Libri fare
Libri su fare, con la parola fare
Confessioni di un Italiano (pagina 3)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Allora vollero tentare modi più persuasivi; si cominciò a proibirgli di bazzicare in sacristia, e di cantar vespri nel naso, come udiva fare ai coristi della parrocchia ... Costui fu chiamato una bella mattina con imponente solennità dinanzi a suo padre; il quale per quanto ostentasse l'autorevole cipiglio del signore assoluto aveva in fondo il fare vacillante e contrito d'un generale che capitola ... — Ora non resta nulla a che fare ... — Che pregare! Fare, fare bisogna! — gridò il vecchio Conte ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 56)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La Clara non poté fare a meno di seguirlo fino sulla soglia, indi perdutolo di vista, tornò a sedere in cucina, ma non presso al foco perché il caldo era grande e aveva asciutte le vesti più del bisogno ... — E cosa penseresti di fare, piccino? — Capperi! cosa penso di fare! ... Dopo lasci fare a me, che passerà l'acqua senza bagnarsi, purché abbia l'avvertenza di imitarmi e di star ben in bilico sulla tavola ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 105)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Il signor Giulio Del Ponte — soggiunse ella — e il signor Raimondo di Venchieredo non mi fanno adesso né caldo né freddo; peraltro sono anch'essi gente come gli altri, e non mi ci trovo più di fare spettacolo pubblicamente de' miei sentimenti ... Cominciò a far il patito il geloso e ti confesso che, in onta a tutto, mi faceva anche compassione; ma cosa doveva fare? seguitare ad ingannarlo e a menarlo di palo in frasca? ... E da ciò provenne che lo rifiutai, benché, ti giuro, egli mi piacesse, e sentissi di fare un gran sacrifizio! ... Questa è amicizia, mi pare! cosa doveva fare di più? — Oh diavolo! — soggiunsi io — Giulio non mi ha detto nulla di ciò! — Come, tu gli hai parlato a Giulio? — sclamò la Pisana ... — Cosa dunque mi consiglieresti di fare? — Eh! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 106)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Un briciolo di cuore, qualche po' di studio e di ponderazione aiutata da un discreto buon senso mi dettavano sentenze tali che la firma del Conte era onorata di potervi fare in calce la sua comparsa ... Ed egli me le decretava con un certo fare autorevole e moderato, come chi ha facoltà di darle e di negarle; e poi non convien tacere che le glorie del discepolo riverberavano in volto al maestro ... Il Conte del resto era felicissimo di risparmiar il salario del Cancelliere; e non parlava né di farmi fare gli esami né di mettermi in posto regolarmente ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 113)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Or dunque vedesse lui quali concessioni fosse disposto a fare perché il popolo mio cliente s'avvantaggiasse della libertà nuovamente acquistata ... — Se lei per libertà intende il libero arbitrio dei tre Inquisitori di Stato son pronto a darle ragione; essi possono fare alto e basso come loro aggrada ... Mi hanno capito, signori? Altrimenti io ricorro al popolo e lascio fare a lui ... Avanti il signor Avogadore! Commosso da tanta bontà io m'inchinai e corsi poi dentro per fare che si aprisse ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 150)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Figurati se lascerò fare il letto a te! ... È faccenda che s'appartiene alle donne per diritto; anzi io voglio fare anche il tuo, e domattina, giacché c'è qui la caffettiera — (ve n'avea una per ogni canto nella stanza di mio padre) — voglio portarti il caffè ... Essa ci comanda di non fare perché così vuole chi può tutto, chi vede tutto, chi punisce e premia le azioni degli uomini secondo il loro intimo valore ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 178)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Pareva come, che, costituiti in repubblica da Milano a Napoli, volessero o fosse intendimento d'alcuni di dare il ben servito ai Francesi, e fare da sé ... Ufficiali piemontesi e letterati di Milano hanno l'eguale sussiego, l'ugual fare di padronanza: acquaioli di Caserta e dottori bolognesi gareggiano nell'eloquenza, briganti calabresi e bersaglieri d'Aosta nel valore, lazzaroni napoletani e pescatori chiozzotti nella pazienza e nella superstizione ... Avevamo a che fare con popolazioni ignoranti e selvatiche; con baroni duri e ringhiosi peggio che robespierrini se repubblicani, e armati della più maledetta ipocrisia se partitanti di Ruffo; con curati incolti e credenzoni che mi ricordavano con qualche aggiunta peggiorativa il cappellano di Fratta; con nemici astuti e per nulla schifiltosi nella scelta dei ...
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Corbaccio (pagina 6)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma non pote' per ciò non che spegnere ma pure un poco il concetto fuoco diminuire; e avvisai che ciò che scritto m'avea niun'altra cosa volesse dire per ancora se non darmi ardire a più avanti scrivere e speranza di più particulare risposta che quella; e amaestramento e regola in quelle cose fare che per quella poteva comprendere che le piacessono ... Delle quali come ch'io fornito non mi sentissi, per ciò che né senno né prodeza né gentileza c'era (alla cortesia, quantunque il buono animo ci fosse, non ci avea di che farla), nondimeno, secondo la mia possibilità, a dovere fare ogni cosa, per la quale io la sua grazia meritassi, mi dispuosi del tutto ... Per ciò che, secondo che a me pare avere compreso, uno, il quale, non perch'e' sia ma perché li pare essere, i suoi vicini chiamano il secondo Ansalone, è da lei amato, al quale essa, per più farlisi cara, ha le mie lettere palesate e con lui insieme, a guisa d'uno beccone, schernito; senza che, colui, di me faccendo una favola, già con alcuno per lo modo che più gli è piaciuto n'ha parlato; senza che, esso, come io son qui, per più largo spazio avere di favellare, fu colui che la risposta alla mia lettera, della quale davanti ti dissi, mi fece fare; e oltre a questo, secondo che i miei occhi medesimi m'hanno fatto vedere, m'ha ella, sogghignando, a più altre mostrato, come io aviso, dicendo: “Vedi tu quello scioccone? Egli è mio vago: vedi se io mi posso tenere beata!” ... E, cominciando da quello che promesso abbiamo, dico che assai cagioni possono me e ogni altro giustamente muovere a doverti riprendere; ma, acciò che tutte non si vadano ricercando, per fare il ragionamento minore, due solamente m'agrada toccarne: l'una è la tua età, la seconda sono gli tuoi studii; delle quali ciascuna per sé, e amendue insieme, ti dovevano render cauto e guardingo dagli amorosi lacciuoli; e primieramente la tua età: la quale, se le tempie già bianche e la canuta barba non mi ingannano, tu dovresti avere li costumi del mondo, fuor delle fascie già sono degli anni quaranta, e già venticinque cominciatili a conoscere ...
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Corbaccio (pagina 12)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per la qual cosa costei estimando che l'avere bene le gote gonfiate e vermiglie, e grosse e sospinte in fuori le natiche (avendo forse udito che queste sommamente piacciono in Alessandria, e perciò fossono grandissima parte di belleza in una donna), in niuna cosa studiava tanto quanto in fare che queste due cose in lei fossono vedute pienamente: nel quale studio queste cose pervenieno alle spese di me, che talor digiunava per risparmiare ... Non so io se ella per li molti digiuni fatti per la salute mia se l'ha smenomate dopo la mia morte: così te l'avess'ella in sul viso e io ti dovessi fare carta di ciò che tu vedessi, com'io nol credo – ... La qual cosa acciò ch'avenisse, appresso la cura del ben mangiare e del ben bere e del vestire, sommamente a distillare, a fare unzioni e trovar sangue di diversi animali et erbe e simili cose s'intendeva: e, senza che la casa mia era piena di fornelli e di lambecchi e di pentolini e d'ampolle e d'alberelli e di bossoli, io non avea in Firenze speziale alcuno vicino, né in contado alcuno ortolano, che infaccendato non fosse, quali a fare ariento solimato, a purgar verderame, a far mille lavature, e quali ad andare cavando e cercando radici salvatiche et erbe mai più non udite ricordare, se non a lei; e senza che, insino a' fornaciai a cuocere guscia d'uova, gromma di vino, marzacotto, e altre mille cose nuove n'erano impacciati ... Erano sommo suo desiderio e recreazione grandissima certe feminette, delle quali per la nostra città sono assai, che fanno gli scorticatoi alle femine, e pelando le ciglia e le fronti e col vetro sottigliando le gote e del collo assottigliando la buccia e certi peluzi levandone; né era mai che due o tre non se ne fossono con lei a stretto consiglio trovate, come che altri trattati spesse volte tenessono; sì come quelle che, oltre a quella loro arte sotto titolo della quale baldanzose l'altrui case vicitassero e le donne, sono ottime sensali a fare che messer Maza rientri in Vallebruna, donde dopo molte lagrime era stato cacciato fuori ...
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Corbaccio (pagina 16)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma di gran lunga è di lungi la tua estimazione dalla verità; e, come che molti ti potessero al mio dire vera testimonianza rendere, sì come esperti, a me, che forse più lungamente, non potendo altro fare, esperienzia n'ebbi, voglio che tu senza testimonio il creda ... Che ti dirò adunque più avanti del borgo di Malpertugio, posto tra due rilevati monti, del quale alcuna volta, quando con tuoni grandissimi e quando senza, non altrimenti che di Mongibello, spira un fummo sulfureo sì fetido e sì spiacevole che tutta la contrada atorno apuzola? Io non so che dirmiti, se non che, quando io vicino v'abitai (ché vi stetti più che voluto non arei), assai volte, da così fatto fiato offeso, mi credetti altra morte fare che di cristiano ... Questa perversa femina ogni giorno più multiplicando nel fare delle cose, male a lei convenienti d'oprare e a me di sostenere, né in ciò le mie riprensioni alcuna cosa vagliendo, non sappiendo al comportarle più pigliare alcuno utile consiglio, in sì fatto dolore e afflizione, nel cuore nascosa, mi misero che il sangue intorno a quello, più che il convenevole da focoso cruccio riscaldato, impostemì; e, come nascosto era il dolore, così essendo nascosa la 'nfermità, non prima si parve che il corotto sangue, occupato subitamente il cuore, me quasi del mondo in uno stante rapì ... Ma tuttavia, sì come colei, che ha di malizia abondanzia, prima avendo delle mie cose occultamente assai transfugate e di quelli danari, che io alla sua guardia follemente avea commessi e che a' miei figliuoli rimanere doveano (non avendo io davanti assai pienamente li miei fatti e l'ultima mia intenzione ordinata, né avendo spazio di bene ordinarla per lo sùbito sopravenuto caso), quella parte presane che le piacque, con altissimo romore fuori mandò le finte lagrime: il che meglio che altra femina ella sa fare; e, in molto pianto multiplicando, colla lingua cominciò a maladire lo sventurato caso della mia morte e sé a chiamare misera, abandonata e sconsolata e dolente; dove col cuore maladiceva la vita che tanto m'era durata e sé oltre ad ogn'altra reputava avventurata ...
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Corbaccio (pagina 19)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Che dunque ti poteva costei fare? Certo io nol conosco; né credo ancora che tu il conoscessi o potessi conoscere ... Forse t'arebbe potuto fare de' priori: che oggi cotanto da' tuoi cittadini si disidera ... Ma ben potrestù dire: sì, potrebbe, se così fosse a grado a tutti coloro che hanno a fare lo squittino, com'ella fu a te; e avesselo voluto fare ... Deh, misera la vita tua! Quanti sono i signori, li quali se io per li loro titoli te li nominassi, in tuo danno te ne vanaglorieresti, dove in tuo pro non te ne se' voluto ramemorare? Quanti i nobili e grandissimi uomini, alli quali, volendo, tu saresti carissimo? E per soperchio e poco laudevole sdegno, il quale è in te, a niuno t'accosti; e, se pure ad alcuno, poco con lui puoi sostenere, se esso a fare a te quello che tu ad esso dovresti fare non si declina: cioè seguire i tuoi costumi ed esserti arrendevole; ove tu con ogni sollecitudine dovresti i suoi seguire e andargli alla seconda ...
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Corbaccio (pagina 20)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... L'avere avuto forze che in loro vennono da principio da fecunda prole, che è naturale dono e non virtù, e con quello avere rubato e usurpato e occupato quello de' loro vicini meno possenti, che è vizio spiacevole a Dio e al mondo, li fece già ricchi; e, dalle riccheze insuperbiti, ardirono di fare quello che già soleano i nobili di fare: cioè di prendere cavalleria; nel quale atto ad una ora se medesimi e i vai e gli altri militari ornamenti vituperarono ... Ciò, che tu hai amato, ti conviene avere in odio; e ciò, che tu per lo altrui amore t'eri a volere fare disposto, a fare il contrario, sì che tu odio acquisti, ti conviene disporre; e odi come, acciò che tu stesso, male intendendo le parole da me ben dette, non t'ingannassi ...
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Decameron (pagina 5)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E per ciò, quando vi paia, prendendo le nostre fanti e con le cose oportune faccendoci seguitare, oggi in questo luogo e domane in quello quella allegrezza e festa prendendo che questo tempo può porgere, credo che sia ben fatto a dover fare; e tanto dimorare in tal guisa, che noi veggiamo, se prima da morte non siam sopragiunte, che fine il cielo riserbi a queste cose ... Ma Filomena, la quale discretissima era, disse:–Donne, quantunque ciò che ragiona Pampinea sia ottimamente detto, non è per ciò così da correre a farlo, come mostra che voi vogliate fare ... I giovani si credettero primieramente essere beffati, ma poi che videro che da dovero parlava la donna, rispuosero lietamente sé essere apparecchiati; e senza dare alcuno indugio all'opera, anzi che quindi si partissono, diedono ordine a ciò che a fare avessono in sul partire ... E postisi nella prima giunta a sedere, disse Dioneo, il quale oltre a ogni altro era piacevole giovane e pieno di motti:–Donne, il vostro senno più che il nostro avvedimento ci ha qui guidati; io non so quello che de' vostri pensieri voi v'intendete di fare: li miei lasciai io dentro dalla porta della città allora che io con voi poco fa me ne usci' fuori: e per ciò o voi a sollazzare e a ridere e a cantare con meco insieme vi disponete (tanto, dico, quanto alla vostra dignità s'appartiene), o voi mi licenziate che io per li miei pensier mi ritorni e steami nella città tribolata ...
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Decameron (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Io ho, vivendo, tante ingiurie fatte a Domenedio, che, per farnegli io una ora in su la mia morte, né più né meno ne farà; e per ciò procacciate di farmi venire un santo e valente frate, il più che aver potete, se alcun ce n'è; e lasciate fare a me, ché fermamente io acconcerò i fatti vostri e' miei in maniera che starà bene e che dovrete esser contenti ... ” Disse allora il frate: “Figliuol mio, bene hai fatto, e così si vuol fare per innanzi; e veggio che, poi sì spesso ti confessi, poca fatica avrò d'udire o di dimandare ... ” “Oh, benedetto sia tu da Dio!” disse il frate “come bene hai fatto! e, faccendolo, hai tanto più meritato, quanto, volendo, avevi più d'arbitrio di fare il contrario che non abbiam noi e qualunque altri son quegli che sotto alcuna regola son constretti ... ” “Oh!” disse ser Ciappelletto “padre mio, non mi dite questo per confortarmi: ben sapete che io so che le cose che al servigio di Dio si fanno, si deono fare tutte nettamente e senza alcuna ruggine d'animo: e chiunque altramenti fa, pecca ... ” “Bene hai fatto:” disse il frate “ma come ti se' tu spesso adirato?” “Oh!” disse ser Ciappelletto “cotesto vi dico io bene che io ho molto spesso fatto; e chi se ne potrebbe tenere, veggendo tutto il dì gli uomini fare le sconce cose, non servare i comandamenti di Dio, non temere i suoi giudicii? Egli sono state assai volte il dì che io vorrei più tosto essere stato morto che vivo, veggendo i giovani andar dietro alle vanità e udendogli giurare e spergiurare, andare alle taverne, non visitar le chiese e seguir più tosto le vie del mondo che quella di Dio ... ” Disse allora il frate: “Figliuol mio, cotesta è buona ira, né io per me te ne saprei penitenza imporre; ma per alcun caso avrebbeti l'ira potuto inducere a fare alcuno omicidio o a dire villania a persona o a fare alcuna altra ingiuria?” A cui ser Ciappelletto rispose: “Oimè, messere, o voi mi parete uomo di Dio: come dite voi coteste parole? o s'io avessi avuto pure un pensieruzzo di fare qualunque s'è l'una delle cose che voi dite, credete voi che io creda che Idio m'avesse tanto sostenuto? Coteste son cose da farle gli scherani e i rei uomini, de' quali qualunque ora io n'ho mai veduto alcuno, sempre ho detto: «Va, che Idio ti converta» ...
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Decameron (pagina 12)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... padre, volendo ciascuno la eredità e l'onore occupare e l'uno negandola all'altro, in testimonanza di dover ciò ragionevolmente fare ciascuno produsse fuori il suo anello; e trovatisi gli anelli sì simili l'uno all'altro, che qual fosse il vero non si sapeva cognoscere, si rimase la quistione, qual fosse il vero erede del padre, in pendente: e ancor pende ... E così vi dico, signor mio, delle tre leggi alli tre popoli date da Dio padre, delle quali la quistion proponeste: ciascun la sua eredità, la sua vera legge e i suoi comandamenti dirittamente si crede avere e fare, ma chi se l'abbia, come degli anelli, ancora ne pende la quistione ... ” Il Saladino conobbe costui ottimamente esser saputo uscire del laccio il quale davanti a' piedi teso gli aveva, e per ciò dispose d'aprirgli il suo bisogno e vedere se servire il volesse; e così fece, aprendogli ciò che in animo avesse avuto di fare, se così discretamente, come fatto avea, non gli avesse risposto ... ” E uscito fuori e serrata la cella con la chiave, dirittamente se n'andò alla camera dell'abate; e, presentatagli quella secondo che ciascun monaco facea quando fuori andava, con un buon volto disse: “Messere, io non potei stamane farne venire tutte le legne le quali io aveva fatte fare, e per ciò con vostra licenzia io voglio andare al bosco e farlene venire ... Messer l'abate, postole l'occhio adosso e veggendola bella e fresca, ancora che vecchio fosse sentì subitamente non meno cocenti gli stimoli della carne che sentiti avesse il suo giovane monaco; e fra se stesso cominciò a dire: “Deh, perché non prendo io del piacere quando io ne posso avere, con ciò sia cosa che il dispiacere e la noia, sempre che io ne vorrò, sieno apparecchiati? Costei è una bella giovane e è qui che niuna persona del mondo il sa: se io la posso recare a fare i piacer miei, io non so perché io nol mi faccia ...
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Decameron (pagina 17)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per la qual cosa la loro reina piacevolemente disse:– Omai, care compagne, niuna cosa resta più a fare al mio reggimento per la presente giornata se non darvi reina nuova, la quale di quella che è a venire, secondo il suo giudicio, la sua vita e la nostra a onesto diletto disponga ... Dato adunque ordine a quello che abbiamo già a fare cominciato, quinci levatici, alquanto n'andrem sollazzando e, come il sole sarà per andar sotto, ceneremo per lo fresco, e dopo alcune canzonette e altri sollazzi sarà ben fatto l'andarsi a dormire ... Domattina, per lo fresco levatici, similmente in alcuna parte n'andremo sollazzando come a ciascuno sarà più a grado di fare, e, come oggi avem fatto, così all'ora debita torneremo a mangiare, balleremo; e da dormir levatici, come oggi state siamo, qui al novellare torneremo, nel quale mi par grandissima parte di piacere e d'utilità similmente consistere ... E il vero che quello che Pampinea non poté fare, per lo esser tardi eletta al reggimento, io il voglio cominciare a fare: cioè a ristrignere dentro a alcun termine quello di che dobbiamo novellare e davanti mostrarlovi, acciò che ciascuno abbia spazio di poter pensare a alcuna bella novella sopra la data proposta contare ...
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Decameron (pagina 22)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E volendo quivi l'abate albergare, Alessandro in casa d'uno oste, il quale assai suo dimestico era, il fece smontare, e fecegli la sua camera fare nel meno disagiato luogo della casa ... ” Alessandro, veggendo che questo si potea fare senza dare alcuna noia all'abate, vi s'accordò, e quanto più chetamente poté vi s'acconciò ... L'abate, postagli la mano sopra il petto, lo 'ncominciò a toccare non altramenti che sogliano fare le vaghe giovani i loro amanti: di che Alessandro si maravigliò forte e dubitò non forse l'abate, da disonesto amor preso, si movesse a così fattamente toccarlo ... E quivi, poi che alcun dì dimorati furono, l'abate con li due cavalieri e con Alessandro senza più entrarono al Papa; e fatta la debita reverenza così cominciò l'abate a favellare: “Santo Padre, sì come voi meglio che alcuno altro dovete sapere, ciascun che bene e onestamente vuol vivere dee, in quanto può, fuggire ogni cagione la quale a altramenti fare il potesse conducere; il che acciò che io, che onestamente viver disidero, potessi compiutamente fare, ...
