Libri donna

Libri su donna, con la parola donna

Confessioni di un Italiano (pagina 12)
di Ippolito Nievo (estratti)

... le mani di quella donna venerabile, e promettendomi in cuore di usare sovente della larghezza fattami di salire ad intrattenermi con lei, quando entrò la vera Contessa, quella delle chiavi, e diede un guizzo d'indignazione vedendomi nel salotto contro i suoi precisi ordinamenti ... Ma l'ultima di queste, nei primi anni di cui mi ricordo, era bambina affatto, minore di me d'alcuni anni, e la dormiva nella mia stessa camera colla donna dei ragazzi che si chiamava Faustina ... Peraltro la fanciulletta non si curava al pari di me delle altrui osservazioni, e seguitava a volermi bene, e cercava farsi servire da me nelle sue piccole occorrenze piuttostoché dalla Faustina o dalla Rosa, che era l'altra cameriera, o la donna di chiave che or si direbbe guardarobbiera ...
Confessioni di un Italiano (pagina 148)
di Ippolito Nievo (estratti)

... S'accontenti allora di portar impressi sul viso i segni d'uno schiaffo di donna ... Ma uno che amasse una donna, e si udisse profferta da lei questa nobile impresa, non dovrebbe anzi fare di più? ... Non dovrebbe adottare la patria di quella donna e ripudiare la propria vergognosamente colpevole d'un tanto misfatto? ... Egli corse colla mano alla spada ma si ravvide tosto vedendosi ritto coraggiosamente dinanzi il mio petto di donna: allora si precipitò fuori della stanza movendo intorno occhiate di furore e gesti di sfida ... Dormivano tutti, aveano comandato che nessuno entrasse, né uomo né donna né parente né amico ...
Confessioni di un Italiano (pagina 160)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Ricordati che sei donna! — Sia donna o uomo che importa? — rispose ella ad altissima voce ... — Bravo! brava! Ben detto! È un uomo! È una donna! Viva la Repubblica! Viva Bonaparte! ... Viva la donna forte! ... Era una vera repubblica, anzi un'anarchia di cervelli leggieri e svampati; per me non conosco essere che dica tante bestialità quanto una donna politica ...
Confessioni di un Italiano (pagina 178)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Le donne poi, oh le donne si somigliano tutte dall'Alpi al Lilibeo! Sono tagliate sul vero stampo della donna donna, non della donna automa, della donna aritmetica, e della donna uomo che si usano in Francia in Inghilterra in Germania ...
Confessioni di un Italiano (pagina 198)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Non v'è cane d'uomo così sozzo così spregevole e schifoso che lontano da ogni soccorso e caduto infermo non abbia trovato in qualche donna un pietoso e degnevole angelo custode ... Una donna perderà ogni sentimento d'onore di religione di pudore; dimenticherà i doveri più santi, gli affetti più dolci e naturali, ma non perderà mai l'istinto di pietà e di devozione ai patimenti del prossimo ... Se la donna non fosse intervenuta necessaria nella creazione come genitrice degli uomini, i nostri mali le nostre infermità l'avrebbero richiesta del pari necessariamente come consolatrice ... Da quando io le feci fare il viaggio da Roma ed Ancona, la trovai un po' appassitella; ma così senza confronti è ancora un'assai bella donna ...
Corbaccio (pagina 5)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Al quale io, cacciato via ogni rossore, rispuosi: – Il priego tuo mi strigne a dirti quello ch'io mai, fuori che a un fidato compagno, non dissi e a lei sola per alcuna mia lettera fe' palese; né di ciò, dove pure la tua libertà non me ne assicurasse, da te mi dovrei, più che da un altro, vergognare, né tu turbartene: per ciò che, come tu dalla nostra vita ti dipartisti, secondo che le ecclesiastiche leggi ne mostrano, quella ch'era stata tua donna non fu più tua donna, ma divenne liberamente sua; per che in niuno atto potresti con ragione dire che io mi fossi ingegnato di dovere alcuna tua cosa occupare ... Appresso, lei di così e di tanto buono senno naturale disse essere dotata quanta altra donna per avventura conosciuta già mai; e, oltre a ciò, eloquentissima, forse non meno che stato fosse qualunque ornato e pratico retorico, fu ancora; e, oltre a ciò, che sommamente mi piacque, sì come a colui ch'a quelle parole dava intera fede, la disse essere piacevole e graziosa e di tutti quelli costumi piena che in gran gentildonna si possano lodare e commendare ... Le quali cose narrando questo cotale, confesso che io meco tacitamente dicea: “O felice colui al quale la fortuna è tanto benigna ch'ella d'una così fatta donna li conceda l'amore!” ... Per che poi, da lui dipartitomi, del tutto dispuosi di volerla vedere; e, se così perseverasse meco ciò che io di lei estimava, mettere ogni mia sollecitudine in fare ch'ella divenisse mia donna, come io suo servidore diverrei ... Ma ancora la fortuna, che in poche cose intorno a questo mio desiderio mi dovea giovare, come nella prima cosa m'era stata favorevole, così mi fu in questa seconda: ché, di dietro a me, senti' alcuna donna che colle sue compagne di lei favellava, dicendo: – Deh, guarda come alla cotal donna stanno bene le bende bianche e' panni neri – ... A cui la domandata donna rispuose: – La terza, che siede in su quella panca, è colei di cui io vi parlo – ...
Corbaccio (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... nelle case, in sul far male arditamente si mettono argomentando che, se quello è a lei sofferto che non sarebbe sofferto alla serva, chiaramente può conoscere sé donna e signoreggiante ... Pensa che tu non mi ricogliesti del fango; e Dio il sa chenti e quali erano quelli che se l'arebbono tenuto in grazia d'avermi presa senza dote, e sarei stata donna e madonna d'ogni lor cosa: e a te diedi cotante centinaia di fiorini d'oro, né mai pur d'un bicchiere d'acqua non ci pote' esser donna, senza mille rimbrotti de' frateti e de' fanti tuoi: basterebbe s'io fossi la fante loro! E' fu bene la mia disaventura ch'io mai ti vidi: che fiaccar possa la coscia chi prima ne fece parola!” ... E con queste e con molte simili e più altre assai più cocenti, senza niuna legittima o giusta cagione avere, tutta la notte tormentano i cattivelli: de' quali infiniti sono, che cacciano chi 'l padre, chi il figliuolo; chi da' fratelli si divide; e quali né la madre né 'l padre a casa si vogliono vedere; e lascia il campo solo alla vittrice donna ...
Corbaccio (pagina 12)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E, acciò che io dalla sua principale cominci, affermo, per lo dolce mondo che io aspetto e se egli tosto mi sia conceduto, che nella nostra città né fu né è o sarà donna (o femina che vogliamo dire, ché diremo meglio), in cui tanta di vanità fosse che quella di colei, di cui parliamo, di grandissima lunga non l'avanzasse ... Per la qual cosa costei estimando che l'avere bene le gote gonfiate e vermiglie, e grosse e sospinte in fuori le natiche (avendo forse udito che queste sommamente piacciono in Alessandria, e perciò fossono grandissima parte di belleza in una donna), in niuna cosa studiava tanto quanto in fare che queste due cose in lei fossono vedute pienamente: nel quale studio queste cose pervenieno alle spese di me, che talor digiunava per risparmiare ... Ma egli, senza aspetto mutare, seguitò: – Né era la mia cara donna, anzi tua, anzi del diavolo, contenta d'aver carne assai solamente, ma le volea lucenti e chiare; come se una giovinetta di pregio fosse, alla quale, essendo per maritarsi, convenisse colla bellezza supplire la poca dota ... E che più? Questo avveniva il dì, che si poteva con meno noia sostenere; ma, se per forte disavventura una zenzara si fosse per la casa udita, che che ora si fosse stata di notte, convenia che 'l fante e la fante e tutta l'altra famiglia si levassi; e co' lumi in mano si metteano alla inchesta della malvagia e perfida zenzara, turbatrice del riposo e del buono e del pacefico stato della lisciata donna; e, avanti che a dormir si tornassono, convenia che morta o presa la presentassono davanti a colei che lei diceva in suo dispetto andare sufolando e appostando di guastare il suo bel viso amoroso ...
Corbaccio (pagina 14)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Savissima donna per certo è questa tua; e per ciò che ogni simile suo simile appetisce, dèi tu avere assai per constante le savie persone, come ella ti scrive, gradirle ... Sì come da Socrate coloro, che la sua dottrina seguirono, furono chiamati socratici e quelli, che quella di Platone, platonici, ha questo nome preso la nuova setta da una gran valente donna, la quale tu molte volte puoi avere udita ricordare, che fu chiamata madonna Cianghella; cui sentenzia, dopo lunga e seriosa disputazione, fu nel concilio delle donne discrete e per conclusione posto: che tutte quelle donne, che hanno ardire e cuore e sanno modo trovare d'essere tante volte e con tanti uomini con quanti il loro appetito concupiscibile richiedea, erano da essere chiamate savie; e tutte l'altre decime o moccicose ... Questo è quel senno, nel quale ella vorrebbe ciascuna donna o uomo essere savio o appararlo; e perciò sgànnati, se male avessi inteso; e ch'ella sia savia credi sicuramente all'amico tuo ... Ma ben doveva, s'ella voleva mostrare che l'antica gentileza le piaccia, sé antica gentildonna mostrare; de' quali l'uno senza parole ella potrà oggimai tosto col viso mostrare, cioè che antica sia; o donna o gentil non cred'io ch'ella potesse mostrare mai ...
Decameron (pagina 13)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La quale vezzosamente e con lieto viso incominciò: –Sì perché mi piace noi essere entrati a dimostrare con le novelle quanta sia la forza delle belle e pronte risposte, e sì ancora perché quanto negli uomini è gran senno il cercar d'amar sempre donna di più alto legnaggio che egli non è, così nelle donne è grandissimo avvedimento il sapersi guardare dal prendersi dell'amore di maggiore uomo che ella non è, m'è caduto nell'animo, donne mie belle, di mostrarvi, nella novella che a me tocca di dire, come e con opere e con parole una gentil donna sé da questo guardasse e altrui ne rimovesse ... E del suo valore ragionandosi nella corte del re Filippo il bornio, il quale a quello medesimo passaggio andar di Francia s'aparecchiava, fu per un cavalier detto non esser sotto le stelle una simile coppia a quella del marchese e della sua donna: però che, quanto tra' cavalieri era d'ogni virtù il marchese famoso, tanto la donna tra tutte l'altre donne del mondo era bellissima e valorosa ... E secondo il pensier fatto mandò a essecuzione: per ciò che, mandato avanti ogni uomo, esso con poca compagnia e di gentili uomini entrò in cammino; e, avvicinandosi alle terre del marchese, un dì davanti mandò a dire alla donna che la seguente mattina l'attendesse a desinare ... La donna, savia e avveduta, lietamente rispose che questa l'era somma grazia sopra ogn'altra e che egli fosse il ben venuto ... Nondimeno, come valorosa donna dispostasi a onorarlo, fattisi chiamar di que' buoni uomini che rimasi v'erano, a ogni cosa oportuna con lor consiglio fece ordine dare, ma il convito e le vivande ella sola volle ordinare ... Venne adunque il re il giorno detto e con gran festa e onore dalla donna fu ricevuto ... Il quale, oltre a quello che compreso aveva per le parole del cavaliere, riguardandola, gli parve bella e valorosa e costumata, e sommamente se ne maravigliò e commendolla forte, tanto nel suo disio più accendendosi quanto da più trovava esser la donna che la sua passata stima di lei ... E come che il re conoscesse il luogo, là dove era, dovere esser tale che copiosamente di diverse salvaggine avervi dovesse, e l'avere davanti significata la sua venuta alla donna spazio l'avesse dato di poter far cacciare, non pertanto, quantunque molto di ciò si maravigliasse, in altro non volle prender cagion di doverla mettere in parole se non delle sue galline; e con lieto viso rivoltosi verso lei disse: “Dama, nascono in questo paese solamente galline senza gallo alcuno?” La marchesana, che ottimamente la dimanda intese, parendole che secondo il suo disidero Domenedio l'avesse tempo mandato oportuno a poter la sua intenzion dimostrare, al re domandante baldanzosamente verso lui rivolta rispose: “Monsignor no, ma le femine, quantunque in vestimenti e in onori alquanto dall'altre variino, tutte per ciò son fatte qui come altrove ... ” Il re, udite queste parole, raccolse bene la cagione del convito delle galline e la vertù nascosa nelle parole, e accorsesi che invano con così fatta donna parole si gitterebbono e che forza non v'avea luogo; per che così come disavedutamente acceso s'era di lei, saviamente s'era da spegnere per onor di lui il male concetto fuoco ...
Decameron (pagina 16)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 9 Il re di Cipri, da una donna di Guascogna trafitto, di cattivo valoroso diviene ... Dico adunque che ne' tempi del primo re di Cipri, dopo il conquisto fatto della Terra Santa da Gottifré di Buglione, avvenne che una gentil donna di Guascogna in pellegrinaggio andò al Sepolcro, donde tornando, in Cipri arrivata, da alcuni scellerati uomini villanamente fu oltreggiata ... La qual cosa udendo la donna, disperata della vendetta a alcuna consolazione della sua noia propose di voler mordere la miseria del detto re; e andatasene piagnendo davanti a lui, disse: “Signor mio, io non vengo nella tua presenza per vendetta che io attenda della ingiuria che m'è stata fatta; ma in sodisfacimento di quella ti priego che tu m'insegni come tu sofferi quelle le quali io intendo che ti son fatte, acciò che, da te apparando, io possa pazientemente la mia comportare: la quale, sallo Idio, se io far lo potessi, volentieri te la donerei, poi così buono portatore ne se' ... ” Il re, infino allora stato tardo e pigro, quasi dal sonno si risvegliasse, cominciando dalla ingiuria fatta a questa donna, la quale agramente vendicò, rigidissimo persecutore divenne di ciascuno che contro allo onore della sua corona alcuna cosa commettesse da indi innanzi ... – 10 Maestro Alberto da Bologna onestamente fa vergognare una donna, la quale lui d'esser di lei innamorato voleva far vergognare ... Restava, tacendo già Elissa, l'ultima fatica del novellare alla reina; la quale donnescamente cominciando a parlar disse: –Valorose giovani, come ne' lucidi sereni sono le stelle ornamento del cielo e nella primavera i fiori ne' verdi prati, così de' laudevoli costumi e de' ragionamenti piacevoli sono i leggiadri motti; li quali, per ciò che brievi sono, molto meglio alle donne stanno che agli uomini, in quanto più alle donne che agli uomini il molto parlare e lungo, quando senza esso si possa far, si disdice, come che oggi poche o niuna donna rimasa ci sia la quale o ne 'ntenda alcun leggiadro o a quello, se pur lo 'ntendesse, sappia rispondere: general vergogna è di noi e di tutte quelle che vivono ... Io mi vergogno di dirlo, per ciò che contro all'altre non posso dire che io contro a me non dica: queste così fregiate, così dipinte, così screziate o come statue di marmo mutole e insensibili stanno o sì rispondono, se sono addomandate, che molto sarebbe meglio l'aver taciuto; e fannosi a credere che da purità d'animo proceda il non saper tralle donne e co' valenti uomini favellare, e alla lor milensaggine hanno posto nome onestà, quasi niuna donna onesta sia se non colei che con la fante o con la lavandaia o con la sua fornaia favella: il che se la natura avesse voluto, come elle si fanno a credere, per altro modo loro avrebbe limitato il cinguettare ... È il vero che, così come nell'altre cose, è in questa da riguardare e il tempo e il luogo e con cui si favella, per ciò che talvolta avviene che, credendo alcuna donna o uomo con alcuna paroletta leggiadra fare altrui arrossare, non avendo ben le sue forze con quelle di quel cotal misurate, quello rossore che in altrui ha creduto gittare sopra sé l'ha sentito tornare ...
Decameron (pagina 17)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... essendo già del corpo quasi ogni natural caldo partito, in sé non schifò di ricevere l'amorose fiamme: avendo veduta a una festa una bellissima donna vedova chiamata, secondo che alcuni dicono, madonna Malgherida dei Ghisolieri e piaciutagli sommamente, non altrimenti che un giovinetto quelle nel maturo petto ricevette, in tanto che a lui non pareva quella notte ben riposare che il dì precedente veduto non avesse il vago e dilicato viso della bella donna; e per questo incominciò a continuare, quando a piè e quando a cavallo secondo che più in destro gli venia, la via davanti alla casa di questa donna ... Per che, continuando il passar del maestro Alberto, avvenne un giorno di festa che, essendo questa donna con molte altre donne a sedere davanti alla sua porta e avendo di lontano veduto il maestro Alberto verso loro venire, con lei insieme tutte si proposero di riceverlo e di fargli onore, e appresso di motteggiarlo di questo suo innamoramento; e così fecero ... Per ciò che levatesi tutte e lui invitato, in una fresca corte il menarono, dove di finissimi vini e confetti fecer venire; e al fine con assai belle e leggiadre parole come questo potesse essere, che egli di questa bella donna fosse innamorato, il domandarono, sentendo esso lei da molti belli, gentili e leggiadri giovani essere amata ... ” La gentil donna, insieme con l'altre alquanto vergognandosi, disse: “Maestro, assai bene e cortesemente gastigate n'avete della nostra presuntuosa impresa; tuttavia il vostro amor m'è caro, sì come di savio e valente uomo esser dee, e per ciò, salva la mia onestà, come a vostra cosa ogni vostro piacere imponete sicuramente ... ” Il maestro, levatosi co' suoi compagni, ringraziò la donna: e, ridendo e con festa da lei preso commiato, si partì ... Così la donna, non guardando cui motteggiasse, credendo vincer fu vinta: di che voi, se savie sarete, ottimamente vi guarderete ...
Decameron (pagina 20)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Egli era in questo castello una donna vedova, del corpo bellissima quanto alcuna altra, la quale il marchese Azzo amava quanto la vita sua e quivi a instanzia di sé la facea stare: e dimorava la predetta donna in quella casa, sotto lo sporto della quale Rinaldo s'era andato a dimorare ... E essendo ogni cosa presta (e niuna altra cosa che la venuta del marchese era da lei aspettata) avvenne che un fante giunse alla porta, il quale recò novelle al marchese per le quali a lui subitamente cavalcar convenne: per la qual cosa, mandato a dire alla donna che non l'attendesse, prestamente andò via ... Onde la donna, un poco sconsolata, non sappiendo che farsi, diliberò d'entrare nel bagno fatto per lo marchese e poi cenare e andarsi a letto; e così nel bagno se n'entrò ... Era questo bagno vicino all'uscio dove il meschino Rinaldo s'era accostato fuori della terra; per che, stando la donna nel bagno, sentì il pianto e 'l triemito che Rinaldo faceva, il quale pareva diventato una cicogna: laonde, chiamata la sua fante, le disse: “Va sù e guarda fuori del muro a piè di questo uscio chi v'è e chi egli è e quel ch'el vi fa ... La fante, divenutane pietosa, tornò alla donna e ogni cosa le disse ... ” La fante, di questa umanità avendo molto commendata la donna, andò e sì gli aperse; e dentro messolo, quasi assiderato veggendolo, gli disse la donna: “Tosto, buono uomo, entra in quel bagno, il quale ancora è caldo ... La donna gli fece apprestare panni stati del marito di lei poco tempo davanti morto, li quali, come vestiti s'ebbe, a suo dosso fatti parevano; e aspettando quello che la donna gli comandasse incominciò a ringraziare Idio e san Giuliano che di sì malvagia notte, come egli aspettava, l'avevano liberato e a buono albergo, per quello che gli pareva, condotto ... Appresso questo la donna, alquanto riposatasi, avendo fatto fare un grandissimo fuoco in una sua camminata, in quella se ne venne e del buono uomo domandò che ne fosse ... ” “Va dunque, “ disse la donna “e chiamalo e digli che qua se ne venga: al fuoco si cenerà, ché so che cenato non ha ... ” Rinaldo nella camminata entrato, e veggendo la donna e da molto parendogli, reverentemente la salutò e quelle grazie le quali seppe maggiori del beneficio fattogli le rendé ... La donna, vedutolo e uditolo e parendole quello che la fante dicea, lietamente il ricevette e seco al fuoco familiarmente il fé sedere e dello accidente che quivi condotto l'avea il domandò: alla quale Rinaldo per ordine ogni cosa narrò ... Aveva la donna, nel venire del fante di Rinaldo nel castello, di questo alcuna cosa sentita, per che ella ciò che da lui era detta interamente credette, e sì gli disse ciò che del suo fante sapea e come leggiermente la mattina appresso ritrovare il potrebbe ... Ma poi che la tavola fu messa, come la donna volle, Rinaldo con lei insieme, le mani lavatesi, si pose a cenare ... Egli era grande della persona e bello e piacevole nel viso e di maniere assai laudevoli e graziose e giovane di mezza età; al quale la donna avendo più volte posto l'occhio addosso e molto commendatolo, e già, per lo marchese che con lei doveva venire a giacersi, il concupiscibile appetito avendo desto nella mente ricevuto l'avea ... La fante, conoscendo il disiderio della sua donna, quanto poté e seppe a seguirlo la confortò: per che la donna, al fuoco tornatasi dove Rinaldo solo lasciato aveva, cominciatolo amorosamente a guardare, gli disse: “Deh, Rinaldo, perché state voi così pensoso? non credete voi potere essere ristorato d'un cavallo e d'alquanti panni che voi abbiate perduti? Confortatevi, state lietamente, voi siete in casa vostra ...
Decameron (pagina 21)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Rinaldo, queste parole udendo e il lampeggiar degli occhi della donna veggendo, come colui che mentacatto non era, fattolesi incontro con le braccia aperte, disse: “Madonna, pensando che io per voi possa omai sempre dire che io sia vivo, a quello guardando donde torre mi faceste, gran villania sarebbe la mia se io ogni cosa che a grado vi fosse non m'ingegnassi di fare; e però contentate il piacer vostro d'abracciarmi e di basciarmi, ché io abraccerò e bascerò voi vie più che volentieri ... La donna, che tutta d'amoroso disio ardeva, prestamente gli si gittò nelle braccia; e poi che mille volte, disiderosamente strignendolo, basciato l'ebbe e altrettante da lui fu basciata, levatisi di quindi nella camera se ne andarono, e senza niuno indugio coricatisi pienamente e molte volte, anzi che il giorno venisse, i loro disii adempierono ... Ma poi che a apparir cominciò l'aurora, sì come alla donna piacque levatisi, acciò che questa cosa non si potesse presummere per alcuno, datigli alcuni panni assai cattivi e empiutagli la borsa di denari, pregandolo che questo tenesse celato, avendogli prima mostrato che via tener dovesse a venir dentro a ritrovare il fante suo, per quello usciuolo onde era entrato il mise fuori ... Furono con ammirazione ascoltati i casi di Rinaldo d'Asti dalle donne e da' giovani e la sua divozion commendata e Idio e san Giuliano ringraziati che al suo bisogno maggiore gli avevano prestato soccorso; né fu per ciò, quantunque cotal mezzo di nascoso si dicesse, la donna reputata sciocca che saputo aveva pigliare il bene che Idio a casa l'aveva mandato ...
Decameron (pagina 23)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E così disposta venendo, Idio, il quale solo ottimamente conosce ciò che fa mestiere a ciascuno, credo per la sua misericordia colui che a Lui piacea che mio marito fosse mi pose avanti agli occhi: e quel fu questo giovane” e mostrò Alessandro “il quale voi qui appresso di me vedete, li cui costumi e il cui valore son degni di qualunque gran donna, quantunque forse la nobiltà del suo sangue non sia così chiara come è la reale ... ” Maravigliossi Alessandro udendo la moglie esser figliuola del re d'Inghilterra e di mirabile allegrezza occulta fu ripieno: ma più si maravigliarono li due cavalieri e sì si turbarono, che, se in altra parte che davanti al Papa stati fossero, avrebbono a Alessandro e forse alla donna fatta villania ... D'altra parte il Papa si maravigliò assai e dello abito della donna e della sua elezione: ma conoscendo che indietro tornare non si potea, le volle del suo priego sodisfare ... E primieramente racconsolati i cavalieri li quali turbati conoscea e in buona pace con la donna e con Alessandro rimessigli, diede ordine a quello che da far fosse ... E il giorno posto da lui essendo venuto, davanti a tutti i cardinali e dimolti altri gran valenti uomini, li quali invitati a una grandissima festa da lui apparecchiata eran venuti, fece venire la donna realmente vestita, la quale tanto bella e sì piacevol parea che meritamente da tutti era commendata, e simigliantemente Alessandro splendidamente vestito, in apparenza e in costumi non miga giovane che a usura avesse prestato ma più tosto reale, e da' due cavalieri molto onorato; e quivi da capo fece solennemente le sponsalizie celebrare, e appresso, le nozze belle e magnifiche fatte, con la sua benedizione gli licenziò ... Piacque a Alessandro e similmente alla donna, di Roma partendosi, di venire a Firenze, dove già la fama aveva la novella recata; e quivi da' cittadini con sommo onore ricevuti, fece la donna li tre fratelli liberare, avendo prima fatto ogn'uom pagare, e loro e le lor donne rimise nelle loro possessioni ... Per la qual cosa con buona grazia di tutti Alessandro con la sua donna, menandone seco Agolante, si partì di Firenze, e a Parigi venuti onorevolmente dal re ricevuti furono ... Il conte poi con la sua donna gloriosamente visse; e, secondo che alcuni voglion dire, tra col suo senno e valore e l'aiuto del suocero egli conquistò poi la Scozia e funne re coronato ...
Decameron (pagina 25)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Alla quale dicendole egli che era desso, essa, tiratolo da parte, disse: “Messere, una gentil donna di questa terra, quando vi piacesse, vi parleria volentieri ... ” Il quale vedendola, tutto postosi mente e, parendogli essere un bel fante della persona, s'avvisò questa donna dover di lui essere innamorata, quasi altro bel giovane che egli non si trovasse allora in Napoli, e prestamente rispose che era apparecchiato e domandolla dove e quando questa donna parlar gli volesse ... Ma esso, niente di ciò sappiendo né suspicando, credendosi in uno onestissimo luogo andare e a una cara donna, liberamente, andata la fanticella avanti, se n'entrò nella sua casa; e salendo su per le scale, avendo la fanticella già la sua donna chiamata e detto “Ecco Andreuccio”, la vide in capo della scala farsi a aspettarlo ... Ella era ancora assai giovane, di persona grande e con bellissimo viso, vestita e ornata assai orrevolemente; alla quale come Andreuccio fu presso, essa incontrogli da tre gradi discese con le braccia aperte, e avvinghiatogli il collo alquanto stette senza alcuna cosa dire, quasi da soperchia tenerezza impedita; poi lagrimando gli basciò la fronte e con voce alquanto rotta disse: “O Andreuccio mio, tu sii il ben venuto!” Esso, maravigliandosi di così tenere carezze, tutto stupefatto rispose: “Madonna, voi siate la ben trovata!” Ella appresso, per la man presolo, suso nella sua sala il menò e di quella, senza alcuna altra cosa parlare, con lui nella sua camera se n'entrò, la quale di rose, di fiori d'aranci e d'altri odori tutta oliva, là dove egli un bellissimo letto incortinato e molte robe su per le stanghe, secondo il costume di là, e altri assai belli e ricchi arnesi vide; per le quali cose, sì come nuovo, fermamente credette lei dovere essere non men che gran donna ... Ma tra gli altri che molto l'amarono, mia madre, che gentil donna fu e allora era vedova, fu quella che più l'amò, tanto che, posta giù la paura del padre e de' fratelli e il suo onore, in tal guisa con lui si dimesticò, che io ne nacqui e sonne qual tu mi vedi ... Egli mi lasciò piccola fanciulla in Palermo, dove, cresciuta quasi come io mi sono, mia madre, che ricca donna era, mi diede per moglie a uno da Gergenti, gentile uomo e da bene, il quale per amor di mia madre e di me tornò a stare in Palermo; e quivi, come colui che è molto guelfo, cominciò a avere alcuno trattato col nostro re Carlo ...
Decameron (pagina 29)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... marchesi Malespini con una sua donna valorosa e santa; e venivano di pellegrinaggio da tutti i santi luoghi li quali nel regno di Puglia sono e a casa loro se ne tornavano ... Il quale, per passare malinconia, insieme con la sua donna e con alcun suoi famigliari e con suoi cani un dì a andare fra l'isola si mise; e non guari lontano al luogo dove era madama Beritola cominciarono i cani di Currado a seguire i due cavriuoli, li quali già grandicelli pascendo andavano: li quali cavriuoli, da' cani cacciati, in nulla altra parte fuggirono che alla caverna dove era madama Beritola ... La quale, questo vedendo, levata in piè e preso un bastone li cani mandò indietro: e quivi Currado e la sua donna, che i lor cani seguitavan, sopravenuti, vedendo costei che bruna e magra e pelosa divenuta era, si maravigliarono, e ella molto più di loro ... Alle quali proferte non piegandosi la donna, Currado con lei lasciò la moglie e le disse che da mangiare quivi facesse venire e lei, che tutta era stracciata, d'alcuna delle sue robe rivestisse, e del tutto facesse che seco la ne menasse ... La gentil donna con lei rimasa, avendo prima molto con madama Beritola pianto de' suoi infortunii, fatti venir vestimenti e vivande, con la maggior fatica del mondo a prendergli e a mangiar la condusse: e ultimamente, dopo molti prieghi, affermando ella di mai non volere andare ove conosciuta fosse, la 'ndusse a doversene seco andare in Lunigiana insieme co' due cavriuoli e con la cavriuola la quale in quel mezzo tempo era tornata e, non senza gran meraviglia della gentil donna, l'aveva fatta grandissima festa ... E così venuto il buon tempo, madama Beritola con Currado e con la sua donna sopra il lor legno montò, e con loro insieme la cavriuola e i due cavriuoli, da' quali, non sappiendosi per tutti il suo nome, ella fu Cavriuola dinominata; e con buon vento tosto infino nella foce della Magra n'andarono, dove smontati alle loro castella se ne salirono ... Quivi appresso la donna di Currado madama Beritola, in abito vedovile, come una sua damigella, onesta e umile e obediente stette, sempre a' suoi cavriuoli avendo amore e faccendogli nutricare ... La balia, dolente oltre modo della perdita della sua donna e della misera fortuna nella quale sé e i due fanciulli caduti vedea, lungamente pianse ... E come che rade volte la sua madre, la quale con la donna di Currado era, vedesse, niuna volta la conobbe, né ella lui: tanto la età l'uno e l'altro, da quello che esser soleano quando ultimamente si videro, gli avea trasformati ... E tanto e queste e molte altre parole gli andò dicendo la santa donna, che essa da uccidergli l'animo suo rivolse; e comandò che in diversi luoghi ciascun di loro imprigionato fosse, e quivi guardati bene e con poco cibo e con molto disagio servati infino a tanto che esso altro diliberasse di loro; e così fu fatto ...
Decameron (pagina 30)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La donna piagnendo rispose che, se il maggior de' suoi due che avuti avea fosse vivo, così si chiamerebbe e sarebbe d'età di ventidue anni ... Ora, poi che così è come tu mi di' che tu figliuol se' di gentile uomo e di gentil donna, io voglio alle tue angosce, quando tu medesimo vogli, porre fine e trarti della miseria e della captività nella qual tu dimori, e a una ora il tuo onore e 'l mio nel suo debito luogo riducere ... ” Aveva la prigione macerate le carni di Giannotto, ma il generoso animo dalla sua origine tratto non aveva ella in cosa alcuna diminuito né ancora lo 'ntero amore il quale egli alla sua donna portava ... E poi che più giorni, senza sentirsi da alcuna persona di ciò che fatto era alcuna cosa, gli ebbe di tutto ciò che bisognò loro e di piacere era fatti adagiare, parendogli tempo di farne le loro madri liete, chiamate la sua donna e la Cavriuola, così verso lor disse: “Che direste voi, madonna, se io vi facessi il vostro figliuolo maggior riavere, essendo egli marito d'una delle mie figliuole?” A cui la Cavriuola rispose: “Io non vi potrei di ciò altro dire se non che, se io vi potessi più esser tenuta che io non sono, tanto più vi sarei quanto voi più cara cosa, che non sono io medesima a me, mi rendereste; e rendendomela in quella guisa che voi dite, alquanto in me la mia perduta speranza rivocareste”; e lagrimando si tacque ... Allora disse Currado alla sua donna: “E a te che ne parebbe, donna, se io così fatto genero ti donassi?” A cui la donna rispose: “Non che un di loro che gentili uomini sono, ma un ribaldo, quando a voi piacesse, mi piacerebbe ... ” Allora Currado l'una e l'altra donna quivi fece venire ...
Decameron (pagina 31)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma poi che, madama Beritola pietosamente dalla donna di Currado e dalla Spina aiutata, e con acqua fredda e con altre loro arti in sé le smarrite forze ebbero rivocate, rabracciò da capo il figliuolo con molte lagrime e con molte parole dolci; e piena di materna pietà mille volte o più il basciò, e egli lei reverentemente molto la vide e ricevette ... Quale la festa della madre fosse rivedendo il suo figliuolo, qual quella de' due fratelli, qual quella di tutti e tre alla fedel balia, qual quella di tutti fatta a messer Guasparrino e alla sua figliuola e di lui a tutti e di tutti insieme con Currado e con la sua donna e co' figliuoli e co' suoi amici, non si potrebbe con parole spiegare; e per ciò a voi, donne, la lascio a imaginare ... Per la qual cosa egli sommamente era venuto nella grazia del re Petro, il quale lui in tutti i suoi beni e in ogni suo onore rimesso aveva, laonde egli era in grande e buono stato; aggiugnendo che egli aveva lui con sommo onore ricevuto e inestimabile festa aveva fatta della sua donna e del figliuolo, de' quali mai dopo la presura sua neente aveva saputo, e oltre a ciò mandava per loro una saettia con alquanti gentili uomini li quali appresso venieno ... Quivi e la donna e Giuffredi e oltre a questi tutti gli altri con tanta letizia gli videro, che mai simile non fu udita; e essi, avanti che a mangiar si ponessero, da parte d'Arrighetto e salutarono e ringraziarono, quanto il meglio seppero e più poterono, Currado e la sua donna dell'onor fatto e alla donna di lui e al figliuolo, e Arrighetto e ogni cosa che per lui si potesse offersero al lor piacere ... La quale poi che riposata fu, parendo a madama Beritola e a Giuffredi e agli altri di doversi partire, con molte lagrime da Currado e dalla sua donna e da messer Guasparrino, sopra la saettia montati, seco la Spina menandone si partirono ...
