Libri essere

Libri su essere, con la parola essere

Confessioni di un Italiano (pagina 6)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Il capitolo centoquarantuno tratta particolarmente degli assassini, ognuno de' quali, se capiterà in mano della giustizia (accidente allora rarissimo; il che mitigava l'eccessiva generalità della legge) è condannato ad essere appiccato per la gola, in modo che mora ... Savissima poi è la consuetudine seguita in tali Statuti di dar sempre ragione del partito preso; come allorquando dopo stabilito che le citazioni in luogo diverso cadenti nell'egual giorno debbano aver effetto l'una dopo l'altra in ragione d'anzianità, il legislatore soggiunse a motivo di questa sua disposizione: perché una persona non può contemporaneamente in più luoghi essere ... Il ministero del legale o del giudice parrebbe dover essere stato assai facile colla comodità di statuti tanto sommari ...
Confessioni di un Italiano (pagina 27)
di Ippolito Nievo (estratti)

... I complimenti ricevuti dal Conte nella fausta occasione de' suoi sternuti mi erano sempre stati cagione d'invidia fin da piccino; perché mi pareva che una persona a cui si auguravano tante belle cose dovesse essere di grande rilievo e di un merito infinito ... — La mia testa pencolava in cadenza al pencolar delle loro; e credo che vorrei essere stato uno di quei fringuelli per trar vendetta del mio tormento attraversandomi nella gola di chi avrebbe dovuto mangiarmi ... Quando poi riusciva a tirare con me per solchi e boschetti questa mia incantatrice, allora mi pareva di essere tutto quello che voleva io o che ella avrebbe desiderato ...
Confessioni di un Italiano (pagina 35)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La Clara allora m'interrogò su quel luogo così maraviglioso e così pieno di luce di sole e di colori ove diceva essere stato; e ripetutane ch'io n'ebbi con grand'enfasi la descrizione, la soggiunse che forse Marchetto aveva ragione e che io poteva essere stato al Bastione di Attila, che è un'altura presso la marina di fianco a Lugugnana dove la tradizione paesana vuole che venendo da Aquileia abbia tenuto suo campo il re degli Unni prima di essere incontrato dal pontefice Leone ... — Oh per me, — ripresi io — starei sempre sul mare senza occuparmi di quello che possa essere di là ... Egli mi disse che non doveva essere quella peste che mi credevano se il dolore di esser reputato bugiardo mi faceva dare in simili violenze contro me stesso; ma mi raccomandò di usar più discrezione in avvenire, di offerire a Dio le mie tribolazioni, e di imparare la seconda parte del Confiteor ... Ma nella disputa non si badò forse troppo fin qui a distinguere quello che è, da quello che dovrebbe essere ...
Confessioni di un Italiano (pagina 40)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Egli abbelliva, coloriva e popolava a suo modo il deserto paesaggio; e poiché, senza essere in guerra ancora con nessuno al mondo, pur si sentiva istintivamente differente da tutti, là gli pareva di vivere più felice che altrove per quella gran ragione che vi restava libero e solo ... Avrebbe dato ogni cosa che gli domandassero per essere uno di quei pesci tanto dimestici con lei; si sarebbe accontentato di rimaner là tutto il tempo di sua vita a contemplarla ... Peraltro gli gioì il cuore d'essere conosciuto dalla fanciulla, trovandosi così avviato a stringer conoscenza con lei ...
Confessioni di un Italiano (pagina 56)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — No signora! bisogna che io stia qui per essere pronta ad aprire ai nostri uomini — rispose la Marianna — altrimenti invece di darla mi toccherebbe pigliare una gridata ... Egli trasse di tasca un certo arnese che conobbi poi essere una pistola e mi si avvicinò guardandomi ben fiso in faccia ... — C'è di nuovo che hanno una paura da olio santo; — risposi io — che hanno buttato giù i ponti pel timore di essere ammazzati dai buli di Venchieredo, che si è perduta la signora Clara, e che dall'Avemaria ad ora hanno già detto due rosari ...
Confessioni di un Italiano (pagina 86)
di Ippolito Nievo (estratti)

... E come poteva non esserlo io che l'amava tanto, io che la conosceva fin nel profondo delle viscere? — Povera Pisana! — Ne aveva ella colpa se la natura abbandonata a se stessa avea guastato di sua mano ciò ch'ella di sua mano avea preparato perché gli amorosi accorgimenti dell'arte ne cavassero un prodigio d'intelligenza, di bellezza e di virtù? Ed io, aveva io colpa di amarla tuttavia, ebbi poi colpa d'amarla sempre, quantunque ingrata, perfida, indegna, se sapeva di essere il solo al mondo che potesse compatirla? La terribile sventura del peccato non ha da essere ricompensata quaggiù da nessun conforto? Memoria, memoria, che sei tu mai! Tormento, ristoro e tirannia nostra, tu divori i nostri giorni ora per ora, minuto per minuto e ce li rendi poi rinchiusi in un punto, come in un simbolo dell'eternità! Tutto ci togli, tutto ci ridoni; tutto distruggi, tutto conservi; parli di morte ai vivi e di vita ai sepolti! Oh la memoria dell'umanità è il sole della sapienza, è la fede della giustizia, è lo spettro dell'immortalità, è l'immagine terrena e finita del Dio che non ha fine, e che è dappertutto ... Era generosità, spensieratezza, o superbia? Forse questi tre motivi si univano a renderla tale; per cui non ebbe dintorno essere tanto odioso e spregevole che con un'attitudine di preghiera non ottenesse da lei confidenza e pietà, se non affetto e stima ...
Confessioni di un Italiano (pagina 100)
di Ippolito Nievo (estratti)

... M'infinsi venuto a Venezia per ossequiarla e credetti aver addotto un'ottima scusa per riescirle gradito; ma ella mi rispose un grazie così sgarbato che mi fece calare ogni forza giù dei ginocchi, e mi tolsi da quella stanza che non vedea l'ora di essere in istrada ... — Oh da lungo tempo! — risposi io con qualche stupore di essere interrogato a quel modo ... — Sì certo; — soggiunsi — per un certo avvocato Ormenta che mi è andato fuori affatto dei gangheri, e pochi mesi fa ho saputo che è in voce di essere una spia dei Serenissimi Inquisitori ... — Bene, bene, sarà: ma non parlate di cotali cose a voce alta qui in Venezia; il vostro amico deve essere caduto in male acque appunto per questo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 104)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Allora tentai un ultimo colpo, fidando nella rettitudine delle mie intenzioni che Dio sa se potevano essere più generose ... — No; dicon che non basta; bisogna seguitare la pratica delle altre virtù cristiane, oltre la rassegnazione; bisogna essere caritatevoli agli altri ed a sé ... — Bada, Giulio, che la passione ti fa essere parziale verso te ed ingiusto verso gli altri ...
Confessioni di un Italiano (pagina 142)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ebbi campo di compiangere profondamente la sorte d'un popolo che da quattordici secoli di libertà non avea tratto né un lume di criterio né la coscienza del proprio essere ... Quel muto e freddo Leopardo non viveva egli in me, non riscaldava ancora il cuor mio colla bollente memoria dell'indole sua nobile e poderosa? — Ecco una vita spirituale che trapassa di essere in essere, e non vede limiti al suo futuro ...
Confessioni di un Italiano (pagina 162)
di Ippolito Nievo (estratti)

