quale del bene dello 'ntelletto privato non sia, prevalere a quella femina, in quanto femina, che temporalmente è tenuta più che niun'altra eccellente ... Come non ti conosci tu? Come così t'avvilisci? Come t'hai tu così poco caro che tu ad una femina iniqua, insensatamente di lei credendo quello che mai non le piacque, ti vada a sottomettere? Io non me ne posso in tuo servigio racconsolare; e, quanto più vi penso, più ne divengo turbato ...
Decameron (pagina 24)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per che alla buona femina parve di dovergli la sua cassa rendere, la qual salvata gli avea, e di dirgli che omai procacciasse sua ventura; e così fece ... Costui, che di cassa non si ricordava, pur la prese, presentandogliele la buona femina, avvisando quella non potere sì poco valere, che alcun dì non gli facesse le spese; e trovandola molto leggiera assai mancò della sua speranza ... Nondimeno, non essendo la buona femina in casa, la sconficcò per vedere che dentro vi fosse: e trovò in quella molte preziose pietre e legate e sciolte, delle quali egli alquanto s'intendea: le quali veggendo e di gran valor conoscendole, lodando Idio che ancora abbandonare non l'aveva voluto, tutto si riconfortò ... Ma sì come colui che in piccol tempo fieramente era stato balestrato dalla fortuna due volte, dubitando della terza, pensò convenirgli molta cautela avere a voler quelle cose poter conducere a casa sua: per che in alcuni stracci, come meglio poté, ravoltele, disse alla buona femina che più di cassa non aveva bisogno, ma che, se le piacesse, un sacco gli donasse e avessesi quella ... La buona femina il fece volentieri; e costui, rendutele quelle grazie le quali poteva maggiori del beneficio da lei ricevuto, recatosi suo sacco in collo, da lei si partì; e montato sopra una barca passò a Brandizio, e di quindi, marina marina, si condusse infino a Trani, dove trovati de' suoi cittadini, li quali eran drappieri, quasi per l'amor di Dio fu da lor rivestito, avendo esso già loro tutti li suoi accidenti narrati fuori che della cassa; e oltre a questo prestatogli cavallo e datagli compagnia, infino a Ravello, dove del tutto diceva di voler tornare, il rimandarono ... E trovato modo di spacciar le sue pietre, infino a Gurfo mandò una buona quantità di denari, per merito del servigio ricevuto alla buona femina che di mare l'avea tratto, e il simigliante fece a Trani a coloro che rivestito l'aveano; e il rimanente, senza più voler mercatare, si ritenne, e onorevolemente visse infino alla fine ...
Decameron (pagina 57)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma pure stamane, anzi che io qui venissi, io trovai con la donna mia in casa una femina a stretto consiglio, la quale io credetti incontanente che fosse ciò che ella era, per che io chiamai la donna mia e la dimandai quello che colei dimandasse ... E acciò che voi non credeste queste esser parole e favole, ma il poteste, quando voglia ve ne venisse, apertamente e vedere e toccare, io feci fare alla donna mia a colei che l'aspettava questa risposta, che ella era presta d'esser domane in su la nona, quando la gente dorme, a questo bagno; di che la femina contentissima si parti da lei ... La mattina seguente Ricciardo se n'andò a una buona femina che quel bagno che egli aveva a Catella detto teneva, e le disse ciò che egli intendeva di fare e pregolla che in ciò fosse favorevole quanto potesse ... La buona femina, che molto gli era tenuta, disse di farlo volentieri e con lui ordinò quello che a fare o a dire avesse ... Questa, secondo l'amaestramento di Ricciardo, acconciò la buona femina e fecevi entro un letto, secondo che poté il migliore, nel quale Ricciardo, come desinato ebbe, si mise e cominciò a aspettar Catella ... Ma che più? Venuta la nona, Catella prese sua compagnia e senza mutare altramente consiglio se n'andò a quel bagno il quale Ricciardo l'aveva insegnato; e quivi trovata la buona femina la domandò se Filippello stato vi fosse quel dì ... A cui la buona femina ammaestrata da Ricciardo disse: “Sete voi quella donna che gli dovete venire a ...