Decameron (pagina 32)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... I marinari, come videro il tempo ben disposto, diedero le vele a' venti e del porto d'Allessandria si partirono e più giorni felicemente navigarono: e già avendo la Sardigna passata, parendo loro alla fine del loro cammino esser vicini, si levarono subitamente un giorno diversi venti, li quali, essendo ciascuno oltre modo impetuoso, sì faticaron la nave dove la donna era e' marinari, che più volte per perduti si tennero ... E la nave, che da impetuoso vento era sospinta, quantunque isdruscita fosse e già presso che piena d'acqua, non essendovi sù rimasa altra persona che la donna e le sue femine (e quelle tutte per la tempesta del mare e per la paura vinte su per quella quasi morte giacevano), velocissimamente correndo in una piaggia dell'isola di Maiolica percosse ... Venuto il giorno chiaro e alquanto la tempesta acchetata, la donna, che quasi mezza morta era, alzò la testa e così debole come era cominciò a chiamare ora uno e ora un altro della sua famiglia, ma per niente chiamava: i chiamati erano troppo lontani ... Per che, non sentendosi rispondere a alcuno né alcuno veggendone, si maravigliò molto e cominciò a avere grandissima paura; e come meglio poté levatasi, le donne che in compagnia di lei erano e l'altre femine tutte vide giacere, e or l'una e or l'altra dopo molto chiamare tentando poche ve ne trovò che avessero sentimento, sì come quelle che tra per grave angoscia di stomaco e per paura morte s'erano; di che la paura alla donna divenne maggiore ... Il quale, prestamente fattene giù torre le donne e le più preziose cose che in essa erano e che aver si potessono, con esse n'andò a un suo castello e quivi con vivande e con riposo riconfortate le donne comprese per gli arnesi ricchi la donna che trovata avea dovere essere gran gentil donna, e lei prestamente conobbe all'onore che vedeva dall'altre fare a lei sola ... E quantunque pallida e assai male in ordine della persona per la fatica del mare allora fosse la donna, pur pareano le sue fattezze bellissime a Pericone: per la qual cosa subitamente seco diliberò, se ella marito non avesse, di volerla per moglie, e se per moglie aver non la potesse, di volere avere la sua amistà ... Era Pericone uomo di fiera vista e robusto molto e avendo per alcun dì la donna ottimamente fatta servire e per questo essendo ella riconfortata tutta, veggendola esso oltre a ogni estimazione bellissima, dolente senza modo che lei intender non poteva né ella lui e così non poter saper chi si fosse, acceso nondimeno della sua bellezza smisuratamente, con atti piacevoli e amorosi s'ingegnò d'inducerla a fare senza contenzione i suoi piaceri ... Il che la donna veggendo, e già quivi per alcuni giorni dimorata e per li costumi avvisando che tra cristiani era e in parte dove, se pure avesse saputo, il farsi conoscere le montava poco, avvisandosi che a lungo andare o per forza o per amore le converrebbe venire a dovere i piaceri di ...
Decameron (pagina 33)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E essendosi avveduto alcuna volta che alla donna piaceva il vino, sì come a colei che usata non era di bere per la sua legge che il vietava, con quello, sì come con ministro di Venere, s'avisò di poterla pigliare: e mostrando di non aver cura di ciò che ella si mostrava schifa, fece una sera per modo di solenne festa una bella cena nella quale la donna venne; e in quella, essendo di molte cose la cena lieta, ordinò con colui che a lei servia che di varii vini mescolati le desse bere ... Ultimamente, partitisi i convitati, con la donna solo se ne entrò nella camera: la quale, più calda di vino che d'onestà temperata, quasi come se Pericone una delle sue femine fosse, senza alcuno ritegno di vergogna in presenzia di lui spogliatasi, se n'entrò nel letto ... Era allora per ventura nel porto della città una nave la quale di mercatantia era carica per andare in Chiarenza in Romania, della quale due giovani genovesi eran padroni, e già aveva collata la vela per doversi, come buon vento fosse, partire; con li quali Marato convenutosi ordinò come da loro con la donna la seguente notte ricevuto fosse ... E poi che parte della notte fu trapassata, aperto a' suoi compagni là dove Pericon con la donna dormiva e quella aperta, Pericone dormente uccisono e la donna desta e piagnente minacciando di morte, se alcun romor facesse, presero; e con gran parte delle più preziose cose di Pericone, senza essere stati sentiti, prestamente alla marina n'andarono, e quindi senza indugio sopra la nave se ne montarono Marato e la donna, e' suoi compagni se ne tornarono ... La donna amaramente e della sua prima sciagura e di questa seconda si dolfe molto; ma Marato col santo cresci in man che Dio ci diè la cominciò per sì fatta maniera a consolare, che ella, già con lui dimesticatasi, Pericone dimenticato aveva; e già le pareva star bene quando la fortuna l'apparecchiò nuova tristizia, quasi non contenta delle passate ... Il che sentendo la donna e non veggendosi via da poterlo ricoverare, nuovo cordoglio sopra la nave a far cominciò ... Il che dispiacque molto alla donna, sì come a colei che quivi sola senza aiuto o consiglio d'alcun si vedea e temeva forte non sopra lei l'ira si volgesse de' parenti e degli amici de' due padroni; ma i prieghi del fedito e il prestamente pervenire a Chiarenza dal pericolo della morte la liberarono ... E cercando de' modi e i parenti del fedito sappiendolo, senza altro aspettare prestamente gliele mandarono: il che al prenze fu sommamente caro e alla donna altressì, per ciò che fuori d'un gran pericolo esser le parve ... Il prenze vedendola oltre alla bellezza ornata di costumi reali, non potendo altramenti saper chi ella si fosse, nobile donna dovere essere la stimò e pertanto il suo amore in lei si raddoppiò; e onorevolmente molto tenendola, non a ...
Decameron (pagina 34)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il che, avendo a' trapassati mali alcun rispetto la donna e parendole assai bene stare, tutta riconfortata e lieta divenuta, in tanto le sue bellezze fiorirono, che di niuna altra cosa pareva che tutta la Romania avesse da favellare ... Poi, dopo alcun dì, venuti insieme a ragionamento delle bellezze di questa donna, domandò il duca se così era mirabil cosa come si ragionava ... Il quale egli vide che per lo gran caldo che era, dormendo la donna, esso tutto ignudo si stava a una finestra volta alla marina a ricevere un venticello che da quella parte veniva ... E questo fatto, manifestamente conoscendo sé non essere stati né dalla donna né da altrui sentiti, prese il duca un lume in mano e quello portò sopra il letto, e chetamente tutta la donna, la quale fisamente dormiva, scoperse; e riguardandola tutta la lodò sommamente, e se vestita gli era piaciuta, oltre a ogni comparazione ignuda gli piacque ... Ma poi che alquanto con grandissimo piacere fu dimorato con lei, levatosi e fatti alquanti de' suoi compagni quivi venire, fé prender la donna in guisa che romore far non potesse e, per una falsa porta, donde egli entrato era, trattala e a caval messala, quanto più poté tacitamente con tutti i suoi entrò in camino e verso Atene se ne tornò ... Ma per ciò che moglie aveva, non in Atene ma a un suo bellissimo luogo, che poco di fuori dalla città sopra il mare aveva, la donna più che altra dolorosa mise, quivi nascosamente tenendola e faccendola onorevolmente di ciò che bisognava servire ... Aveano la seguente mattina i cortigiani del prenze infino a nona aspettato che il prenze si levasse; ma niente sentendo, sospinti gli usci delle camere che solamente chiusi erano e niuna persona trovandovi, avvisando che occultamente in alcuna parte andato fosse per istarsi alcun dì a suo diletto con quella sua bella donna, più non si dierono impaccio ... Il quale non senza gran maraviglia fu riconosciuto da molti, li quali con lusinghe fattisi menare al matto là onde tratto l'avea, quivi con grandissimo dolore di tutta la città quello del prenze trovarono, e onorevolmente il sepellirono; e de' commettitori di così grande eccesso investigando e veggendo il duca d'Atene non esservi ma essersi furtivamente partito, estimarono, così come era, lui dovere aver fatto questo e menatasene la donna ... Sapevano i giovani tutto il fatto come stato era: e per ciò, senza troppo adomandar, la duchessa come seppero il meglio riconfortarono e di buona speranza la riempierono; e da lei informati dove stesse la donna si dipartirono ... E avendo molte volte udita la donna di maravigliosa bellezza commendare, disideraron di vederla e il duca pregarono che loro la mostrasse ... Il quale, mal ricordandosi di ciò che al prenze avvenuto era per averla mostrata a lui, promise di farlo; e fatto in un bellissimo giardino, che nel luogo dove la donna dimorava era, apparecchiare un magnifico desinare, loro la seguente mattina con pochi altri compagni a mangiar con lei menò ...
Decameron (pagina 35)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E quivi per più dì dimorando, avendo sempre Constanzio l'animo e 'l pensiere a quella donna, imaginando che, ora che il duca non l'era vicino, assai bene gli potrebbe venir fatto il suo piacere, per aver cagione di tornarsi a Atene si mostrò forte della persona disagiato; per che, con licenzia del duca, commessa ogni sua podestà in Manovello, a Atene se ne venne alla sorella ... E quivi, dopo alcun dì, messala nel ragionare del dispetto che dal duca le pareva ricevere per la donna la qual teneva, le disse che, dove ella volesse, egli assai bene di ciò l'aiuterebbe, faccendola di colà ove era trarre e menarla via ... La duchessa, estimando Constanzio questo per amor di lei e non della donna fare, disse che molto le piacea, sì veramente dove in guisa si facesse che il duca mai non risapesse che essa a questo avesse consentito ... Constanzio chetamente fece armare una barca sottile, e quella una sera ne mandò vicina al giardino dove dimorava la donna, informati de' suoi che sù v'erano quello che a fare avessero; e appresso con altri n'andò al palagio dove era la donna, dove da quegli che quivi al servigio di lei erano fu lietamente ricevuto, e ancora dalla donna, e con essolui da' suoi servidori accompagnata e da' compagni di Constanzio, sì come gli piacque, se n'andò nel giardino ... E quasi alla donna da parte del duca parlar volesse, con lei verso una porta che sopra il mare usciva solo se n'andò; la quale già essendo da uno de' suoi compagni aperta e quivi col segno dato chiamata la barca, fattala prestamente prendere e sopra la barca porre, rivolto alla famiglia di lei disse: “Niuno se ne muova né faccia motto, se egli non vuol morire, per ciò che io intendo non di rubare al duca la femina sua ma di torre via l'onta la quale egli fa alla mia sorella ... ” A questo niuno ardì di rispondere: per che Constanzio, co' suoi sopra la barca montato e alla donna che piagnea accostatosi, comandò che de' remi dessero in acqua e andasser via ... Quivi in terra discesi e riposandosi, Constanzio con la donna, che la sua sventurata bellezza piangea, si sollazzò: quindi, rimontati in su la barca, infra pochi giorni pervennero a Chios, e quivi, per tema delle riprensioni del padre e che la donna rubata non gli fosse tolta, piacque a Constanzio come in sicuro luogo di rimanersi; dove più giorni la bella donna pianse la sua disaventura, ma pur poi da Constanzio riconfortata, come l'altre volte fatto avea, s'incominciò a prender piacere di ciò che la fortuna avanti l'apparecchiava ... Mentre queste cose andavano in questa guisa, Osbech, allora re de' turchi, il quale in continua guerra stava con lo 'mperadore, in questo tempo venne per caso alle Smirre: e quivi udendo come Constanzio in lasciva vita con una sua donna, la quale rubata avea, senza alcuno provedimento si stava in Chios, con alcuni legnetti armati là andatone una notte e tacitamente con la sua gente nella terra entrato, molti sopra le letta ne prese prima che s'accorgessero li nemici esser sopravenuti; e ultimamente alquanti, che risentiti erano all'arme corsi, n'uccisero, e arsa tutta la terra e la preda e' prigioni sopra le navi posti, verso le Smirre si ritornarono ... Quivi pervenuti, trovando Osbech, che giovane uomo era, nel riveder della preda la bella donna, e conoscendo questa esser quella che con Constanzio era stata sopra il letto dormendo presa, fu sommamente contento veggendola; e senza niuno indugio sua moglie la fece e celebrò le nozze e con lei si giacque più mesi lieto ... Osbech, sentendo questo, il suo essercito ragunato, prima che da' due potentissimi signori fosse stretto in mezzo, andò contro al re di Capadocia, lasciata nelle Smirre a guardia d'un suo fedele famigliare e amico la sua bella donna e col re di Capadocia dopo alquanto tempo affrontatosi combatté, e fu nella battaglia morto e il suo essercito sconfitto e disperso ... Il famigliar d'Osbech, il cui nome era Antioco, a cui la bella donna era a guardia rimasa, ancora che attempato fosse, veggendola così bella, senza servare al suo amico e signor fede di lei s'innamorò: e sappiendo la lingua di lei (il che molto a grado l'era, sì come a colei alla quale parecchi anni a guisa quasi di sorda e di mutola era convenuta vivere, per lo non aver persona inteso né essa essere stata intesa da persona), da amore incitato cominciò seco tanta familiarità a pigliare in pochi dì, che non dopo molto, non avendo riguardo al signor loro che in arme e in guerra era, fecero la dimestichezza non solamente amichevole ma amorosa divenire, l'uno dell'altro pigliando sotto le lenzuola maraviglioso piacere ... Col quale tornando per ventura un mercatante cipriano, da lui molto amato e sommamente suo amico, sentendosi egli verso la fine venire, pensò di volere e le sue cose e la sua cara donna lasciare a lui ... E il vero che d'una cosa contentissimo muoio, per ciò che, pur dovendo morire, mi veggio morir nelle braccia di quelle due persone le quali io più amo che alcune altre che al mondo ne sieno, cioè nelle tue, carissimo amico, e in quelle di questa donna, la quale io più che me medesimo ho amata poscia che io la conobbi ... E te, carissima donna, priego che dopo la mia morte me non dimentichi, acciò che io di là vantar mi possa che io di qua amato sia dalla più bella donna che mai formata fosse dalla natura ... ” L'amico mercatante e la donna similmente, queste parole udendo, piangevano; e avendo egli detto, il confortarono e promisongli sopra la lor fede di quel fare che egli pregava, se avvenisse che el morisse ...
Decameron (pagina 36)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Poi, pochi dì appresso, avendo il mercatante cipriano ogni suo fatto in Rodi spacciato e in Cipri volendosene tornare sopra una cocca di catalani che v'era, domandò la bella donna quello che far volesse, con ciò fosse cosa che a lui convenisse in Cipri tornare ... La donna rispose che con lui, se gli piacesse, volentieri se ne andrebbe, sperando che per amor d'Antioco da lui come sorella sarebbe trattata e riguardata ... Il quale, passando un giorno davanti la casa dove la bella donna dimorava, essendo il cipriano mercatante andato con sua mercatantia in Erminia, gli venne per ventura a una finestra della casa di lei questa donna veduta; la qual, per ciò che bellissima era, fisa cominciò a riguardare e cominciò seco stesso a ricordarsi di doverla avere altra volta veduta, ma il dove in niuna maniera ricordar si poteva ... La bella donna, la quale lungamente trastullo della fortuna era stata, appressandosi il termine nel quale i suoi mali dovevano aver fine, come ella Antigono vide così si ricordò di lui in Alessandria ne' servigi del padre in non piccolo stato aver veduto: per la qual cosa subita speranza prendendo di dover potere ancora nello stato real ritornare per lo colui consiglio, non sentendovi il mercatante suo, come più tosto poté si fece chiamare Antigono ... ” La donna, udendo che desso era, piangendo forte gli si gittò con le braccia al collo; e, dopo alquanto, lui che forte si maravigliava domandò se mai in Alessandra veduta l'avesse ... A cui la donna disse: “Io vorrei bene che così fosse stato più tosto che avere avuta la vita la quale avuta ho, e credo che mio padre vorrebbe il simigliante, se giammai il saprà”; e così detto rincominciò maravigliosamente a piagnere ... ” “Antigono, “ disse la bella donna “a me parve, come io ti vidi, vedere il padre mio: e da quello amore e da quella tenerezza, che io a lui tenuta son di portare, mossa, potendomiti celare, mi ti feci palese ... La donna, la quale ottimamente gli ammaestramenti d'Antigono aveva tenuti a mente, appresso al padre così cominciò a parlare: “Padre mio, forse il ventesimo giorno dopo la mia partita da voi, per fiera tempesta la nostra nave, sdruscita, percosse a certe piagge là in Ponente, vicine d'un luogo chiamato Aguamorta, una notte; e che che degli uomini, che sopra la nostra nave erano, io nol so né seppi già mai ...
Decameron (pagina 37)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Saliti adunque sopra una nave, dopo più giorni pervenimmo a Baffa: e quivi veggendomi pervenire, né persona conoscendovi né sappiendo che dovermi dire a' gentili uomini che a mio padre mi volean presentare, secondo che loro era stato imposto dalla veneranda donna, m'apparecchiò Idio, al quale forse di me incresceva, sopra il lito Antigono in quella ora che noi a Baffa smontavamo; il quale io prestamente chiamai, e in nostra lingua, per non essere da' gentili uomini né dalle donne intesa, gli dissi che come figliuola mi ricevesse ... Sospirato fu molto dalle donne per li varii casi della bella donna: ma chi sa che cagione moveva que' sospiri? Forse v'eran di quelle che non meno per vaghezza di così spesse nozze che per pietà di colei sospiravano ... Ora avvenne che, essendo il re di Francia e il figliuolo nella guerra già detta, essendosi morta la donna di Gualtieri e a lui un figliuol maschio e una femina piccoli fanciulli rimasi di lei senza più, che costumando egli alla corte delle donne predette e con loro spesso parlando delle bisogne del regno, che la donna del figliuolo del re gli pose gli occhi addosso e, con grandissima affezione la persona di lui e' suoi costumi considerando, d'occulto amore ferventemente di lui s'accese; e sé giovane e fresca sentendo e lui senza alcuna donna, si pensò leggiermente doverle il suo disidero venir fatto, e pensando niuna cosa a ciò contrastare, se non vergogna, di manifestargliele dispose del tutto e quella cacciar via ... Il conte, il cui pensiero era molto lontano da quel della donna, senza alcuno indugio a lei andò; e postosi, come ella volle, con ...
Decameron (pagina 38)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E chi sarebbe colui che dicesse che non dovesse molto più esser da riprendere un povero uomo o una povera femina, a' quali con la loro fatica convenisse guadagnare quello che per la vita loro lor bisognasse, se da amore stimolati fossero e quello seguissero, che una donna la quale, ricca e oziosa e a cui niuna cosa che a' suoi disideri piacesse, mancasse? Certo io non credo niuno ... E come che tal cosa, se saputa fosse, io conosca non essere onesta, nondimeno essendo e stando nascosa quasi di niuna cosa essere disonesta la giudichi, pur m'è di tanto Amore stato grazioso, che egli non solamente non m'ha il debito conoscimento tolto nello elegger l'amante ma me n'ha molto in ciò prestato, voi degno mostrandomi da dovere da una donna, fatta come sono io, essere amato; il quale, se 'l mio avviso non m'inganna, io reputo il più bello, il più piacevole e 'l più leggiadro e 'l più savio cavaliere che nel reame di Francia trovar si possa; e sì come io senza marito posso dire che io mi veggia, così voi ancora senza mogliere ... Il che la donna udendo, subitamente dimenticato l'amore e in fiero furore accesa, disse: “Dunque sarò io, villan cavaliere, in questa guisa da voi del mio disidero schernita? Unque a Dio non piaccia, poi che voi volete me far morire, che io voi o morire o cacciar del mondo non faccia ... ” Il conte, veggendo questo e dubitando forte più della invidia cortigiana che della sua conscienza, e temendo per quella non fosse più fede data alla malvagità della donna che alla sua innocenzia, levatosi come più tosto poté della camera e del palagio s'uscì e fuggissi a casa sua, dove, senza altro consiglio prendere, pose i suoi figliuoli a cavallo, e egli montatovi altressì quanto più poté n'andò verso Calese ... Al romor della donna corsero molti, li quali, vedutala e udita la cagione del suo gridare, non solamente per quello dieder fede alle sue parole, ma aggiunsero la leggiadria e la ornata maniera del conte, per potere a quel venire, essere stata da lui lungamente usata ...
Decameron (pagina 39)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Violante, chiamata Giannetta, con la gentil donna in Londra venne crescendo e in anni e in persona e in bellezza e in tanta grazia e della donna e del marito di lei e di ciascuno altro della casa e di chiunque la conoscea, che era a vedere maravigliosa cosa; né alcuno era che a' suoi costumi e alle sue maniere riguardasse, che lei non dicesse dovere esser degna d'ogni grandissimo bene e onore ... Per la qual cosa la gentil donna che lei dal padre ricevuta avea, senza aver mai potuto sapere chi egli si fosse altramenti che da lui udito avesse, s'era proposta di doverla onorevolmente, secondo la condizione della quale stimava che fosse, maritare ... Aveva la gentil donna, con la quale la Giannetta dimorava, un solo figliuolo del suo marito, il quale e essa e 'l padre sommamente amavano, sì perché figliuolo era e sì ancora perché per vertù e per meriti il valeva, come colui che più che altro e costumato e valoroso e pro' e bello della persona era ... ” Il gentile uomo e la sua donna questo udendo furon contenti, in quanto pure alcun modo si trovava al suo scampo, quantunque loro molto gravasse che quello, di che dubitavano, fosse desso, cioè di dover dare la Giannetta al loro figliuolo per isposa ... Essi adunque, partito il medico, se n'andarono allo 'nfermo: e dissegli la donna così: “Figliuol mio, io non avrei mai creduto che da me d'alcun tuo disidero ti fossi guardato, e spezialmente veggendoti tu, per non aver quello, venir meno: per ciò che tu dovevi esser certo e dèi che niuna cosa è che per contentamento di te far potessi, quantunque meno che onesta fosse, che io come per me medesima non la facessi ... ” Al quale la donna, troppo fidandosi di ciò che non le doveva venir fatto nella forma nella quale già seco pensava, liberamente rispose che sicuramente ogni suo disidero l'aprisse, ché ella senza alcuno indugio darebbe opera a fare che egli il suo piacere avrebbe ... ” La donna, a cui più tempo da conforto che da riprensioni parea, sorridendo disse: “Ahi! figliuol mio, dunque per questo t'hai tu lasciato aver male? Confortati e lascia fare a me, poi che guarito sarai ...
Decameron (pagina 40)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... donna contenta molto si dispose a voler tentare come quello potesse oservare il che promesso avea ... ” A cui la donna disse: “E se voi non l'avete, noi ve ne vogliamo donare uno, di che voi tutta giuliva viverete e più della vostra biltà vi diletterete, per ciò che non è convenevole che così bella damigella, come voi siete, senza amante dimori ... ” Questa parola parve forte contraria alla donna a quello a che di venire intendea per dovere al figliuolo la promessa servare, quantunque, sì come savia donna, molto seco medesima ne commendasse la damigella; e disse: “Come, Giannetta, se monsignor lo re, il quale è giovane cavaliere, e tu se' bellissima damigella, volesse del tuo amore alcun piacere, negherestigliele tu?” Alla quale essa subitamente rispose: “Forza mi potrebbe fare il re, ma di mio consentimento mai da me, se non quanto onesto fosse, aver non potrebbe ... Il che la donna veggendo, aperse la sua intenzione alla Giannetta ... Nella quale mortalità il maliscalco suo signore e la donna di lui e un suo figliuolo e molti altri e fratelli e nepoti e parenti tutti morirono, né altro che una damigella già da marito di lui rimase e con alcuni altri famigliari Perotto ... Per che, messosi in cammino, prima non ristette che in Londra pervenne: e quivi, cautamente domandato della donna alla quale la figliuola lasciata avea e del suo stato, trovò la Giannetta moglie del figliuolo, il che forte gli piacque e ogni sua avversità preterita reputò piccola, poi che vivi aveva ritrovati i figliuoli e in buono stato ... I fanciulli cominciarono a piagnere e a dire ch'essi volevano stare appresso a quel prod'uomo, il quale più che il lor maestro gli amava: di che e la donna e 'l conte si rise ... Erasi il conte levato, non miga a guisa di padre ma di povero uomo, a fare onore alla figliuola sì come a donna, e maraviglioso piacere veggendola avea sentito nell'animo; ma ella né allora né poi il conobbe punto, per ciò che oltre modo era trasformato da quello che esser soleva, sì come colui che vecchio e canuto e barbuto era, e magro e bruno divenuto, e più tosto un altro uomo pareva che il conte ... E veggendo la donna che i fanciulli da lui partire non si voleano, ma volendonegli partir piangevano, disse al maestro che alquanto gli lasciasse stare ...
Decameron (pagina 42)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Un solamente, il quale avea nome Bernabò Lomellin da Genova disse il contrario, affermando sé di spezial grazia da Dio avere una donna per moglie la più compiuta di tutte quelle virtù che donna o ancora cavaliere in gran parte o donzello dee avere, che forse in Italia ne fosse un'altra: per ciò che ella era bella del corpo e giovane ancora assai e destra e atante della persona, né alcuna cosa era che a donna appartenesse, sì come di lavorare lavorii di seta e simili cose, che ella non facesse meglio che alcuna altra ... Era tra questi mercatanti che così ragionavano un giovane mercatante chiamato Ambruogiuolo da Piagenza, il quale di questa ultima loda che Bernabò avea data alla sua donna cominciò a far le maggior risa del mondo; e gabbando il domandò se lo 'mperadore gli avea questo privilegio più che a tutti gli altri uomini conceduto ... Se l'uomo adunque è di maggior fermezza e non si può tenere che non condiscenda, lasciamo stare a una che 'l prieghi, ma pure a non disiderare una che gli piaccia, e, oltre al disidero, di far ciò che può acciò che con quella esser possa, e questo non una volta il mese ma mille il giorno avvenirgli: che speri tu che una donna, naturalmente mobile, possa fare a' prieghi, alle lusinghe, a' doni, a' mille altri modi che userà uno uom savio che l'ami? credi che ella si possa tenere? Certo, quantunque tu te l'affermi, io non credo che tu il creda; e tu medesimo di' che la moglie tua è femina e ch'ella è di carne e d'ossa come son l'altre ... E dicoti così, che, se io fossi presso a questa tua così santissima donna, io mi crederei in brieve spazio di tempo recarla a quello che io ho già dell'altre recate ... Ma poi che tu di' che tutte sono così pieghevoli e che 'l tuo ingegno è cotanto, acciò che io ti faccia certo della onestà della mia donna, io son disposto che mi sia tagliata la testa se tu mai a cosa che ti piaccia in cotale atto la puoi conducere; e se tu non puoi, io non voglio che tu perda altro che mille fiorin d'oro ... ” Ambruogiuolo, già in su la novella riscaldato, rispose: “Bernabò, io non so quello che io mi facessi del tuo sangue, se io vincessi; ma se tu hai voglia di vedere pruova di ciò che io ho già ragionato, metti cinquemilia fiorin d'oro de' tuoi, che meno ti deono essere cari che la testa, contro a mille de' miei; e dove tu niuno termine poni, io mi voglio obligare d'andare a Genova e infra tre mesi dal dì che io mi partirò di qui avere della tua donna fatta mia volontà, e in segno di ciò recarne meco delle sue cose più care e sì fatti e tanti indizii, che tu medesimo confesserai esser vero, sì veramente che tu mi prometterai sopra la tua fede infra questo termine non venire a Genova né scrivere a lei alcuna cosa di questa materia ... E fatta la obligagione, Bernabò rimase e Ambruogiuolo quanto più tosto poté se ne venne a Genova; e dimoratovi alcun giorno e con molta cautela informatosi del nome della contrada e de' costumi della donna, quello e più ne 'ntese che da Bernabò udito n'avea: per che gli parve matta impresa aver fatta ... Ma pure, accontatosi con una povera femina che molto nella casa usava e a cui la donna voleva gran bene, non potendola a altro inducere, con denari la corruppe e a lei in una cassa artificiata a suo modo si fece portare non solamente nella casa ma nella camera della gentil donna; e quivi, come se in alcuna parte andar volesse, la buona femina, secondo l'ordine datole da Ambruogiuolo, la raccomandò per alcun dì ... Rimasa adunque la cassa nella camera e venuta la notte, allora che Ambruogiuolo avvisò che la donna dormisse, con certi suoi ingegni apertala, chetamente nella camera uscì nella quale un lume acceso avea; per la qual cosa egli il sito della camera, le dipinture e ogni altra cosa notabile che in ...
Decameron (pagina 43)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Quindi, avvicinatosi al letto e sentendo che la donna e una piccola fanciulla che con lei era dormivan forte, pianamente scopertala tutta, vide che così era bella ignuda come vestita, ma niuno segnale da potere rapportare le vide, fuori che uno che ella n'avea sotto la sinistra poppa, ciò era un neo dintorno al quale erano alquanti peluzzi biondi come oro; e ciò veduto, chetamente la ricoperse, come che, così bella vedendola, in disiderio avesse di mettere in avventura la vita sua e coricarlesi allato ... E statosi la maggior parte della notte per la camera a suo agio, una borsa e una guarnacca d'un suo forzier trasse e alcuno anello e alcuna cintura, e ogni cosa nella cassa sua messa, egli altressi vi si ritornò e così la serrò come prima stava; e in questa maniera fece due notti senza che la donna di niente s'accorgesse ... Confessò Bernabò così essere fatta la camera come diceva e oltre a ciò sé riconoscere quelle cose veramente della sua donna essere state; ma disse lui aver potuto da alcuno de' fanti della casa sapere la qualità della camera e in simil maniera avere avute le cose; per che, se altro non dicea, non gli parea che questo bastasse a dovere aver vinto ... E Bernabò, da Parigi partitosi, con fellone animo contro alla donna verso Genova se ne venne ... E appressandosi a quella non volle in essa entrare, ma si rimase ben venti miglia lontano a essa, a una sua possessione; e un suo famigliare, in cui molto si fidava, con due cavalli e con sue lettere mandò a Genova, scrivendo alla donna come tornato era e che con colui a lui venisse; e al famiglio segretamente impose che, come in parte fosse con la donna che miglior gli paresse, senza niuna misericordia la dovesse uccidere e a lui tornarsene ... Giunto adunque il famigliare a Genova e date le lettere e fatta l'ambasciata, fu dalla donna con gran festa ricevuto; la quale la seguente mattina, montata col famigliare a cavallo, verso la sua possessione prese il cammino ... E camminando insieme e di varie cose ragionando, pervennero in un vallone molto profondo e solitario e chiuso d'alte grotte e d'alberi; il quale parendo al famigliare luogo da dovere sicuramente per sé fare il comandamento del suo signore, tratto fuori il coltello e presa la donna per lo braccio, disse: “Madonna, raccomandate l'anima vostra a Dio, ché a voi, senza passar più avanti, convien morire ... ” La donna, vedendo il coltello e udendo le parole, tutta spaventata disse: “Mercé per Dio! anzi che tu m'uccida dimmi di che io t'ho offeso, che tu uccider mi debbi ... ” A cui la donna piagnendo disse: “Ahi! mercé per Dio! non volere divenire micidiale di chi mai non t'offese, per servire altrui ... La donna, rimasa sola e sconsolata, come la notte fu venuta, contraffatta il più che poté n'andò a una villetta ivi vicina; e quivi da una vecchia procacciato quello che le bisognava, racconciò il farsetto a suo dosso, e fattol corto e fattosi della sua camiscia un paio di pannilini e i capelli tondutisi e trasformatasi tutta in forma d'un marinaro, verso il mare se ne venne, dove per avventura trovò un gentile uom catalano, il cui nome era segner En Cararh, il quale d'una sua nave, la quale alquanto di quivi era lontana, in Alba già disceso era a rinfrescarsi a una fontana ...
Decameron (pagina 44)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” “Messere, “ disse Ambruogiuolo “queste mi donò con alcuna altra cosa una gentil donna di Genova chiamata madonna Zinevra, moglie di Bernabò Lomellin, una notte che io giacqui con lei, e pregommi che per suo amore io le tenessi ... Ora risi io, per ciò che egli mi ricordò della sciocchezza di Bernabò, il quale fu di tanta follia, che mise cinquemilia fiorin d'oro contro a mille che io la sua donna non recherei a' miei piaceri: il che io feci e vinsi il pegno; e egli, che più tosto sé della sua bestialità punir dovea che lei d'aver fatto quello che tutte le femine fanno, da Parigi a Genova tornandosene, per quello che io abbia poi sentito, la fece uccidere ... E avendo Ambruogiuol detto, Sicurano, quasi essecutore del soldano, in quello rivolto a Bernabò disse: “E tu che facesti per questa bugia alla tua donna?” A cui Bernabò rispose: “Io, vinto dall'ira della perdita de' miei denari e dall'onta della vergogna che mi parea avere ricevuta dalla mia donna, la feci a un mio famigliare uccidere; e, secondo che egli mi rapportò, ella fu prestamente divorata da molti lupi ... ” Queste cose così nella presenzia del soldan dette e da lui tutte udite e intese, non sappiendo egli ancora a che Sicurano, che questo ordinato avea e domandato, volesse riuscire, gli disse Sicurano: “Signor mio, assai chiaramente potete conoscere quanto quella buona donna gloriar si possa d'amante e di marito: ché l'amante a un'ora lei priva d'onor con bugie guastando la fama sua e diserta il marito di lei; e il marito, più credulo alle altrui falsità che alla verità da lui per lunga esperienza potuta conoscere, la fa uccidere e mangiare a' lupi; e oltre a questo, è tanto il bene e l'amore che l'amico e il marito le porta, che, con lei lungamente dimorati, niun la conosce ... ” Il soldano, disposto in questa cosa di volere in tutto compiacere a Sicurano, disse che gli piacea e che facesse la donna venire ... Maravigliavasi forte Bernabò, il quale lei per fermo morta credea; e Ambruogiuolo, già del suo male indovino, di peggio avea paura che di pagar denari, né sapea che si sperare o che più temere, perché quivi la donna venisse, ma più con maraviglia la sua venuta aspettava ... Appresso questo comandò che ciò che d'Ambruogiuolo stato era fosse alla donna donato, che non era sì poco che oltre a diecemilia dobbre non valesse: e egli, fatta apprestare una bellissima festa, in quella Bernabò come marito di madonna Zinevra e madonna Zinevra sì come valorosissima donna onorò, e donolle che in gioie e che in vasellamenti d'oro e d'ariento e che in denari, quello che valse meglio d'altre diecemilia dobbre ...
Decameron (pagina 45)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Fu adunque in Pisa un giudice, più che di corporal forza dotato d'ingegno, il cui nome fu messer Riccardo di Chinzica; il quale, forse credendosi con quelle medesime opere sodisfare alla moglie che egli faceva agli studii, essendo molto ricco, con non piccola sollecitudine cercò d'avere e bella e giovane donna per moglie, dove e l'uno e l'altro, se così avesse saputo consigliar sé come altrui faceva, doveva fuggire ... Per ciò che, secondo che egli le mostrava, niun dì era che non solamente una festa ma molte non ne fossero, a reverenza delle quali per diverse cagioni mostrava l'uomo e la donna doversi abstenere da così fatti congiugnimenti, sopra questi aggiugnendo digiuni e quatro tempora e vigilie d'apostoli e di mille altri santi e venerdì e sabati e la domenica del Signore e la quaresima tutta, e certi punti della luna e altre eccezion molte, avvisandosi forse che così feria far si convenisse con le donne nel letto, come egli faceva talvolta piatendo alle civili ... E questa maniera, non senza grave malinconia della donna, a cui forse una volta ne toccava il mese e appena, lungamente tenne, sempre guardandola bene, non forse alcuno altro le 'nsegnasse conoscere li dì da lavorare, come egli l'aveva insegnate le feste ... Avvenne che, essendo il caldo grande, a messer Riccardo venne disidero d'andarsi a diportare a un suo luogo molto bello vicino a Monte Nero, e quivi per prendere aere dimorarsi alcun giorno, e con seco menò la sua bella donna ... E mentre che essi più attenti stavano a riguardare, subito una galeotta di Paganin da Mare, allora molto famoso corsale, sopravenne e, vedute le barche, si dirizzò a loro; le quali non poteron sì tosto fuggire, che Paganin non giugnesse quella ove eran le donne: nella quale veggendo la bella donna, senza altro volerne, quella, veggente messer Riccardo che già era in terra, sopra la sua galeotta posta andò via ... Poi a certo tempo pervenuto agli orecchi di messer Riccardo dove la sua donna fosse, con ardentissimo disidero, avvisandosi niuno interamente saper far ciò che a ciò bisognava, esso stesso dispose d'andar per lei, disposto a spendere per lo riscatto di lei ogni quantità di denari: e, messosi in mare, se n'andò a Monaco e quivi la vide e ella lui, la quale poi la sera a Paganino il disse e lui della sua intenzione informò ... La seguente mattina messer Riccardo, veggendo Paganino, con lui s'accontò e fece in poca d'ora una gran dimestichezza e amistà, infignendosi Paganino di conoscerlo e aspettando a che riuscir volesse; per che, quando tempo parve a messer Riccardo, come meglio seppe e il più piacevolmente la cagione per la quale venuto era gli discoperse, pregandolo che quello che gli piacesse prendesse e la donna gli rendesse ...