... I subalterni e i minimi litigavano sempre fra loro, perché ai primi sembrava dover essere primi per ragione di grado; e i secondi del pari per la prammatica repubblicana che tendeva a rialzar gli ultimi ... Peraltro, direte voi, quello che fu potrebbe essere, e col battere e ribattere, coll'educazione, coll'abitudine molto si ottiene ... Cosa ne avrebbe detto il teorico teoricissimo capitano Sandracca il quale affermava che in un reggimento ben ordinato un soldato dovea somigliare all'altro più che fratello a fratello, tanta aveva ad essere l'influenza assimilatrice della disciplina? ... E sì che per niente non si dovrebbe essere repubblicani! ...
Confessioni di un Italiano (pagina 208)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Molte, come vedete, furono le porcherie; e non poteva essere altrimenti perché l'astinenza era la virtù dei migliori, né si giungeva a fare di meglio ... Chi può essere? chi non può essere? ...
Confessioni di un Italiano (pagina 209)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Peraltro il governo pareva alieno dal favoreggiare quest'idea; anzi l'avvocato Ormenta, che la caldeggiava, era in voce di dover essere giubilato ... Egli avea supplicato, morendo, quelli che lo assistevano di essere dimenticato come un indegno servo del Signore; né credeva che lo avrebbero ubbidito così appuntino ... In fin dei conti poi credo che la Curia patriarcale fu contenta di essere liberata dal pericoloso aiuto d'un sì furbo zelatore della gloria di Dio e dei proprii interessi ...
Confessioni di un Italiano (pagina 214)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Pareva che la Pisana d'una volta dovesse essere morta e seppellita per me ... Mi assicurava di averlo indosso e mi facea palpare una lana ch'ella diceva essere lo sciallo ... Poco stante mi disperava conoscendomi tanto impotente da dover essere debitore del vitto alla pietà miracolosa d'una donna ... Toccava a me, è vero, l'arrendermi e il tacere, come debitore di tutto che le era; ma alle volte mi pareva aver diritto a qualche maggior grado di confidenza e sapete che quella appunto che vien negata sembra essere la cosa unicamente desiderabile ...
Corbaccio
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Qualunque persona, tacendo, i benefici ricevuti nasconde senza aver di ciò cagione convenevole, secondo il mio giudicio assai manifestamente dimostra sé essere ingrato e mal conoscente di quegli ... E in tanto d'afflizione trascorsi, ora della mia bestialità dolendomi ora della crudeltà trascurata di colei, che, uno dolore sopra un altro col pensiero agiugnendo, estimai che molto meno dovesse essere grave la morte che cotal vita; e quella con sommo desiderio cominciai a chiamare; e, dopo molto averla chiamata, conoscendo io che essa, più che altra cosa crudele, più fugge chi più la desidera, meco imaginai di costrignerla a trarmi del mondo ... Dunque, se per non essere amato ti duoli, te ne se' tu stesso cagione: e perché apponi tu ad alcuno quello che tu medesimo t'hai fatto e ti fai? E certo, per lo averti tu stesso offeso, meriteresti tu appo giusto giudice ogni grave penitenzia; ma, per ciò ch'ella non è quella che al tuo conforto bisogna, anzi sarebbe uno aggiugnere di pena sopra pena, non è ora da andar cercando questa giustizia ... Perché dunque t'afliggi? Perché la morte desideri, la quale ella medesima, tua nimica, secondo che tu estimi, non cercò di darti? E' non mostra che tu abbia ancora sentito quanto di dolceza nella vita sia, quando così leggiermente di tòrti di quella appetisci; né ben considerato quanto più d'amariturine sia negli etterni guai che in quegli del tuo folle amore: li quali tanti e tali ti vengono, quanti e quali tu stesso te li procacci; et ètti possibile, volendo essere uomo, di cacciarli; il che degli etterni non avverrebbe ... Ma certissimo può essere a tutti che ogni speranza di vendetta, od altra letizia di cosa che qua rimanga, fugge, nel morire, a ciascuno ...
Corbaccio (pagina 3)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Parvemi allora, nel viso guardandolo, ch'egli alquanto delle mie parole ridesse con seco stesso e poi dicesse: – Veramente mi fa il qui vederti e le tue parole assai manifesto, se altrimenti nol conoscessi, te del vero sentimento essere uscito e <non> conoscere se vivo ti sii o morto; il quale se da te non avessi cacciato, ricordandoti quali occhi fossero quelli e di cui, la cui luce, secondo il vostro parlare, t'aperse il camino che qui t'ha condotto, e fecetelo parere così bello, e conoscendo quanto fossero a me, tu non aresti avuto ardire di pregarmi per la tua salute; ma, veggendomi, ti saresti ingegnato di fuggire per téma di non perderne alquanta che ancora t'è rimasa ... Alle cui parole stando io attento quanto poteva, quando io udi': “poi che dalla vostra mortale vita fui sbandito”, riconoscendo non costui essere quello che io estimava ma la sua ombra, così uno repente freddo mi corse per l'ossa e tutti i peli mi si cominciarono ad aricciare; e, perduta la voce, mi parve, se io avessi potuto, volere lui fuggire ... Allora mi parve che io dicessi: – Poi che tempo n'è prestato di ragionare né sì sùbita può essere la nostra partita, se grave non ti fosse, volentieri d'alcune cose ti domanderei ... Tu di' che hai per abitazione luogo più duro che questo, ma meno pericoloso; e io già, per le tue parole medesime e per la mia ricordanza, conosco che tu al nostro mondo non vivi: quale luogo addunque possiedi tu? Se' tu in quella prigione etterna nella quale, senza speranza di redenzione, e s'entra e si dimora? o se' in parte che, quando che sia, speranza vera ti prometta salute? Se tu se' nella prigione etterna, senza dubbio più dura dimora credo che vi sia che qui non è; ma come può ella essere con meno periglio? E, se tu se' in parte che ti prometta ancora riposo, come può ella essere <più dura> che questa non è? – Io sono – rispuose lo spirito – in parte che mi promette sanza fallo salute ...
Corbaccio (pagina 4)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E di ciò due cose mi son cagione: l'una è lo 'nsaziabile ardore ch'io ebbi de' danari, mentre io vissi; e l'altra è la sconvenevole pazienzia colla quale io comportai le scelerate e disoneste maniere di colei della qual tu vorresti d'avere veduta essere digiuno ... Dalla qual conoscenza una contrizione sì grande e pentimento mi venne delle non ben fatte cose che non solamente mi parve che gli occhi di vere lagrime e assai si bagnassero, ma che il cuore, <non> altrimenti che faccia la neve al sole, in acqua si risolvesse; per che, sì per questo e sì ancora perché poverissimo di grazie a rendere a tanti e sì alti effetti mi sentiva, per lungo spazio mi tacqui, parendomi bene che lo spirito la cagione conoscesse; ma, poi che così alquanto stato fui, ricominciai a parlare: – O bene avventurato spirito, assai bene cognosco e discerno, la mia medesima coscienza ricercando, quello essere vero che tu ragioni: ciò Dio più caro avere che noi medesimi non abbiamo; li quali colle nostre malvagie opere continuamente ci andiamo sommergendo, dov'Elli colla sua caritativa pietà sempre ne va sollevando, e le sue etterne belleze mostrando e a quelle, come benignissimo padre, ne va chiamando; ma tuttavia, sì come colui che ancora la divina bontà, a guisa che le terrene operazioni <si> fanno, vo misurando, maraviglia mi porge, sentendomi io averlo offeso molto, come Esso ora ad aiutarmi si mosse ... Ma, per ciò che la contrizione delle commesse colpe, la quale mi pare conoscere in te venuta, ti dimostra docile e attento dovere essere a' futuri ammaestramenti, mi piace una sola delle cagioni per la quale la divina bontà si mosse a dovere me mandare ad aiutarti ne' tuoi affanni ... In questa misera valle, la qual tu variamente nomini senza apropiarlene alcuno, abitac'egli alcuna persona, se quelli non fosser già li quali per aventura Amor della sua corte avendo sbanditi, qui li mandasse e in essilio, come a me pare essere stato da lui mandato; o posseggonla pur solamente le bestie le quali io ho udite tutta notte dintorno mughiare? – A cui egli sorridendo rispuose: – Assai bene conosco che ancora il raggio della vera luce non è pervenuto al tuo intelletto e che tu quella cosa, la quale è infima miseria, come molti stolti fanno, estimi somma felicità, credendo che nel vostro concupiscibile e carnale amore sia alcuna parte di bene; e per ciò apri l'orecchie a quello che io ora ti dirò ... Io, quasi di mia colpa compunto, riconoscendo la verità tocca da lui, quasi in me ritornato, rispuosi: – Veramente ci son io altre volte assai stato: ma con più lieta fortuna, secondo il parere delle corporali menti; e di quinci, più per l'altrui grazia che per lo mio senno, in diversi modi or mi ricordo essere uscito; ma sì m'avea e il dolor sostenuto e la paura di me tratto, che così, come mai stato non ciò fossi, d'esserci stato mi ricordava ...
Corbaccio (pagina 5)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Io so (e, se d'altra parte non sapessi, sì mel fecero poco avanti chiaro le tue parole, e ancora il luogo nel quale io t'ho trovato mel manifesta) che tu se' fieramente nelle branche d'amore inviluppato; né m'è più celato, che questo sia, chi di ciò t'è cagione; e tu il dèi nel mio ragionare avere compreso, se di ciò ti ricorda che io dianzi dissi di colei la qual tu vorresti d'aver veduta essere digiuno ... Così non l'avessi io mai conosciuta poi! E di lei, non so da che affezione mosso, cominciò a dire mirabili cose, affermando che in magnificenzia mai non era stata alcuna sua pari; e, oltre al naturale delle femine, lei s'ingegnava di mostrare essere uno Alessandro e alcuna delle sue liberalità raccontando; le quali, per non consumare il tempo in novelle, non curo di raccontare ... Appresso, lei di così e di tanto buono senno naturale disse essere dotata quanta altra donna per avventura conosciuta già mai; e, oltre a ciò, eloquentissima, forse non meno che stato fosse qualunque ornato e pratico retorico, fu ancora; e, oltre a ciò, che sommamente mi piacque, sì come a colui ch'a quelle parole dava intera fede, la disse essere piacevole e graziosa e di tutti quelli costumi piena che in gran gentildonna si possano lodare e commendare ... E già quasi meco avendo diliberato di volere tentare se colui potessi essere che degno di quello divenissi, del nome di lei colui domandai e della sua gentileza e del luogo dov'ella a casa dimorasse; il quale quello non è dove tu la lasciasti; et esso ogni cosa pienamente mi fe' palese ... E dirotti maravigliosa cosa: che, non avendo io alcuno altro indizio di lei che solamente il color nero del vestimento, guardando tra molte che quivi n'erano in quello medesimo abito che ella, là dove io prima la vidi, come il suo viso corse agli occhi miei, subitamente avvisai lei dovere essere quella che io andava cercando ... Io non mentirò: come io vidi la sua statura e poi appresso alquanto al suo andare riguardai e un poco gli atti esteriori ebbi considerati, io presumetti, ma falsamente, non solamente che colui, al quale avea udito di lei parlare, dovesse avere detto il vero, ma che troppo più ch'egli detto non avea ne dovesse essere di bene ...
Corbaccio (pagina 7)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Tu, se io già bene intesi mentre vivea, e ora così essere il vero apertamente conosco, mai alcuna manuale arte non imparasti e sempre l'essere mercatante avesti in odio; di che più volte ti se' con altrui e teco medesimo gloriato, avendo riguardo al tuo ingegno, poco atto a quelle cose nelle quali assai invecchiano d'anni, e di senno ciascuno giorno diventano più giovani ... Vedere addunque dovevi amore essere una passione accecatrice dello animo, disviatrice dello 'ngegno, ingrossatrice, anzi privatrice, della memoria, discipatrice delle terrene facultà guastatrice delle forze del corpo, nemica della giovaneza, e della vecchieza morte; genitrice de' vizii e abitatrice de' vacui petti; cosa senza ragione e senza ordine e senza stabilità alcuna; vizio delle menti non sane e somergitrice della umana libertà ... Ma lasciamo stare quel che a questa parte appartiene; la quale esse ottimamente sappiendo, nel secreto loro hanno per bestia ciascuno uomo che l'ama, che le desidera o che le segue, e in sì fatta guisa ancora la sanno nascondere che da assai, stolti che solamente le croste di fuori riguardano, non è conosciuta né creduta; senza che, di quelli sono che, bene sappiendolo, ardiscono di dire ch'ella è lor pace, e che questo e quello farebbono e fanno; li quali per certo non sono da essere annoverati tra li uomini ... E, parendo loro essere salite un alto grado, quantunque conoscano sé essere nate a esser serve, incontanente prendono speranza e aguzano i disideri alla signoria; e, faccendosi umili, obbedienti e blande, le corone, le cinture, i drappi ad oro, i vai, i molti vestimenti e gli altri ornamenti varii, de' quali tutto dì si vegon splendenti, dai miseri mariti impetrano; il quale non s'accorge tutte quelle essere armi a combattere la sua signoria e vincerla ... Le quali, poi che le loro persone e le loro camere, non altramenti che le reine abino, veggiono ornate e i miseri mariti allacciati, subitamente dall'essere serve divenute compagne, con ogni studio la loro signoria s'ingegnano d'occupare ...
Corbaccio (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E primieramente alle fogge nuove, alle leggiadrie non usate, anzi lascivie, e alle disdicevoli pompe si danno; e a niuna pare essere bella né raguardevole, se non tanto quanto ella ne' modi, nelle smancerie e ne' portamenti somigliano le piuviche meretrici; le quali tanti nuovi abiti né disonesti possono nella città arrecare, che loro tolti non sieno da quelle che gli stolti mariti credono esser pudiche; li quali, avendo male i loro danari spesi, acciò che gittati non paiano, queste cose nelle dette maniere lasciano usare, senza guardare in che segno debba ferire quello strale ... Come esse da questo fiere nelle case divengono, i miseri il sanno, che 'l pruovano: esse, sì come rapide e fameliche lupe, venute ad occupare i patrimoni, i beni e le riccheze de' mariti, or qua or là discorrendo, in continui romori co' servi, colle fanti, co' fattori, co' frategli e figliuoli de' mariti medesimi stanno, mostrando sé ténere riguardatrici di quelli, dove esse discipatrici desiderano d'essere; senza che, acciò che ténere paiano di coloro di cui esse hanno poca cura, mai ne' lor letti non si dorme: tutta la notte in letigi trapassa e in questioni, dicendo ciascuna al suo: “Ben veggio come tu m'ami: ben sarei cieca se io non m'accorgessi che altri t'è all'animo più ch'io ... Se 'l tempo mel concedesse l'andar narrando quanti mali, e come scelerati, le loro ire abbino già fatti, non dubito che tu non dicessi essere il maggiore miracolo, che mai veduto o ...
Corbaccio (pagina 9)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Le cose loro imposte tanto fanno quanto elle credono per quello o ornamenti o abracciamenti guadagnare; da questo innanzi, sempre una redazione in servitudine l'essere obedienti si credono; e per questo, se non quanto loro dall'animo viene, niuna cosa imposta farebbono mai ... È il vero che da questa loro così sùbita sapienza e divinamente in loro spirata ne nascie una ottima dottrina nelle figliuole: a tutte insegnano rubare i mariti; come si debbiano ricevere lettere dagli amanti; come ad esse rispondere; in che guisa metterlisi in casa; che maniere debbano tenere ad infignersi d'essere malate, acciò che libero loro dal marito rimanga il letto; e molti altri mali ... E sono di tanta audacia che, chi punto il lor senno avviliscie, incontanente dicono: “Le Sibille non furono savie?”, quasi ciascheduna di loro debba essere l'undecima ... Mirabile cosa pare che, in tante migliaia d'anni quante trascorse sono poi che 'l mondo fu fatto, intra tanta moltitudine quanta è stata quella del femineo sesso, esserne diece solamente trovate savie; e a ciascuna femina pare essere una di quelle, o degna tra quelle d'essere annoverata ... E, oltre a questo, assai sovente molto meno consideratamente si gloriano, dicendo che Colei, nel cui ventre si racchiuse l'unica e general salute di tutto l'universo, virgine inanzi il parto e che dopo il parto rimase virgine, con alquante altre (non molte però, della cui virtù spezial menzione e solennità fa la Chiesa di Dio) furono così femine come loro; e per questo immaginano dovere essere riguardate, argomentando niuna cosa contr'a loro potersi dire della loro viltà, che contro a Quella, che santissima cosa fu, non si dica; e quasi vogliono che lo scudo della loro difensione nelle braccia di Quella rimanga: che in niuna cosa la somigliano, se non in una ... Ma questo non è da dovere consentire; per ciò che quella unica Sposa dello Spirito Santo fu una cosa tanto pura, tanto virtuosa, tanto monda e piena di grazia e del tutto sì da ogni corporale e spiritual bruttura remota che, a rispetto dell'altre, quasi non dell'elementar composizione, ma d'una essenzia quinta fu formata a dovere essere abitacolo e ostello del Figliuolo di Dio; il quale, volendo per la nostra salute incarnare, per non venire ad abitare nel porcile delle femine moderne, ab ecterno se la preparò, sì come degna camera a tanto e cotale re ... E, se altro da questa vil turba essere stata separata non la mostrasse, li suoi costumi tutti, dalli loro spartiti, la mosterrebbono: e similmente la sua bellezza, la quale non artificiata, non dipinta né colorata fu; et è tanta che fa nel beato regno agli agnoli e a' beati spiriti, se dir si può, agiugnere gloria e maraviglioso diletto ...
Corbaccio (pagina 10)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E, se onestamente si potesse accusare la natura, maestra delle cose, io direi che essa fieramente in così fatte donne peccato avesse, sottoponendo e nascondendo così grandi animi, così virili e costanti sotto così vili membra e sotto così vile sesso, come è il femineo; perché, bene ragguardando chi quelle furono e chi queste sono, che nel numero di quelle si vogliono mescolare e in quelle essere annoverate e reverite, assai bene si vedrà mal confarsi l'una coll'altra, anzi essere del tutto l'una contraria dell'altra ... Pare essere a me molto certo che, se mai ad alcune perverrà all'orecchie la verità della loro malizia e de' loro difetti da me dimostrati, che esse incontanente, non a riconoscersi né a vergognarsi d'essere da altrui conosciute e ad ogni forza e 'ngegno di divenire migliori come dovrebbono, rifuggiranno: ma, come usate sono, pure al peggio andranno correndo; e diranno me queste cose dire, non come veritiero, ma come uomo al quale, per ciò ch'altra spezie piacque, esse dispiacquono ... Dovevanti ancora gli studii tuoi dimostrare chi tu medesimo sii, quando il naturale conoscimento non te l'avesse mostrato, e ricordarti e dichiararti che tu se' uomo fatto alla imagine e alla similitudine di Dio, animale perfetto, nato a signoreggiare, e non ad essere signoreggiato ... E non solamente da questo si può o dee pigliare che solamente ad alcuni eccellenti uomini così ampio privilegio di nobiltà sia conceduto; anche s'intenderà essere ancora de' più menomi, per rispetto alle femine e agli altri animali; per che ottimamente si comprenderà il più vile e 'l più minimo uomo del mondo, il quale del bene dello 'ntelletto privato non sia, prevalere a quella femina, in quanto femina, che temporalmente è tenuta più che niun'altra eccellente ... E, se il minore uomo è da tanto, da quanto dovrà essere colui, la cui virtù ha fatto ch'egli dagli altri ad alcuna eccelenzia sia elevato? Da quanto dovrà essere colui il quale i sacri studii, la filosofia ha dalla meccanica turba separato? Del numero de' quali tu per tuo studio e per tuo ingegno, aiutandoti la grazia di Dio, la quale a niuno che se ne faccia degno, dimandandola, è negata, se' uscito e tra' maggiori divenuto degno di mescolarti ...
Corbaccio (pagina 11)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Esse con angelica voce ti narranno le cose dal principio del mondo state infino a questo giorno; e sopra l'erba e sopra i fiori alle dilettevoli ombre teco sedendo, a lato a quel fonte le cui ultime onde non si videro già mai, ti mostreranno le cagioni de' variamenti de' tempi e delle fatiche del sole e di quelle della luna; e qual nascosa virtù le piante nutrichi, e insieme faccia li bruti animali amichevoli; e d'onde piovano l'anime negli uomini; e l'essere la divina bontà etterna e infinita; e per quali scale ad essa si salga, e per quali balzi si traripi alle parti contrarie; e teco, poi ch'e' versi di Omero, di Virgilio e degli altri antichi valorosi aranno cantati, i tuoi medesimi, se tu vorrai canteranno ... Ma, per ciò ch'assai detto aver mi pare intorno a quello che a te apparteneva di considerare, quando follemente il collo sotto lo incomportabile giogo di colei sottomettesti, alla quale una gran salmista pare essere, acciò che tu non creda dall'altre lei devariare, oltre a quello ch'io ti promisi, ciò che tu non potevi ben per te medesimo vedere, intendo di dimostrarti particularmente chi sia colei e chenti i suoi costumi (di cui tu, follemente divenuto servidore, ora ti duoli), e vedrai dove e nelle cui mani il tuo peccato e la tua troppa sùbita credenza t'aveano condotto ... La qual, già d'altro marito essendo stata moglie e assai bene già l'arte dello 'ngannare avendo appresa, non partendosi dal loro universal costume, in guisa d'una mansueta e semplice colomba entrò nelle case mie; e, acciò che io ogni particularità raccontando non vada, ella non vide prima tempo alle occulte insidie, e forse lungamente serbate, poter discoprire, ch'ella, di colomba, subitamente divenne serpente: di che io m'avidi la mia mansuetudine, troppo rimessamente usata, essere d'ogni mio male certissima cagione ... Costei addunque, con romori e con minaccie e con battere alcuna volta la mia famiglia, corsa la casa mia per sua e in quella fiera tiranna divenuta, quantunque assai leggier dote recata v'avesse, come io non pienamente a sua guisa alcuna cosa fatta o non fatta avessi, soprabbondante nel parlare e magnifica dimostrantesi, come se io stato fossi da Capalle ed ella della casa di Soave, così e la nobilità e la magnificienzia de' suoi mi cominciò a rimproverare, quasi come se a me non fosse noto chi essi furono, o sieno pure ora al presente; bench'io sia certissimo che essa niuna cosa ne sa: altro ch'essa, come vana, credo che spesso vada gli scudi, che per le chiese sono appiccati, anoverando; e della vecchieza di quelli e della quantità argomenta sé essere nobile, poi tanti cavalieri sono suti tra' suoi passati e ancor più ... Costei addunque, donna divenuta del tutto e di me e delle mie cose, non secondo che la natura arebbe voluto al mio stato avendo rispetto, ma come il suo appetito disordinato richiedea, prima nel modo del vivere e nella quantità suo ordine puose; e il simigliante fece ne' suoi vestimenti, non quelli ch'io le facea, ma quelli che le piacevano faccendosi: e da qualunque d'alcuna mia possessione avea il governo essa convenia che la ragione rivedesse e' frutti prendesse e distribuisse secondo il parer suo; e in somma ingiuria recandosi perché io così tosto, come ella arebbe voluto, d'alcuna quantità di danari, ch'io avea, mia tesoriera e guardiana non la feci, mille volte essere uomo senza fede, e massimamente verso di lei, mi rimproverò, insino a tanto che a quello pervenne ch'ella desiderava, sé d'altra parte di lealtà sopr'a Fabrizio e a qualunque altro leale uomo stato commendando ...
Corbaccio (pagina 13)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ben so che alcuno dire potrebbe questa non essere cosa nuova, non che a lei ma nell'altre donne; e certo io non la dico per nuova, ma per viziosa e spiacevole e cattiva: e per mostrare ch'ella non è separata da' costumi dell'altre e perché più pronta fede sia data a quello che resultava di questi modi, quando tel dirò; che sarà tosto ... Anzi, sì com'io molte volte m'accorsi, a qualunque giovane, o qualunque altro che punto d'aspetto avesse piacevole, che dinanzi alla casa passasse o dov'ella fosse, non altrimenti il falcone, tratto di cappello, si rifà tutto e sopra sé torna, che faceva ella, sommamente desiderosa d'essere guardata; e così si turbava in se medesima, se altro passato fosse che non l'avesse guatata, come se una grave ingiuria avesse ricevuta ... E, acciò che io ora di questa materia più non dica, dico che questi sono gli ornati e laudevoli costumi e il gran senno e la maravigliosa eloquenzia che di costei il tuo amico, male consapevole del fatto, ti ragionava; questa era la gran costanzia, la somma forteza dell'animo di costei; questo era il grande studio e la sollecitudine continua, la quale ella avea alle cose oneste, come avere debbono quelle donne le quali gentili sono, come ella vuole essere tenuta, e per la qual meritamente tra le valorose antiche, di loro parlando, dee esser ricordata ... Essa, con questa sua vanità e con questa esquisita leggiadria (se leggiadria chiamar si dee il vestirsi a guisa di giocolari e ornarsi come quelle che ad infiniti hanno per alcuno spazio a piacere sé concedendo per ogni prezo) e con l'essere degli occhi cortese e più parlante che alla gravità donnesca non si richiedea, molti amanti s'avea acquistati; de' quali non avvenne come di chi corre al palio, il quale ha l'uno de' molti; anzi de' molti pervennono molti al termine disiato, sì come essa procacciava ...
Corbaccio (pagina 14)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E perciò meritamente dice piacerle la cortesia: sì come colei che, mentre da dovere essere richiesta è stata, mai disdir nol seppe, così, omai che in tempo viene che a lei converrà richiedere, niuno vorrebbe che 'l disdicesse ... Sì come da Socrate coloro, che la sua dottrina seguirono, furono chiamati socratici e quelli, che quella di Platone, platonici, ha questo nome preso la nuova setta da una gran valente donna, la quale tu molte volte puoi avere udita ricordare, che fu chiamata madonna Cianghella; cui sentenzia, dopo lunga e seriosa disputazione, fu nel concilio delle donne discrete e per conclusione posto: che tutte quelle donne, che hanno ardire e cuore e sanno modo trovare d'essere tante volte e con tanti uomini con quanti il loro appetito concupiscibile richiedea, erano da essere chiamate savie; e tutte l'altre decime o moccicose ... Questo è quel senno, nel quale ella vorrebbe ciascuna donna o uomo essere savio o appararlo; e perciò sgànnati, se male avessi inteso; e ch'ella sia savia credi sicuramente all'amico tuo ... Parmi essere certo che, come nelle due già dette cose perversamente intendevi, così similemente nella terza sii caduto in errore ... Ma ella in brevissimo spazio di tempo ti dirà ciò che si fa in Francia e ordina il Re d'Inghilterra; se i Ciciliani avranno buona ricolta o no; se i Genovesi o' Vineziani recheranno spezeria di Levante e quanta; se la reina Giovanna giacque la notte passata col re; quello che i Fiorentini dispongano dello stato della città (benché questo le potrebbe essere assai agevole, se con alcuno de' reggenti si stropicciasse: li quali, non altrimenti che 'l paniere o il vaglio l'acqua, tengono i sagreti de' petti loro); e tante altre cose, oltre a queste, dirà, che maravigliosa cosa è a pensare donde tanta lena le venga ...
Corbaccio (pagina 15)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... per certo, se quello è vero, che questi fisici dicono, che quello membro, il quale l'animale bruto e l'uccello e 'l pesce più esercita, sia più piacevole al gusto e più sano allo stomaco, niuno boccone deve mai essere più saporito né migliore che la lingua di lei, la quale mai di ciarlare non ristà, mai non molla, mai non fina: dalle dalle dalle, dalla mattina insino alla sera; e la notte, io dico, dormendo, non sa ristare ... E chi non la conoscesse, udendola della sua onestà, della sua divozione, della sua santità e di quelli di casa sua favellare, crederebbe per certo lei essere una santa, e di legnaggio reale; e così in contrario, a chi la conoscesse, l'udirla la seconda volta, e talora la prima, è un fargli venir voglia di recere l'anima ... Dèi dunque sapere né ogni infermità né ogni infermo potere essere sempre dal discreto medico con odoriferi unguenti medicato; per ciò che assai sono e di quelli e di quelle che nol patiscono e che richeggiono cose fetide, se a salute si vorranno conducere; e se alcuna n'è che con cotali argomenti e vocaboli e con dimostrazioni puzolenti purgare e guarire si vogliono, il mal concetto amore dell'uomo è una di quelle: per ciò che più una fetida parola nello intelletto sdegnoso adopera in una piccola ora, che mille piacevoli e oneste persuasioni, per l'orecchie versate nel sordo cuore, non faranno in gran tempo ... Sostieni adunque pazientemente d'udirle; né paia alla tua onestà grave, né estimare quello essere colpa, difetto o disonestà del medico, di che la tua pestilenziosa infermità è cagione ... Imagina queste mie parole, così sucide e così stomacose a udire, essere quello beveragio amaro il quale, per l'avere tu troppo assentito alle cose dilettevoli e piacevoli al tuo gusto, il discreto medico già nelle tue corporali infermità t'ha donato; e pensa, se, per sanare i corruttibili corpi, quelle amare cose non solamente si sostengono, ma vi si fa di volontà incontro lo 'nfermo, quanta e quale amaritudine si dee per guarire l'anima, che è cosa etterna, sostenere ... E perciò, tornando ad proposito e volendo di questa donna, nuova posseditrice dell'anima tua divenuta, partitamente parlare, alquanto di quelle dirò che a te non poterono essere note né per veduta né per imaginazione, per ciò che fuggito l'hai ... Quale ella dovesse essere, quando i Pisani col vermiglio all'asta cavalcano, colla testa lenzata e stretta, la doglia al capo apponendo dove alla parte opposita era il male, pènsalti tu ...
Corbaccio (pagina 16)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... compressa; parmi essere certo, come io sono della beatitudine che per me s'aspetta, che, riguardando il petto suo, tu estimasti quello dovere essere tale e così tirato qual vedi il viso, senza veder e' bariglioni cascanti che le bianche bende nascondono ... Esse, qual che si sia la cagione, o l'essere troppo tirate d'altrui, o il soperchio peso di quelle, che distese l'abbia, tanto oltre misura dal loro natural sito spiccate e dilungate sono, se cascare le lasciasse, che forse, anzi sanza forse, infino al bellìco l'agiugnerebbono, non altrimenti vote o vize che sia una viscica sgonfiata; e certo, se di quelle, come de' cappucci s'usa a Parigi, a Firenze s'usasse, ella per leggiadria sopra le spalle se le potrebbe gittare alla francesca ... Deh, che dich'io? L'armata del Re Ruberto, qualora egli la fece maggiore, tutta insieme concatenata, senza calar vela o tirare in alto temone, a grandissimo agio vi potrebbe essere entrata ... E io, secondo che io mi credo, ancora che brieve abbia parlato, avendo rispetto al molto che si può dire, sì aperta t'ho la verità che forse t'era nascosa, che, se dal tuo errore non ti rimovessi, oltre ad ogn'altra bestia dovresti bestia essere tenuto ...
Corbaccio (pagina 18)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E, oltre a questo, v'era assai peggio che per te: Aristotile, Tulio, Virgilio e Tito Livio e molti altri uomini illustri, per quel ch'io creda, tuoi amici e domestici, erano come fango da loro e scherniti e anullati, e peggio che montoni maremmani sprezati e aviliti; e, in contrario, se medesimo essaltando con parole da fare per istomacaggine le pietre saltare del muro e fuggirsi, soli sé essere dicevano l'onore e la gloria di questo mondo; di che io assai chiaramente m'avidi che 'l cibo e 'l vino, disordinatamente presi da loro, o il disiderio di compiacere l'uno all'altro schernendoti, di se medesimi, ne' quali forse non furono già mai, gli avea tratti ... Or che avresti detto, quando la mente tua era ancora inferma del tutto, se così ordinatamente avessi la cosa udita? Sono certo, senza più pensarvi, ti saresti per la gola impiccato; ma vorrebbe il capestro essere stato forte sì che ben sostenuto t'avesse, acciò che, rottosi, tu non fossi caduto e scampato, sì come colui che quello, e peggio, molto bene meritato avevi ... Che, se tu teco medesimo riguardare avessi voluto quanta sia la vanità delle femine, di quello ti saresti ricordato che già molte volte hai detto (cioè che gloriandosi elle somamente d'essere tenute belle, e, per essere, facciano ogni cosa, e tanto più loro essere paia quanto più si veggiono riguardare, più fede al numero de' vagheggiatori dando che al loro medesimo spechio), compreso avresti a lei non essere discaro, ma carissimo il tuo riguardare ... E, per ciò che esse di niuna cosa, che a loro pompa appartenga, contente sono se nascosa dimora, volonterosa che all'altre femine apparisca, te a dito mostrava per dare a vedere a quelle, alle quali ti dimostrava, sé ancora essere da tenere bella e d'avere cara, poi che ancora trovava amadore, e massimamente te che se' da tutti un gran conoscitore di forme di femine reputato; per che lei mostrarti aresti veduto in onore di te, non in biasimo, essere stato fatto da lei ... Ma, qual che la cagion si fosse, ricorrere dovevi prestamente a quella infallibile verità: cioè niuna femina essere savia, e perciò non potere saviamente adoperare ... Ma lasciamo stare l'essere le femine così fiere, così vili, così orribili, così dispettose, come ricordato t'hanno le mie parole, e l'avere la lettera tua così fieramente palesata e te, per qualunque delle dette cagioni o per qualunque altra voglia, avere a dito dimostrato alle femine, e vegnamo al focoso amore che portavi a costei e ragioniamo della tua demenzia ...
Corbaccio (pagina 19)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Io voglio presupporre che vero fosse ciò che l'amico tuo del valore di costei ti ragionò; il che se così credesti che fosse, mai non mi farai credere che in lei libidinoso amore avessi posto, sì come colui ch'avresti conosciuto quelle virtù essere contrarie a quello tuo vizioso desiderio; e, <per> consequente, essendo esse in lei, mai non dovere venire fatto in quello atto cosa che tu avessi voluta; sì che non quelle ad amarla ti tirarono, ma la sua forma per certo; e alcuna cosa veduta di lei ti mise in speranza del tuo disonesto volere potere recare a fine ... Ma furonti sì gli occhi corporali nella testa travolti, che tu non vedesti lei essere vecchia e già stomachevole e noiosa a riguardare? E, oltre a ciò, qual cechità d'animo sì quelli della mente t'avea adombrati che, cessando la speranza del tuo folle desiderio in costei, con acerbo dolore ti facessono la morte desiderare? Qual miseria, qual tiepideza, qual trascuraggine te a te così avea della memoria tratto che, venendoti meno costei, tu estimassi che tutto l'altro mondo ti dovesse essere venuto meno e per questo volere morire? Part'egli così essere da nulla? Se' tu così pusillanimo, così scaduto, così nelle fitte rimaso, così scoppiato di cerro o di grotta o se' così da ogni uomo del mondo discacciato che tu costei per unico rifuggio e per tuo singulare bene eletta avessi, che, se ti mancasse, tu dovessi desiderare di morire? Qual piacere, quale onore, quale utile mai avesti da lei o ti fu promesso, se non dalla tua sciocca e bestiale speranza, il quale poi ti fosse tolto da lei? E la tua speranza che cosa ti poteva da lei giustamente promettere? Certo niuna, se non di metterti nelle braccia quelle membra cascanti e vize e fetide; delle quali sanza fallo, se saputo avessi il mercato il quale n'ha fatto e fa, come ora sai, sarebbe stato il disiderio minore ... Forse speravi, potendole nelle braccia venire e avendo di quella prodeza della quale ella cotanto si diletta, così essere salariato, come fu già il cavaliere di cui di sopra parlai? Tu eri ingannato, per ciò che, quando quello era, ella spendeva de' miei; oggi, de' suoi parendole spendere, non dubito punto che tu non le trovassi troppo più stretta la mano che tu non t'avisi ... E a costei andando quanto tu più umilmente potevi, non parendoti così bene essere ricevuto come desideravi, non ti partivi – come fatto avresti e faresti, da quelli che esaltar ti possono, dove costei sempre ti deprimerebbe – ma chiamavi la morte che t'uccidesse; la qual più tosto chiamar dovevi avendo riguardo a quello a che l'anima tua s'era dechinata: e a che utilità? e a cui sottomessa? a una vecchia rantolosa, viza, malsana, pasto omai da cani più che da uomini; più da guardare la cenere del focolare omai che da apparire tra genti perché guardata sia ... Deh, lasciamo stare quello che tu, per tuo studio e di grazia, da Dio hai acquistato e vegnamo a quello solo che dalla natura t'è stato conceduto; e, questo veduto, se così sdegnoso ti mostri nell'altre cose, non d'essere stato schernito, come forse ti fai, tu ti piagnerai e lamentera'ti, ma d'averti, a modo ch'uno nibbio, lasciato adescare e pigliare alle busecchie ... Ma tu rifichi pur gli occhi della mente ad una cosa, della qual ti pare avere molto disavvantaggio da lei, e di che io niuna menzione feci, quando l'altre andai raguagliando; e avisa che quella sia la cagione per la quale tu schifato sii: cioè che a te pare che ella gentildonna sia, dove a te non pare essere così; il che presummendo che così fosse, non perciò saresti lasciato, se guardi a chi è il secondo Ansalone, che è cotanto nella sua grazia ...
Corbaccio (pagina 21)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E, in quanto puoi, fa' che a le' nel tuo parlare lei medesima mostri e similemente la mostri ad altrui: per ciò che, dove l'averla glorificata tu aresti mentito per la gola, e fatto contro a quello che si dee, e tesi lacciuoli alle menti di molti che, come tu fosti, sono creduli, e lei aresti in tanta superbia levata che le piante dei piedi non le si sarebbono potute toccare, così, questo faccendo, dirai il vero e sgannerai altrui, e lei raumilierai; che forse ancora di salute le potrebbe essere cagione ... E nel vero, se tempo da troppo affrettata morte non m'è tolto, io la farò, con tanto cruccio di lei e con tanto vituperio della sua viltà, ricredente della sua bestialità mostrandole che tutti gli uomini non sono da dovere essere scherniti ad uno modo, che ella vorrebbe così bene essere digiuna d'avermi mai veduto, come io abbia desiderato o disidero d'essere digiuno d'avere veduta lei ... Io non mi ricordo che mai, mentre nel mortale mondo dimorasti, teco né parentado né dimesticheza né amistà alcuna io avessi già mai; e parmi essere certo che, nella regione nella quale dimori, molti sieno che amici e parenti e miei dimestichi furono, mentre vissero: per che, se di quindi alla mia salute alcuno dovea venire, perché più tosto a te che ad alcuno di quelli fu questa fatica imposta? – Alla qual domanda lo spirito rispuose: – Nel mondo dov'io sono né amico né parente né dimesticheza vi si guarda in alcuno: ciascheduno, pur che per lui alcuno bene operar si possa, è prontissimo a farlo, e senza niuno dubio ... A cui io allora dissi: – Qual che la cagione si fosse, quel credo che a te piace ch'io ne creda, e per questo sempre mi ti conosco obligato; per che io ti priego, per quella pace che per te ardendo s'aspetta, con ciò sia cosa ch'io sia volonteroso di mostrarmi di tanto e di tale benificio verso te grato, che, se per me operare alcuna cosa si puote che giovamento e alleviamento debba essere della pena la qual tu sofferi, che tu, avanti che io da te mi parta, la mi 'mponga, sicuro che, quanto il mio potere si stenderà, senza fallo, sarà fornita ... E, poi che alquanto gustata l'ebbi, mi parve che non so che cosa grave e ponderosa molto da dosso mi si levasse e me, al quale inmobile e inpedito prima essere parea, senza sapere di che, fe' incontanente parere leggerissimo e spedito e avere licenzia di potere andare ...
Corbaccio (pagina 22)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E, avendomi detto me essere libero e potere di me fare a mio senno, tanto fu la letizia ch'io senti' che, vogliendomeli a' piedi gittare e grazie renderli di tanto e tale beneficio, esso e 'l mio sonno ad una ora si partiro ... Risvegliato adunque e tutto di sudore bagnato trovandomi, non altramenti che sieno gli uomini faticati o che se col vero corpo la montagna salita avessi che nel sogno mi parve salire, maravigliatomi forte, sopra le vedute cose cominciai a pensare; e, mentre meco ad una ad una ripetendo l'andava et essaminando se possibile fosse così essere il vero, come mi pareva avere udito, assai ne credetti verissime; come che poi quelle, che per me allora conoscere non potei, da altrui poi informatomene, essere non meno vere <che> l'altre trovai ... E, veggendo già il sole essere levato sopra la terra, levatomi, agli amici, coi quali nelle mie afflizioni consolare mi solea, andatomene, ogni cosa veduta e udita per ordine raccontai; li quali ottimamente esponendomi ogni particella del sogno, nella mia disposizione medesima tutti concorrere gli trovai; per che sì per li loro conforti e sì per lo conoscimento, che in parte m'era tornato migliore, al tutto al dipartire dal nefario amore della scelerata femina mi dispuosi ... Piccola mia operetta, venuto è il tuo fine e da dare è omai riposo alla mano; e perciò ingegnera'ti d'essere utile a coloro, e massimamente a' giovani, i quali con gli occhi chiusi, per li non sicuri luoghi, troppo di sé fidandosi, senza guida si mettono; e del beneficio, da me ricevuto dalla genitrice della salute nostra, sarai testimone ...
Decameron (pagina 27)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... si fece alle finestre e con una boce grossa, orribile e fiera disse: “Chi è laggiù?” Andreuccio, a quella voce levata la testa, vide uno il quale, per quel poco che comprender poté, mostrava di dovere essere un gran bacalare, con una barba nera e folta al volto, e come se del letto o da alto sonno si levasse sbadigliava e stropicciavasi gli occhi: a cui egli, non senza paura, rispose: “Io sono un fratello della donna di là entro ... ” Ma colui non aspettò che Andreuccio finisse la risposta, anzi più rigido assai che prima disse: “Io non so a che io mi tegno che io non vegno là giù, e deati tante bastonate quante io ti vegga muovere, asino fastidioso e ebriaco che tu dei essere, che questa notte non ci lascerai dormire persona”; e tornatosi dentro serrò la finestra ... Alcuni de' vicini, che meglio conoscieno la condizion di colui, umilmente parlando a Andreuccio dissero: “Per Dio, buono uomo, vatti con Dio, non volere stanotte essere ucciso costì: vattene per lo tuo migliore ... Costoro, imaginando dove ciò gli potesse essere avvenuto, dissero fra sé: “Veramente in casa lo scarabone Buttafuoco fia stato questo ... Ma che giova oggimai di piagnere? Tu ne potresti così riavere un denaio come avere delle stelle del cielo: ucciso ne potrai tu bene essere, se colui sente che tu mai ne facci parola ... ” E detto questo, consigliatisi alquanto, gli dissero: “Vedi, a noi è presa compassion di te: e per ciò, dove tu vogli con noi essere a fare alcuna cosa la quale a fare andiamo, egli ci pare esser molto certi che in parte ti toccherà il valere di troppo più che perduto non hai ... Costoro assetati, posti giù lor tavolacci e loro armi e lor gonnelle, cominciarono la fune a tirare credendo a quella il secchion pien d'acqua essere appicato ...
Decameron (pagina 33)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il che poi che ella ebbe sentito, non avendo mai davanti saputo con che corno gli uomini cozzano, quasi pentuta del non avere alle lusinghe di Pericone assentito, senza attendere d'essere a così dolci notti invitata, spesse volte se stessa invitava non con le parole, ché non si sapea fare intendere, ma co' fatti ... Aveva Pericone un fratello d'età di venticinque anni, bello e fresco come una rosa, il cui nome era Marato; il quale, avendo costei veduta e essendogli sommamente piaciuta, parendogli, secondo che per gli atti di lei poteva comprendere, essere assai bene della grazia sua e estimando che ciò che di lei disiderava niuna cosa gliele toglieva se non la solenne guardia che faceva di lei Pericone, cadde in un crudel pensiero: e al pensiero seguì senza indugio lo scellerato effetto ... E poi che parte della notte fu trapassata, aperto a' suoi compagni là dove Pericon con la donna dormiva e quella aperta, Pericone dormente uccisono e la donna desta e piagnente minacciando di morte, se alcun romor facesse, presero; e con gran parte delle più preziose cose di Pericone, senza essere stati sentiti, prestamente alla marina n'andarono, e quindi senza indugio sopra la nave se ne montarono Marato e la donna, e' suoi compagni se ne tornarono ... E volendo ciascuno essere il primo né potendosi in ciò tra loro alcuna concordia trovare, prima con parole grave e dura riotta incominciarono, e da quella accesi nell'ira, messo mano alle coltella, furiosamente s'andarono adosso e più colpi, non potendo quegli che sopra la nave eran dividergli, si diedono insieme: de' quali incontanente l'un cadde morto e l'altro in molte parti della persona gravemente fedito rimase in vita ... Il prenze vedendola oltre alla bellezza ornata di costumi reali, non potendo altramenti saper chi ella si fosse, nobile donna dovere essere la stimò e pertanto il suo amore in lei si raddoppiò; e onorevolmente molto tenendola, non a ...
Decameron (pagina 38)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E come che tal cosa, se saputa fosse, io conosca non essere onesta, nondimeno essendo e stando nascosa quasi di niuna cosa essere disonesta la giudichi, pur m'è di tanto Amore stato grazioso, che egli non solamente non m'ha il debito conoscimento tolto nello elegger l'amante ma me n'ha molto in ciò prestato, voi degno mostrandomi da dovere da una donna, fatta come sono io, essere amato; il quale, se 'l mio avviso non m'inganna, io reputo il più bello, il più piacevole e 'l più leggiadro e 'l più savio cavaliere che nel reame di Francia trovar si possa; e sì come io senza marito posso dire che io mi veggia, così voi ancora senza mogliere ... Il conte, il quale lealissimo cavaliere era, con gravissime riprensioni cominciò a mordere così folle amore e a sospignerla indietro, che già al collo gli si voleva gittare, e con saramenti a affermare che egli prima sofferrebbe d'essere squartato che tal cosa contro all'onore del suo signore né in sé né in altrui consentisse ... Al romor della donna corsero molti, li quali, vedutala e udita la cagione del suo gridare, non solamente per quello dieder fede alle sue parole, ma aggiunsero la leggiadria e la ornata maniera del conte, per potere a quel venire, essere stata da lui lungamente usata ... Il conte, dolente che d'innocente fuggendo s'era fatto nocente, pervenuto senza farsi conoscere o essere conosciuto co' suoi figliuoli a Calese, prestamente trapassò in Inghilterra e in povero abito n'andò verso Londra ...
Decameron (pagina 51)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” E avendo l'animo già pieno d'ira e di maltalento per quello che vedeva gli era stato fatto, ripreso il suo mantello, s'uscì della camera e pensò di voler chetamente trovare chi questo avesse fatto, imaginando lui della casa dovere essere e, qualunque si fosse, non esser potuto di quella uscire ... Avendone adunque il re molti cerchi né alcun trovandone il quale giudicasse essere stato desso, pervenne a costui e trovandogli batter forte il cuore seco disse: “Questi è desso ... Costui, che tutto ciò sentito avea, sì come colui che malizioso era, chiaramente s'avisò perché così segnato era stato: laonde egli senza alcuno aspettar si levò, e trovato un paio di forficette, delle quali per avventura v'erano alcun paio per la stalla per lo servigio de' cavalli, pianamente andando a quanti in quella casa ne giacevano, a tutti in simile maniera sopra l'orecchie tagliò i capelli; e ciò fatto, senza essere stato sentito, se ne tornò a dormire ... Li quali tutti, senza alcuna cosa in capo davanti standogli, esso cominciò a guardare per riconoscere il tonduto da lui; e veggendo la maggior parte di loro co' capelli a un medesimo modo tagliati, si maravigliò, e disse seco stesso: “Costui, il quale io vo cercando, quantunque di bassa condizion sia, assai ben mostra d'essere d'alto senno ... La quale, o piacevoli donne, io racconterò non solamente per seguire l'ordine imposto, ma ancora per farvi accorte che eziandio che i religiosi, a' quali noi oltre modo credule troppa fede prestiamo, possono essere e sono alcuna volta, non che dagli uomini, ma da alcuna di noi cautamente beffati ... Costei adunque, d'alto legnaggio veggendosi nata e maritata a uno artefice lanaiuolo, per ciò che artefice era non potendo lo sdegno dell'animo porre in terra, per lo quale stimava niuno uomo di bassa condizione, quantunque ricchissimo fosse, esser di gentil donna degno, e veggendo lui ancora con tutte le sue ricchezze da niuna altra cosa essere più avanti che da sapere divisare un mescolato o fare ordire una tela o con una filatrice disputar del filato, propose di non voler de' suoi abbracciamenti in alcuna maniera se non in quanto negare non gli potesse, ma di volere a sodisfazione di se medesima trovare alcuno il quale più di ciò che il lanaiuolo le paresse che fosse degno ... E essendosi accorta che costui usava molto con un religioso, il quale, quantunque fosse tondo e grosso uomo, nondimeno per ciò che di santissima vita era quasi da tutti avea di valentissimo frate fama, estimò costui dovere essere ottimo mezzano tra lei e 'l suo amante ...
Decameron (pagina 54)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Continuando adunque il monaco a casa di fra Puccio e veggendo la moglie così fresca e ritondetta, s'avisò qual dovesse essere quella cosa della quale ella patisse maggior difetto; e pensossi, se egli potesse, per torre fatica a fra Puccio, di volerla supplire ... E dopo molto gli venne pensato un modo da dovere potere essere con la donna in casa sua senza sospetto, non obstante che fra Puccio in casa fosse ... E se tu fossi letterato, ti converrebbe in questo mezzo dire certe orazioni che io ti darei: ma perché non se', ti converrà dire trecento paternostri con trecento avemarie a reverenzia della Trinità; e riguardando il cielo, sempre aver nella memoria Idio essere stato creatore del cielo e della terra, e la passion di Cristo, stando in quella maniera che stette Egli in su la croce ... Poi, come matutin suona, te ne puoi, se tu vuogli, andare e così vestito gittarti sopra il letto tuo e dormire: e la mattina appresso si vuole andare alla chiesa e quivi udire almeno tre messe e dire cinquanta paternostri con altrettante avemarie; e appresso questo con simplicità fare alcuni tuoi fatti, se a far n'hai alcuno, e poi desinare e essere appresso al vespro nella chiesa e quivi dire certe orazioni che io ti darò scritte, senza le quali non si può fare; e poi in su la compieta ritornare al modo detto ... Rimasi adunque in concordia, venuta la domenica frate Puccio cominciò la sua penitenza; e messer lo monaco, convenutosi con la donna, a ora che veduto non poteva essere, le più delle sere con lei se ne veniva a cenare, seco sempre recando e ben da mangiare e ben da bere; poi con lei si giaceva infino all'ora del matutino, al quale levandosi se n'andava e frate Puccio tornava a letto ...
Decameron (pagina 61)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E che voi del suo essilio e dell'essere andato tapin per lo mondo sette anni non siate cagone, questo non si può negare, sì che molto maggior peccato avete commesso in qualunque s'è l'una di queste tre cose dette che nella sua dimestichezza non commettavate ... Il che come voi faceste, mossa dalle parole d'un frate, il qual per certo doveva essere alcun brodaiuolo manicator di torte, voi il vi sapete: e forse che disiderava egli di porre sé in quel luogo onde egli s'ingegnava di cacciare altrui ... E senza dubbio conosco il mio difetto essere stato grande in ciò che contro a Tedaldo adoperai e, se per me si potesse, volentieri l'amenderei nella maniera che detta avete ... ” A cui Aldobrandin rispose: “Valente uomo, poi che tu della mia salute se' sollecito, come che io non ti conosca né mi ricordi di mai più averti veduto, amico dei essere come tu di' ... E nel vero il peccato per lo quale uom dice che io debbo essere a morte giudicato, io nol commisi giammai; assai degli altri ho già fatti, li quali forse a questo condotto m'hanno ...
Decameron (pagina 62)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E come voi sapete, voi avete rigidamente contra Aldobrandin Palermini proceduto e parvi aver trovato per vero lui essere stato quello che Tedaldo Elisei uccise e siete per condannarlo; il che è certissimamente falso, sì come io credo avanti che mezzanotte sia, dandovi gli ucciditor di quel giovane nelle mani, avervi mostrato ... ” Il valoroso uomo, al quale d'Aldobrandino increscea, volentier diede orecchi alle parole del pellegrino; e molte cose da lui sopra ciò ragionate, per sua introduzione in sul primo sonno i due fratelli albergatori e il lor fante a man salva prese; e loro volendo, per rinvenire come stata fosse la cosa, porre al martorio, nol soffersero ma ciascun per sé e poi tutti insieme apertamente confessarono sé essere stati coloro che Tedaldo Elisei ucciso aveano, non conoscendolo ... Essendo adunque libero Aldobrandino, con gran letizia di lui e della sua donna e di tutti i suoi amici e parenti, e conoscendo manifestamente ciò essere per opera del pellegrino avvenuto, lui alla loro casa condussero per tanto quanto nella città gli piacesse di stare; e quivi di fargli onore e festa non si potevano veder sazii, e spezialmente la donna, che sapeva a cui farlosi ... Aldobrandino liberamente rispose sé essere apparecchiato ... ” A cui Aldobrandin disse: “Va via, credi tu che io creda agli abbaiatori? Esso, procacciando la mia salute, assai bene dimostrato ha quelle essere stato fallo, senza che io mai nol credetti; tosto leva sù, va ...