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Decameron (pagina 28)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E in così fatti pensieri e doloroso molto stando, sentì per la chiesa andar genti e parlar molte persone, le quali, sì come gli avvisava, quello andavano a fare che esso co' suoi compagni avean già fatto: di che la paura gli crebbe forte ... Ma poi che costoro ebbero l'arca aperta e puntellata, in quistion caddero chi vi dovesse entrare, e niuno il voleva fare; pur dopo lunga tencione un prete disse: “Che paura avete voi? credete voi che egli vi manuchi? Li morti non mangian gli uomini: io v'entrerò dentro io ... Madama Beritola, finito il suo diurno lamento, tornata al lito per rivedere i figliuoli, come usata era di fare, niuna persona vi trovò; di che prima si maravigliò e poi, subitamente di quello che avvenuto era sospettando, gli occhi infra 'l mar sospinse e vide la galea, non molto ancora allungata, dietro tirarsi il legnetto: per la qual cosa ottimamente cognobbe, sì come il marito, aver perduti i figliuoli ...
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Decameron (pagina 30)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La quale Giannotto sentendo da alcuno di quegli che a guardia l'aveano, gittò un gran sospiro e disse: “Ahi lasso me! ché passati sono omai quattordici anni che io sono andato tapinando per lo mondo, niuna altra cosa aspettando che questa, la quale ora che venuta è, acciò che io mai d'aver ben più non speri, m'ha trovato in prigione, della qual mai se non morto uscir non spero!” “E come?” disse il prigioniere “che monta a te quello che i grandissimi re si facciano? che avevi tu a fare in Cicilia?” A cui Giannotto disse: “El pare che 'l cuor mi si schianti ricordandomi di ciò che già mio padre v'ebbe a fare: il quale, ancora che piccol fanciul fossi quando me ne fuggi', pur mi ricorda che io nel vidi signore, vivendo il re Manfredi ... Questo udendo Currado avvisò lui dovere esser desso, e caddegli nell'animo, se così fosse, che egli a una ora poteva una gran misericordia fare e la sua vergogna e quella della figliuola tor via dandola per moglie a costui; e per ciò, fattosi segretamente Giannotto venire, partitamente d'ogni sua passata vita l'esaminò; e trovando per assai manifesti indizii lui veramente esser Giuffredi figliuolo d'Arrighetto Capece, gli disse: “Giannotto, tu sai quanta e quale sia la 'ngiuria la quale tu m'hai fatta nella mia propria figliuola, là dove, trattandoti io bene e amichevolemente, secondo che servidor si dee fare, tu dovevi il mio onore e delle mie cose sempre e cercare e operare; e molti sarebbero stati quegli, a' quali se tu quello avessi fatto che a me facesti, che vituperosamente t'avrebbero fatto morire: il che la mia pietà non sofferse ... Quello che tu offeri di voler fare sempre il disiderai, e se io avessi creduto che conceduto mi dovesse esser suto, lungo tempo che domandato l'avrei; e tanto mi sarà ora più caro quanto di ciò la speranza è minore ...
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Decameron (pagina 33)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Perdicon fare, con altezza d'animo propose di calcare la miseria della sua fortuna ... Il che poi che ella ebbe sentito, non avendo mai davanti saputo con che corno gli uomini cozzano, quasi pentuta del non avere alle lusinghe di Pericone assentito, senza attendere d'essere a così dolci notti invitata, spesse volte se stessa invitava non con le parole, ché non si sapea fare intendere, ma co' fatti ... E questo fatto, faccendosi notte, seco ciò che far doveva avendo disposto, alla casa di Pericone, il quale di niente da lui si guardava, sconosciutamente se n'andò con alcuni suoi fidatissimi compagni li quali a quello che fare intendeva richesti aveva, e nella casa, secondo l'ordine tra lor posto, si nascose ... E essendosi l'un dell'altro di questo amore avveduto, di ciò ebbero insieme segreto ragionamento e convennersi di fare l'acquisto di questo amor comune, quasi amore così questo dovesse patire come la mercatantia o i guadagni fanno ...
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Decameron (pagina 35)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La duchessa, estimando Constanzio questo per amor di lei e non della donna fare, disse che molto le piacea, sì veramente dove in guisa si facesse che il duca mai non risapesse che essa a questo avesse consentito ... Constanzio chetamente fece armare una barca sottile, e quella una sera ne mandò vicina al giardino dove dimorava la donna, informati de' suoi che sù v'erano quello che a fare avessero; e appresso con altri n'andò al palagio dove era la donna, dove da quegli che quivi al servigio di lei erano fu lietamente ricevuto, e ancora dalla donna, e con essolui da' suoi servidori accompagnata e da' compagni di Constanzio, sì come gli piacque, se n'andò nel giardino ... Lo 'mperadore il quale, avanti che queste cose avvenissero, aveva tenuto trattato con Basano, re di Capadocia, acciò che sopra Osbech dall'una parte con le sue forze discendesse e egli con le sue l'assalirebbe dall'altra, né ancora pienamente l'aveva potuto fornire per ciò che alcune cose, le quali Basano adomandava, sì come meno convenevoli, non aveva volute fare, sentendo ciò che al figliuolo era avvenuto, dolente fuor di misura, senza alcuno indugio ciò che il re di Capadocia domandava fece, e lui quanto più poté allo scendere sopra Osbech sollecitò, apparecchiandosi egli d'altra parte d'andargli addosso ... ” L'amico mercatante e la donna similmente, queste parole udendo, piangevano; e avendo egli detto, il confortarono e promisongli sopra la lor fede di quel fare che egli pregava, se avvenisse che el morisse ...
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Decameron (pagina 39)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... mescolare e a fare così destramente, o più, come alcuno degli altri facesse ciascuna pruova che tra lor si faceva ... La quale come il giovane vide, senza alcuna parola o atto fare, sentì con più forza nel cuore l'amoroso ardore, per che il polso più forte cominciò a battergli che l'usato: il che il medico sentì incontanente e maravigliossi, e stette cheto per vedere quanto questo battimento dovesse durare ... Sapete omai che a fare v'avete, se la sua vita v'è cara ... ” Al quale la donna, troppo fidandosi di ciò che non le doveva venir fatto nella forma nella quale già seco pensava, liberamente rispose che sicuramente ogni suo disidero l'aprisse, ché ella senza alcuno indugio darebbe opera a fare che egli il suo piacere avrebbe ... “Madama, “ disse allora il giovane “l'alta bellezza e le laudevoli maniere della nostra Giannetta e il non poterla fare accorgere, non che pietosa, del mio amore e il non avere ardito mai di manifestarlo a alcuno m'hanno condotto dove voi mi vedete; e se quello che promesso m'avete o in un modo o in un altro non segue, state sicura che la mia vita fia brieve ... ” La donna, a cui più tempo da conforto che da riprensioni parea, sorridendo disse: “Ahi! figliuol mio, dunque per questo t'hai tu lasciato aver male? Confortati e lascia fare a me, poi che guarito sarai ...
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Decameron (pagina 44)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ora avvenne tra l'altre volte che, essendo egli a un fondaco di mercatanti viniziani smontato, gli vennero vedute tra altre gioie una borsa e una cintura le quali egli prestamente riconobbe essere state sue, e maravigliossi; ma senza altra vista fare, piacevolemente domandò di cui fossero e se vendere si voleano ... Mostrò adunque Sicurano d'aver molto cara questa novella, e artatamente prese con costui una stretta dimestichezza, tanto che per gli suoi conforti Ambruogiuolo, finita la fiera, con essolui e con ogni sua cosa se n'andò in Alessandria, dove Sicurano gli fece fare un fondaco e misegli in mano de' suoi denari assai: per che egli, util grande veggendosi, vi dimorava volentieri ... Sicurano, sollecito a voler della sua innocenzia far chiaro Bernabò, mai non riposò infino a tanto che con opera d'alcuni gran mercatanti genovesi che in Alessandria erano, nuove cagioni trovando, non l'ebbe fatto venire: il quale, in assai povero stato essendo, alcun suo amico tacitamente fece ricevere, infino che tempo gli paresse a quel fare che di fare intendea ... Aveva già Sicurano fatta raccontare a Ambruogiuolo la novella davanti al soldano e fattone al soldano prender piacere; ma poi che vide quivi Bernabò, pensando che alla bisogna non era da dare indugio, preso tempo convenevole, dal soldano impetrò che davanti venir si facesse Ambruogiuolo e Bernabò, e in presenzia di Bernabò, se agevolmente fare non si potesse, con severità da Ambruogiuolo si traesse il vero come stato fosse quello di che egli della moglie di Bernabò si vantava ... Ma per ciò che voi ottimamente conoscete quello che ciascun di costoro ha meritato, ove voi mi vogliate di spezial grazia fare di punire lo 'ngannatore e perdonare allo 'ngannato, io la farò qui in vostra e in lor presenza venire ...
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Decameron (pagina 49)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Costui il fece molto bene, per che il castaldo a far fare certe bisogne che gli eran luogo più giorni vel tenne: de' quali avvenne che uno la badessa il vide e domandò il castaldo chi egli fosse ... Il quale le disse: “Madonna, questi è un povero uomo mutolo e sordo, il quale un di questi dì ci venne per limosina, sì che io gli ho fatto bene e hogli fatte fare assai cose che bisogno c'erano ... Se egli sapesse lavorare l'orto e volesseci rimanere, io mi credo che noi n'avremmo buon servigio, per ciò che egli ci bisogna, e egli è forte e potrebbene l'uomo fare ciò che volesse: e oltre a questo non vi bisognerebbe d'aver pensiero che egli motteggiasse queste vostre giovani ... ” Ora, avendo il castaldo veduto che egli ottimamente sapeva lavorare e con cenni domandatolo se egli voleva star quivi e costui con cenni rispostogli che far volea ciò che egli volesse, avendolo ricevuto, gl'impose che egli l'orto lavorasse e mostrogli quello che a fare avesse; poi andò per altre bisogne del monistero e lui lasciò ... ” A cui la compagna disse: “O se noi ingravidassimo, come andrebbe il fatto?” Quella allora disse: “Tu cominci a aver pensiero del mal prima che egli ti venga: quando cotesto avvenisse, allora si vorrà pensare; egli ci avrà mille modi da fare sì che mai non si saprà, pur che noi medesime nol diciamo ... Ultimamente della sua camera alla stanzia di lui rimandatolone e molto spesso rivolendolo e oltre a ciò più che parte volendo da lui, non potendo Masetto sodisfare a tante, s'avisò che il suo esser mutolo gli potrebbe, se più stesse, in troppo gran danno resultare; e per ciò una notte, con la badessa essendo, rotto lo scilinguagnolo cominciò a dire: “Madonna, io ho inteso che un gallo basta assai bene a diece galline, ma che diece uomini posson male o con fatica una femina sodisfare, dove a me ne convien servir nove; al che per cosa del mondo io non potrei durare, anzi sono io, per quello che infino a qui ho fatto, a tal venuto che io non posso fare né poco né molto; e per ciò o voi mi lasciate andar con Dio o voi a questa cosa trovate modo ...
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Decameron (pagina 51)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E come che varie cose gli andasser per lo pensiero di doversi fare, pur vedendo il re senza alcuna arme diliberò di far vista di dormire e d'attender quello che il far dovesse ... ” Ma sì come colui che di ciò che fare intendeva niuna cosa voleva che si sentisse, niuna altra cosa gli fece se non che con un paio di forficette, le quali portate avea, gli tondé alquanto dall'una delle parti i capelli, li quali essi a quel tempo portavan lunghissimi, acciò che a quel segnale la mattina seguente il riconoscesse; e questo fatto, si dipartì e tornossi alla camera sua ... Costei adunque, d'alto legnaggio veggendosi nata e maritata a uno artefice lanaiuolo, per ciò che artefice era non potendo lo sdegno dell'animo porre in terra, per lo quale stimava niuno uomo di bassa condizione, quantunque ricchissimo fosse, esser di gentil donna degno, e veggendo lui ancora con tutte le sue ricchezze da niuna altra cosa essere più avanti che da sapere divisare un mescolato o fare ordire una tela o con una filatrice disputar del filato, propose di non voler de' suoi abbracciamenti in alcuna maniera se non in quanto negare non gli potesse, ma di volere a sodisfazione di se medesima trovare alcuno il quale più di ciò che il lanaiuolo le paresse che fosse degno ... Io so, come colei che detto ve l'ho, che voi conoscete i miei parenti e 'l mio marito, dal quale io sono più che la vita sua amata, né alcuna cosa disidero che da lui, sì come da ricchissimo uomo e che il può ben fare, io non l'abbia incontanente; per le quali cose io più che me stessa l'amo: e lasciamo stare che io facessi, ma se io pur pensassi cosa niuna che contro al suo onore o piacer fosse, niuna rea femina fu mai del fuoco degna come sare' io Ora uno (del quale nel vero io non so il nome ma persona da bene mi pare e, se io non ne sono ingannata, usa molto con voi) bello e grande della persona, vestito di panni bruni assai onesti, forse non avvisandosi che io così fatta ...
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Decameron (pagina 54)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Tu dei sapere che i santi Dottori tengono che a chi vuol divenir beato si convien fare la penitenzia che tu udirai ... E oltre a questo si conviene avere nella tua propria casa alcun luogo donde tu possi la notte vedere il cielo; e in su l'ora della compieta andare in questo luogo e quivi avere una tavola molto larga ordinata in guisa che, stando tu in piè, vi possi le reni appoggiare e, tenendo i piedi in terra, distender le braccia a guisa di crocifisso: e se tu quelle volessi appoggiare a alcun cavigliuolo, puoil fare; e in questa maniera guardando il cielo star senza muoverti punto infino a matutino ... Poi, come matutin suona, te ne puoi, se tu vuogli, andare e così vestito gittarti sopra il letto tuo e dormire: e la mattina appresso si vuole andare alla chiesa e quivi udire almeno tre messe e dire cinquanta paternostri con altrettante avemarie; e appresso questo con simplicità fare alcuni tuoi fatti, se a far n'hai alcuno, e poi desinare e essere appresso al vespro nella chiesa e quivi dire certe orazioni che io ti darò scritte, senza le quali non si può fare; e poi in su la compieta ritornare al modo detto ... ” Frate Puccio disse allora: “Questa non è troppo grave cosa né troppo lunga, e deesi assai ben poter fare; e per ciò io voglio al nome di Dio, cominciar domenica ... La donna intese troppo bene, per lo star fermo infino a matutino senza muoversi, ciò che il monaco voleva dire; per che, parendole assai buon modo, disse che di questo e d'ogni altro bene che egli per l'anima sua faceva ella era contenta, e che, acciò che Idio gli facesse la sua penitenzia profittevole, ella voleva con essolui digiunare ma fare altro no ...
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Decameron (pagina 57)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ricciardo, udito della gelosia di Catella, subitamente prese consiglio a' suoi piaceri e cominciò a mostrarsi dell'amor di Catella disperato e per ciò in un'altra gentil donna averlo posto: e per amor di lei cominciò a mostrar d'armeggiare e di giostrare e di far tutte quelle cose le quali per Catella soleva fare ... Ma ora, forse aspettando tempo quando ha creduto che io abbia men di sospetto, mostra di volere fare a me quello che io dubito che egli non tema che io facessi a lui, cioè di volere al suo piacere avere la donna mia; e per quello che io truovo, egli l'ha da non troppo tempo in qua segretissimamente con più ambasciate sollecitata, le quali io ho tutte da lei risapute, e ella ha fatte le risposte secondo che io l'ho imposto ... Ella mi disse: ‘Egli è lo stimol di Filippello, il qual tu con fargli risposte e dargli speranza m'hai fatto recare addosso; e dice che del tutto vuol sapere quello che io intendo di fare e che egli, quando io volessi, farebbe che io potrei essere segretamente a un bagno in questa terra; e di questo mi priega e grava: e se non fosse che tu m'hai fatti, non so perché, tener questi mercati, io me lo avrei per maniera levato da dosso, che egli mai non avrebbe guatato là dove io fossi stata ... E acciò che voi non credeste queste esser parole e favole, ma il poteste, quando voglia ve ne venisse, apertamente e vedere e toccare, io feci fare alla donna mia a colei che l'aspettava questa risposta, che ella era presta d'esser domane in su la nona, quando la gente dorme, a questo bagno; di che la femina contentissima si parti da lei ... ” Catella, udendo questo, senza avere alcuna considerazione a chi era colui che gliele dicea o a' suoi inganni, secondo il costume de' gelosi subitamente diede fede alle parole, e certe cose state davanti cominciò a attare a questo fatto; e di subita ira accesa, rispose che questo farà ella certamente, non era egli sì gran fatica a fare, e che fermamente, se egli vi venisse, ella gli farebbe sì fatta vergogna, che sempre che egli alcuna donna vedesse gli si girerebbe per lo capo ... La mattina seguente Ricciardo se n'andò a una buona femina che quel bagno che egli aveva a Catella detto teneva, e le disse ciò che egli intendeva di fare e pregolla che in ciò fosse favorevole quanto potesse ... La buona femina, che molto gli era tenuta, disse di farlo volentieri e con lui ordinò quello che a fare o a dire avesse ... La donna, udite le parole di Ricciardo e a quelle data più fede che non le bisognava, piena di sdegno tornò la sera a casa, dove per avventura Filippello pieno d'altro pensiero similmente tornò, né le fece forse quella dimestichezza che era usato di fare ...
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Decameron (pagina 61)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Dalla quale se liberata esser volete, quello che a voi convien promettere e molto maggiormente fare, è questo: se mai avviene che Tedaldo del suo lungo sbandeggiamento qui torni, la vostra grazia, il vostro amore, la vostra benivolenzia e dimestichezza gli rendiate e in quello stato il ripogniate nel quale era avanti che voi scioccamente credeste al matto frate ... Ma questo come si può fare? Tedaldo non ci potrà mai tornare: egli è morto, e per ciò quello che non si dee poter fare non so perché bisogni che io il vi prometta ... ” La donna, rassicurata alquanto e temendo la sua boce e alquanto più riguardatolo e seco affermando che per certo egli era Tedaldo, piagnendo gli si gittò al collo e basciollo dicendo: “Tedaldo mio dolce, tu sii il ben tornato!” Tedaldo, basciata e abbracciata lei, disse: “Madonna, egli non è or tempo da fare più strette accoglienze: io voglio andare a fare che Aldobrandino vi sia sano e salvo renduto, della qual cosa spero che avanti che doman sia sera voi udirete novelle che vi piaceranno; sì veramente, se io l'ho buone, come io credo, della sua salute, io voglio stanotte poter venire da voi e contarlevi per più agio che al presente non posso ...
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Decameron (pagina 62)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” A cui Aldobrandin rispose: “Non sa quanto dolce cosa si sia la vendetta né con quanto ardor si disideri se non chi riceve l'offese; ma tuttavia, acciò che Idio alla mia salute intenda, volentieri loro perdonerò e ora loro perdono; e se io quinci esco vivo e scampo, in ciò fare quella maniera terrò che a grado ti fia ... E da lui partitosi se n'andò alla Signoria e in segreto a un cavaliere, che quella tenea, disse così: “Signor mio, ciascun dee volentier faticarsi in fare che la verità delle cose si conosca, e massimamente coloro che tengono il luogo che voi tenete, acciò che coloro non portin le pene che non hanno il peccato commesso e i peccatori sien puniti; la qual cosa acciò che avvenga in onor di voi e in male di chi meritato l'ha, io sono qui venuto a voi ... Domandati della cagione, dissero per ciò che egli alla moglie dell'un di loro, non essendovi essi nell'albergo, aveva molta noia data e volutala sforzare a fare il voler suo ... E come il giorno s'appressò, Tedaldo levatosi, avendo già alla donna mostrato ciò che fare intendeva e da capo pregatola che occultissimo fosse, pure in abito pellegrino s'uscì della casa della donna per dovere, quando ora fosse, attendere a' fatti d'Aldobrandino ... La mattina adunque seguente, in su l'ora del mangiare, primieramente i quatro fratelli di Tedaldo, così vestiti di nero come erano, con alquanti loro amici vennero a casa Aldobrandino, che gli attendeva; e quivi, davanti a tutti coloro che a fare lor compagnia erano stati da Aldobrandino invitati, gittate l'armi in terra, nelle mani d'Aldobrandino si rimisero, perdonanza domandando di ciò che contro a lui avevano adoperato ... Il che Aldobrandin veggendo disse: “Che è questo, Ermellina? come non fai tu come l'altre donne festa a Tedaldo?” A cui, udendo tutti, la donna rispose: “Niuna ce n'è che più volentieri gli abbia fatta festa o faccia, che fare'io, sì come colei che più gli è tenuta che alcuna altra, considerato che per le sue opere io t'abbia riavuto; ma le disoneste parole dette ne' dì che noi piagnemmo colui che noi credavam Tedaldo, me ne fanno stare ...