Decameron (pagina 93)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La giovane, udendo la favella latina, dubitò non forse altro vento l'avesse a Lipari ritornata; e subitamente levatasi in piè riguardò a torno e, non conoscendo le contrade e veggendosi in terra, domandò la buona femina dove ella fosse ... A cui la buona femina rispose: “Figliuola mia, tu se' vicina a Susa in Barberia ... La buona femina, questo vedendo, ne le prese pietà e tanto la pregò, che in una sua capannetta la menò, e quivi tanto la lusingò, che ella le disse come quivi arrivata fosse; per che, sentendola la buona femina essere ancor digiuna, suo pan duro e alcun pesce e acqua l'apparecchiò e tanto la pregò, che ella mangiò un poco ... La Gostanza appresso domandò chi fosse la buona femina che così latin parlava; a cui ella disse che da Trapani era e aveva nome Carapresa e quivi serviva certi pescatori cristiani ... La giovane, udendo dire ‘Carapresa’, quantunque dolente fosse molto e non sappiendo ella stessa che ragione a ciò la si movesse, in se stessa prese buono agurio d'aver questo nome udito e cominciò a sperar senza saper che e alquanto a cessare il disiderio della morte: e, senza manifestar chi si fosse né donde, priegò caramente la buona femina che per l'amor di Dio avesse misericordia della sua giovanezza e che alcun consiglio le desse per lo quale ella potesse fuggire che villania fatta non le fosse ... Carapresa, udendo costei, a guisa di buona femina, lei nella capannetta lasciata, prestamente raccolte le sue reti a lei ritornò, e tutta nel suo mantello stesso chiusala in Susa con seco la menò; e quivi pervenuta le disse: “Gostanza, io ti menerò in casa d'una bonissima donna saracina, alla quale io fo molto spesso servigio di sue bisogne, e ella è donna antica e misericordiosa; io le ti raccomanderò quanto io potrò il più e certissima sono che ella ti riceverà volentieri e come figliuola ti tratterà, e tu, con lei stando, t'ingegnerai a tuo potere servendola d'acquistare la grazia sua insino a tanto che Idio ti mandi miglior ventura”; e come ella disse così fece ...
Decameron (pagina 127)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... bastone tutto rotto e dettami la maggior villania che mai si dicesse a niuna cattiva femina: e per certo io mi maravigliava forte di lui che egli con animo di far cosa che mi fosse vergogna t'avesse quelle parole dette; ma per ciò che così lieta e festante ti vede, ti volle provare ... – 8 Un diviene geloso della moglie, e ella, legandosi uno spago al dito la notte, sente il suo amante venire a lei; il marito se n'accorge, e mentre seguita l'amante la donna mette in luogo di sé nel letto un'altra femina, la quale il marito batte e tagliale le trecce, e poi va per li fratelli di lei; li quali, trovando ciò non esser vero, gli dicono villania ... Essendo tra Arriguccio e Ruberto la zuffa, i vicini della contrada sentendola e levatisi cominciarono loro a dir male, e Arriguccio, per tema di non esser conosciuto, senza aver potuto sapere chi il giovane si fosse o d'alcuna cosa offenderlo, adirato e di mal talento, lasciatolo stare, se ne tornò verso la casa sua; e pervenuto nella camera adiratamente cominciò a dire: “Ove se' tu, rea femina? Tu hai spento il lume perché io non ti truovi, ma tu l'hai fallita!” E andatosene al letto, credendosi la moglie pigliare, prese la fante, e quanto egli poté menare le mani e' piedi tante pugna e tanti calci le diede, tanto che tutto il viso l'amaccò; e ultimamente le tagliò i capegli, sempre dicendole la maggior villania che mai a cattiva femina si dicesse ... La fante piagneva forte, come colei che aveva di che; e ancora che ella alcuna volta dicesse “Oimè! mercé per Dio!”, o “Non più!”, era sì la voce dal pianto rotta e Arriguccio impedito dal suo furore, che discerner non poteva più quella esser d'un'altra femina che della moglie ... Battutala adunque di santa ragione e tagliatile i capelli, come dicemmo, disse: “Malvagia femina, io non intendo di toccarti altramenti, ma io andrò per li tuoi fratelli e dirò loro le tue buone opere, e appresso che essi vengan per te e faccianne quello che essi credono che loro onor fia e menintene: ché per certo in questa casa non starai tu mai più ...