Decameron (pagina 63)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Costoro il dissero, e trovossi appunto così essere stato come costoro dicevano; di che, tra per questo e per gli altri segni, riconosciuto fu colui che era stato ucciso essere stato Faziuolo e non Tedaldo, laonde il sospetto di lui uscì a' fratelli e a ciascuno altro ... Venuta la fine della lunga novella d'Emilia, non per ciò dispiaciuta a alcuno per la sua lunghezza, ma da tutti tenuto che brievemente narrata fosse stata avendo rispetto alla quantità e alla varietà de' casi in essa raccontati, per che la reina, alla Lauretta con un sol cenno mostrato il suo disio, le diè cagione di così cominciare: –Carissime donne, a me si para davanti a doversi far raccontare una verità che ha, troppo più che di quello che ella fu, di menzogna sembianza; e quella nella mente m'ha ritornata l'avere udito un per un altro essere stato pianto e sepellito ... Dirò adunque come un vivo per morto sepellito fosse, e come poi per risuscitato, e non per vivo, egli stesso e molti altri lui credessero essere della sepoltura uscito, colui di ciò essendo per santo adorato che come colpevole ne dovea più tosto essere condannato ... ” Questo ragionamento con gran piacere toccò l'animo dell'abate, e parvegli che la fortuna gli avesse al suo maggior disidero aperta la via, e disse: “Figliuola mia, io credo che gran noia sia a una bella e dilicata donna, come voi siete, aver per marito un mentecatto, ma molto maggior la credo essere l'avere un geloso: per che, avendo voi e l'uno e l'altro, agevolmente ciò che della vostra tribulazion dite vi credo ...
Decameron (pagina 70)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Femmisi innanzi poi presuntuoso un giovinetto fiero, sé nobil reputando e valoroso, e presa tienmi e con falso pensiero divenuto è geloso; laond'io, lassa!, quasi mi dispero, cognoscendo per vero, per ben di molti al mondo venuta, da uno essere occupata ... Né per tutto ciò l'essere da cotal vento fieramente scrollato, anzi pressoché diradicato e tutto da' morsi della 'nvidia esser lacerato, non ho potuto cessare; per che assai manifestamente posso comprendere quello esser vero che sogliono i savi dire, che sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti ... E certi altri in altra guisa essere state le cose da me raccontatevi che come io le vi porgo s'ingegnano in detrimento della mia fatica di dimostrare ... Costui per la morte della sua donna tanto sconsolato rimase, quanto mai alcuno altro amata cosa perdendo rimanesse; e veggendosi di quella compagnia, la quale egli più amava, rimaso solo, del tutto si dispose di non volere più essere al mondo ma di darsi al servigio di Dio e il simigliante fare del suo piccol figliuolo ...
Decameron (pagina 81)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... fuor della terra a diporto, in compagnia d'una che altra volta con loro era stata e tutti i suoi fatti sapeva, quanto più tosto poté là se n'andò; e tolte via foglie secche che nel luogo erano, dove men dura le parve la terra quivi cavò; né ebbe guari cavato, che ella trovò il corpo del suo misero amante in niuna cosa ancora guasto né corrotto: per che manifestamente conobbe essere stata vera la sua visione ... Di che più che altra femina dolorosa, conoscendo che quivi non era da piagnere, se avesse potuto volentier tutto il corpo n'avrebbe portato per dargli più convenevole sepoltura; ma veggendo che ciò esser non poteva, con un coltello il meglio che poté gli spiccò dallo 'mbusto la testa, e quella in uno asciugatoio inviluppata, e la terra sopra l'altro corpo gittata, messala in grembo alla fante, senza essere stata da alcun veduta, quindi si dipartì e tornossene a casa sua ... I giovani si maravigliavan forte di questo adimandare, e per ciò vollero vedere che dentro vi fosse; e versata la terra, videro il drappo e in quello la testa non ancora sì consumata, che essi alla capellatura crespa non conoscessero lei essere quella di Lorenzo ... E con l'opera e aiuto della fante della casa operò tanto la giovane, che Gabriotto non solamente seppe sé essere dalla Andreuola amato, ma ancora in un bel giardino del padre di lei più e più volte a diletto dell'una parte e dell'altra fu menato ... E così furtivamente li lor congiugnimenti continuando, avvenne che alla giovane una notte dormendo parve in sogno vedere sé essere nel suo giardino con Gabriotto e lui con grandissimo piacer di ciascuno tener nelle sue braccia; e mentre che così dimoravan, le pareva vedere del corpo di lui uscire una cosa oscura e terribile, la forma della quale essa non poteva conoscere, e parevale che questa cosa prendesse Gabriotto e malgrado di lei con maravigliosa forza gliele strappasse di braccio e con esso ricoverasse sotterra, né mai più riveder potesse né l'un né l'altro ...
Decameron (pagina 85)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Il che udendo costei, tutta tremante disse: “Deh, per Dio, Girolamo, vattene: egli è passato quel tempo che alla nostra fanciullezza non si disdisse l'essere innamorati ... E dopo alquanto spazio la giovane maravigliandosi della sua contenenza, temendo non il marito si svegliasse, cominciò a dire: “Deh, Girolamo, ché non te ne vai tu?” Ma non sentendosi rispondere, pensò lui essere adormentato: per che, stesa oltre la mano, acciò che si svegliasse il cominciò a tentare, e toccandolo il trovò come ghiaccio freddo, di che ella si maravigliò forte; e toccatolo con più forza e sentendo che egli non si movea, dopo più ritoccarlo cognobbe che egli era morto: di che oltre modo dolente stette gran pezza senza saper che farsi ... Alla fine prese consiglio di volere in altrui persone tentar quello che il marito dicesse da farne; e destatolo quello che presenzialmente a lui avvenuto era disse essere a un'altra intervenuto, e poi il domandò se a lei avvenisse che consiglio ne prenderebbe ... Ma poi che, riconfortandola le donne e dicendole che sù si levasse alquanto, non conoscendola ancora, e poi che ella non si levava, levar volendola e immobile trovandola, pur sollevandola, a una ora lei essere la Salvestra e morta conobbero; di che tutte le donne che quivi erano, vinte da doppia pietà, rincominciarono il pianto assai maggiore ...
Decameron (pagina 99)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 6 Gian di Procida, trovato con una giovane amata da lui e stata data al re Federigo, per dovere essere arso con lei è legato a un palo; riconosciuto da Ruggier de Loria, campa e divien marito di lei ... Essi, quantunque ella gridasse molto, presala, sopra la barca la misero e andar via: e in Calavria pervenuti, furono a ragionamento di cui la giovane dovesse essere e in brieve ciaschedun la volea; per che, non trovandosi concordia fra loro, temendo essi di non venire a peggio e per costei guastare i fatti loro, vennero a concordia di doverla donare a Federigo re di Cicilia, il quale era allora giovane e di così fatte cose si dilettava; e a Palermo venuti, così fecero ... Ma Gianni, al quale più che a alcuno altro ne calea, non aspettando di doverlo in Ischia sentire, sappiendo verso che parte n'era la fregata andata, fattane armare una sù vi montò, e quanto più tosto poté, discorsa tutta la marina dalla Minerva infino alla Scalea in Calavria e per tutto della giovane investigando, nella Scalea gli fu detto lei essere da marinari ciciliani portata via a Palermo ... Poi, estimando vilissima cosa essere a qualunque uom si fosse, non che a un re, due ignudi uccidere dormendo, si ritenne e pensò di volergli in publico e di fuoco far morire; e volto a un sol compagno che seco aveva disse: “Che ti par di questa rea femina in cui io già la mia speranza avea posta?” e appresso il domandò se il giovane conoscesse che tanto d'ardire aveva avuto, che venuto gli era in casa a far tanto d'oltraggio e di dispiacere ...
Decameron (pagina 105)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 10 Pietro di Vinciolo va a cenare altrove; la donna sua si fa venire un garzone, torna Pietro, ella il nasconde sotto una cesta da polli; Pietro dice essere stato trovato in casa d'Ercolano, con cui cenava, un giovane messovi dalla moglie; la donna biasima la moglie d'Ercolano; uno asino per isciagura pon piede in su le dita di colui che era sotto la cesta, egli grida, Pietro corre là, vedelo, cognosce lo 'nganno della moglie, con la quale ultimamente rimane in concordia per la sua tristezza ... Il che ella in processo di tempo conoscendo, e veggendosi bella e fresca e sentendosi gagliarda e poderosa, prima se ne cominciò forte a turbare e a averne col marito disconce parole alcuna volta e quasi continuo mala vita; poi, veggendo che questo, suo consumamento più tosto che ammendamento della cattività del marito potrebbe essere, seco stessa disse: “Questo dolente abbandona me per volere con le sue disonestà andare in zoccoli per l'asciutto, e io m'ingegnerò di portare altrui in nave per lo piovoso ... Io il presi per marito e diedigli grande e buona dota sappiendo che egli era uomo e credendol vago di quello che sono e deono essere vaghi gli uomini; e se io non avessi creduto ch'e' fosse stato uomo, io non l'avrei mai preso ... Se io non avessi voluto essere al mondo, io mi sarei fatta monaca; e volendoci essere, come io voglio e sono, se io aspetterò diletto o piacer di costui, io potrò per avventura invano aspettando invecchiare; e quando io sarò vecchia, ravedendomi, indarno mi dorrò d'avere la mia giovanezza perduta, alla qual dover consolare m'è ...
Decameron (pagina 128)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... udita aveva, sentì il marito essere andato via, così, aperta la camera e racceso il lume, trovò la fante sua tutta pesta che piangeva forte; la quale come poté il meglio racconsolò e nella camera di lei la rimise, dove poi chetamente fattala servire e governare, sì di quello d'Arriguccio medesimo la sovvenne, che ella si chiamò per contenta ... Il che veggendo la madre di loro, piagnendo gl'incominciò a seguitare or l'uno e or l'altro pregando che non dovessero queste cose così subitamente credere senza vederne altro o saperne, per ciò che il marito poteva per altra cagione esser crucciato con lei e averle fatto male e ora apporle questo per iscusa di sé; dicendo ancora che ella si maravigliava forte come ciò potesse essere avvenuto, per ciò che ella conosceva ben la sua figliuola, sì come cole' che infino da piccolina l'aveva allevata, e molte altre parole simiglianti ... ” Disse allora monna Sismonda: “Ora che vorrà dir questo? Domine aiutaci!” e levatasi in piè disse: “Fratelli miei, voi siate i ben venuti; che andate voi cercando a questa ora tutti e tre?” Costoro, avendola veduta sedere e cuscire e senza alcuna vista nel viso d'essere stata battuta, dove Arriguccio aveva detto che tutta l'aveva pesta, alquanto nella prima giunta si maravigliarono e rifrenarono l'impeto della loro ira e domandarolla come stato fosse quello di che Arriguccio di lei si doleva, minacciandola forte se ogni cosa non dicesse loro ... Frate, bene sta! basterebbe se egli t'avesse ricolta del fango! Col malanno possa egli essere oggimai, se tu dei stare al fracidume delle parole d'un mercatantuzzo di feccia d'asino, che venutici di contado e usciti delle troiate vestiti di romagnuolo, con le calze a campanile e colla penna in culo, come egli hanno tre soldi, vogliono le figliuole de' gentili uomini e delle buone donne per moglie, e fanno arme e dicono: ‘I' son de' cotali’ e ‘Quei di casa mia fecer così’ ... ” E rivolta a' figliuoli disse: “Figliuoli miei, io il vi dicea bene che questo non doveva potere essere ...
Decameron (pagina 129)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E pur come l'altre disiderandolo, è buona pezza che io diliberai meco di non volere, se la fortuna m'è stata poco amica in darmi così vecchio marito, essere io nimica di me medesima in non saper trovar modo a' miei diletti e alla mia salute ... ” La Lusca non sbigottita per lo suo rigido parlare gli disse: “Pirro, e di queste e d'ogn'altra cosa che la mia donna m'imporrà ti parlerò io quante volte ella il mi comanderà, o piacere o noia che egli ti debbia essere: ma tu se' una bestia!” E turbatetta con le parole di Pirro se ne tornò alla donna, la quale udendole disiderò di morire; e dopo alcun giorno riparlò alla cameriera e disse: “Lusca, tu sai che per lo primo colpo non cade la quercia; per che a me pare che tu da capo ritorni a colui che in mio progiudicio nuovamente vuol divenir leale, e prendendo tempo convenevole gli mostra interamente il mio ardore e in tutto t'ingegna di far che la cosa abbia effetto; però che, se così s'intralasciasse, io ne morrei e egli si crederebbe essere stato beffato; e, dove il suo amor cerchiamo, ne seguirebbe odio ... Che gloria ti può egli essere che una così fatta donna, così bella, così gentile te sopra ogn'altra cosa ami! Appresso questo, quanto ti può' tu conoscere alla fortuna obligato, pensando che ella t'abbia parata dinanzi così fatta cosa e a' disideri della tua giovanezza atta e ancora un così fatto rifugio a' tuoi bisogni! Qual tuo pari conosci tu che per via di diletto meglio stea che starai tu, se tu sarai savio? quale altro troverrai tu che in arme, in cavalli, in robe e in denari possa star come tu starai, volendo il tuo amor concedere a costei? Apri adunque animo alle mie parole e in te ritorna: ricordati che una volta senza più suole avvenire che la fortuna si fa altrui incontro col viso lieto e col grembo aperto; la quale chi allora non sa ricevere, poi trovandosi povero e mendico, di sé e non di lei s'ha a ramaricare ...
Decameron (pagina 131)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La donna, disiderosa di farlo più sicuro e parendole ancora ogni ora mille che con lui fosse, volendo quello che proferto gli avea attenergli, fatto sembiante d'essere inferma e essendo un dì appresso mangiare da Nicostrato visitata, non veggendo con lui altro che Pirro, il pregò per alleggiamento della sua noia che aiutar la dovessero a andare infino nel giardino ... ” Disse la donna allora: “Che può questo essere? potrebbe egli esser vero che gli paresse vero ciò ch'e' dice? Se Dio mi salvi, se io fossi sana come io fui già, che io vi sarrei suso per vedere che maraviglie sieno queste che costui dice che vede ... Sii certo di questo, che, qualora volontà me ne venisse, io non verrei qui, anzi mi crederei sapere essere in una delle nostre camere in guisa e in maniera che gran cosa mi parrebbe che tu il risapessi già mai ... Restava solamente al re il dover novellare; il quale, poi che vide le donne racchetate, che del pero tagliato che colpa avuta non avea si dolevano, incominciò: –Manifestissima cosa è che ogni giusto re primo servatore dee essere delle leggi fatte da lui, e se altro ne fa, servo degno di punizione e non re si dee giudicare: nei quale peccato e riprensione a me, che vostro re sono, quasi costretto cader conviene ...
Decameron (pagina 138)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Voi siete mio padre spirituale e siete prete, e già v'appressate molto bene alla vecchiezza, le quali cose vi debbono fare e onesto e casto; e d'altra parte io non son fanciulla, alla quale questi innamoramenti steano oggimai bene, e son vedova, che sapete quanta onestà nelle vedove si richiede; e per ciò abbiatemi per iscusata, che al modo che voi mi richiedete io non v'amere' mai né così voglio essere amata da voi ... La donna, vedendol venire e verso lui riguardando, gli fece lieto viso; e da una parte tiratisi, avendole il proposto molte parole dette al modo usato, la donna dopo un gran sospiro disse: “Messere, io ho udito assai volte che egli non è alcun castello sì forte, che, essendo ogni dì combattuto, non venga fatto d'esser preso una volta; il che io veggo molto bene in me essere avvenuto ... Ma lasciamo andare ora questo: quando e dove potrem noi essere insieme?” A cui la donna rispose: “Signor mio dolce, il quando potrebbe essere qualora più ci piacesse, per ciò che io non ho marito a cui mi convenga render ragione delle notti; ma io non so pensare il dove ... ” Disse allora il proposto: “Madonna, per questo non rimanga per una notte o per due, intanto che io pensi dove noi possiamo essere in altra parte con più agio ...
Decameron (pagina 143)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... cominciò l'alba a apparire; per la qual cosa la fante della donna ammaestrata scesa giù aperse la corte, e mostrando d'aver compassion di costui disse: “Mala ventura possa egli avere che iersera ci venne! Egli n'ha tutta notte tenuta in bistento e te ha fatto agghiacciare: ma sai che? Portatelo in pace, ché quello che stanotte non è potuto essere sarà un'altra volta: so io bene che cosa non potrebbe essere avvenuta che tanto fosse dispiaciuta a madonna ... ” Lo scolare isdegnoso, sì come savio il qual sapeva niuna altra cosa le minacce essere che arme del minacciato, serrò dentro al petto suo ciò che la non temperata volontà s'ingegnava di mandar fuori; e con voce sommessa, senza punto mostrarsi crucciato, disse: “Nel vero io ho avuta la piggior notte che io avessi mai, ma bene ho conosciuto che di ciò non ha la donna alcuna colpa, per ciò che essa medesima, sì come pietosa di me, infin qua giù venne a scusar sé e a confortar me; e come tu di', quello che stanotte non è stato sarà un'altra volta: raccomandalemi e fatti con Dio ... E ancora mi ricorda essere non guari lontana dal fiume una torricella disabitata, se non che per cotali scale di castagnuoli che vi sono salgono alcuna volta i pastori sopra un battuto che v'è a guatar di lor bestie smarrite, luogo molto solingo e fuor di mano; sopra la quale io saglirò e quivi il meglio del mondo spero di fare quello che m'imporrai ... ” Lo scolare, che ottimamente sapeva e il luogo della donna e la torricella, contento d'esser certificato della sua intenzion disse: “Madonna, io non fui mai in coteste contrade e per ciò non so il podere né la torricella; ma se così sta come voi dite, non può essere al mondo migliore ...
Decameron (pagina 144)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Lo scolare, il quale in sul fare della notte col suo fante tra salci e altri alberi presso della torricella nascoso s'era e aveva tutte queste cose veduto, e passandogli ella quasi allato così ignuda e egli veggendo lei con la bianchezza del suo corpo vincere le tenebre della notte e appresso riguardandole il petto e l'altre parti del corpo e vedendole belle e seco pensando quali infra piccol termine dovean divenire, sentì di lei alcuna compassione; e d'altra parte lo stimolo della carne l'assalì subitamente e fece tale in piè levare che si giaceva e confortavalo che egli da guato uscisse e lei andasse a prendere e il suo piacer ne facesse: e vicin fu a essere tra dall'uno e dall'altro vinto ... E poi che le forze le ritornarono, miseramente cominciò a piagnere e a dolersi; e assai ben conoscendo questa dovere essere stata opera dello scolare, s'incominciò a ramaricare d'avere altrui offeso e appresso d'essersi troppo fidata di colui il quale ella doveva meritamente creder nemico; e in ciò stette lunghissimo spazio ... Poi, riguardando se via alcuna da scender vi fosse e non veggendola, rincominciato il pianto, entrò in uno amaro pensiero a se stessa dicendo: “O sventurata, che si dirà da' tuoi fratelli, da' parenti e da' vicini, e generalmente da tutti i fiorentini, quando si saprà che tu sii qui trovata ignuda? La tua onestà, stata cotanta, sarà conosciuta essere stata falsa; e se tu volessi a queste cose trovare scuse bugiarde, che pur ce ne avrebbe, il maladetto scolare, che tutti i fatti tuoi sa, non ti lascerà mentire ... ” Lo scolare, con fiero animo seco la ricevuta ingiuria rivolgendo e veggendo piagnere e pregare, a un'ora aveva piacere e noia nell'animo: piacere della vendetta la quale più che altra cosa disiderata avea, e noia sentiva movendolo la umanità sua a compassion della misera; ma pur, non potendo la umanità vincere la fierezza dell'appetito, rispose: “Madonna Elena, se i miei prieghi, li quali nel vero io non seppi bagnar di lagrime né far melati come tu ora sai porgere i tuoi, m'avessero impetrato, la notte che io nella tua corte di neve piena moriva di freddo, di potere essere stato messo da te pure un poco sotto il coperto, leggier cosa mi sarebbe al presente i tuoi essaudire; ma se cotanto ora più che per lo passato del tuo onor ti cale e ètti grave il costà sù ignuda dimorare, porgi cotesti prieghi a colui nelle cui braccia non t'increbbe, quella notte che tu stessa ricordi, ignuda stare, me sentendo per la tua corte andare i denti battendo e scalpitando la neve, e a lui ti fa aiutare, a lui ti fa i tuoi panni recare, a lui ti fa por la scala per la qual tu scenda, in lui t'ingegna di metter tenerezza del tuo onore, per cui quel medesimo, e ora e mille altre volte, non hai dubitato di mettere in periglio ... Né essere a me ora cortese di ciò che io non disidero né negare il mi puoi se io il disiderassi: al tuo amante le tue notti riserba, se egli avvien che tu di qui viva ti parti: tue si sieno e di lui: io n'ebbi troppo d'una, e bastimi d'essere stato una volta schernito ...
Decameron (pagina 149)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... facevano, più persone domandò di lor condizione; e udendo da tutti costoro essere poveri uomini e dipintori, gli entrò nel capo non dover potere essere che essi dovessero così lietamente vivere della lor povertà, ma s'avisò, per ciò che udito aveva che astuti uomini erano, che d'alcuna altra parte non saputa dagli uomini dovesser trarre profetti grandissimi; e per ciò gli venne in disidero di volersi, se esso potesse, con ammenduni, o con l'uno almeno, dimesticare; e vennegli fatto di prender dimestichezza con Bruno ... E Bruno, conoscendolo in poche di volte che con lui stato era questo medico essere uno animale, cominciò di lui a avere il più bel tempo del mondo con sue nuove novelle; e il medico similemente cominciò di lui a prendere maraviglioso piacere ... ” Il maestro, la cui scienza non si stendeva forse più oltre che il medicare i fanciulli del lattime, diede tanta fede alle parole di Bruno quanta si saria convenuta a qualunque verità; e in tanto disiderio s'accese di volere essere in questa brigata ricevuto, quanto di qualunque altra cosa più disiderabile si potesse essere acceso ... Per la qual cosa a Bruno rispose che fermamente maraviglia non era se lieti andavano, e a gran pena si temperò in riservarsi di richiederlo che essere il vi facesse infino a tanto che, con più onor fattogli, gli potesse con più fidanza porgere i prieghi suoi ...
Decameron (pagina 155)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Salabaetto non fu mai sì lieto, e annoveratigli e trovatigli cinquecento e ripostigli, disse: “Madonna, io conosco che voi dite vero, ma voi n'avete fatto assai: e dicovi che per questo e per l'amore che io vi porto voi non ne vorreste da me per niun vostro bisogno quella quantità che io potessi fare, che io non ve ne servissi; e come io ci sarò acconcio voi ne potrete essere alla pruova ... È il vero che egli ci è alcuna persona il quale l'altrieri mi servì de' cinquecento che mi mancavano, ma grossa usura ne vuole, ché egli non ne vuol meno che a ragione di trenta per centinaio; se da questa cotal persona tu gli volessi, converrebbesi far sicuro di buon pegno, e io per me sono acconcia d'impegnar per te tutte queste robe e la persona per tanto quanto egli ci vorrà sù prestare, per poterti servire: ma del rimanente come il sicurerai tu?” Conobbe Salabaetto la cagione che movea costei a fargli questo servigio e accorsesi che di lei dovevano essere i denari prestati; il che piacendogli, prima la ringraziò, e appresso disse che già per pregio ingordo non lascerebbe, strignendolo il bisogno; e poi disse che egli il sicurerebbe della mercatantia la quale aveva in dogana, faccendola scrivere in colui che i denar gli prestasse, ma che egli voleva guardare la chiave de' magazzini, sì per potere mostrare la sua mercatantia se richesta gli fosse e sì acciò che niuna cosa gli potesse essere tocca o tramutata o scambiata ... E pagato Pietro e ogni altro a cui alcuna cosa doveva, più dì col Canigiano si diè buon tempo dello inganno fatto alla ciciliana; poi di quindi, non volendo più mercatante essere, se ne venne a Ferrara ...
Decameron (pagina 165)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... “Oimè! messer, “ disse Biondel “che è questo?” Messer Filippo, presolo per li capelli e stracciatagli la cuffia in capo e gittato il cappuccio per terra e dandogli tuttavia forte, diceva: “Traditore, tu il vedrai bene ciò che questo è: che ‘arrubinatemi’ e che ‘zanzari’ mi mandi tu dicendo a me? paioti io fanciullo da dovere essere uccellato?” E così dicendo con le pugna, le quali aveva che parevan di ferro, tutto il viso gli ruppe né gli lasciò in capo capello che ben gli volesse; e, convoltolo per lo fango, tutti i panni indosso gli stracciò; e sì a questo fatto si studiava, che pure una volta dalla prima innanzi non gli poté Biondello dire una parola né domandare perché questo gli facesse ... Biondello piagnendo si scusava e diceva che mai a messer Filippo non aveva mandato per vino; ma poi che un poco si fu rimesso in assetto, tristo e dolente se ne tornò a casa, avvisando questa essere stata opera di Ciacco ... – 9 Due giovani domandan consiglio a Salamone, l'uno come possa essere amato, l'altro come gastigare debba la moglie ritrosa: all'un risponde che ami e all'altro che vada al Ponte all'Oca ... Niuno altro che la reina, volendo il privilegio servare a Dioneo, restava a dover novellare; la qual, poi che le donne ebbero assai riso dello sventurato Biondello, lieta cominciò così a parlare: –Amabili donne, se con sana mente sarà riguardato l'ordine delle cose, assai leggermente si conoscerà tutta la universal moltitudine delle femine dalla natura e da' costumi e dalle leggi essere agli uomini sottomessa e secondo la discrezione di quegli convenirsi reggere e governare, e però, a ciascuna che quiete, consolazione e riposo vuole con quegli uomini avere a' quali s'appartiene, dee essere umile, paziente e ubidente oltre all'essere onesta, il che è sommo e spezial tesoro di ciascuna savia ... E chi ha bisogno d'essere aiutato e governato, ogni ragion vuol lui dovere essere obediente e subgetto e reverente al governator suo: e cui abbiam noi governatori e aiutatori se non gli uomini? Dunque agli uomini dobbiamo, sommamente onorandoli, soggiacere; e qual da questo si parte, estimo che degnissima sia non solamente di riprension grave ma d'aspro gastigamento ...
Decameron (pagina 173)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... sé essere apparecchiata, solo che ella potesse e onesta fosse: messer Gentile allora disse: “Madonna, ciascun vostro parente e ogni bolognese credono e hanno per certo voi esser morta, per che niuna persona è la quale più a casa v'aspetti; e per ciò io voglio di grazia da voi che vi debbia piacere di dimorarvi tacitamente qui con mia madre infino a tanto che io da Modona torni, che sarà tosto ... E essendo già vicino alla sua fine il mangiare, avendo egli prima alla donna detto quello che di fare intendeva e con lei ordinato il modo che dovesse tenere, così cominciò a parlare: “Signori, io mi ricordo avere alcuna volta inteso in Persia essere, secondo il mio iudicio, una piacevole usanza, la quale è che, quando alcuno vuole sommamente onorare il suo amico, egli lo 'nvita a casa sua e quivi gli mostra quella cosa, o moglie o amica o figliuola o che che si sia, la quale egli ha più cara, affermando che, se egli potesse, così come questo gli mostra, molto più volentieri gli mosterria il cuor suo; la quale io intendo di volere observare in Bologna ... Costui, commendata primieramente l'usanza di Persia, disse sé con gli altri insieme essere in questa opinione, che il primo signore niuna ragione avesse più nel suo servidore, poi che in sì fatto caso non solamente abandonato ma gittato l'avea, e che per li benifici del secondo usati giustamente parea di lui il servidore divenuto, per che, tenendolo, niuna noia, niuna forza, niuna ingiuria faceva al primiero; gli altri tutti che alle tavole erano, ché v'avea di valenti uomini, tutti insieme sé tener quello che da Niccoluccio era stato risposto ... Il cavaliere, contento di tal risposta e che Niccoluccio l'avesse fatta, affermò sé essere in quella opinione altressi, e appresso disse: “Tempo è omai che io secondo la promessa v'onori”; e chiamati due de' suoi famigliari, gli mandò alla donna, la quale egli egregiamente avea fatta vestire e ornare, e mandolla pregando che le dovesse piacere di venire a far lieti i gentili uomini della sua presenzia ...
Decameron (pagina 181)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma vegnamo alla seconda ragione, nella quale con più instanzia vi si convien dimostrare lui più essere stato savio che voi non siete, con ciò sia cosa che della providenzia degl'iddii niente mi pare che voi sentiate e molto men conosciate dell'amicizia gli effetti ... E assai conosco che egli v'era qui, e doveva essere e dee, caro d'aver per parente Gisippo; ma io non vi debbo per alcuna cagione meno essere a Roma caro, considerando che di me là avrete ottimo oste e utile e sollecito e possente padrone, così nelle publiche oportunità come ne' bisogni privati ... Usai adunque l'arte occulta che ora vi puote essere aperta, e feci Gisippo, a quello che egli di fare non era disposto, consentire in mio nome; e appresso, quantunque io ardentemente l'amassi, non come amante ma come marito i suoi congiugnimenti cercai, non appressandomi prima a lei, sì come essa medesima può con verità testimoniare, che io e con le debite parole e con l'anello l'ebbi sposata, domandandola se ella me per marito volea: a che ella rispose di sì ...
Decameron (pagina 183)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Gisippo, costrignendolo da una parte l'essilio che aveva della sua città e d'altra l'amore il qual portava debitamente alla grata amistà di Tito, a divenir romano s'accordò; dove con la sua Fulvia, e Tito con la sua Sofronia, sempre in una casa gran tempo e lietamente vissero, più ciascun giorno, se più potevano essere, divenendo amici ... Santissima cosa adunque è l'amistà, e non solamente di singular reverenzia degna ma d'essere con perpetua laude commendata, sì come discretissima madre di magnificenzia e d'onestà, sorella di gratitudine e di carità, e d'odio e d'avarizia nemica, sempre, senza priego aspettar, pronta a quello in altrui virtuosamente operare che in sé vorrebbe che fosse operato; li cui sacratissimi effetti oggi radissime volte si veggiono in due, colpa e vergogna della misera cupidigia de' mortali, la qual solo alla propria utilità riguardando ha costei fuor degli estremi termini della terra in essilio perpetuo rilegata ... ” Il Saladino, il quale accortissimo era, s'avide che questo cavaliere aveva dubitato che essi non avesser tenuto lo 'nvito se, quando gli trovò, invitati gli avesse; per ciò, acciò che negar non potessero d'esser la sera con lui, con ingegno a casa sua gli aveva condotti; e risposto al suo saluto, disse: “Messere, se de' cortesi uomini l'uom si potesse ramaricare, noi ci dorremmo di voi il quale, lasciamo stare del nostro cammino che impedito alquanto avete ma senza altro essere stata da noi la vostra benivolenzia meritata che d'un sol saluto, a prender sì alta cortesia, come la vostra è, n'avete quasi costretti ... ” Il cavalier, savio e ben parlante, disse: “Signori, questa che voi ricevete da me, a rispetto di quella che vi si converrebbe, per quello che io ne' vostri aspetti comprenda, fia povera cortesia; ma nel vero fuor di Pavia voi non potreste essere stati in luogo alcun che buon fosse, e per ciò non vi sia grave l'avere alquanto la via traversata per un poco meno disagio avere ...
Decameron (pagina 186)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... novella, tra' quali furon de' sì presuntuosi che ardiron di dire sé averlo veduto morto e essere stati alla sepoltura ... ” Messer Torello, dando alle parole di costui fede, ch'eran verissime, e ricordandosi che il termine ivi a pochi dì finiva da lui domandato alla donna e avvisando niuna cosa di suo stato doversi sapere a Pavia, ebbe per constante la donna dovere essere rimaritata; di che egli in tanto dolor cadde, che, perdutone il mangiare e a giacer postosi, diliberò di morire ... Ordinato questo, tornò il Saladino a messer Torello: e trovandol del tutto disposto a voler pure essere in Pavia al termine dato, se esser potesse, e se non potesse, a voler morire, gli disse così: “Messer Torello, se voi affettuosamente amate la donna vostra e che ella d'altrui non divegna dubitate, sallo Idio che io in parte alcuna non ve ne so riprendere, per ciò che di quante donne mi parve veder mai ella è colei li cui costumi, le cui maniere e il cui abito, lasciamo star la bellezza ch'è fior caduco, più mi paion da commendare e da aver care ... ” Al quale messer Torel disse: “Signor mio, senza le vostre parole m'hanno gli effetti assai dimostrata della vostra benivolenzia, la quale mai da me in sì suppremo grado non fu meritata, e di ciò che voi dite, eziandio non dicendolo, vivo e morrò certissimo; ma poi che così preso ho per partito, io vi priego che quello che mi dite di fare si faccia tosto, per ciò che domane è l'ultimo dì che io debbo essere aspettato ...
Decameron (pagina 192)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ciascuna cosa in se medesima è buona a alcuna cosa, e male adoperata può essere nociva di molte; e così dico delle mie novelle ... Io confesso d'esser pesato e molte volte de' miei dì essere stato; e per ciò, parlando a quelle che pesato non m'hanno, affermo che io non son grave, anzi son io sì lieve, che io sto a galla nell'acqua; e considerato che le prediche fatte da' frati per rimorder delle lor colpe gli uomini, il più oggi piene di motti e di ciance e di scede, estimai che quegli medesimi non stesser male nelle mie novelle, scritte per cacciar la malinconia delle femine ... Confesso nondimeno le cose di questo mondo non avere stabilità alcuna ma sempre essere in mutamento, e così potrebbe della mia lingua essere intervenuto; la quale, non credendo io al mio giudicio, il quale a mio potere io fuggo nelle mie cose, non ha guari mi disse una mia vicina che io l'aveva la migliore e la più dolce del mondo: e in verità, quando questo fu, egli erano poche a scrivere delle soprascritte novelle ...
Fermo e Lucia (pagina 10)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Non vi era nulla di troppo basso nè di troppo elevato per un Cappuccino: servire gl'infimi, ed esser servito dai potenti; entrare nei palazzi e nei tugurii colla stessa aria mista di umiltà, e di padronanza; essere nella stessa casa un soggetto di passatempo, e un personaggio senza il quale non si decideva nulla, cercare la limosina da per tutto, e farla a tutti quelli che la chiedevano al convento, a tutto era avvezzo un Cappuccino, faceva tutto a un dipresso colla stessa naturalezza, e non si stupiva di nulla ... Uscendo dal suo convento per qualche affare, non era impossibile che prima di tornarsene si abbattesse o in un principe che gli baciasse umilmente la punta del cordone, o in una mano di ragazzacci che fingendo di essere alle mani fra di loro gli bruttassero la barba di fango ... La considerazione poi data generalmente al loro ordine li poneva nel caso sovente di giovare e di nuocere ai privati, di essere grandi ajuti e grandi ostacoli, e quindi anche la varietà del sentimento che si aveva per essi, e delle opinioni sul conto loro ... Varj pure e moltiformi erano e dovevano essere i motivi che conducevano gli uomini ad arruolarsi in un esercito così fatto ... Uomini compresi della eccellenza di quello stato che allora era esaltata universalmente, altri per acquistare una considerazione alla quale non sarebbero mai giunti vivendo, come allora si diceva, nel secolo, altri per fuggire una persecuzione, per cavarsi da un impiccio, altri dopo una grande sventura, disgustati del mondo, talvolta principi o fastiditi, o atterriti del loro potere; molti perchè di quelli che entrano in una carriera per la sola ragione che la vedono aperta; molti per un sentimento vero di amor di Dio e degli uomini, per l'intenzione di essere virtuosi ed utili; e questa loro intenzione (perchè quando si è persuasi d'una verità bisogna dirla; l'adulazione ad una opinione predominante ha tutti i caratteri indegni di quella che si usa verso i potenti) questa loro intenzione non era una pia illusione, l'errore d'un buon cuore e d'una mente leggiera, come potrebbe parere, e come pare talvolta a chi non sa o non considera le circostanze e le idee di quei tempi: era una intenzione ragionata, formata da una osservazione delle cose reali; e in fatti ...
Fermo e Lucia (pagina 30)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... I nostri tre fuggitivi camminarono qualche tempo in silenzio, dietro il loro picciolo guidatore, il quale superbo di andar così di notte, per un affare, come un uomo, superbo di essere nella brigata, quello che dava consiglio, che avvisava al da farsi, che rincorava, che aveva la mente più riposata, guardava attentamente la via, scegliendo i tratti più brevi, e i più fuor di mano, e rivolgendosi alle rivolte con aria d'importanza, a dire: «per di qua» ... Ma Lucia andava stretta al braccio della madre, rifiutando dolcemente l'appoggio di Fermo, ed arrampicando la prima sui muricciuoli che avevano a superare per non essere ajutata da lui, e in mezzo a tutte le agitazioni tremando pure di trovarsi così di notte per via con lui, per quel pudore che non nasce dalla trista scienza del male, per quel pudore che ignora se stesso, e somiglia al sospetto del fanciullo che trema nelle tenebre senza sapere che cosa ci sia da temere ... Se il Padre avesse voluto addurre ragioni, Fra Fazio non avrebbe mancato di ragioni da opporre, e la cosa sarebbe andata in lungo, Dio sa anche come sarebbe finita; ma quando egli udì quelle parole d'un suono così pieno e solenne, e dette così risolutamente, gli parve che in esse dovesse essere tutta la soluzione dei suoi dubbj, rispose: «Ha ragione,» e volse a bell'agio la chiave nella toppa, e i nostri profughi si trovarono chiusi nel santuario in salvo da ogni pericolo ...
Fermo e Lucia (pagina 33)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Come! voi credete che si sarebbe dovuto esitare a togliergli dal cuore questa spina? Gliel avrei dato subito, perchè il dispiacere ragionato, serio, riflessivo, nobile di Racine era un sentimento più importante, che non sia stato e non sia per essere il piacere che hanno dato e che sono per dare le sue tragedie fino alla consumazione dei secoli ... – Queste sono ciarle; ma avete pensato che con questi stralci voi vi andate scemando sempre più il numero de' lettori; e che se avrebbero potuto essere centinaja, sa il cielo se li conterete a dozzine? – Voi mi ci fate pensare; ma, a dir vero, non arrivo a sentire la forza di questo inconveniente ... Le avventure di Lucia nel suo novello soggiorno si trovano implicate con intrighi tenebrosi, rematici, misteriosi, terribili, di persone che deggiono essere state potenti, e imparentate assai: e l'autore si scopre impacciato tra il desiderio di raccontare quello che sa, e il terrore di offendere di quelle famiglie il mormorare contra le quali era un peccato punito in questo mondo ... Quando Lucia vide una tonaca cappuccinesca le parve di essere in paese conosciuto, e si riebbe alquanto ...
Fermo e Lucia (pagina 40)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... E sentiva nello stesso tempo quanto fosse peggiorata la sua condizione per la scelta dello stato: giacchè il primo requisito per poter resistere alle lusinghe e alle violenze era, avrebbe dovuto essere di non aver nulla da rimproverarsi ... Scacciato dal cuore questo nimico, il quale a dir vero non vi aveva preso gran piede, raffreddata alquanto l'ira dalla tristezza e dal timore di peggio, e dal pensare che al fine il castigo era meritato, il pentimento di Geltrude cominciò ad essere più dolce, divenne un sollievo ... Pensò ella al perdono che si ottiene con quello, e si rallegrò, pensò che ciò ch'ella soffriva poteva essere una espiazione, e tutto le parve più leggiero ... Le tornava allora alla mente il chiostro, e una vita quieta, onorata, lontana dai pericoli, la dignità di monaca, e quella benedetta pompa di badessa, e quella benedetta boria di essere la più nobile del monastero, ultimo rifugio della sua superbiuzza, le parve un zucchero in paragone dello stato di umiliazione, di prigionia, di disprezzo nel quale si trovava ... In questa incertezza, ella desiderava di rivedere il padre, di rivederlo con una faccia diversa da quella di cui le rimaneva una immagine terribile, e dolorosa, di avere il suo perdono, di essere riammessa nella famiglia ... 3 V'ha dei momenti in cui l'animo massimamente dei giovani, è, o crede di essere talmente disposto ad ogni più bella e più perfetta cosa che la più picciola spinta basta a rivolgerlo a ciò che abbia una apparenza di bene, di sagrificio, di perfezione; come un fiore appena sbocciato, che s'abbandona sul suo fragile stelo, pronto a concedere le sue fragranze all'aura più leggiera che gli asoli punto d'attorno ... Geltrude si stava stordita fra i diversi affetti che si succedevano nel suo cuore, non sapeva che dire, non sapeva che si avesse detto: dubitava di essersi troppo avanzata, o d'essere stata strascinata più innanzi che ...
Fermo e Lucia (pagina 44)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... e che avrebbe saputo approfittarne; e il partito il più facile, il più sicuro, il meno terribile in quel momento le parve di dire, come fece: «Son qui a domandare d'essere ammessa a vestir l'abito ... La badessa, alla quale non era spiaciuto di aver molti uditori, pensò allora che la folla poteva essere incomoda, si rivolse ad una suora, e disse: «Ehi suor Eusebia, date un po', una voce alla fattora, perchè faccia sparire tutto quel minuto popolo, e chiuda la porta di strada ... Geltrude sentì un certo sollievo d'essere uscita di quella stretta comunque ne fosse uscita, e corse tosto col pensiero a proporsi di volere prima di fare un altro passo meditar ben bene se le conveniva o no di progredire, e di non lasciarsi cogliere così alla sprovveduta ... che ogni volta che una figlia domanda d'essere ammessa ... Dopo alcuni altri complimenti, il Marchese si accomiatò, e Geltrude colle tenere espressioni della badessa, con le istanze delle suore di venir presto, fu rimessa in cocchio più stordita, più incerta, più sopra pensiero di quello che fosse partita la mattina, ma con un anello di più alla sua catena; e che anello! Ma la badessa aveva ella qualche dubbio sulla libera elezione di Geltrude, o prestava fede intera alle parole materiali ch'erano uscite dalla bocca di lei? Il manoscritto non ne dice nulla; si perde invece a raccontare lunghissimamente dei particolari nojosi che noi ommettiamo, intorno ad alcune brighe del monastero, ad alcune rivalità, ad alcuni impegni, nei quali l'aver fra le suore una figlia di famiglia potentissima poteva essere un gran soccorso ... Il Marchese lasciava chiaccherare il figlio, perchè in questa faccenda egli aveva più da fare che da dire, e tutto ciò che gli risparmiava una occasione di discorso, lo toglieva da un impaccio: quanto alla Marchesa, malgrado i trabalzi che una carrozza di quei tempi dava in una strada di quei tempi, ella dormiva saporitamente: cosa che non sorprenderà chi sappia che cosa vuol dire essere svegliato tre ore prima del solito, e ...
Fermo e Lucia (pagina 62)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Si preparava anzi a fargli animo, e a suggerirgli i mezzi per vincere gli ostacoli che Egidio gli avrebbe opposti; e fra questi il primo gli pareva che dovesse essere la Signora: ma il lettore sa che questo che al Conte sembrava ostacolo dovette tosto affacciarsi alla mente di Egidio come un mezzo validissimo ... Nel resto di quel giorno il Conte trattenne in festa l'amico, in quella festa però che poteva essere in quel luogo e fra quei due ... Benchè mandasse alcuni passi innanzi a battergli la via uno de' suoi cavalieri, il quale spiava se ci fossero insidie, o se giungessero nemici, pure andava egli stesso guardandosi a destra e a sinistra, cercando di penetrare con lo sguardo ogni siepe, alzandosi di tempo in tempo su le staffe per veder dietro i muri dei campi, piegandosi per vedere dietro ogni cappelletta, volgendosi di tempo in tempo a vedere dietro le spalle, e affisando da lontano chiunque veniva, perchè poteva essere un nemico, o il sicario nascosto di un nemico ...
Fermo e Lucia (pagina 78)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... La prima; in che consistesse principalmente la corruttela delle lettere nel seicento, se questa corruttela sia stata una deviazione forzata dalla via tenuta nel cinquecento, quali idee si siano perdute, quali pervertite da un secolo all'altro; giacchè la corruttela delle lettere non può essere altro che smarrimento, o pervertimento d'idee, a meno che non si voglia ammettere una letteratura che non sia composta d'idee ... qui fuori, e chiede con istanza d'essere ammesso ... Uscito nella stanza dov'era il Conte, qui pure solo in un canto, mentre tutti gli altri presenti si stavano raggruppati in un altro, a guardarlo e a parlare sommessamente, il cappellano gli si accostò, e gli disse che Monsignore lo aspettava; facendo nello istesso tempo, in modo da non essere veduto dal Conte, un cenno delle spalle e del volto agli altri, che voleva dire: – Quell'uomo benedetto; accoglierebbe Satanasso in persona ...
Fermo e Lucia (pagina 85)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Quando il Conte divenne padrone, quel potere divenne ancor più grande e più attivo, in proporzione dell'attività violenta dell'animo di lui; e coloro che erano ministri di questo potere dovettero divenire ancor più obbedienti, e più soperchiatori, essere più spaventati e fare più spavento; pochi servitori ai quali la coscienza disse che era troppo, si ritirarono; quegli che rimasero crebbero nella perversità, come una pianta velenosa cresce di grandezza e di forza malefica quando si trova in un terreno confacente ... Quando poi il Conte, carico già di delitti, e bandito capitalmente venne ad abitare stabilmente il castello, che fu per lui un asilo ed un campo allo stesso tempo, per condurvi quella vita della quale abbiamo dato un cenno, è facile immaginarsi quale dovesse essere allora l'attività e l'obbedienza di coloro che stavano al suo servizio e presso a lui ... Alla morte del marito, ella rimase senza servizio determinato, ma destinata a tutti quelli, che potevano essere prestati da una donna accostumata com'ell'era ... Le impressioni della infanzia l'avevano abituata ad una riverenza tremante per lui, vissuta ai suoi servizj ella non poteva immaginare che fuori di lui vi potesse essere per essa un asilo, un sostegno; e aveva tanto inteso dire, tanto aveva veduto degli effetti della collera di lui, che il minimo grado di quella collera la metteva in un'angoscia mortale ... La ragione o il torto stavano per essa nella approvazione o nel malcontento del terribile padrone: poichè quale altro motivo di ragione comune poteva aver luogo in quella casa, e fra quelle persone? quale principio generale di equità avrebbe potuto essere invocato da coloro che non li riconoscevano nei rapporti con gli altri, che li violavano tutti? E come mai avrebbe potuto aver ragione una volta quella che servendo alle soperchierie, e rallegrandosene rinunziava di fatto ad ogni principio di diritto, e nello stesso tempo non aveva forza alcuna, non aveva una minaccia per sostenere un diritto quando il suo interesse la portasse a sentirlo e ad ammetterlo? A tutte queste abitudini di servitù, e di annegazione perversa, si aggiungeva un sentimento, in origine migliore, che li rinforzava; il sentimento della riconoscenza ... E avvezza pure a risguardarsi dalla infanzia come cosa del suo signore provava un certo orgoglio di consenso per quella sua potenza, pel terrore ch'egli incuteva, le pareva di essere qualche parte di un sistema molto importante ...
Fermo e Lucia (pagina 89)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Come essere al riparo di un sì scellerato tiranno, vivendo presso a lui? o dove andare? come trovare il sostentamento in quei tempi così scarsi, e quando i risparmj degli anni addietro fossero tutti consumati? Ma l'idea più penosa per Lucia, e quella che rendeva tutte le altre più penose (giacchè abbiamo promesso di non tacer nulla al lettore di quello che è venuto a nostra notizia) il pensiero invano respinto, e che si mesceva a tutti gli altri, era quello del voto fatto nella notte antecedente ... L'invincibile di tutte le difficoltà, l'amaro di tutte le privazioni, l'inestricabile di tutti gl'impacci le pareva che venisse dal non poter essere di Fermo; con lui tanti inconvenienti sarebbero svaniti, e tutti gli altri sarebbero divenuti tollerabili! ma il pensiero di Fermo era per lei una tentazione, quasi un delitto, e doveva sempre rispingerlo ... La poveretta non era istrutta abbastanza per conoscere che quella promessa fatta in una agitazione febbrile, senza meditazione, quasi senza piena coscienza non era un voto; e che ella già legata con una promessa solenne a Fermo non aveva il diritto di sciogliere senza consenso e senza colpa di lui, un legame già stretto da due volontà libere e concordi; e ignorava anche i mezzi, che la religione la quale consacra i voti dell'uomo, offre per liberarlo dai voti, quando il loro adempimento invece d'essere una occasione di maggior bene, divenga un ostacolo ... Una sola di queste rivelazioni vuol essere ricordata particolarmente: Lucia non sapeva nulla della fuga di Fermo, e questa notizia che la madre le diede, le cagionò le più varie e opposte commozioni ...
Fermo e Lucia (pagina 100)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Eppure la ragione dice che quel tozzo di pane, solo cibo d'un uomo che avrebbe potuto nuotare nelle delizie, e che se ne asteneva per un sentimento profondo della dignità umana, e per dar pane a chi ne mancava, quel tozzo di pane mangiato tra le fatiche d'un ministero di misericordia, di pace, e di pietà, dovrebb'essere una rimembranza più cara agli uomini che non quel salino e quel piattello che copriva la mensa d'un uomo che era sobrio per potere esser forte contra gli uomini; che godeva di essere un povero Fabricio per essere un potente Romano ... 5 Ho visto più volte un caro fanciullo, (vispo a dir vero più del bisogno, ma che a tutti i segnali promette d'essere un galantuomo) l'ho visto affaccendato sulla sera, a cacciare al coperto un suo gregge di porcellini d'India che egli aveva lasciato spaziare il giorno in un giardinetto ... A misura che Fermo si allontanava dalle colline e si avvicinava alla città, l'aspetto del cielo e del paese gli diveniva più triste e saturnino: di tempo in tempo la via profonda fra due ripe, solcata da rotaje che erano diventate rigagnoli, e tutta fango negli altri spazj era presso che impraticabile: a quei passi un sentiero erto a guisa di scaglioni su la ripa, segnava che altri passeggeri si erano fatta una via nei campi, costeggiando quella che avrebbe dovuto essere la via ... Fermo salito il primo di questi sentieri, da quel luogo più elevato, guardando dinanzi a sè, vide la guglia del Duomo, e ristette attonito: conobbe tosto quello che doveva essere, e ristette ancora a rimirare, dimentico per un momento di tutti i suoi travagli e assorto in quella contemplazione: poichè, come tutti i contadini di Lombardia, egli aveva fino dalla infanzia inteso parlare di quel Duomo, come della maraviglia del mondo: e in allora i viaggi erano così rari, e le comunicazioni così infrequenti, che Fermo dubitava assai se in vita sua avrebbe veduta mai quella maraviglia ... «Caro giovane,» rispose questi con una dolcezza studiata, e dissimulando la noja che gli dava l'essere fermato, «caro giovane, bisognerebbe che mi spiegaste più chiaramente chi è questo Padre Bonaventura che voi cercate ...
Fermo e Lucia (pagina 140)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... I Decurioni impacciati com'erano, pensarono che un tanto frate poteva essere impiegato a più vasta opera che egli stesso non pensasse; e lo scongiurarono d'assumere il governo del lazzeretto ... Col crescere della mortalità, col popolarsi del lazzeretto, andavano scemando le mormorazioni e le beffe del popolo; la parola peste era profferita più sovente e fuor di scherzo: al vedere infermi condotti al lazzeretto, e case sequestrate, molti che dapprima avevano schiamazzato contra quei provvedimenti, cominciavano a trovar ben fatto che si allontanasse da loro ciò che finalmente sentivano essere un pericolo ... Quegli uomini avevano disputato, riso, e sbuffato per sei mesi; non avevano mai voluto ammettere, nè sofferire che altri supponesse relazione tra la venuta dell'esercito, e il nuovo malore che regnava in Lombardia: confessare ora finalmente questa relazione, sarebbe stato un confessare d'essere stati bestialmente ostinati e ciechi ...
Fermo e Lucia (pagina 155)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Alle prime novelle che s'erano avute in Palermo della peste dichiarata in Milano, il nostro buon frate a cui quarant'anni di tonaca e di capuccio non avevan potuto togliere dalla mente una rimembranza del tempo in cui portava cappa e spada, e che aveva desiderato per quarant'anni di finir la sua vita spendendola pel prossimo, colse con trasporto quella occasione e scrisse a Milano supplicando d'essere chiamato al servizio degli appestati ... Fu esaudito: il Conte Zio del Consiglio segreto era morto, e del resto in quella confusione, e in quel bisogno di soccorsi, anche un puntiglio avrebbe potuto essere posposto, o dimenticato ... «Padre Cristoforo!» gridò Fermo con un tuono tra l'esclamazione e la chiamata, a quaranta passi di distanza, quando fu certo che vedeva realmente quell'uomo che egli avrebbe tanto desiderato, se non avesse creduto cosa impossibile che un tal desiderio potesse essere soddisfatto ...
Fermo e Lucia (pagina 161)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Dopo essere così rimasto alquanto, pronunziò ad alta voce la conclusione del dibattimento che era stato tra i suoi pensieri ... «Domandate voi alla Chiesa di essere sciolta dal voto di verginità che avete fatto, o inteso di fare alla Madre santissima di Dio?» «Lo domando,» rispose Lucia con una prontezza, alla quale Fermo non ebbe nulla a desiderare, e che potrà parere forse troppa a chi non essendo stato presente a quell'atto, non rifletta che la solennità della richiesta, l'aria autorevole di chi l'aveva fatta, non lasciavan luogo a titubamenti leziosi, e che ivi la verecondia doveva essere tutta nella sincerità ... «Ed io», disse allora il buon Frate, con tuono ancor più solenne, «prego umilmente la Vergine regina di tutti i santi, che abbia sempre per aggradito il sentimento del vostro divoto e travagliato sacrificio, e lo offra al suo e nostro Signore; e con l'autorità che la Chiesa mi ha affidata, vi sciolgo dal voto, annullando ciò che vi potè essere d'inconsiderato, e liberandovi da ogni obbligazione, se ne avete contratta ...
Fior di passione (pagina 23)
di Matilde Serao (estratti)