Decameron (pagina 46)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” La donna rivolta a lui, un cotal pocolin sorridendo, disse: “Messere, dite voi a me? Guardate che voi non m'abbiate colta in iscambio, ché, quanto è io, non mi ricordo che io vi vedessi giammai ... ” La donna disse: “Messere, voi mi perdonerete: forse non è egli così onesta cosa a me, come voi v'immaginate, il molto guardarvi, ma io v'ho nondimeno tanto guardato, che io conosco che io mai più non vi vidi ... Paganin disse che gli piacea, sì veramente che egli non la dovesse contra suo piacere basciare; e alla donna comandò che con lui in camera andasse e udisse ciò che egli volesse dire e come le piacesse gli rispondesse ... Andatisene adunque in camera la donna e messer Riccardo soli, come a sedere si furon posti, incominciò messer Riccardo a dire: “Deh, cuore del corpo mio, anima mia dolce, speranza mia, or non riconosci tu Riccardo tuo che t'ama più che se medesimo? come può questo esser? son io così trasfigurato? deh, occhio mio bello, guatami pure un poco ... ” La donna incominciò a ridere e senza lasciarlo dir più disse: “Ben sapete che io non sono sì smimorata, che io non conosca che voi siete messer Riccardo di Chinzica mio marito; ma voi, mentre che io fui con voi, mostraste assai male di conoscer me, per ciò che se voi eravate savio o sete, come volete esser tenuto, dovavate bene avere tanto conoscimento, che voi dovavate vedere che io era giovane e fresca e gagliarda, e per conseguente cognoscere quello che alle giovani donne, oltre al vestire e al mangiare, benché elle per vergogna nol dicano, si richiede: il che come voi il faciavate, voi il vi sapete ... ” Messer Riccardo, udendo queste parole, sosteneva dolore incomportabile, e disse, poi che lei tacer vide: “Deh, anima mia dolce, che parole son quelle che tu di'? or non hai tu riguardo all'onore de' parenti tuoi e al tuo? vuoi tu innanzi star qui per bagascia di costui e in peccato mortale, che a Pisa mia moglie? Costui, quando tu gli sarai rincresciuta, con gran vitupero di te medesima ti caccerà via: io t'avrò sempre cara e sempre, ancora che io non volessi, sarai donna della casa mia ... ” A cui la donna rispose: “Del mio onore non intendo io che persona, ora che non si può, sia più di me tenera: fosserne stati i parenti miei quando mi diedero a voi! Li quali se non furono allora del mio, io non intendo d'essere al presente del loro; e se io ora sto in peccato mortaio, io starò quando che sia in imbeccato pestello: non ne siate più tenero di me ... E ultimamente, senza alcuna cosa aver fatta, lasciata la donna, a Pisa si ritornò; e in tanta mattezza per dolor cadde, che andando per Pisa, a chiunque il salutava o d'alcuna cosa il domandava, niuna altra cosa rispondeva, se non: “Il mal furo non vuol festa”; e dopo non molto tempo si morì ... Il che Paganin sentendo e conoscendo l'amore che la donna gli portava, per sua legittima moglie la sposò, e senza mai guardar festa o vigilia o far quaresima, quanto le gambe ne gli poteron portare lavorarono e buon tempo si diedono ...
Decameron (pagina 51)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Preso adunque un picciolissimo lume in una lanternetta, se n'andò in una lunghissima casa che nel suo palagio era sopra le stalle de' cavalli, nella quale quasi tutta la sua famiglia in diversi letti dormiva; e estimando che, qualunque fosse colui che ciò fatto avesse che la donna diceva, non gli fosse potuto ancora il polso e 'l battimento del cuore, per lo durato affanno, potuto riposare, tacitamente, cominciato dall'un de' capi della casa, a tutti cominciò a andar toccando il petto per sapere se gli battesse ... ” Un altro gli avrebbe voluti far collare, martoriare, essaminare e domandare; e ciò faccendo avrebbe scoperto quello che ciascun dee andar cercando di ricoprire, e essendosi scoperto, ancora che intera vendetta n'avesse presa, non iscemata ma molto cresciuta n'avrebbe la sua vergogna e contaminata l'onestà della donna sua ... – 3 Sotto spezie di confessione e di purissima conscienza una donna innamorata d'un giovane induce un solenne frate, senza avvedersene egli, a dar modo che il piacer di lei avesse intero effetto ... Taceva già Pampinea, e l'ardire e la cautela del pallafreniere era da' più di loro stata lodata e similmente il senno del re, quando la reina, a Filomena voltatasi, le 'mpose il seguitare: per la qual cosa Filomena vezzosamente così incominciò a parlare: –Io intendo di raccontarvi una beffa che fu da dovero fatta da una bella donna a uno solenne religioso, tanto più a ogni secolar da piacere, quanto essi, il più stoltissimi e uomini di nuove maniere e costumi, si credono più che gli altri in ogni cosa valere e sapere, dove essi di gran lunga sono da molto meno, sì come quegli che, per viltà d'animo non avendo argomento come gli altri uomini di civanzarsi, si rifuggono dove aver possano da mangiar, come 'l porco ... Nella nostra città, più d'inganni piena che d'amore o di fede, non sono ancora molti anni passati, fu una gentil donna di bellezze ornata e di costumi, d'altezza d'animo e di sottili avvedimenti quanto alcuna altra dalla natura dotata, il cui nome, né ancora alcuno altro che alla presente novella appartenga come che io gli sappia, non intendo di palesare, per ciò che ancora vivon di quegli che per questo si caricherebber di sdegno, dove di ciò sarebbe con risa da trapassare ... Costei adunque, d'alto legnaggio veggendosi nata e maritata a uno artefice lanaiuolo, per ciò che artefice era non potendo lo sdegno dell'animo porre in terra, per lo quale stimava niuno uomo di bassa condizione, quantunque ricchissimo fosse, esser di gentil donna degno, e veggendo lui ancora con tutte le sue ricchezze da niuna altra cosa essere più avanti che da sapere divisare un mescolato o fare ordire una tela o con una filatrice disputar del filato, propose di non voler de' suoi abbracciamenti in alcuna maniera se non in quanto negare non gli potesse, ma di volere a sodisfazione di se medesima trovare alcuno il quale più di ciò che il lanaiuolo le paresse che fosse degno ... Il frate, vedendola e estimandola gentil donna, l'ascoltò volentieri; e essa dopo la confession disse: “Padre mio, a me conviene ricorrere a voi per aiuto e per conseglio di ciò che voi udirete ...
Decameron (pagina 52)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il santo frate comprese incontanente che di colui dicesse di cui veramente diceva, e commendata molto la donna di questa sua disposizion buona, fermamente credendo quello esser vero che ella diceva, le promise d'operar sì e per tal modo che più da quel cotale non le sarebbe dato noia; e conoscendola ricca molto le lodò l'opera della carità e della limosina, il suo bisogno raccontandole ... A cui la donna disse: “Io ve ne priego per Dio; e s'egli questo negasse, sicuramente gli dite che io sia stata quella che questo v'abbia detto e siamivene doluta ... Al santo frate non dopo molto, sì come usato era, venne il valente uomo; col quale poi che d'una cosa e d'altra ebbero insieme alquanto ragionato, tiratol da parte, per assai cortese modo il riprese dello intendere e del guardare che egli credeva che esso facesse a quella donna, sì come ella gli avea dato a intendere ... ” Il valente uomo, più accorto che 'l santo frate, senza troppo indugio la sagacità della donna comprese, e mostrando alquanto di vergognarsi disse di più non intramettersene per innanzi; e dal frate partitosi, dalla casa n'andò della donna, la quale sempre attenta stava a una picciola finestretta per doverlo vedere se vi passasse ... E vedendol venire, tanto lieta e tanto graziosa gli si mostrò, che egli assai ben poté comprendere sé avere il vero compreso dalle parole del frate; e da quel dì innanzi assai cautamente, con suo piacere e con grandissimo diletto e consolazion della donna, faccendo sembianti che altra faccenda ne fosse cagione, continuò di passar per quella contrada ... Ma la donna dopo alquanto, già accortasi che ella a costui così piacea come egli a lei, disiderosa di volerlo più accendere e certificare dell'amore che ella gli portava, preso luogo e tempo, al santo frate se ne tornò, e postaglisi nella chiesa a sedere a' piedi a piagnere incominciò ... La donna rispose: “Padre mio, le novelle che io ho non sono altre che di quello maladetto da Dio vostro amico, di cui io mi vi ramaricai l'altrieri, per ciò che io credo che egli sia nato per mio grandissimo stimolo e per farmi far cosa, che io non sarò mai lieta né mai ardirò poi di più pormivi a' piedi ... ” “Come!” disse il frate “non s'è egli rimaso di darti più noia?” “Certo no, “ disse la donna “anzi, poi che io mi ve ne dolfi, quasi come per un dispetto, avendo forse avuto per male che io mi ve ne sia doluta, per ogni volta che passar vi solea credo poscia vi sia passato sette ... E appresso questo, sì come a padre mi vi scuso che, s'egli di questo non si rimane, io il dirò al marito mio e a' fratei miei, e avvegnane che può; ché io ho molto più caro che egli riceva villania, se ricevere ne la dee, che io abbia biasimo per lui: frate, bene sta!” E detto questo, tuttavia piagnendo forte, si trasse di sotto alla guarnacca una bellissima e ricca borsa con una leggiadra e cara cinturetta e gittolle in grembo al frate; il quale, pienamente credendo ciò che la donna dicea, turbato oltre misura le prese e disse: “Figliuola, se tu di queste cose ti crucci, io non me ne maraviglio né te ne so ripigliare, ma lodo molto che tu in questo seguiti il mio consiglio ... ” La donna fece sembiante di riconfortarsi alquanto e lasciate queste parole, come colei che l'avarizia sua e degli altri conoscea, disse: “Messere, a queste notti mi sono appariti più miei parenti, e parmi che egli sieno in grandissime pene e non dimandino altro che limosine, e spezialmente la mamma mia, la qual mi par sì afflitta e cattivella, che è una pietà a vedere ... E partita la donna, non accorgendosi che egli era uccellato, mandò ...
Decameron (pagina 53)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... per l'amico suo: il quale venuto, e vedendol turbato, incontanente s'avisò che egli avrebbe novelle dalla donna, e aspettò che dir volesse il frate ... Il quale, ripetendogli le parole altre volte dettegli e di nuovo ingiuriosamente e crucciato parlandogli, il riprese molto di ciò che detto gli avea la donna che egli doveva aver fatto ... Il valente uomo, che ancor non vedea a che il frate riuscir volesse, assai tiepidamente negava sé aver mandata la borsa e la cintura, acciò che al frate non togliesse fede di ciò, se forse data gliele avesse la donna ... Il valente uomo, lietissimo e della certezza che aver gli parea dell'amor della donna e del bel dono, come dal frate partito fu, in parte n'andò dove cautamente fece alla sua donna vedere che egli avea e l'una e l'altra cosa: di che la donna fu molto contenta e più ancora per ciò che le parea che 'l suo avviso andasse di bene in meglio ... E come egli fu la mattina montato a cavallo e andato via, così la donna n'andò al santo frate e dopo molte querimonie piagnendo gli disse: “Padre mio, or vi dich'io bene che io non posso più sofferire: ma per ciò che l'altrieri io vi promisi di niuna cosa farne che io prima nol vi dicessi, son venuta a iscusarmivi ... A cui la donna rispose: “Lodato sia Idio, se io non conosco ancor lui da un altro! Io vi dico che fu egli, e perché egli il negasse non gliele credete ... ” “Ora ecco” disse la donna “per questa volta io non vi voglio turbare né disubidire, ma sì adoperate che egli si guardi di più noiarmi, ché io vi prometto di non tornar più per questa cagione a voi”; e senza più dire, quasi turbata, dal frate si partì ... Né era appena ancor fuor della chiesa la donna, che il valente uom sopravenne e fu chiamato dal frate; al quale, da parte tiratolo, esso disse la maggior villania che mai a uomo fosse detta, disleale e spergiuro e traditore chiamandolo ... ” “Egli è il vero” disse il frate “che il messo me ne è giunto: io m'aviso che tu ti credesti, per ciò che il marito non c'era, che la gentil donna ti dovesse incontanente ricevere in braccio ... Hi, meccere: ecco onesto uomo! è divenuto andator di notte, apritor di giardini e salitor d'alberi! Credi tu per improntitudine vincere la santità di questa donna, che le vai alle finestre su per gli alberi la notte? Niuna cosa è al mondo che a lei dispiaccia come fai tu: e tu pur ti vai riprovando! In verità, lasciamo stare che ella te l'abbia in molte cose mostrato, ma tu ti se' molto bene ammendato per li miei gastigamenti! Ma così ti vo' dire: ella ha infino a qui, non per amore che ella ti porti ma a instanzia de' prieghi miei, taciuto di ciò che fatto hai; ma essa non tacerà più: conceduta l'ho la licenzia che, se tu più in cosa alcuna le spiaci, che ella faccia il parer suo ... Che farai tu se ella il dice a' fratelli?” –Il valente uomo, avendo assai compreso di quello che gli bisognava, come meglio seppe e poté con molte ampie promesse racchetò il frate; e da lui partitosi, come il matutino della seguente notte fu, così egli nel giardino entrato e su per l'albero salito e trovata la finestra aperta se n'entrò nella camera, e come più tosto poté nelle braccia della sua bella donna si mise ... Poi che Filomena, finita la sua novella, si tacque, avendo Dioneo con dolci parole molto lo 'ngegno della donna commendato e ancora la preghiera da Filomena ultimamente fatta, la reina ridendo guardò verso Panfilo e disse:–Ora appresso, Panfilo, continua con alcuna piacevol cosetta il nostro diletto ...
Decameron (pagina 54)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Secondo che io udi' già dire, vicino di San Brancazio stette un buono uomo e ricco, il quale fu chiamato Puccio di Rinieri, che poi essendo tutto dato allo spirito si fece bizzoco di quegli di san Francesco e fu chiamato frate Puccio: e seguendo questa sua vita spiritale, per ciò che altra famiglia non avea che una donna e una fante, né per questo a alcuna arte attender gli bisognava, usava molto la chiesa ... E per ciò che costui ogni suo dubbio molto ben gli solvea e, oltre a ciò, avendo la sua condizion conosciuta gli si mostrava santissimo, se lo incominciò frate Puccio a menare talvolta a casa e a dargli desinare e cena, secondo che fatto gli venia; e la donna altressì per amor di fra Puccio era sua dimestica divenuta e volentier gli faceva onore ... E dopo molto gli venne pensato un modo da dovere potere essere con la donna in casa sua senza sospetto, non obstante che fra Puccio in casa fosse ... La donna intese troppo bene, per lo star fermo infino a matutino senza muoversi, ciò che il monaco voleva dire; per che, parendole assai buon modo, disse che di questo e d'ogni altro bene che egli per l'anima sua faceva ella era contenta, e che, acciò che Idio gli facesse la sua penitenzia profittevole, ella voleva con essolui digiunare ma fare altro no ... Rimasi adunque in concordia, venuta la domenica frate Puccio cominciò la sua penitenza; e messer lo monaco, convenutosi con la donna, a ora che veduto non poteva essere, le più delle sere con lei se ne veniva a cenare, seco sempre recando e ben da mangiare e ben da bere; poi con lei si giaceva infino all'ora del matutino, al quale levandosi se n'andava e frate Puccio tornava a letto ... Era il luogo, il quale frate Puccio aveva alla sua penitenzia eletto, allato alla camera nella quale giaceva la donna, né da altro era da quella diviso che da un sottilissimo muro; per che, ruzzando messer lo monaco troppo con la donna alla scapestrata e ella con lui, parve a frate Puccio sentire alcuno dimenamento di palco della casa; di che, avendo già detti cento de' suo paternostri, fatto punto quivi, chiamò la donna senza muoversi e domandolla ciò che ella faceva ... La donna, che motteggevole era molto, forse cavalcando allora la bestia di san Benedetto o vero di san Giovanni Gualberto, rispose: “Gnaffé, marito mio, io mi dimeno quanto io posso ...
Decameron (pagina 55)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La donna ridendo (e di buon'aria e valente donna era e forse avendo cagion di ridere) rispose: “Come non sapete voi quello che questo vuol dire? Ora io ve l'ho udito dire mille volte: «Chi la sera non cena, tutta notte si dimena» ... ” Disse allora la donna: “Non ve ne caglia, no; io so ben ciò ch'io mi fo: fate pur ben voi, ché io farò ben io se io potrò ... ” Stettesi adunque cheto frate Puccio e rimise mano a' suoi paternostri; e la donna e messer lo monaco da questa notte innanzi, fatto in altra parte della casa ordinare un letto, in quello quanto durava il tempo della penitenza di frate Puccio con grandissima festa si stavano; e a una ora il monaco se n'andava e la donna al suo letto tornava, e poco stante dalla penitenzia a quello se ne venia frate Puccio ... Continuando adunque in così fatta maniera il frate la penitenzia e la donna col monaco il suo diletto, più volte motteggiando disse con lui: “Tu fai fare la penitenzia a frate Puccio, per la quale noi abbiamo guadagnato il Paradiso ... ” E parendo molto bene stare alla donna, sì s'avezzò a' cibi del monaco, che, essendo dal marito lungamente stata tenuta in dieta, ancora che la penitenzia di frate Puccio si consumasse, modo trovò di cibarsi in altra parte con lui e con discrezione lungamente ne prese il suo piacere ... – 5 Il Zima dona a messer Francesco Vergellesi un suo pallafreno, e per quello con licenza di lui parla alla sua donna; e ella tacendo, egli in persona di lei si risponde, e secondola sua risposta poi l'effetto segue ... Era allora un giovane in Pistoia il cui nome era Ricciardo, di picciola nazione ma ricco molto, il quale sì ornato e sì pulito della persona andava, che generalmente da tutti era chiamato il Zima; e avea lungo tempo amata e vagheggiata infelicemente la donna di messer Francesco, la quale era bellissima e onesta molto ... Ora aveva costui un de' più belli pallafren di Toscana e avevalo molto caro per la sua bellezza; e essendo a ogni uom publico lui vagheggiare la moglie di messer Francesco, fu chi gli disse che, se egli quello addimandasse, che egli l'avrebbe per l'amore il quale il Zima alla sua donna portava ... Il Zima udendo ciò, gli piacque e rispose al cavaliere: “Messer, se voi mi donaste ciò che voi avete al mondo, voi non potreste per via di vendita avere il mio pallafreno, ma in dono il potreste voi bene avere, quando vi piacesse, con questa condizione: che io, prima che voi il prendiate, possa con la grazia vostra e in vostra presenzia parlare alquante parole alla donna vostra, tanto da ogni uom separato che io da altrui che da lei udito non sia ... ” Il cavaliere, da avarizia tirato e sperando di dover beffar costui, rispose che gli piaceva e quantunque egli volesse; e lui nella sala del suo palagio lasciato, andò nella camera alla donna e, quando detto l'ebbe come agevolmente poteva il pallafren guadagnare, le 'mpose che a udire il Zima venisse ma ben si guardasse che a niuna cosa che egli dicesse rispondesse né poco né molto ... La donna biasimò molto questa cosa, ma pure, convenendole seguire i piaceri del marito, disse di farlo: e appresso al marito andò nella sala a udire ciò che il Zima volesse dire ... Il quale, avendo col cavaliere i patti rifermati, da una parte della sala assai lontano da ogni uomo con la donna si pose a sedere e così cominciò a dire: “Valorosa donna, egli mi pare esser certo che voi siete sì savia, che assai bene, già è gran tempo, avete potuto comprendere a quanto amor portarvi m'abbia condotto la vostra bellezza, la quale senza alcun fallo trapassa ciascuna altra che veder mi paresse giammai, lascio stare de' costumi laudevoli e delle virtù singulari che in voi sono, le quali avrebbon forza di pigliare ciascuno alto animo di qualunque uomo ... E per ciò non bisogna che io vi dimostri con parole quello essere stato il maggiore e il più fervente che mai uomo a alcuna donna portasse: e così sarà mentre la mia misera vita sosterrà questi membri, e ancor più, ché, se di là come di qua s'ama, in perpetuo v'amerò ...
Decameron (pagina 56)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” E quinci tacendo, alquante lagrime dietro a profondissimi sospiri mandate per gli occhi fuori, cominciò a attender quello che la gentil donna gli rispondesse ... La donna, la quale il lungo vagheggiare, l'armeggiare, le mattinate l'altre cose simili a queste, per amor di lei fatte dal Zima, muovere non avean potuto, mossero l'affettuose parole dette dal ferventissimo amante: e cominciò a sentire ciò che prima mai non aveva sentito, cioè che amor si fosse ... E cominciò in forma della donna, udendolo ella, a rispondere a se medesimo in cotal guisa: “Zima mio, senza dubbio gran tempo ha che io m'acorsi il tuo amor verso me esser grandissimo e perfetto, e ora per le tue parole molto maggiormente il conosco e sonne contenta, sì come io debbo ... ” Come il Zima in persona della donna ebbe così parlato, e egli incominciò per sé a parlare e così rispose: “Carissima donna, egli è per soverchia letizia della vostra buona risposta sì ogni mia vertù occupata, che appena posso a rendervi debite grazie formar la risposta; e se io pur potessi come io disidero favellare, niun termine è sì lungo che mi bastasse a pienamente potervi ringraziare come io vorrei e come a me di far si conviene; e per ciò nella vostra discreta considerazion si rimanga a cognoscer quello che io disiderando fornir con parole non posso ... Or qui non resta a dire al presente altro; e però, carissima mia donna, Dio vi dea quella allegrezza e quel bene che voi disiderate il maggiore, e a Dio v'acomando ... ” Per tutto questo non disse la donna una sola parola; laonde il Zima si levò suso e verso il cavaliere cominciò a tornare, il quale veggendolo levato gli si fece incontro e ridendo disse: “Che ti pare? Ho t'io bene la promessa servata?” “Messer no, “ rispose il Zima “ché voi mi prometteste di farmi parlar con la donna vostra, e voi m'avete fatto parlar con una statua di marmo ... ” Questa parola piacque molto al cavaliere, il quale, come che buona oppinione avesse della donna, ancora ne la prese migliore; e disse: “Omai è ben mio il pallafren che fu tuo ... La donna, rimasa libera nella sua casa, ripensando alle parole del Zima e all'amore il quale le portava e al pallafreno per l'amor di lei donato e veggendol da casa sua molto spesso passare, disse seco medesima: “Che fo io? perché perdo io la mia giovanezza? Questi se ne è andato a Melano e non tornerà di questi sei mesi; e quando me gli ristorerà egli giammai? quando io sarò vecchia? E oltre a questo, quando troverò io mai un così fatto amante come è il Zima? Io son sola, né ho d'alcuna persona paura: io non so perché io non mi prendo questo buon tempo mentre che io posso ... ” E così seco medesima consigliata, un di puose due asciugatoi alla finestra del giardino, come il Zima aveva detto; li quali il Zima vedendo, lietissimo, come la notte fu venuta, segretamente e solo se n'andò all'uscio del giardino della donna e quello trovò aperto: e quindi n'andò a un altro uscio che nella casa entrava dove trovò la gentil donna che l'aspettava ... Amando adunque Ricciardo Minutolo questa Catella, e tutte quelle cose operando per le quali la grazia e l'amor d'una donna si dee potere ...
Decameron (pagina 57)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ricciardo, udito della gelosia di Catella, subitamente prese consiglio a' suoi piaceri e cominciò a mostrarsi dell'amor di Catella disperato e per ciò in un'altra gentil donna averlo posto: e per amor di lei cominciò a mostrar d'armeggiare e di giostrare e di far tutte quelle cose le quali per Catella soleva fare ... Né guari di tempo ciò fece che quasi a tutti i napoletani, e a Catella altressì, era nell'animo che non più Catella ma questa seconda donna sommamente amasse: e tanto in questo perseverò, che sì per fermo da tutti si teneva, che, non ch'altri, ma Catella lasciò una salvatichezza che con lui avea dell'amor che portarle solea, e dimesticamente come vicino, andando e vegnendo il salutava come faceva gli altri ... A lungo andare, essendo l'una donna andata in qua e l'altra in là, come si fa in quei luoghi, essendo Catella con poche rimasa quivi dove Ricciardo era, gittò Ricciardo verso lei un motto d'un certo amore di Filippello suo marito, per lo quale ella entrò in subita gelosia e dentro cominciò a arder tutta di disidero di sapere ciò che Ricciardo volesse dire ... E poi che alquanto tenuta si fu, non potendo più tenersi, pregò Ricciardo che, per amor di quella donna la quale egli più amava, gli dovesse piacere di farla chiara di ciò che detto aveva di Filippello ... ” Alla donna piacque questo che egli addomandava e più il credette esser vero e giurogli di mai non dirlo ... Ma ora, forse aspettando tempo quando ha creduto che io abbia men di sospetto, mostra di volere fare a me quello che io dubito che egli non tema che io facessi a lui, cioè di volere al suo piacere avere la donna mia; e per quello che io truovo, egli l'ha da non troppo tempo in qua segretissimamente con più ambasciate sollecitata, le quali io ho tutte da lei risapute, e ella ha fatte le risposte secondo che io l'ho imposto ... Ma pure stamane, anzi che io qui venissi, io trovai con la donna mia in casa una femina a stretto consiglio, la quale io credetti incontanente che fosse ciò che ella era, per che io chiamai la donna mia e la dimandai quello che colei dimandasse ... E acciò che voi non credeste queste esser parole e favole, ma il poteste, quando voglia ve ne venisse, apertamente e vedere e toccare, io feci fare alla donna mia a colei che l'aspettava questa risposta, che ella era presta d'esser domane in su la nona, quando la gente dorme, a questo bagno; di che la femina contentissima si parti da lei ... ” Catella, udendo questo, senza avere alcuna considerazione a chi era colui che gliele dicea o a' suoi inganni, secondo il costume de' gelosi subitamente diede fede alle parole, e certe cose state davanti cominciò a attare a questo fatto; e di subita ira accesa, rispose che questo farà ella certamente, non era egli sì gran fatica a fare, e che fermamente, se egli vi venisse, ella gli farebbe sì fatta vergogna, che sempre che egli alcuna donna vedesse gli si girerebbe per lo capo ... La donna, udite le parole di Ricciardo e a quelle data più fede che non le bisognava, piena di sdegno tornò la sera a casa, dove per avventura Filippello pieno d'altro pensiero similmente tornò, né le fece forse quella dimestichezza che era usato di fare ... Il che ella vedendo, entrò in troppo maggior sospetto che ella non era, seco medesima dicendo: “Veramente costui ha l'animo a quella donna con la qual domane si crede aver piacere e diletto, ma fermamente questo non avverrà ... A cui la buona femina ammaestrata da Ricciardo disse: “Sete voi quella donna che gli dovete venire a ...
Decameron (pagina 58)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma poi che a Catella parve tempo di dovere il conceputo sdegno mandar fuori, così di fervente ira accesa cominciò a parlare: “Ahi quanto è misera la fortuna delle donne e come è male impiegato l'amor di molte ne' mariti! Io, misera me, già sono otto anni, t'ho più che la mia vita amato, e tu, come io sentito ho, tutto ardi e consumiti nell'amore d'una donna strana, reo e malvagio uom che tu se'! Or con cui ti credi tu essere stato? Tu se' stato con colei la quale con false lusinghe tu hai, già è assai, ingannata mostrandole amore e essendo altrove innamorato ... Oimè, misera me! a cui ho io cotanti anni portato cotanto amore? A questo can disleale che, credendosi in braccio avere una donna strana, m'ha più di carezze e d'amorevolezze fatte in questo poco tempo che qui stata son con lui, che in tutto l'altro rimanente che stata son sua ... Or non sono io, malvagio uomo, così bella come sia la moglie di Ricciardo Minutolo? non sono io così gentil donna? ché non rispondi, sozzo cane? che ha colei più di me? Fatti in costà, non mi toccare, ché tu hai troppo fatto d'arme per oggi ... ” Ora le parole furono assai e il ramarichio della donna grande: pure alla fine Ricciardo, pensando che se andare ne lasciasse con questa credenza molto di male ne potrebbe seguire, diliberò di palesarsi e di trarla dello inganno nel quale era; e recatasela in braccio e presala bene sì che partire non si poteva, disse: “Anima mia dolce, non vi turbate: quello che io semplicemente amando aver non potei, Amor con inganno m'ha insegnato avere, e sono il vostro Ricciardo ... E conoscendo allora la donna quanto più saporiti fossero i basci dell'amante che quegli del marito, voltata la sua durezza in dolce amore verso Ricciardo, tenerissimamente da quel giorno innanzi l'amò, e savissimamente operando molte volte goderono del loro amore ... – 7 Tedaldo, turbato con una sua donna, si parte di Firenze; tornavi in forma di peregrino dopo alcun tempo, parla con la donna e falla del suo error e conoscente, e libera il marito di lei ...
Decameron (pagina 59)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... da morte, ché lui gli era provato che aveva ucciso, e co' fratelli il pacefica; e poi saviamente con la sua donna si gode ... Già si taceva Fiammetta lodata da tutti, quando la reina, per non perder tempo, prestamente a Emilia commise il ragionare; la quale incominciò: –A me piace nella nostra città ritornare, donde alle due passate piacque di dipartirsi, e come un nostro cittadino la sua donna perduta racquistasse mostrarvi ... Fu adunque in Firenze un nobile giovane il cui nome fu Tedaldo degli Elisei, il quale d'una donna, monna Ermellina chiamata e moglie d'uno Aldobrandino Palermini, innamorato oltre misura per li suoi laudevoli costumi, meritò di godere del suo disiderio ... Al qual piacere la fortuna, nemica de' felici, s'oppose: per ciò che, qual che la cagion si fosse, la donna, avendo di sé a Tedaldo compiaciuto un tempo, del tutto si tolse dal volergli più compiacere, né a non volere non solamente alcuna sua ambasciata ascoltare ma veder in alcuna maniera: di che egli entrò in fiera malinconia e ispiacevole, ma sì era questo suo amor celato, che della sua malinconia niuno credeva ciò essere la cagione ... Nelle quali faccende, ancora che spesso della sua crudel donna si ricordasse e fieramente fosse da amor trafitto e molto disiderasse di rivederla, fu di tanta constanza che sette anni vinse quella battaglia ... Ma avvenne che, udendo egli un dì in Cipri cantare una canzone già da lui stata fatta, nella quale l'amore che alla sua donna portava e ella a lui e il piacere che di lei aveva si raccontava, avvisando questo non dover potere essere che ella dimenticato l'avesse, in tanto disidero di rivederla s'accese, che, più non potendo soffrir, si dispose a tornare a Firenze ... E, messa ogni sua cosa in ordine, se ne venne con un suo fante solamente a Ancona; dove essendo ogni sua roba giunta, quella ne mandò a Firenze a alcuno amico dell'ancontano suo compagno, e egli celatamente, in forma di pellegrino che dal Sepolcro venisse, col fante suo se ne venne appresso; e in Firenze giunti, se ne andò a uno alberghetto di due fratelli che vicino era alla casa della sua donna ... E avendo sentito che la donna era viva e sana, essendo già notte, pieno di varii pensieri se ne tornò all'albergo; e poi che cenato ebbe insieme col fante suo quasi nel più alto della casa fu messo a dormire ... ” E questo detto con la donna, che forte di ciò si mostrò lieta, se ne scesono e andarsi a dormire ... E come levato fu la mattina, lasciato il suo fante, quando tempo gli parve, solo se n'andò verso la casa della sua donna ... E per ventura trovata la porta aperta, entrò dentro e vide la sua donna sedere in terra in una saletta terrena che ivi era, e era tutta piena di lagrime e d'amaritudine; e quasi per compassione ne lagrimò, e avvicinatolesi disse: “Madonna, non vi tribolate: la vostra pace è vicina ... ” La donna, udendo costui, levò alto il viso e piangendo disse: “Buon uomo, tu mi pari un pellegrin forestiere: che sai tu di pace o di mia afflizione?” Rispose allora il pellegrino: “Madonna, io son di Constantinopoli e giungo testé qui mandato da Dio a convertir le vostre lagrime in riso e a liberare da morte il vostro marito ... ” “Come, “ disse la donna “se tu di Constantinopoli se' e giugni pur testé qui, sai tu chi mio marito o io ci siamo?” Il pellegrino, di capo fattosi, tutta la istoria dell'angoscia d'Aldobrandino raccontò e a lei disse chi ella era, quanto tempo stata maritata e altre cose assai, le quali egli molto ben sapeva, de' fatti suoi ... Di che la donna si maravigliò forte e avendolo per uno profeta gli s'inginocchiò a' piedi, per Dio pregandolo che, se per la salute d'Aldobrandino era venuto, che egli s'avacciasse per ciò che il tempo era brieve ...
Decameron (pagina 60)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Disse allora la donna: “Messere, io ho peccati assai, né so qual Domenedio più un che un altro si voglia che io m'amendi; e per ciò, se voi il sapete, ditelmi, e io ne farò ciò che io potrò per ammendarlo ... Ditemi, ricordavi egli che voi mai aveste alcuno amante?” La donna, udendo questo, gittò un gran sospiro e maravigliossi forte, non credendo che mai alcuna persona saputo l'avesse, quantunque di que' dì, che ucciso era stato colui che per Tedaldo fu sepellito, se ne bucinasse per certe parolette non ben saviamente usate dal compagno di Tedaldo che ciò sapea; e rispose: “Io veggio che Idio vi dimostra tutti i segreti degli uomini, e per ciò io son disposta a non celarvi i miei ... Ma ditemi: qual fu la cagione per la quale voi con lui vi turbaste? offesevi egli giammai?” A cui la donna rispose: “Certo no che egli non m'offese mai, ma la cagione del cruccio furono le parole d'un maladetto frate dal quale io una volta mi confessai; per ciò che, quando io gli dissi l'amore il quale io a costui portava e la dimestichezza che io aveva seco, mi fece un romore in capo che ancor mi spaventa, dicendomi che, se io non me ne rimanessi, io n'andrei in bocca del diavolo nel profondo del Ninferno e sarei messa nel fuoco pennace ...