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Decameron (pagina 64)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma che che si sia, tanta forza ha avuta la vostra vaga bellezza, che amore mi costrigne a così fare; e dicovi che voi della vostra bellezza più che altra donna gloriar vi potete, pensando che ella piaccia a' santi, che sono usi di vedere quelle del cielo ... E non vi dee questo esser grave a dover fare, anzi il dovete disiderare, per ciò che, mentre che Ferondo starà in Purgatoro, io vi darò, faccendovi la notte compagnia, quella consolazione che vi dovrebbe dare egli; né mai di questo persona alcuna s'accorgerà, credendo ciascun di me quello, e più, che voi poco avante ne credavate ... L'abate mostrando di turbarsi dell'accidente, fattolo scignere e fatta recare acqua fredda e gittargliele nel viso e molti suoi altri argomenti fatti fare, quasi da alcuna fumosità di stomaco o d'altro che occupato l'avesse gli volesse la smarrita vita e 'l sentimento rivocare, veggendo l'abate e' monaci che per tutto questo egli non si risentiva, toccandogli il polso e niun sentimento trovandogli, tutti per constante ebbero ch'e' fosse morto: per che, mandatolo a dire alla moglie e a' parenti di lui, tutti quivi prestamente vennero; e avendolo la moglie con le sue parenti alquanto pianto, così vestito come era il fece l'abate mettere in uno avello ... In questo mezzo il monaco bolognese, dallo abate informato di quello che avesse a fare, senza saperne alcuna altra persona niuna cosa, cominciò a attender che Ferondo si risentisse ...
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Decameron (pagina 67)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Disse allora la contessa: “A me bisogna che voi, per alcuna persona di cui voi vi fidiate, facciate al conte mio marito dire che vostra figliuola sia presta a fare ogni suo piacere, dove ella possa esser certa che egli così l'ami come dimostra; il che ella non crederà mai, se egli non le manda l'anello il quale egli porta in mano e che ella ha udito che egli ama cotanto: il quale se egli vi manda, voi mi donerete ... E appresso gli manderete a dire vostra figliuola essere apparecchiata di fare il piacer suo, e qui il farete occultamente venire e nascosamente me in iscambio di vostra figliuola gli metterete allato ... ” La gentil donna le disse che, se ella aveva cosa che l'agradisse, che le piaceva, ma che ciò ella non avea fatto per alcuna speranza di guiderdone ma perché le pareva doverlo fare a voler ben fare ... A cui la contessa disse: “Madonna, questo mi piace bene, e così d'altra parte io non intendo di donarvi quello che voi mi domanderete per guiderdone ma per far bene, ché mi pare che si debba così fare ... Quegli fé diligentemente nudrire e, quando tempo le parve, in cammino messasi, senza essere da alcuna persona conosciuta, a Monpulier se ne venne; e quivi più giorni riposata, e del conte e dove fosse avendo spiato e sentendo lui il di d'Ognisanti in Rossiglione dover fare una gran festa di donne e di cavalieri, pure in forma di pellegrina, come uscita n'era, là se ...
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Decameron (pagina 93)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... De' quali la giovane in pochi dì apparò a fare alcuno e con loro insieme incominciò a lavorare, e in tanta grazia e buono amore venne della buona donna e dell'altre, che fu maravigliosa cosa; e in poco spazio di tempo, mostrandogliele esse, il lor linguaggio apparò ... ” A cui il re disse: “Senza dubbio, se cotesto si potesse fare, io mi crederei essere vincitore ... ” Al quale Martuccio disse: “Signor mio, dove voi vogliate, egli si potrà ben fare, e udite come ... A voi convien far fare corde molto più sottili agli archi de' vostri arcieri che quelle che per tutti comunalmente s'usano e appresso far fare saettamento, le cocche del quale non sien buone se non a queste corde sottili; e questo convien che sia sì segretamente fatto, che il vostro avversario nol sappia, per ciò che egli ci troverebbe modo ...
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Decameron (pagina 96)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” E a loro rivolta disse: “Se pure questo v'è all'animo di voler essere moglie e marito insieme, e a me: facciasi, e qui le nozze s'ordinino alle spese di Liello; la pace poi tra voi e' vostri parenti farò io ben fare ... ” La giovane allora disse: “Ricciardo, tu vedi quanto io sia guardata, e per ciò da me non so veder come tu a me ti possi venire: ma se tu sai veder cosa che io possa senza mia vergogna fare, dillami, e io la farò ... ” La donna disse allora: “Figliuola mia, così è il vero; ma io non posso fare caldo e freddo a mia posta, come tu forse vorresti ... ” “Dunque, “ disse la donna “che vuoi tu che si faccia?” Rispose la Caterina: “Quando a mio padre e a voi piacesse, io farei volentier fare un letticello in sul verone che è allato alla sua camera e sopra il suo giardino e quivi mi dormirei: e udendo cantar l'usignuolo e avendo il luogo più fresco, molto meglio starei che nella vostra camera non fo ... ” La giovane, saputo questo, prestamente vi fece fare un letto; e dovendovi la sera vegnente dormire, tanto attese che ella vide Ricciardo e fecegli un segno posto ...
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Decameron (pagina 102)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La giovane, confortandosi e faccendo nudrire il suo piccol figliuolo, dopo non molto tempo ritornò più bella che mai; e levata del parto e davanti a Fineo, la cui tornata da Roma s'aspettò, venuta, quella reverenzia gli fece che a padre: e egli, forte contento di sì bella nuora, con grandissima festa e allegrezza fatte fare le lor nozze, in luogo di figliuola la ricevette e poi sempre la tenne ... Di questo consiglio più volte fece beffe Nastagio; ma pure, essendo da loro sollecitato, non potendo tanto dir di no, disse di farlo; e fatto fare un grande apparecchiamento, come se in Francia o in Ispagna o in alcuno altro luogo lontano andar volesse, montato a cavallo e da' suoi molti amici accompagnato di Ravenna uscì e andossen a un luogo fuor di Ravenna forse tre miglia, che si chiama Chiassi; e quivi fatti venir padiglioni e trabacche, disse a color che accompagnato l'aveano che starsi volea e che essi a Ravenna se ne tornassono ... Attendatosi adunque quivi Nastagio cominciò a fare la più bella vita e la più magnifica che mai si facesse, or questi e or quegli altri invitando a cena e a desinare, come usato s'era ... Ma il cavaliere che questo vide gli gridò di lontano: “Nastagio, non t'impacciare, lascia fare a' cani e a me quello ...
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Decameron (pagina 106)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E da che diavol siam noi poi, da che noi siam vecchie, se non da guardar la cenere intorno al focolare? Se niuna il sa o ne può render testimonianza, io sono una di quelle: che ora, che vecchia sono, non senza grandissime e amare punture d'animo conosco, e senza pro, il tempo che andar lasciai: e bene che io nol perdessi tutto, ché non vorrei che tu credessi che io fossi stata una milensa, io pur non feci ciò che io avrei potuto fare, di che quando io mi ricordo, veggendomi fatta come tu mi vedi, che non troverei chi mi desse fuoco a cencio, Dio il sa che dolore io sento ... Degli uomini non avvien così: essi nascono buoni a mille cose, non pure a questa, e la maggior parte sono da molto più vecchi che giovani; ma le femine a niuna altra cosa che a fare questo e figliuoli ci nascono, e per questo son tenute care ... Fa pure che tu mi mostri qual ti piace, e lascia poscia fare a me: ma una cosa ti ricordo, figliuola mia, che io ti sia raccomandata per ciò che io son povera persona, e io voglio infino a ora che tu sii partefice di tutte le mie perdonanze e di quanti paternostri io dico, acciò che Idio gli faccia lume e candela a' morti tuoi”; e fece fine ... Rimase adunque la giovane in questa concordia con la vecchia, che se veduto le venisse un giovanetto, il quale per quella contrada molto spesso passava, del quale tutti i segni gli disse, che ella sapesse quello che avessesi a fare: e datale un pezzo di carne salata, la mandò con Dio ... Ercolano, vedutolo, gridò: ‘Or veggio, donna, quello per che poco avanti, quando ce ne venimmo, tanto tenuti fuor della porta, senza esserci aperto, fummo; ma non abbia io mai cosa che mi piaccia se io non te ne pago!’ Il che la donna udendo, e vedendo che il suo peccato era palese, senza alcuna scusa fare levatasi da tavola, si fuggì, né so ove se n'andasse ...
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Decameron (pagina 123)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per che, veggendosi a torto fare ingiuria al marito, s'avvisò a consolazion di se medesima di trovar modo, se alcuno ne potesse trovare, di far sì che a ragione le fosse fatto ... Il quale molto contegnoso vegnendo, ancora che egli non fosse molto chiaro il dì e egli s'avesse molto messo il cappuccio innanzi agli occhi, non si seppe sì occultare, che egli non fosse prestamente conosciuto dalla donna; la quale, questo vedendo, disse seco medesimo: “Lodato sia Iddio che costui di geloso è divenuto prete; ma pure lascia fare, ché io gli darò quello che egli va cercando ... ” A cui la donna disse: “Messere, questo non crederei io mai poter fare per ciò che io l'amo troppo ... ” A cui disse la donna: “Io ne son dolente: io non venni qui per dirvi le bugie; se io il credessi poter fare, io il vi direi ... ” Disse allora la donna: “Se questo vi dà il cuore di fare, io son contenta”; e fatta la confessione e presa la penitenzia e da' piè levataglisi, se n'andò a udire la messa ... Il geloso con la sua mala ventura, soffiando, s'andò a spogliare i panni del prete e tornossi a casa, disideroso di trovar modo da dovere il prete e la moglie trovare insieme per fare un mal giuoco e all'uno e all'altro ...
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Decameron (pagina 128)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... A' quali Arriguccio, cominciandosi dallo spago che trovato aveva legato al dito del piè di monna Sismonda, infino all'ultimo di ciò che trovato e fatto avea narrò loro; e per fare loro intera testimonianza di ciò che fatto avesse, i capelli che alla moglie tagliati aver credeva lor pose in mano, aggiugnendo che per lei venissero e quel ne facessero che essi credessero che al loro onore appartenesse, per ciò che egli non intendeva di mai più in casa tenerla ... Ma lasciamo stare di questo, ché non ne posso altra testimonianza fare che le mie vere parole, e vegniamo a quello che tu di', che mi battesti e tagliasti i capelli ... La donna rivolta verso i fratelli disse: “Fratei miei, io veggio che egli è andato cercando che io faccia quello che io non volli mai fare, cioè che io vi racconti le miserie e le cattività sue: e io il farò ... ” La madre di lei, udendo queste parole, cominciò a fare romore e a dire: “Alla croce di Dio, figliuola mia, cotesto non si vorrebbe fare, anzi si vorrebbe uccidere questo can fastidioso e sconoscente, ché egli non ne fu degno d'avere una figliuola fatta come se' tu ...
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Decameron (pagina 130)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Pirro, il qual più fiate sopra le parole che la Lusca dette gli avea avea ripensato, per partito avea preso che, se ella a lui ritornasse, di fare altra risposta e del tutto recarsi a compiacere alla donna, dove certificar si potesse che tentato non fosse; e per ciò rispuose: “Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi di' io le conosco vere: ma io conosco d'altra parte il mio signore molto savio e molto avveduto, e ponendomi tutti i suoi fatti in mano, io temo forte che Lidia con consiglio e voler di lui questo non faccia per dovermi tentare; e per ciò, dove tre cose che io domanderò voglia fare a chiarezza di me, per certo niuna cosa mi comanderà poi che io prestamente non faccia ... Pirro adunque cominciò a aspettare quello che far dovesse la gentil donna: la quale, avendo ivi a pochi dì Nicostrato dato un gran desinare, sì come usava spesse volte di fare, a certi gentili uomini e essendo già levate le tavole, vestita d'uno sciamito verde e ornato molto e uscita della sua camera, in quella sala venne dove costoro erano; e veggente Pirro e ciascuno altro, se n'andò alla stanga sopra la quale lo sparviere era cotanto da Nicostrato tenuto caro, e scioltolo quasi in mano sel volesse levare e presolo per li geti al muro il percosse e ucciselo ... ” A cui la donna disse: “Non fare, ché io il ti so dire io, e holti buona pezza taciuto per non fartene noia: ma ora che io m'accorgo che altri comincia a avvedersene, non è più da celarloti ... E d'altra parte questi maestri son sì crudeli a far questi servigi, che il cuore nol mi patirebbe per niuna maniera di vederti o di sentirti tralle mani a niuno; e per ciò del tutto io voglio fare io medesima, ché almeno, se egli ti dorrà troppo, ti lascerò io incontanente: quello che il maestro non farebbe ...
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Decameron (pagina 131)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per che Nicostrato dall'un de' lati e Pirro dall'altro presala, nel giardin la portarono e in un pratello a piè d'un bel pero la posarono: dove stati alquanto sedendosi, disse la donna, che già avea fatto informar Pirro di ciò che avesse a fare: “Pirro, io ho gran disidero d'avere di quelle pere, e però montavi suso e gittane giù alquante ... E che io dica il vero, niuna altra cosa vel mostri se non l'aver riguardo e pensare a che ora la vostra donna, la quale è onestissima e più savia che altra, volendo di tal cosa farvi oltraggio, si recherebbe a farlo davanti agli occhi vostri; di me non vo' dire, che mi lascerei prima squartare che io il pur pensassi, non che io il venissi a fare in vostra presenzia ... ” La donna appresso, che quasi tutta turbata s'era levata in piè, cominciò a dire: “Sia con la mala ventura, se tu m'hai per sì poco sentita, che, se io volessi attendere a queste tristezze che tu di' che vedevi, io le venissi a fare dinanzi agli occhi tuoi ...
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Decameron (pagina 132)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E di questo amore l'un si guardava dall'altro, ma non per una medesima ragione: Tingoccio si guardava di scoprirlo a Meuccio per la cattività che a lui medesimo parea fare d'amare la comare, e sarebbesi vergognato che alcuno l'avesse saputo; Meuccio non se ne guardava per questo ma perché già avveduto s'era che ella piaceva a Tingoccio, laonde egli diceva: “Se io questo gli discuopro, egli prenderà gelosia di me, e potendole a ogni suo piacere parlare, sì come compare, in ciò che egli potrà la mi metterà in odio, e così mai cosa che mi piaccia di lei io non avrò ... ” Ora, amando questi due giovani come detto è, avvenne che Tingoccio, al quale era più destro il potere alla donna aprire ogni suo disiderio, tanto seppe fare e con atti e con parole, che egli ebbe di lei il piacer suo; di che Meuccio s'accorse bene, e quantunque molto gli dispiacesse, pure, sperando di dovere alcuna volta pervenire al fine del suo disiderio, acciò che Tingoccio non avesse materia né cagione di guastargli o d'impedirgli alcun suo fatto, faceva pur vista di non avvedersene ... Poi il domandò Meuccio se egli avesse di qua per lui a fare alcuna cosa ... A cui Tingoccio rispose di sì, e ciò era che egli facesse per lui dire delle messe e delle orazioni e fare delle limosine, per ciò che queste cose molto giovavano a quei di là; a cui Meuccio disse di farlo volentieri ... La Lauretta, divenuta reina, si fece chiamare il siniscalco, al quale impose che ordinasse che nella piacevole valle alquanto a migliore ora che l'usato si mettesser le tavole, acciò che poi adagio si potessero al palagio tornare; e appresso ciò che a fare avesse, mentre il suo reggimento durasse, gli divisò ...
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Decameron (pagina 134)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... gli disse: “Io son per fare un mio fatto per lo quale mi bisognan fiorini dugento d'oro, li quali io voglio che tu mi presti con quello utile che tu mi suogli prestar degli altri ... Il che i secolari cattivelli non possono a lor fare, come che nelle madri, nelle sirocchie, nelle amiche e nelle figliuole con non meno ardore, che essi le lor mogli assaliscano, vendichin l'ire loro ... Per le quali cose messer lo prete ne 'nvaghì sì forte, che egli ne menava smanie e tutto il dì andava aiato per poterla vedere; e quando la domenica mattina la sentiva in chiesa, diceva un Kyrie e un Sanctus sforzandosi ben di mostrarsi un gran maestro di canto, che pareva uno asino che ragghiasse, dove, quando non la vi vedea, si passava assai leggiermente; ma pur sapeva sì fare, che Bentivegna del Mazzo non se ne avvedeva, né ancora vicina che egli avesse ... Il prete le cominciò a dire: “Bene, Belcolore, de'mi tu far sempre mai morire a questo modo?” La Belcolore cominciò a ridere e a dire: “O che ve fo io?” Disse il prete: “Non mi fai nulla ma tu non mi lasci fare a te quel che io vorrei e che Idio comandò ... ” Disse la Belcolore: “Deh! andante andate: o fanno i preti così fatte cose?” Il prete rispose: “Sì facciam noi meglio che gli altri uomini: o perché no? E dicoti più, che noi facciamo vie miglior lavorio; e sai perché? perché noi maciniamo a raccolta: ma in verità bene a tuo uopo, se tu stai cheta e lascimi fare ...
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Decameron (pagina 135)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” “Sì, “ disse la Belcolore “tutti siete così gran promettitori, e poscia non attenete altrui nulla: credete voi fare a me come voi faceste alla Biliuzza, che se n'andò col ceteratoio? Alla fé di Dio non farete, ché ella n'è divenuta femina di mondo pur per ciò: se voi non gli avete, e voi andate per essi ... ” “Deh!” disse il prete “non mi fare ora andare infino a casa, ché vedi che ho così ritta la ventura testé che non c'è persona, e forse quand'io ci tornassi ci sarebbe chi che sia che c'impaccerebbe: e io non so quando e' mi si venga così ben fatto come ora ... ” Il prete, veggendo che ella non era acconcia a far cosa che gli piacesse se non a salvum me fac, e egli volea fare sine costodia, disse: “Ecco, tu non mi credi che io te gli rechi; acciò che tu mi creda io ti lascerò pegno questo mio tabarro di sbiavato ... E per ciò che alquanto era maliziosetto, s'avisò troppo bene come dovesse fare a riaverlo, e vennegli fatto: per ciò che il dì seguente, essendo festa, egli mandò un fanciullo d'un suo vicino in casa questa monna Belcolore, e mandolla pregando che le piacesse di prestargli il mortaio suo della pietra, per ciò che desinava la mattina con lui Binguccio dal Poggio e Nuto Buglietti, sì che egli voleva far della salsa ... E informato un suo compagno di ciò che fare intendeva, insieme s'accostarono là dove Calandrino solo si sedeva, e faccendo vista di non vederlo insieme incominciarono a ragionare delle virtù di diverse pietre, delle quali Maso così efficacemente parlava come se stato fosse un solenne e gran lapidario ...
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Decameron (pagina 136)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Calandrino semplice, veggendo Maso dir queste parole con un viso fermo e senza ridere, quella fede vi dava che dar si può a qualunque verità è più manifesta, e così l'aveva per vere; e disse: “Troppo ci è di lungi a' fatti miei: ma se più presso ci fosse, ben ti dico che io vi verrei una volta con esso teco pur per veder fare il tomo a quei maccheroni e tormene una satolla ... ” Calandrino, avendo tutte queste cose seco notate, fatto sembianti d'avere altro a fare, si partì da Maso e seco propose di volere cercare di questa pietra; ma diliberò di non volerlo fare senza saputa di Bruno e di Buffailmacco, li quali spezialissimamente amava ... Noi la troverem per certo, per ciò che io la conosco; e trovata che noi l'avremo, che avrem noi a fare altro se non mettercela nella scarsella e andare alle tavole de' cambiatori, le quali sapete che stanno sempre cariche di grossi e di fiorini, e torcene quanti noi ne vorremo? Niuno ci vedrà; e così potremo arricchire subitamente, senza avere tutto dì a schiccherare le mura a modo che fa la lumaca ... Partito Calandrino da loro, essi quello che intorno a questo avessero a fare ordinarono fra se medesimi ...
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Decameron (pagina 138)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Voi siete mio padre spirituale e siete prete, e già v'appressate molto bene alla vecchiezza, le quali cose vi debbono fare e onesto e casto; e d'altra parte io non son fanciulla, alla quale questi innamoramenti steano oggimai bene, e son vedova, che sapete quanta onestà nelle vedove si richiede; e per ciò abbiatemi per iscusata, che al modo che voi mi richiedete io non v'amere' mai né così voglio essere amata da voi ... E detto loro ciò che il proposto verso lei operava e quello ancora che ella intendeva di fare e avendo in ciò piena licenzia da loro, ivi a pochi giorni andò alla chiesa come usata era; la quale come il proposto vide, così se ne venne verso lei e, come far soleva, per un modo parentevole seco entrò in parole ... La quale la donna chiamò a sé e dissele: “Ciutazza, se tu mi vuoi fare un servigio stanotte, io ti donerò una bella camiscia nuova ... ” Venuta adunque la sera, messer lo proposto venne come ordinato gli era stato, e i due giovani, come la donna composto avea, erano nella camera loro e facevansi ben sentire: per che il proposto, tacitamente e al buio nella camera della donna entratosene, se n'andò, come ella gli disse, al letto, e dall'altra parte la Ciutazza, ben dalla donna informata di ciò che a fare avesse ...