... Essere vile, essere disonesta, essere come tutte le altre, giù, a capofitto, brancicando nel fango, sporche le mani, sporca la gonna, sporca l'anima ... Sapeva di essere amato? Forse: ma non mostrava di saperlo ... Poteva il duca essere più villano, più brutale, buttare il suo nome dietro le donne più volgari: questo non valeva a nulla ... Poteva la duchessa essere fredda, severa, rigida per Luciano, egli non ne soffriva: l'amava, sentiva di essere amato, doveva essere amato ... Oh la notte tempestosa dal sabato alla domenica, le preghiere alla Madonna, le disperazioni, i subitanei abbandoni, tutto il suo essere che chiamava Luciano e lo respingeva, che malediceva l'amore e adorava l'amore, che trasaliva, fremeva, si scuoteva, tremava nel delirio ... Ognuna di esse s'immaginava di essere sola, in un ambiente vago e indefinito, senza nozioni di spazio, senza nozioni di tempo ...
Fior di passione (pagina 27)
di Matilde Serao (estratti)

... --Noi potremo essere sorpresi ... --Perchè non ho io un velo, un lungo velo nero? Che vi pare, signor Federigo, io dovrei tremare ed impallidire? --Provate un momento; io proverò ad essere agitato ... --Quando lui ci parla fingiamo di essere distratti, io fisserò l'acqua nel mio bicchiere ...
I nuovi tartufi (pagina 2)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... Guai se si avvisa muovere lamento! La turba femminina lo scomunica co' ceri gialli, lo dichiara Turco e antropofago, lo mette all'indice come un libro proibito; e se lo condannano a meno che ad essere arso vivo, egli è per giunta ... Il retaggio della esperienza non iscende ai posteri, egli è un legato che ogni generazione si porta seco nella fossa;—e tu, Gualberto, troverai di leggieri questo essere vero, quantunque volte pensi come da Adamo in poi i pesci si prendano con gli ami, gli uccelli con le reti ... La educazione equivale ai reggimenti politici: anche il reggimento migliore in astratto può trovarsi ad essere il peggiore in concreto ...
I nuovi tartufi (pagina 6)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... Ma il diavolo dello scherno, deciso a non lasciarlo in pace, per mezzo dell'orecchio sinistro gli entrò nel capo, e rimase maravigliato di cotesto immenso vuoto; comunque il diavolo camminasse sopra la punta degli artigli, e si fosse tirata in su la coda per amore di lindura, come le gentildonne si raccolgono i lembi delle vesti per la via, pure si accorse essere rimbombante e sonoro; onde maligno qual è, lo prese il destro di lanciarvi dentro lo strido:—Nulla!—Come l'eco del castello di Simonetta, che ripete, secondo racconta il padre Kirker, quaranta volte la parola, ecco da mancina, da destra, di su, di giù, da tutte le regioni, in suoni bassi, alti, striduli e soavi, rimbombare la voce:—Nulla!—Il misero uomo turavasi le orecchie col cotone, vi soprapponeva le mani, ma inutilmente; chè il fragore gli veniva di dentro, e con infernale crescendo urlava:—Nulla! nulla!—Ne perse il sonno; nelle vigilie incresciose dava del capo nei muri; volle guastarsi: lo mandarono a viaggiare, e tornò a casa più mansueto, non più sano, perchè, cambiata pazzia, s'immaginò essere convertito in una lima, e dandosi in balía alla nuova fissazione, non vedeva moneta un po' traboccante ch'egli non attrappasse, e notte e giorno non rifinisse di tosare ... Mi vinse la paura: il ribrezzo cominciò a salirmi di vertebra in vertebra lungo la spina dorsale fino al cervello; domandai non chi, ma che cosa costui fosse, e n'ebbi in risposta essere il presidente del filantropico istituto ...
Il benefattore (pagina 9)
di Luigi Capuana (estratti)