Decameron (pagina 61)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... L'usare la dimestichezza d'uno uomo una donna è peccato naturale: il rubarlo o ucciderlo o il discacciarlo da malvagità di mente procede ... Niuna cosa fu mai tanto onorata, tanto essaltata, tanto magnificata quanto eravate voi sopra ogni altra donna, quanto eravate voi da lui se in parte si trovava dove onestamente e senza generar sospetto di voi potea favellare ... ” Aveva il pellegrino le sue parole finite, quando la donna, che attentissimamente le raccoglieva per ciò che verissime le parevan le sue ragioni e sé per certo per quel peccato, a lui udendol dire, estimava tribolata, disse: “Amico di Dio, assai conosco vere le cose le quali ragionate e in gran parte per la vostra dimostrazione conosco chi sieno i frati, infino a ora da me tutti santi tenuti ... ” Disse allora la donna: “Guardate che voi diciate; io il vidi morto davanti alla mia porta di più punte di coltello e ebbilo in queste braccia e di molte mie lagrime gli bagnai il morto viso, le quali forse furon cagione di farne parlare quello cotanto che parlato se n'è disonestamente ... ” La donna allora disse: “Questo fo io e farò volentieri; né cosa potrebbe avvenire che simile letizia mi fosse, che sarebbe il vedere il mio marito libero senza danno e Tedaldo vivo ... ” Parve allora a Tedaldo tempo di palesarsi e di confortar la donna con più certa speranza del suo marito, e disse: “Madonna, acciò che io vi consoli del vostro marito, un gran segreto mi vi convien di mostrare, il quale guarderete che per la vita vostra voi mai non manifestiate ... ” Essi erano in parte assai rimota e soli, somma confidenzia avendo la donna presa della santità che nel pellegrino le pareva che fosse; per che Tedaldo, tratto fuori uno anello guardato da lui con somma diligenza, il quale la donna gli avea donato l'ultima notte che con lei era stato, e mostrandogliele, disse: “Madonna, conoscete voi questo?” Come la donna il vide, così il riconobbe e disse: “Messer sì, io il donai già a Tedaldo ... ” Il pellegrino allora, levatosi in piè e prestamente la schiavina gittatasi di dosso e di capo il cappello e fiorentin parlando, disse: “E me conoscete voi?” Quando la donna il vide, conoscendo lui esser Tedaldo, tutta stordì, così di lui temendo come de' morti corpi, se poi veduti andar come vivi, si teme; e non come Tedaldo venuto di Cipri a riceverlo gli si fece incontro, ma come Tedaldo dalla sepoltura quivi tornato fuggir si volle temendo ... ” La donna, rassicurata alquanto e temendo la sua boce e alquanto più riguardatolo e seco affermando che per certo egli era Tedaldo, piagnendo gli si gittò al collo e basciollo dicendo: “Tedaldo mio dolce, tu sii il ben tornato!” Tedaldo, basciata e abbracciata lei, disse: “Madonna, egli non è or tempo da fare più strette accoglienze: io voglio andare a fare che Aldobrandino vi sia sano e salvo renduto, della qual cosa spero che avanti che doman sia sera voi udirete novelle che vi piaceranno; sì veramente, se io l'ho buone, come io credo, della sua salute, io voglio stanotte poter venire da voi e contarlevi per più agio che al presente non posso ... ” E rimessasi la schiavina e 'l cappello, basciata un'altra volta la donna e con buona speranza riconfortatala, da lei si partì e colà se ne andò dove Aldobrandino in prigione era, più di paura della soprastante morte pensoso che di speranza di futura salute; e quasi in guisa di confortatore, col piacere de' pregionieri a lui se n'entrò e, postosi con lui a sedere, gli disse: “Aldobrandino, io sono un tuo amico a te mandato da Dio per la tua salute, al quale per la tua innocenzia è di te venuta pietà; e per ciò, se a reverenza di Lui un picciol dono che io ti domanderò conceder mi vuogli, senza alcun fallo avanti che doman sia sera, dove tu la sentenzia della morte attendi, quella della tua absoluzione udirai ...
Decameron (pagina 62)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il pellegrino, questo avendo saputo, con licenzia del gentile uomo si partì e occultamente alla casa di madonna Ermellina se ne venne; e lei sola, essendo ogni altro della casa andato a dormire, trovò che l'aspettava parimente disiderosa d'udire buone novelle del marito e di riconciliarsi pienamente col suo Tedaldo: alla qual venuto con lieto viso disse: “Carissima donna mia, rallegrati, ché per certo tu riavrai domane qui sano e salvo il tuo Aldobrandino”, e per darle di ciò più intera credenza ciò che fatto aveva pienamente le raccontò ... La donna di due così fatti accidenti e così subiti, cioè di riaver Tedaldo vivo, il quale veramente credeva aver pianto morto, e di veder libero dal pericolo Aldobrandino, il quale fra pochi dì si credeva dover piagner morto, tanto lieta quanto altra ne fosse mai affettuosamente abbracciò e basciò il suo Tedaldo; e andatisene insieme a letto di buon volere fecero graziosa e lieta pace, l'un dell'altro prendendo dilettosa gioia ... E come il giorno s'appressò, Tedaldo levatosi, avendo già alla donna mostrato ciò che fare intendeva e da capo pregatola che occultissimo fosse, pure in abito pellegrino s'uscì della casa della donna per dovere, quando ora fosse, attendere a' fatti d'Aldobrandino ... Essendo adunque libero Aldobrandino, con gran letizia di lui e della sua donna e di tutti i suoi amici e parenti, e conoscendo manifestamente ciò essere per opera del pellegrino avvenuto, lui alla loro casa condussero per tanto quanto nella città gli piacesse di stare; e quivi di fargli onore e festa non si potevano veder sazii, e spezialmente la donna, che sapeva a cui farlosi ... Il che Aldobrandin veggendo disse: “Che è questo, Ermellina? come non fai tu come l'altre donne festa a Tedaldo?” A cui, udendo tutti, la donna rispose: “Niuna ce n'è che più volentieri gli abbia fatta festa o faccia, che fare'io, sì come colei che più gli è tenuta che alcuna altra, considerato che per le sue opere io t'abbia riavuto; ma le disoneste parole dette ne' dì che noi piagnemmo colui che noi credavam Tedaldo, me ne fanno stare ...
Decameron (pagina 63)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” La donna, che altro non disiderava, non fu lenta in questo a ubidire il marito; per che levatasi, come l'altre avevan fatto, così ella abbracciandolo gli fece lieta festa ... Questa liberalità d'Aldobrandino piacque molto a' fratelli di Tedaldo e a ciascuno uomo e donna che quivi era, e ogni rugginuzza, che fosse nata nelle menti d'alcuni dalle parole state, per questo si tolse via ... Tedaldo adunque, tornato ricchissimo, perseverò nel suo amare, e senza più turbarsi la donna, discretamente operando, lungamente goderon del loro amore ... Ora avvenne che, essendosi molto con l'abate dimesticato un ricchissimo villano il quale avea nome Ferondo, uomo materiale e grosso senza modo (né per altro la sua dimestichezza piaceva all'abate, se non per alcune recreazioni le quali talvolta pigliava delle sue simplicità), e in questa dimestichezza s'accorse l'abate Ferondo avere una bellissima donna per moglie, della quale esso sì ferventemente s'innamorò, che a altro non pensava né dì né notte ... Ma pure, come molto avveduto, recò a tanto Ferondo, che egli insieme con la sua donna a prendere alcun diporto nel giardino della badia venivano alcuna volta: e quivi con loro della beatitudine di vita eterna e di santissime opere di molti uomini e donne passate ragionava modestissimamente loro, tanto che alla donna venne disidero di confessarsi da lui e chiesene la licenzia da Ferondo e ebbela ... Venuta adunque a confessarsi la donna all'abate con grandissimo piacere di lui e a' piè postaglisi a sedere, anzi che a dire altro venisse, incominciò: “Messere, se Idio m'avesse dato marito o non me l'avesse dato, forse mi sarebbe agevole co' vostri ammaestramenti d'entrare nel camino che ragionato n'avete che mena altrui a vita eterna; ma io, considerato chi è Ferondo e la sua stoltizia, mi posso dir vedova, e pur maritata sono, in quanto, vivendo esso, altro marito aver non posso; e egli, così matto come egli è, senza alcuna cagione è sì fuori d'ogni misura geloso di me, che io per questo altro che in tribulazione e in mala ventura con lui viver non posso ... ” Questo ragionamento con gran piacere toccò l'animo dell'abate, e parvegli che la fortuna gli avesse al suo maggior disidero aperta la via, e disse: “Figliuola mia, io credo che gran noia sia a una bella e dilicata donna, come voi siete, aver per marito un mentecatto, ma molto maggior la credo essere l'avere un geloso: per che, avendo voi e l'uno e l'altro, agevolmente ciò che della vostra tribulazion dite vi credo ... ” La donna disse: “Padre mio, di ciò non dubitate, per ciò che io mi lascerei innanzi morire che io cosa dicessi a altrui che voi mi diceste che io non dicessi: ma come si potrà far questo?” Rispose l'abate: “Se noi vogliamo che egli guerisca, di necessità convien che egli vada in Purgatorio ... ” “E come” disse la donna “vi potrà egli andar vivendo?” Disse l'abate: “Egli convien ch'e' muoia, e così v'andrà; e quando tanta pena avrà sofferta che egli di questa sua gelosia sarà gastigato, noi con certe orazioni pregheremo Idio che in questa vita il ritorni, e Egli il farà ... ” “Adunque, “ disse la donna “debbo io rimaner vedova?” “Sì, “ rispose l'abate “per un certo tempo, nel quale vi converrà molto ben guardare che voi a alcun non vi lasciate rimaritare, per ciò che Idio l'avrebbe per male, e tornandoci Ferondo vi converrebbe a lui tornare, e sarebbe più geloso che mai ... ” La donna disse: “Pur che egli di questa mala ventura guerisca, ché egli non mi convenea sempre stare in prigione, io son contenta; fate come vi piace ... ” Disse allora l'abate: “E io il farò; ma che guiderdone debbo io aver da voi di così fatto servigio?” “Padre mio, “ disse la donna “ciò che vi piace, pur che io possa: ma ...
Decameron (pagina 64)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Disse allora la donna: “Se così è, io sono apparecchiata ... ” La donna, udendo questo, tutta sbigottita rispose: “Oimè, padre mio, che è ciò che voi domandate? Io mi credeva che voi foste un santo: or conviensi egli a' santi uomini di richieder le donne, che a lor vanno per consiglio, di così fatte cose?” A cui l'abate disse: “Anima mia bella, non vi maravigliate, ché per questo la santità non diventa minore, per ciò che ella dimora nell'anima e quello che io vi domando è peccato del corpo ... Ma che che si sia, tanta forza ha avuta la vostra vaga bellezza, che amore mi costrigne a così fare; e dicovi che voi della vostra bellezza più che altra donna gloriar vi potete, pensando che ella piaccia a' santi, che sono usi di vedere quelle del cielo ... ” La donna teneva il viso basso, né sapeva come negarlo, e il concedergliele non le pareva far bene: per che l'abate, veggendola averlo ascoltato e dare indugio alla risposta, parendogliele avere già mezza convertita, con molte altre parole alle prime continuandosi, avanti che egli ristesse, l'ebbe nel capo messo che questo fosse ben fatto: per che essa vergognosamente disse sé essere apparecchiata a ogni suo comando, ma prima non poter che Ferondo andato fosse in Purgatoro ... La donna, lieta del dono e attendendo d'aver degli altri, alle compagne tornata maravigliose cose cominciò a raccontare della santità dell'abate e con loro a casa se ne tornò ... La donna si tornò a casa, e da un piccol fanciullin che di lui aveva disse che non intendeva partirsi giammai; e così rimasasi nella casa il figliuolo e la ricchezza che stata era di Ferondo cominciò a governare ... L'abate il dì seguente con alcun de' suoi monaci per modo di visitazione se n'andò a casa della donna, la quale di nero vestita e tribolata trovò: e confortatala alquanto pianamente la richiese della promessa ... La donna, veggendosi libera e senza lo 'mpaccio di Ferondo o d'altrui, avendogli veduto in dito un altro bello anello, disse che era apparecchiata, e con lui compose che la seguente notte v'andasse ... ” “Come?” disse Ferondo “Dunque son io morto?” Disse il monaco: “Mai sì”; per che Ferondo se stesso e la sua donna e 'l suo figliuolo cominciò a piagnere, le più nuove cose del mondo dicendo ... Al quale il monaco portò alquanto da mangiare e da bere; il che veggendo Ferondo disse: “O mangiano i morti?” Disse il monaco: “Sì, e questo che io ti reco è ciò che la donna che fu tua mandò stamane alla chiesa a far dir messe per l'anima tua, il che Domenedio vuole che qui rappresentato ti sia ...
Decameron (pagina 65)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Disse il monaco: “Perché tu fosti geloso, avendo la miglior donna che fosse nelle tue contrade per moglie ... ” Ora in così fatti ragionamenti e in simili, con mangiare e con battiture, fu tenuto Ferondo da diece mesi, infra li quali assai sovente l'abate bene avventurosamente visitò la bella donna e con lei si diede il più bel tempo del mondo ... Ma, come avvengono le sventure, la donna ingravidò e, prestamente accortasene, il disse all'abate: per che a ammenduni parve che senza alcuno indugio Ferondo fosse da dovere essere di Purgatorio rivocato a vita e che a lei si tornasse, e ella di lui dicesse che gravida fosse ... L'abate adunque la seguente notte fece con una voce contrafatta chiamar Ferondo nella prigione e dirgli: “Ferondo, confortati, ché a Dio piace che tu torni al mondo; dove tornato, tu avrai un figliuolo della tua donna, il quale farai che tu nomini Benedetto, per ciò che per gli prieghi del tuo santo abate e della tua donna e per amor di san Benedetto ti fa questa grazia ... Era Ferondo tutto pallido, come colui che tanto tempo era stato senza vedere il cielo, fuori dello avello uscito; il quale, come vide l'abate, così gli corse a' piedi e disse: “Padre mio, le vostre orazioni, secondo che revelato mi fu, e quelle di san Benedetto e della mia donna m'hanno delle pene del Purgatoro tratto e tornato in vita; di che io priego Idio che vi dea il buono anno e le buone calendi, oggi e tuttavia ... ” L'abate disse: “Lodata sia la potenza di Dio! Va dunque, figliuolo, poscia che Idio t'ha qui rimandato, e consola la tua donna, la quale sempre, poi che tu di questa vita passasti, è stata in lagrime, e sii da quinci innanzi amico e servidor di Dio ... Per la qual cosa in casa con la moglie tornatosi e in possessione rientrato de' suoi beni, la 'ngravidò al suo parere, e per ventura venne che a convenevole tempo, secondo l'oppinion degli sciocchi che credono la femina nove mesi appunto portare i figliuoli, la donna partorì un figliuol maschio, il quale fu chiamato Benedetto Ferondi ... La tornata di Ferondo e le sue parole, credendo quasi ogn'uom che risuscitato fosse, acrebbero senza fine la fama della santità dell'abate; e Ferondo, che per la sua gelosia molte battiture ricevute avea, sì come di quella guerito, secondo la promessa dell'abate fatta alla donna, più geloso non fu per innanzi: di che la donna contenta, onestamente, come soleva, con lui si visse, sì veramente che, quando acconciamente poteva, volentieri col santo abate si trovava, il quale bene e diligentemente ne' suoi maggior bisogni servita l'avea ...
Decameron (pagina 66)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La novella sposa, poco contenta di tal ventura, sperando di doverlo, per suo bene operare, rivocare al suo contado, se ne venne a Rossiglione, dove da tutti come lor donna fu ricevuta ... Quivi trovando ella, per lo lungo tempo che senza conte stato v'era, ogni cosa guasta e scapestrata, sì come savia donna con gran diligenzia e sollecitudine ogni cosa rimise in ordine; di che i subgetti si contentaron molto e lei ebbero molto cara e poserle grande amore, forte biasimando il conte di ciò che egli di lei non si contentava ... Avendo la donna tutto racconcio il paese, per due cavalieri al conte il significò pregandolo che, se per lei stesse di non venire al suo contado, gliele significasse, e ella per compiacergli si partirebbe ... I cavalieri intesero la dura condizione posta nelle due quasi impossibili cose; e veggendo che per loro parole dal suo proponimento nol potevan rimovere, si tornarono alla donna e la sua risposta le raccontarono ...
Decameron (pagina 67)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Essa, accomandati loro a Dio, con un suo cugino e con una sua cameriera in abito di pellegrini, ben forniti a denari e care gioie, senza sapere alcuno ove ella s'andasse, entrò in camino né mai ristette sì fu in Firenze: e quivi per avventura arrivata in uno alberghetto, il quale una buona donna vedova teneva, pianamente a guisa di povera pellegrina si stava, disiderosa di sentir novelle del suo signore ... Avvenne adunque che il seguente dì ella vide davanti all'albergo passare Beltramo a cavallo con sua compagnia; il quale quantunque ella molto ben conoscesse, nondimeno domandò la buona donna dell'albergo chi egli fosse ... Vero è che onestissima giovane è e per povertà non si marita ancora ma con una sua madre, savissima e buona donna, si sta; e forse, se questa sua madre non fosse, avrebbe ella già fatto di quello che a questo conte fosse piaciuto ... ” La contessa queste parole intendendo raccolse bene e più tritamente essaminando vegnendo ogni particularità e bene ogni cosa compresa, formò il suo consiglio: e apparata la casa e 'l nome della donna e della sua figliuola dal conte amata, un giorno tacitamente in abito pellegrino là se ne andò ... E la donna e la sua figliuola trovate assai poveramente, salutatele disse alla donna, quando le piacesse, le volea parlare ... La gentil donna, levatasi, disse che apparecchiata era d'udirla; e entratesene sole in una sua camera e postesi a sedere, cominciò la contessa: “Madonna, e' mi pare che voi siate delle nemiche della fortuna come sono io: ma, dove voi voleste, per avventura voi potreste voi e me consolare ... ” La donna rispose che niuna cosa disiderava quanto di consolarsi onestamente ... ” “Sicuramente” disse la gentil donna “ogni cosa che vi piace mi dite, ché mai da me non vi troverete ingannata ... ” Allora la contessa, cominciatasi dal suo primo innamoramento, chi ella era e ciò che intervenuto l'era infino a quel giorno le raccontò per sì fatta maniera che la gentil donna, dando fede alle sue parole, sì come quella che già in parte udite l'aveva da altrui, cominciò di lei a aver compassione ... ” A cui la gentil donna disse: “Madonna, se il conte ama mia figliuola io nol so, ma egli ne fa gran sembianti; ma che posso io per ciò in questo adoperare che voi disiderate?” “Madonna, “ rispose la contessa “io il vi dirò; ma primieramente vi voglio mostrar quello che io voglio che ve ne segua, dove voi mi serviate ... ” Alla donna, sì come bisognosa, piacque la proferta ma tuttavia, avendo l'animo gentil, disse: “Madonna, ditemi quello che io possa per voi operare, e, se egli sarà onesto a me, io il farò volentieri, e voi appresso farete quello che vi piacerà ... ” Gran cosa parve questa alla gentil donna, temendo non forse biasimo ne seguisse alla figliuola: ma pur pensando che onesta cosa era il dare opera che la buona donna riavesse il suo marito e che essa a onesto fine a far ciò si mettea, nella sua buona e onesta affezion confidandosi, non solamente di farlo promise alla contessa, ma infra pochi giorni con segreta cautela, secondo l'ordine dato da lei, e ebbe l'anello, quantunque gravetto paresse al conte, e lei in iscambio della figliuola a giacer col conte maestrevolemente mise ... Ne' quali primi congiugnimenti affettuosissimamente dal conte cercati, come fu piacer di Dio, la donna ingravidò in due figliuoli maschi, come il parto al suo tempo venuto fece manifesto ... Né solamente d'una volta contentò la gentil donna la contessa degli abbracciamenti del marito ma molte, sì segretamente operando che mai parola non se ne seppe, credendosi sempre il conte non con la moglie ma con colei la quale egli amava essere stato; a cui, quando a partir si venia la mattina, avea parecchi belle e care gioie donate, le quali tutte diligentemente la contessa guardava ... La quale, sentendosi gravida, non volle più la gentil donna gravare di tal servigio ma le disse: “Madonna, la Dio mercé e la Vostra, io ho ciò che io disiderava, e per ciò tempo è che per me si faccia quello che v'agraderà, acciò che io poi me ne vada ... ” La gentil donna le disse che, se ella aveva cosa che l'agradisse, che le piaceva, ma che ciò ella non avea fatto per alcuna speranza di guiderdone ma perché le pareva doverlo fare a voler ben fare ... ” La gentil donna allora, da necessità costretta, con grandissima vergogna cento lire le domandò per maritar la figliuola ... La contessa, cognoscendo la sua vergogna e udendo la sua cortese domanda, le ne donò cinquecento e tanti belli e cari gioielli che valeano per avventura altrettanto; di che la gentil donna vie più che contenta, quelle grazie che maggior poté alla contessa rendé, la quale da lei partitasi se ne tornò all'albergo ... La gentil donna, per torre materia a Beltramo di più né mandar né venire a casa sua, insieme con la figliuola se n'andò in contado a casa di suoi parenti; e Beltramo ivi a poco tempo, da' suoi uomini richiamato, a casa sua, udendo che la contessa s'era dileguata, se ne tornò ...
Decameron (pagina 72)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Era costei bellissima del corpo e del viso quanto alcuna altra femina fosse mai, e giovane e gagliarda e savia più che a donna per avventura non si richiedea ... E dimorando col tenero padre, sì come gran donna, in molte dilicatezze, e veggendo che il padre, per l'amor che egli le portava, poca cura si dava di più maritarla, né a lei onesta cosa pareva il richiedernelo, si pensò di volere avere, se esser potesse, occultamente un valoroso amante ... Era allato al palagio del prenze una grotta cavata nel monte, di lunghissimi tempi davanti fatta, nella qual grotta dava alquanto lume uno spiraglio fatto per forza nel monte, il quale, per ciò che abbandonata era la grotta, quasi da pruni e da erbe di sopra natevi era riturato; e in questa grotta per una segreta scala, la quale era in una delle camere terrene del palagio la quale la donna teneva, si poteva andare, come che da uno fortissimo uscio serrata fosse ... E era sì fuori delle menti di tutti questa scala, per ciò che di grandissimi tempi davanti usata non s'era, che quasi niuno che ella vi fosse si ricordava: ma Amore, agli occhi del quale niuna cosa è sì segreta che non pervenga, l'aveva nella memoria tornata alla innamorata donna ... Alla qual cosa fornire Guiscardo prestamente ordinata una fune con certi nodi e cappi da potere scendere e salire per essa e sé vestito d'un cuoio che da' pruni il difendesse, senza farne alcuna cosa sentire a alcuno, la seguente notte allo spiraglio n'andò, e accomandato bene l'uno de' capi della fune a un forte bronco che nella bocca dello spiraglio era nato, per quella si collò nella grotta e attese la donna ... Il quale un giorno dietro mangiare là giù venutone, essendo la donna, la quale Ghismonda aveva nome, in un suo giardino con tutte le sue damigelle, in quella senza essere stato da alcuno veduto o sentito entratosene, non volendo lei torre dal suo diletto, trovando le finestre della camera chiuse e le cortine del letto abbattute, a piè di quello in un canto sopra un carello si pose a sedere; e appoggiato il capo al letto e tirata sopra sé la cortina, quasi come se studiosamente si fosse nascoso, quivi s'adormentò ...
Decameron (pagina 75)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ora avvenne che una giovane donna bamba e sciocca, che chiamata fu madonna Lisetta da ca' Quirino, moglie d'un gran mercatante che era andato con le galee in Fiandra, s'andò con altre donne a confessar da questo santo frate; la quale essendogli a' piedi, sì come colei che viniziana era, e essi son tutti bergoli, avendo parte detta de' fatti suoi, fu da frate Alberto adomandata se alcuno amadore avesse ... Ma riserbandosi in più commodo tempo le lusinghe, pur per mostrarsi santo quella volta cominciò a volerla riprendere e a dirle che questa era vanagloria e altre sue novelle; per che la donna gli disse che egli era una bestia e che egli non conosceva che si fosse più una bellezza che un'altra ... ” Disse allora donna mestola: “E chi ve ne gastigò così?” Disse frate Alberto: “Io il vi dirò ... ” Donna zucca al vento, la quale era anzi che no un poco dolce di sale, godeva tutta udendo queste parole e verissime tutte le credea; e dopo alquanto disse: “Io vi diceva ben, frate Alberto, che le mie bellezze eran celestiali; ma, se Dio m'aiuti, di voi m'incresce, e infino a ora, acciò che più non vi sia fatto male, io vi perdono, sì veramente che voi mi diciate ciò che l'angelo poi vi disse ... ” Frate Alberto disse: “Madonna, poi che perdonato m'avete, io il vi dirò volentieri; ma una cosa vi ricordo, che cosa che io vi dica voi vi guardiate di dire a alcuna persona che sia nel mondo, se voi non volete guastare i fatti vostri, che siete la più avventurata donna che oggi sia al mondo ... Ora vi manda egli dicendo per me che a voi vuol venire una notte e dimorarsi una pezza con voi; e per ciò che egli è agnolo e venendo in forma d'agnolo voi nol potreste toccare, dice che per diletto di voi vuol venire in forma d'uomo, e per ciò dice che voi gli mandiate a dire quando volete che egli venga e in forma di cui, e egli ci verrà: di che voi, più che altra donna che viva, tener vi potete beata ...
Decameron (pagina 76)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Disse allora donna pocofila: “Ben mi piace; io voglio che, in luogo delle busse le quali egli vi diede a mie cagioni, che voi abbiate questa consolazione ... ” La donna rispose che fatto sarebbe ... Frate Alberto, pensando che cavaliere, non agnolo, esser gli convenia la notte, con confetti e altre buone cose s'incominciò a confortare, acciò che di leggiere non fosse da caval gittato; e avuta la licenzia, con un compagno, come notte fu, se n'entrò in casa d'una sua amica, dalla quale altra volta aveva prese le mosse quando andava a correr le giumente: e di quindi, quando tempo gli parve, trasformato se n'andò a casa della donna, e in quella entrato, con sue frasche che portate aveva, in agnolo si trasfigurò, e salitose suso, se n'entrò nella camera della donna ... Era frate Alberto bell'uomo del corpo e robusto, e stavangli troppo bene le gambe in su la persona; per la qual cosa con donna Lisetta trovandosi, che era fresca e morbida, altra giacitura faccendole che il marito, molte volte la notte volò senza ali, di che ella forte si chiamò per contenta, e oltre a ciò molte cose le disse della gloria celestiale ... La donna, come desinato ebbe, presa sua compagnia se n'andò a frate Alberto e novelle gli disse dell'agnol Gabriello e ciò che da lui udito avea della gloria di vita eterna e come egli era fatto, aggiugnendo oltre a questo maravigliose favole ... ” “Non vel dich'io?” disse la donna “il vostro corpo stette tutta notte in braccio mio con l'agnol Gabriello; e se voi non mi credete, guateretevi sotto la poppa manca, là dove io diedi un grandissimo bascio all'agnolo, tale che egli vi si parrà il segnale parecchi dì ... ” E dopo molto cianciare la donna se ne tornò a casa; alla quale in forma d'agnolo frate Alberto andò poi molte volte senza alcuno impedimento ricevere ... ” Allora la donna, che piccola levatura avea, disse: “Comare, egli non si vuol dire, ma lo 'ntendimento mio è l'agnolo Gabriello, il quale più che sé m'ama, sì come la più bella donna, per quello che egli mi dica, che sia nel mondo o in Maremma ... ” Disse la donna: “Comare, voi siete errata: per le plaghe di Dio, egli il fa meglio che mio marido e dicemi che egli si fa anche colassù; ma, per ciò che io gli paio più bella che niuna che ne sia in cielo, s'è egli innamorato di me e viensene a star con meco bene spesso: mo vedi vu?” La comare, partita da madonna Lisetta, le parve mille anni che ella fosse in parte ove ella potesse queste cose ridire; e ragunatasi a una festa con una gran brigata di donne, loro ordinatamente raccontò la novella ... Avvenne che di questo fatto alcuna novelluzza ne venne a frate Alberto agli orecchi; il quale, per riprender la donna una notte andatovi, appena spogliato s'era che i cognati di lei, che veduto l'avevan venire, furono all'uscio della sua camera per aprirlo ... I cognati della donna entrati nella camera trovarono che l'agnol Gabriello, quivi avendo lasciate l'ali, se n'era volato: di che quasi scornati grandissima villania dissero alla donna, e lei ultimamente sconsolata lasciarono stare e a casa loro tornarsi con gli arnesi dell'agnolo ... Se voi volete anzi che spiar si possa che voi siate qui, che io in alcun di questi modi vi meni, io vi potrò menare dove voi vorrete; altrimenti non veggio come uscirci possiate che conosciuto non siate: e i cognati della donna, avvisando che voi in alcun luogo quincentro siate, per tutto hanno messe le guardie per avervi ...
Decameron (pagina 78)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E essendogli a una festa sommamente piaciuta una giovane del paese, bella e gentil donna, e quella con ogni studio seguitando, cominciò per lei a far maravigliose cortesie e feste: di che la Ninetta accorgendosi, entrò di lui in tanta gelosia, che egli non poteva andare un passo che ella nol risapesse e appresso con parole e con crocci lui e sé non ne tribolasse ... E come che in processo di tempo s'avenisse, o che Restagnone l'amistà della donna amata avesse o no, la Ninetta, chi che gliele rapportasse, l'ebbe per fermo: di che ella in tanta tristizia cadde e di quella in tanta ira e per consequente in tanto furor transcorse, che, rivoltato l'amore il quale a Restagnon portava in acerbo odio, accecata dalla sua ira, s'avisò con la morte di Restagnone l'onta che ricever l'era paruta vendicare ... Fatto adunque di consentimento della donna, quasi da loro informar si volesse del fatto, sostenere una notte Folco e Ughetto, a albergare se n'andò segretamente con la Magdalena ... E fatto prima sembiante d'avere la Ninetta messa in un sacco e doverla quella notte stessa fare in mar mazzerare, seco la rimenò alla sua sorella e per prezzo di quella notte gliele donò, la mattina nel dipartirsi pregandola che quella notte, la quale prima era stata nel loro amore, non fosse l'ultima; e oltre a questo le 'mpose che via ne mandasse la colpevole donna, acciò che a lui non fosse biasimo o non gli convenisse da capo contro di lei incrudelire ... Venuto il dì seguente e essendosi la Magdalena trovata uccisa, furono alcuni che, per invidia e odio che a Ughetto portavano, subitamente al duca l'ebbero fatto sentire: per la qual cosa il duca, che molto la Magdalena amava, focosamente alla casa corso, Ughetto prese e la sua donna; e loro, che di queste cose ...
Decameron (pagina 79)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La giovane donna, che tutto questo sapeva e vedeva, occultamente un suo servidore mandò a Palermo e imposegli che il bel Gerbino da sua parte salutasse e gli dicesse come ella infra pochi dì era per andarne in Granata; per che ora si parrebbe se così fosse valente uomo come si diceva e se cotanto l'amasse quanto più volte significato l'avea ... Gerbino, questo udendo e sappiendo che il re Guiglielmo suo avolo data avea la sicurtà al re di Tunisi, non sapeva che farsi: ma pur da amor sospinto, avendo le parole della donna intese e per non parer vile, andatosene a Messina, quivi prestamente fece due galee sottili armare, e messivi sù di valenti uomini con esse sopra la Sardigna n'andò, avvisando quindi dovere la nave della donna passare ... Della qual vittoria io non cerco che in parte mi venga se non una donna, per lo cui amore i' muovo l'arme: ogni altra cosa sia vostra liberamente infin da ora ...
Decameron (pagina 80)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Gerbino, il quale sopra la poppa della nave veduta aveva la donna troppo più bella assai che egli seco non estimava, infiammato più che prima al mostrar del guanto rispose che quivi non avea falconi al presente perché guanto v'avesse luogo, e per ciò, ove dar non volesser la donna, a ricever la battaglia s'apprestassero ... Quindi, fatto il corpo della bella donna ricoglier di mare, lungamente e con molte lagrime il pianse, e in Cicilia tornandosi, in Ustica, piccioletta isola quasi a Trapani di rimpetto, onorevolmente il fé sepellire; e a casa più doloroso che altro uomo si tornò ... Finita la novella d'Elissa e alquanto dal re commendata, a Filomena fu imposto che ragionasse: la quale, tutta piena di compassione del misero Gerbino e della sua donna, dopo un pietoso sospiro incominciò: –La mia novella, graziose donne, non sarà di genti di sì alta condizione come costor furono de' quali Elissa ha raccontato, ma ella per avventura non sarà men pietosa: e a ricordarmi di quella mi tira Messina poco innanzi ricordata, dove l'accidente avvenne ...
Decameron (pagina 86)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... diece miglia, pure avvenne che, avendo messer Guiglielmo Rossiglione una bellissima e vaga donna per moglie, messer Guiglielmo Guardastagno fuor di misura, non obstante l'amistà e la compagnia che era tra loro, s'innamorò di lei e tanto or con uno atto or con un altro fece, che la donna se n'accorse; e conoscendolo per valorosissimo cavaliere le piacque e cominciò a porre amore a lui, in tanto che niuna cosa più che lui disiderava o amava, né altro attendeva che da lui esser richesta: il che non guari stette che adivenne, e insieme furono una volta e altra amandosi forte ... La donna, che udito aveva il Guardastagno dovervi esser la sera a cena e con disidero grandissimo l'aspettava, non vedendol venir si maravigliò forte e al marito disse: “E come è così, messer, che il Guardastagno non è venuto?” A cui il marito disse: “Donna, io ho avuto da lui che egli non ci può essere di qui domane”, di che la donna un poco turbatetta rimase ... Messer Guiglielmo, quando tempo fu, con la sua donna si mise a tavola ... Il cuoco gli mandò il manicaretto, il quale egli fece porre davanti alla donna, sé mostrando quella sera svogliato, e lodogliele molto ... La donna, che svogliata non era, ne cominciò a mangiare e parvele buono; per la qual cosa ella il mangiò tutto ... Come il cavaliere ebbe veduto che la donna tutto l'ebbe mangiato, disse: “Donna, chente v'è paruta questa vivanda?” La donna rispose: “Monsignore, in buona fé ella m'è piaciuta molto ... ” La donna, udito questo, alquanto stette; poi disse: “Come? che cosa è questa che voi m'avete fatta mangiare?” Il cavalier rispose: “Quello che voi avete mangiato è stato veramente il cuore di messer Guiglielmo Guardastagno, il qual voi come disleal femina tanto amavate; e sappiate di certo che egli è stato desso, per ciò che io con queste mani gliele strappai, poco avanti che io tornassi, del petto ... ” La donna, udendo questo di colui cui ella più che altra cosa amava, se dolorosa fu non è da dimandare; e dopo alquanto disse: “Voi faceste quello che disleale e malvagio cavalier dee fare; ché se io, non isforzandomi egli, l'avea del mio amor fatto signore e voi in questo oltraggiato, non egli ma io ne doveva la pena portare ... La finestra era molto alta da terra, per che, come la donna cadde, non solamente morì ma quasi tutta si disfece ... La mattina seguente fu saputo per tutta la contrata come questa cosa era stata: per che da quegli del castello di messer Guiglielmo Guardastagno e da quegli ancora del castello della donna, con grandissimo dolore e pianto, furono i due corpi ricolti e nella chiesa del castello medesimo della donna in una medesima sepoltura fur posti, e sopr'essa scritti versi significanti chi fosser quegli che dentro sepolti v'erano, e il modo e la cagione della lor morte ... – 10 La moglie d'un medico per morto mette un suo amante adoppiato in una arca, la quale con tutto lui due usurari se ne portano in casa; questi si sente, è preso per ladro; la fante della donna racconta alla signoria sé averlo messo nell'arca dagli usurieri imbolata, laonde egli scampa dalle forche e i prestatori d'avere l'arca furata son condennati in denari ... Il quale, già all'ultima vecchiezza venuto, avendo presa per moglie una bella e gentil giovane della sua città, di nobili vestimenti e ricchi e d'altre gioie e tutto ciò che a una donna può piacere meglio che altra della città teneva fornita; vero è che ella il più del tempo stava infreddata, sì come colei che nel letto era male dal maestro tenuta coperta ... Il quale, come messer Riccardo di Chinzica, di cui dicemmo, alla sua insegnava le feste, così costui a costei mostrava che il giacere con una donna una volta si penava a ristorar non so quanti dì, e simili ciance; di che ella viveva pessimamente contenta ...