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Decameron (pagina 140)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Calandrino, essendogli il vino uscito del capo, si levò la mattina; e come scese giù guardò e non vide il porco suo e vide l'uscio aperto: per che, domandato quello e quell'altro se sapessero chi il porco s'avesse avuto, e non trovandolo, incominciò a fare il romor grande: oisé, dolente sé, che il porco gli era stato imbolato ... ” “E che via” disse Calandrino “potrem noi trovare?” Disse allora Buffalmacco: “Per certo egli non c'è venuto d'India niuno a torti il porco: alcuno di questi tuoi vicini dee essere stato, e per ciò, se tu gli potessi ragunare, io so fare la esperienza del pane e del formaggio e vederemmo di botto chi l'ha avuto ... ” “Come è adunque da fare?” disse Buffalmacco ... Rispose Bruno: “Vorrebbesi fare con belle galle di gengiovo e con bella vernaccia, e invitargli a bere: essi non sel penserebbono e verrebbono, e così si possono benedicer le galle del gengiovo come il pane e 'l cascio ... ” Disse Buffalmacco: “Per certo tu di' il vero; e tu, Calandrino, che di'? voglianlo fare?” Disse Calandrino: “Anzi ve ne priego io per l'amor di Dio; ché, se io sapessi pure chi l'ha avuto, sì mi parrebbe essere mezzo consolato ... Bruno, andatosene a Firenze a un suo amico speziale, comperò una libra di belle galle e fecene far due di quelle del cane, le quali egli fece confettare in uno aloè patico fresco; poscia fece dar loro le coverte del zucchero come avevan l'altre, e per non ismarrirle o scambiarle fece lor fare un certo segnaluzzo, per lo quale egli molto ben le conoscea; e comperato un fiasco d'una buona vernaccia, se ne tornò in villa a Calandrino e dissegli: “Farai che tu inviti domattina a ber con teco tutti coloro di cui tu hai sospetto: egli è festa, ciascun verrà volentieri, e io farò stanotte insieme con Buffalmacco la 'ncantagione sopra le galle e recherolleti domattina a casa, e per tuo amore io stesso le darò e farò e dirò ciò che fia da dire e da fare ...
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Decameron (pagina 143)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ora avvenne, dopo certo spazio di tempo, che la fortuna apparecchiò caso da poter lo scolare al suo disiderio sodisfare; per ciò che, essendosi il giovane che dalla vedova era amato, non avendo alcun riguardo allo amor da lei portatogli, innamorato d'un'altra donna e non volendo né poco né molto dire né fare cosa che a lei fosse a piacere, essa in lagrime e in amaritudine si consumava ... La donna poco savia, senza pensare che se lo scolare saputa avesse nigromantia per sé adoperata l'avrebbe, pose l'animo alle parole della sua fante, e subitamente le disse che da lui sapesse se fare il volesse e sicuramente gli promettesse che, per merito di ciò, ella farebbe ciò che a lui piacesse ... Ma io vi ricordo che ella è più malagevole cosa a fare che voi per avventura non v'avisate, e massimamente quando una donna vuole rivocare uno uomo a amar sé o l'uomo una donna, per ciò che questo non si può fare se non per la propria persona a cui appartiene; e a far ciò convien che chi 'l fa sia di sicuro animo, per ciò che di notte si convien fare e in luoghi solitarii e senza compagnia: le quali cose io non so come voi vi siate a far disposta ... ” Lo scolare, che di mal pelo avea taccata la coda, disse: “Madonna, a me converrà fare una imagine di stagno in nome di colui il quale voi disiderate di racquistare: la quale quando io v'avrò mandata, converrà che voi, essendo la luna molto scema, ignuda in un fiume vivo, in sul primo sonno e tutta sola, sette volte con lei vi bagniate; e appresso così ignuda n'andiate sopra a uno albero o sopra una qualche casa disabitata, e volta a tramontana con la imagine in mano sette volte diciate certe parole che io vi darò scritte, le quali come dette avrete, verranno a voi due damigelle delle più belle che voi vedeste mai e sì vi saluteranno e piacevolmente vi domanderanno quello che voi vogliate che si faccia ... E ancora mi ricorda essere non guari lontana dal fiume una torricella disabitata, se non che per cotali scale di castagnuoli che vi sono salgono alcuna volta i pastori sopra un battuto che v'è a guatar di lor bestie smarrite, luogo molto solingo e fuor di mano; sopra la quale io saglirò e quivi il meglio del mondo spero di fare quello che m'imporrai ...
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Decameron (pagina 145)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ora io non ti vo' dir più: io seppi tanto fare che io costà sù ti feci salire; sappi tu ora tanto fare che tu ne scenda, come tu mi sapesti beffare” ... Parte che lo scolare questo diceva, la misera donna piagneva continuo e il tempo se n'andava, sagliendo tuttavia il sol più alto; ma poi che ella il sentì tacer, disse: “Deh! crudele uomo, se egli ti fu tanto la maladetta notte grave e parveti il fallo mio così grande, che né ti posson muovere a pietate alcuna la mia giovane bellezza, le amare lagrime né gli umili prieghi, almeno muovati alquanto e la tua severa rigidezza diminuisca questo solo mio atto, l'essermi di te nuovamente fidata e l'averti ogni mio segreto scoperto col quale ho data via al tuo disidero in potermi fare del mio peccato conoscente; con ciò sia cosa che, senza fidarmi io di te, niuna via fosse a te a poterti di me vendicare, il che tu mostri con tanto ardore aver disiderato ... E quantunque io crudelmente da te trattata sia, non posso per ciò credere che tu volessi vedermi fare così disonesta morte come sarebbe il gittarmi a guisa di disperata quinci giù dinanzi agli occhi tuoi, a' quali, se tu bugiardo non eri come se' diventato, già piacqui cotanto ...
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Decameron (pagina 151)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Buffalmacco rivolto al maestro disse: “Maestro mio, egli si par bene che voi siete stato a Bologna e che voi infino in questa terra abbiate recata la bocca chiusa e ancora vi dico più, che voi non apparaste miga l'abicì in su la mela, come molti sciocconi voglion fare, anzi l'apparaste bene in sul mellone, ch'è così lungo; e se io non m'inganno, voi foste battezzato in domenica ... E come che Bruno m'abbia detto che voi studiaste là in medicine, a me pare che voi studiaste in apparare a pigliare uomini: il che voi, meglio che altro uomo che io vidi mai, sapete fare con vostro senno e con vostre novelle ... E venuto il dì che la notte seguente si dovean ragunare, il maestro gli ebbe ammenduni a desinare; e desinato ch'egli ebbero, gli domandò che modo gli conveniva tenere a venire a questa brigata; al quale Buffalmacco disse: “Vedete, maestro, a voi conviene esser molto sicuro, per ciò che, se voi non foste molto sicuro, voi potreste ricevere impedimento e fare a noi grandissimo danno; e quello a che egli vi conviene esser molto sicuro, voi l'udirete ... E per ciò, se non vi dà il cuore d'esser ben sicuro, non vi venite, ché voi fareste danno a noi senza fare a voi pro niuno ... Vedrete pure come l'opera andrà quando io vi sarò stato, da che, non avendomi ancora quella contessa veduto, ella s'è sì innamorata di me che ella mi vuol fare cavalier bagnato: e forse che la cavalleria mi starà così male, e saprolla così mal mantenere o pur bene! Lascerete pur far me!” Buffalmacco disse: “Troppo dite bene, ma guardate che voi non ci faceste la beffa e non vi veniste o non vi foste trovato quando per voi manderemo; e questo dico per ciò che egli fa freddo e voi signor medici ve ne ...
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Decameron (pagina 154)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Li quali Salabaetto non voleva torre, sì come colui che da lei tra una volta e altra aveva avuto quello che valeva ben trenta fiorin d'oro, senza aver potuto fare che ella da lui prendesse tanto che valesse un grosso ... Alla fine, avendol costei bene acceso col mostrar sé accesa e liberale, una delle sue schiave, sì come ella aveva ordinato, la chiamò: per che ella, uscita della camera e stata alquanto, tornò dentro piagnendo e sopra il letto gittatasi boccone cominciò a fare il più doloroso lamento che mai facesse femina ... Salabaetto, maravigliandosi, la si recò in braccio e cominciò a piagner con lei e a dire: “Deh, cuor del corpo mio, che avete voi così subitamente? che è la cagione di questo dolore? Deh, ditemelo, anima mia!” Poi che la donna s'ebbe assai fatta pregare, e ella disse: “Oimè, signor mio dolce, io non so né che mi fare né che mi dire! Io ho testé ricevute lettere da Messina, e scrivemi mio fratello che, se io dovessi vendere e impegnare ciò che ci è, che senza alcun fallo io gli abbia fra qui e otto dì mandati mille fiorin d'oro, se non che gli sarà tagliata la testa; e io non so quello che io mi debbia fare che io gli possa così prestamente avere: ché, se io avessi spazio pur quindici dì, io troverei modo da civirne d'alcun luogo donde io ne debbo aver molti più, o io venderei alcuna delle nostre possessioni; ma, non potendo, io vorrei esser morta prima che quella mala novella mi venisse”; e detto questo, forte mostrandosi tribolata, non restava di piagnere ... Era quivi in quei tempi nostro compar Pietro dello Canigiano, trasorier di madama la 'mperatrice di Constantinopoli, uomo di grande intelletto e di sottile ingegno, grandissimo amico e di Salabaetto e de' suoi: col quale, sì come con discretissimo uomo, dopo alcun giorno Salabaetto dolendosi raccontò ciò che fatto aveva e il suo misero accidente e domandogli aiuto e consiglio in fare che esso quivi potesse sostentar la sua vita, affermando che mai a Firenze non intendeva di ritornare ... Il Canigiano, dolente di queste cose, disse: “Male hai fatto, mal ti se' portato, male hai i tuoi maestri ubiditi, troppi denari a un tratto hai spesi in dolcitudine: ma che? Fatto è, vuolsi vedere altro”; e, sì come avveduto uomo, prestamente ebbe pensato quello che era da fare e a Salabaetto il disse; al quale piacendo il fatto, si mise in avventura di volerlo seguire ... Egli è tanto e tale l'amor che io vi porto, che io ho fatto vendere la maggior parte delle mie possessioni: e ho al presente recata qui tanta mercatantia che vale oltre a dumilia fiorini e aspettone di Ponente tanta che varrà oltre a tremilia; e intendo di fare in questa terra un fondaco e di starmi qui per esservi sempre presso, parendomi meglio stare del vostro amore che io creda che stea alcuno innamorato del suo ...
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Decameron (pagina 157)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per che ella ti priega, in luogo di gran servigio, che ti debba piacere d'andare stasera in sul primo sonno e entrare in quella sepoltura dove Scannadio è sepellito, e metterti i suo' panni indosso e stare come se tu desso fossi infino a tanto che per te sia venuto, e senza alcuna cosa dire o motto fare di quella trarre ti lasci e recare a casa sua, dove ella ti riceverà, e con lei poi ti starai e a tua posta ti potrai partire, lasciando del rimanente il pensiero a lei ... ’ E se egli dice di volerlo fare, bene sta; dove dicesse di non volerlo fare, sì gli dì da mia parte che più dove io sia non apparisca e, come egli ha cara la vita, si guardi che più né messo né ambasciata mi mandi ... E appresso questo, te n'andrai a Rinuccio Palermini e sì gli dirai: ‘Madonna Francesca dice che è presta di volere ogni tuo piacer fare, dove tu a lei facci un gran servigio, cioè che tu stanotte in su la mezzanotte te ne vadi all'avello dove fu stamane sotterrato Scannadio, e lui, senza dire alcuna parola di cosa che tu oda o senta, tragghi di quello soavemente e rechigliele a casa ... Quivi perché ella el voglia vedrai e di lei avrai il piacer tuo; e dove questo non ti piaccia di fare, ella infino a ora t'impone che tu mai più non le mandi né messo né ambasciata ... E essendo già Rinuccio a piè dell'uscio della gentil donna, la quale alle finestre con la sua fante stava per sentire se Rinuccio Alessandro recasse, già da sé armata in modo da mandargli ammendun via, avvenne che la famiglia della signoria, in quella contrada ripostasi e chetamente standosi aspettando di dover pigliare uno sbandito, sentendo lo scalpiccio che Rinuccio co' piè faceva, subitamente tratto fuori un lume per veder che si fare e dove andarsi e mossi i pavesi e le lance gridò: “Chi è là?” La quale Rinuccio conoscendo, non avendo tempo da troppo lunga diliberazione, lasciatosi cadere Alessandro, quanto le gambe nel poteron portare andò via ...
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Decameron (pagina 159)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E senza troppo indugio darvi, avendo tra sé ordinato quello che a fare avessero, la seguente mattina appostato quando Calandrino di casa uscisse, non essendo egli guari andato, gli si fece incontro Nello e disse: “Buondì, Calandrino ... Egli ti dirà incontanente ciò che tu avrai a fare, e noi ne verrem teco e, se bisognerà far cosa niuna, noi la faremo ... ” Bruno, andatose al maestro Simone, vi fu prima che la fanticella che il segno portava e ebbe informato maestro Simon del fatto; per che, venuta la fanticella e il maestro, veduto il segno, disse alla fanticella: “Vattene e dì a Calandrino che egli si tenga ben caldo, e io verrò a lui incontanente e dirogli ciò che egli ha e ciò che egli avrà a fare ... Io ho qui da dugento lire di che io volea comperare un podere: se tutti bisognano, tutti gli togliete, pur che io non abbia a partorire, ché io non so come io mi facessi; ché io odo fare alle femine un sì gran romore quando son per partorire, con tutto che elle abbiano buon cotal grande donde farlo, che io credo, se io avessi quel dolore, che io mi morrei prima che io partorissi ... Io ti farò fare una certa bevanda stillata molto buona e molto piacevole a bere, che in tre mattine risolverà ogni cosa, e rimarrai più sano che pesce; ma farai che tu sii poscia savio e più non incappi in queste sciocchezze ... Il medico, partitosi, gli fece fare un poco di chiarea e mandogliele ... Calandrino bevé tre mattine della chiarea; e il medico venne da lui, e i suoi compagni, e toccatogli il polso gli disse: “Calandrino, tu se' guerito senza fallo; e però sicuramente oggimai va a fare ogni tuo fatto, né per questo star più in casa ... ” Calandrino lieto, levatosi, s'andò a fare i fatti suoi, lodando molto, ovunque con persona a parlar s'avveniva, la bella cura che di lui il maestro Simone aveva fatta, d'averlo fatto in tre dì senza alcuna pena spregnare; e Bruno e Buffalmacco e Nello rimaser contenti d'aver con ingegni saputa schernire l'avarizia di Calandrino, quantunque monna Tessa, avvedendosene, molto col marito ne brontolasse ...
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Decameron (pagina 162)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ora avendol tenuti costoro ben due mesi in questa forma senza più aver fatto, vedendo Calandrino che il lavorio si veniva finendo e avvisando che, se egli non recasse a effetto il suo amore prima che finito fosse il lavorio, mai più fatto non gli potesse venire, cominciò molto a strignere e a sollecitar Bruno; per la qual cosa, essendovi la giovane venuta, avendo Bruno prima con Filippo e con lei ordinato quello che fosse da fare, disse a Calandrino: “Vedi, sozio, questa donna m'ha ben mille volte promesso di dover fare ciò che tu vorrai e poscia non ne fa nulla, e parmi che ella ti meni per lo naso; e per ciò, poscia che ella nol fa come ella promette, noi gliele farem fare o voglia ella o no, se tu vorrai ... E però, se Filippo va oggi in niun luogo, accostaleti in qualche modo e toccala e vattene nella casa della paglia ch'è qui da lato, ch'è il miglior luogo che ci sia, per ciò che non vi bazzica mai persona: tu vedrai che ella vi verrà; quando ella v'è, tu sai bene ciò che tu t'hai a fare ... Monna Tessa corse con l'unghie nel viso a Calandrino, che ancora levato non era, e tutto gliele graffiò; e presolo per li capelli e in qua e in là tirandolo cominciò a dire: “Sozzo can vituperato, dunque mi fai tu questo? Vecchio impazzato, che maladetto sia il bene che io t'ho voluto: dunque non ti pare aver tanto a fare a casa tua, che ti vai innamorando per l'altrui? Ecco bello innamorato! Or non ti conosci tu, tristo? non ti conosci tu, dolente? che premendoti tutto, non uscirebbe tanto sugo che bastasse a una salsa ...
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Decameron (pagina 171)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” E con questo impeto levatosi, senza comunicare il suo consiglio a alcuno, con poca compagnia montato a cavallo dopo il terzo dì dove Natan dimorava pervenne; e a' compagni imposto che sembianti facessero di non esser con lui né di conoscerlo e che di stanzia si procacciassero infino che da lui altro avessero, quivi in sul fare della sera pervenuto e solo rimaso, non guari lontano al bel palagio trovò Natan tutto solo, il quale senza alcuno abito pomposo andava a suo diporto; cui egli, non conoscendolo, domandò se insegnar gli sapesse dove Natan dimorasse ... I sommi imperadori e i grandissimi re non hanno quasi con altra arte che d'uccidere, non uno uomo come tu volevi fare ma infiniti, e ardere paesi e abbattere le città, li loro regni ampliati, e per conseguente la fama loro: per che, se tu per più farti famoso me solo uccider volevi, non maravigliosa cosa né nuova facevi ma molto usata ... ” Mitridanes, non iscusando il suo desidero perverso ma commendando l'onesta scusa da Natan trovata a esso, ragionando pervenne a dire sé oltre modo maravigliarsi come a ciò fosse Natan potuto disporre e a ciò dargli modo e consiglio: al quale Natan disse: “Mitridanes, io non voglio che tu del mio consiglio e della mia disposizione ti maravigli, per ciò che, poi che io nel mio albitrio fui e disposto a fare quello medesimo che tu hai a fare impreso, niun fu che mai a casa mia capitasse, che io nol contentasse a mio potere di ciò che da lui mi fu domandato ...
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Decameron (pagina 181)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Le quali oppinioni se con alcuno avvedimento riguardate fieno, assai apertamente si vedrà che il riprender cosa che frastornar non si possa, niuna altra cosa è a fare se non volersi più savio mostrar che gl'iddii, li quali noi dobbiam credere che con ragion perpetua e senza alcuno error dispongano e governino noi e le nostre cose; per che, quanto le loro operazion ripigliare sia matta presunzione e bestiale, assai leggiermente il potete vedere e ancora chenti e quali catene color meritino che tanto in ciò si lasciano trasportar dall'ardire ... vostri ramarichii, più da furia che da ragione incitati, con continui mormorii, anzi romori, vituperano, mordono e dannano Gisippo per ciò che colei m'ha data per moglie col suo consiglio, che voi a lui col vostro avavate data, là dove io estimo che egli sia sommamente da commendare; e le ragioni son queste: l'una perché egli ha fatto quello che amico dee fare; l'altra perché egli ha più saviamente fatto che voi non avavate ... Non usa ora la fortuna di nuovo varie vie e istrumenti nuovi a recare le cose agli effetti diterminati? Che ho io a curare se il calzolaio più tosto che il filosofo avrà d'un mio fatto secondo il suo giudicio disposto o in occulto o in palese, se il fine è buono? Debbomi io ben guardare, se il calzolaio non è discreto, che egli più non ne possa fare, e ringraziarlo del fatto ... Usai adunque l'arte occulta che ora vi puote essere aperta, e feci Gisippo, a quello che egli di fare non era disposto, consentire in mio nome; e appresso, quantunque io ardentemente l'amassi, non come amante ma come marito i suoi congiugnimenti cercai, non appressandomi prima a lei, sì come essa medesima può con verità testimoniare, che io e con le debite parole e con l'anello l'ebbi sposata, domandandola se ella me per marito volea: a che ella rispose di sì ...