... La magnificenza delle vostre feste, quasi teatrale, non mi ispira la repulsione d'una volta; mi commuove, mi pare che operi più intensamente dentro di me… La Verità ha tanti diversi aspetti! Noi possiamo osservarla da un solo lato, comprenderla mai… Almeno io credo così… —Oh, Elsa mia! —Eppure, vedi, io ho un ritegno, un misero ritegno umano; quello di poter essere creduta una calcolatrice… Forse lo penseresti anche tu, forse arriveresti a rimproverarmelo un giorno! E allora sarebbe finita; non potrei più amarti perchè non potrei stimarti, perchè non potrei più illudermi di essere stimata da te ... —È impossibile, Elsa! E vedendo entrare il signor Kyllea che tornava da un convegno col Sindaco, per accomodare la faccenda dell'acqua, Paolo si alzò in piedi, gli andò incontro, e gli disse: —Debbo essere sincero con lei ... Sia franco e sincero altrettanto; già è suo costume… Il signor Kyllea gli stese una mano, guardandolo in viso con l'aria di chi incoraggia a parlare: —Domandavo a miss Elsa, se vuole essere mia moglie ...
Il benefattore (pagina 13)
di Luigi Capuana (estratti)

... e sarebbe morto, portando con sè nell'altro mondo, come testimonianza della sua dimora in questo, assieme con un bel sogno, la soddisfazione di aver amato davvero, una sola volta… e la lusinga o il sospetto di essere stato amato davvero, una sola volta! RACCONTAVA IL DOTTOR MAGGIOLI… I ... —Il soggetto è troppo grave da poter essere accennato in conversazione—disse il dottor Maggioli ... Voleva ammazzarlo dunque? O, per lo meno, farlo ammalare per cavarsi il bel gusto di guarirlo? —Questi scherzi non si fanno, dottore! —Oh, non c'è pericolo! Doveva essere così, se il dottore maneggiava la gelatina impunemente; ma egli non si sentì tranquillo, neppure dopo che quegli lo ebbe spruzzato da capo a piedi con la soluzione di bicloruro di mercurio con cui gli aveva fatto lavare e si era lavato le mani pure lui ...
Il benefattore (pagina 17)
di Luigi Capuana (estratti)

... —Sai tu qualcosa?… Puoi tu indicarmi qualche traccia? Non essere pietosamente crudele! Parla!—mi disse all'ultimo ... —Io marito, che potrei essere indulgente nel primo caso, sarei proprio inesorabile nel secondo, se mai avessi la disgrazia… —Non mi ha lasciato finire—esclamò dolorosamente—e mi ha voltato le spalle!: ... Io, materialista in quel tempo, sorridevo sotto il naso udendo queste metafisicherie dalla bocca di un professore che, appunto per la scienza da lui coltivata, la fisiologia, giudicavo avrebbe dovuto essere più materialista di me ... Egli stimava che le figure umane dipinte dai grandi artisti o scolpite in marmo, quando raggiungevano un alto grado di bellezza, dovevano essere certamente qualche cosa di più che semplici figure con la sola apparenza della vita ... Figure voluttuose, figure severe, figure pensose, figure dai cui occhi e atteggiamenti traspariscono l'anima e la volontà, no, non potevano essere soltanto un gioco di linee e di colori, se poi provocavano sensazioni e sentimenti che sono arrivati in certi individui fino alla passione e alla pazzia ...
Il benefattore (pagina 20)
di Luigi Capuana (estratti)

... Palesò la scoperta al suo Hart; il quale, sospettando quel che doveva essere accaduto con lui, si diè segretamente a fare esperienze che lo condussero a verificare, in modo assolutamente scientifico, quel che il caso aveva fatto operare al ferocissimo sterilizzatore ... —Mi vengono i brividi soltanto a pensare che un uomo sia in caso di introdursi non visto in camera mia quando io più credo di essere sola… —Si rassicuri ... Si lagnava di un male strano: aveva la sensazione di essere così leggero, che camminando gli sembrava di venir trasportato via dal movimento dell'aria più che dai piedi, quantunque il corpo obbedisse alla sua volontà ... Lo invitai a spiegarmi quali potevano essere state le cagioni del male ... E colui mi rivelava tranquillamente di essere arrivato a rendere invisibile il suo corpo e i suoi vestiti, e di essersi potuto spingere, così, a grandi distanze dal luogo in cui si trovava ...
Il colore del tempo (pagina 5)
di Federico De Roberto (estratti)

... Se lo scopo ultimo, se la mèta estrema della vita e del mondo è il nulla, il problema della felicità dovrebbe essere molto semplificato, anzi soppresso ... «La felicità», ammette anch'egli, «non dipende dalle circostanze esteriori, ma dal modo di apprenderle; un uomo avvezzo a sopportare il dolore non può essere infelice» ... E questo riformatore, che crede di essere egli solo nel vero e nel giusto, fa pure atto di modestia quando afferma che «ogni pensiero è esatto e falso ad un tempo: falso, perchè è limitato dalla nostra impotenza ad abbracciare tutta quanta la verità; esatto, perchè rappresenta una delle facce del concetto umano» ... Orbene: questa, non solo non dev'essere incoraggiata, ma va combattuta ... Chi è spietato, chi lotta, chi fa male ai suoi simili, vuole esercitare la sua forza, vuol dominare; il pietoso, quello che fa bene, non è mosso da uno scopo diverso; in fondo anch'egli vuol mostrare la propria virtù, la propria superiorità, ed essere ammirato e lodato ...
Il colore del tempo (pagina 12)
di Federico De Roberto (estratti)

... Coloro che non nutrono nessuna speranza generosa, imprigionano il caso come un fanciullo sparuto; gli altri gli dischiudono le sconfinate pianure che l'essere umano non ha ancora la forza di percorrere, ma non lo perdono di vista… ... L'essere umano sembra grande nella sua sfera, come l'ape sembra grande nella cellula del suo favo; ma sarebbe assurdo sperare che un fiore di più si schiuderà nei campi perchè la regina delle api è stata eroica nell'alveare…» ... Il sacrifizio può essere un fiore che la virtù coglie passando; ma non per coglierlo essa si è posta in cammino… ... Il filosofo intende bensì la necessità di essere più chiaro e di definire esattamente le cose; ma il poeta non lo lascia, e la definizione poetica resta oscura, ambigua, imprecisa: «La saggezza è la luce dell'amore»; «l'amore è l'alimento della luce», oppure «il sole incosciente dell'anima ... Egli non vuol essere pertanto confuso con i semplici rassegnati: è «un fiducioso», confida nell'idea dell'universo ...
Il colore del tempo (pagina 13)
di Federico De Roberto (estratti)

... «Se Giuda esce stasera, andrà verso Giuda ed avrà l'occasione di tradire; ma se Socrate apre la sua porta, troverà Socrate addormentato sulla soglia ed avrà l'occasione di essere saggio… ... Ma allora? Se le gioie non debbono essere desiderate, se non conviene neppure rinunziare ad esse, quale sarà la via da tenere? «Non già rinunziando alle gioie che ne circondano noi diveniamo saggi; al contrario, divenendo saggi rinunzieremo senza saperlo alle gioie che non si sollevano fino a noi» ... Non bisogna credere che soltanto il dolore c'insegni ad essere saggi; anzi «l'uomo che è saggio per essere stato infelice, somiglia all'uomo che ha amato senza essere stato amato» ...
Il colore del tempo (pagina 15)
di Federico De Roberto (estratti)

... Perchè cercare la giustizia dove non può essere? Esiste ella altrove fuorchè nell'anima nostra?… L'idea alla quale l'universo pensa meno che a tutte le altre è quella di giustizia… ... Ora, come mai si potrà collocare fuori di noi il centro dell'orgoglio e della felicità, se fuori di noi non c'è giustizia? Che argomento d'orgoglio, che oggetto di gioia può essere un mondo dove non c'è giustizia? E come mai, se noi siamo una parte di questo mondo, una sua emanazione, un suo portato, possiamo avere l'idea d'una cosa che in esso non si trova?… I beni della terra, i sorrisi della fortuna, ha detto, sono necessarî, sono preferibili ai dolori, perchè la saggezza che si acquista nel dolore è turbata dall'aspettazione della gioia; mentre quanto più il saggio è felice, tanto meno è esigente, quanto più la felicità si prolunga, tanto più si acquista un concetto «indipendente» della vita ... Ma che cosa vi potrà essere ancora oltre l'amore, se esso è «tutto»? La sola cosa della quale noi possiamo far parte ai nostri simili, dice in un altro luogo, è la forza, la fiducia, l'indipendenza della nostra anima ... «Perciò il più umile degli uomini è obbligato di mantenere e d'ingrandire l'anima sua, come se sapesse che un giorno ella dovrà essere chiamata a consolare o a rallegrare un Dio ...
Il colore del tempo (pagina 22)
di Federico De Roberto (estratti)

... Sarà forse perchè in Europa regnano i principî liberali e democratici? «Io domando ancora a me stesso, dopo dieci anni di soggiorno a Parigi, dopo tanti studî pazienti, quale può essere, nelle istituzioni del mondo occidentale, il principio veramente degno d'esser chiamato democratico e liberale ... E nondimeno egli non chiede che i Cinesi siano lasciati a godersi questa loro civiltà; nè, tanto meno, che l'Europa prenda esempio dalla Cina; chiede soltanto, e in verità non potrebbe essere più discreto, che, se gli Europei vogliono diffondere in Cina ciò che hanno trovato di buono, adoperino la persuasione, e non già la forza ... E riferisce un aneddoto per difendere i proprî connazionali dell'accusa di essere refrattarî alla civiltà europea ...
Il colore del tempo (pagina 28)
di Federico De Roberto (estratti)

... II Ora, come si spiega il mutamento dello scrittore tedesco? Questa teoria lombrosiana ha suscitato, specialmente negli ultimi tempi, vivaci opposizioni; ma esse procedono da ragioni che non possono essere quelle del Nordau ... La megalomania, da un'altra parte, pare che dovrebbe essere quella di chi ha un concetto di sè troppo grande e sproporzionato alle reali sue qualità; quindi il genio non potrebbe essere, per definizione, megalomane ... Ma questa non può essere la ragione del mutamento del Nordau ... Ma questi, pure riconoscendo che l'insistenza dei suoi propugnatori è legittimata dagli attacchi degli avversarî, pensano che le prove dubbie possano essere accettate ed accumulate per eccesso di zelo, e ne domandano naturalmente il perchè ... Tuttavia tale distinzione non dev'essere tanto radicale, se è vero ciò che alcuni matematici moderni vengono affermando e che il visconte d'Adhémar ha ultimamente esposto in uno studio pubblicato nella Revue des deux mondes ...
Il colore del tempo (pagina 29)
di Federico De Roberto (estratti)

... «Se il genio è giudizio e volontà a un grado di perfezione straordinario, che cosa farò dei genî emozionali, dei poeti e degli artisti? Ho ancora il diritto di ammettere che i poeti e gli artisti possano essere genî? Ebbene: questo diritto mi pare per lo meno contestabile…» ... Ora, prima di ogni altra cosa, un evoluzionista come il Nordau si vanta di essere può sostenere senza contraddizione che il giudizio e la volontà appartengano esclusivamente all'uomo, che siano apparsi in lui di punto in bianco, che non si riscontrino in grado embrionale, rudimentale, infinitamente piccolo anche nei bruti? Vuol egli mettere da parte tutta una scienza, la psicologia comparata? Certo, la distanza tra le facoltà mentali degli uomini e quelle dei bruti è enorme; ma altrettanto enorme è la distanza dalle facoltà sensitive e sentimentali nostre a quelle degli animali ... Certo le capacità si diversificano, si sviluppano variamente e si specificano in un senso o nell'altro; non abbiamo bisogno di ripetere ciò che già dicemmo ragionando dei rapporti della scienza e dell'arte; ma, perchè esse sono distinte, diremo che l'artista non ha nessuna delle facoltà umane dello scienziato, e viceversa; mentre sappiamo che sapienti e poeti furono un tempo, da Empedocle a Leonardo, e possono ancora essere, sebbene troppo raramente, un genio solo? Diremo, col Nordau, che il genio artistico «non è altro che un organetto» capace solo di ripetere meccanicamente certi pezzi di musica, mentre il genio scientifico crea liberamente? Dice egli sul serio quando afferma che il genio scientifico, filosofico, politico è «affrancato» dalle commozioni, dai sentimenti? Dove sono queste separazioni così profonde tra uomini ed uomini? Non sarà creazione, se il Nordau non vuole, quella del poeta; ma allora chi al mondo ha creato mai nulla? C'è qualcosa di nuovo sotto il sole? La creazione, se questa parola si può adoperare, non è tanto degli ordinatori di popoli, quanto degli speculatori di dottrine, quanto dei trovatori di immagini? La classificazione dei genî non si deve pertanto fondare sulla «dignità» dei loro diversi attributi, i quali sono tutti degni egualmente; potrà solo dipendere dall'utilità delle loro opere ... Essi non ci sono già piovuti dalla luna; escono anzi dalle vive viscere di questa nostra società dove non usa più portare alla cintura il cuoio capelluto dei nemici uccisi in guerra, ma si provano nuovi bisogni morali che chiedono urgentemente di essere appagati ...
Il colore del tempo (pagina 30)
di Federico De Roberto (estratti)

... Questa medesima baronessa Agostini dice alla giovanetta Elsa Koppel, anima d'artista, essere una strana aberrazione nelle donne il correre dietro alla gloria ... Gli uomini debbono sudare per essere lodati da noi ... Ma lo sciagurato paga con la morte le sue brutture; dimostra, morendo, di non essere tutto orribile come pareva ... E la donna che voleva esercitare una specie di potere sovrano, che voleva essere come la regina dell'alveare, quando vede morire uno dopo l'altro questi due uomini, questi due fuchi, non ammette più che dovessero morire, non riconosce nella catastrofe il compimento della legge alla quale si appoggiava e della quale si faceva banditrice; ma perde la ragione, come al quarto atto di un melodramma ...
Il colore del tempo (pagina 33)
di Federico De Roberto (estratti)

... Se i timidi sono impressionabilissimi, se non credono di essere indifferenti a nessuno, se dovunque vedono testimonî intenti a spiare e a giudicare i loro atti e i loro pensieri, questo effetto è in gran parte dovuto a un'immaginazione vivace e incapace di sottoporsi alla realtà ... Il Dugas si accosta anch'egli a questo giudizio, ma per altre vie, quando osserva che nei timidi, con l'esaltazione e la sottigliezza dei sentimenti, si produce la coscienza d'essere originali, la presunzione d'essere rari ed unici; coscienza e presunzione che sono comuni a tutti i romantici ... Giacchè la timidezza ha del buono e del cattivo: è una disposizione morbosa, ma anche una crisi normale, e pertanto può essere incoraggiata e combattuta, secondo i casi ... L'uomo non nasce con la scienza della vita; questa scienza dev'essere appresa a poco a poco: tutte le volte che noi abbiamo il sentimento della nostra imperizia siamo intimiditi, la qual cosa, naturalmente, ci accade molto più spesso nella fanciullezza che non nella maturità ... Quando gli istinti gridano, quando i bisogni urlano, la volontà opera; ma, ottenuto l'appagamento necessario, lo sforzo cessa, e il dolce far niente torna ad essere lo stato prediletto ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 21)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Non però un'intenzione maligna induceva Adriana ad essere sempre ironica con lui ... — Il meglio? — Il meglio! Non avete ancora imparato che siamo stati creati appunto per godere e per soffrire amando; amando come si usa in terra e non fra gli astri? Non avete ancora compreso che la vita è amore e amore è la vita? Non avete ancora pensato voi, signor pensatore, perchè la fanciullezza è così bella? Perchè anche la vecchiaia può essere bella? — No ... E la vecchiaia può essere la tranquilla, beata, invidiabile digestione dell'amore ...
Il ponte del Paradiso (pagina 3)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... — Infine, — gli diceva, — che te ne fai, se mi ami? Se tu avessi quell'amor di bambino, come ti piace di chiamarlo, non dovresti spartire i tuoi sentimenti fra due? Un altro essere, ultimo venuto, comanderebbe in casa, tua ... È della natura umana, o dovrebb'essere, il ribellarsi a questa forza cieca, per seguir la ragione ... Così, anche su d'un altro punto, aveva ragione sua moglie; avevano corso il rischio di essere in tredici per la cena del capo d'anno ... E non se ne doleva; che anzi! Era uomo di gusti semplici, che la compagnia d'una donna avrebbe sempre un po' contrariati; si contentava di poco, non ispendendo la metà di quel che guadagnava, tanto che gli amici lo accusavano di essere omai diventato milionario, o giù di lì ... — Ebbene, vecchia mia, — diceva egli, abbottonando su quella povera falda i due petti del suo palandrano, — sei contenta d'essere uscita dall'armadio, ove meritavi di restare fino alla mattina del giudizio universale? Con tante grinze, farai la tua bella figura! E tu, piastrone di tela batista, lustro e sodo come un piatto di porcellana, le vorrai bere, le tue goccioline di caffè e di liquori, non è vero? Strano! — soggiunse il signor Brizzi, accomodandosi meglio che poteva sui neri cuscini del felze ...
Il ponte del Paradiso (pagina 25)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... — balbettò la signora Eleonora, pentita di essere andata troppo oltre, senza aver meditato le conseguenze dell'impegno in cui si metteva ... È male per me, che son madre, e su certi argomenti delicati debbo essere scrupolosa; ma può non essere male egualmente per gli altri ... Quanto a me, se sono andata un po' a precipizio nel fare, posso consolarmi pensando di essere ancora in tempo a disfare ...
Il ponte del Paradiso (pagina 45)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Se ha da essere un rimprovero, io me lo faccio da un pezzo ... l'ho risparmiata, e le ragioni mie potranno essere state pazze come le sue; ma io non le rinnego per questo ... Povera lettera, che doveva essere il principio della sua felicità, ed era stata in quella vece la cagione della sua rovina irreparabile! Sospirò, guardandola; sospirò ancora mentre Raimondo la ricacciava in tasca, con un gesto d'impazienza e di sdegno ...
Il servitore di due padroni
di Carlo Goldoni (estratti)