Decameron (pagina 128)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Pervenuti adunque a casa d'Arriguccio e entrati dentro, cominciarono a salir le scale; li quali monna Sismonda sentendo venir disse: “Chi è là?” Alla quale l'un de' fratelli rispose: “Tu il saprai bene, rea femina, chi è ... La donna, rivolta a Arriguccio, disse: “Oimè, marito mio, che è quel ch'i' odo? Perché fai tu tener me rea femina con tua gran vergogna, dove io non sono, e te malvagio uomo e crudele di quello che tu non se'? E quando fostù questa notte più in questa casa, non che con meco? o quando mi battesti? Io per me non me ne ricordo ... ” Arriguccio cominciò a dire: “Come, rea femina, non ci andammo noi a letto insieme? non ci tornai io, avendo corso dietro all'amante tuo? non ti diedi io dimolte busse e taglia'ti i capelli?” La donna rispose: “In questa casa non ti coricasti tu iersera ... Questo valente uomo, al qual voi nella mia mala ora per moglie mi deste, che si chiama mercatante e che vuole esser creduto e che dovrebbe esser più temperato che uno religioso e più onesto che una donzella, son poche sere che egli non si vada inebbriando per le taverne e or con questa cattiva femina e or con quella rimescolando; e a me si fa infino a mezzanotte e talora infino a matutino aspettare nella maniera che mi trovaste ...
Decameron (pagina 174)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E a una femina che a lei da parte di lui spesse volte veniva, disse indi così: “Buona femina, tu m'hai molte volte affermato che messere Ansaldo sopra tutte le cose m'ama e maravigliosi doni m'hai da sua parte proferti; li quali voglio che si rimangano a lui, per ciò che per quegli mai a amar lui né a compiacergli mi recherei ... ” Disse la buona femina: “Che è quello, madonna, che voi disiderate ch'el faccia?” Rispose la donna: “Quello che io disidero è questo: io voglio, del mese di gennaio che viene, appresso di questa terra un giardino pieno di verdi erbe, di fiori e di fronzuti albori, non altrimenti fatto che se di maggio fosse; il quale dove egli non faccia, né te né altri mi mandi mai più, per ciò che, se più mi stimolasse, come io infino a qui del tutto al mio marito e a' miei parenti tenuto ho nascoso, così, dolendomene loro, di levarlomi da dosso m'ingegnerei ... La donna, veduti i fiori e' frutti e già da molti del maraviglioso giardino avendo udito dire, s'incominciò a pentere della sua promessa, ma con tutto il pentimento, sì come vaga di veder cose nuove, con molte altre donne della città andò il giardino a vedere; e non senza maraviglia commendatolo assai, più che altra femina dolente a casa se ne tornò a quel pensando a che per quello era obligata ...
Il fiore (pagina 12)
di Dante Alighieri (estratti)

... CLVII La Vecchia «Donar di femina si è gran follia, Sed e' non s'è un poco a genti atrare Là dov'ella si creda su' pro fare, E che 'l su' don radoppiato le sia ... Agli uomini lasciàn far la larghezza, Ché Natura la ci à, pezz' è, vietata: Dunque a femina farla si è sempiezza; Avegna che ciascun' è sì afetata Che volontier di lei fanno stranezza, Sed e' non s'è alcuna disperata ... CLXI La Vecchia «A gran pena può femina venire A buon capo di questa gente rea ... La femina dé aver amici molti, E di ciascun sì dé prender su' agio, E far sì ch'uon gli tenga per istolti; E far lor vender la torre e 'l palagio, O casa o casolari o vero i colti, Sì che ciascun ci viva a gran misagio ... Così si dé la femina civire Sed ella avesse in sé nulla ragione: Contra ciascuno rizzar dé il pennone Per fargli nella sua rete fedire; Chéd ella non sa quale riman preso, Insin ch'ella no·gli à tarpata l'ala, Sì dé tener tuttor l'aiuol su' teso, E prendergli a' gheroni e a la sala; Ma se sapesse, o ch'ell'avesse inteso, Ch'e' fosse pover, gittil per la scala ... CLXVIII La Vecchia «E s'ella ne prendesse gran funata, Di que' che ciaschedun la vuol brocciare, Sì si dé ben la femina avisare D'assegnar a ciascun la sua giornata: Chéd ella rimarria troppo 'ngannata Se·ll'un l'altro vi potesse trovare, Ch'almen le converrebbe pur fallare Alla gioia che ciascun l'avria recata ...