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Decameron (pagina 189)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E in brieve non solamente nel suo marchesato ma per tutto, anzi che gran tempo fosse passato, seppe ella sì fare, che ella fece ragionare del suo valore e del suo bene adoperare, e in contrario rivolgere, se alcuna cosa detta s'era contro al marito per lei quando sposata l'avea ... Sopravenne appresso che la donna da capo ingravidò e al tempo debito partorì un figliuol maschio, il che carissimo fu a Gualtieri; ma non bastandogli quello che fatto avea con maggior puntura trafisse la donna, e con sembiante turbato un dì le disse: “Donna, poscia che tu questo figliuol maschio facesti, per niuna guisa con questi miei viver son potuto, sì duramente si ramaricano che un nepote di Giannucolo dopo me debbia rimaner lor signore: di che io mi dotto, se io non ci vorrò esser cacciato, che non mi convenga fare di quello che io altra volta feci e alla fine lasciar te e prendere un'altra moglie ... ” Dopo non molti dì Gualtieri, in quella medesima maniera che mandato aveva per la figliuola, mandò per lo figliuolo: e similmente dimostrato d'averlo fatto uccidere, a nutricar nel mandò a Bologna, come la fanciulla aveva mandata; della qual cosa la donna né altro viso né altre parole fece che della fanciulla fatte avesse, di che Gualtieri si maravigliava forte e seco stesso affermava niuna altra femina questo poter fare che ella faceva; e se non fosse che carnalissima de' figliuoli, mentre gli piacea, la vedea, lei avrebbe creduto ciò fare per più non curarsene, dove come savia lei farlo cognobbe ... Ma essendo più anni passati dopo la natività della fanciulla, parendo tempo a Gualtieri di fare l'ultima pruova della sofferenza di costei, con molti de' suoi disse che per niuna guisa più sofferir poteva d'aver per moglie Griselda e che egli cognosceva che male e giovenilmente aveva fatto quando l'aveva presa, e per ciò a suo potere voleva procacciar col Papa che con lui dispensasse che un'altra donna prender potesse e lasciar Griselda; di che egli da assai buoni uomini fu molto ripreso; a che nulla altro rispose se non che conveniva che così fosse ... Comandatemi che io quella dota me ne porti che io ci recai: alla qual cosa fare né a voi pagatore né a me borsa bisognerà né somiere, per ciò che di mente uscito non m'è che ignuda m'aveste; e se voi giudicate onesto che quel corpo nel quale io ho portati i figliuoli da voi generati sia da tutti veduto, io me n'andrò ignuda; ma io vi priego, in premio della mia virginità che io ci recai e non ne la porto, che almeno una sola camiscia sopra la dota mia vi piaccia che io portar ne possa ...
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Decameron (pagina 192)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Chi ha a dir paternostri o a fare il migliaccio o la torta al suo divoto, lascile stare; elle non correranno di dietro a niuna a farsi leggere, benché e le pinzochere altressì dicono e anche fanno delle cosette otta per vicenda! Saranno similmente di quelle che diranno qui esserne alcune che, non essendoci, sarebbe stato assai meglio ... Ma se pur prosuppor si volesse che io fossi stato di quelle e lo 'nventore e lo scrittore, che non fui, dico che io non mi vergognerei che tutte belle non fossero, per ciò che maestro alcun non si truova, da Dio in fuori, che ogni cosa faccia bene e compiutamente; e Carlo Magno, che fu il primo facitor di paladini, non ne seppe tanti creare che esso di lor soli potesse fare oste ... E ancora, credo, sarà tal che dirà che ce ne son di troppo lunghe; alle quali ancora dico che chi ha altra cosa a fare, follia fa a queste leggere, eziandio se brievi fossero ...
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La divina commedia (pagina 27)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!
Quell'anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra ... Non per far, ma per non fare ho perduto
a veder l'alto ...
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Fermo e Lucia (pagina 2)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Che fare? tornare indietro, non era a tempo: fuggire; era lo stesso che farsi inseguire, o peggio ... » «Bene bene,» interruppe il bravo, «questo matrimonio non si deve fare, ma nè domani nè mai ... Ora questa impunità minacciata ed insultata, ma non distrutta dalle gride, doveva ad ogni minaccia e ad ogni insulto fare nuovi sforzi per conservarsi, aumentare la sua forza, resistere, atterrire, tenersi unita, e così faceva difatti ... Quindi la grida al suo nascere trovava molta gente che aveva già prese le disposizioni necessarie per continuare a fare ciò ch'ella veniva a proibire ...
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Fermo e Lucia (pagina 5)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Ma grazie al cielo il suo incomodo non è serio, e quello ch'ella ha da fare è cosa di sì poco tempo, e di sì poca fatica ... Ma io sono troppo dolce di cuore, procuro di togliere gli ostacoli, di facilitare tutto, di fare quello che gli altri vogliono, e trascuro il mio dovere, e poi mi toccano dei rimproveri, e peggio ... » «Sapete voi quante e quante formalità sono necessarie per fare un matrimonio che non levi il sonno a chi lo ha fatto?» «Ma queste formalità non si sono già fatte?» «Fatte, fatte, pare a voi, perchè la bestia son io che trascuro il mio dovere per non far penare la gente ... Ma ora, so io quel che dico, non posso più fare a questo modo ... » «Ma via, quale è la formalità com'ella dice, che bisogni fare? La si farà subito ... » «Voglio sapere quale è l'impedimento a fare il mio matrimonio ... » gridò con una subita trasformazione, «e s'ella crede di farsi beffe di me perchè son povero figliuolo, le farò vedere che quando mi si fa torto, so fare anch'io uno sproposito come qualunque signore ... » «Sappiate adunque che è nostro dovere, dovere preciso di fare ricerche, ricerche esatte per vedere se non ci sieno impedimenti ...
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Fermo e Lucia (pagina 6)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... ,parlò dei rischj che un curato corre a fare il suo dovere, del timore che uno scellerato impunito può incutere ad un galantuomo, fece insomma intender tanto che a Fermo non mancava più che di sapere un nome ... » «Oh povero me! mi promettete, mi giurate di non dir niente?» «Le prometto di fare uno sproposito se non parla subito ... Spesse volte personaggi assai più importanti di Don Abbondio trovandosi in situazioni imbrogliate a segno di non sapere quale determinazione prendere, e non avendo nulla di opportuno da fare, e non potendo stare senza far nulla senza una buona ragione, trovarono che una febbre è una ragione ottima, e si posero a letto colla febbre ... Soltanto per prestarmi alla debolezza di quei lettori che non capiscono che l'uomo timido il quale lascia di fare il suo dovere per ispavento merita meno pietà dello scellerato consumato il quale cercando il male, e facendolo spontaneamente mostra almeno di avere una gran forza d'animo, e di sentire le alte passioni, e che potrebbero essere solleciti per quel meschino, credo di doverli informare che Don Abbondio non morì di quella febbre ...
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Fermo e Lucia (pagina 9)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Dovete dirmi chi vi ha dato il mandato: sarà naturalmente persona di riguardo; ed allora io andrò da lui a fare un atto di dovere: non gli dirò mica, vedete, ch'io sappia da voi che vi ha mandato egli: fidatevi: gli dirò che vengo ad implorare la sua protezione per un povero giovane calunniato ... Io vi parlo chiaro: le scappate bisogna pagarle: se volete dormir quietamente sopra questa faccenda; denari, e sincerità, parlare col cuore in mano, e poi obbedire, fare quello che vi sarà suggerito ... Quando questi ebbe terminato, Fermo ebbe inteso: e tra un poco di collera, però quella collera che un buon uomo di contado può avere contra un signore che sa, e tra un certo orgoglio di farsi vedere libero da quei timori che il dottore supponeva, rispose: «Oh signor dottore: la cosa non è così: io non ho minacciato nessuno: io non faccio di queste azioni, e domandi pure a tutto il mio comune, che sentirà che io non ho mai avuto che fare con la giustizia ... Ma la povera sposa andava pensando a quello che si potesse fare; il primo ripiego che viene in mente ai poverelli è quello di aver parere ed ajuto, e Lucia si sovvenne del Padre Galdino ... Andare al convento, ch'era distante forse due miglia; ella non ardiva, in questo frangente, e aveva ragione, pensava dunque di cercare qualche garzoncello disinvolto e fidato, per cui potesse fare avvertire il buon Capuccino ...
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Fermo e Lucia (pagina 15)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Era a quei tempi comunissima a tutte le classi di persone l'usanza d'infiorare il discorso di quelle parole delle quali quando si vogliono stampare non si pone che l'iniziale con alcuni puntini, di quelle parole che esprimono o ciò che vi ha di più sozzo o ciò che vi ha di più riverito, di quelle parole le quali quando scappano ad un signorino nella puerizia, fanno fare viso dell'arme alla mamma, e la fanno sclamare: «ohibò! dov'hai tu inteso questo: nella via o dai servitori certamente» (e l'avrà inteso dal signor padre) di quelle parole che non sono sconosciute nelle sale fastose, e che formano la terza parte dei colloquj del popolo, al quale dicono alcuni sapienti che converrebbe abbandonarle; ma questi sapienti non dicono bene, perchè comunque gli uomini sieno classificati, non vi ha alcuna classe d'uomini alla quale convenga ciò che è turpe ... 5
Il tentativo Il qual padre guardiano si fermò ritto sulla soglia, e vedendo le due donne sole, abbassò gli occhi, e si raccolse un momento, come era uso a fare dacchè era divenuto capuccino, tutte le volte che si trovava solo in presenza di qualche persona di quel sesso terribile, che non avesse l'età prescritta alle fantesche dei curati ... Quando la storia fu terminata; «Dio benedetto!» sclamò il Padre Cristoforo: «fino a quando li lascerai fare costoro?» Indi volgendosi tosto alle donne: «poverette!» disse: «Dio vi ha visitate: povera Lucia! mah! non vi perdete d'animo: Dio vi ajuterà, ve lo prometto io: oh non vi ha mica creata perchè foste tormentata da costui: Dio ha i suoi fini, e al termine delle cose si vede la sua mano ... Ascoltate; io vi prometto di non abbandonarvi: oh non vi abbandonerò certo; mah! Dio sa quello che io potrò fare: e chi sa che Dio non voglia servirsi di un uomo da nulla come son io per cambiare un prepotente, e per sollevare dei poverelli ... Lasciate ch'io pensi un momento che cosa si possa fare per andare incontro al pericolo più pressante, e poi Dio provvederà ... E fare un tentativo presso Don Rodrigo? Ehn! che cosa varranno le parole d'un povero frate su quel diavolo in carne? Eppure non c'è altro da fare ... Chi sa che adoperando preghiere, qualche minaccia lontana: fargli sentire che c'è qualcheduno che sa quel che si può fare contra uno scellerato soperchiatore? Forse non sarà che un infame cappriccio venutogli ...
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Fermo e Lucia (pagina 18)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... E lei Signor Dottore riverito, invece di farmi dei sogghigni, per darmi ad intendere che è del mio parere, perchè non sostiene le mie ragioni colla sua buona tabella, per ajutarmi a fare entrare la ragione in capo a questo signore?» «Io ... Ho detto, potendo, giacchè io non m'arrogo di fare il giudice ... Il mio debole parere dunque in tutto questo si è, che a ben fare non vi dovrebbero essere nè sfide, nè portatori, nè bastonate ... » «Le lettere ch'io ricevo da Milano», rispose Don Rodrigo, «mi danno che è voce comune che gli alemanni ottengono il passaggio per andar contro Mantova, e che pur troppo si crede che il passaggio sarà per di qui, giacchè i comaschi muovono cielo e terra per fare a noi questo regalo ...
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Fermo e Lucia (pagina 20)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Si potrebbe qui fare una erudita enumerazione di questi gesti, cominciando dai personaggi più celebri e dalle condizioni più note degli antichi romani, o anche degli Egizj, ma sarebbe troppo provocare l'impazienza del lettore avido certamente di seguire la nostra interessante storia ... Diremo soltanto che gli atti più usuali dei cappuccini per avere come dicono i francesi une contenance, erano di accarezzarsi la barba, di fare scorrere il berrettino innanzi indietro dal sincipite all'occipite, di porre la mano destra nella larga manica sinistra e viceversa, o di stirarsi il cordone, o di palpare ad uno ad uno i grossi paternostri del rosario che tenevano appeso alla cintola ... Il Padre fece le viste di non avvedersene, e continuò, con qualche esitazione, perchè le parole ch'egli stava per proferire non esprimevano veramente quello ch'egli sentiva: «Qualche tristi hanno abusato del nome di Vossignoria illustrissima per minacciare un parroco, ed atterrirlo dal fare il debito suo, e sopraffare indegnamente due poveri innocenti ... Qual gloria, signor Don Rodrigo! Qual gloria dinanzi agli uomini! E dinanzi a Dio! Fare il male è concesso sovente all'ultimo degli uomini: il più vile dei banditi può far tremare ... Non v'è disonore a ritrarsi dalla iniquità: la codardia sta nel fare delle azioni inique per timore di scomparire dinanzi ai tristi ... » «Insomma, padre,» disse alzandosi dispettosamente Don Rodrigo; «io non so quello ch'ella mi voglia dire: io non capisco altro se non che vi debb'essere qualche fanciulla che le preme assai: vada a fare le sue confidenze a chi le piace; e non si permetta di seccare più a lungo un gentiluomo ...
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Fermo e Lucia (pagina 22)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Ebbene, come vi ho detto, coraggio e destrezza; fare quello che vi dirò io, e la cosa è facile ... «Facile, a saperla fare;» replicò Agnese ... «Bisogna fare un matrimonio gran destino ... Ma come fare il matrimonio se il curato non vuole? Senza il curato non si può fare ... Quando le parole son proferite, il curato può strillare, strepitare fare quello che vuole, siete marito e moglie ... «No no:» riprese Agnese: «me ne lavo le mani: sentite, io son donna che sopporto ogni cosa per quelli a cui voglio bene, ma non voler credere alle mie parole, e non voler fare quello che dico io; questo non lo posso sopportare ... » Chi avesse tentato direttamente con preghiere di smuovere Agnese irritata, avrebbe facilmente avuto da fare per molto tempo: ma Lucia ottenne l'effetto in un momento, senza porvi astuzia, facendo una obbiezione: «Ma, perchè dunque,» diss'ella, «questa cosa non è venuta in mente al Padre Cristoforo?» Questa interrogazione impegnò la buona Agnese a rispondere, e a giustificare il suo assunto ... » Per rispondere a Fermo era necessario un ragionamento troppo sottile per Agnese: si volse ella adunque a Lucia, e disse: «Non bisogna dirla prima di farla, perchè allora sconsigliano: ma quando sarà fatta, che cosa vuoi che ti dica il Padre Cristoforo? – Ah figliuola è stata una scappata, non me ne tornate a fare una simile! – Tu gli prometterai di non tornarvi: non è vero? non son cose che si facciano due volte ... Nullameno le donne rivolte cortesemente a Fermo, gli dissero se voleva restar servito: complimento che il contadino di Lombardia non lascia mai di fare quando mangia seduto sulla sua porta a chi s'abbatte a passarvi quand'anche stesse mangiando l'ultimo boccone del suo piatto ...
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Fermo e Lucia (pagina 25)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Il Padre Guardiano le vuol parlare,» disse costui al nostro amico, il quale seguì la sua scorta pei lunghi corridoj e per le scale, rassegnato a toccare una buona gridata e in angustia di ricevere una penitenza la quale gl'impedisse di potere all'indomani trovarsi col servo di Don Rodrigo e fare per gl'innocenti suoi protetti ciò che il caso avesse richiesto ... In oltre il Padre Cristoforo, senza fare il dottore, senza disputare, dava però a divedere chiaramente di non approvare alcuni tratti della condotta e della politica dei suoi confratelli e del suo capo, e più d'una volta aveva ricusato di operare di concerto con gli altri; biasimandoli così indirettamente, ma chiaramente: dal che veniva che i frati e il guardiano avevano per lui più rispetto che amore ... Gli disse che preporre le opere volontarie di misericordia all'obbedienza era segno di orgoglio, e di amore alla propria volontà: che non era bene quel bene che non è fatto secondo le regole: che bisogna prima fare il dovere, e poi attendere alle opere di surerogazione; e altre cose di questo genere ... Aggiunse poi che egli, padre Cristoforo balordo, doveva conoscere di quanta importanza fosse la regola da lui infranta, e per la disciplina, e per evitare ogni scandalo; ma che per l'età sua, e per esser questo il primo suo fallo contro la regola, e perchè si teneva certo che non v'era altro che la violazione della regola, si contentava per questa volta ch'egli prima di coricarsi recitasse un miserere colle braccia alzate; e così lo congedò, e si gittò sul duro suo pagliaccio; più soddisfatto però che se si fosse posto sul letto il più delicato: poichè non è da dire quanta consolazione si senta nel far fare agli altri il loro dovere, e nel riprenderli quando se ne allontanano ...
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Fermo e Lucia (pagina 41)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... S'era ella quindi renduta indifferente su tutto ciò che riguardava il governo della famiglia, contenta di fare a modo suo nei due o tre articoli che abbiamo accennati ... «Oh!» s'interruppe il Marchese; «noi stiamo qui facendo chiacchere, e si dimentica il principale: bisogna fare una domanda in forma al Vicario delle monache, altrimenti non si conclude nulla ... Quindi rivolto sorridendo a Geltrude, le chiese quando ella sarebbe stata disposta a fare una trottata a Monza per richiedere alla Badessa di esser ricevuta ... S'avvedeva ben ella che ad ogni momento andava tessendo ella stessa una maglia di più alla sua rete; ma oltre ch'ella non vedeva ben chiaro se quella era una rete, fare altrimenti le pareva impossibile: poichè come mai in ...
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Fermo e Lucia (pagina 45)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » Geltrude incerta com'era, e stanca e indispettita dei passi che le si facevano fare sulla via del chiostro, non avrebbe voluto far nulla: ma la grazia era offerta con tanto apparato ch'ella s'avvide che il rifiuto sarebbe stato preso per un disprezzo; e nello stesso tempo non volle perdere quel qualunque vantaggio che le dava il potere scegliere ... Tutte le volte poi ch'ella era posta in una circostanza nella quale ciò ch'ella doveva fare o dire doveva essere un nuovo attestato di questa sua scelta, ella faceva e diceva ciò che lo poteva far credere, ciò che la impegnava sempre più ... Benchè alcune volte in quelle circostanze, ella sentisse una manifesta ripugnanza all'impegnarsi davantaggio, quantunque ella vedesse chiaramente che ciò ch'ella stava per fare le rendeva più e più difficile il retrocedere, pure il dire o fare il contrario l'avrebbe posta tutt'ad un tratto in una situazione così dura e così difficile, ch'ella non poteva nè pure pensare di farlo ... Ella era come chi trovandosi sur un ripido pendio, vedesse all'ingiù sotto di sè un picciol passo da farsi, e quindi un luogo di riposo, e volgendosi indietro per guardare alla via che bisognerebbe fare per risalire vedesse il principio d'una erta, lunga, dirotta, disastrosa ... Questo momento era quello dell'esame che un ecclesiastico deputato dal vicario delle monache doveva fare della sua vocazione; esame nel quale ella si sarebbe trovata sola con lui, e nel quale ella si teneva certa che qualche occasione si sarebbe offerta per potere svilupparsi da quel laccio, se laccio era, e in ogni caso, di conoscere ella stessa più chiaramente il suo animo, di deliberare sulla sua scelta più posatamente, più sicuramente, di quello che potesse fare coi parenti già risoluti senza deliberazione, e coi suoi pensieri troppo agitati, troppo confusi, troppo inesperti per deliberare ...
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Fermo e Lucia (pagina 56)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Don Rodrigo faceva osservare quelle facce al suo compagno, e si rodeva; ma non ardiva nè poteva fare alcun risentimento perchè all'oscurarsi del suo sguardo gl'inchini diventavano più umili, e gli aspetti più sommessi, e non ci sarebbe stato verso di appiccare una lite senza troppo scoprirsi ... Ecco che il signor Podestà quando voglia, come è giusto, servire l'illustrissima casa, potrà fare un ordine di cattura contra Fermo come lavoratore fuggitivo; poi si dirà che se Fermo ritorna, guai a lui; e Fermo non sarà tanto gonzo da venire a giustificarsi in prigione ... «Ma bravo: va che ti voglio fare aiutante del dottor Duplica ... » «Eh Signore,» rispose il Griso, con affettata modestia, «ho avuto tanto che fare con la giustizia, che qualche cosa devo saperne ... Così si potrà andare innanzi a fare tutto quello che sarà necessario ... » «E non so dove bisognerà andare a cercarla, che passi bisognerà fare ... » «Via, via, che ora non saprò fare stare un cappuccino ... » «Non mi state a fare un guajo che mi ponga in maggiore impiccio ...