... DOTTORE RANIERI BERNARDINO FABRI NOBILE PISANO Se il bene, che Voi mi avete fatto, Illustrissimo Signore, dovesse essere da me ricompensato, non basterebbono tutti i giorni della mia vita, impiegati in vostro servigio ... Non mi scorderò mai, né mai avrò rossore di dirlo, essere costì giunto nell'anno 1745, malcontento della Fortuna, dopo averla tracciata in vano per qualche tempo, in varie parti, e con tante belle lusinghe, dileguatesi in fummo ... Svelate a Voi le mie vicende, le mie disavventure, non tardaste ad offerirmi la mano per sollevarmi, ed animandomi a esercitare in Pisa la Professione Legale, che con varietà di stile io aveva nella Patria mia esercitata, Voi mi trovaste gli appoggi, somministrati mi avete gli aiuti, e con l'ombra vostra, e coi vostri consigli, non andò guari, che in Pisa fama io aveva acquistata, e giunsi ad essere (per alcuni di poco spirito) oggetto di gelosia, e d'invidia ... Non ho veduto chi meglio di Voi sappia dividete il tempo, e così ben lo misuri, per darne giusta porzione a tutto, senza eccedere, e senza mancare Voi attentissimo alla vostra cospicua Cancelleria del Consiglio de' XII Cavalieri di Santo Stefano; Voi indefesso nel vostro studio, accuratissimo nel dilettevole esercizio delle adunanze d'Arcadia; pronto ad ogni richiesta di Poetiche Composizioni, piissimo frequentatore delle sagre Funzioni, delle società Cristiane, amante dell'onesta conversazione, vivace, lepido, e nella età vostra invidiabile alla gioventù, sapete unir cosi bene la religione, e l' Uomo, che nulla vi manca per essere un modello di perfezione ... Non posso io gloriarmi di essere sì cautamente vissuto, che la vita mia elogi meritar possa, i miei difetti, le mie debolezze, le passioni mie mal corrette, sono da me medesimo rimproverate, e sentirei volentieri anche in oggi, che delle passate follie un Uomo saggio mi riprendesse, ma che perfida gente, d'enormi vizi ripiena, gente, di cui farebbe orrore il rammentarne i costumi, gente avvezza a viver e di menzogna, di maldicenza, d'inganno, intraprenda a parlar di me, e di screditarmi procuri, cosa dolorosissima mi riuscirebbe, se non mi confortasse la sicurezza, che svelando i nomi loro soltanto, caderebbono sopra di essi le ingiurie, e le maldicenze ...
L'Olimpia (pagina 14)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... Ite, padri, affaticatevi in nodrir figli, in allevargli nobili e delicati; ché all'ultimo che dovrebbono con ogni loro sforzo essere il sustentamento della nostra vecchiezza, o stanno annoverando i giorni che finisca il termine della nostra vita, o ne fanno morir di doglia innanzi tempo ... (Questi deve essere qualche pedante, «cuium pecus» che sputa «cuiussi» e parla in «bus» e «bas») ... Oimè! che l'allegrezza dell'acquistata libertá non mi fu tanto dolce quanto or m'è amaro vedermi scacciato dal luogo dove sperava essere disiosamente ricevuto ...
L'amore che torna (pagina 36)
di Guido da Verona (estratti)

... Prediletto nella società galante, spendeva senza parsimonia, con aristocratica eleganza: doveva essere terribilmente cinico dietro la sua maschera d'impeccabile gran signore ... Ma egli possedeva in massimo grado quel bel dono degli avventurieri, e cioè la simpatia suggestiva, il coraggio sfacciato di professarsi apertamente per un essere amorale, con l'abilità insieme di ravvolgere la propria persona in un velo di mistero seducente, e di trattar la vita come una burla, cosa che piace ai meno forti ... L'essere stato il suo braccio destro non gli nocque nell'opinione di alcuno, e neanche del Codice, perchè, all'imminenza dello scandalo, subodorando il vento infido, egli ebbe l'accortezza di provocare una rottura clamorosa con il suo complice e la prudenza di allontanarsi proprio al momento in cui si scatenavano le ire dei colpiti ... — Non dev'essere una occupazione faticosa! — No, di fatti, ma interessante ... — Per essere figlia d'un panettiere, — cominciò il d'Hermòs, — ha fatto una bella carriera! Sapete: la Francia democratica è il vero paese dove si può dire che la luce venga dal basso ...
L'amore che torna (pagina 38)
di Guido da Verona (estratti)

... Molte volte, nelle ore d'ozio di Torre Guelfa, mi era venuta la tentazione di violarne il secreto: ma poi la bassezza di un tal pensiero e la paura di essere côlto in un atto così umiliante, me ne avevano sempre dissuaso ... Però, ditemi, che donna incantevole! non è vero? Volsi il capo alla strada e finsi guardar altrove, perchè una specie di nebbia rossa mi offuscava lo sguardo e la mia faccia doveva essere divenuta livida ... La conobbi a Berlino, per mezzo d'un suo tutore, — una canaglia, vi giuro! nonostante i suoi capelli molto grigi! So che lei appartiene ad una grande famiglia; viaggiò molto; voleva essere attrice; ecco tutto quello che mi ricordo ... E voi, caro conte, voi dovete non essere affatto contrario a questa mia opinione ...
L'amore che torna (pagina 42)
di Guido da Verona (estratti)

... le pareva un logogrifo! Mi disse: — Alla buon'ora! per essere imparentato con la madre di Nostro Signore, non avete l'aria abbastanza venerabile, mio caro conte! — Non c'è male! Una donna di mondo, interessante a conoscersi, vi assicuro ... — Certo il d'Hermòs mi avrà un poco diffamato! Egli mi trova un uomo senza vizi, e questo, agli occhi di quel terribile uomo, sembra essere il peccato maggiore ... — Veramente con lui non ho protestato, ma con voi, con una signora che certo è in grado di apprezzare tutta la delicata eleganza che può essere nei vizi d'un uomo, non voglio subire una simile taccia d'insulsaggine ... Per questo solo non potete essere un insensibile ...
L'amore che torna (pagina 45)
di Guido da Verona (estratti)

... Ed ecco, ella tornava ad essere la donna perpetuamente oscura, non afferrabile da nessun potere, in continua discordia con sè stessa, o forse padrona della sua volontà in un modo stupefacente ... — Hai voluto essere veramente un uomo senza cuore ... — E allora? — Allora, lo sai, volevo essere attrice, cominciare una vita libera, pensavo che un giorno o l'altro sarebbe accaduto lo stesso ... Ma chi te lo ha detto? Lui stesso? Certo, certo, non può essere stato che lui ... Ho ancora quelle di Mathias, alcune di mio marito, e ce ne devono essere anche altre ... — Ebbene sì! Dopo tutto non puoi, non devi, essere stata d'altri che mia! — Lo senti, lo senti ora? Come un soffio, su la bocca, le risposi di sì ...
L'amore che torna (pagina 87)
di Guido da Verona (estratti)

... essere tua; tutto il rimanente non fa che passare accanto alla mia anima ... ma ho tanto sofferto anch'io, che mi sembra quasi di poter essere perdonata ... Ma questo che importa? È un bisogno bizzarro che i morti hanno di essere una volta sinceri, quando più non li vigila nessuna prudenza umana, quando più non li stringe alcuna vanagloria di sè stessi, e nel becchino che li sdraia dentro la cassa di freddo rovere vedono quasi un ultimo funzionario della società umana, che viene per buttarli nella fossa come in un sacro immondezzaio; un funzionario alieno da metafisiche, immemore d'essere a sua volta un cadavere imminente, quindi una persona di buon senso, che valuta l'uomo e la sua spoglia con ammirevole semplicità ...
L'arte di prender marito (pagina 19)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... È allora che Clotilde giovane e bella può essere felice di essere l'amante e la compagna del Dottor Pascal; è allora che una donna di cuore e di ingegno può essere felice di essere la moglie di un medico ... Molte donne, che nei loro sogni di fanciulla desideravano di essere dottoresse o suore di carità, trovano, sposando un medico, una via indiretta per realizzare il loro sogno pietoso ...
L'arte di prender marito (pagina 20)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Là anche l'avvocato ama e vuol essere amato ... Ciò che ha di comune l'artista della penna con quegli altri che maneggiano il pennello o la stecca, è l'assoluta proibizione di essere mediocre, a meno di rassegnarsi a tutte le umiliazioni e a tutte le miserie, che con mano così feconda genera la mediocrità ... Oggi si coltiva la scienza senza dimenticare che si è uomini, e che l'essere membri della società umana ci impone il dovere di essere puliti, cortesi con tutti, galanti colle signore ... Si può oggi essere membri di molte accademie senz'esser noiosi; si può avere una cattedra delle più alte o delle meno popolari della scienza senz'esser pedanti ... È per tutte queste cose, che lo scienziato può essere anche un ottimo marito ... Vuol essere, nei casi di massima modestia, almeno sottotenente; ...
L'arte di prender marito (pagina 21)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... La missione della donna è invece quella di essere la vestale delle nostre idealità, della nostra onestà politica, che è poi una cosa sola colla onestà domestica ... E siccome nessuna forza si distrugge, anche la donna nel modesto giro della propria famiglia può e deve essere un'energia, che risana, che risangua, che attiva la vigoria morale di una nazione ... Che il tuo marito sia sindaco o deputato, senatore o ministro, fa di essere fiera della sua onestà prima che del suo ingegno, della sua lealtà prima che delle sue commende; e tu seguilo coll'occhio vigile dell'affetto che ama, ma non transige; del cuore che si intenerisce, ma non vacilla nelle ore di Getsemani, quando la coscienza lotta tra le tenebre coll'ambizione o colla sete dell'oro ... Parrebbe a priori, che il soldato deva essere il pessimo di tutti i mariti ... Abituato ad imporre e a subire una disciplina ferrea, vivendo sempre in un ambiente artificiale al di fuori della società, in cui tutti quanti respiriamo e camminiamo; festeggiato dalle donne, perchè rappresentante della forza e perchè vestito d'un'uniforme; costretto a mutare ad ogni tratto di guarnigione; egli dovrebbe essere un cattivo marito ... È forse perchè il militare, dopo aver conosciuto i volgari amori della piazza e le facili avventure delle brevi guarnigioni, dopo avere insomma amato molte femmine, desidera conoscere e amare una donna? È forse perchè il soldato è sempre un uomo scelto fra molti e quindi bello e forte e molto maschio? È forse perchè la vita artificiale e regolamentare, che lo opprime e lo schiaccia per tante ore del giorno, gli fa sentire più vivo il bisogno di una casa senz'altro regolamento che l'amore, senza altri ordini del giorno che le carezze quotidiane? È forse perchè la casa è il miglior contravveleno della caserma e il desinare in famiglia il premio di tanti pranzi nei restaurants? È forse perchè il militare abituato a farsi la propria valigia, a curare le proprie cose, a tenerle in ordine e in grande pulizia, è una specie di buona ménagère e portando tutte queste abitudini e abilità in una famiglia, è anche per questo un ottimo marito? È forse perchè obbligato sempre ad applicare una disciplina molto dura, a fare il burbero per forza; è felice di abbandonare in famiglia le redini del comando e d'essere compiacente e tenero colla moglie e i figliuoli? Per quale di queste ragioni la donna, sposando un soldato, ha maggior probabilità di esser felice? Forse per nessuna di esse esclusivamente, ma per tutte quante prese insieme ...
L'arte di prender marito (pagina 22)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Lo stesso varrebbe dire che il primo quadro d'un pittore deve essere l'ottimo fra tutti quelli che egli farà nel corso della sua vita; che il primo discorso, il primo libro, la prima statua, la prima opera in musica saranno ciò che di meglio faranno il deputato, l'autore, lo scultore, il maestro ... Il matrimonio deve essere una scelta e non si può scegliere senza far confronti ... In certi momenti un oh o un ah fuori di tempo può essere uno schiaffo ... La parola caro pronunziata in una certa maniera può essere un insulto, e ...
La favorita del Mahdi (pagina 8)
di Emilio Salgari (estratti)

... Chi può essere mai? Abd-el-Kerim, sei in vena di accompagnarmi, intanto che i basci-bozuk fanno i bagagli? —Ho la mia carabina e ciò basta ... —Chi può essere mai questo fantasma, si chiedeva Hassarn ... Deve essere qualche arabo che suona il tamburello ... Tu non puoi essere testimone a quello che io dirò all'almea ...
La favorita del Mahdi (pagina 17)
di Emilio Salgari (estratti)

... fosse coraggioso, fremette, e si guardò indietro per essere pronto a prendere il largo ... —Per venire al campo, assalirmi a tradimento e portarmi via non bisogna essere che briganti o figli di quel cane di Mahdi ... —È in tua mano adunque? Mille tuoni!… —Sì e senza essere stato avariato dagl'jatagan ... —Ciò vuol dire essere spergiuri e traditori, ragione di più per farlo morire lentamente e fra i più atroci ...
La favorita del Mahdi (pagina 19)
di Emilio Salgari (estratti)

... La condusse lontana dalle tende, vicina ad una gran sfinge e la fece sedere sopra di un gigantesco tarbusch di pietra che altre volte doveva essere stato un cippo mortuario ... In queste faccende bisogna essere freddi ... Sono quattro giorni che ho il cuore straziato da una terribile gelosia, sono quattro giorni che mi sento presa da una smania feroce di uccidere o di essere uccisa ...
La favorita del Mahdi (pagina 43)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Sì, ho udito dire che il colonnello Coetlegan, con un corpo ragguardevole di egiziani, si aggira sulle rive del Nilo, passando or qua e or là per tenere lontani i ribelli, ma non può essere dappertutto ... —Allora corriamo pericolo anche noi di essere assaliti ... Daùd, che non si sentiva del tutto tranquillo, fece spiegare tutta la tela che era a bordo per non essere raggiunto da qualche canotto di insorti che poteva tenersi celato fra i papiri o le canne e si mise in persona alla ribolla del timone dopo di aver fatto caricare il cannone e portare armi e munizioni in coperta ...
La favorita del Mahdi (pagina 79)
di Emilio Salgari (estratti)