Decameron (pagina 87)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Era costui chiamato Ruggieri d'Aieroli, di nazion nobile ma di cattiva vita e di biasimevole stato, in tanto che parente né amico lasciato s'avea che ben gli volesse o che il volesse vedere; e per tutto Salerno di ladronecci e d'altre vilissime cattività era infamato, di che la donna poco curò, piacendogli esso per altro; e con una sua fante tanto ordinò, che insieme furono ... E poi che alquanto diletto preso ebbero, la donna gli cominciò a biasimare la sua passata vita e a pregarlo che, per amor di lei, di quelle cose si rimanesse; e a dargli materia di farlo lo incominciò a sovenire quando d'una quantità di denari e quando d'un'altra ... Il medico, prolungata nella seguente mattina la cura della gamba, salito in su una barchetta n'andò a Amalfi; per la qual cosa la donna, sappiendo lui la notte non dovere tornare a casa, come usata era, occultamente si fece venir Ruggieri e nella sua camera il mise e dentro il vi serrò infino a tanto che certe altre persone della casa s'andassero a dormire ... Standosi adunque Ruggier nella camera e aspettando la donna, avendo o per fatica il dì durata o per cibo salato che mangiato avesse o forse per usanza una grandissima sete, gli venne nella finestra veduta questa guastadetta d'acqua la quale il medico per lo 'nfermo aveva fatta, e credendola acqua da bere, a bocca postalasi, tutta la bevé: né stette guari che un gran sonno il prese, e fusi adormentato ... La donna come prima poté nella camera se ne venne, e trovato Ruggier dormendo lo 'ncominciò a tentare e a dire con sommessa voce che sù si levasse; ma questo era niente, egli non rispondeva né si movea punto; per che la donna alquanto turbata con più forza il sospinse dicendo: “Leva sù, dormiglione, ché, se tu volevi dormire, tu te ne dovevi andare a casa tua e non venir qui ... ” Ruggieri, così sospinto, cadde a terra d'una cassa sopra la quale era, né altra vista d'alcun sentimento fece che avrebbe fatto un corpo morto; di che la donna, alquanto spaventata, il cominciò a voler rilevare e a menarlo più forte e a prenderlo per lo naso e a tirarlo per la barba, ma tutto era nulla: egli aveva a buona caviglia legato l'asino ... Per che la donna cominciò a temere non fosse morto, ma pure ancora gl'incominciò a strignere agramente le carni e a cuocerlo con una candela accesa, ma niente era; per che ella, che medica non era come che medico fosse il marito, senza alcun fallo lui credette esser morto; per che, amandolo sopra ogni altra cosa come facea, se fu dolorosa non è da domandare; e non osando far romore, tacitamente sopra lui cominciò a piagnere e a dolersi di così fatta disaventura ... Ma dopo alquanto, temendo la donna di non aggiugnere al suo danno vergogna, pensò che senza alcuno indugio da trovare era modo come lui morto si traesse di casa; né a ciò sappiendosi consigliare, tacitamente chiamò la sua fante e la sua disaventura mostratale le chiese consiglio ... La fante, maravigliandosi forte e tirandolo ancora ella e strignendolo e senza sentimento vedendolo, quel disse che la donna dicea, cioè veramente lui esser morto, e consigliò che da metterlo fuori di casa era ... A cui la donna disse: “E dove il potrem noi porre, che egli non si suspichi domattina, quando veduto sarà, che di qua entro sia stato tratto?” A cui la fante rispose: “Madonna, io vidi questa sera al tardi di rimpetto alla bottega di questo legnaiuolo nostro vicino un'arca non troppo grande, la quale, se il maestro non ha riposta in casa, verrà troppo in concio a' fatti nostri, per ciò che dentro vel potrem mettere e dargli due o tre colpi d'un coltello e lasciarlo stare ... ” Piacque alla donna il consiglio della fante, fuor che di dargli alcuna fedita, dicendo che non le potrebbe per cosa del mondo sofferir l'animo di ciò fare: e mandolla a vedere se quivi fosse l'arca dove veduta l'avea; la qual tornò e disse di sì ... La fante adunque, che giovane e gagliarda era, dalla donna aiutata sopra le spalle si pose Ruggieri, e andando la donna innanzi a guardar se persona venisse, venute all'arca dentro vel misero e richiusala il lasciarono stare ... Ruggieri, il quale grandissima pezza dormito avea e già aveva digesto il beveraggio e la vertù di quel consumata, essendo vicino a matutin si destò: e come che rotto fosse il sonno e' sensi avessero la loro vertù recuperata, pur gli rimase nel cerebro una stupefazione la quale non solamente quella notte ma poi parecchie dì il tenne stordito; e aperti gli occhi e non veggendo alcuna cosa e sparte le mani in qua e in là, in questa arca trovandosi cominciò a smemorare e a dir seco: “Che è questo? dove sono io? dormo io? o son desto? Io pur mi ricordo che questa sera io venni nella camera della mia donna, e ora mi pare essere in una arca ... Questo che vuol dire? Sarebbe il medico tornato o altro accidente sopravenuto, per lo quale la donna, dormendo io, qui m'avesse nascoso? Io il credo, e fermamente così serà ...
Decameron (pagina 88)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La novella fu la mattina per tutto Salerno che Ruggieri era stato preso a imbolare in casa de' prestatori; il che la donna e la sua fante udendo, di tanta maraviglia e di sì nuova fur piene, che quasi eran vicine di far credere a se medesime che quello che fatto avevan la notte passata non l'avesser fatto ma avesser sognato di farlo: e oltre a questo del pericolo nel quale Ruggieri era la donna sentiva sì fatto dolore, che quasi n'era per impazzare ... La donna, che da altro dolore stimolata era, rispose adirata dicendo: “Che direste voi, maestro, d'una gran cosa, quando d'una guastadetta d'acqua versata fate sì gran romore? Non se ne truova egli più al mondo?” A cui il maestro disse: “Donna, tu avvisi che quella fosse acqua chiara; non è così, anzi era un'acqua lavorata da far dormire”, e contolle per che cagion fatta l'avea ... Come la donna ebbe questo udito, così s'avisò che Ruggieri quella avesse beuta e per ciò loro fosse paruto morto, e disse: “Maestro, noi nol sapavamo, e per ciò rifatevi dell'altra ... Poco appresso la fante, che per comandamento della donna era andata a saper quello che di Ruggier si dicesse, tornò e dissele: “Madonna, di Ruggier dice ogn'uom male, né, per quello che io abbia potuto sentire, amico né parente alcuno è che per aiutarlo levato si sia o si voglia levare; e credesi per fermo che domane lo stradicò il farà impiccare ... ” La donna allora comprendendo ottimamente come il fatto stava, disse alla fante ciò che dal medico udito aveva e pregolla che allo scampo di Ruggieri dovesse dare aiuto, sì come colei che, volendo, a un'ora poteva Ruggieri scampare e servare l'onor di lei ... ” La donna, sì come colei alla quale strignevano i cintolini, con subito consiglio avendo avvisato ciò che da fare era, ordinatamente di quello la fante informò ... ” Disse il maestro: “E di che?” E la fante, non restando di lagrimar, disse: “Messer, voi sapete che giovane Ruggieri d'Aieroli sia, al quale, piaccendogli io, tra per paura e per amor mi convenne uguanno divenire amica; e sappiendo egli iersera che voi non c'eravate, tanto mi lusingò, che io in casa vostra nella mia camera a dormir meco il menai, e avendo egli sete né io avendo ove più tosto ricorrere o per acqua o per vino, non volendo che la vostra donna, la quale in sala era, mi vedesse, ricordandomi che nella vostra camera una guastadetta d'acqua aveva veduta, corsi per quella e sì gliele diedi bere e la guastada riposi donde levata l'aveva; di che io truovo che voi in casa un gran romor n'avete fatto ...
Decameron (pagina 94)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per la qual cosa alla buona donna con cui dimorava interamente ogni suo accidente aperse, e le disse sé disiderare d'andare a Tunisi, acciò che gli occhi saziasse di ciò che gli orecchi con le ricevute voci fatti gli aveano disiderosi ... E essendo con lei andata Carapresa, la mandò a sentire quello che di Martuccio trovar potesse; e trovato lui esser vivo e in grande stato e rapportogliele, piacque alla gentil donna di volere esser colei che a Martuccio significasse quivi a lui esser venuta la sua Gostanza ... La Gostanza gli raccontò ogni suo accidente e l'onor che ricevuto avea dalla gentil donna con la quale dimorata era ... Martuccio, onorata molto la gentil donna con la quale la Gostanza dimorata era e ringraziatala di ciò che in servigio di lei aveva adoperato e donatile doni quali a lei si confaceano e accomandatala a Dio, non senza molte lagrime dalla Gostanza, si partì; e appresso, con licenzia del re sopra un legnetto montati, e con lor Carapresa, con prospero vento a Lipari ritornarono, dove fu sì grande la festa, che dire non si potrebbe giammai ...
Decameron (pagina 96)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... I pastori dissero che ivi forse a tre miglia era un castello di Liello di Campo di Fiore, nel quale al presente era la donna sua; di che Pietro contentissimo gli pregò che alcun di loro infino al castello l'accompagnasse, il che due di loro fecero volentieri ... Al quale pervenuto Pietro e quivi avendo trovato alcun suo conoscente, cercando di trovar modo che la giovane fosse per la selva cercata, fu da parte della donna fatto chiamare; il quale incontanente andò a lei, e vedendo con lei l'Agnolella mai pari letizia non fu alla sua ... Egli si struggea tutto d'andarla a abracciare ma per vergogna, la quale avea della donna, lasciava; e se egli fu lieto assai, la letizia della giovane vedendolo non fu minore ... La gentil donna, raccoltolo e fattogli festa e avendo da lui ciò che intervenuto gli era udito, il riprese molto di ciò che contro al piacer de' parenti suoi far voleva; ma veggendo che egli era pure a questo disposto e che alla giovane aggradiva, disse: “In che m'affatico io? Costor s'amano, costor si conoscono, ciascuno è parimente amico del mio marito, e il lor desiderio è onesto e credo che egli piaccia a Dio, poiché l'uno dalle forche ha campato e l'altro dalla lancia e amenduni dalle fiere salvatiche: e però facciasi ... ” Pietro lietissimo, e l'Agnolella più, quivi si sposarono; e come in montagna si poté, la gentil donna fé loro onorevoli nozze, e quivi i primi frutti del loro amore dolcissimamente sentirono ... Poi, ivi a parecchi dì, la donna insieme con loro, montati a cavallo e bene accompagnati se ne tornarono a Roma: dove, trovati forte turbati i parenti di Pietro di ciò che fatto aveva, con loro in buona pace il ritornò; e esso con molto riposo e piacere con la sua Agnolella infino alla lor vecchiezza si visse ... Non è adunque, valorose donne, gran tempo passato che in Romagna fu un cavaliere assai da bene e costumato, il quale fu chiamato messer Lizio di Valbona, a cui per ventura vicino alla sua vecchiezza una figliuola nacque d'una sua donna chiamata madonna Giacomina ... Ora usava molto nella casa di messer Lizio, e molto con lui si riteneva, un giovane bello e fresco della persona il quale era de' Manardi da Brettinoro, chiamato Ricciardo, del quale niuna altra guardia messer Lizio o la sua donna prendevano che fatto avrebbon d'un lor figliuolo ... ” La donna disse allora: “Figliuola mia, così è il vero; ma io non posso fare caldo e freddo a mia posta, come tu forse vorresti ... ” “Dunque, “ disse la donna “che vuoi tu che si faccia?” Rispose la Caterina: “Quando a mio padre e a voi piacesse, io farei volentier fare un letticello in sul verone che è allato alla sua camera e sopra il suo giardino e quivi mi dormirei: e udendo cantar l'usignuolo e avendo il luogo più fresco, molto meglio starei che nella vostra camera non fo ... ” Le quali cose udendo messer Lizio dalla sua donna, per ciò che vecchio era e da questo forse un poco ritrosetto, disse: “Che rusignuolo è questo a che ella vuol dormire? Io la farò ancora adormentare al canto delle cicale ...
Decameron (pagina 97)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” E andato oltre pianamente levò alto la sargia della quale il letto era fasciato, e Ricciardo e lei vide ignudi e iscoperti dormire abbracciati nella guisa di sopra mostrata; e avendo ben conosciuto Ricciardo, di quindi s'uscì e andonne alla camera della sua donna e chiamolla, dicendo: “Sù tosto, donna, lievati e vieni a vedere che tua figliuola è stata sì vaga dell'usignuolo, che ella l'ha preso e tienlosi in mano ... ” Disse la donna: “Come può questo essere?” Disse messer Lizio: “Tu il vedrai se tu vien tosto ... ” La donna, affrettatasi di vestire, chetamente seguitò messer Lizio; e giunti amenduni al letto e levata la sargia, poté manifestamente vedere madonna Giacomina come la figliuola avesse preso e tenesse l'usignuolo il quale ella tanto disiderava d'udir cantare ... Di che la donna, tenendosi forte di Ricciardo ingannata, volle gridare e dirgli villania: ma messer Lizio le disse: “Donna, guarda che per quanto tu hai caro il mio amore tu non facci motto, ché in verità, poscia che ella l'ha preso, egli sì sarà suo ... ” Di che la donna racconsolata, veggendo il marito non esser turbato di questo fatto e considerando che la figliuola aveva avuta la buona notte e erasi ben riposata e aveva l'usignuol preso, si tacque ... La qual cosa fatta, messer Lizio e la donna partendosi dissono: “Riposatevi oramai, ché forse maggior bisogno n'avete che di levarvi ... Aveva ciascuna donna, la novella dell'usignuolo ascoltando, tanto riso, che ancora, quantunque Filostrato ristato fosse di novellare, non per ciò esse di ridere si potevan tenere ...
Decameron (pagina 101)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... compagne assai, forse non meno da amor sospinti che da paura di tempo: e essendo già tanto entrati innanzi alla donna e agli altri, che appena si vedevano, avvenne che dopo molti tuoni subitamente una gragnuola grossissima e spessa cominciò a venire, la quale la donna con la sua compagnia fuggì in casa d'un lavoratore ... Il tempo malvagio cessò, e all'entrar della città, che vicina era, aspettata la donna, con lei a casa se ne tornarono ... ” A cui Pietro, che molto l'amava, disse: “Come vuoi tu, donna mia, che io qui dimori? La tua gravidezza scoprirà il fallo nostro: a te fia perdonato leggiermente, ma io misero sarò colui a cui del tuo peccato e del mio converrà portare la pena ... La donna, dolente senza misura, le disse una gran villania e da lei volle sapere come andata fosse la cosa ... La donna la si credette, e per celare il difetto della figliuola a una lor possessione ne la mandò ... La donna, veggendo il marito sopravenuto, dolente levatasi, ciò che alla figliuola era intervenuto gli raccontò; ma egli, men presto a creder che la donna non era stata, disse ciò non dovere esser vero che ella non sapesse di cui gravida fosse, e per ciò del tutto il voleva sapere, e dicendolo essa potrebbe la sua grazia racquistare: se non, pensasse senza alcuna misericordia di morire ... La donna s'ingegnò, in quanto poteva, di dover fare stare contento il marito a quello che ella aveva detto, ma ciò era niente ...
Decameron (pagina 102)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 8 Nastagio degli Onesti, amando una de' Traversari, spende le sue ricchezze senza essere amato; vassene pregato da' suoi a Chiassi; quivi vede cacciare a un cavaliere una giovane e ucciderla e divorarla da due cani; invita i parenti suoi e quella donna amata da lui a un desinare, la quale vede questa medesima giovane sbranare e temendo di simile avvenimento prende per marito Nastagio ... Ora avvenne che, venendo quasi all'entrata di maggio, essendo un bellissimo tempo e egli entrato in pensiero della sua crudel donna, comandato a tutta la sua famiglia che solo il lasciassero per più poter pensare a suo piacere, piede innanzi piè se medesimo trasportò pensando infino nella pigneta ... E essendo già passata presso che la quinta ora del giorno e esso bene un mezzo miglio per la pigneta entrato, non ricordandosi di mangiare né d'altra cosa, subitamente gli parve udire un grandissimo pianto e guai altissimi messi da una donna; per che, rotto il suo dolce pensiero, alzò il capo per veder che fosse e maravigliossi nella pigneta veggendosi ... Questa cosa a un'ora maraviglia e spavento gli mise nell'animo e ultimamente compassione della sventurata donna, dalla qual nacque disidero di liberarla da sì fatta angoscia e morte, se el potesse ...
Decameron (pagina 104)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il quale, sì come il più de' gentili uomini avviene, d'una gentil donna chiamata monna Giovanna s'innamorò, ne' suoi tempi tenuta delle più belle donne e delle più leggiadre che in Firenze fossero; e acciò che egli l'amor di lei acquistar potesse, giostrava, armeggiava, faceva feste e donava, e il suo senza alcun ritegno spendeva; ma ella, non meno onesta che bella, niente di queste cose per lei fatte né di colui si curava che le faceva ... ” La donna, udendo questo, alquanto sopra sé stette e cominciò a pensar quello che far dovesse ... La donna la mattina seguente, presa un'altra donna in compagnia, per modo di diporto se n'andò alla piccola casetta di Federigo e fecelo adimandare ... E per certo questa vostra liberale venuta m'è troppo più cara che non sarebbe se da capo mi fosse dato da spendere quanto per adietro ho già speso, come che a povero oste siate venuto”; e così detto, vergognosamente dentro alla sua casa la ricevette e di quella nel suo giardino la condusse, e quivi non avendo a cui farle tener compagnia a altrui, disse: “Madonna, poi che altri non c'è, questa buona donna moglie di questo lavoratore vi terrà compagnia tanto che io vada a far metter la tavola ... ” Egli, con tutto che la sua povertà fosse strema, non s'era ancor tanto avveduto quanto bisogno gli facea che egli avesse fuor d'ordine spese le sue richezze; ma questa mattina niuna cosa trovandosi di che potere onorar la donna, per amor della quale egli già infiniti uomini onorati avea, il fé ravedere ... E oltre modo angoscioso, seco stesso maledicendo la sua fortuna, come uomo che fuor di sé fosse or qua e or là trascorrendo, né denari né pegno trovandosi, essendo l'ora tarda e il disidero grande di pure onorar d'alcuna cosa la gentil donna e non volendo, non che altrui, ma il lavorator suo stesso richiedere, gli corse agli occhi il suo buon falcone, il quale nella sua saletta vide sopra la stanga; per che, non avendo a che altro ricorrere, presolo e trovatolo grasso, pensò lui esser degna vivanda di cotal donna ... E però, senza più pensare, tiratogli il collo, a una sua fanticella il fé prestamente, pelato e acconcio, mettere in uno schedone e arrostir diligentemente; e messa la tavola con tovaglie bianchissime, delle quali alcuna ancora avea, con lieto viso ritornò alla donna nel suo giardino e il desinare, che per lui far si potea, disse essere apparecchiato ... Laonde la donna con la sua compagna levatasi andarono a tavola e, senza saper che si mangiassero, insieme con Federigo, il quale con somma fede le serviva, mangiarono il buon falcone ... E levate da tavola e alquanto con piacevoli ragionamenti con lui dimorate, parendo alla donna tempo di dire quello per che andata era, così benignamente verso Federigo cominciò a parlare: “Federigo, ricordandoti tu della tua preterita vita e della mia onestà, la quale per avventura tu hai reputata durezza e crudeltà, io non dubito punto che tu non ti debbi maravigliare della mia presunzione sentendo quello per che principalmente qui venuta sono; ma se figliuoli avessi o avessi avuti, ...
Decameron (pagina 105)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Federigo, udendo ciò che la donna adomandava e sentendo che servir non ne la potea per ciò che mangiar gliele avea dato, cominciò in presenza di lei a piagnere anzi che alcuna parola risponder potesse ... Il qual pianto la donna prima credette che da dolore di dover da sé dipartire il buon falcon divenisse più che da altro, e quasi fu per dire che nol volesse; ma pur sostenutasi, aspettò dopo il pianto la risposta di Federigo, il qual così disse: “Madonna, poscia che a Dio piacque che io in voi ponessi il mio amore, in assai cose m'ho reputata la fortuna contraria e sonmi di lei doluto; ma tutte sono state leggieri a rispetto di quello che ella mi fa al presente, di che io mai pace con lei aver non debbo, pensando che voi qui alla mia povera casa venuta siete, dove, mentre che ricca fu, venir non degnaste, e da me un picciol don vogliate, e ella abbia sì fatto, che io donar nol vi possa: e perché questo esser non possa vi dirò brievemente ... La qual cosa la donna vedendo e udendo, prima il biasimò d'aver per dar mangiare a una femina ucciso un tal falcone, e poi la grandezza dell'animo suo, la quale la povertà non avea potuto né potea rintuzzare, molto seco medesima commendò ... Il quale così fatta donna e cui egli cotanto amata avea per moglie vedendosi, e oltre a ciò ricchissimo, in letizia con lei, miglior massaio fatto, terminò gli anni suoi ... – 10 Pietro di Vinciolo va a cenare altrove; la donna sua si fa venire un garzone, torna Pietro, ella il nasconde sotto una cesta da polli; Pietro dice essere stato trovato in casa d'Ercolano, con cui cenava, un giovane messovi dalla moglie; la donna biasima la moglie d'Ercolano; uno asino per isciagura pon piede in su le dita di colui che era sotto la cesta, egli grida, Pietro corre là, vedelo, cognosce lo 'nganno della moglie, con la quale ultimamente rimane in concordia per la sua tristezza ... E voi, ascoltandola, quello ne fate che usate siete di fare quando ne' giardini entrate, che, distesa la dilicata mano, cogliete le rose e lasciate le spine stare: il che farete lasciando il cattivo uomo con la mala ventura stare con la sua disonestà, e liete riderete degli amorosi inganni della sua donna, compassione avendo all'altrui sciagure dove bisogna ...
Decameron (pagina 106)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Avendo adunque la buona donna così fatto pensiero avuto, e forse più d'una volta, per dare segretamente a ciò effetto si dimesticò con una vecchia che pareva pur santa Verdiana che dà beccare alle serpi, la quale sempre co' paternostri in mano andava a ogni perdonanza, né mai d'altro che della vita de' Santi Padri ragionava e delle piaghe di san Francesco e quasi da tutti era tenuta una santa ... La vecchia, non passar molti dì, occultamente le mise colui, di cui ella detto l'aveva, in camera, e ivi a poco tempo un altro, secondo che alla giovane donna ne venivan piacendo; la quale in cosa che far potesse intorno a ciò, sempre del marito temendo, non ne lasciava a far tratto ... E essendosi la donna col giovane posti a tavola per cenare, e ecco Pietro chiamò all'uscio che aperto gli fosse ... La donna, questo sentendo, si tenne morta; ma pur volendo, se potuto avesse, celare il giovane, non avendo accorgimento di mandarlo o di farlo nascondere in altra parte, essendo una sua loggetta vicina alla camera nella quale cenavano, sotto una cesta da polli che v'era il fece ricoverare e gittovvi suso un pannaccio d'un saccone che fatto aveva il dì votare; e questo fatto, prestamente fece aprire al marito ... ” “E come è stato così?” disse la donna ... E parendogli che di quindi venisse il suono dello starnuto, aperse uno usciuolo il qual v'era; e come aperto l'ebbe, subitamente n'uscì fuori il maggior puzzo di solfo del mondo, benché davanti, essendocene venuto puzzo e ramaricaticene, aveva detto la donna: ‘Egli è che dianzi io imbiancai miei veli col solfo, e poi la tegghiuzza, sopra la quale sparto l'avea perché il fummo ricevessero, io la misi sotto quella scala, sì che ancora ne viene ... Ercolano, vedutolo, gridò: ‘Or veggio, donna, quello per che poco avanti, quando ce ne venimmo, tanto tenuti fuor della porta, senza esserci aperto, fummo; ma non abbia io mai cosa che mi piaccia se io non te ne pago!’ Il che la donna udendo, e vedendo che il suo peccato era palese, senza alcuna scusa fare levatasi da tavola, si fuggì, né so ove se n'andasse ... ” Udendo la donna queste cose, conobbe che egli erano dell'altre così savie come ella fosse, quantunque talvolta sciagura ne cogliesse a alcuna, e volentieri avrebbe con parole la donna d'Ercolano difesa; ma per ciò che col biasimare il fallo altrui le parve dovere a' suoi far più libera via, cominciò a dire: ...
Decameron (pagina 107)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... “Ecco belle cose! ecco buona e santa donna che costei dee essere! ecco fede d'onesta donna, che mi sarei confessata da lei, sì spirital mi parea! e peggio, che essendo ella oggimai vecchia dà molto buono essemplo alle giovani! Che maladetta sia l'ora che ella nel mondo venne e ella altressì che viver si lascia, perfidissima e rea femina che ella dee essere, universal vergogna e vitupero di tutte le donne di questa terra: la quale, gittata via la sua onestà e la fede promessa al suo marito e l'onor di questo mondo, lui, che è così fatto uomo e così onorevole cittadino e che così ben la trattava, per un altro uomo non s'è vergognata di vituperare e se medesima insieme con lui ... Pietro, che maggior voglia aveva di mangiare che di dormire, domandava pure se da cena cosa alcuna vi fosse, a cui la donna rispondeva: “Sì da cena ci ha! noi siamo molto usate di far da cena, quando tu non ci se'! Sì, che io sono la moglie d'Ercolano! Deh, ché non vai dormi per istasera? quanto farai meglio!” Avvenne che, essendo la sera certi lavoratori di Pietro venuti con certe cose dalla villa e avendo messi gli asini loro, senza dar lor bere, in una stalletta la quale allato alla loggetta era, l'un degli asini, che grandissima sete avea, tratto il capo del capestro era uscito della stalla e ogni cosa andava fiutando se forse trovasse dell'acqua; e così andando s'avenne per mei la cesta sotto la quale era il giovinetto ... ” Il giovinetto gli disse ogni cosa; il quale Pietro, non men lieto d'averlo trovato che la sua donna dolente, presolo per mano con seco nel menò nella camera nella quale la donna con la maggior paura del mondo l'aspettava ... Alla quale Pietro postosi a seder di rimpetto disse: “Or tu maladicevi così testé la moglie d'Ercolano e dicevi che arder si vorrebbe e che ella era vergogna di tutte voi: come non dicevi di te medesima? o se di te dir non volevi, come ti sofferiva l'animo di dir di lei, sentendoti quello medesimo aver fatto che ella fatto avea? Certo niuna altra cosa vi t'induceva se non che voi siete tutte così fatte, e con l'altrui colpe guatate di ricoprire i vostri falli: che venir possa fuoco da cielo che tutte v'arda, generazion pessima che voi siete!” La donna, veggendo che egli nella prima giunta altro male che di parole fatto non l'avea e parendole conoscere lui tutto gongolare per ciò che per man tenea un così bel giovinetto, prese cuore e disse: “Io ne son molto certa che tu vorresti che fuoco venisse da cielo che tutte ci ardesse, sì come colui che se' così vago di noi come il can delle mazze; ma alla croce di Dio egli non ti verrà fatto ... ” Pietro s'avide che le parole non eran per venir meno in tutta notte; per che, come colui che poco di lei curava, disse: “Or non più, donna: di questo ti contenterò io bene; farai tu gran cortesia di fare che noi abbiamo da cena qualche cosa, ché mi pare che questo garzone altressì, ben com'io, non abbia ancor cenato ... ” “Certo no, “ disse la donna “che egli non ha ancor cenato; ché quando tu nella tua malora venisti ci ponavam noi a tavola per cenare ... ” La donna levata sù, udendo il marito contento, prestamente fatta rimetter la tavola, fece venir la cena la quale apparecchiata avea, e insieme col suo cattivo marito e col giovane lietamente cenò ...
Decameron (pagina 110)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Essendo vescovo di Firenze messere Antonio d'Orso, valoroso e savio prelato, venne in Firenze un gentile uom catalano, chiamato messer Dego della Ratta, maliscalco per lo re Ruberto; il quale essendo del corpo bellissimo e vie più che grande vagheggiatore, avvenne che fra l'altre donne fiorentine una ne gli piacque, la quale era assai bella donna e era nepote d'un fratello del detto vescovo ... Per che, usando molto insieme il vescovo e 'l maliscalco, avvenne che il dì di san Giovanni, cavalcando l'uno allato all'altro veggendo le donne per la via onde il palio si corre, il vescovo vide una giovane la quale questa pistolenzia presente ci ha tolta donna, il cui nome fu monna Nonna de' Pulci, cugina di messere Alesso Rinucci e cui voi tutte doveste conoscere: la quale essendo allora una fresca e bella giovane e parlante e di gran cuore, di poco tempo avanti in Porta San Piero a marito venutane, la mostrò al maliscalco; e poi, essendole presso, posta la mano sopra la spalla del maliscalco, disse: “Nonna, che ti par di costui? crederestil vincere?” Alla Nonna parve che quelle parole alquanto mordessero la sua onestà o la dovesser contaminare negli animi di coloro, che molti v'erano, che l'udirono; per che, non intendendol a purgar questa contaminazione ma a render colpo per colpo, prestamente rispose: “Messere, e forse non vincerebbe me; ma vorrei buona moneta ... Chichibio le rispose cantando e disse: “Voi non l'avrì da mi, donna Brunetta, voi non l'avrì da mi ... ” Di che donna Brunetta essendo turbata, gli disse: “In fé di Dio, se tu non la mi dai, tu non avrai mai da me cosa che ti piaccia”, e in brieve le parole furon molte; alla fine Chichibio, per non crucciar la sua donna, spiccata l'una delle cosce alla gru, gliele diede ...
Decameron (pagina 112)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Già si tacea la Fiammetta e ciascun rideva ancora del nuovo argomento dallo Scalza usato a nobilitare sopra ogni altro i Baronci, quando la reina ingiunse a Filostrato che novellasse; e egli a dir cominciò: –Valorose donne, bella cosa è in ogni parte saper ben parlare, ma io la reputo bellissima quivi saperlo fare dove la necessità il richiede; il che sì ben seppe fare una gentil donna della quale intendo di ragionarvi, che non solamente festa e riso porse agli uditori, ma sé de' lacci di vituperosa morte disviluppò, come voi udirete ... Nella terra di Prato fu già uno statuto, nel vero non men biasimevole che aspro, il quale senza alcuna distinzion far comandava che così fosse arsa quella donna che dal marito fosse con alcun suo amante trovata in adulterio, come quella che per denari con qualunque altro uomo stata trovata fosse ... E durante questo statuto avvenne che una gentil donna e bella e oltre a ogni altra innamorata, il cui nome fu madonna Filippa, fu trovata nella sua propria camera una notte da Rinaldo de' Pugliesi suo marito nelle braccia di Lazzarino de' Guazzagliotri, nobile giovane e bello di quella terra, il quale ella quanto se medesima amava ... Rattemperatosi adunque da questo, non si poté temperare da voler quello dello statuto pratese che a lui non era licito di fare, cioè la morte della sua donna ... E per ciò, avendo al fallo della donna provare assai convenevole testimonianza, come il dì fu venuto, senza altro consiglio prendere, accusata la donna, la fece richiedere ... La donna, che di gran cuore era, sì come generalmente esser soglion quelle che innamorate son da dovero, ancora che sconsigliata da molti suoi amici e parenti ne fosse, del tutto dispose di comparire e di voler più tosto, la verità confessando, con forte animo morire che, vilmente fuggendo, per contumacia in essilio vivere e negarsi degna di così fatto amante come colui era nelle cui braccia era stata la notte passata ... ” La donna, senza sbigottire punto, con voce assai piacevole rispose: “Messere, egli è vero che Rinaldo è mio marito e che egli questa notte passata mi trovò nelle braccia di Lazzarino, nelle quali io sono, per buono e per perfetto amore che io gli porto, molte volte stata, né questo negherei mai; ma come io son certa che voi sapete, le leggi deono esser comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano ... Le quali cose di questa non avvengono, ché essa solamente le donne tapinelle costrigne, le quali molto meglio che gli uomini potrebbero a molti sodisfare; e oltre a questo, non che alcuna donna, quando fatta fu, ci prestasse consentimento, ma niuna ce ne fu mai chiamata: per le quali cose meritamente malvagia si può chiamare ... ” A che Rinaldo, senza aspettare che il podestà il domandasse, prestamente rispose che senza alcun dubbio la donna a ogni sua richesta gli aveva di sé ogni suo piacer conceduto ... “Adunque” seguì prestamente la donna “domando io voi, messer podestà, se egli ha sempre di me preso quello che gli è bisognato e piaciuto, io che doveva fare o debbo di quel che gli avanza? debbolo io gittare a' cani? non è egli molto meglio servirne un gentile uomo che più che sé m'ama, che lasciarlo perdere o guastare?” Eran quivi a così fatta essaminazione e di tanta e sì famosa donna quasi tutti i pratesi concorsi, li quali, udendo così piacevol domanda, subitamente, dopo molte risa, quasi a una voce tutti gridarono la donna aver ragione e dir bene: e prima che di quivi si partissono, a ciò confortandogli il podestà, modificarono il crudele statuto e lasciarono che egli s'intendesse solamente per quelle donne le quali per denari a' lor mariti facesser fallo ... Per la qual cosa Rinaldo, rimaso di così matta impresa confuso, si partì dal giudicio; e la donna lieta e libera, quasi dal fuoco risuscitata, alla sua casa se ne tornò ...