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Fermo e Lucia (pagina 57)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Egli pensava qual prova Lucia aveva data di amore per Fermo e di orrore per lui, abbandonando così timida, così inesperta la sua casa paterna, i luoghi conosciuti, andando forse alla ventura; pensava che in quel momento essi erano in cerca d'un asilo per essere riuniti tranquillamente, e risolveva di fare, di sagrificare ogni cosa per impedirlo ... In questa tempesta di pensieri Don Rodrigo passeggiava per la stanza, facendo ad ogni momento nuove interrogazioni al Griso, e affettando sicurezza dinanzi al Conte Attilio; finalmente conchiuse col dire: «Per ora non c'è altro da fare che di sapere precisamente dove sono andati: tocca a te Griso; e poi, e poi ... basta non voglio ciarlare; ma son certo che quando tornato a Milano andrò a fare il mio dovere dal Conte mio zio, egli non lascerà di farmi mille interrogazioni ... Ma coi pazzi come bisogna fare? Castigarli ... Il signor podestà non si lasciò scappare una occasione, che gli si era tanto raccomandato di afferrare, e nel giorno susseguente fatte fare ...
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Fermo e Lucia (pagina 78)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Raccolti i sommi capi di queste idee della letteratura italiana risorta, bisognerà ancora cercarne la sorgente; vedere se sieno state riprese, svolte dagli scritti del cinquecento, o da che altra parte sieno venute a fare impeto nella letteratura italiana ... Noi tronchiamo dunque subitamente questa digressione, pregando quei pochi i quali l'avessero letta fin qui a fare le nostre scuse a quelli che per noja avranno gettato il libro a mezzo di questo capitolo, pregandoli anche di assicurarli che saltando tutto il capitolo avrebbero la continuazione della storia, e di prometter loro in nostro nome, che noi vi ci getteremo in mezzo a piè pari al principio del prossimo volume, che la continueremo senza interruzione, seguendo fedelmente il manoscritto, e mescolandovi del nostro il meno che sarà possibile ... fosse mandato, Dio sa da chi per fare quello che gli altri ... » Il cappellano non ebbe più coraggio di replicare, e fatto un inchino partì per obbedire, dicendo in cuor suo: – non c'è rimedio: tutti i santi sono ostinati –, epiteto che nel senso in cui l'adoperiamo il più sovente significa uno che non vuol fare a modo nostro ...
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Fermo e Lucia (pagina 83)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... ballo gli altri, quelli che vorrebbero attendere ai fatti loro; e che tanto gli uni quanto gli altri debbano venir tra i piedi a me, pover'uomo, che non m'impaccio degli affari altrui, e che non cerco altro che di starmene quieto a casa mia! Quel birbone di Don Rodrigo s'ha da ficcare in capo di sturbare un matrimonio, proprio nella mia parrocchia, e m'ha da venire una intimazione di quella sorte! Un pazzo che ha nascita e quattrini, casa ben piantata, e parenti in alto, e potrebbe godersi la sua vita tranquilla, signorilmente: attendere a dare dei buoni pranzi, stare allegro, e fare degli allegri: signor no: ha da desiderare la donna d'altri, tanto per venire a molestarmi ... Oh questa ragazza benedetta vuol essere la mia morte! Deve proprio capitare in mano di costui (e così dicendo guatava sottecchi il Conte quasi per vedere se poteva arrischiarsi a strapazzarlo mentalmente); e costui che è sempre stato lontano dai vescovi come il diavolo dall'acqua santa, ha da venir qui in persona, a cercare l'arcivescovo, senza che nessuno ce lo abbia mandato per forza, proprio per metter me in impaccio: e questo arcivescovo, benedett'uomo che vorrebbe dirizzar le gambe ai cani, a cui pare che il mondo rovini quando la gente sta ferma, che deve sempre far qualche cosa egli, e far fare qualche cosa agli altri; subito, subito, tutto va bene, gran consolazione, la pecora smarrita, credere tutto, darvi dentro, e far trottare il curato ... La santità non basta, ci vuole un po' di prudenza, e sì che dovrebbe avere imparato: ha avuto delle belle brighe, a forza di cercarne, e di voler fare andar le cose a modo suo: ma pare che vi c'ingrassi: non ne lascia scappare una; la carità va bene; ma la prima carità dovrebb'essere per un povero curato, che un vescovo, un vero vescovo di giudizio lo dovrebbe tener prezioso come la pupilla degli occhj suoi ... Se le sta a cuore la riuscita di questo pio disegno, non dica parola, non faccia cenno che possa dare a divedere nulla a costoro, nè di quello che si vuol fare, nè di quello ch'io penso ... » «Lasci fare, lasci fare a me;» rispose Don Abbondio ...
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Fermo e Lucia (pagina 95)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Dio buono!» riprese Federigo, «voi avete creduto, voi credete ancora, voi sostenete dinanzi a me che una tale proibizione dovesse essere per voi un comandamento? Che doveste obbedire? Così dunque basterebbe un violento in ogni parrocchia per fare che il ministero fosse tutto sospeso, i pastori muti e schiavi? i deboli abbandonati? Che dovevate voi fare? Chiedere a Dio la forza che vi era necessaria, e Dio ve l'avrebbe accordata; non perdere un momento: avvertire quei due poveretti della iniquità potente che stava all'erta contra di loro, strascinarvi in Chiesa, e fare a malgrado dell'uomo quello che Dio vi comandava, consacrare la loro unione, e chiamare sopra di loro la benedizione del cielo: dovevate soccorrerli di consiglio, di mezzi per porsi al riparo con la fuga, cercar loro un asilo, fare quello che implorereste se foste perseguitato da un più forte di voi: dovevate informar tosto il vostro vescovo del loro, del vostro pericolo, dell'impedimento che una violenza infame poneva all'esercizio del vostro ministero ... Questo bel fiore di virtù, questa povera giovane è venuta per sorprendere il parroco e per fare un matrimonio clandestino ...
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Fermo e Lucia (pagina 96)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Quegli che è stato ripreso per sua cagione, tace dinanzi alla riprensione, cede al suo maggiore, ma trova poi il mezzo di fare espiare al debole quel breve trionfo ... Son tanti i mezzi di fare avere torto al debole! e colui che ne aveva assunta la protezione, è tanto distratto da altre cure, di sì corta vista, che è facile fargli credere ch'egli si è ingannato alla prima, che ha protetto un immeritevole ... Amateli cordialmente, e saprete sempre quello che avrete da fare per essi ... » «Monsignore,» disse Don Abbondio, con voce commossa, «dinanzi a voi e dinanzi a Dio prometto di fare per essi tutto quello che potrò ... Vossignoria ha avuta la degnazione di dirmi che avrebbe tremato per me povero prete: sappia, Monsignore, che v'è da tremare ancora, perchè quando Vossignoria sarà a far del bene altrove, costui tornerà qui a fare alla peggio ... Perpetua lo fece sedere al posto d'onore della cucina nel banco sotto la cappa del camino; dicendo: «Vossignoria starà come potrà: veramente avrebbe fatto meglio d'entrare coi signori, che quello è il suo posto: basta, com'ella vuole: mi scusi se non posso fare il mio dovere a tenerle compagnia, perchè oggi ho tante faccende: ella vede ... Ecco, si serva: mangi di questo: e lasci fare a me per mandare in ...
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Fermo e Lucia (pagina 105)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Costoro osservato lo stato delle cose, fatte le loro ragioni, trovarono che comperando il riso ad un prezzo molto maggiore dell'assegnato arbitrariamente si poteva fare ancor molto guadagno: offersero quel prezzo ai possessori, i quali non rispondevano di non aver riso da vendere a chi lo pagava più di quello che comandava la legge ... Questi stordito dai richiami continui e crescenti del popolo, stordito dal vedere che tutti i provvedimenti già dati invece di togliere il male lo avevano accresciuto, non sapendo più che fare, e persuaso che qualche cosa bisognava pur fare, s'appigliò al partito di quelli che non veggono nelle cose reali un elemento ragionevole di determinazione: fece un'ipotesi ... Se era naturale che il popolo esultasse, non lo era meno che strillassero i fornaj: un politico avrebbe potuto dire che quello era il caso di fare soffrire un picciol numero per sollevare e tranquillare una gran moltitudine: ma il male era che questo picciol numero era appunto quello che doveva, e che poteva solo dare in fatto quello che la legge comandava e prometteva in parole: e a produrre l'effetto non bastava che i fornaj avessero ricevuto un ordine preciso, non bastava che avessero molta paura, che fossero disposti a sopportare l'ultima rovina delle sostanze per salvare la persona: era necessario che potessero ...
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Fermo e Lucia (pagina 114)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Che cosa volete fare del mio nome? Avete paura ch'io non vi paghi? Se fossi un tiranno con dieci bravi al mio servizio potreste dubitare, ma sono un povero figliuolo, e non son uomo da dare un canto in pagamento a nessuno ... «Per me,» diss'egli, «se dovessi comandare io, troverei tosto il mezzo di fare stare gli ammassatori, e i fornaj, e di far trovare pane per tutti ... Ecco come vorrei fare ... Ma bisognerebbe fare le cose giuste, senza parzialità, e in proporzione della famiglia ...
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Fermo e Lucia (pagina 116)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... L'ordine era più facile da darsi che da eseguirsi: e per non parlare che di ciò che si lega alla nostra storia, quel falso Ambrogio aveva girato lungo tempo qua e là, su e giù, sempre in mezzo alle occasioni, senza poterne cogliere una, vedendo i rei a centinaja, senza poterne fare un prigione, e si rodeva come un cacciatore che viaggiando vegga levarsi a destra e a sinistra, dalle macchie, tordi, starne, e pernici, e non abbia lo schioppo con sè; quando gli capitò nelle ugne il povero Fermo, e vi rimase, come abbiamo veduto ... » «Mi lascino andare adesso, subito,» disse Fermo, «io non ho nulla che fare con la giustizia ... » «Voglio sapere perchè vengono a fare questa sorpresa a un galantuomo ... Io non ho che fare con lui ... Voglio esser condotto da Ferrer; quello lo conosco, e saprò fare intendere le mie ragioni ...
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Fermo e Lucia (pagina 123)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Prospero il maggiordomo di casa, e il favorito di Don Ferrante, faceto e rispettoso, disinvolto e composto, dotto a tutto fare e a tutto soffrire, abile a trattare gli affari, e a parlarne senza mai proferire le parole che potevano far sentire gl'impicci, o offendere la dignità del padrone, sapeva suggerir a proposito un invito da fare onore alla casa, trovare un cammeo prezioso, un quadro raro, ogni volta che una rata di pagamento stava per entrare nella cassa di Don Ferrante, e sapeva trovare un prestatore ogni volta che la cassa era asciutta ... Esercitava essa sotto gli ordini immediati della padrona la più severa vigilanza sulle persone che dipendevano da questa, ed era ministra di tutto il bene ch'ella poteva fare in casa e fuori ... Ma quanto alla gente di Don Ferrante, essa non poteva fare altro che notare tutte le azioni disordinate che essi commettevano, disapprovare con qualche cenno, o al più con qualche frizzo, e riferire poi il tutto alla padrona, la quale pure non poteva fare altro che gemere con lei ... Le informazioni furono quali dovevano essere: che quel giovane era un facinoroso, venuto a Milano per metterlo sossopra, per fare il capopopolo, ch'era stato nelle mani dei birri, a un pelo dalla forca; e se ora respirava tuttavia in paese straniero, lo doveva alla sua audacia nel resistere alla giustizia, e alla celerità delle sue gambe ... Compresa e piena dell'uficio che le era imposto, Ghita nella via andava sempre con gli occhi sbarrati, e sospettosi; e siccome il volto di Lucia attraeva spesso e fermava gli sguardi, così la guardiana si trovava spesso nel caso di fare il viso dell'arme ai guardatori, o almeno di far loro intendere ch'ella vegliava, e che la loro mina era sventata: e quando s'avvedeva che la sua aria di sospetto e di minaccia femminile, invece di stornare i ...
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Fermo e Lucia (pagina 132)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Ohimè! ohimè!» disse Don Abbondio: «vedo che qui si voglion fare delle pazzie; appunto quando più si vorrebbe stare zitti, rannicchiati senza nè meno fiatare, farsi scorgere ... » Dette sotto voce queste parole Don Abbondio proseguiva lentamente, guardando con attenzione a quegli armati, e cercando di comporre il volto alla indifferenza, e di non lasciar trasparire il suo pensiero che diceva dentro: – Scommetterei che questo gradasso ha caro che sia venuto un flagello così orribile per avere il pretesto di fare un po' di rimescolamento ... Quando uno era entrato nel castello, ed era passato in rivista dal signore, diveniva verso lui come un soldato col suo antico ufiziale: tanto il Conte possedeva quella forte risolutezza che piega le volontà, e quella parola che toglie il pensiero di fare diversamente da quello ch'ella suona ...
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Fermo e Lucia (pagina 137)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Non è ella cosa che fa rabbia, e pietà nello stesso tempo, il vedere quel buon vecchio di Settala, che potrebbe fare il medico con giudizio, e servirsi della sua buona pratica acquistata in sessant'anni, e del buon senso che gli ha dato la natura, vederlo, dico, perduto dietro sogni ridicoli, incaparbito contra il sentimento d'un pubblico intero, innamorato di quella sua idea pazza del contagio; perchè? perchè l'ha trovata nei suoi autori ... Ah! ah! un accidente trasportato: due parole che cozzano, che ripugnano, che stanno insieme come Aristotele e scimunito; due parole da fare sgangherar dalle risa le panche delle scuole, da fare scontorcere la filosofia, la quale tiene, insegna, pone per fondamento che gli accidenti non possono mai mai passare da un soggetto all'altro ... Perchè non si vuol fare come il volgo, che guarda in su, vede le stelle, e le considera come tante capocchie di spilli confitti in un torsello: ha bene inteso dire che le stelle influiscono, ma non va poi a cercare nè come nè quando ... » Don Ferrante continuò: «Ecco la cagione prima della mortalità, ecco dove sta l'errore di questi pochi medici che voglion fare il singolare, e resistere all'evidenza, e credono di spaventarci con un grande apparato di dottrina, come se alla fine, avessero a fare soltanto con gente che non abbia mai toccato il limen della filosofia ...
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Fermo e Lucia (pagina 153)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Lascia fare a me» gli disse un monatto; e strappato di dosso a un cadavere un laido cencio, lo rannodò in fretta, e presolo per un dei capi lo alzò verso quei feroci, come una fionda, fece atto di gittarlo, gridando: «aspetta canaglia» ... Fai bene d'ungere questa canaglia: ungili, estirpali costoro che non son buoni a qualche cosa che morti, o birboni; che hanno bisogno di noi, e ci maledicono, e vanno dicendo che, finita la moria, ci vogliono fare impiccar tutti ... Fermo era già anche troppo imbarazzato in quella poca conversazione, che aveva dovuto fare con essi; vedeva che quegli che lo avevano salvato erano sul conto suo nello stesso inganno di quelli che lo volevano morto; non si curava di sgannare coloro, e nello stesso tempo sentiva troppa ripugnanza a dir cosa che gli confermasse nel loro errore ... Cercava quindi di lasciar cadere i discorsi, senza però mostrare nè ripugnanza, nè sospetto, nè fare atto che gli alienasse l'animo di quegli che alla fine erano i suoi protettori in quel momento ...
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I nuovi tartufi (pagina 10)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... " "Lo avete veduto voi?" "L'ho visto: ed informatomi s'egli avesse usanza praticare quel luogo, e se giuocasse sempre disperatamente in cotesta maniera, mi dissero da molte sere mandare a male tesori da fare ribrezzo ... Adesso buona notte, signore!—Spiacemi bene non avere incontrato migliore occasione per fare la vostra conoscenza, ma potete credere che non dipese da me ... —Ma la madre di Pausania, che portò prima le pietre per turare la porta del tempio onde fare morire di fame il figliuolo ricovrato là dentro?—È menzogna ...
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Il benefattore (pagina 2)
di Luigi Capuana (estratti)
... —O che vuol fare? Mutare i sassi in pane? —È uomo che se ne intende ... Avea voluto una caldaia, non vi essendo altro, per fare il bagno freddo la mattina, appena levato da letto ... Il notaio aveva condotto l'inglese in Casino, lo aveva presentato ai galantuomini più agiati, al Sindaco, all'Arciprete, all'Agente delle tasse, al Ricevitore, perchè così gli avea consigliato di fare l'amico che glielo aveva presentato con la lettera da cui era stato sbalordito quel giorno ... —Gente che sa fare e non sta mai con le mani in mano, come noialtri! —E lei, che ha pure tanti quattrini, perchè non ha fatto e non fa? —Perchè, caro Ricevitore… perchè… Non ne ragioniamo, è meglio! III ...
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Il benefattore (pagina 6)
di Luigi Capuana (estratti)
... E quando, troppo tardi, siamo liberi di fare a modo nostro, continuiamo la tradizione ... —Eccellenza, sì! —Far fare la spia a un ragazzo!… Ma perchè?… Oh! Il dolce viso di miss Elsa era diventato così severo e le sue rosee labbra si erano così scolorite, che il notaio sentì pietà di lei e stringendole una mano la confortava: —Signorina, il mondo è cattivo! VIII ... —E di quello che ci costringono a fare gli altri? —Nessuno può costringerci a fare il male ...
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Il benefattore (pagina 20)
di Luigi Capuana (estratti)
... Palesò la scoperta al suo Hart; il quale, sospettando quel che doveva essere accaduto con lui, si diè segretamente a fare esperienze che lo condussero a verificare, in modo assolutamente scientifico, quel che il caso aveva fatto operare al ferocissimo sterilizzatore ... Ho voluto fare un esperimento, sono riuscito, ma ne risento le cattive conseguenze ... Per quanto io fossi già ridotto a non meravigliarmi di niente, mentre egli mi esponeva il suo caso, stavo incerto se avessi da fare in quel momento con un individuo malato di corpo o di spirito ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 3)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Raimondo lesse, e sospirò, com'era il suo fare; ma non aggiunse parola ... Unico suo spasso e suo unico sfoggio era il fare un po' lunga la fermata serale al Cappello Nero, dove faceva i suoi pasti, in compagnia di quattro o cinque amici, stagionati e senza famiglia come lui, coi quali si cambiavano due chiacchiere sul più e sul meno, framezzandole con qualche sorso di Murano, o di Valpolicella ... Le cerimonie lo seccavano a morte, e per questo non si ritrovava bene in casa del suo principale, in quei ricevimenti sempre un pochettino solenni, o che a lui parevano tali; dove bisognava star sulla vita, fare il bocchino, gesticolar poco o nulla, e parlare in punta di forchetta, fra giovinotti inamidati, vecchi incerettati e signore infarinate ... — So che vi dò noia, mio caro Brizzi; ma voi mi scuserete, perchè non posso fare altrimenti ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 11)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — Sono andati a fare il giro del Canale, che iersera arrivando non hanno potuto godere ... Del resto col suo prepotente amico non si poteva fare altrimenti ... — E perchè, di grazia, perchè con esse meno che con altre? Avevi pur cominciato, se non a buttarti avanti, come tu dici, a fare almeno qualche atto di servitù! — Vero; — disse Filippo ... E mi son castigato, se mai, di un sogno pazzo, come quello che tu vorresti fare per me ... Dunque ti prego, Raimondo, non mi parlar più del tuo sogno, e tralascia i buoni uffici che vorresti fare per me ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 30)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... tuo fare così largo, così espansivo, sarai capace di star zitto? — L'osservazione non era piacevole; ma Raimondo ebbe il buon senso di mandarsela in celia ... Ma il fare una bella o una brutta cosa, risguarda lui ... — Ma che paragoni vuoi fare? Sono essi possibili? Riconosco tutto quello che va riconosciuto; ma sopra Livia, o alla pari con Livia, niente, niente; hai capito? vuoi che vada a gridarlo sul campanile di San Marco? — Livia era in quel momento un po' avanti a lui ... Dica Lei, Aldini; non pensa come me, che Raimondo è un angelo? — Filippo Aldini sentiva di fare in quell'idilio maritale una parte abbastanza ridicola ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 37)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Ci ho piccolo interesse, come sapete, ma bastante a farmi fare il viaggio ... io non resisterò alla figuraccia che m'avrai fatto fare con una famiglia tanto rispettabile; te l'assicuro io ... — balbettò Filippo, — che cosa vorresti tu fare? — Quello che un uomo d'onore sa fare, quando per colpa sua, o d'altri, ha perduta la stima della gente dabbene ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 48)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — Come? Non riconosce più l'opera sua? — Filippo si avvicinò, guardò più attentamente, e commosso mormorò: — Il ponte del Paradiso! — Ahimè, come asserragliato, quel ponte! e come lontano, quel Paradiso? L'avrebb'egli raggiunto mai? E doveva fare un certo discorso, che lo avrebbe allontanato sempre più da quell'Eden vietato ... Al più al più, potrei concedere di fare a metà ... — La mia gente avrà da fare; — incominciò — la mamma da coccolarsi in cento discorsi col suo Federigo; Margherita da scrivere alle sue amiche di Milano ... Io, se il conte Aldini mi fa grazia, vorrei fare una passeggiatina in Piazzetta con lui ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 61)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... tre tempi, da vecchio soldato, quello che gli era passato per la mente di fare ... Sopraggiunse indi a poco il medico di casa, e si unì tosto colla esperienza dell'arte sua alla operosità del primo venuto, approvando, anzi, tutto ciò che aveva incominciato a fare il collega ... — Mi lasci fare, signor padrone; si fidi di me ... — Raimondo lo lasciò fare, e lo seguì in anticamera, dove riconobbe il visitatore ...