... Ora apriremo un pertugio che ci permetterà di vedere senza essere veduti ... Ma quale interesse poteva avere quel beduino per averlo in sua mano? Qui sotto ci deve essere qualche raggiro, qualche mistero che bisogna svelare ... Che mi abbiano scoperto? Chi può essere mai quel negro d'inferno che indovina le cose tanto bene? Ragazzo mio, se posso averti sotto le unghie non ti risparmierò ... Se lo inseguissimo? —A quest'ora deve essere assai lontano poichè correva come un cervo ... Chi può essere e quale scopo lo spinse a salire sul tetto della capanna? amico mio, non vedo chiaro in questa faccenda ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 3)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Per tuas de Arbitriis, già sono anni circa CCCLX, nel pontificato d'Innocenzo terzo, pontefice massimo, e fatta tutta questa nostra provincia di Valdinievole di nessuna Diocesi, onorato il Collegio, non solo del Prelato, che a guisa di Vescovo, celebra con ogni sorte di episcopale ornamento, e ch'esso Prelato insieme con i suoi Canonici, abbia facoltà di conferire i benefizj della sua giurisdizione, e che in detta Collegiata vi siano sette dignità, cioè Proposto, Arcidiacono, Priore, Tesaurieri, Arciprete, Decano e Primicerio, con altri dodici Canonici, tutti giudici delegati, ed altri onori che io lasso, per non essere tedioso ... Ma così, come non mi è cosa nuova che quella finzione che si mescola nel Dialogo non è bugia (accennandosi tacitamente a chi legge per il nome la cosa non essere stata appunto come si narra, ma così facilmente potuta essere); così ancora non mi è dubbio ne' Dialogi usarsi quell'ordine che conviene a conoscere la natura delle cose, ma più tosto si presuppone dottrina confusa, che in un certo modo paia rassimigliarsi alle similitudini di Anassagora ... La quale facondia di dire per essere da me lontana, mi fece anco discostare da quella sorte di scrivere; pure al presente mi è piaciuto tentarlo, dandomisene buona occasione per le illusioni, e per i malefizj delle streghe, commessi pochi mesi sono nel nostro distretto, dalle quali l'opera s'ha acquistato il nome di Strega, ovveramente, se più ti piace, degli inganni de' Demonj, dal quale incitati correvano a gara tutti quelli che si dicevano essere portati al giuoco ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 5)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... corpo, e essere posate sopra il lago Benaco in monti altissimi: meravigliomi che non abbino detto sopra il monte Micala a star con Talete, o sopra Mimante con Anassagora ... Ogni cosa potrebbe essere, se mi attenderai quello che ti presumi ... Cotesto non mi attribuisco io d'avere i poeti su per le dita; perciò che è tanto il fare professione di tal cosa, che chi non sa niente non debba attribuirsela; perchè principalmente bisognerebbe avere la lingua greca e la latina, dipoi sapere i profondi sensi della più nascosta filosofia, delle quali cose è pieno il poeta, e massimamente Omero, il quale intendo essere stato dichiarato con gran comenti da Aristotile, e da alcuni altri filosofi stoici ... Quelli che al tempo degli eroi, si dicevano essere stati in pregio, ingannavano in vari modi gli uomini dati alla vita rustica, e pastorale, come erano la maggior parte di loro;, in questa guisa parimente avea quel demonio in forma di Tetide (creduta da quelle genti dea marina) ingannato Peleo pastore, il quale come cantò quel Poeta ... Così l'anello rivoltato verso la palma della mano fece invisibile quel pastor di Lidia che commise l'adulterio con la regina: onde è manifesto che i demonj pigliavano varie forme, ora di quelle che chiamavano Dee, ora di Ninfe terrestri, ora di marittime [Da Catullo], le quali, perchè eran credute star per lor natura ascose sotto l'acque, uscivano talora fuori dell'onda biancheggiante infino alle poppe per essere vedute: e per più infiammare altrui apparivano anco in forma di nuvola, come dicono le favole che fece Giunone a Issione ... Donde finsero essere uscito il Centauro ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 6)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Ci è ancora l'opinione di Pindaro replicata da Tertulliano, che diceva Esculapio essere stato saettato dal cielo, perchè egli esercitava la medicina per nuocere, e così troviamo la morte di costui essere più varia che quella di Romulo; nondimeno l'uno e l'altro di loro fu fatto Dio dai Gentili, quantunque l'uno fusse ladro, e l'altro mago ... Circa il volare per l'aria, credo che tu abbia ancora udito, e forse letto, Abari sopra una saetta essere venuto in Italia, a Pittagora dal tempio Iperboreo di Febo ... Se ti ricordi così bene di queste cose, facilmente concederai il resto, perciocchè dobbiamo credere tutta quella negromanzia d'Ulisse avere avuto origine dal circolo; di modo che tu intenderai queste finzioni di formare il circolo non essere cosa nuova, ma antiche apparenze, o favole che vogliam dire, le quali cose cercano d'imitare ancora i poeti latini, imperocchè Scipione similmente è introdotto a cavare la terra mossa con la spada, e tutto quel che segue ad imitazione di Ulisse [Da Silio Italico] ... Ma chi ha visto i versi d'Orfeo, dove parla de' ragionamenti dell'ombre, conosce benissimo quella non essere stata invenzione d'Omero [Dall'xi dell'Odissea], ma d'Orfeo molto più antico, il quale è certissimo che fu imitato da Omero non solamente nel far venire Tiresia, ma ancora ne' versi stessi con gran diligenza e con grande osservazione ... Scrive Giustino martire che il primo verso della Iliade fu fatto a similitudine del primo d'Orfeo, che invocava Cerere; e benchè usassino varie cerimonie, nondimeno tutti desideravano ragionare coi morti, acciocchè si dicesse che fusseno discesi all'inferno, come dicevano essere avvenuto a Pittagora un tempo dopo ad Orfeo, e ad Omero, ed avere viste l'anime d'Esiodo e d'Omero, essere punite gravemente per le cose che avevano dette degli Dei: onde egli era auto in gran venerazione appresso de' Crotenesi, e massimamente dicendo che avea visto nell'inferno esser martorizzati quelli che non volevano usare con le donne loro ... Ma se tu concedi essere stati appresso degli antichi gli spiriti succubi, ed incubi, perchè non vuoi tu concedere che siano anco a tempi nostri? provandosi con tante autorità e tanti testimonj, che se vuoi gli racconterò ... E benchè questo retorico falso ed astuto fingesse d'essere mutato, nondimeno non disse essere trasmutato in uccello, ma in asino, ancor che egli avesse usato il medesimo unguento: onde quella donna si doleva d'aver mutato in asino il suo Lucio: per aver ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 7)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... preso errore nel cambiare la bossola, per la qual cosa dimostrò variarsi l'imagine, e non lo essere, della cosa ... Confermollo ancora più chiaramente dicendo d'aver ritenuto sotto la forma d'asino la mente, e lo ingegno di Lucio: e non è da credere che gli fusse venuto per la fantasia una tale imaginazione di trasmutare la forma, se non fusse stato publichissimo grido tal cosa essere propria delle donne di Tessaglia ... Affermò dipoi questo medesimo ancora quel Platonico che imitò Luciano, dicendo essere andato in Tessaglia, dove che innanzi che lassasse la prima forma finse averne presa un'altra, tolto (s'io mi ricordo bene delle sue parole) un poco più unto che non dovea, e fatto molte altre cose ... Perchè credi tu che abbiano detto le rose essere buon rimedio? FR ... Se fondamento nissuno ci è, penso che sia stato cavato dal grande Aristotile, appresso del quale io ho letto essere fra le cose grandi e maravigliose, che l'asino facilmente soglia morire per lo odore delle rose ... In oltre dicevano essere spirate da Bacco, ed indi si chiamarono Mimallone ed Edonide ... Io mi ricordo d'aver letto appresso di Plutarco la favola d'incantare la luna essere stata trovata con astuzia da Aganice Tessala, la quale sapendo che l'eclisse della luna procedeva dall'interposizione dell'ombra della terra, dette ad intendere all'altre donne di Tessalia, che non lo sapevano, che quando la luna si scurava era fatta venire in terra da lei ... Fu appresso de' Greci uno (se io mi ricordo bene) chiamato Palefato il quale giudicò essere cosa degna e di grandissimo pregio mostrare in che modo la maggior parte delle favole avesseno principio e fondamento in sul saldo di qualche storia: tirata poi dalla opinione e falsa credenza del volgo a cose più grandi e maravigliose, come sempre suol fare, il che come io penso accennò Virgilio, dicendo: Mostralo il dotto Palefato in carte ... Non ti ricordi essere stato scritto: Le figliuole di Preto il piano e 'l monte Di falsi mugghi aver ripieno e 'l giogo, Temuto, e corni in van cercati in fronte ... Così anco si dice essere apparsa l'imagine di Empusa Lammia (che è una fantasima con un piè solo, e di rame) ad Apollonio Tianeo, mutandosi in diverse foggie, e talora in un subito togliendosigli di vista: e il medesimo avvenne a Menippo cinico (non quello che imitò Varrone nelle satire, imperocchè quello, a comparazione di questo Menippo Licio, è tenuto antichissimo) tenendosi una fantasima, ovvero una Lammia, come che gli fusse moglie ... E così tiene quelli che vogliono essere tenuti, e usa grande arte per indurgli a volere, piglia i volgari con le lascivie, con le ricchezze quelli che son dati alla vita civile, e con la gloria quei pochi che si danno agli studj della filosofia ... Così anco, se noi diremo quei conviti parte essere veri, e parte imaginari, non ci discosteremo dagli scrittori antichi; però che una simil cosa era quella mensa del sole descritta da Erodoto, stimata da Solino più divina, nella vita di Tianeo [Filostrato nel iiii ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 8)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... A questo bisognerebbe un uomo più dotto che non sono io, e richiederebbesi non un breve andare a spasso, ma un lungo sedere; nondimeno in qualunque modo io potrò non ti son per mancare; perciocchè, come sarebbe egli mai possibile che io non ubbidissi ad uno che di già per il suo ragionare ho conosciuto essere curioso di ritrovare la verità? Seguiterò adunque la disputa cominciata, e narrerotti, per quanto ne concederà il poco viaggio, quello che mi parrà al proposito nostro ... Il demonio adunque in più modi gl'indusse a farsi adorare sotto ombra di sapienza, e sotto velame di falsa religione; conciossiacosachè eglino andasseno per gradi di dottrina alle preghiere, agli inni, agli oracoli, dove parea lor d'acquistarne il pronosticare le cose future, e l'essere portate per aria a diversi luoghi, e facevasi quello per opera di demonj che essi attribuivano alla divinità degli uomini ... Fingeva il demonio maligno essere astretto da lui, acciocchè avendolo allettato sotto specie di falsa divinità, per suo mezzo potesse più gagliardamente ingannare gli altri, il che puoi conoscere per il fine ... Disperse Empedocle con una morte infame, avendolo condotto a tale che si credeva d'essere fatto divino, e usava di cantare: State di buona voglia, che io per lo avvenire vi farò Dio immortale, non più mortale; per mostrare a' compagni di rallegrarsi non essere più uomo mortale, ma divino ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 9)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... uscisse di vita con questa morte, o con quella che scrisse Democrito Trevenio, cioè che s'era appiccato ad un corniuolo, s'ha da tenere che il demonio l'inducesse ad ammazzarsi da sè, nè gli bastò d'averlo schernito ch'ei credesse l'anima sua essere passata in diversi corpi: onde disse in quel suo verso: Di già fanciullo e fanciulla fu io, ma ancora con voci diaboliche, e con splendori di fiaccole l'allettò a morire ... Alcuni dicono essere morto in Efeso, alcuni in Creta, e altri in Rodi ... Ma quello che già palesemente spargeva gli oracoli, ora si rode in oscuri laberinti, appetendo i lascivi congiungimenti, oggi tenuti vituperosi dalle genti, dove già erano orrevoli, donde è quel verso: Degnando Anchise al suo coniugio altero Venere Dea, e questo non pure al tempo degli eroi, ma al tempo d'Alessandro e di Scipione, a' quali accrebbe la gloria l'essere tenuti figliuoli di Giove, sendo così noto per l'istorie che non faccia mestiero il raccontarlo, che Giove demone, il qual credevano essere Dio, si ghiacesse con la madre di Scipione in forma di serpente, e con Olimpia moglie di Filippo ... E di sorte invescava color che erano cupidi della gloria, che avendo pronosticato, mentre che viveano, le cose future per mezzo della sua pratica, dopo morte ancora predicevano ciò che avea da essere ... Portavano ancora i demonj in volta gli oracoli d'Anfiarao e d'Anfiloco indovini, e mentre che visseno e poi che furono morti, il che forse desiderò Empedocle quando volse essere tenuto Dio ... E parimente fingevano che i re dopo morte esercitasseno l'arte militare, come favoleggiavano di Reso, il quale dicevano armeggiare nel monte Rodope, e attendere alle caccie ed al cavalcare: in oltre dicevano che l'anime di questi apparivano, non pure per mezzo di quei circoli e di quei sacrifizj di Omero, ma che si mostravano ancora spontaneamente, e per certe convenzioni che facevano (come dice Filostrato, che si mostrava Achille ad Apollonio, e Protesilao con gli altri capitani, che avevan fatta guerra a Priamo, al vignaiuolo) ma per essere i visi, i costumi, e le cose fatte da costoro diverse da quelle che scrive Omero, nè punto consonanti a quelle che disseno o Darete Frigio, ovvero Dizio Creteo istorico, puoi conoscere quante bugie siano aggiunte alla felicità de' demonj ed alla cognizione delle cose, e quanti aggiramenti siano posti sopra i modi del vivere ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 10)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Nel tempo che Diana era adorata dalle genti, e che il suo nome era chiaro e famoso per tutto 'l mondo, era cosa gloriosa l'essere annumerato fra le compagnie di Diana, le quali avvenga che fussino dette vergini, nondimeno erano chiamate anco Ninfe, e piaceva loro il nome di sposa, ma più l'effetto, benchè non cercasseno con debite cerimonie di essere spose legittime: perchè fra loro v'era frequenza di stupri e di adulterj: donde è quella meretrice tante volte replicata ne' versi d'Omero, mentre che favoleggiavano una compagna, ovvero una Ninfa di Diana (Napea, Oreade, o Driade ch'elle fusseno) avere auto a fare con quei falsi o Dei, o Eroi che gli chiamassero, benchè fusse tenuto dai Gentili, confermato dal comun parere del volgo, le Ninfe del mare, e de' fiumi esser inclinate agli amori, come tu troverai spesso di Cirene, Leucotoe, Cimodocea, e dell'altre false Dee de' fiumi e del mare ... Non tutta via; perchè sono state trovate qualche volta sopra una trave, oppresse da sì grave sonno, che non hanno mai sentite le percosse, ed alcuna volta a cavallo a certe granate di scopa, appiccatevi così forte, che ancor che le dormissero non ne le hanno mai possute spiccare; dalle quali scope pensano d'essere portate ... Qual credi tu essere la cagione, che tal volta son portate col corpo, e tal volta ancora, mentre che si presumono d'essere portate, si trovino al giuoco solo con la imaginazione? DIC ... Dipoi che non vogliono si dichiari la cosa, secondo quelli che sono di più giudizio, per separare le cose che appartengono alla natura da quelle che s'aspettano alla fede cattolica; e finalmente negano quello non essere, che senza biasimo non possono negare che non sia possibile ... Imperocchè nè qui c'interviene Diana, o si crede Dea de' pagani, nè si veggono cose simili a quelle che danna il concilio in quella regione; e pure nondimeno qui si fanno di molte cose, che non si legge mai essere state fatte quivi, comuni solamente con l'altre superstizioni de' Gentili, e con gli inganni de' falsi demonj negli unguenti dannosi, nel sangue innocente de' fanciulli, nel circolo, negli incantesimi, e in molti malefizj, circa l'andar col corpo per la regione dell'aria: e chi negasse questo moto per l'aria sopra umano non potersi fare dal demonio, cascherebbe, come io stimo, nel nome d'eretico, perchè come scrisse in quel libro sacro Usitide, uomo santissimo, non è potenza nissuna in terra che si compari a quella del demonio ... Come può essere che quello andasse non portandolo nissuno? STR ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 11)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Tu leggerai, questo in tutti i libelli delle querele: il diavolo ovvero il demonio, o vuoi dire satanasso, mostrarsi in forma d'uomo, eccetto i piedi: di che mi sono spesso maravigliato e immaginatomi, che la causa sia che non possa interamente pigliare la forma umana, non essendogli concesso rappresentarla nei piedi; e forse può essere che i piedi più tosto che l'altre membra non rispondino all'altre fattezze; perchè usavano già nei sensi mistici significare gli affetti per i piedi; e per questo gli porti rivolti indrieto e a contrario ... Dice Plinio che si soleva sacrificare il fegato dell'oca a Inaco Dio del fiume d'Argo; il qual uccello s'allegra dell'acqua, e d'Inachide si prova perchè si sa per la storia d'Erodoto, che i sacerdoti egizi erano soliti mangiar carne d'oca: e quivi con gran superstizione s'adorava Iside, che fu tenuta poi Diana: in oltre l'oca più astuta del cane (come disse colui) facilissimamente conturba molto il silenzio della notte, alla quale diceano Diana essere soprastante: e il demonio forse prese i piedi di quell'uccello a dinotare che così come quello è uccello vigilante, e quando le bisogna essere intenta a far la guardia, è senza sonno; così doversi ancora essere sollecito all'andare a quel giuoco, e quivi consumare tutta la notte dandosi buon tempo; ovvero perchè si dicesse, che una certa parte di quell'uccello incita le donne a lussuria ... Potè similmente essere indizio di qualche amore più occulto e più crudele, trovandosi scritto l'oche aver desiderato con libidine altri fuor della loro spezie ... Dove io credo che Plinio errasse, perocchè Teofrasto nel suo libro degli amori dice, che il fanciullo si chiama per nome Anfiloco e non Oleno, ma Olenio era il nome della patria, nè quello è al tutto inconveniente, imperocchè i piedi dell'oca sono già stati avuti nelle delizie dei conviti, e per questo forse si può dire aver voluto dinotare che le vivande scelte della mensa di Diana eran da essere preposte non pure all'altre, ma ancora a quelle della mensa del sole d'Etiopia, dove non si legge che vi fusseno usati i piè dell'oca, i quali forse per paura Messalino Cotta infino a qui non gli ha messi in uso ... Queste cose mi piaceno più che dire che l'oche abbiano a essere celebrate con nome di sapienza; per aver conversato ancora con Lachide filosofo nei bagni; perch'io crederò piuttosto che questa sorte di domestichezza sia simile a quella d'Aiace Locrense col dragone, e non fusse difforme da quella voce famigliare che Socrate sentiva sonarsi negli orecchi, ovvero da quella che pronosticava ad Agamennone e Menelao, e a Priamo, secondo che si legge nel poema intitolato delle pietre, che è attribuito ad Orfeo, nè è al tutto fuor di ragione il credere, che quei piedi voglino significar la prestezza del cammino, con la qual siano portate al giuoco, conciossiachè noi non leggiamo alcun altro uccello mai aver fatto tanto viaggio con i suoi piedi, quanto l'oche, che, come dice Plinio, vennero già da' Morini insino a Roma a piedi ... Che bisogna che tu ti maravigli, avendo letto appresso di Plinio che l'anima d'Ermolino Clazomenio andava vagando fuor del corpo, e quella figura di corvo che era solita partirsi dalla bocca d'Aristeo Proconesio, la quale dicevano essere la sua anima, non era veduta da tutti gli uomini, ma da qualcuno, e molto meno ancora ti maraviglieresti, se tu sapessi quel che fu detto da Aristotile, e confermato da altri di quell'uomo tasio ... Dicono essere stata vista da lui medesimo l'anima sua mentre che moriva stargli innanzi, la quale non viddeno gli altri uomini ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 12)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Certo sì, che cotesto è verissimo: ma tu, o buona Strega, perchè non ti trovavi tu ancora l'altre notti nelle danze di Diana, ovvero della Erodiade, o di quella che tu chiami la Signora? o, per parlare più chiaro, perchè non ti ritrovavi tu, ovvero non pareva di ritrovarte in questa illusione del demonio l'altre notti? perchè io so certo, secondo la fede nostra, Diana non essere dea, nè la Erodiade, nè anco gli spiriti immondi essere signori dell'uomo ... Imperocchè per ingannare anco le donnicciole, le tien legate più forte, trovando nomi di luoghi magnifici: perciocchè non si può concedere che in spazio d'una mezz'ora un corpo umano d'Italia possa essere portato in Asia ... Ma quella tal bestialità, non sacra, ma sacrilega, non molto conveniente a giuoco, ma più tosto a morte crudele, forse che le conduce a qualche fiume vicino: benchè alcune dicono non essere portate all'acqua, ma a certe sommità di monti ... Perchè non può egli essere questo? FR ... Imperocchè ripugna alla natura del corpo umano l'essere portato con tal velocità, la qual natura sia insieme cagione di conservarlo e d'ammazzarlo ... Uomo scelleratissimo e peggiore di quanti siano già mai stati conosciuti, o da me, o da altri in questo mondo! Dandomi già costui nelle mani, io lo giudicai degno d'essere digradato e posto in mano della giustizia, la quale subito gli dette quel supplizio che meritava secondo le leggi ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 14)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Però che noi troviamo essere venute guerre, fame, pestilenza; appunto come erano state divinamente annunziate tanti anni prima ... Laonde quelli che fusseno stati senza fede, avesseno facilmente a sospettare tal cose essere fatte, o per sorte, o per destino, acciocchè fussino oppressi dalla grandezza della calamità, se per viva forza la fede non si mantenesse, risvegliata di nuovo in questa terra per tanti miracoli fatti dalla Vergine Madre di Dio, i quali siccome per loro stessi confermano la fede cristiana, così per accidente la corrobora ancora quello che confessano le streghe, per mezzo del quale conosciamo (per il gran numero de' testimonj, così a uomini come di donne) i demonj maligni essere nimici alla verità cristiana, la quale, quanto più si sforzano disperdere e offuscare, tanto più si viene ad innalzare e risplendere in tutti i modi ... Io certo stimo che elle siano in parte vere, cioè che l'essere loro sia qualcosa, ed in parte vane e senza fondamento nessuno; e massimamente quelle che son dette da qualcuni, della trasformazione de' buoi già mangiati, e poi risuscitati, distendendo la pelle riservata sopra l'ossa ... A te, Strega, parevati mai d'essere beffata dal tuo amatore? STR ... Oh, quando tu trovavi i danari essere spariti? ST ... Quando e' ti prometteva tante cose, e che fingeva essere guasto di te; che ti domandava egli? ST ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 16)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Se vorrà mantenere le sue promesse, non possono essere se non cose eccellenti ... Perchè cagione gli è permesso che lo commetta? Non pensiamo noi che divinamente sia dovuto essere, se divinamente sia stato vietato? DIC ... Non era egli meglio, che quello, che Dio aveva conosciuto essere per cascare in questa grandissima empietà, non fusse mai nato? DIC ... Pensi tu che a lui fusse stato meglio il non essere mai nato? DIC ... Per che conto adunque creò Dio con la sua somma bontà colui che conosceva essere dannato all'eterno tormento? DIC ... L'indotta moltitudine non cerca più oltre niente altro, ma gli uomini dotti e pieni d'animo pio, conoscono per cagione di così empie mercanzie, Giosef fatto re dell'Egitto, avere liberato dalla morte il padre, i fratelli; e tutta la famiglia; e di qui poi essere venuti molti e gran misterj celebrati da noi ... Tu mi hai cavato quello scroparello che mi molestava: dichiara al presente s'egli s'ha a mettere fra le cose vere quella che abbiamo udito, seguitando quel che ne veniva, e mostrando questo giuoco essere storia, e non cosa finta e fabulosa, come promettesti di fare ... No, perchè quella samosatena è mera fabula, e nondimeno ella va attorno sotto nome di vera narrazione; ma sono anco molte cose così incerte, così doppie e varie in voce degli uomini, che paiono essere poco differenti dalla favola ... Perchè siccome infra le tenebre delle favole, qualche volta riluce qualcosa di vero, così fra le narrazioni delle storie, che hanno infra di loro repugnanza, ne troverai forse una di vera: l'altre vacillando con falsità, sono da essere poste fra le favole ... Io vi potrei rimettere a' libri, che trattano di questa cosa, composti con gran diligenza; ma ancora che questo fusse grato a Fronimo, che mostra per la disputa che ha fatta d'essere pratico in ogni sorte di scrittori, nondimeno non satisfarebbe ad Apistio, che pare che abbia attinte molte di quelle lettere che son più pulite, e che contraddica a tutti quei libri, che non sono eleganti e puliti ... Io sarò da essere messo nel numero di loro? che son certo così aver fatto Giovan Crisostomo, ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 17)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... E prima è cosa assai manifesta, che chi negasse che i demonj non fusseno, sarebbe da essere scacciato dalla Chiesa cattolica come ripugnante in molti modi alla scrittura sacra, e principalmente allo stesso Evangelio ... Chi lo negasse sarebbe anco da essere scacciato dall'Accademia e dal Liceo, facendosi appresso di Platone, e di tutti i platonici, assai menzione de' demonj ... Il perchè disseno alcuni, che questo giuoco era una nuova spezie d'eresia, diversa da quella antica superstizione; altri che ella era al tutto la medesima, ma che quivi si davano solamente le querele, e determinavasi il castigo a quelli che credessino Diana, ovvero Erodiade essere Dea, e che il corpo umano si trasformi in vari corpi di animali, come quel de' demonj, e quelle che affermasseno potersi discernere quel ratto, quel furore della mente, mentre che si fa: talchè si possa conoscere in questo, e benissimo comprendere, se 'l corpo vada dove ascende la mente; conciossiacosachè san Paolo dica di non saperlo; ma quando queste tali streghe son portate col corpo, non son rapite con l'animo, e se fusseno rapite, la natura del ratto verrebbe a essere diversa, venendo da diverso principio, e son portate volendo e vegghiando a balli, a conviti, e a notturni piaceri d'amore ... Se noi consideriamo che nelle antiche superstizioni de' demonj si trova il circolo, l'unguento, l'incantamento, l'andare per aria i corpi umani, le vivande apparecchiate, gli amorosi congiungimenti sotto spezie d'uomini e di donne, che ci resta che noi non giudichiamo essere uno antichissimo commerzio degli scellerati e maladetti spiriti con gli uomini dannati? E che si trovino alcune cose in questo spettacolo de' demonj (che ora è dato alla maggior parte), le quali anticamente non si leggono essere state fatte, n'ho anche assegnate le cagioni riferite veramente nelle mutabili e varie astuzie del demonio maligno, e invidioso degli uomini, il quale in diversi tempi, con il mezzo di diversi uomini, e con varie lusinghe, tirasse gli uomini in precipizio ... Penso che talora siano portate col corpo, e talora credo che possino così facilmente essere ingannate, che avendo mal disposta la potenza imaginativa, paia loro di essere portate di là dal monte Gargano, e di là dal risonante Ascanio, e di là dal Caucaso, per l'arme delle Amazzone famoso, con penne ancora simili a quelle di Dedalo pensino volare, come si fa in sogno, ma non sono sottoposte alle ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 18)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Ier l'altro, o Dicaste, avvertii questo Apistio, che non sprezzi come cosa incredibile quello che tutti gli uomini, o la maggior parte, hanno per probabile; ed è sentenza di Aristotile, che quello che è detto da tutti, non può essere in tutto falso: dalla quale persuaso Tomasso d'Aquino, annoverato fra santi per la sua pietà e per la sua scienza fra i dottori eccellentissimi, si pensò nel secondo comento, massimamente sopra le sentenze teologiche, che gli incubi e i succubi fusseno demonj, per essere stati di questo parere molti uomini eccellenti; sì che non avere, Apistio, per cosa abominevole quello che è accettato per cosa tanto famosa, e per il consenso di tanti litterati ... Come sai tu di essere stata levata per aria con esso il corpo? ST ... Così dicono avere risposto per una voce quanti altri mai sono stati esaminati da altri inquisitori, benchè sappiano questa non essere la cagione donde abbiano aver martoro, ed essere punite, ma solo per avere rinnegata la fede che avevano promessa ... Ed avvenga che la cagione d'essere stato in tal guisa punito la dia all'avere egli divulgato il peccato, nondimeno dimostra innanzi, che tutti quelli che cercavano d'aver a fare con gli Dei, capitavano male ... Dubiti tu forse che siano fatti di niente? Conciossiacosachè anco nel sacro Genesi narrato da Mosè, in un certo luogo facendosi menzione de' figliuoli e delle figliuole di Dio, e degli uomini, pensando alcuni che voglia intendere simili congiungimenti, vogliono che si riferisca alla progenie giusta ed alla ingiusta; ma non si ha da stimare, che sia così, se si dica alcuni esser figliuoli di Giove e di Apolline, che questi siano tenuti essere nati del seme de' demonj, chè essi non l'hanno, ma figliuoli ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 19)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Così difenderebbeno ancora essere stato il nascimento d'Enea in Asia, e quel d'Achille in Grecia, i quali furono famosi al tempo degli eroi ... E così parimente essere ingravidita Olimpia regina in Macedonia, ed in Italia la madre d'Africano maggiore ... In Grecia era già cosa tanto pubblica, che i cattivi credevano essere cosa lecita e concessa ... Appresso de' Celti già si teneva (come dice Aristotile) che non fusse peccato alcuno, ma sì come si crede che per benefizio della legge cristiana poi fusse estinto, così massimamente crebbe e prese vigore appresso de' Persiani, sì per la sceleranza già antica, come per essere lontani alla legge cristiana ... Laonde il demonio maligno (non tanto per dilettare le donne inclinate alla lussuria stimulando la natura all'ingravidare) usava con loro: ma ritrovò ancora quella contra natura sporca, abominevole, promettendo premj a quelli che ne erano pazienti, a chi l'eternità, come a Ganimede, il quale dagli antichi vani fu misso in cielo, cosa non manco impia che sfacciata, ed a chi l'arte dell'indovinare, come a Branco pastore, a cui favoleggiavano essere stato spirato il vaticinio da Apolline ... Non credi tu che quando si mostrava di essere Giove promettesse regni e tesori? quando si fingeva Mercurio, la eloquenza e tutte le arti? e quando Pallade, la sapienza e l'arte militare, il quale egli già sempre se l'avea cavato d'attorno sotto la forma di Venere? Che sorte di delizie pensi tu che gli avesse promesse? con che biacca, e con che purpura credi tu s'avesse tinte le gote e le labbra? pensi che dovesse mostrare una veste di color cangiante, gli occhi vaghi e lascivi, e parole attrattive? Potrai sapere da Atanasio con che modi tentasse il demonio santo Antonio, imperocchè egli scrisse la vita, e l'azioni sue ... Io ho conosciuto un uomo che esercitava a piedi l'arte del soldo, il quale m'affermò più d'una volta d'avere auto a fare con un demonio, che si credeva essere donna di carne, e narrava l'uomo poco astuto la cosa essere ita così: cioè che sendo in Toscana ed andando a Pisa per faccende, avendo passato un certo Castello, che è in quel di Pisa, dove avea perduto a giuoco tutti i denari che aveva, andava via bestemmiando quanto poteva ... Finita la faccenda, il valente uomo si venne manco, e stette sei ore in terra tramortito, dove che trovato da compagni (che erano assai a drieto per la medesima via) fu portato alla città, e quivi ebbe male sei mesi: si pelò tutto, e dicono che avea le calze arsicciate, non altrimenti che se 'l fuoco le avesse avvampate per di fuora, e ricordossi poi d'essere stato molestato da lei che non tenesse in mano una asta che aveva il ferro a guisa di croce, promettendogli darneli una più bella ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 20)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... nell'isola di Cicilia? perchè fece Empedocle il viaggio aereo a guisa d'uccello? per che conto usò Abari il dardo d'Apolline di velocità simile al vento, andando dagli Iperborei a visitare Pittagora? che significa quella voce che ammoniva Socrate, non lo sforzava? e che anco il genio familiare di Plotino? e che l'oca familiare di Lacide filosofo? Benchè così come pochi filosofi a comparazione degli altri uomini, così assai uomini e più spesso spingeva nella libidine, che non commovesse a gloria vana; nè gli molestava di fuora solamente, ma bene spesso di drento; che se tu pensassi essere di poca importanza, che il demonio affrontasse il senso di drento, ovvero gli occhi sotto imagine di Venere lascivamente, domandane Girolamo, che ti dirà sinceramente quel che patirno quei santi, de' quali ha scritte le vite e gesti: e scrisse ancora ciò che avea sofferito egli, mostrando apertissimamente che nella carne poco meno che morta vi bolliva solamente il grande incendio della lussuria ... Noi non sappiamo già così bene s'ella si scoprisse a Girolamo, o se pure gli lavorava drento; io penso che tu sappi che dagli antichissimi autori gentili Venere suole essere detta entrare negli occhi di fuora e di dentro ... Così puoi vedere negli inni d'Orfeo, Venere essere chiamata visibile e invisibile, e quegli amori parimente, che son detti venire da lei, impiagare le anime con saette intellettuali ... Laonde cantò Orfeo in un altro inno dedicato a lei, che ella appariva e che non appariva in quelle parole interpretate così, cioè visibile e invisibile, e in un altro, ove dice: I quali certamente saettano l'anime con saette intellettuali, acciocchè mostrasse l'anime essere ferite con saette intelligibili ... Ma per che cagione un altro demonio è detto aver la protezione di Platone, di Zenone, ovvero di Diogene, e un altro è osservato aver quella di Plotino? Certo per ingannare; imperocchè non è da credere a coloro, che hanno detto essere varie le nature de' demoni, tenendo che altri si dilettino di cose civili, altri di rusticane, e alcuni parimente essere terrestri, alcuni marini ... Conciossiacosachè egli dica le carni essere poste dai magistrati di notte in un prato sotto alla città, acciocchè si mangino, e questi del paese dicono che sono date dalla terra di dì, e Solino narra che la mensa abondantemente sempre ripiena di vivande, delle quali mangi ognuno indifferentemente, è posta in luogo dove i malfattori sono legati con l'oro ... Ma Pomponio non dice nulla s'elle siano sotto alla città, ovvero in una carcere; ma solamente essere affermato da lui che le vivande vi rinascono divinamente, e benchè non convenghino infra di loro al tutto, questo nondimeno è concesso da tutti senza controversia che il convito si faccia al sole con ordine e modo maraviglioso; la qual cosa conviene con questo convito di Diana, sorella (come dicevano) di Febo, che è detto anco Sole ... Non dico cosa finta: domandane il grandissimo Tirio, anzi i suoi libri, che ti mostrerà la mensa del fortissimo Achille essere stata nota in circa mille anni innanzi al tempo suo: simile a quelle, dove dicono essersi ritrovate le streghe ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 21)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... libro di questo autore, l'ho io appresso di me e greco e latino, nel quale è scritto: Nell'isola del mare Eusino essere il tempio d'Achille, che quivi più volte è stato visto, e ha menato al convito gli uomini che vi sono capitati, e quivi si son veduti Patroclo, Tetide, ed altri demonj ... E per usare le parole che dice Porfirio: un coro di demonj; per lasciare ire che egli abbia scritto, essere solito vedersi Ettore in Ilione, ed avere veduto egli i Dioscuri dare aiuto a navi che pericolavano, e queste cose non appartengono al convito delle fantasime ... Laonde stimando alla Madre non potere essere dono alcuno più grato che il corpo consecrato dell'Unigenito Figliuolo, s'accosta al tribunale per adorare, e inginocchiatosele a' piedi, si leva dal collo la bossola, e mettegliela in grembo, e subito il tribunale, e l'imagine di colei che vi era su, sparì via insieme con la moltitudine di coloro che facevano i giuochi, e i conviti apparecchiati, e non comparse mai più nulla in luogo niuno, nè rivide anco più il compagno che l'aveva guidato a vedere queste cose ... Dichiarinti ora i teologi tal cosa essere potuta farsi dal demonio, affermandosi essi che la natura corporea, in quanto appartiene al moto, per il quale è trasferita la stessa cosa da luogo a luogo, ubbidisce alle voglie delle sustanze separate dalla materia ... Io ho udito una cosa miracolosa, la quale non può essere offuscata dalle tenebre della notte, nè si può dire che sia sogno, nè che sia cosa non fatta mai, o per paura forzatamente confessata ne' processi, e nelle inquisizioni ... E vedi che Cristo ancora, vivendo in carne, scacciava i demonj, e permise nondimeno di essere tentato dal demonio, e di essere portato sopra l'altezza del tempio, e poi sopra la cima del monte ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 22)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Laonde, se i demonj fanno cosa alcuna tale, son detti quasi mutare la forma superficiale delle cose, che son create da un solo e vero Dio, acciocchè paiano per quella mutazione essere ciò che non sono, e riferisce al tutto ogni cosa, o nello spirito imaginario, o nel demone che suppone una cosa per un'altra ... Imperocchè stima Agostino che lo spirito imaginario dell'uomo, come che egli avesse presa effigie corporea di qualche animale, appaia così essere egli a' sensi degli altri uomini; e così anco pare l'uomo di essere a sè stesso, e così giudica, che i gesti di quelli asini, e le cose fatte sotto spezie di cavallo che porti la soma, e le dispute di filosofo che discorra le cose di Platone senza corpo, e 'l negozio mutabile e vario de' lupi d'Arcadia, ed i versi d'Ulisse, che trasformano i compagni d'Ulisse, debbino attribuirsi allo spirito imaginario, al quale così paia, e la cerva essere sopposta e messa dal demonio in cambio d'Ifigenia, e gli uccelli in cambio de' compagni di Diomede ... Perchè si sa di concordia comune de' teologi, che il senso dell'uomo, e lo spirito imaginario è sottoposto alla potenza del demonio per sua natura; per essere sustanza più bassa che non è quella, e separata da ogni materia e da ogni mole corporea ... Così ingannava la vista degli altri il velo dell'imagine di quell'uomo, che in Salamina di Cipri pareva un asino, e non quella della donna maga, per il medicamento della quale si sentiva turbare l'animo, e circondarsi dalla forma asinina, sotto la quale stette tre anni a portare legne in cambio di giumente: dove che poi aiutato dalla prudenza de' mercatanti genovesi, i quali accorgendosi che questo asino s'inginocchiava agli usci delle chiese per adorare, giudicarono non essere bestia, e procurarno di liberarlo da quel malefizio, e fare punire la donna incantatrice ... Ma il corpo ancora può essere portato per vari luoghi (come noi abbiamo detto), talchè ne segue, che chi non esamina queste cose distintamente, facilmente s'inganni, mentre che con dritto occhio non avvertiscono, e non considerano le scritture, e non discernono quanta differenza sia fra quello che è creato, e quel ch'esce dalla natura di qual cosa, quel che si fa del tutto, quel che si fa della parte, quel che è simile al vero, quel che mostra la sua, e quel che mostra la imagine d'altri ... Perocchè, se non ti basta, Apistio, questa disputa, non so veramente ciò che abbia a bastarti, conciossiacosachè tu abbi potuto comprendere e per l'antiquità, e per le cose fatte a' nostri tempi, questo giuoco non essere una favola vana, ma in essenza antiquissimo, e nella maggior parte delle cose nuovo, mutato poi secondo che è piaciuto al demonio ... Ma perchè io ti veggio essere male agevolmente andato con l'animo in diverse regioni d'Italia, di Sicilia, di là dal mare Ionio, di là dall'Eusino, e ove non t'ho io menato con le parole mie? ora in Africa, ora in Asia, ed a' monti Iperborei, ritorneremo noi omai insieme a casa ...
La trovatella di Milano (pagina 4)
di Carolina Invernizio (estratti)

... Quel giovinotto poteva essere un birbante inseguito dalle guardie ... —Ebbene, siccome qualche cosa mi dice che quel signor Gabriele lo vedremo ancora, così ci penserò io a restituirglieli: deve essere un furbo colui, ma troverà pane per i suoi denti ... Ella si recò agli appuntamenti nella casa designatele, in un quartierino ammobigliato, che Diego aveva preso in affitto per lei, dicendole essere costretto ad agire così, fino a quando avrebbe ottenuto da suo padre il consenso al suo matrimonio ... Maria non aveva alcun sospetto dell'inganno di cui stava per essere vittima ...
La trovatella di Milano (pagina 5)
di Carolina Invernizio (estratti)

... Adriana a quella voce balzò in piedi confusa, arrossita di essere sorpresa in quello smarrimento ... —Il tuo desiderio—rispose—può essere appagato ... —Fra pochi giorni dobbiamo essere uniti ed egli ha rinunziato per me ad una fanciulla ricchissima, che non amava ... —Che m'importava saperlo, dal momento che ero sicura del cuore di Gabriele? —Ah! sì tenetevelo caro il suo cuore—replicò la contessina con tale inflessione di voce, che fece trasalire la guantaia—soltanto pregate il vostro sposo di essere più prudente e non parlare con tanta leggerezza di voi cogli amici ...
La vita comincia domani (pagina 9)
di Guido da Verona (estratti)

... — Anzi, — egli rispose, — parlarti mi fa bene, un bene infinito, Novella, se tu puoi essere sincera con me ... E lo dovresti essere, perchè nessuno ... Egli scosse il capo, e seguitò: — L'amore non è tale se non quando giunge ad essere un'infinita bontà ... Ho invece un altro sogno: quello d'aiutarti ad essere felice, se lo posso ancora, e dirti che non mi devi temere affatto, nè ora nè dopo, e lasciarti la sicurezza che tu non mi hai fatto alcun male, anzi sei stata nel mondo la mia sola felicità ... » — allora non rispondere nulla, perchè gelosa può essere soltanto la carne ...
La vita comincia domani (pagina 15)
di Guido da Verona (estratti)

... — Ma vi può essere, — egli rispose, premendo col palmo su le radici de' suoi capelli scintillanti, — vi può essere un'altra cosa che tu non sai ... ma è una sola: Non essere tua ... Ecco, ti rispondo: Essere tua fin dove tu voglia, e come e fin quando a te piaccia ...
La vita comincia domani (pagina 17)
di Guido da Verona (estratti)

... Gli pareva d'essere accanto ad un altro malato, ad uno dei tanti che aveva ritolti alla morte o vegliati nelle agonie; gli sembrava quasi d'essere l'artefice davanti all'opera, e di doverla compiere con quella tranquillità di spirito che pareva separarsi dal suo cuore d'uomo; gli sembrava di non esser altro che una macchina, attenta e paziente ... Se ne tornò indietro solo, un po' triste, mentre gli pareva che qualcosa dell'antica lor fratellanza fosse andato in fumo, poichè per tutti i sentimenti, per l'amicizia come per l'amore, non bisogna essere che in due ...
La vita comincia domani (pagina 23)
di Guido da Verona (estratti)