Decameron (pagina 118)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Li quali, per ciò che qual calze e qual cappa e quale scapolare ne traevano spesso, gl'insegnavano di buone orazioni e davangli il paternostro in volgare e la canzone di santo Alesso e il lamento di san Bernardo e la lauda di donna Matelda e cotali altri ciancioni, li quali egli avea molto cari e tutti per la salute dell'anima sua se gli serbava molto diligentemente ... Ora aveva costui una bellissima donna e vaga per moglie, la quale ebbe nome monna Tessa e fu figliuola di Mannuccio dalla Cuculia, savia e avveduta molto; la quale, conoscendo la semplicità del marito, essendo innamorata di Federigo di Neri Pegolotti, il quale bello e fresco giovane era, e egli di lei, ordinò con una sua fante che Federigo le venisse a parlare a un luogo molto bello che il detto Gianni aveva in Camerata, al quale ella si stava tutta la state; e Gianni alcuna volta vi veniva a cenare e a albergo, e la mattina se ne tornava a bottega e talora a' laudesi suoi ... Federigo, che ciò senza modo disiderava, preso tempo un dì che imposto gli fu, in sul vespro se n'andò là sù e, non venendovi la sera Gianni, a grande agio e con molto piacere cenò e albergò con la donna; e ella standogli in braccio la notte gl'insegnò da sei delle laude del suo marito ... Ma tra l'altre volte una avvenne che, dovendo Federigo cenare con monna Tessa, avendo ella fatti cuocere due grossi capponi, avvenne che Gianni, che venire non vi doveva, molto tardi vi venne: di che la donna fu molto dolente, e egli e ella cenarono un poco di carne salata che da parte aveva fatta lessare ... Per che, andatisi ella e Gianni a letto, e similmente la fante, non stette guari che Federigo venne e toccò una volta pianamente la porta, la quale sì vicina alla camera era, che Gianni incontanente il sentì, e la donna altressì; ma, acciò che Gianni nulla suspicar potesse di lei, di dormire fece sembiante ... E stando un poco, Federigo picchiò la seconda volta: di che Gianni maravigliandosi punzechiò un poco la donna e disse: “Tessa, odi tu quel ch'io? E' pare che l'uscio nostro sia tocco ... ” La donna, che molto meglio di lui udito l'avea, fece vista di svegliarsi, e disse: “Come di'? eh?” “Dico” disse Gianni “ch'e' pare che l'uscio nostro sia tocco ... ” Disse la donna: “Tocco? Oimè, Gianni mio or non sai tu quello ch'egli è? Egli è la fantasima, della quale io ho avuta a queste notti la maggior paura che mai s'avesse, tale che, come io sentita l'ho, ho messo il capo sotto né mai ho avuto ardir di trarlo fuori sì è stato dì chiaro ... ” Disse allora Gianni: “Va, donna, non aver paura se ciò è, ché io dissi dianzi il Te lucis e la 'ntemerata e tante altre buone orazioni, quando a letto ci andammo, e anche segnai il letto di canto in canto al nome del Patre e del Filio e dello Spirito Sancto, che temere non ci bisogna: ché ella non ci può, per potere ch'ella abbia, nuocere ... ” La donna, acciò che Federigo per avventura altro sospetto non prendesse e con lei si turbasse, diliberò del tutto di doversi levare e di fargli sentire che Gianni v'era; e disse al marito: “Bene sta, tu dì tue parole tu; io per me non mi terrò mai salva né sicura se noi non la 'ncantiamo, poscia che tu ci se' ... ” Disse Gianni: “O come s'incanta ella?” Disse la donna: “Ben la so io incantare, ché l'altrieri, quando io andai a Fiesole alla perdonanza, una di quelle romite, che è, Gianni mio, pur la più santa cosa che Iddio tel dica per me, vedendomene così paurosa, m'insegnò una santa e buona orazione e disse che provata l'avea più volte avanti che romita fosse, e sempre l'era giovato ... ” Gianni disse che molto gli piacea; e levatisi se ne vennero amenduni pianamente all'uscio, al quale ancor di fuori Federigo, già sospettando, aspettava; e giunti quivi, disse la donna a Gianni: “Ora sputerai, quando io il ti dirò ... ” E la donna cominciò l'orazione e disse: “Fantasima, fantasima che di notte vai, a coda ritta ci venisti, a coda ritta te n'andrai: va nell'orto, a piè del pesco grosso troverai unto bisunto e cento cacherelli della gallina mia: pon bocca al fiasco e vatti via, e non far mal né a me né a Gianni mio”, e così detto, disse al marito: “Sputa, Gianni” e Gianni sputò ... ” La donna, poi che in questa guisa ebbe tre volte incantata la fantasima, a letto se ne tornò col marito ... Federigo, che con lei di cenar s'aspettava, non avendo cenato e avendo bene le parole della orazione intese se n'andò nell'orto e a piè del pesco grosso trovati i due capponi e 'l vino e l'uova a casa se ne gli portò e cenò a grande agio; e poi dell'altre volte ritrovandosi con la donna, molto di questa incantazione rise con essolei ... Vera cosa è che alcuni dicono che la donna aveva ben volto il teschio dello asino verso Fiesole, ma un lavoratore per la vigna passando v'aveva entro dato d'un bastone e fattol girare intorno intorno, e era rimaso volto verso Firenze, e per ciò Federigo, credendo esser chiamato, v'era venuto; e che la ...
Decameron (pagina 119)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... donna aveva fatta l'orazione in questa guisa: “Fantasima, fantasima, fatti con Dio, ché la testa dell'asino non vols'io, ma altri fu, che tristo il faccia Iddio, e io son qui con Gianni mio”; per che, andatosene, senza albergo e senza cena era rimaso ... Ma una mia vicina, la quale è una donna molto vecchia, mi dice che l'una e l'altra fu vera, secondo che ella aveva, essendo fanciulla, saputo; ma che l'ultimo non a Gianni Lotteringhi era avvenuto, ma a uno che si chiamò Gianni di Nello, che stava in Porta San Piero, non meno sofficiente lavacecia che fosse Gianni Lotteringhi ... Con grandissime risa fu la novella d'Emilia ascoltata e l'orazione per buona e per santa commendata da tutti; la quale al suo fine venuta essendo, comandò il re a Filostrato che seguitasse; il quale incominciò: –Carissime donne mie, elle son tante le beffe che gli uomini vi fanno, e spezialmente i mariti, che, quando alcuna volta avviene che donna niuna alcuna al marito ne faccia, voi non dovreste solamente esser contente che ciò fosse avvenuto o di risaperlo o d'udirlo dire a alcuno, ma il dovreste voi medesime andar dicendo per tutto, acciò che per gli uomini si conosca che, se essi sanno, e le donne d'altra parte anche sanno: il che altro che utile esser non vi può, per ciò che, quando alcun sa che altri sappia, egli non si mette troppo leggiermente a volerlo ingannare ... ” E così detto, incominciò a piagnere e a dir da capo: “Oimè, lassa me, dolente me, in che mal'ora nacqui, in che mal punto ci venni! ché avrei potuto avere un giovane così da bene e nol volli, per venire a costui che non pensa cui egli s'ha menata a casa! L'altre si danno buon tempo cogli amanti loro, e non ce n'ha niuna che non abbia chi due o chi tre, e godono e mostrano a' mariti la luna per lo sole; e io, misera me! perché son buona e non attendo a così fatte novelle, ho male e mala ventura: io non so perché io non mi pigli di questi amanti come fanno l'altre! Intendi sanamente, marito mio, che se io volessi far male, io troverrei ben con cui, ché egli ci son de' ben leggiadri che m'amano e voglionmi bene e hannomi mandato proferendo dimolti denari, o voglio io robe o gioie, né mai mel sofferse il cuore, per ciò che io non fui figliuola di donna da ciò: e tu mi torni a casa quando tu dei essere a lavorare!” Disse il marito: “Deh! donna, non ti dar malinconia, per Dio! egli è il vero che io andai per lavorare, ma egli mostra che tu nol sappi, come io medesimo nol sapeva ... ” Giannello, il quale stava con gli orecchi levati per vedere se d'alcuna cosa gli bisognasse temere o provedersi, udite le parole di Peronella, prestamente si gittò fuor del doglio; e quasi niente sentito avesse della tornata del marito, cominciò a dire: “Dove se', buona donna?” Al quale il marito, che già veniva, disse: “Eccomi, che domandi tu?” Disse Giannello: “Qual se' tu? Io vorrei la donna con la quale io feci il mercato di questo doglio ...
Decameron (pagina 120)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Voi dovete sapere che in Siena fu già un giovane assai leggiadro e d'orrevole famiglia, il quale ebbe nome Rinaldo; e amando sommamente una sua vicina, e assai bella donna e moglie d'un ricco uomo, e sperando, se modo potesse avere di parlarle senza sospetto, dovere aver da lei ogni cosa che egli disiderasse, non vedendone alcuno e essendo la donna gravida, pensossi di volere suo compar divenire: e accontatosi col marito di lei, per quel modo che più onesto gli parve gliele disse, e fu fatto ... Essendo adunque Rinaldo di madonna Agnesa divenuto compare e avendo alquanto d'albritrio più colorato di poterle parlare, assicuratosi, quello della sua intenzione con parole le fece conoscere che ella molto davanti negli atti degli occhi suoi avea conosciuto: ma poco per ciò gli valse, quantunque d'averlo udito non dispiacesse alla donna ... La buona donna, veggendosi molto sollicitare e parendole frate Rinaldo forse più bello che non pareva, essendo un dì molto da lui infestata a quello ricorse che fanno tutte quelle che voglia hanno di concedere quello che è addimandato, e disse: “Come, frate Rinaldo, o fanno così fatte cose i frati?” A cui frate Rinaldo rispose: “Madonna, qualora io avrò questa cappa fuor di dosso, che me la traggo molto agevolmente, io vi parrò uno uomo fatto come gli altri e non frate ... ” La donna fece bocca da ridere e disse: “Oimè trista! voi siete mio compare: come si farebbe questo? Egli sarebbe troppo gran male, e io ho molte volte udito che egli è troppo gran peccato: e per certo, se ciò non fosse, io farei ciò che voi voleste ... Ma ditemi: chi è più parente del vostro figliuolo, o io che il tenni a battesimo o vostro marito che il generò?” La donna rispose: “È più suo parente mio marito ... ” “E voi dite il vero, “ disse il frate “e vostro marito non si giace con voi?” “Mai sì” rispose la donna ... ” La donna, che loica non sapeva e di piccola levatura aveva bisogno, o credette o fece vista di credere che il frate dicesse vero, e rispose: “Chi saprebbe rispondere alle vostre savie parole?”; e appresso, non obstante il comparatico, si recò a dover fare i suoi piaceri ... Ma tra l'altre una avvenne che, essendo frate Rinaldo venuto a casa la donna e vedendo quivi niuna persona essere altri che una fanticella della donna, assai bella e piacevoletta, mandato il compagno suo con essolei nel palco de' colombi a insegnarle il paternostro, egli colla donna, che il fanciullin suo avea per mano, se n'entrarono nella camera e dentro serrati sopra un lettuccio da sedere, che in quella era, s'incominciarono a trastullare ... E in questa guisa dimorando, avvenne che il compar tornò e, senza esser sentito da alcuno, fu all'uscio della camera e picchiò e chiamò la donna ...
Decameron (pagina 121)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” La donna, da subito consiglio aiutata, disse: “Or vi vestite; e vestito che voi siete, recatevi in braccio vostro figlioccio e ascolterete bene ciò che io gli dirò, sì che le vostre parole poi s'accordino colle mie: e lasciate fare a me ... ” Quando il bescio sanctio udì questo, tutto svenne e disse: “Come?” “O marido mio, “ disse la donna “e' gli venne dianzi di subito uno sfinimento, che io mi credetti ch'e' fosse morto e non sapeva né che mi far né che mi dire, se non che frate Rinaldo nostro compare ci venne in quella e recatoselo in collo disse: ‘Comare, questi son vermini che egli ha in corpo, gli quali gli s'appressano al cuore e ucciderebbolo troppo bene; ma non abbiate paura, ché io gl'incanterò e farogli morir tutti, e innanzi che io mi parta di qui voi vederete il fanciul sano come voi vedeste mai ... ” Disse la donna: “Non andare, ché tu guasteresti ciò che s'è fatto; aspettati, io voglio vedere se tu vi puoi andare e chiamerotti ... Il re, come la novella d'Elissa sentì aver fine, così senza indugio verso la Lauretta rivolto le dimostrò che gli piacea che ella dicesse; per che essa, senza stare, così cominciò: –O Amore, chenti e quali sono le tue forze, chenti i consigli e chenti gli avvedimenti! Qual filosofo, quale artista mai avrebbe potuto o potrebbe mostrare quegli accorgimenti, quegli avvedimenti, quegli dimostramenti che fai tu subitamente a chi seguita le tue orme? Certo la dottrina di qualunque altro è tarda a rispetto della tua, sì come assai bene comprender si può nelle cose davanti mostrate; alle quali, amorose donne, io una n'agiugnerò d'una semplicetta donna adoperata, tale che io non so chi altri se l'avesse potuta mostrare che Amore ... A costui fu data per moglie una bellissima donna, il cui nome fu monna Ghita, della quale egli senza saper perché prestamente divenne geloso, di che la donna avvedendosi prese sdegno; e più volte avendolo della cagione della sua gelosia addomandato né egli alcuna avendone saputa assegnare se non cotali generali e cattive, cadde nell'animo alla donna di farlo morire del male del quale senza cagione aveva paura ... E essendosi avveduta che un giovane, secondo il suo giudicio molto da bene, la vagheggiava, discretamente con lui s'incominciò a intendere; e essendo già tra lui e lei tanto le cose innanzi, che altro che dare effetto con opera alle parole non vi mancava, pensò la donna di trovare similmente modo a questo ... E in questa maniera la innamorata donna continuando, avvenne che il doloroso marito si venne accorgendo che ella, nel confortare lui a bere, non beveva per ciò essa mai; di che egli prese sospetto non così fosse come era, cioè che la donna lui inebriasse per poter poi fare il piacer suo mentre egli adormentato fosse ... E volendo di questo, se così fosse, far pruova, senza avere il dì bevuto, una sera mostrandosi il più ebbro uomo e nel parlare e ne' modi, che fosse mai, il che la donna credendo né estimando che più bere gli bisognasse a ben dormire, il mise prestamente ... Tofano, come la donna non vi senti, così si levò e andatosene alla sua porta quella serrò dentro e posesi alle finestre, acciò che tornare vedesse la donna e le facesse manifesto che egli si fosse accorto delle maniere sue; e tanto stette che la donna tornò, la quale, tornando a casa e trovatasi serrata di fuori, fu oltre modo dolente e cominciò a tentare se per forza potesse l'uscio aprire ...
Decameron (pagina 122)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” La donna lo 'ncominciò a pregar per l'amor di Dio che piacer gli dovesse d'aprirle, per ciò che ella non veniva donde s'avvisava ma da vegghiare con una sua vicina, per ciò che le notti eran grandi e ella nolle poteva dormir tutte né sola in casa vegghiare ... La donna, veggendo che il pregar non le valeva, ricorse al minacciare e disse: “Se tu non m'apri, io ti farò il più tristo uom che viva ... ” A cui Tofano rispose: “E che mi puoi tu fare?” La donna, alla quale Amore aveva già aguzzato co' suoi consigli lo 'ngegno, rispose: “Innanzi che io voglia sofferire la vergogna che tu mi vuoi fare ricevere a torto, io mi gitterò in questo pozzo che qui è vicino: nel quale poi essendo trovata morta, niuna persona sarà che creda che altri che tu per ebrezza mi v'abbia gittata; e così o ti converrà fuggire e perder ciò che tu hai e essere in bando, o converrà che ti sia tagliata la testa sì come a micidial di me che tu veramente sarai stato ... ” Per queste parole niente si mosse Tofano dalla sua sciocca opinione; per la qual cosa la donna disse: “Or ecco, io non posso più sofferire questo tuo fastidio: Dio il ti perdoni! farai riporre questa mia rocca che io lascio qui”; e questo detto, essendo la notte tanto obscura, che appena si sarebbe potuto veder l'un l'altro per la via, se n'andò la donna verso il pozzo; e, presa una grandissima pietra che a piè del pozzo era, gridando “Idio, perdonami!” la lasciò cadere entro nel pozzo ... La donna, che presso all'uscio della sua casa nascosa s'era, come vide correre al pozzo, così ricoverò in casa e serrossi dentro e andossene alle finestre e cominciò a dire: “Egli si vuole inacquare quando altri il bee, non poscia la notte ... La donna cominciò piangendo a dire: “Egli è questo reo uomo, il quale mi torna ebbro la sera a casa o s'adormenta per le taverne e poscia torna a questa otta; di che io avendo lungamente sofferto e non giovandomi, non potendo più sofferire, ne gli ho voluta fare questa vergogna di serrarlo fuor di casa per vedere se egli se ne ammenderà ... La donna co' suoi vicini diceva: “Or vedete che uomo egli è! Che direste voi se io fossi nella via come è egli, e egli fosse in casa come sono io? In fé di Dio che io dubito che voi non credeste che egli dicesse il vero: ben potete a questo conoscere il senno suo! Egli dice a punto che io ho fatto ciò che io credo che egli abbia fatto egli ... ” I vicini, e gli uomini e le donne, cominciaro a riprendere tututti Tofano e a dar la colpa a lui e a dirgli villania di ciò che contro alla donna diceva: e in brieve tanto andò il romore di vicino in vicino, che egli pervenne infino a' parenti della donna ... Li quali venuti là, e udendo la cosa e da un vicino e da altro, presero Tofano e diedergli tante busse, che tutto il ruppono; poi, andati in casa, presero le cose della donna e con lei si ritornarono a casa loro minacciando Tofano di peggio ... Tofano, veggendosi mal parato e che la sua gelosia l'aveva mal condotto, sì come quegli che tutto 'l suo bene voleva alla donna, ebbe alcuni amici mezzani; e tanto procacciò, che egli con buona pace riebbe la donna a casa sua, alla quale promise di mai più non esser geloso: e oltre a ciò le diè licenzia che ogni suo piacer facesse, ma sì saviamente, che egli non se ne avvedesse ... – 5 Un geloso in forma di prete confessa la moglie, al quale ella dà a vedere che ama un prete che viene a lei ogni notte; di che mentre che il geloso nascosamente prende guardia all'uscio, la donna per lo tetto si fa venire un suo amante e con lui si dimora ... Posto aveva fine la Lauretta al suo ragionamento; e avendo già ciascun commendata la donna che ella bene avesse fatto e come a quel cattivo si conveniva, il re, per non perder tempo, verso la Fiammetta voltatosi, piacevolmente il carico le 'mpose del novellare; per la qual cosa ella così cominciò: –Nobilissime donne, la precedente novella mi tira a dovere similmente ragionar d'un geloso, estimando che ciò che si fa loro dalla lor donna, e massimamente quando senza cagione ingelosiscono, esser ben fatto ... Per che conchiudendo, ciò che una donna fa a un marito geloso a torto, per certo non condennare ma commendare si dovrebbe ... Fu adunque in Arimino un mercatante ricco e di possessioni e di denari assai, il quale avendo una bellissima donna per moglie di lei divenne oltre misura geloso; né altra cagione a questo avea, se non che, come egli molto l'amava e molto bella la teneva e conosceva che ella con tutto il suo studio s'ingegnava piacergli, così estimava che ogn'uomo l'amasse e che ella a tutti paresse bella e ancora che ella s'ingegnasse così piacere altrui come a lui (argomento di cattivo uomo e con poco sentimento era) ... La donna, lasciamo stare che a nozze o a festa o a chiesa andar potesse o il piè della casa trarre in alcun modo, ma ella non osava farsi a alcuna finestra né fuor della casa guardare ...
Decameron (pagina 123)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ora, appressandosi la festa del Natale, la donna disse al marito che, se gli piacesse, ella voleva andar la mattina della pasqua alla chiesa e confessarsi e comunicarsi come fanno gli altri cristiani: alla quale il geloso disse: “E che peccati ha' tu fatti, che tu ti vuoi confessare?” Disse la donna: “Come? credi tu che io sia santa perché tu mi tenghi rinchiusa? ben sai che io fo de' peccati come l'altre persone che ci vivono; ma io non gli vo' dire a te, ché tu non se' prete ... Alla donna pareva mezzo avere inteso; ma senza altro dire rispose che sì farebbe ... Venuta la mattina della pasqua, la donna si levò in su l'aurora e acconciossi e andossene alla chiesa impostale dal marito ... La donna venuta alla chiesa fece domandare il prete ... Il prete venne, e udendo dalla donna che confessar si volea disse che non potea udirla ma che le manderebbe un suo compagno; e andatosene, mandò il geloso nella sua malora ... Il quale molto contegnoso vegnendo, ancora che egli non fosse molto chiaro il dì e egli s'avesse molto messo il cappuccio innanzi agli occhi, non si seppe sì occultare, che egli non fosse prestamente conosciuto dalla donna; la quale, questo vedendo, disse seco medesimo: “Lodato sia Iddio che costui di geloso è divenuto prete; ma pure lascia fare, ché io gli darò quello che egli va cercando ... Or venendo alla confessione, tra l'altre cose che la donna gli disse, avendogli prima detto come maritata era, si fu che ella era innamorata d'un prete il quale ogni notte con lei s'andava a giacere ... Quando il geloso udì questo, e' gli parve che gli fosse dato d'un coltello nel cuore: e se non fosse che volontà lo strinse di saper più innanzi, egli avrebbe la confessione abbandonata e andatosene; stando adunque fermo domandò la donna: “E come? non giace vostro marito con voi?” La donna rispose: “Messer sì ... ” “Adunque, “ disse 'l geloso “come vi puote anche il prete giacere?” “Messere, “ disse la donna “il prete con che arte il si faccia non so: ma egli non è in casa uscio sì serrato, che, come egli il tocca, non s'apra; e dicemi egli che, quando egli è venuto a quello della camera mia, anzi che egli l'apra, egli dice certe parole per le quali il mio marito incontanente s'adormenta, e come adormentato il sente, così apre l'uscio e viensene dentro e stassi con meco: e questo non falla mai ... ” A cui la donna disse: “Messere, questo non crederei io mai poter fare per ciò che io l'amo troppo ... ” A cui disse la donna: “Io ne son dolente: io non venni qui per dirvi le bugie; se io il credessi poter fare, io il vi direi ... ” A cui la donna disse: “Messer, cotesto non fate voi che voi mi mandiate persona a casa, ché, se il mio marito il risapesse, egli è sì forte geloso, che non gli trarrebbe del capo tutto il mondo che per altro che per male vi si venisse, e non avrei ben con lui di questo anno ... ” Disse allora la donna: “Se questo vi dà il cuore di fare, io son contenta”; e fatta la confessione e presa la penitenzia e da' piè levataglisi, se n'andò a udire la messa ... La donna tornò dalla chiesa e vide bene nel viso al marito che ella gli aveva data la mala pasqua; ma egli quanto poteva s'ingegnava di nasconder ciò che fatto avea e che saper gli parea ... E avendo seco stesso diliberato di dovere la notte vegnente star presso all'uscio della via e aspettare se il prete venisse, disse alla donna: “A me conviene questa sera essere a cena e a albergo altrove, e per ciò serrerai ben l'uscio da via e quello da mezza scala e quello della camera, e quando ti parrà t'andrai a letto ... ” La donna rispose: “In buona ora ...
Decameron (pagina 124)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... sentì così di presente a quel venne; al quale la donna disse ciò che fatto avea la mattina e quello che il marito appresso mangiare l'aveva detto, e poi disse: “Io son certa che egli non uscirà di casa ma si metterà a guardia dell'uscio, e per ciò truova modo che su per lo tetto tu venghi stanotte di qua, sì che noi siamo insieme ... E la donna avendo fatti serrar tutti gli usci, e massimamente quello da mezza scala acciò che il geloso sù non potesse venire, quando tempo le parve e il giovane per via assai cauta dal suo lato se ne venne; e andaronsi a letto, dandosi l'un dell'altro piacere e buon tempo; e venuto il dì, il giovane se ne tornò in casa sua ... La donna, che molto bene conobbe il messo, rispose che venuto non v'era quella notte e che, se così facesse, che egli le potrebbe uscir di mente, quantunque ella non volesse che di mente l'uscisse ... Ora che vi debbo dire? Il geloso stette molte notti per volere giugnere il prete all'entrata, e la donna continuamente col suo amante dandosi buon tempo ... La donna rispose che non gliele voleva dire, per ciò che ella non era onesta cosa né convenevole ... ” La donna disse che non era vero che ella fosse inamorata d'alcun prete ... “Come?” disse il geloso “non dicestù così e così al prete che ti confessò?” La donna disse: “Non che egli te l'abbia ridetto ma egli basterebbe se tu fossi stato presente; mai sì che io gliele dissi ... ” La donna cominciò a sorridere e disse: “Egli mi giova molto quando un savio uomo è da una donna semplice menato come si mena un montone per le corna in becheria: benché tu non se' savio, né fosti da quella ora in qua che tu ti lasciasti nel petto entrare il maligno spirito della gelosia senza saper perché: e tanto quanto tu se' più sciocco e più bestiale, cotanto ne diviene la gloria mia minore ... Ma se tu fossi stato savio, come esser ti pare, non avresti per quel modo tentato di sapere i segreti della tua buona donna, e senza prender vana sospezion ti saresti avveduto di ciò che ella ti confessava così essere il vero, senza avere ella in cosa alcuna peccato ... ” Il geloso cattivo, a cui molto avvedutamente pareva avere il segreto della donna sentito, udendo questo si tenne scornato; e senza altro rispondere, ebbe la donna per buona e per savia, e quando la gelosia gli bisognava del tutto se la spogliò, così come quando bisogno non gli era se l'aveva vestita ... Per che la savia donna, quasi licenziata a' suoi piaceri, senza far venire il suo amante su per lo tetto come vanno le gatte ma pur per l'uscio discretamente operando poi più volte con lui buon tempo e lieta vita si diede ... Maravigliosamente era piaciuta a tutti la novella della Fiammetta, affermando ciascuno ottimamente la donna aver fatto e quel che si convenia al bestiale uomo ... Nella nostra città, copiosa di tutti i beni, fu una giovane donna e gentile e assai bella, la qual fu moglie d'un cavaliere assai valoroso e da bene ... E come spesso avviene che sempre non può l'uomo usare un cibo ma talvolta disidera di variare, non sodisfaccendo a questa donna molto il suo marito, s'innamorò d'un giovane il quale Leonetto era chiamato, assai piacevole e costumato, come che di gran nazion non fosse, e egli similmente s'innamorò di lei: e come voi sapete che rade volte è senza effetto quello che vuole ciascuna delle parti, a dare al loro amor compimento molto tempo non si interpose ... Ora avvenne che, essendo costei bella donna e avvenevole, di lei un cavalier chiamato messer Lambertuccio s'innamorò forte, il quale ella, per ciò che spiacevole uomo e sazievole le parea, per cosa del mondo a amar lui disporre non si potea; ma costui con ambasciate sollicitandola molto e non valendogli, essendo possente uomo la mandò minacciando di vituperarla se non facesse il piacer suo; per la qual cosa la donna, temendo e conoscendo come fatto era, si condusse a fare il voler suo ... E essendosene la donna, che madonna Isabella avea nome, andata, come nostro costume è di state, a stare a una sua bellissima possessione in contado, avvenne, essendo una mattina il marito di lei cavalcato in alcun luogo per dovere stare alcun giorno, che ella mandò per Lionetto che si venisse a star con lei; il quale lietissimo incontanente v'andò ... Messer Lambertuccio, sentendo il marito della donna essere andata altrove, tutto solo montato a cavallo a lei se n'andò e picchiò alla porta ... La fante della donna vedutolo n'andò incontanente a lei, che in camera era con Lionetto, e chiamatala le disse: “Madonna, messer Lambertuccio è quaggiù tutto solo ... ” La donna, udendo questo, fu la più dolente femina del mondo; ma temendol forte, pregò Leonetto che grave non gli fosse il nascondersi alquanto dietro alla cortina del letto infino a tanto che messer Lambertuccio se n'andasse ... Leonetto, che non minor paura di lui avea che avesse la donna, vi si nascose; ...
Decameron (pagina 125)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La donna, fatto buon viso e venuta infino in capo della scala, quanto più poté in parole lietamente il ricevette e domandollo quello che egli andasse faccendo ... E così con lei standosi, tutto fuori della credenza della donna avvenne che il marito di lei tornò: il quale quando la fante vicino al palagio vide, così subitamente corse alla camera della donna e disse: “Madonna, ecco messer che torna: io credo che egli sia già giù nella corte ... ” La donna, udendo questo e sentendosi aver due uomini in casa (e conosceva che il cavaliere non si poteva nascondere per lo suo pallafreno che nella corte era), si tenne morta; nondimeno, subitamente gittatasi del letto in terra prese partito e disse a messer Lambertuccio: “Messere, se voi mi volete punto di bene e voletemi da morte campare, farete quello che io vi dirò ... ” Messer Lambertuccio disse che volentieri; e tirato fuori il coltello, tutto infocato nel viso tra per la fatica durata e per l'ira avuta della tornata del cavaliere, come la donna gl'impose così fece ... Il marito della donna, già nella corte smontato, maravigliandosi del pallafreno e volendo sù salire, vide messer Lambertuccio scendere e maravigliossi e delle parole e del viso di lui e disse: “Che è questo, messere?” Messer Lambertuccio, messo il piè nella staffa e montato sù, non disse altro se non: “Al corpo di Dio, io il giugnerò altrove” e andò via ... Il gentile uomo montato sù trovò la donna sua in capo della scala tutta sgomentata e piena di paura; alla quale egli disse: “Che cosa è questa? cui va messer Lambertuccio così adirato minacciando?” La donna, tiratasi verso la camera acciò che Leonetto l'udisse, rispose: “Messere, io non ebbi mai simil paura a questa ... La donna rispose: “Messere, io non so dove egli si sia nascosto ... Disse allora il cavaliere: “Che hai tu a fare con messer Lambertuccio?” Il giovane rispose: “Messere, niuna cosa che sia in questo mondo, e per ciò io credo fermamente che egli non sia in buon senno, o che egli m'abbia colto in iscambio: per ciò che, come poco lontano da questo palagio nella strada mi vide, così mise mano al coltello e disse: ‘Traditor, tu se' morto!’ Io non mi posi a domandare per che ragione ma quanto potei cominciai a fuggire e qui me ne venni, dove, mercé di Dio e di questa gentil donna, scampato sono ... ” E, come cenato ebbero, fattol montare a cavallo a Firenze il ne menò e lasciollo a casa sua; il quale, secondo l'amaestramento della donna avuto, quella sera medesima parlò con messer Lambertuccio occultamente e sì con lui ordinò, che, quantunque poi molte parole ne fossero, mai per ciò il cavalier non s'accorse della beffa fattagli dalla moglie ... Voi dovete sapere che in Parigi fu già un gentile uomo fiorentino, il quale per povertà divenuto era mercatante e eragli sì bene avvenuto della mercatantia, che egli n'era fatto ricchissimo; e avea della sua donna un figliuol senza più, il quale egli aveva nominato Lodovico ... Postosi adunque nome Anichino, a Bologna pervenne; e, come la fortuna volle, il dì seguente vide questa donna a una festa e troppo più bella gli parve assai che stimato non avea: per che, inamoratosi ardentissimamente di lei, propose di mai di Bologna non partirsi se egli il suo amore non acquistasse ...
Decameron (pagina 126)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... spesso la sua donna, tanto bene e sì a grado cominciò a servire Egano, che egli gli pose tanto amore, che senza lui niuna cosa sapeva fare; e non solamente di sé ma di tutte le sue cose gli aveva commesso il governo ... Avvenne un giorno che, essendo andato Egano a uccellare e Anichino rimaso, madonna Beatrice, che dello amore di lui accorta non s'era ancora (e quantunque seco, lui e' suoi costumi guardando, più volte molto commendato l'avesse e piacessele), con lui si mise a giucare a scacchi; e Anichino, che di piacerle disiderava, assai acconciamente faccendolo, si lasciava vincere, di che la donna faceva maravigliosa festa ... E essendosi da vedergli giucare tutte le femine della donna partite e soli giucando lasciatigli, Anichino gittò un grandissimo sospiro ... La donna guardatolo disse: “Che avesti, Anichino? Duolti così che io ti vinco?” “Madonna, “ rispose Anichino “troppo maggior cosa che questa non è fu cagion del mio sospiro ... ” Disse allora la donna: “Deh! dilmi per quanto ben tu mi vuogli ... ” Quando Anichino si sentì scongiurare ‘per quanto ben tu mi vuogli’ a colei la quale egli sopra ogn'altra cosa amava, egli ne mandò fuori un troppo maggiore che non era stato il primo; per che la donna ancor da capo il ripregò che gli piacesse di dirle qual fosse la cagione de' suoi sospiri; alla quale Anichin disse: “Madonna, io temo forte che egli non vi sia noia se io il vi dico; e appresso dubito che voi a altra persona nol ridiciate ... ” A cui la donna disse: “Per certo egli non mi sarà grave: e renditi sicuro di questo, che cosa che tu mi dica, se non quanto ti piaccia, io non dirò mai a altrui ... La gentil donna, parlando Anichino, il riguardava; e, dando piena fede alle sue parole, con sì fatta forza ricevette per li prieghi di lui il suo amore nella mente, che essa altressì cominciò a sospirare, e dopo alcun sospiro rispose: “Anichino mio dolce, sta di buon cuore: né doni né promesse né vagheggiare di gentile uomo né di signore né d'alcuno altro, ché sono stata e sono ancor vagheggiata da molti, mai mi poté muovere l'animo mio tanto che io alcuno n'amassi; ma tu m'hai fatta in così poco spazio, come le tue parole durate sono, troppo più tua divenire che io non son mia ... Queste cose dette, Anichin lasciata la donna andò a fare alcune sue bisogne, aspettando con la maggior letizia del mondo che la notte sopravvenisse ... Egano tornò da uccellare, e come cenato ebbe, essendo stanco, s'andò a dormire, e la donna appresso, e, come promesso avea, lasciò l'uscio della camera aperto ... Al quale, all'ora che detta gli era stata, Anichin venne e pianamente entrato nella camera e l'uscio riserrato dentro dal canto donde la donna dormiva se n'andò e, postale la mano in sul petto, lei non dormente trovò ... La quale come sentì Anichino esser venuto, presa la sua mano con amendune le sue e tenendol forte, volgendosi per lo letto tanto fece, che Egano che dormiva destò; al quale ella disse: “Io non ti volli iersera dir cosa niuna, per ciò che tu mi parevi stanco; ma dimmi, se Dio ti salvi, Egano, quale hai tu per lo migliore famigliare e più leale e per colui che più t'ami, di quegli che tu in casa hai?” Rispose Egano: “Che è ciò, donna, di che tu mi domandi? nol conosci tu? Io non ho né ebbi mai alcuno di cui io tanto mi fidassi o fidi o ami, quant'io mi fido e amo Anichino; ma perché me ne domandi tu?” Anichino, sentendo desto Egano e udendo di sé ragionare, aveva più volte a sé tirata la mano per andarsene, temendo forte non la donna il volesse ingannare; ma ella l'aveva sì tenuto e teneva, che egli non s'era potuto partire né poteva ... La donna rispose a Egano e disse: “Io il ti dirò ... ” Egano udendo questo disse: “Per certo io il convengo vedere”; e levatosi, come meglio seppe al buio si mise una guarnacca della donna e un velo in capo e andossene nel giardino e appiè d'un pino cominciò a attendere Anichino ... La donna, come sentì lui levato e uscito della camera, così si levò e l'uscio di quella dentro serrò ... Anichino, il quale la maggior paura che avesse mai avuta avea e che quanto potuto avea s'era sforzato d'uscire delle mani della donna e centomilia volte lei e il suo amore e sé, che fidato se n'era, avea maladetto, sentendo ciò che alla fine aveva fatto fu il più contento uomo che fosse mai; e essendo la donna tornata nel letto, com'ella volle con lei si spogliò, e insieme presero piacere e gioia per un buono spazio di tempo ... Poi, non parendo alla donna che Anichino dovesse più stare, il fece levar suso e rivestire e sì gli disse: “Bocca mia dolce, tu prenderai un buon bastone e andra'tene al giardino e faccendo sembianti d'avermi richesta per tentarmi, come se io fossi dessa, dirai villania a Egano e sonera'mel bene col bastone, per ciò che di questo ne seguirà maraviglioso diletto e piacere ... ” Egano, avendone avute parecchi delle buone, come più tosto poté se ne tornò alla camera; il quale la donna domandò se Anichin fosse al giardin venuto ...