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Intrichi d'amore (pagina 5)
di Torquato Tasso (estratti)
... FLAMINIO O Dio, che possono fare li testimonii falsi! LAVINIA Ancora non arrivi a dodeci anni, e così figliuola ti sei messa nel ballo d'Amore? PASQUINA Sì, perchè voi cantate più volte quel sonetto: «S'amor non fosse, il mondo non saria - E gli uomini sarian com'animali ... Sciocco, che disamando me, che son pure della qualità tua, ami una vil feminella! GIALAISE Ah! pazza Pasquina, ca lasci la rosa e pigli la spina: lasci me ca te boglio, ca te pozzo fare patrona, e pigli chillo ca non ti buole e non ti puole far autro ca fantesca! LAVINIA Sciocche noi, ch'avemo fiducia in serve che sempre incostanti, sempre infideli sono! Ma perchè io non mi vendico con le proprie mani? Ladra, traditora a questo modo! Ah! ti tirarò questi capelli, mi ti mangiarò il cuore! PASQUINA Ohimè, Dio! Ohimè, Dio! Voglio dire ogni cosa al padrone, e anche al padre di Flavio, che voi foste causa della sua disperazione ... Io pur li dicevo: vedi, moglie mia, che Flavio è troppo licenzioso, mira che è discorretto; non ti opponere quando io lo castigo, lascia fare a me; sappi che il mal suo si converte in natura; considera che quando vorremo, non potremo ritrarlo ... Sì, a punto nulla fa, anzi in collera mi replicava dicendo: non avemo altro che questo figliuolo, e tu pensi farlo morire sotto le stirature; lasciamolo fare, perchè quando l'arbore è buono, è meglio il frutto ...
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L'amore che torna (pagina 40)
di Guido da Verona (estratti)
... — E non le hai detto nulla? — Sì, le ho detto che d'ora innanzi andrò a fare le provviste io stessa ... — Tu non sarai capace di fare le compere ... Diedi una scrollata di spalle e mi posi davanti allo specchio per fare il nodo della cravatta ... Vidi Elena fare un gesto repentino di sorpresa ...
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La favorita del Mahdi (pagina 36)
di Emilio Salgari (estratti)
... Il barcaiuolo ebbe paura di quella minaccia e non ardì fare il menomo tentativo per rialzarsi o per reagire ... Cosa sei andato a fare in quella casa? —A trovare un mio amico ... Ora so cosa devo fare ... Cosa eri andato a fare da lui?
—Tu eri andato da Notis? chiese Daùd sorpreso ... Prima di domani sera Notis sarà ridotto in uno stato tale da non poter fare un solo passo per quarant'otto ore ...
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La favorita del Mahdi (pagina 61)
di Emilio Salgari (estratti)
... —Ed io, dove potrei vederlo? Cosa potrei fare per raggiungerlo? Oh! io voglio rivederlo, dovessi arrischiare la mia vita mille e mille volte, dovessi passare in mezzo a centomila ribelli ... Ma non potrei in qualche modo raggiungere Abd-el-Kerim? Se passassi sotto la bandiera del Mahdi? —Sei una donna e non si saprebbe cosa fare di te ... Ah! Tu sei sorpresa di vedermi qui, in questa capanna? Tu mi credevi nelle mani di tuo fratello, laggiù, a Chartum non è vero? Elenka, sai che vengo a fare io qui? La greca per un istante annichilita dallo spavento, ritrovò ben presto tutto il suo coraggio e la sua straordinaria energia ... Ella si rizzò superbamente dinanzi all'almea, coi denti stretti, gli occhi animati dall'ira e additandole la porta: —Esci, spregevole almea! le disse Fathma ruppe in uno scroscio di risa —Elenka, sai tu, cosa vengo a fare qui? —Non m'importa di saperlo ... —Lascia fare a me ...
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La favorita del Mahdi (pagina 63)
di Emilio Salgari (estratti)
... fare un passo, un terzo si arrestava più lontano, un quarto, si sbandava cercando invano una goccia d'acqua ... I sei quadrati avevano un gran da fare a tenere testa a quei furibondi che sprezzavano la morte e non chiedevano altro che di colpire ... L'esercito, sfinito, assetato, arrostito dal sole, acciecato dalla polvere, non era capace di fare due passi innanzi ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 2)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Al che fare mi ha dato animo l'avere letto, essere stata usanza degli antichi di offerire le primizie de' loro frutti (come che ei fusseno) a quei grandi eroi, che più avevano in venerazione, e il vedere tutto giorno che non si sdegnano i fugaci fiori della terra, e le umili frondi di mirto e d'alloro negli onori de' divinissimi tempj e de' santi altari ... Questa poca fatica, eccellentissima ed illustrissima signora, per due cagioni ho io preso a fare; prima per fuggire l'ozio (radice e fondamento d'ogni male), poi per giovare generalmente a quegli che non hanno la lingua latina: scoprendo con essa gl'inganni dello invidioso demonio, nemico dell'umana generazione, acciocchè l'uomo possa guardarsi, intesi i vari modi ch'egli ha usato, e che continuamente usa, per indurlo con perverse vie, con diaboliche lusinghe e falsi diletti a farsi adorare, per farlo nimico al suo Fattore, in dispregio della nostra santa religione e del vero culto di Dio, contra il quale, avendo noi sempre continua battaglia, armati della santissima fede, faremo più sicuramente resistenza, sendo per questa ancora avvertiti delle sue insidie, delle fraudi, e delle vane apparenze de' falsi e mortiferi piaceri, degl'infiniti lacci che sempre ci tende: come vostra eccellenza potrà qui (per l'esame di quella scellerata gente che gli dà in preda) conoscere nella storia di questo libretto ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 5)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... ] Ma quale è la causa che non son poste più tosto nell'Arpinate, essendoci pur più vicino alla quercia di Mario? e se non grava loro l'andar più lontano, perchè non vanno elleno alla quercia d'Alessandro nel Cheronesso? In oltre si dice che abbiano a fare coi demonj, li quali essendo (pur come io credo) senza corpo, come possono esser tocchi? Che libidine, e in che modo possono le donne di carne con una certa loro imagine vana pigliare diletto? Le fantasime so io che sogliono scherzar coi morti, ma non già con vivi ... Cotesto non mi attribuisco io d'avere i poeti su per le dita; perciò che è tanto il fare professione di tal cosa, che chi non sa niente non debba attribuirsela; perchè principalmente bisognerebbe avere la lingua greca e la latina, dipoi sapere i profondi sensi della più nascosta filosofia, delle quali cose è pieno il poeta, e massimamente Omero, il quale intendo essere stato dichiarato con gran comenti da Aristotile, e da alcuni altri filosofi stoici ... E acciocchè manco s'accorgesse dell'inganno gli fu insegnato da un altro demonio che pigliava diverse effigie, chiamato Proteo, in che modo avessi a fare a pigliare Tetide, che Cento abiti mutava, e cento forme; [Ovidio ... ] ma nota questa altra fraude, che lo ingannò anco maggiormente: non volse usare seco sotto nome di stupro, o d'adulterio, ma finse di fare matrimonio ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 13)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Tu dici che cotesto si può fare? FR ... Il simile credo che avvenga a quegli uomini, che usano i demonj per donne: conciossiachè quello sceleratissimo sacerdote (di cui dicevo poco fa) disse che pigliava molto maggior piacere del dormire con quel demone che si faceva chiamare Armellina, che con quante altre donne egli avesse mai avuto a fare ... E perchè voi non pensassi che avesse avuta la pratica di poche, egli ebbe a fare insin con la propria sorella, e dicevasi, che n'aveva avuto un figliuolo ... Ed era tanto accecato quel povero uomo nell'amore d'Armellina, che bene spesso, andando in piazza, ella gli faceva compagnia, non la vedendo nissun altro, e per comandamento di lei, i bambini che gli erano portati alla chiesa per battezzare, ne gli rimandava a casa come erano venuti, ed alzava l'ostia non consacrata al popolo, fingendo coi gesti, e con le parole di sacrarla, per nascondere la sua iniquità; e se talora la consacrava, rivolti per dispregio i piedi all'insù, di quella figura immaculata, che vi si suol fare drento, l'alzava in alto, e riponevala per dare alle streghe, che la portasseno al giuoco ...
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La vita comincia domani (pagina 46)
di Guido da Verona (estratti)
... Lo scemo depose il violino, trasse di tasca un quaderno scarabocchiato di righe storte, si pose nel mezzo della stanza, e imitando gli oratori che aveva uditi quel mattino al camposanto, cominciò a leggere: «Sette matasse di lana di sette colori che sono: il bianco, il giallo, il verde, il rosso, il blu, — gli altri due non so più — hanno filato le monache per fare il lenzuolo di morte ai morti del paese ... E ricominciò: «Sette rocchetti di refe, di refe bianco e di refe turchino, hanno filato le monache per fare una vesta da festa, tutta bianca e tutta rosa alla Berta che va sposa: alla Berta rossa, che ha la pancia grossa ... » — Un capolavoro! E piano piano, mentre lo scemo stava per attaccare una terza strofa, scivolò fuori dalla sala, scese nel giardino, e poichè l'avevan lasciato solo risolse di fare una bella passeggiata ... Lontanò in mezzo alle campagne, ragionando fra sè medesimo su quello che gli convenisse fare ... Quest'uomo singolare, non c'era cosa che non avesse veduta, udita, saputa, o non sapesse fare: ma non faceva niente ...
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Le femmine puntigliose (pagina 12)
di Carlo Goldoni (estratti)
... In tutto quanto importa? ROSAURA Il conto, io non lo so fare ... Bisogna poi dirla, gran Parigi! In Italia, non sanno fare di queste stoffe ... ROSAURA Ma s'è tanto bella; se non si può fare di più! CLARICE Non importa; per esser bella deve esser di Francia ... ROSAURA Queste altre due pezze, sono di Francia, e non hanno che fare con questa ...
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Le femmine puntigliose (pagina 16)
di Carlo Goldoni (estratti)
... FLORINDO Eh, che per fare a vostro modo, sinora ho fatto delle bestialità, non voglio, che mi meniate più per il naso ... ROSAURA Ora non vi domando di secondarmi per un capriccio, per un piacere, ma solamente vi chiedo, che siccome sono io stata la cagione di questo male, lasciate fare a me a procurare il rimedio ... FLORINDO Ditemi che cosa avete intenzione di fare ... FLORINDO Dunque che abbiamo a fare? ROSAURA Mandate subito a ordinare il carrozzino con i quattro cavalli ... FLORINDO Ma si può sapere che cosa abbiate intenzione di fare? ROSAURA Or ora lo saprete ... FLORINDO E voi che pensate di fare dopo, che sarete di ciò assicurata? ROSAURA Gran curiosità! Lo saprete da qui a poco tempo ...
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Le smanie per la villeggiatura
di Carlo Goldoni (estratti)
... LEONARDO E che fa ella di tanta gente? Si fa fare in casa qualche nuovo vestito? PAOLO Non, signore ... Si fa fare delle mantiglie, de' mantiglioni, delle cuffie da giorno, delle cuffie da notte, una quantità di forniture di pizzi, di nastri, di fioretti, un arsenale di roba; e tutto questo per andare in campagna ... PAOLO Ella comandi, ed io farò tutto quello, che potrò fare ... Vossignoria non è obbligata di fare tutto quello, che fanno i marchesi fiorentini, che hanno feudi e tenute grandissime, e cariche, e dignità grandiose ... LEONARDO Io non ho bisogno, che il mio cameriere mi venga a fare il pedante ... LEONARDO Lo veggo anch'io, che faccio più di quello, che posso fare; ma lo fanno gli altri, e non voglio esser di meno ... Ma se i conti non fallano, ha da crepare prima di me, e se non vuol fare un'ingiustizia al suo sangue, ho da esser io l'erede delle sue facoltà ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 5)
di Carlo Goldoni (estratti)
... GIACINTA Né io ho l'autorità di farlo fare a mio modo ... GIACINTA Ho della stima, ho dell'amore per voi; ma non voglio per causa vostra fare una trista figura in faccia del mondo ... Lasciate, che le donne finiscano di fare quel, che hanno da fare, e piuttosto v'aiuterò a terminare il baule per mio fratello ... Siamo tanti in casa, e pare, ch'io solo abbia da fare ogni cosa ... PAOLO Non ci sarà nemmeno il bisogno per fare il pane, che occorre ... Ma la villeggiatura si deve fare, e ha da essere da par nostro, grandiosa secondo il solito, e colla solita proprietà ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 6)
di Carlo Goldoni (estratti)
... Io non ho, che fare con lei, e si può partire senza di lei ... Non so, s'io abbia a seguitar a fare, o a principiar a disfare ... VITTORIA Seguitate a fare ... PAOLO Fare, e disfare è tutto lavorare (levando dal baule) ... VITTORIA Più del mio? FERDINANDO Più del vostro non dico; ma è bello assai; e in campagna ha da fare una figura strepitosissima ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 7)
di Carlo Goldoni (estratti)
... Mi hanno sempre lasciato fare a mio modo, ed è difficile tutt'ad un tratto farmi cambiar costume, farmi cambiare temperamento (parte) ... BRIGIDA E così, signor padrone, come avete pensato di fare? FILIPPO Ho pensato, che posso andar in campagna senza di lui, che posso avere i cavalli senza di lui, e li ho mandati a ordinare per oggi ... Se conduceste con voi l'architetto, il pittore, l'agrimensore, per impiegarli in servizio vostro, non dovreste loro pagare il viaggio? Lo stesso dovete fare col signor Ferdinando, che vien con voi per fare onore alla vostra tavola, e per divertire la compagnia ... GIACINTA Fategli dire, che avete che fare, che avete premura, che non potete ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 8)
di Carlo Goldoni (estratti)
... FILIPPO E che cosa dovrei fare? Tralasciar d'andare in campagna? È impossibile; son troppo avvezzo ... FILIPPO E che vi ho da fare presentemente? FULGENZIO Un poco di buona regola ... FILIPPO Se sapessi come fare a liberarmi dal signor Guglielmo! FULGENZIO Alle corte: questo signor Guglielmo vuol essere il suo malanno ... FULGENZIO Siete uomo, o che cosa siete? FILIPPO Quando si tratta di far malegrazie, io non so come fare ... Ma non so che dire, il mondo ha un certo incantesimo, che fa fare di quelle cose, che non si vorrebbono fare ... GIACINTA Alla vostra figliuola? Alla vostra cara Giacinta? FILIPPO (Non sono avvezzo a far da cattivo, e non lo so fare) ... GIACINTA Ma non si può sapere, che cosa vogliate fare del servitore? FILIPPO Che maledetta curiosità! Lo voglio mandare dal signor Guglielmo ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 10)
di Carlo Goldoni (estratti)
... VITTORIA Se avete qualche cosa da fare, servitevi ... LEONARDO E credo, che la sua figliuola lo faccia fare a suo modo ... LEONARDO E che cosa mi consigliate di fare? FULGENZIO O chiederla a drittura, o ritirarvi dalla sua conversazione ... LEONARDO E come ho da fare a chiederla in questi brievi momenti? FULGENZIO Questa è una cosa, che si fa presto ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 13)
di Carlo Goldoni (estratti)
... Ho qualche cosa da fare ... FILIPPO E non aveva io data prima la parola a lui? FULGENZIO E se non volevate mancar a lui, perché promettere a me? FILIPPO Perché aveva intenzione di fare quello, che mi avete detto di fare ... d'un male minore, si poteva fare un male peggiore; perché avrebbero detto ... FILIPPO E come ho da fare? FULGENZIO Fatevi venir male ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 14)
di Carlo Goldoni (estratti)
... FULGENZIO E volete andare in campagna senza concludere, senza stabilire il contratto? VITTORIA Che contratto? FILIPPO Prima di partire si potrebbe fare la scritta ... VITTORIA E che cosa avete da fare? GIACINTA Si chiamano due testimoni ... FILIPPO Signori, prima di partire si ha da fare una cosa ... FILIPPO Benissimo, si faranno dopo la villeggiatura, e intanto si ha da fare, la scritta ... Facciamo presto quello, che si ha da fare, e partiamo per la campagna ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 8)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Orsù, io vado, e m'ingegnarò di fare quel ch'io saprò ... Il giorno seguente Bertoldo fece fare una torta a sua madre di bietola ben unta con butiro, casio e ricotta in abbondanza, e poi, preso un crivello da formento, se lo pose sopra la fronte, sì che pendeva giù al petto e al ventre; e così con esso e con la torta tornò dal Re, il quale, vedendolo comparire in guisa tale, ridendo disse: RE Che cosa vuol dire quel crivello che tu hai dinanzi al viso? BERTOLDO Non mi commettesti tu ch'io tornassi a te in modo tale che tu mi vedessi e non mi vedessi? RE Sì, ti commisi ... A queste parole Bertoldo, scostatosi alquanto dal Re e ritiratosi nella corte, si calò le brache, mostrando di voler fare un suo servigio corporale; laonde, veduto il Re tal atto, gridando, disse: RE Che cosa vuoi tu fare manigoldo? BERTOLDO Non dici tu ch'io mi serva della tua corte in ogni mia occorrenza? RE Sì, ho detto; ma che atto è questo? BERTOLDO Io me ne voglio servire adunque a scaricare il peso della natura, il quale tanto m'aggrava ch'io non posso più tenerlo ... Allora uno di quelli della guardia del Re, alzato un bastone, volse percuoterlo, dicendogli: «Brutto poltrone, va' alla stalla dove vanno gli asini pari tuoi, e non fare queste indignità innanzi al Re, se non vuoi ch'io t'assaggi le coste con questo legno» ... A cui Bertoldo rivolto, disse: BERTOLDO Va' destro, fratello, né voler tu fare il sofficiente, perché le mosche che volano sulla testa ai tignosi vanno sulla mensa regale ancora e cacano nella propria scodella del Re e pure esso mangia quella minestra; e io dunque non potrò fare i miei servigi in terra, che è cosa necessaria? E tanto più che il Re ha detto ch'io mi serva della sua corte in ogni mio bisogno? E qual maggior bisogno per servirmene poteva venirmi che in questo fatto? Intese il Re la metafora di Bertoldo e si cavò di deto un ricco e precioso anello e, volto a lui, disse: RE Piglia questo anello, ch'io te lo dono; e tu, tesoriero, va', porta qui mille scudi ch'io gliene voglio far un presente or ora ... RE Che cosa poss'io dunque fare per gratificarti? BERTOLDO Assai paga, chi conosce il beneficio ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 14)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Udito il Re il prefato testamento e gli ottimi ricordi a lui lasciati, non puoté fare che non mandasse le lagrime fuor degli occhi, considerando alla gran prudenza che rognava in costui e l'amor e la fedeltà che esso gli avea portato in vita e dopo la morte ... E così, fatto donare a Sier Cerfoglio cinquanta ducati, lo licenziò; poi, secondo che il Magno Alessandro conservò fra le più care e preciose gioie l'Iliade d'Omero, così esso fece riporre il detto testamento fra le sue più ricche e pregiate gemme; poi cominciò a fare instanza che si trovasse dove fosse il suo figliuolo Bertoldino e la Marcolfa sua madre e che si conducessero alla città, che per ogni modo gli voleva appresso di lui, per memoria del detto Bertoldo; e così espedì alquanti cavalieri che l'andassero a cercare per quei monti e boschi vicini e che non tornassero a lui se non gli avevano con essi ...