... — Basta, basta! Poi entrambi sussultarono, avvertendo rumore da una camera vicina, che poteva essere quella del malato ... — E allora? — Sento la distanza insormontabile che ci divide, sento che siamo ridotti ad essere due semplici automi l'uno di fronte all'altro, e che parole, fra noi, non ci devon più essere ... Ma c'è qualcosa nel mondo che può essere dolce ad un uomo, e questo è la certezza di aver amato un altr'uomo con tanta purezza d'affetto, che per quanto egli ti faccia male, per quanto il destino te lo avventi contro come un inconciliabile nemico, tu non lo possa veramente nè interamente odiare mai ...
La vita comincia domani (pagina 34)
di Guido da Verona (estratti)

... Ma quel bacio era per rassicurarla, per proteggerla, ed egli cercava d'essere immemore, onde il suo bacio non rasentasse la colpa ... Entrambi si sentiron così lievi, da credere che la lor materia purificata salisse come fumo, così lievi, da perdere fin la memoria di sè, ma non la memoria d'essere in quel volo congiunti e non la certezza dell'amore che li portava, come liberi spiriti, nell'apoteosi del cielo roteante ... Non sapeva d'essere precisamente una donna liberata, padrona di offrirsi con pienezza, con veemenza all'amore, ma le pareva che un'altra sua simile, una sua sorella interiore, avesse già cominciato a vivere in un'atmosfera inebbriante, a spaziare in una libertà senza confini, e di lei sentiva battere il cuore gaudioso nel viluppo del suo cuore atterrito ... Insieme la incolpava d'essere così bella, per lui così bella, da rimaner femmina ed amante anche in quell'ora nefanda, così bella da far sì che il profumo della sua carne viva soverchiasse l'odore nauseabondo del cadavere, l'odore immaginario, che ad intervalli credeva di sentir effondersi nell'aria contaminata ...
La vita comincia domani (pagina 63)
di Guido da Verona (estratti)

... Ella pure, d'un tratto, si staccò dalla finestra, chiudendosi con i palmi gli orecchi, perchè quegli urli troppo la ferivano, troppo la battevano, e le pareva d'essere assalita insieme con lui dal furore della piazza ... — Nulla di strano: essere alla mia Clinica per le nove e mezzo, come faccio ogni giorno ... Comincia per me in questo momento una di quelle tragiche avventure nelle quali un uomo ha bisogno di tutte le sue forze per affrontare la vigliaccheria degli altri e decidere se debba rimanere un padrone od essere un vinto ... Non mi disarmare, ti supplico, non aver paura; poichè devi essere tu, anzi, la mia compagna ... E non essere tu la catena! Dicendo quest'ultima frase, la respinse con un atto quasi violento, come se per un attimo l'avesse odiata ... Quel senso eroico della vita che dorme nel cuore di tutti gli uomini audaci si ridestava in lui d'improvviso e cantava nel suo spirito come una fanfara; gli pareva d'essere un soldato sopra il terreno di combattimento, e, più che un soldato, l'alfiere della ...
La vita comincia domani (pagina 67)
di Guido da Verona (estratti)

... Le pareva che ogni colpo di zappa la colpisse nella sua medesima carne, ma insieme colpisse anche un altro essere, ch'era lontano, e si trovava solo contro una immensa guerra, nella quale, per quanto forte, non le pareva che egli potesse trionfare ... Gli scavatori celiavano senza curarsi di lei: nella terra umida e rovesciata entrava brillando il sole; ed ella se ne stava in disparte, con il capo raccolto fra le spalle un po' inquiete; quasi cullando in sè stessa un'assurda speranza, e cioè che non si ritrovasse più nulla, che già i vermi avessero divorato la spoglia, il feretro, e dispersa nel lor viscido brulicame la prova di quella colpevolezza ch'ella sentiva essere, ahimè, troppo certa! ... Entrò rapidamente, senza lasciare il tempo d'essere annunziato ... — Fra pochi giorni tornerò ad essere l'uomo di prima ...
La vita comincia domani (pagina 73)
di Guido da Verona (estratti)

... Non si ricordava quasi più d'essere madre; in lei traboccava il riso dell'amante felice; il suo corpo, le sue parole, i suoi gesti erano più voluttuosi che mai ... La sua propria gioia era così obliosa che nemmeno le concedeva di accorgersi del dolore; poichè gli uomini riescono difficilmente ad essere così attenti o così distratti come può essere una donna ...
Le femmine puntigliose (pagina 18)
di Carlo Goldoni (estratti)

... ROSAURA Conte Ottavio, giacché voi mostrate essere penetrato dalla mia umiliazione, impetratemi voi da queste dame la grazia di poter parlare, assicurandole, che non eccederà il mio discorso il periodo di pochi minuti; che alla porta di questo palazzo vi è il carrozzino, che mi attende per ritornare alla patria mia, e che non venendo io per trattenermi in conversazione, ma per dar loro una ben giusta soddisfazione, posso essere ascoltata, senza offendere le leggi rigorose delle loro adunanze ... Confesso aver io estese troppo le mire, allorché mi sono lusingata di poter essere ammessa alla loro conversazione, ma spero sarò compatita allora che farò noti i motivi, dai quali è derivata in me una tale lusinga ... Primieramente è rimarcabile essere io allevata in un luogo, ove per ragion del commercio non vi è certa rigorosa distinzione degli ordini, ma tutte le persone oneste e civili si trattano a vicenda, e si conversano senza riserve; onde non è temerità l'aver io sperato, con qualche maggior difficoltà poter essere ammessa fra le dame di questa città ... ELEONORA Conte, in via d'onore, da Cavaliere qual siete, e sotto pena di essere dichiarato mendace se non dite la verità, narrate voi la cosa com'è ...
Le smanie per la villeggiatura (pagina 4)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Sarebbe una villania portare la polverina di tela; vuol essere di seta, e col capuccietto ... GIACINTA Mi pare di essere delle più discrete ... GIACINTA E può anche essere, che ciò succeda ... GIACINTA Anzi per lo contrario, prevedendo, ch'ei possa un giorno essere mio marito, vo' avvezzarlo per tempo a non esser geloso, a non esser soffistico, a non privarmi dell'onesta mia libertà ... GIACINTA Io non so quanto l'ami; ma so, che l'amo più di quello, ch'io abbia amato nessuno; e non avrei difficoltà a sposarlo, ma non a costo di essere tormentata ... GIACINTA Perché, se è lecito? LEONARDO Perché non le vorrei essere di disturbo ...
Le smanie per la villeggiatura (pagina 6)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Può essere, che la partenza si differisca ... VITTORIA E la signora Giacinta va questa sera? LEONARDO Può essere, ch'ella pure non vada ... FERDINANDO Oh, cospetto di bacco! Quando partirete? Domani? LEONARDO Non so, può essere che differisca, per qualche giorno, e può anche essere, che per quest'anno i miei interessi m'impediscano di villeggiare ...
Le smanie per la villeggiatura (pagina 9)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Già son sicura, che gli passerà, son sicura, che tornerà, che conoscerà non essere questa una cosa da prendere con tanto caldo ... E se mi vuol bene davvero, com'egli dice, imparerà a regolarsi per l'avvenire con più discrezione, ché non sono nata una schiava, e non voglio essere schiava ... Venendo ella a quest'ora, qualche cosa ci avrebbe a essere ... Io non so di che viva, dovrei essere come uno stecco ... VITTORIA In materia di mode poi, credo di essere stata sempre io delle prime ...
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 7)
di Giulio Cesare Croce (estratti)

... BERTOLDO Ogni cosa può essere, ma duro gran fatica a crederlo ... Allora il Re conobbe che costui era astuto sopra gli altri astuti ed ebbe caro simil piacevolezza; pur, mostrando d'essere alquanto alterato, gli disse: RE Chi t'ha insegnato, villan ribaldo, d'entrar nelle case a questa foggia? BERTOLDO Il gambaro ... Inteso ciò dal capitano, subito gli fece slegare, e parendogli essere bestie da fazzione, per avere tanti piedi e tante braccia, gli accettò e subito gli fece passar la panca ...
Libro proibito (pagina 2)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... Come vedi, la mia morale è ammorbata nella radice; pensa tu quali potranno essere l'albero ed i frutti ... Nemmen su questo ci può essere accordo fra noi ... Ti ho detto schiettamente come io la pensi in tale materia; a te, ora, l'imaginare quali possano essere i miei giudizî sull'arte che oggidì si va perpetrando in Italia ... Vorrai tu essere tanto iniquo da attentare alla loro pace ed al loro benessere? Leggere un libro proibito è una cattiva azione; ma diffonderlo gratuitamente, prestarlo a chi mai non si permetterebbe di leggerlo se ciò avesse a costargli la spesa di un quattrino, sarebbe veramente un obbrobrio ...
Libro proibito (pagina 8)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... Victor Hugo, nel suo splendido discorso recitato a Parigi in commemorazione di Voltaire, espresse presso a poco il medesimo concetto con queste parole: «Il diritto ora ha trovato la sua formola: la forza vien chiamata violenza e comincia ad essere giudicata; la guerra è messa in stato di accusa ... I popoli cominciano a comprendere che la grandiosità di un delitto non può essere una attenuante; rubare è un vitupero; invadere non può essere una gloria… No! la gloria sanguinosa non esiste!» [14] La fecondità musicale dell'Italia è dimostrata dal copioso elenco delle nuove opere che vien pubblicato ogni anno dalla Gazzetta musicale ... Se han mangiato, debbon essere satolli; mentre questi altri che sono ancora a digiuno… ... Si può essere teste da rapani e far dei libri raccomandabili come testi di lingua ...
Marocco (pagina 23)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Si dicono cose ammirabili del grande amore che nutre l’arabo per il cavallo, l’animale prediletto del profeta; si dice che lo considera come un essere sacro; che ogni mattina, al levar del sole, gli mette la mano destra sulla testa, mormorando: bismillah! (nel nome di Dio!) e si bacia poi la mano, che crede santificata da quel contatto; che gli prodiga ogni sorta di cure e di carezze ... Mi pare ancor di sentire il comandante esclamare:—Ma in questo paese tutto è gigantesco, formidabile, miracoloso!—Ed osservava con ragione che il ragno che aveva fatto quella tela doveva essere almeno grosso quanto un cavallo ... Pareva di essere dentro a una grande aiuola di giardino ...
Nel sogno (pagina 5)
di era (estratti)

... Le sembrava, a volte, di aver vissuto in quella terra fatale di Galilea, di aver udita la voce di Gesù, di averne seguito i passi, di essere stata sotto la croce a beverne il sangue, e per l'amore di Lui essere risorta a questa nuova vita di intera purezza, di luce imperitura ... Alcune parole, alcune frasi dei libri sacri la trasportavano in un delirio di ammirazione; per esempio, tutti i simboli relativi a Maria Vergine, che, dopo di essere stata paragonata all'aurora foriera del sole, venne ancora ravvisata nell'Arca dell'alleanza, fabbricata di legno incorruttibile, nel roveto di Mosè, che arde tutto e pure non si consuma, nella verga di Aronne, che lungi dall'insterilire mette fiori, nel vello di Gedeone, che solo rimane molle e coperto di rugiada mentre la terra intorno è bruciata; nell'orto chiuso, d'onde emanano profumi di paradiso, e nella rosa di Gerico, nel cedro del Libano, nel cipresso di Sionne, nella palma di Cades, nel pallido ulivo dei campi, nel leggiadro platano che costeggia i torrenti ... Non poteva neanche dire di essere felice: perchè la felicità per lei era lo stato naturale di tutti gli esseri viventi; ma tale intima sensazione la esprimeva nell'irradiamento di tutto il volto e in un crescendo di vitalità, per cui le accadeva di serrarsi stretta la sorella fra le braccia, quasi il suo cuore non fosse abbastanza grande per contenere tanta gioia ...
Piccolo mondo moderno (pagina 16)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Non han l'aria tutti questi fiori di aver saputo che non ci sono più i frati severi nè i loro asini ghiottoni, che non ci son più nè comandamenti nè precetti, e d'essere allora sgusciati fuori da quella corbeille, da quella vecchia vasca là in mezzo, di essersi dispersi per fare all'amore allegramente un po' dappertutto? Dica ... Si diverte a essere amato e ha paura di compromettersi, vorrebbe dire e non dire, farsi avanti e tirarsi indietro, non tanto avanti da metter sè in pericolo e non tanto indietro da offendere me ... Preso dal suo dramma, il giovane si era scordato di essere a Praglia ...
Piccolo mondo moderno (pagina 40)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... "Senta, Commendatore" proruppe il feroce spirito padovano "ieri un moderato marmotta mi diceva: "Se la va da petrolio a candeloto, meio el candeloto!" Bene, io non solamente sono anticlericale, ma non ho neppure, per mia disgrazia, la fede che ha Lei, questo mondo cane mi pare tanto sconfinato che non so capire come ve ne possa essere un altro; per vivere da galantuomo non mi sento alcun bisogno di preti; ma in verità di Dio quasi quasi, piuttosto che vedere in Municipio certi liberali, mi terrei questo povero mucchietto di sacrestanelli mezzo rabbiosi e mezzo tabaccosi!" Durante un discorso tanto eretico il povero Commendatore si era molto rannuvolato ... Questa impugnatura può essere l'amante, ma può essere anche la moglie, può essere la cuoca ...
Piccolo mondo moderno (pagina 54)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Subito venne in mente a Piero che forse il dottore, pensando essere tra sconosciuti, entrerebbe in argomento senza riguardi e fu per presentarlo a Jeanne o per rivolgerle la parola; ma poi non lo fece ... Aveva mutato posto, si era seduta nell'angolo di destra, con le spalle alla locomotiva, per la stessa ragione che le aveva consigliato di prolungare il suo viaggio fino a Venezia, per non essere veduta, possibilmente, quando egli, forse atteso da qualcuno, discenderebbe a sinistra ... E quando Piero le sedette accanto gli piegò la fronte sur una spalla, gli prese una mano, se la strinse al petto, dimenticando adesso, secondo la propria natura, ogni cautela, rispondendo alle prudenti rimostranze di lui con voce piena d'affanno e di lagrime: "Non importa, non importa, non abbandonarmi, non abbandonarmi, quanto male mi hai fatto, Dio, quanto male! Non senti che cosa diversa è, non senti che il tuo matrimonio, la tua unione non è, non ha mai potuto essere come quella di tuo padre e di tua madre, li amo tanto anch'io, sai, caro, i tuoi morti, tanto tanto, ma perchè devono desiderare la mia disperazione, non importa, non c'è nessuno, lasciami dire, perchè, perchè? Cosa ho fatto io a loro, povera creatura? È mia colpa se loro sono morti e se io sono una povera creatura viva che ti ama tanto, non ama che te, non pensa che te, non vive che di te, caro amore mio, amore amore amore? ... Jeanne obbedì sull'atto e Piero sentì di essere stato troppo aspro, n'ebbe rimorso ...
Ricordi di Parigi (pagina 33)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... —Si capisce che aveva la descrizione in capo, formulata prima d'essere fatta, e che se la sentiva sonar dentro cadenzata e misurata, come un'arietta a cui dovesse ancora trovare le parole ... Ma a lui non importa d'essere, amato ... Bisogna essere discussi, maltrattati, levati in alto dal bollore delle ire ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 2)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... Che peccato che tu non sia qui per il famoso festone, che deve essere di quelli di cui i giornali si interessano! Per certo avresti avuto anche tu una toeletta di rango francese, e così cammuffate, seguendo la moda della giornata, che esige vecchi balli risorti e rinnovati da un battesimo straniero, parole, biascicate in lingue d'oltre alpi e d'oltre mare, atti a l'americana e giù di lì, si avrebbe forse avuto tutte due il sommo piacere di essere giudicate signorine perfette e forse anche la gloria di leggere il nostro nome nei giornali con tanto di descrizione e di lode! Ma basta per oggi ... «Credo ch'egli sia dotato d'un certo fascino!—pensava Lucia—E il fascino ha da essere tutto ne' suoi occhi strani! Certi occhi grandi, di un colore fra il grigio e il verdastro, d'uno sguardo profondo, dolce e melanconico ad un tempo; certi occhi che non si potevano dimenticare ... «Come?… licenziare Adele, la sua antica bambinaia, che aveva conosciuto e voluto bene a la povera mamma!… una brava e onesta ragazza?… Licenziarla perchè amava ed era riamata? «Ma… zia—disse, balbettando un poco,—ti ho sentita ieri parlare dell'amore fra la signorina Cromi e il tenente Poggi e ti intenerivi come di cosa nobile e gentile! Zia Marta si dimenò su la seggiola mormorando: «quello è un altro par di maniche! Un altro par di maniche?… E perché?… La signorina Cromi avrebbe sposato il tenente Poggi, come Adele avrebbe sposato il cocchiere!… E se non era disonesto l'amore fra una signorina ed un ufficiale, non lo doveva neppure essere quello fra due bravi giovani che lavoravano per vivere ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 3)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... Le si strofinava intorno quasi a farle intendere che le voleva bene davvero; oh quanto! «Wise! buon Wise!… tu mi vuoi bene, lo so! e te ne voglio anch'io, sai, molto!… È così difficile essere voluti bene davvero!… così difficile!… così difficile! «Bub! bub! L'abbaiare finiva in un guaito, quasi in un gemito ... Che cosa importava a lei d'essere ricca, figlia unica, quasi un'ereditiera? ... «Come mai il signor Conte Anton Mario Del Pozzo passeggia a quest'ora da queste parti e perchè è andato verso la fabbrica, che deve essere chiusa? Entrò nel salotto, che la zia, finito di appisolare, già conversava con le sorelle Zolli, venute da un poco ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 6)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... Adesso potrò essere accettata in convento! ... E disse che quello era sempre stato il suo desiderio, dopo che le era morto il padre; e che dal giorno che anche il suo povero fratello era andato in Paradiso, essendo libera, s'era prefissa di lavorare giorno e notte a lo scopo di raggranellare i danari necessari per essere accettata come novizia ... La vista della sventura, staccava, per così dire, lo spirito di Lucia da sè medesima, per innalzarlo al di sopra delle cose terrene, nobilitato dal dolore! * * * «Cara Lena, Papà può essere contento della festa data in onore delle sue nozze d'argento con la fabbrica ... Zia Marta e le sorelle Zolli, tutte tre in velluto nero, con ornamenti argentei per essere d'accordo con la circostanza, facevano gli onori di casa ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 13)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... Ella aveva un contegno tale, senza essere nè seria nè impettita, che nessuno, neanche dei più arditi, avrebbe osato scherzare e ridere con lei, come facevano con le altre signorine ... Ma tutti sapevano di lei, che oltre ad essere bella era anche ricca, una ereditiera; cosa che faceva perdonare a la superbia e trovar naturale la posa ... Ma io mi chiedo: «Come andrà a finire tutto ciò?… Adesso sono a Parigi, e fanno vita larga; poi andranno a Londra, quindi a Berlino e in fine a Pietroburgo; dovunque, dove la bellezza della sposa possa essere ammirata, e invidiata la fortuna del marito ... Possibile che suo padre fosse acciecato a quel punto?… Lui che aveva fatto la sua fortuna a forza di onesta accortezza, di economia, di ordine?… Possibile che la passione, per quanta forte, gli facesse dimenticare i suoi doveri verso di lei, l'unica figliola, e verso la società della quale s'era meritato la stima?… che gli offuscasse nell'anima il sentimento della dignità, lo isolasse per così dire, da tutto e tutti assorbendolo completamente?… No; ciò non poteva essere; per quanto bella, per quanto affascinante, una donna non può staccare un gentiluomo da suoi più legittimi, più santi doveri!… La zia doveva per certo esagerare, povera donna! Chiuse ...
Sodoma e Gomorra (pagina 22)
di Docteur Jaf (estratti)

... Ecco la scuola della masturbazione per la donna, e le cause che bisogna evitare per non essere trascinati a questo vizio, che ha tanta nefasta influenza sul fisico e sul morale e che il più delle volte conduce precocemente alla morte ... Vizii Contro Natura Maschili 1º Pederastia—Sodomia nell'antichità Il dottor Arrufat dice essere probabile che i primi uomini abbiano lungo tempo vissuto una vita selvaggia, sparpagliati a caso, in piccoli gruppi erranti, ancora impegnati nell'animalità, impulsivi, incapaci di riflessione; il piacere di un istante percepito vagamente in un io embrionico faceva nondimeno vibrare tutto l'essere e l'assorbiva ... Tali sarebbero le leggi che avrebbero presieduto all'esordio del vizio contro natura nel mondo; esso ha dovuto essere praticato sin dai tempi più remoti, qualche scritto nei libri sacri indiani ne fa menzione, ma nulla di preciso circa i dettagli esiste fino alle relazioni della Bibbia ...
Sodoma e Gomorra (pagina 24)
di Docteur Jaf (estratti)

... Malgrado la depravazione che nasce da una tal disgustevole situazione per l'uomo, malgrado il piacere della concupiscenza che colora tutto agli occhi di quelli che lo praticano, non vi è prostituto maschio, che pari alla donna pubblica, non senta repulsione per l'uomo che lo paga, e da qui nasce necessariamente il bisogno di darsi ad un essere il quale non soltanto non pagherà, ma ancora riceverà dei doni da quello che avrà conquistato ... Sogna sempre visi dai timidi sguardi, ed ha un istinto eccezionale per indovinare l'uomo che crederà in lei, quello che sarà felice di essere sempre attaccato alla sua veste, in una parola che l'amerà ... Quando un essere ingenuo ed innocente si abbandona a questo amore impuro, è ben presto deviato, tolto all'affezione dei suoi, lascia gli amici e si darà all'amante ciecamente, con tutta la foga della sua giovinezza ... Ed è così che quest'essere avvilito e degradato andrà ad ingrassare il battaglione degli sfruttatori di donne, dei souteneurs ... I libertini che non vogliono mostrarsi in pubblico, trovano nelle case di tolleranza tutto quanto occorre loro per soddisfare i proprii gusti per strani che possano essere ...
Storia di un'anima (pagina 7)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... E il libro anzichè una stonatura, come temono i suoi amici, crediamo che possa essere un raggio di sole che ritorna e nel suo complesso un prezioso documento a tutti quelli che studieranno l'evoluzione del pensiero e del sentimento italiano in quel tumultuoso periodo che succede alle battaglie dell'indipendenza, quando l'entusiasmo che le ha compiute diventa il primo imbarazzo del vincitore ... Pareva che tutti, anche quelli che l'avevano incontrato una volta sola, affettassero un certo orgoglio d'essere al suo funerale, per dimostrare in qualche modo d'appartenergli ... Se oltre i trent'anni mi aspettassi l'ineffabile felicità che sogno! Consento ad amare poco la mia famiglia, ad essere misantropo, ad essere così scoraggiato, per apprezzare te doppiamente, o mio ideale, o mio unico segno, o mio completamento! Ti desidero, ti supplico, ti voglio! Quante volte oggi satanicamente ghignai alla canna del mio fucile, dicendo:—Dentro c'è la morte!—e guardandone la nera bocca, e invidiando la suprema voluttà della morte…, mi sorrideva a un tratto l'idea: Avrai pace, anima! Nel futuro avrai tante gioie a compensarti i dolori, gioie tranquille, pure, castissime… Sei brutto, corpo mio, ma sei buona, anima mia! Oh sì! sei buona, sei casta, sei amantissima! Voglio anche esser morto, quando la donna mia trovasse questo foglio! Certo non riderebbe! L'inattività, l'inutilità mi avviliscono, il deserto mi schiaccia… ... Fu una giornata piovosa, melanconica, di quelle in cui si desidera la quieta canterina, con un angiolo, con un bambino, con un focolare benedetto: tutto bigio e nebbioso dovrebb'essere al di fuori: cadute le foglie, infangate le stradicciuole, freddolosi i bimbi: tutto mesto, tutto morto, per far contrasto col di ...
Storia di un'anima (pagina 15)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Lidia, perdonami! Ma così contraffatto, e incerto come sono io, il mio carattere può essere riflessivo e paziente? E i miei nervi? Sera ... Questo amico che ha votato alla solitudine e allo studio gli anni più belli e più ardenti della sua giovinezza, colla sola gentile confidenza in Dio che un'anima di sorella ci poteva essere, la quale conoscesse le religioni del suo affetto e le febbri del suo povero ingegno, questo amico, qualunque sieno le circostanze della sua vita e della Vostra, vi ricorderà sempre ... È Dio che ha disposto che io debba essere a Lei un fratello, un consolatore ... si credette d'essere l'oggetto di tanta mia attenzione, e cominciò da quella sera a guardarmi ... Voi credete? Io ho avuto due sorelle, ma esse mi sono morte assai presto, bambine ancora: ma ancora le sento intorno a me, cresciute con me, pietose di me e le invoco, e le voglio, e ne bacio i biondi capegli, e le amo, e arrossisco di non essere nè bello nè gentile, ma le amo, tremando e inginocchiandomi, le amo! Ed esse mi dicono:—Siamo deboli, siamo fiori, siamo profumi, siamo memorie, siamo angioli! Siamo sorelle, siamo vergini!—Voi credete! Queste parole per me sono la più possente religione, quella che non si insegna dalle madri nelle nostre preghiere da fanciulli, quella che non ho trovato davanti agli altari della indulgenza, quella che non ho cercato alla scienza e quella che, vizioso e scettico e rachitico, il mondo irride ...
Storia di un'anima (pagina 24)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Oh questo mio studiolo dovrebbe per me essere un luogo di pace, di raccoglimento, un santuario di speranze: le mie belle armi, i mobili, la luce, il sole, il tuo ricordo… ... Che vuoi? Nella mia vita stupida, fredda, senza gioie e senza dolori, mi era parso una gloria l'essere vicino ad una vergine: pensando a te, Lidia, che non mi amavi! Mi pareva di non essere così brutto, o così sciocco, o così pedante, come sono! Perchè sarò incatenato alla tua memoria? perchè morire scettico e illuso per te? L'essere con una fanciulla, gentile ed elegante, in una chiesetta di montagna, il toccarle il piedino per darle la staffa, il ricever sorrisi e la frase:—Oh credevo che lei fosse serio serio!—l'offrirle fiori, confetti, erbe: il mangiare con lei coquettement sullo stesso vassoino un dolce, vedere un volto fresco, lieto, aperto, udir una voce giovane, capisci, Lidia, che sono cose che per me le dico tentazioni? Il tuo ricordo impallidiva ...
Storia di un'anima (pagina 37)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... —Ma dunque? non amavate l'anima?—Se gli occhi sono lo specchio dell'anima, come contemplerò io debitamente la vostra, or che ve ne manca uno? —Ah che scetticismo! —Che cattiveria!… Ma chi insegna a noi uomini ad essere così cattivi? Marchesa, prendo il cappello, per non essere obbligato a rispondere alla mia domanda ... All'indomani tutto sarà come prima, come un mese fa, come un anno fa: ognuno ripiglierà il suo posto: pare impossibile che possa essere altrimenti… ...
Storia di un'anima (pagina 47)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Sai, amica mia, e l'una e l'altra danno tante migliaia di trafitture di ghiacciuoli spietatissimi, sì che ci sarebbe da gridare, credendo di essere conci come pelli da crivello! * * * Alle dodici e mezza squilla la campanella del pranzo ... * * * Il terzo bagno non merita di essere nominato: e la cena si assomiglia al pranzo ... Amica, Devi sapere ch'io sono venuta ad Oropa coll'Albo da disegno e qualche libro, di quelli che, scritti in faccia alla natura, vogliono essere letti sotto l'immenso cielo, con una zolla d'erba a leggìo, con un fiore a segno, coll'auretta che ne volge le pagine, quasi profumando i pensieri ad esse consegnati ... Tanto io sto bene, che dimentico di essere stata male, nell'aria bevo a sorsate l'oblìo a me sì necessario, guardo su le cime del brullo Mucrone, con invidia, poi giù ancora contemplo il vastissimo piano ...