Decameron (pagina 127)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Allora disse la donna: “Lodato sia Idio che egli ha me provata con parole e te con fatti; e credo che egli possa dire che io porti con più pazienzia le parole che tu i fatti non fai ... ” E da questo prendendo argomento, era in opinione d'avere la più leal donna e il più fedel servidore che mai avesse alcun gentile uomo; per la qual cosa, come che poi più volte con Anichino e egli e la donna ridesser di questo fatto, Anichino e la donna ebbero assai agio di quello per avventura avuto non avrebbeno a far di quello che loro era diletto e piacere, mentre a Anichin piacque dimorar con Egano in Bologna ... – 8 Un diviene geloso della moglie, e ella, legandosi uno spago al dito la notte, sente il suo amante venire a lei; il marito se n'accorge, e mentre seguita l'amante la donna mette in luogo di sé nel letto un'altra femina, la quale il marito batte e tagliale le trecce, e poi va per li fratelli di lei; li quali, trovando ciò non esser vero, gli dicono villania ... Stranamente pareva a tutti madonna Beatrice essere stata maliziosa in beffare il suo marito, e ciascuno affermava dovere essere stata la paura d'Anichino grandissima quando tenuto forte dalla donna l'udì dire che egli d'amore l'aveva richesta ... Dovete dunque sapere che nella nostra città fu già un ricchissimo mercatante chiamato Arriguccio Berlinghieri, il quale scioccamente, sì come ancora oggi fanno tutto 'l dì i mercatanti, pensò di volere ingentilire per moglie; e prese una giovane gentil donna male a lui convenientesi, il cui nome fu monna Sismonda ... E avendo presa sua dimestichezza e quella forse men discretamente usando, per ciò che sommamente le dilettava, avvenne, o che Arriguccio alcuna cosa ne sentisse o come che s'andasse, egli ne diventò il più geloso uomo del mondo e lascionne stare l'andar da torno e ogn'altro suo fatto e quasi tutta la suo sollicitudine aveva posta in guardar ben costei, né mai adormentato si sarebbe se lei primieramente non avesse sentita entrar nel letto: per la qual cosa la donna sentiva gravissimo dolore, per ciò che in guisa niuna col suo Ruberto esser poteva ... Ultimamente, continuando costoro questo artificio così fatto, avvenne una notte che, dormendo la donna e Arriguccio stendendo il piè per lo letto, gli venne questo spago trovato; per che, postavi la mano e trovatolo al dito della donna legato, disse seco stesso: “Questo dee essere qualche inganno ... ” E avvedutosi poi che lo spago usciva fuori per la finestra, l'ebbe per fermo: per che, pianamente tagliatolo dal dito della donna, al suo il legò e stette attento per vedere quel che questo volesse dire ... Ora era Arriguccio, con tutto che fosse mercatante, un fiero uomo e un forte; e giunto all'uscio e non aprendolo soavemente come soleva far la donna, e Ruberto che aspettava, sentendolo, s'avvisò esser ciò che era, cioè che colui che l'uscio apriva fosse Arriguccio: per che prestamente cominciò a fuggire, e Arriguccio a seguitarlo ... La donna, come Arriguccio aprì la camera svegliatasi e trovatosi tagliato lo spago dal dito, incontanente s'accorse che il suo inganno era scoperto: e sentendo Arriguccio esser corso dietro a Ruberto, prestamente levatasi, avvisandosi ciò che doveva potere avvenire, chiamò la fante sua, la quale ogni cosa sapeva, e tanto la predicò, che ella in persona di sé nel suo letto la mise, pregandola che senza farsi conoscere quelle busse pazientemente ricevesse che Arriguccio le desse, per ciò che ella ne le renderebbe sì fatto merito, che ella non avrebbe cagione donde dolersi ...
Decameron (pagina 128)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Li fratelli della donna, che eran tre, e la madre di lei, sentendo che Arriguccio era, tutti si levarono e fatto accendere de' lumi vennero a lui e domandaronlo quello che egli a quella ora e così solo andasse cercando ... I fratelli della donna, crucciati forte di ciò che udito avevano e per fermo tenendolo, contro a lei innanimati, fatti accender de' torchi, con intenzione di farle un mal giuoco con Arriguccio si misero in via e andaronne a casa sua ... La donna disse: “Io non so ciò che io mi vi debba dire, né di che Arriguccio di me vi si debba esser doluto ... La donna, rivolta a Arriguccio, disse: “Oimè, marito mio, che è quel ch'i' odo? Perché fai tu tener me rea femina con tua gran vergogna, dove io non sono, e te malvagio uomo e crudele di quello che tu non se'? E quando fostù questa notte più in questa casa, non che con meco? o quando mi battesti? Io per me non me ne ricordo ... ” Arriguccio cominciò a dire: “Come, rea femina, non ci andammo noi a letto insieme? non ci tornai io, avendo corso dietro all'amante tuo? non ti diedi io dimolte busse e taglia'ti i capelli?” La donna rispose: “In questa casa non ti coricasti tu iersera ... La donna rivolta verso i fratelli disse: “Fratei miei, io veggio che egli è andato cercando che io faccia quello che io non volli mai fare, cioè che io vi racconti le miserie e le cattività sue: e io il farò ...
Decameron (pagina 129)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Tanto era piaciuta la novella di Neifile, che né di ridere né di ragionar di quella si potevano le donne tenere, quantunque il re più volte silenzio loro avesse imposto, avendo comandato a Panfilo che la sua dicesse: ma pur poi che tacquero, così Panfilo incominciò: –Io non credo, reverende donne, che niuna cosa sia, quantunque sia grave e dubbiosa, che a far non ardisca chi ferventemente ama; la qual cosa, quantunque in assai novelle sia stato dimostrato, nondimeno io il mi credo molto più con una che dirvi intendo mostrare, dove udirete d'una donna alla quale nelle sue opere fu troppo più favorevole la fortuna che la ragione avveduta ... In Argo, antichissima città d'Acaia, per li suoi passati re molto più fomosa che grande, fu già uno nobile uomo il quale appellato fu Nicostrato, a cui già vicino alla vecchiezza la fortuna concedette per moglie una gran donna non meno ardita che bella, detta per nome Lidia ... Di costui Lidia s'innamorò forte, tanto che né dì né notte che in altra parte che con lui aver poteva il pensiere: del quale amore o che Pirro non s'avvedesse o non volesse niente mostrava se ne curasse; di che la donna intollerabile noia portava all'animo ... Come tu vedi, Lusca, io son giovane e fresca donna e piena e copiosa di tutte quelle cose che alcuna può disiderare, e brievemente fuor che d'una non mi posso ramaricare: e questa è che gli anni del mio marito son troppi se co' miei si misurano, per la qual cosa di quello che le giovani donne prendono più piacere io vivo poco contenta ... ” La cameriera disse che volentieri; e come prima tempo e luogo le parve, tratto Pirro da parte, quanto seppe il meglio l'ambasciata gli fece della sua donna ... La qual cosa udendo Pirro si maravigliò forte, sì come colui che mai d'alcuna cosa avveduto non se n'era, e dubitò non la donna ciò facesse dirgli per tentarlo; per che subito e ruvidamente rispose: “Lusca, io non posso credere che queste parole vengano della mia donna, e per ciò guarda quel che tu parli; e se pure da lei venissero, non credo che con l'animo dir te le faccia; e se pur con l'animo dir le facesse, il mio signore mi fa più onore che io non vaglio, io non farei a lui sì fatto oltraggio per la vita mia; e però guarda che tu più di sì fatte cose non mi ragioni ... ” La Lusca non sbigottita per lo suo rigido parlare gli disse: “Pirro, e di queste e d'ogn'altra cosa che la mia donna m'imporrà ti parlerò io quante volte ella il mi comanderà, o piacere o noia che egli ti debbia essere: ma tu se' una bestia!” E turbatetta con le parole di Pirro se ne tornò alla donna, la quale udendole disiderò di morire; e dopo alcun giorno riparlò alla cameriera e disse: “Lusca, tu sai che per lo primo colpo non cade la quercia; per che a me pare che tu da capo ritorni a colui che in mio progiudicio nuovamente vuol divenir leale, e prendendo tempo convenevole gli mostra interamente il mio ardore e in tutto t'ingegna di far che la cosa abbia effetto; però che, se così s'intralasciasse, io ne morrei e egli si crederebbe essere stato beffato; e, dove il suo amor cerchiamo, ne seguirebbe odio ... ” La cameriera confortò la donna, e cercato di Pirro il trovò lieto e ben disposto e sì gli disse: “Pirro, io ti mostrai pochi dì sono in quanto fuoco la tua donna e mia stea per l'amor che ella ti porta, e ora da capo te ne rifò certo, che, dove tu in su la durezza che l'altrieri dimostrasti dimori, vivi sicuro che ella viverà poco ... Che gloria ti può egli essere che una così fatta donna, così bella, così gentile te sopra ogn'altra cosa ami! Appresso questo, quanto ti può' tu conoscere alla fortuna obligato, pensando che ella t'abbia parata dinanzi così fatta cosa e a' disideri della tua giovanezza atta e ancora un così fatto rifugio a' tuoi bisogni! Qual tuo pari conosci tu che per via di diletto meglio stea che starai tu, se tu sarai savio? quale altro troverrai tu che in arme, in cavalli, in robe e in denari possa star come tu starai, volendo il tuo amor concedere a costei? Apri adunque animo alle mie parole e in te ritorna: ricordati che una volta senza più suole avvenire che la fortuna si fa altrui incontro col viso lieto e col grembo aperto; la quale chi allora non sa ricevere, poi trovandosi povero e mendico, di sé e non di lei s'ha a ramaricare ...
Decameron (pagina 130)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... che a Nicostrato piacesse, che egli andasse la lealtà ritrovando che tu servar vuoi a lui della sua donna? Sciocco se' se tu 'l credi: abbi di certo, se le lusinghe e' prieghi non bastassono, che che ne dovesse a te parere, e' vi si adoperrebbe la forza ... Usa il benificio della fortuna: non la cacciare, falleti incontro e lei vegnente ricevi, ché per certo, se tu nol fai, lasciamo stare la morte la qual senza fallo alla tua donna ne seguirà, ma tu ancora te ne penterai tante volte, che tu ne vorrai morire ... ” Pirro, il qual più fiate sopra le parole che la Lusca dette gli avea avea ripensato, per partito avea preso che, se ella a lui ritornasse, di fare altra risposta e del tutto recarsi a compiacere alla donna, dove certificar si potesse che tentato non fosse; e per ciò rispuose: “Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi di' io le conosco vere: ma io conosco d'altra parte il mio signore molto savio e molto avveduto, e ponendomi tutti i suoi fatti in mano, io temo forte che Lidia con consiglio e voler di lui questo non faccia per dovermi tentare; e per ciò, dove tre cose che io domanderò voglia fare a chiarezza di me, per certo niuna cosa mi comanderà poi che io prestamente non faccia ... ” Queste cose parvono alla Lusca gravi e alla donna gravissime: ma pure Amore, che è buono confortatore e gran maestro di consigli, le fece diliberar di farlo, e per la sua cameriera gli mandò dicendo che quello che egli aveva addimandato pienamente farebbe, e tosto; e oltre a ciò, per ciò che egli così savio reputava Nicostrato, disse che in presenzia di lui con Pirro si sollazzerebbe e a Nicostrato farebbe credere che ciò non fosse vero ... Pirro adunque cominciò a aspettare quello che far dovesse la gentil donna: la quale, avendo ivi a pochi dì Nicostrato dato un gran desinare, sì come usava spesse volte di fare, a certi gentili uomini e essendo già levate le tavole, vestita d'uno sciamito verde e ornato molto e uscita della sua camera, in quella sala venne dove costoro erano; e veggente Pirro e ciascuno altro, se n'andò alla stanga sopra la quale lo sparviere era cotanto da Nicostrato tenuto caro, e scioltolo quasi in mano sel volesse levare e presolo per li geti al muro il percosse e ucciselo ... E gridando verso lei Nicostrato: “Oimè, donna, che hai tu fatto?” niente a lui rispose, ma rivolta a' gentili uomini che con lui avevan mangiato disse: “Signori, mal prenderei vendetta d'un re che mi facesse dispetto se d'uno sparviere non avessi ardir di pigliarla ... ” I gentili uomini che l'udivano, credendo non altramenti esser fatta la sua affezione a Nicostrato che sonasser le parole, ridendo ciascuno e verso Nicostrato rivolti, che turbato era, cominciarono a dire: “Deh, come la donna ha ben fatto a vendicar la sua ingiuria con la morte dello sparviere!” e con diversi motti sopra così fatta materia, essendosi già la donna in camera ritornata, in riso rivolsero il cruccio di Nicostrato ... Pirro, veduto questo, seco medesimo disse: “Alti principii ha dati la donna a' miei felici amori: faccia Idio che ella perseveri!” Ucciso adunque da Lidia lo sparviere, non trapassar molti giorni che, essendo ella nella sua camera insieme con Nicostrato, faccendogli carezze con lui incominciò a cianciare, e egli per sollazzo alquanto tiratala per li capelli le diè cagione di mandare a effetto la seconda cosa a lei domandata da Pirro: e prestamente lui per un picciolo lucignoletto preso della sua barba e ridendo, sì forte il tirò, che tutto dal mento gliele divelse ... Di che ramaricandosi Nicostrato, ella disse: “Or che avesti, che fai cotal viso per ciò che io t'ho tratti forse sei peli della barba? Tu non sentivi quel ch'io, quando tu mi tiravi testeso i capelli!” E così d'una parola in un'altra continuando il lor sollazzo, la donna cautamente guardò la ciocca della barba che tratta gli avea e il dì medesimo la mandò al suo caro amante ... Della terza cosa entrò la donna in più pensiero; ma pur, sì come quella che era d'alto ingegno e amor la faceva vie più, s'ebbe pensato che modo tener dovesse a darle compimento ... I giovinetti, credendole, cominciarono a tener quella maniera che la donna aveva lor mostrata; per che ella una volta domandò Nicostrato: “Se'ti tu accorto di ciò che questi fanciulli fanno quando ti servono?” Disse Nicostrato: “Mai sì, anzi gli ho io voluti domandare perché il facciano ... ” A cui la donna disse: “Non fare, ché io il ti so dire io, e holti buona pezza taciuto per non fartene noia: ma ora che io m'accorgo che altri comincia a avvedersene, non è più da celarloti ... ” Al quale la donna disse: “Non piaccia a Dio che qui per questo venga maestro: e' mi pare che egli stea in maniera che senza alcun maestro io medesima tel trarrò ottimamente ...
Decameron (pagina 131)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La donna, preso il dente, tantosto al suo amante il mandò: il quale già certo del suo amore sé a ogni suo piacere offerse apparecchiato ... La donna, disiderosa di farlo più sicuro e parendole ancora ogni ora mille che con lui fosse, volendo quello che proferto gli avea attenergli, fatto sembiante d'essere inferma e essendo un dì appresso mangiare da Nicostrato visitata, non veggendo con lui altro che Pirro, il pregò per alleggiamento della sua noia che aiutar la dovessero a andare infino nel giardino ... Per che Nicostrato dall'un de' lati e Pirro dall'altro presala, nel giardin la portarono e in un pratello a piè d'un bel pero la posarono: dove stati alquanto sedendosi, disse la donna, che già avea fatto informar Pirro di ciò che avesse a fare: “Pirro, io ho gran disidero d'avere di quelle pere, e però montavi suso e gittane giù alquante ... ” Pirro, prestamente salitovi, cominciò a gittar giù delle pere: e mentre le gittava cominciò a dire: “Eh, messere, che è ciò che voi fate? e voi, madonna, come non vi vergognate di sofferirlo in mia presenza? credete voi che io sia cieco? Voi eravate pur testé così forte malata: come siete voi sì tosto guerita, che voi facciate tali cose? le quali se pur far volete, voi avete tante belle camere: perché non in alcuna di quelle a far queste cose ve n'andate? e sarà più onesto che farlo in mia presenza!” La donna rivolta al marito disse: “Che dice Pirro? farnetica egli?” Disse allora Pirro: “Non farnetico no, madonna: non credete voi che io veggia?” Nicostrato si maravigliava forte, e disse: “Pirro, veramente io credo che tu sogni ... ” Disse la donna allora: “Che può questo essere? potrebbe egli esser vero che gli paresse vero ciò ch'e' dice? Se Dio mi salvi, se io fossi sana come io fui già, che io vi sarrei suso per vedere che maraviglie sieno queste che costui dice che vede ... ” Pirro di 'n sul pero pur diceva e continuava queste novelle; al quale Nicostrato disse: “Scendi giù”, e egli scese; a cui egli disse: “Che di' tu che vedi?” Disse Pirro: “Io credo che voi m'abbiate per ismemorato o per trasognato: vedeva voi addosso alla donna vostra, poi pur dir mel conviene; e poi discendendo, io vi vidi levare e porvi costi dove voi siete a sedere ... ” Nicostrato più ognora si maravigliava, tanto che egli disse: “Ben vo' vedere se questo pero è incantato e che chi v'è sù vegga le maraviglie!” e montovvi sù; sopra il quale come egli fu, la donna insieme con Pirro s'incominciarono a sollazzare; il che Nicostrato veggendo cominciò a gridare: “Ahi rea femina, che è quel che tu fai? e tu, Pirro, di cui io più mi fidava?” e così dicendo cominciò a scender del pero ... La donna e Pirro dicevan: “Noi ci seggiamo”; e lui veggendo discendere a seder si tornarono in quella guisa che lasciati gli avea ... E che io dica il vero, niuna altra cosa vel mostri se non l'aver riguardo e pensare a che ora la vostra donna, la quale è onestissima e più savia che altra, volendo di tal cosa farvi oltraggio, si recherebbe a farlo davanti agli occhi vostri; di me non vo' dire, che mi lascerei prima squartare che io il pur pensassi, non che io il venissi a fare in vostra presenzia ... Per che di certo la magagna di questo trasvedere dee procedere del pero; per ciò che tutto il mondo non m'avrebbe fatto discredere che voi qui non foste con la vostra donna carnalmente giaciuto, se io non udissi dire a voi che egli vi fosse paruto che io facessi quello che io so certissimamente che io non pensai, non che io facessi mai ... ” La donna appresso, che quasi tutta turbata s'era levata in piè, cominciò a dire: “Sia con la mala ventura, se tu m'hai per sì poco sentita, che, se io volessi attendere a queste tristezze che tu di' che vedevi, io le venissi a fare dinanzi agli occhi tuoi ... Ma la donna, che della opinione che Nicostrato mostrava d'avere avuta di lei si mostrava turbata, disse: “Veramente questo pero non ne farà mai più niuna, né a me né a altra donna, di queste vergogne, se io potrò; e per ciò, Pirro, corri e va e reca una scure e a un'ora te e me vendica tagliandolo, come che molto meglio sarebbe a dar con essa in capo a Nicostrato, il quale senza considerazione alcuna così tosto si lasciò abbagliar gli occhi dello 'ntelletto: ché, quantunque a quegli che tu hai in testa paresse ciò che tu di', per niuna cosa dovevi nel giudicio della tua mente comprendere o consentir che ciò fosse ... ” Pirro prestissimo andò per la scure e tagliò il pero: il quale come la donna vide caduto, disse verso Nicostrato: “Poscia che io veggio abbattuto il nemico della mia onestà, la mia ira è ita via”; e a Nicostrato, che di ciò la pregava, benignamente perdonò, imponendogli che più non gli avvenisse di presummere, di colei che più che sé l'amava, una così fatta cosa già mai ... – 10 Due sanesi amano una donna comare dell'uno: muore il compare e torna al compagno secondo la promessa fattagli e raccontagli come di là si dimori ...
Decameron (pagina 132)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Avendosi adunque questa promession fatta e insieme continuamente usando, come è detto, avvenne che Tingoccio divenne compare d'uno Ambruogio Anselmini, che stava in Camporeggi, il quale d'una sua donna chiamata monna Mita aveva avuto un figliuolo ... Il quale Tingoccio insieme con Meuccio visitando alcuna volta questa sua comare, la quale era una bellissima e vaga donna, non obstante il comparatico s'inamorò di lei; e Meuccio similemente, piacendogli ella molto e molto udendola commendare a Tingoccio, se ne innamorò ... ” Ora, amando questi due giovani come detto è, avvenne che Tingoccio, al quale era più destro il potere alla donna aprire ogni suo disiderio, tanto seppe fare e con atti e con parole, che egli ebbe di lei il piacer suo; di che Meuccio s'accorse bene, e quantunque molto gli dispiacesse, pure, sperando di dovere alcuna volta pervenire al fine del suo disiderio, acciò che Tingoccio non avesse materia né cagione di guastargli o d'impedirgli alcun suo fatto, faceva pur vista di non avvedersene ... – Conclusione Zefiro era levato per lo sole che al ponente s'avicinava, quando il re, finita la sua novella né altro alcun restandovi a dire, levatasi la corona di testa, sopra il capo la pose alla Lauretta dicendo:–Madonna, io vi corono di voi medesima reina della nostra brigata; quello omai che crederete che piacer sia di tutti e consolazione, sì come donna comanderete–; e riposesi a sedere ... Ma lasciando star questo, dico che ciascun pensi di dire di quelle beffe che tutto il giorno o donna a uomo o uomo a donna o l'uno uomo all'altro si fanno; e credo che in questo sarà non meno di piacevole ragionare che stato sia questo giorno–; e così detto, levatasi in piè, per infino a ora di cena licenziò la brigata ...
Decameron (pagina 133)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ottava giornata FINISCE LA SETTIMA GIORNATA DEL DECAMERON: INCOMINCIA L'OTTAVA, NELLA QUALE, SOTTO IL REGGIMENTO DI LAURETTA, SI RAGIONA DI QUELLE BEFFE CHE TUTTO IL GIORNO O DONNA A UOMO O UOMO A DONNA O L'UNO UOMO ALL'ALTRO SI FANNO ... E per ciò, amorose donne, con ciò sia cosa che molto si sia detto delle beffe fatte dalle donne agli uomini, una fattane da uno uomo a una donna mi piace di raccontarne, non già perché io intenda in quella di biasimare ciò che l'uom fece o di dire che alla donna non fosse bene investito, anzi per commendar l'uomo e biasimar la donna e per mostrare che anche gli uomini sanno beffare chi crede loro, come essi da cui egli credono son beffati ... Pose costui, in Melan dimorando, l'amor suo in una donna assai bella chiamata madonna Ambruogia, moglie d'un ricco mercatante che aveva nome Guasparruol Cagastraccio, il quale era assai suo conoscente e amico: e amandola assai discretamente, senza avvedersene il marito né altri, le mandò un giorno a parlare, pregandola che le dovesse piacere d'essergli del suo amor cortese e che egli era dalla sua parte presto a dover far ciò che ella gli comandasse ... La donna, dopo molte novelle, venne a questa conclusione, che ella era presta di far ciò che Gulfardo volesse dove due cose ne dovesser seguire: l'una, che questo non dovesse mai per lui esser manifestato a alcuna persona; l'altra, che, con ciò fosse cosa che ella avesse per alcuna sua cosa bisogno di fiorini dugento d'oro, voleva che egli, che ricco uomo era, gliele donasse, e appresso sempre sarebbe al suo servigio ... Gulfardo, udendo la 'ngordigia di costei, isdegnato per la viltà di lei la quale egli credeva che fosse una valente donna, quasi in odio transmutò il fervente amore e pensò di doverla beffare: e mandolle dicendo che molto volontieri e quello e ogni altra cosa, che egli potesse, che le piacesse; e per ciò mandassegli pure a dire quando ella volesse che egli andasse a lei, ché egli gliele porterebbe, né che mai di questa cosa alcun sentirebbe, se non un suo compagno di cui egli si fidava molto e che sempre in sua compagnia andava in ciò che faceva ... La donna, anzi cattiva femina, udendo questo fu contenta, e mandogli dicendo che Guasparuolo suo marito doveva ivi a pochi dì per sue bisogne andare insino a Genova, e allora ella gliele farebbe assapere e manderebbe per lui ...
Decameron (pagina 134)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ivi a pochi giorni Guasparuolo andò a Genova, come la donna aveva detto; per la qual cosa la donna mandò a Gulfardo che a lei dovesse venire e recare li dugento fiorin d'oro ... Gulfardo, preso il compagno suo, se n'andò a casa della donna; e trovatala che l'aspettava, la prima cosa che fece, le mise in mano questi dugento fiorin d'oro, veggente il suo compagno, e sì le disse: “Madonna, tenete questi denari e daretegli a vostro marito quando sarà tornato ... ” La donna gli prese e non s'avide perché Gulfardo dicesse così, ma si credette che egli il facesse acciò che il compagno suo non s'accorgesse che egli a lei per via di prezzo gli desse; per che ella disse: “Io il farò volentieri ma io voglio veder quanti sono”; e versatigli sopra una tavola e trovatigli esser dugento, seco forte contenta gli ripose ... Tornato Guasparuolo da Genova, di presente Gulfardo, avendo appostato che insieme con la moglie era, se n'andò a lui e in presenza di lei disse: “Guasparuolo, i denari, cioè li dugento fiorin d'oro che l'altrier mi prestasti, non m'ebber luogo, per ciò che io non potei fornir la bisogna per la quale gli presi: e per ciò io gli recai qui di presente alla donna tua e sì gliele diedi, e per ciò dannerai la mia ragione ... ” Gulfardo partitosi, e la donna rimasa scornata diede al marito il disonesto prezzo della sua cattività: e così il sagace amante senza costo godé della sua avara donna ... 2 Il prete da Varlungo si giace con monna Belcolore, lasciale pegno un suo tabarro; e accattato da lei un mortaio, il rimanda e fa domandare il tabarro lasciato per ricordanza: rendelo proverbiando la buona donna ...
Decameron (pagina 137)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Era per avventura la moglie di lui, la quale ebbe nome monna Tessa, bella e valente donna, in capo della scala: e alquanto turbata della sua lunga dimora, veggendol venire cominciò proverbiando a dire: “Mai, frate, il diavol ti ci reca! Ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare ... Essi, mostrandosi alquanto turbati, andaron suso e videro la sala piena di pietre e nell'un de' canti la donna scapigliata, stracciata, tutta livida e rotta nel viso, dolorosamente piagnere; e d'altra parte Calandrino, scinto e ansando a guisa d'uom lasso, sedersi ... Dove, come alquanto ebbero riguardato, dissero: “Che è questo, Calandrino? vuoi tu murare, ché noi veggiamo qui tante pietre?” e oltre a questo sugiunsero: “E monna Tessa che ha? E' par che tu l'abbi battuta: che novelle son queste?” Calandrino, faticato dal peso delle pietre e dalla rabbia con la quale la donna aveva battuta e del dolore della ventura la quale perduta gli pareva avere, non poteva raccoglier lo spirito a formare intera la parola alla risposta; per che soprastando, Buffalmacco rincominciò: “Calandrino, se tu avevi altra ira, tu non ci dovevi per ciò straziare come fatto hai; ché, poi sodotti ci avesti a cercar teco della pietra preziosa, senza dirci a Dio né a diavolo, a guisa di due becconi nel Mugnon ci lasciasti e venistitene, il che noi abbiamo forte per male; ma per certo questa fia la sezzaia che tu ci farai mai ... Buffalmacco e Bruno, queste cose udendo, facevan vista di maravigliarsi forte e spesso affermavano quello che Calandrino diceva, e avevano sì gran voglia di ridere, che quasi scoppiavano; ma vedendolo furioso levare per battere un'altra volta la moglie, levatiglisi alla 'ncontro il ritennero, dicendo di queste cose niuna colpa aver la donna ma egli, che sapeva che le femine facevano perdere la vertù alle cose e non l'aveva detto che ella si guardasse d'apparirgli innanzi quel giorno: il quale avvedimento Idio gli aveva tolto o per ciò che la ventura non doveva esser sua o perché egli aveva in animo d'ingannare i suoi compagni, a' quali, come s'avedeva averla trovata, il dovea palesare ... E dopo molte parole, non senza gran fatica la dolente donna riconciliata con essolui e lasciandol malinconoso con la casa piena di pietre, si partirono ... – 4 Il proposto di Fiesole ama una donna vedova: non è amato da lei e, credendosi giacer con lei, giace con una sua fante, e i fratelli della donna vel fanno trovare al vescovo suo ... Venuta Elissa alla fine della sua novella non senza gran piacere di tutta la compagnia avendola raccontata, quando la reina a Emilia voltatasi le mostrò voler che ella appresso d'Elissa la sua raccontasse; la quale prestamente così cominciò: –Valorose donne, quanto i preti e' frati e ogni cherico sieno sollecitatori delle menti nostre in più novelle dette mi ricorda esser mostrato; ma per ciò che dire non se ne potrebbe tanto, che ancora più non ne fosse, io oltre a quelle intendo di dirvene una d'un proposto il quale, malgrado di tutto il mondo, voleva che una gentil donna vedova gli volesse bene, o volesse ella o no: la quale, sì come molto savia, il trattò sì come egli era degno ... Quivi vicino alla maggior chiesa ebbe già una gentil donna vedova, chiamata monna Piccarda, un suo podere con una casa non troppo grande; e per ciò che la più agiata donna del mondo non era, quivi la maggior parte dell'anno dimorava, e con lei due suoi fratelli, giovani assai da bene e cortesi ... Ora avvenne che, usando questa donna alla chiesa maggiore e essendo ancora assai giovane e bella e piacevole, di lei s'innamorò sì forte il proposto della chiesa, che più qua né più là non vedea; e dopo alcun tempo fu di tanto ardire, che egli medesimo disse a ...
Decameron (pagina 138)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... questa donna il piacer suo, e pregolla che ella dovesse esser contenta del suo amore e d'amar lui come egli lei amava ... Era questo proposto d'anni già vecchio ma di senno giovanissimo, baldanzoso e altiero, e di sé ogni gran cosa presummeva, con suoi modi e costumi pien di scede e di spiacevolezze, e tanto sazievole e rincrescevole, che niuna persona era che ben gli volesse; e se alcuno ne gli voleva poco, questa donna era colei, ché non solamente non ne gli volea punto, ma ella l'aveva più in odio che il mal del capo; per che ella, sì come savia, gli rispose: “Messer, che voi m'amiate mi può esser molto caro, e io debbo amar voi e amerovvi volontieri; ma tra il vostro amore e 'l mio niuna cosa disonesta dee cader mai ... ” Il proposto, per quella volta non potendo trarre da lei altro, non fece come sbigottito o vinto al primo colpo, ma usando la sua trascutata prontezza la sollecitò molte volte e con lettere e con ambasciate e ancora egli stesso quando nella chiesa la vedeva venire; per che, parendo questo stimolo troppo grave e troppo noioso alla donna, si pensò di volerlosi levar da dosso per quella maniera la quale egli meritava, poscia che altramenti non poteva; ma cosa alcuna far non volle, che prima co' fratelli nol ragionasse ... La donna, vedendol venire e verso lui riguardando, gli fece lieto viso; e da una parte tiratisi, avendole il proposto molte parole dette al modo usato, la donna dopo un gran sospiro disse: “Messere, io ho udito assai volte che egli non è alcun castello sì forte, che, essendo ogni dì combattuto, non venga fatto d'esser preso una volta; il che io veggo molto bene in me essere avvenuto ... Ma lasciamo andare ora questo: quando e dove potrem noi essere insieme?” A cui la donna rispose: “Signor mio dolce, il quando potrebbe essere qualora più ci piacesse, per ciò che io non ho marito a cui mi convenga render ragione delle notti; ma io non so pensare il dove ... Disse il proposto: “Come no? o in casa vostra?” Rispose la donna: “Messer, voi sapete che io ho due fratelli giovani, li quali e di dì e di notte vengono in casa con lor brigate, e la casa mia non è troppo grande: e per ciò esser non vi si potrebbe, salvo chi non volesse starvi a modo di mutolo senza far motto o zitto alcuno e al buio a modo di ciechi: vogliendo far così, si potrebbe, per ciò che essi non s'impacciano nella camera mia, ma è la loro sì allato alla mia, che paroluzza sì cheta non si può dire, che non si senta ... ” La donna disse: “Messere, questo stea pure a voi, ma d'una cosa vi priego: che questo stea segreto, che mai parola non se ne sappia ... ” La donna disse: “Piacemi”, e datogli l'ordine come e quando venir dovesse, si partì e tornossi a casa ... Aveva questa donna una sua fante, la quale non era però troppo giovane, ma ella aveva il più brutto viso e il più contraffatto che si vedesse mai: ché ella aveva il naso schiacciato forte e la bocca torta e le labbra grosse e i denti mal composti e grandi, e sentiva del guercio, né mai era senza mal d'occhi, con un color verde e giallo che pareva che non a Fiesole ma a Sinagaglia avesse fatta la state, e oltre a tutto questo era sciancata e un poco monca dal lato destro; e il suo nome era Ciuta, e perché così cagnazzo viso aveva, da ogni uomo era chiamata Ciutazza; e benché ella fosse contraffatta della persona, ella era pure alquanto maliziosetta ... La quale la donna chiamò a sé e dissele: “Ciutazza, se tu mi vuoi fare un servigio stanotte, io ti donerò una bella camiscia nuova ... ” “Or ben, “ disse la donna “io voglio che tu giaccia stanotte con uno uomo entro il letto mio e che tu gli faccia carezze e guarditi ben di non far motto, sì che tu non fossi sentita da' fratei miei, che sai che ti dormono allato; e poscia io ti darò la camiscia ... ” Venuta adunque la sera, messer lo proposto venne come ordinato gli era stato, e i due giovani, come la donna composto avea, erano nella camera loro e facevansi ben sentire: per che il proposto, tacitamente e al buio nella camera della donna entratosene, se n'andò, come ella gli disse, al letto, e dall'altra parte la Ciutazza, ben dalla donna informata di ciò che a fare avesse ... Messer lo proposto, credendosi aver la donna sua allato, si recò in braccio la Ciutazza e cominciolla a basciare senza dir parola, e la Ciutazza lui; e cominciossi il proposto a sollazzar con lei, la possession pigliando de' beni lungamente disiderati ... Quando la donna ebbe questo fatto, impose a' fratelli che facessero il rimanente di ciò che ordinato era; li quali, chetamente della camera usciti, n'andarono verso la piazza, e fu lor la fortuna in quello che far voleano più favorevole che essi medesimi non dimandavano; per ciò che, essendo il caldo grande, aveva domandato il vescovo di questi due giovani, per andarsi infino a casa lor diportando e ber con loro ...
Decameron (pagina 139)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... conosciuto lo 'nganno della donna, sì per quello e sì per lo vituperio che aver gli parea, subito divenne il più doloroso uomo che fosse mai; e per comandamento del vescovo rivestitosi, a patire gran penitenza del peccato commesso con buona guardia ne fu mandato alla casa ... I giovani gli dissero ordinatamente ogni cosa; il che il vescovo udito, commendò molto la donna e i giovani altressi, che, senza volersi del sangue de' preti imbrattar le mani, lui sì come egli era degno avean trattato ... E in così fatta guisa la valente donna si tolse da dosso la noia dello impronto proposto, e la Ciutazza guadagnò la camiscia ... Fatto aveva Emilia fine al suo ragionamento, essendo stata la vedova donna commendata da tutti, quando la reina a Filostrato guardando disse:–A te viene ora il dover dire ...
Decameron (pagina 141)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 7 Uno scolare ama una donna vedova, la quale, innamorata d'altrui, una notte di verno il fa stare sopra la neve a aspettarsi; la quale egli poi, con un suo consiglio, di mezzo luglio ignuda tutto un dì la fa stare in sù una torre alle mosche e a' tafani e al sole ... La giovane donna, la quale non teneva gli occhi fitti in inferno ma, quello e più tenendosi che ella era, artificiosamente movendogli si guardava dintorno e prestamente conosceva chi con diletto la riguardava; e accortasi di Rinieri, in se stessa ridendo disse: “Io non ci sarò oggi venuta invano, ché, se io non erro, io avrò preso un paolin per lo naso ... Al quale la donna, per la cagion già detta di ciò seco stessa vanamente gloriandosi, mostrava di vederlo assai volentieri: per la qual cosa lo scolare, trovato modo, s'accontò con la fante di lei e il suo amor le scoperse e la pregò che con la sua donna operasse sì, che la grazia di lei potesse avere ... La fante promise largamente e alla sua donna il raccontò; la quale con le maggior risa del mondo l'ascoltò e disse: “Hai veduto dove costui è venuto a perdere il senno che egli ci ha da Parigi ...