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Marocco (pagina 18)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... L’ambasciatore decise di fare una fermata: scendemmo da cavallo e sedemmo all’ombra d’un gruppo d’alberi; il convoglio dei bagagli seguitò la sua strada ... I pittori tirarono fuori i loro album per fare qualche schizzo ... —Perchè,—rispose,—in quella figura che vuol fare, il pittore non è capace d’infondere l’anima ... A che scopo dunque la vorrebbe fare? Dio soltanto può creare degli esseri viventi, ed è un sacrilegio pretendere d’imitarlo ... —Allora il Biseo si mise a fare lo schizzo d’uno che dormiva ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 13)
di Giovanni Verga (estratti)
... Agostino, il soprastante, annaspando, bofonchiando, affacciandosi all'uscio per guardare il cielo ancora nuvolo coll'occhio orbo, trovò infine la risposta: - Che s'aveva a fare? bagnarci tutti? ... Gesualdo, intanto che gli altri si davano da fare, mogi mogi, misurava il muro nuovo colla canna; si arrampicava sulla scala a piuoli; pesava i sacchi di gesso, sollevandoli da terra: - Sangue di Giuda! ... Santo piuttosto voleva fare una fiammata per asciugargli i panni addosso ... Brontolando, dandosi da fare per preparare la leva, le biette, i puntelli, si voltava indietro per lanciargli delle occhiatacce ... Ho tant'altro da fare! Se il sole è caldo tanto meglio! Arriverò asciutto al Camemi ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 19)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Siete ammattito davvero? E la cauzione? Volete che ci perda anche quella? Se lasciassi fare a voi! ... - Sissignore, eccomi qua! - rispose con un sorriso che cercò di fare allargare per tutta la faccia scura ... Don Gesualdo cominciò subito a sfogarsi narrando i suoi guai: il padre che si ostinava a fare di testa sua, per mostrare ch'era sempre lui il capo, dopo aver dato fondo al patrimonio ... La prima cazzuola per incominciare a fare il muratore dovette prestarmela mio zio il Mascalise ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 20)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Tante cose si potrebbero fare ... - È una bestia! Crede di fare il cavaliere sul serio ... Il canonico lo tirò per un braccio: - Andiamo, andiamo! Volete chiudere la bocca a tutti gli sfaccendati? Nel salire per la stradicciuola dei Margarone incontrarono il marchese Limòli, che andava a fare la sua passeggiatina solita della sera, dal Rosario a Santa Maria di Gesù, sempre solo e con l'ombrello rosso sotto il braccio ... - Ho tanto da fare! ... Tanto da fare! ... - Don Filippo, ora che aveva l'appoggio, si rivoltò anche lui: - Bisogna fare il passo secondo la gamba, mio caro! ... quel che si può fare ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 27)
di Giovanni Verga (estratti)
... se avete intenzione di farci fare la bocca dolce! ... Ma il cognato non si sentiva di fare quella parte ... La zia Cirmena si mise a ridere, e Santo guardò il fratello, per vedere cosa dovesse fare ... non posso fare altro ... Donna Bianca, invece, voleva fare le cose con bella maniera ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 36)
di Giovanni Verga (estratti)
... statua dell'Immacolata: una cosa da fare accapponar la pelle, quella sera! Egli allora si sentì stringere il cuore da una tenerezza insolita, pensando alla casa e ai parenti ... Bomma sforzavasi di fare il gradasso; Tavuso non diceva una parola; e il notaro stava soprapensieri anche lui ... - E gli fece fare il giro lungo pei Cappuccini, risalendo poi verso Santa Maria di Gesù per certe stradicciuole buie che non si sapeva dove mettere i piedi ... - Ebbene? che volete fare? - Ah? che voglio fare? La pigliate su quel verso? Mi fate lo gnorri? ... - Che figura fo dinanzi a loro, padron mio? In coscienza, quel po' che avete dato a costei per maritarla è una miseria, in confronto della figura che mi fate fare! - Taci! Farai correre gli sbirri con quel chiasso! Che vuoi? Ti darò quello che vuoi! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 37)
di Giovanni Verga (estratti)
... Udite? udite? Sembrava che si divertisse a fare agghiacciare il sangue nelle vene al prossimo suo, quel briccone! Udivasi infatti un vocìo di comari, un correre di scarponi grossi, strilli di ragazzi ... Bianca, già inquieta per suo marito, non sapendo che fare, aveva mandato a chiamare lo zio Limòli, il quale giunse sbadigliando e di cattivo umore ... bacco! - Ehi, ehi! Adagio, signor capitano! Sono il marchese Limòli, e ho ancora degli amici a Napoli per farvi scapitanare e tagliare i baffi novelli, sapete! Capitò in quel momento il ragazzetto del sagrestano che veniva a fare un'imbasciata di gran premura, balbettando, imbrogliandosi, tornando sempre a ripetere la stessa cosa, rosso dalla suggezione ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 55)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Lasciate fare a me ... - Tu che sai fare tante cose, coi tuoi libri, colle tue chiacchiere, porterai un po' di svago ... - E superbo come Lucifero per giunta, ricalcitrando e inalberandosi se alcuno cercava di aiutarlo, di fargli fare buona figura, se la zia s'ingegnava lei di aprir gli occhi alla gente sul valore del suo nipote Corrado e gli rubava gli scartafacci, e andava a sciorinarli lei stessa in mezzo al crocchio dei cugini Motta, compitando, accalorandosi come un sensale che fa valere la merce, mentre don Gesualdo andava appisolandosi a poco a poco, e diceva di sì col capo, sbadigliando, e Bianca guardava Isabella la quale teneva i grand'occhi sbarrati nell'ombra, assorta, e le si mutava a ogni momento l'espressione del viso delicato, quasi delle ondate di sangue la illuminassero tratto tratto ... Insomma a lui non piacevano quei discorsi della zia e il fare del nipote che le teneva il sacco con quell'aria ritrosa di chi si fa pregare per mettersi a tavola, di chi vuol vender cara la sua mercanzia ... Vedeva anche nella faccia ladra di Nanni l'Orbo, nel fare sospettoso di lui, nell'aria sciocca che pigliava, quando rizzavasi fra i sommacchi, mettendosi la mano sugli occhi, per guardar laggiù, nel viale, o si cacciava carponi fra i fichi d'India, o veniva a portargli dei pezzi di carta che aveva trovato vicino alla fontana, dei calcinacci scrostati dal sedile, facendo il nesci: - Don Gesualdo, che c'è stato vossignoria, lassù? ... - Egli allora, col suo fare canzonatorio, raccolse in mucchio libri e giornali ch'erano sul tavolino e glieli cacciò in grembo, a donna Sarina, ridendo ad alta voce, spingendola per le spalle quasi volesse mandarla via come fa il sensale nel conchiudere il negozio, vociando così forte che sembrava in collera, fra le risate: - Be' ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 57)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Che si può fare, don Arcangelo? Comandate! Tutto quello che si può fare, per mio padre ... Non c'è nulla da fare ... Così non direte che vogliamo fare man bassa sulla roba, io e mio marito, appena chiude gli occhi nostro padre ... Poi Santo e don Gesualdo dovettero fare il resto colle loro mani ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 74)
di Giovanni Verga (estratti)
... Santo Motta malconcio e insanguinato, rotolandosi per terra, riescì a far fare un po' di largo dinanzi all'uscio del magazzino ... andare a fare i conti con lui! ... Don Gesualdo, appostato alla finestra col fucile, stava per fare un subisso ... - Zacco, e due o tre altri benintenzionati ch'erano sopravvenuti intanto, sudavano a persuaderlo, vociando tutti insieme: - Che volete fare? Contro un paese intero? Siete impazzito? Bruceranno ogni cosa! Cominciano di qua la Strage degli Innocenti! Ci farete ammazzare tutti quanti! Lui s'ostinava, furibondo, coi capelli irti: - Quand'è così! ... Proprio! Era risoluto di fare uno sterminio ... Che vi fanno fare? ... - Madonna santa! che vi fanno fare! ... - Mi pare che vossignoria aggiustate ogni cosa a spese mie, canonico! - Volete star zitto! Volete farmi fare la figura di bugiardo? ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 76)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Voglio tornare a casa mia! Che ci sto a fare qui? Tanto, lo sanno tutti! ... Una volta che Vito Orlando pretese di venire a fare una sbravazzata, colla pistola in tasca, per liquidare certi conti con don Gesualdo, essa lo inseguì giù per le scale, buttandogli dietro una catinella d'acqua sporca ... Lo stesso canonico Lupi aveva dovuto mettersi la coda fra le gambe, e non era tornato a fare il generoso colla roba altrui, ora che Ciolla e i più facinorosi erano partiti a cercar fortuna in città, con bandiere e trombette ... Ma se torna a fare il camorrista, qui da noi, lo ricevo come va ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 79)
di Giovanni Verga (estratti)
... addirittura, con tanto di barba e di soprabitone, vi squadrava dall'alto al basso, accigliato, se per disgrazia avevate una faccia che non lo persuadesse, e vi gridava dietro dal suo gabbione: - C'è lo stoino per pulirsi le scarpe! - Un esercito di mangiapane, staffieri e camerieri, che sbadigliavano a bocca chiusa, camminavano in punta di piedi, e vi servivano senza dire una parola o fare un passo di più, con tanta degnazione da farvene passar la voglia ... Non c'era che fare ... Il genero, nel viso, nelle parole, sin nel tono della voce, anche quando voleva fare l'amabile e pigliarvi bel bello, aveva qualcosa che vi respingeva indietro, e vi faceva cascar le braccia, uno che avesse voluto buttargliele al collo, proprio come a un figlio, e dirgli: - Tè! per la buona parola, adesso! Pazienza il resto! Fai quello che vuoi! Talché don Gesualdo scendeva raramente dalla figliuola ... I cocchieri poi, degli altri pezzi grossi, stavano a guardare, col sigaro in bocca e le mani nelle tasche delle giacchette attillate, discorrendo di tanto in tanto col guardaportone che veniva dal suo casotto a fare una fumatina, accennando con dei segni e dei versacci alle cameriere che si vedevano passare dietro le invetriate dei balconi, oppure facevano capolino provocanti, sfacciate, a buttar giù delle parolacce e delle risate di male femmine con certi visi da Madonna ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 81)
di Giovanni Verga (estratti)
... egli tornava ad insistere, ad appuntare gli occhi, furbo, per scavar terreno: - È che ho tanto da fare laggiù, al mio paese, signori miei ... Cominciò a far segno di sì e di sì col capo, fissando gli occhi amorevoli in volto alla figliuola allibita, col sorriso paterno, il fare bonario: - Sì ... Rimandatemi a casa mia per fare la procura ... Tutto ciò che si deve fare si farà! Gli batteva un po' il cuore ...
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Novelle rusticane
di Giovanni Verga (estratti)
... Il Reverendo non aveva la boria di famiglia, no; e quando andava a fare il tresette dalla baronessa, si faceva aspettare in anticamera dal fratello, col lanternone in mano ... Talché parve a tutti un vero castigo di Dio, allorquando la poveraccia fu presa dagli scrupoli, come accade alle donne che non hanno altro da fare, e passano i giorni in chiesa a picchiarsi il petto pel peccato mortale - ma non quando c'era lo zio, ch'ei non era di quei preti i quali amano farsi vedere in pompa magna sull'altare dall'innamorata ... Ma ci voleva altro per mantenerlo al seminario! Allora il ragazzo si mise a ronzare attorno al convento perché lo pigliassero novizio; e un giorno che si aspettava il provinciale, e c'era da fare in cucina, lo accolsero per dare una mano ... Una vecchia zia che aveva dovuto tirarsi in casa, per non fare mormorare il prossimo, e non era più buona che a mangiare il pane a tradimento, aveva sturato una bottiglia per un'altra, e acchiappò il colèra bell'e buono; ma il nipote stesso, per non fare insospettir la gente, non aveva potuto amministrarle il contravveleno ...
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Novelle rusticane (pagina 2)
di Giovanni Verga (estratti)
... E la messa stessa lui non la celebrava altro che la domenica, quando non c'era altro da fare, che non era di quei pretucoli che corrono dietro ai tre tarì della messa ... Se il breviario era coperto di polvere, i suoi buoi erano lucenti, le pecore lanute, e i seminati alti come un uomo, che i suoi mezzadri almeno se ne godevano la vista, e potevano fabbricarvi su dei bei castelli in aria, prima di fare i conti col padrone ... Le loro donne, mentre gli confessavano i peccati, non potevano fare a meno di spifferargli sul mostaccio: - Padre, mi accuso di avere sparlato di voi che siete un servo di Dio, perché quest'inverno siamo rimasti senza fave e senza grano a causa vostra ... Quando vi mettete a fare tutti quei figliuoli non ci pensate che son tante bocche che mangiano? E che colpa ci ho io poi se il pane non vi basta? Ve li ho fatti far io tutti quei figliuoli? Io mi son fatto prete per non averne ... - Non c'è che fare, non c'è che fare - borbottavano i poveretti rassegnati ...
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Novelle rusticane (pagina 7)
di Giovanni Verga (estratti)
... Don Angelino allora affacciò la testa dalla sua tana, colla barba lunga di otto giorni, affannandosi a calmarli colle mani e colle parole: - Lasciateli fare! lasciateli fare! Così è scritto nella parte ... Ma sai, quelle cose in testa non voglio portarle! Ella protestava che non era vero, giurava per l'anima di suo marito, e chiamava a testimonii il Signore e la Madonna appesi a capo del letto, e baciava colle mani in croce quella medesima sottana di cotonina celeste che aveva imprestato a compare Nanni per fare la Maria ... - Pensaci! pensaci bene a quello che mi dici! - Egli non sapeva che la Venera s'era incapricciata di mastro Cola quando l'aveva visto a fare il ladro del Mistero colla barba di pelle d'agnello ... E Don Angelino, per non screditare la mercanzia, ripeteva: - Ci vuole la fede per fare i miracoli ...
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Novelle rusticane (pagina 16)
di Giovanni Verga (estratti)
... Massaro Nanni nel fare il proprio, aveva acchiappato quelle febbri lì, alla Lamia, terre benedette da Dio, che producevano seminati alti come un uomo ... I vicini avevano un bel dirgli: - Compare Nanni, in quella mezzeria della Lamia voi ci lascierete la pelle! - Quasi fossi un barone - rispondeva lui - che può fare quello che gli pare e piace! I fratelli, che erano come le dita della stessa mano finché viveva il padre, ora dovevano pensare ciascuno ai casi proprii ... La buon'anima di suo padre, quando aveva visto Santo incapricciato della Nena che voleva sposarla, gli aveva detto una domenica: - Tu la vuoi per forza, la Rossa? Di', la vuoi per forza? Santo, colle spalle al muro e le mani dietro la schiena, non osava levare il capo; ma accennava di sì, di sì, che senza la Rossa non sapeva come fare, e la volontà di Dio era quella ...
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Novelle rusticane (pagina 19)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Non sai che, prima a Dio, mi hai obbligo del pane che ti mangi? A suo marito non gli mancava nulla: lui ben vestito, ben pasciuto, colle scarpe ai piedi, senza aver altro da fare che bighellonare in piazza tutto il giorno, dall'ortolano, dal beccaio, dal pescatore, colle mani dietro la schiena, e il ventre pieno, a vedere contrattare la roba ... - Quello è il suo mestiere, di fare il vagabondo! - diceva la Rossa ... Domandalo ora alla Rossa se si dovesse tornare a fare quel che abbiamo fatto! ... Ora ella aveva ventisette anni, e tutt'altro da fare che badare alle scarpette e alle calze turchine ... Poi voleva fare anche l'opera buona di dar pane all'orfanello di compare Nanni, per ingraziarsi la Provvidenza che doveva aiutarlo, doveva, se c'era giustizia in cielo ...
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Novelle rusticane (pagina 24)
di Giovanni Verga (estratti)
... Poi la domenica andava a fare il galantuomo insieme agli altri nel casino di conversazione, ciaramellando in crocchio fra di loro, colle mani in tasca e il naso dentro il bavero del cappotto; o giuocavano a tressette colla mazza fra le gambe e il cappello in testa ... Una santa, colei! Don Piddu era chiuso, insieme a tutti gli altri galantuomini, nel convento dei cappuccini per fare gli esercizi spirituali ... Quegli otto giorni erano una manna per chi ci avesse da fare nella casa di un povero diavolo, senza timore che il marito arrivasse improvviso di campagna a guastar la festa ... Questa volta il contrabbando era stato sorpreso, e come i donnaiuoli tornavano in convento, trovavano il padre missionario inginocchiato dietro l'uscio, a pregare pei peccati che gli altri erano andati a fare ...
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Ricordi di Parigi (pagina 12)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... I viali, i vestiboli, le gallerie, i passaggi traversali, e il labirinto infinito delle sale del campo di Marte, è tutto un brulicame nero, in cui c'è da fare a non perdersi ... Ci sono i cavalli matti che scorazzano da tutte le parti senza vedere una maledetta, presi da una specie d'esaltazione febbrile, e i visitatori pazienti, che si son fatti un programma, che muovono un passo ogni quarto d'ora, che meditano sui cataloghi, che guardano, fiutano e discutono ogni menoma cosa, che impiegheranno probabilmente sei mesi a fare il giro di tutto il Campo di Marte ... Potete telegrafare a casa, scrivere le vostre lettere, fare il bagno, prendere di tanto ...
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Ricordi di Parigi (pagina 27)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Certo che, per quanto si abbia lo stomaco forte e le nez solide; come Gervaise all'ospedale, qualche volta bisogna fare un salto indietro, come a una fiatata improvvisa d'aria pestifera ... Fin dalle prime righe, si sa con chi s'ha da fare ... Nella stessa maniera procede riguardo alle occupazioni dei suoi personaggi, alle quali ci fa assistere, spiegandole minutamente, di qualunque natura esse siano, in modo che s'impara dai suoi romanzi, come da Guide pratiche d'arti e mestieri, a fare i biroldi, a lavorar da ferraio, a stirar le camicie, a trinciare i polli, a saldar le grondaie, a servire la messa, a dirigere una contraddanza ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 6)
di Docteur Jaf (estratti)
... Una cortigiana, certa Lelia, avéva mandato a memoria qualche parola greca, che ripeteva continuamente con un accento romano; Marziale le dice: «Quantunque tu non sii nata nè a Efeso, nè a Rodi, nè a Metilene, ma in una casa dei sobborghi patrizii, quantunque tua madre, che mai non conobbe cosa volesse dir lavarsi, sia nata presso gli Etruschi dalla carnagione olivastra, e che quel rustico di tuo padre sia originario della campagna di Aricia, tu impieghi a qualunque proposito questo dolci espressioni greche: vita mia, anima mia! Come, tu cittadina di Ersbia e di Egeria osi parlare così!? Tu non sai come fare per parlare il linguaggio di una pudica matrona: ma non dici nulla di più tenero quando i desiderii ti tormentano? Va, Lelia, quand'anche giungesti a saper a mente Corinto, non sarai mai Lais!» ... Ogni volta che io ti avvicino per fare all'amore e che agitiamo i nostri corpi voluttuosamente confusi, la tua vagina fa rumore e tu taci ... Questo dittatore volle fare una legge che gli permetteva di godersi tutte le matrone che gli andavano a genio, sotto pretesto di moltiplicare gli uomini della sua illustre razza! Nessuno ignora lo scandaloso festino di Augusto e dei suoi cinque compagni di orgia con sei rispettabili matrone romane ...
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Storia di un'anima (pagina 14)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... o di avvocato, e fare gli esami ... Almeno fare un po' di bene! giacchè non posso essere egoista!—Che faccio? Che farò?—Studio, studio, mi occupo a leggere operone e non elzevir, riconduco il mio pensiero al grande, al bello, al dignitoso ... Una donna! un bambino!—Ecco il sogno del poeta, del credente, dell'artista, del felice, dell'infelice… dell'uomo!—Che importa a me della filosofia, di Iddio!—ammetto i bisogni della terra, e di questi bisogni faccio un tesoro di religione, una filosofia contro cui non si può lottare, un Dio che non è in cielo nè in chiesa, ma è un Dio—Amore! * * * —No, non sono pazzo: sono infelice, giacchè lo studio accresce i miei dolori, mi crea sempre nuove speranze che diventano sempre nuove illusioni e poi sempre nuove delusioni, giacchè non posso essere egoista come i giovani ricchi e eleganti, giacchè, coll'anima mia d'amante e col mio cuore di poeta, non potrò fare mai una carriera seria,—voglio provare a fare il bene colla mano, voglio entrare nella Congregazione di Carità, e vedere le vere miserie della folla, e soccorrerle forse anche co' miei denari! Sì, il bene! Io mi tormento; ma ecco sento una calma, una fiducia, una speranza;—mi inginocchio… ... E i miei libri francesi? Raphael et les confidences? E il primo lampeggiarmi alla mente l'idea che della vita del Tintoretto si potesse fare un dramma, e con quel dramma potessi conquistare un nome, e col nome, un avvenire? E il piacere di trovarmi ingentilito dalla malattia? E la soddisfazione di dire: «Mia madre sa che ho sofferto?» E le trepidazioni, le incertezze? 26 gennajo ...
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Storia di un'anima (pagina 17)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Che umorismo scettico e volgare! Penso e non penso: sono inquieto: vorrei fare un viaggio, se potessi ... Ma che vuoi? Non posso fare cosa diversa dallo stare al tavolo ... Mio Dio, che orrore! E quando verrà il giorno in cui anch'io potrò sfogare l'anima mia nelle grandiose emozioni delle battaglie? Oh venga presto quel giorno! Sì, laverei la macchia che ho sull'anima:—l'essermi lasciato persuadere da mio padre, quando potevo e dovevo fare il soldato ... Come mi annoiano e mi ripugnano e mi avviliscono le sciocchezze che dico quando sono colla gente! Eppure bisogna fare così ...
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