Decameron (pagina 142)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La fante, trovatolo, fece quello che dalla donna sua le fu imposto ... Lo scolare, più che altro uom lieto, al tempo impostogli andò alla casa della donna: e messo dalla fante in una corte e dentro serratovi quivi la donna cominciò a aspettare ... La donna, avendosi quella sera fattosi venire il suo amante e con lui lietamente avendo cenato, ciò che fare quella notte intendeva gli ragionò aggiugnendo: “E potrai vedere quanto e quale sia l'amore il quale io ho portato e porto a colui del quale scioccamente hai gelosia presa ... ” Queste parole ascoltò l'amante con gran piacer d'animo, disideroso di veder per opera ciò che la donna con parole gli dava a intendere ... La donna al suo amante disse dopo alquanto: “Andiancene in camera e da una finestretta guardiamo ciò che colui, di cui se' divenuto geloso, fa, e quello che egli risponderà alla fante la quale io gli ho mandata a favellare ... ” Lo scolare, credendo questo esser vero, rispose: “Dirai alla mia donna che di me niun pensier si dea infino a tanto che ella possa con suo acconcio per me venire, ma che questo ella faccia come più tosto può ... ” La fante dentro tornatasi se n'andò a dormire; la donna allora disse al suo amante: “Ben, che dirai? credi tu che io, se quel ben gli volessi che tu temi, sofferissi che egli stesse là giù a agghiacciare?” E questo detto, con l'amante suo, che già in parte era contento, se n'andò a letto, e grandissima pezza stettero in festa e in piacere, del misero scolare ridendosi e faccendosi beffe ... Lo scolare andando per la corte sé essercitava per riscaldarsi, né aveva dove porsi a sedere né dove fuggire il sereno, e maladiceva la lunga dimora del fratel con la donna; e ciò che udiva credeva che uscio fosse che per lui dalla donna s'aprisse, ma invano sperava ... ” “Adunque” diceva la donna “or mi bascia ben mille volte, a veder se tu di' vero ... E poi che in cotale ragionamento stati furono alquanto, disse la donna: “Deh! levianci un poco e andiamo a vedere se 'l fuoco è punto spento nel quale questo mio novello amante tutto il dì mi scrivea che ardeva ... Allora disse la donna: “Che dirai, speranza mia dolce? parti che io sappia far gli uomini carolare senza suono di trombe o di cornamusa?” A cui l'amante ridendo rispose: “Diletto mio grande, sì ... ” Disse la donna: “Io voglio che noi andiamo in fin giù all'uscio: tu ti starai cheto e io gli parlerò: e udirem quello che egli dirà e per avventura n'avremo non men festa che noi abbiam di vederlo ... ” E aperta la camera chetamente se ne scesero all'uscio: e quivi, senza aprir punto, la donna con voce sommessa da un pertugetto che v'era il chiamò ... ” La donna disse: “O sì, che io so che tu se' uno assiderato! e anche è il freddo molto grande, perché costì sia un poco di neve! Già so io che elle sono molto maggiori a Parigi ... ” Disse la donna: “Oimè, ben mio dolce, che io non posso, ché questo uscio fa sì gran romore quando s'apre, che leggiermente sarei sentita da fratelmo se io t'aprissi: ma io voglio andare a dirgli che se ne vada, acciò che io possa poi tornare a aprirti ... ” Disse la donna: “Questo non dee potere essere, se quello è vero che tu m'hai più volte scritto, cioè che tu per l'amor di me ardi tutto; ma io son certa che tu mi beffi ... Lo scolar cattivello, quasi cicogna divenuto sì forte batteva i denti, accorgendosi d'esser beffato più volte tentò l'uscio se aprir lo potesse e riguardò se altronde ne potesse uscire; né vedendo il come, faccendo le volte del leone, maladiceva la qualità del tempo, la malvagità della donna e la lunghezza della notte insieme con la sua semplicità, e sdegnato forte verso di lei, il lungo e fervente amor portatole subitamente in crudo e acerbo odio trasmutò, seco gran cose e varie volgendo a trovar modo alla vendetta, la quale ora molto più disiderava che prima d'esser con la donna non avea disiato ...
Decameron (pagina 143)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... cominciò l'alba a apparire; per la qual cosa la fante della donna ammaestrata scesa giù aperse la corte, e mostrando d'aver compassion di costui disse: “Mala ventura possa egli avere che iersera ci venne! Egli n'ha tutta notte tenuta in bistento e te ha fatto agghiacciare: ma sai che? Portatelo in pace, ché quello che stanotte non è potuto essere sarà un'altra volta: so io bene che cosa non potrebbe essere avvenuta che tanto fosse dispiaciuta a madonna ... ” Lo scolare isdegnoso, sì come savio il qual sapeva niuna altra cosa le minacce essere che arme del minacciato, serrò dentro al petto suo ciò che la non temperata volontà s'ingegnava di mandar fuori; e con voce sommessa, senza punto mostrarsi crucciato, disse: “Nel vero io ho avuta la piggior notte che io avessi mai, ma bene ho conosciuto che di ciò non ha la donna alcuna colpa, per ciò che essa medesima, sì come pietosa di me, infin qua giù venne a scusar sé e a confortar me; e come tu di', quello che stanotte non è stato sarà un'altra volta: raccomandalemi e fatti con Dio ... Ora avvenne, dopo certo spazio di tempo, che la fortuna apparecchiò caso da poter lo scolare al suo disiderio sodisfare; per ciò che, essendosi il giovane che dalla vedova era amato, non avendo alcun riguardo allo amor da lei portatogli, innamorato d'un'altra donna e non volendo né poco né molto dire né fare cosa che a lei fosse a piacere, essa in lagrime e in amaritudine si consumava ... Ma la sua fante, la quale gran compassion le portava, non trovando modo da levare la sua donna dal dolor preso per lo perduto amante, vedendo lo scolare al modo usato per la contrada passare, entrò in uno sciocco pensiero, e ciò fu che l'amante della donna sua a amarla come far solea si dovesse potere riducere per alcuna nigromantica operazione e che di ciò lo scolare dovesse esser gran maestro; e disselo alla sua donna ... La donna poco savia, senza pensare che se lo scolare saputa avesse nigromantia per sé adoperata l'avrebbe, pose l'animo alle parole della sua fante, e subitamente le disse che da lui sapesse se fare il volesse e sicuramente gli promettesse che, per merito di ciò, ella farebbe ciò che a lui piacesse ... La fante fece l'ambasciata bene e diligentemente; la quale udendo lo scolare, tutto lieto seco medesimo disse: “Idio, lodato sie tu: venuto è il tempo che io farò col tuo aiuto portar pena alla malvagia femina della ingiuria fattami in premio del grande amore che io le portava”; e alla fante disse: “Dirai alla mia donna che di questo non stea in pensiero, ché, se il suo amante fosse in India, io gliele farò prestamente venire e domandar mercé di ciò che contro al suo piacere avesse fatto: ma il modo che ella abbia a tenere intorno a ciò attendo di dire a lei quando e dove più le piacerà: e così le dì e da mia parte la conforta ... Quivi venuta la donna e lo scolare, e soli insieme parlando, non ricordandosi ella che lui quasi alla morte condotto avesse, gli disse apertamente ogni suo fatto e quello che disiderava e pregollo per la sua salute; a cui lo scolar disse: “Madonna, egli è il vero che tra l'altre cose che io apparai a Parigi si fu nigromantia, della quale per certo io so ciò che n'è; ma per ciò che ella è di grandissimo dispiacer di Dio, io avea giurato di mai, né per me né per altrui, d'adoperarla ... Ma io vi ricordo che ella è più malagevole cosa a fare che voi per avventura non v'avisate, e massimamente quando una donna vuole rivocare uno uomo a amar sé o l'uomo una donna, per ciò che questo non si può fare se non per la propria persona a cui appartiene; e a far ciò convien che chi 'l fa sia di sicuro animo, per ciò che di notte si convien fare e in luoghi solitarii e senza compagnia: le quali cose io non so come voi vi siate a far disposta ... ” A cui la donna, più innamorata che savia, rispose: “Amor mi sprona per sì fatta maniera, che niuna cosa è la quale io non facessi per riavere colui che a torto m'ha abbandonata; ma tuttavia, se ti piace, mostrami in che mi convenga esser sicura ... ” La donna, udendo queste cose e intera fede prestandovi, parendole il suo amante già riaver nelle braccia, mezza lieta divenuta disse: “Non dubitare, che queste cose farò io troppo bene; e ho il più bel destro da ciò del mondo, ché io ho un podere verso il Valdarno di sopra, il quale è assai vicino alla riva del fiume; e egli è testé di luglio, che sarà il bagnarsi dilettevole ... ” Lo scolare, che ottimamente sapeva e il luogo della donna e la torricella, contento d'esser certificato della sua intenzion disse: “Madonna, io non fui mai in coteste contrade e per ciò non so il podere né la torricella; ma se così sta come voi dite, non può essere al mondo migliore ... ” A cui la donna disse di farlo senza alcun fallo; e preso da lui commiato se ne tornò a casa ... Lo scolar, lieto di ciò che il suo avviso pareva dovere avere effetto, fece una imagine con sue cateratte e scrisse una sua favola per orazione; e, quando tempo gli parve, la mandò alla donna e mandolle a dire che la notte vegnente senza più indugio dovesse far quello che detto l'avea; e appresso segretamente con un suo fante se n'andò a casa d'un suo amico, che assai ...
Decameron (pagina 144)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La donna d'altra parte con la sua fante si mise in via e al suo poder se n'andò; e come la notte fu venuta, vista faccendo d'andarsi a letto, la fante ne mandò a dormire; e in su l'ora del primo sonno, di casa chetamente uscita, vicino alla torricella sopra la riva d'Arno se n'andò, e molto da torno guatatosi, né veggendo né sentendo alcuno, spogliatasi e i suoi panni sotto un cespuglio nascosi, sette volte con la imagine si bagnò, e appresso, ignuda con la imagine in mano verso la torricella n'andò ... La donna, montata in su la torre e a tramontana rivolta, cominciò a dir le parole datele dallo scolare; il quale, poco appresso nella torricella entrato, chetamente a poco a poco levò quella scala che saliva in sul battuto dove la donna era e appresso aspettò quello che ella dovesse dire e fare ... La donna, detta sette volte la sua orazione, cominciò a aspettare le due damigelle, e fu sì lungo l'aspettare, senza che fresco le faceva troppo più che voluto non avrebbe, ella vide l'aurora apparire; per che, dolente che avvenuto non era ciò che lo scolare detto l'avea, seco disse: “Io temo che costui non m'abbia voluta dare una notte chente io diedi a lui; ma se per ciò questo m'ha fatto, mal s'è saputo vendicare, ché questa non è stata lunga per lo terzo che fu la sua, senza che il freddo fu d'altra qualità ... Ma essendosi già levato il sole e ella alquanto più dall'una delle parti più al muro accostatosi della torre, guardando se alcun fanciullo quivi con le bestie s'accostasse cui essa potesse mandare per la sua fante, avvenne che lo scolare, avendo a piè d'un cespuglio dormito alquanto, destandosi la vide e ella lui; alla quale lo scolar disse: “Buon dì, madonna: sono ancora venute le damigelle?” La donna, vedendolo e udendolo, rincominciò a piagner forte e pregollo che nella torre venisse, acciò che essa potesse parlargli ... La donna, postasi a giacer boccone sopra il battuto, il capo solo fece alla cateratta di quello e piagnendo disse: “Rinieri, sicuramente, se io ti diedi la mala notte, tu ti se' ben di me vendicato, per ciò che, quantunque di luglio sia, mi sono io creduta questa notte stando ignuda assiderare: senza che io ho tanto pianto e lo 'nganno che io ti feci e la mia sciocchezza che ti credetti, che maraviglia è come gli occhi mi sono in capo rimasi ...
Decameron (pagina 146)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Lo scolare allora cominciò a ridere; e veggendo che già la terza era di buona ora passata rispose: “Ecco, io non so ora dir di no, per tal donna me n'hai pregato: insegnamegli e io andrò per essi e farotti di costà sù scendere ... ” La donna, ciò credendo, alquanto si riconfortò e insegnogli il luogo dove aveva i panni posti ... La donna, sopra la torre rimasa, quantunque da sciocca speranza un poco riconfortata fosse, pure oltre misura dolente si dirizzò a sedere e a quella parte del muro dove un poco d'ombra era s'accostò, e cominciò accompagnata da amarissimi pensieri a aspettare: e ora pensando e ora piagnendo, e ora sperando e or disperando della tornata dello scolar co' panni, e d'un pensiero in altro saltando, sì come quella che dal dolore era vinta e che niente la notte passata aveva dormito, s'adormentò ... E così dimorando costei, senza consiglio alcuno o speranza, più la morte aspettando che altro, essendo già la mezza nona passata, lo scolare, da dormir levatosi e della sua donna ricordandosi, per vedere che di lei fosse se ne tornò alla torre e il suo fante che ancora era digiuno ne mandò a mangiare; il quale avendo la donna sentito, debole e della grave noia angosciosa, venne sopra la cateratta e postasi a sedere piangendo cominciò a dire: “Rinieri, ben ti se' oltre misura vendico, ché, se io feci te nella mia corte di notte agghiacciare, tu hai me di giorno sopra questa torre fatta arrostire, anzi ardere, e oltre a ciò di fame e di sete morire: per che io ti priego per solo Idio che qua sù salghi e, poi che a me non soffera il cuore di dare a me stessa la morte, dallami tu, ché io la disidero più che altra cosa, tanto e tale è il tormento che io sento ... ” Ben conobbe lo scolare alla voce la sua debolezza e ancor vide in parte il corpo suo tutto riarso dal sole, per le quali cose e per gli umili suoi prieghi un poco di compassione gli venne di lei; ma non per tanto rispose: “Malvagia donna, delle mie mani non morrai tu già, tu morrai pur delle tue, se voglia te ne verrà; e tanta acqua avrai da me a sollevamento del tuo caldo, quanto fuoco io ebbi da te a alleggiamento del mio freddo ... ” “O misera me!” disse la donna “queste bellezze in così fatta guisa acquistate dea Idio a quelle persone che mal mi vogliono; ma tu, più crudele che ogni altra fiera, come hai potuto sofferire di straziarmi a questa maniera? Che più doveva io aspettar da te o da alcuno altro, se io tutto il tuo parentado sotto crudelissimi tormenti avessi uccisi? Certo io non so qual maggior crudeltà si fosse potuta usare in un traditore che tutta una città avesse messa a uccisione, che quella alla qual tu m'hai posta a farmi arrostire al sole e manicare alle mosche: e oltre a questo non un bicchier d'acqua volermi dare, che a' micidiali dannati dalla ragione, andando essi alla morte, è dato ber molte volte del vino pur che essi ne domandino ... Ma essendo già vespro e parendo allo scolare avere assai fatto, fatti prendere i panni di lei e inviluppare nel mantello del fante, verso la casa della misera donna se n'andò; e quivi sconsolata e trista e senza consiglio la fante di lei trovò sopra la porta sedersi, alla quale egli disse: “Buona femina, che è della donna tua?” A cui la fante rispose: “Messere, io non so: io mi credeva stamane trovarla nel letto dove iersera me l'era paruta vedere andare, ma io non la trovai né quivi né altrove, né so che si sia divenuta: di che io vivo con grandissimo dolore ...
Decameron (pagina 147)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Aveva per isciacura un lavoratore di questa donna quel dì due suoi porci smarriti: e, andandogli cercando, poco dopo la partita dello scolare a quella torricella pervenne e andando guatando per tutto se i suoi porci vedesse sentì il miserabile pianto che la sventurata donna faceva: per che salito sù quanto poté gridò: “Chi piagne là sù?” La donna cognobbe la voce del suo lavoratore e chiamatol per nome gli disse: “Deh! vammi per la mia fante e fa sì che ella possa qua sù a me venire ... ” Il lavoratore, conosciutala, disse: “Oimè! madonna, e chi vi portò costà sù? La fante vostra v'è tutto dì oggi andata cercando: ma chi avrebbe mai pensato che voi doveste essere stata qui?” E presi i travicelli della scala, la cominciò a drizzar come star dovea e a legarvi con ritorte i bastoni a traverso; e in questo la fante di lei sopravenne, la quale nella torre entrata, non potendo più la voce tenere, battendosi a palme cominciò a gridare: “Oimè! donna mia dolce, ove siete voi?” La donna udendola, come più forte poté disse: “O sirocchia mia, io son qua sù: non piagnere, ma recami tosto i panni miei ... ” Quando la fante l'udì parlare, quasi tutta riconfortata salì su per la scala già presso che racconcia da' lavoratore, e aiutata da lui in sul battuto pervenne; e vedendo la donna sua non corpo umano ma più tosto un cepperello inarsicciato parere, tutta vinta, tutta spunta, e giacere in terra ignuda, messesi l'unghie nel viso cominciò a piagnere sopra di lei non altramenti che se morta fosse ... Ma la donna la pregò per Dio che ella tacesse e lei rivestire aiutasse; e avendo da lei saputo che niuna persona sapeva dove ella stata fosse, se non coloro che i panni portati l'aveano e il lavoratore che al presente v'era, alquanto di ciò racconsolata, gli pregò per Dio che mai a alcuna persona di ciò niente dicessero ... Il lavoratore, dopo molte novelle, levatasi la donna in collo che andar non poteva, salvamente infino fuori della torre la condusse ... Il lavoratore, posata la donna sopra a uno erbaio, andò a vedere che avesse la fante, e trovatala con la coscia rotta similmente nello erbaio la recò e allato alla donna la pose; la quale veggendo questo a giunta degli altri suoi mali avvenuto e colei avere rotta la coscia da cui ella sperava essere aiutata più che da altrui, dolorosa senza modo rincominciò il suo pianto tanto miseramente, che non solamente il lavoratore non la poté racconsolare ma egli altressì cominciò a piagnere ... Ma essendo già il sol basso, acciò che quivi non gli cogliesse la notte, come alla sconsolata donna piacque, n'andò alla casa sua: e quivi chiamati due suoi fratelli e la moglie e là tornati con una tavola, sù v'acconciaron la fante e alla casa ne la portarono; e riconfortata la donna con un poco d'acqua fresca e con buone parole, levatalasi il lavoratore in collo, nella camera di lei la portò ... Quivi la donna, che aveva a gran divizia lacciuoli, fatta una sua favola tutta fuori dell'ordine delle cose avvenute, sì di sé e sì della sua fante fece a' suoi fratelli e alle sirocchie e a ogni altra persona credere che per indozzamenti di demoni questo loro fosse avvenuto ... I medici furon presti, e non senza grandissima angoscia e affanno della donna, che tutta la pelle più volte appicata lasciò alle lenzuola, lei d'una fiera febbre e degli altri accidenti guerirono, e similmente la fante della coscia ... Per la qual cosa la donna, dimenticato il suo amante, da indi innanzi e di beffare e d'amare si guardò saviamente; e lo scolar, sentendo alla fante la coscia rotta, parendogli avere assai intera vendetta, lieto senza altro dirne se ne passò ... Questi due giovani sempre usavano insieme e, per quello che mostrassono, così s'amavano, o più, come se stati fosser fratelli; e ciascun di loro avea per moglie una donna assai bella ... Pure al lungo andare, essendo un giorno il Zeppa in casa e non sappiendolo la donna, Spinelloccio venne a chiamarlo ... La donna disse che egli non era in casa: di che Spinelloccio, prestamente andato sù e trovata la donna nella sala e veggendo che altri non v'era, abbracciatala la cominciò a basciare, e ella lui ... Ma conoscendo che per far romore né per altro la sua ingiuria non ne diveniva minore, anzi ne crescea la vergogna, si diede a pensar che vendetta di questa cosa dovesse fare, che, senza sapersi da torno, l'animo suo rimanesse contento; e dopo lungo pensiero parendogli aver trovato il modo, tanto stette nascoso quanto Spinelloccio stette con la donna ... Il quale come andato se ne fu, così egli nella camera se n'entrò, dove trovò la donna che ancora non s'era compiuta di racconciare i veli in capo, li quali scherzando Spinelloccio fatti l'aveva cadere, e disse: “Donna, che fai tu?” A cui la donna rispose: “Nol vedi tu?” Disse il Zeppa: “Sì bene, sì, ho io veduto anche altro che io non vorrei!” e con lei delle cose state entrò in parole; e essa con grandissima paura dopo molte novelle quello avendogli confessato che acconciamente della sua dimestichezza con Ispinelloccio negar non potea, ...
Decameron (pagina 148)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Alla quale il Zeppa disse: “Vedi, donna, tu hai fatto male; il quale se tu vuogli che io ti perdoni, pensa di far compiutamente quello che io t'imporrò, il che è questo ... ” La donna, per sodisfargli, disse di farlo, e così fece ... Venuto il dì seguente, essendo il Zeppa e Spinelloccio insieme in su la terza, Spinelloccio, che promesso aveva alla donna d'andare a lei a quella ora, disse al Zeppa: “Io debbo staman desinare con alcuno amico, al quale io non mi voglio fare aspettare, e per ciò fatti con Dio ... ” Partitosi adunque Spinelloccio dal Zeppa, data una sua volta, fu in casa con la moglie di lui; e essendosene entrati in camera, non stette guari che il Zeppa tornò; il quale come la donna sentì, mostratasi paurosa molto, lui fece ricoverare in quella cassa che il marito detto l'avea e serrollovi entro e uscì della camera ... Il Zeppa giunto suso disse: “Donna, è egli otta di desinare?” La donna rispose: “Sì, oggimai ... ” Disse allora il Zeppa: “Spinelloccio è andato a desinare stamane con un suo amico e ha la donna sua lasciata sola: fatti alla finestra e chiamala e dì che venga a desinar con essonoi ... ” La donna, di se stessa temendo e per ciò molto ubidente divenuta, fece quello che il marito le 'mpose ... Quando la donna vide serrare la camera dentro, disse: “Oimè, Zeppa, che vuol dir questo? dunque mi ci avete voi fatta venir per questo? ora è questo l'amore che voi portate a Spinelloccio e la leale compagnia che voi gli fate?” Alla quale il Zeppa, accostatosi alla cassa dove serrato era il marito di lei e tenendola bene, disse: “Donna, in prima che tu ti ramarichi, ascolta ciò che io ti vo' dire ... Io ho amato e amo Spinelloccio come fratello; e ieri, come che egli nol sappia, io trovai che la fidanza la quale io ho di lui avuta era pervenuta a questo, che egli con la mia donna così si giace come con teco ... Ora, per ciò che io l'amo, non intendo di volere di lui pigliare se non quale è stata l'offesa: egli ha la mia donna avuta, e io intendo d'aver te ... ” La donna, udendo questo, e dopo molte riconfermazioni fattelene dal Zeppa credendol, disse: “Zeppa mio, poi che sopra me dee cadere questa vendetta, e io son contenta, sì veramente che tu mi facci, di questo che far dobbiamo, rimanere in pace con la tua donna, come io, non obstante quello che ella m'ha fatto, intendo di rimaner con lei ... Il Zeppa, stato con la donna quanto gli piacque, scese della cassa; e domandando la donna il gioiello promesso, aperta la camera fece venir la moglie, la quale niuna altra cosa disse se non: “Madonna, voi m'avete renduto pan per focaccia” e questo disse ridendo ... Alla quale il Zeppa disse: “Apri questa cassa”, e ella il fece: nella quale il Zeppa mostrò alla donna il suo Spinelloccio ... E lungo sarebbe a dire qual più di lor due si vergognò, o Spinelloccio vedendo il Zeppa e sappiendo che egli sapeva ciò che fatto aveva, o la donna vedendo il suo marito e conoscendo che egli aveva e udito e sentito ciò che ella sopra il capo fatto gli aveva ... ” Spinelloccio, uscito della cassa, senza far troppe novelle disse: “Zeppa, noi siam pari pari, e per ciò è buono, come tu dicevi dianzi alla mia donna, che noi siamo amici come solavamo e, non essendo tra noi dua niuna altra cosa che le mogli divisa, che noi quelle ancora comunichiamo ...
Decameron (pagina 153)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E essendo egli bianco e biondo e leggiadro molto, e standogli ben la vita, avvenne che una di queste barbiere, che si facea chiamare madama Iancofiore, avendo alcuna cosa sentita de' fatti suoi, gli pose l'occhio addosso; di che egli accorgendosi, estimando che ella fosse una gran donna, s'avvisò che per la sua bellezza le piacesse e pensossi di volere molto cautamente menar questo amore; e senza dirne cosa alcuna a persona incominciò a far le passate dinanzi alla casa di costei ... La quale, quasi con le lagrime in su gli occhi, dopo molte novelle gli disse che egli con la bellezza e con la piacevolezza sua aveva sì la sua donna presa, che ella non trovava luogo né dì né notte; e per ciò, quando a lui piacesse, ella disiderava più che altra cosa di potersi con lui a un bagno segretamente trovare; e appresso questo, trattosi uno anello di borsa, da parte della sua donna gliele donò ... Tornata adunque la messaggera alla sua donna con questa risposta, a Salabaetto fu a mano a man detto a qual bagno il dì seguente passato vespro la dovesse aspettare; il quale, senza dirne cosa del mondo a persona, prestamente all'ora impostagli v'andò e trovò il bagno per la donna esser preso ... Né stette guari che la donna con due sue altre schiave appresso al bagno venne; dove ella, come prima ebbe agio, fece a Salabaetto grandissima festa e dopo i maggiori sospiri del mondo, poi che molto e abbracciato e basciato l'ebbe, gli disse: “Non so chi mi si avesse a questo potuto conducere altri che tu; tu m'hai miso lo foco all'arma, toscano acanino ... E fatto questo, recaron le schiave due lenzuoli bianchissimi e sottili, de' quali veniva sì grande odor di rose, che ciò che v'era pareva rose; e l'una inviluppò nell'uno Salabaetto e l'altra nell'altro la donna e in collo levatigli ammenduni nel letto fatto ne gli portarono ... Le quali poi che per comandamento della donna, lasciato un torchietto acceso nella camera, andate se ne furon fuori, costei abbracciò Salabaetto e egli lei, e con grandissimo piacer di Salabaetto, al quale pareva che costei tutta si struggesse per suo amore, dimorarono una lunga ora ... Ma poi che tempo parve di levarsi alla donna, fatte venir le schiave, si vestirono e un'altra volta bevendo e confettando si riconfortarono alquanto; e il viso e le mani di quelle acque odorifere lavatesi e volendosi partire, disse la donna a Salabaetto: “Quando a te fosse a grado, a me sarebbe grandissima grazia che questa sera te ne venissi a cenare e a albergo meco ... ” Tornatasene adunque la donna a casa e fatta bene di sue robe e di suoi arnesi ornar la camera sua e fatto splendidamente far da cena, aspettò Salabaetto; il quale, come alquanto fu fatto oscuro, là se n'andò e lietamente ricevuto con gran festa e ben servito cenò ... Le quali cose, tutte insieme e ciascuna per sé, gli fecero stimare costei dovere essere una grande e ricca donna ...
Decameron (pagina 154)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il che la buona donna non da lui ma da altrui sentì incontanente; e essendo Salabaetto da lei andato una sera, costei incominciò a cianciare e a ruzzar con lui, a basciarlo e abbracciarlo mostrandosi sì forte di lui infiammata, che pareva che ella gli volesse d'amor morir nelle braccia; e volevagli pur donare due bellissimi nappi d'argento che ella aveva ... Salabaetto, maravigliandosi, la si recò in braccio e cominciò a piagner con lei e a dire: “Deh, cuor del corpo mio, che avete voi così subitamente? che è la cagione di questo dolore? Deh, ditemelo, anima mia!” Poi che la donna s'ebbe assai fatta pregare, e ella disse: “Oimè, signor mio dolce, io non so né che mi fare né che mi dire! Io ho testé ricevute lettere da Messina, e scrivemi mio fratello che, se io dovessi vendere e impegnare ciò che ci è, che senza alcun fallo io gli abbia fra qui e otto dì mandati mille fiorin d'oro, se non che gli sarà tagliata la testa; e io non so quello che io mi debbia fare che io gli possa così prestamente avere: ché, se io avessi spazio pur quindici dì, io troverei modo da civirne d'alcun luogo donde io ne debbo aver molti più, o io venderei alcuna delle nostre possessioni; ma, non potendo, io vorrei esser morta prima che quella mala novella mi venisse”; e detto questo, forte mostrandosi tribolata, non restava di piagnere ... ” “Oimè!” disse la donna “dunque hai tu patito disagio di denari? o perché non me ne richiedevi tu? Perché io non abbia mille, io n'aveva ben cento e anche dugento da darti: tu m'hai tolta tutta la baldanza da dovere da te ricevere il servigio che tu mi profferi ... ” “Oimè!” disse la donna “Salabaetto mio, ben conosco che il tuo è vero e perfetto amore verso di me, quando, senza aspettar d'esser richesto, di così gran quantità di moneta in così fatto bisogno liberamente mi sovieni ... Come la donna ebbe i denari, così s'incominciarono le 'ndizioni a mutare; e dove prima era libera l'andata alla donna ogni volta che a Salabaetto era in piacere, così incominciaron poi a sopravenire delle cagioni per le quali non gli veniva delle sette volte l'una fatto il potervi entrare, né quel viso né quelle carezze né quelle feste più gli eran fatte che prima ... ” A cui la donna disse: “Vedi, Salabaetto, ogni tuo acconcio mi piace forte, sì come di quello di colui il quale io amo più ...
Decameron (pagina 157)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La fante fé la risposta alla donna, la quale aspettò di vedere se sì fossero pazzi che essi il facessero ... Costei dice che di cosa che io senta io non faccia motto: o se essi mi cacciasser gli occhi o mi traessero i denti o mozzassermi le mani o facessermi alcuno altro così fatto giuoco, a che sare' io? come potre' io star cheto? E se io favello, e' mi conosceranno e per avventura mi faranno male; ma come che essi non me ne facciano, io non avrò fatto nulla, ché essi non mi lasceranno con la donna; e la donna dirà poi che io abbia rotto il suo comandamento e non farà mai cosa che mi piaccia ... Rinuccio, appressandosi la mezzanotte, uscì di casa sua per far quello che dalla sua donna gli era stato mandato a dire; e andando, in molti e varii pensieri entrò delle cose possibili a intervenirgli, sì come di poter col corpo, sopra le spalle, di Scannadio venire alle mani della signoria e esser come malioso condennato al fuoco, o di dovere, se egli si risapesse, venire in odio de' suoi parenti, e d'altri simili, da' quali tutto che rattenuto fu ... Ma poi rivolto disse: “Deh, dirò io di no della prima cosa che questa gentil donna, la quale io ho cotanto amata e amo, m'ha richesto, e spezialmente dovendone la sua grazia acquistare? Non ne dovess'io di certo morire, che io non me ne metta a far ciò che promesso l'ho”; e andato avanti giunse alla sepoltura e quella leggiermente aperse ... Rinuccio entrato dentro, credendosi il corpo di Scannadio prendere, prese Alessandro pe' piedi e lui fuor ne tirò e in su le spalle levatoselo verso la casa della gentil donna cominciò a andare; e così andando e non riguardandolo altramenti, spesse volte il percoteva ora in un canto e ora in uno altro d'alcune panche che allato alla via erano; e la notte era sì buia e sì oscura che egli non poteva discernere ove s'andava ... E essendo già Rinuccio a piè dell'uscio della gentil donna, la quale alle finestre con la sua fante stava per sentire se Rinuccio Alessandro recasse, già da sé armata in modo da mandargli ammendun via, avvenne che la famiglia della signoria, in quella contrada ripostasi e chetamente standosi aspettando di dover pigliare uno sbandito, sentendo lo scalpiccio che Rinuccio co' piè faceva, subitamente tratto fuori un lume per veder che si fare e dove andarsi e mossi i pavesi e le lance gridò: “Chi è là?” La quale Rinuccio conoscendo, non avendo tempo da troppo lunga diliberazione, lasciatosi cadere Alessandro, quanto le gambe nel poteron portare andò via ... La donna, per lo lume tratto fuori dalla famiglia, ottimamente veduto aveva Rinuccio con Alessandro dietro alle spalle e similmente aveva scorto Alessandro esser vestito de' panni di Scannadio; e maravigliossi molto del grande ardir di ciascuno, ma con tutta la maraviglia rise assai del veder gittar giuso Alessandro e del vedergli poscia fuggire ... Nondimeno ciascun de' due amanti, significato alla donna ciò che fatto avea e quello che era intervenuto e con questo scusandosi se fornito non avean pienamente il suo comandamento, la sua grazia e il suo amore adimandava ...
Decameron (pagina 162)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E in questa guisa Bruno e Buffalmacco, che tenevano mano al fatto, traevano de' fatti di Calandrino il maggior piacer del mondo, faccendosi talvolta dare, sì come domandato dalla sua donna, quando un pettine d'avorio e quando una borsa e quando un coltellino e cotali ciance, allo 'ncontro recandogli cotali anelletti contraffatti di niun valore, de' quali Calandrino faceva maravigliosa festa; e oltre a questo n'avevan da lui di buone merende e d'altri onoretti, acciò che solleciti fossero a' fatti suoi ... Ora avendol tenuti costoro ben due mesi in questa forma senza più aver fatto, vedendo Calandrino che il lavorio si veniva finendo e avvisando che, se egli non recasse a effetto il suo amore prima che finito fosse il lavorio, mai più fatto non gli potesse venire, cominciò molto a strignere e a sollecitar Bruno; per la qual cosa, essendovi la giovane venuta, avendo Bruno prima con Filippo e con lei ordinato quello che fosse da fare, disse a Calandrino: “Vedi, sozio, questa donna m'ha ben mille volte promesso di dover fare ciò che tu vorrai e poscia non ne fa nulla, e parmi che ella ti meni per lo naso; e per ciò, poscia che ella nol fa come ella promette, noi gliele farem fare o voglia ella o no, se tu vorrai ... Egli sì s'è innamorato d'una donna colassù, e ella è tanto trista che ella si va rinchiudendo assai spesso con essolui, e poco fa si dieder la posta d'essere insieme via via; e per ciò io voglio che tu vi venghi e vegghilo e gastighil bene ... ” Come la donna udì questo, non le parve giuoco: ma levatasi in piè cominciò a dire: “Oimè, ladro piuvico, faimi tu questo? Alla croce di Dio, ella non andrà così, che io non te ne paghi ... ” La Niccolosa diceva: “O tu hai la gran fretta! Lasciamiti prima vedere a mio senno: lasciami saziar gli occhi di questo tuo viso dolce!” Bruno e Buffalmacco n'erano andati da Filippo, e tutti e tre vedevano e udivano questo fatto; e essendo già Calandrino per voler pur la Niccolosa basciare, ecco giugner Nello con monna Tessa; il quale come giunse disse: “Io fo boto a Dio che sono insieme”; e all'uscio della casa pervenuti, la donna, che arrabbiava, datovi delle mani il mandò oltre, e entrata dentro vide la Niccolosa addosso a Calandrino; la quale, come la donna vide, subitamente levatasi fuggì via e andossene là dove era Filippo ... La donna disse: “Sia, che Idio le dea il malanno!” Bruno e Buffalmacco, che con Filippo e con la Niccolosa avevan di questa cosa riso a lor senno, quasi al romor venendo, colà trassero; e dopo molte novelle rappaceficata la donna, dieron per consiglio a Calandrino che a Firenze se n'andasse e più non vi tornasse, acciò che Filippo, se niente di questa cosa sentisse, non gli facesse male ...
Decameron (pagina 163)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... dire al compagno; fanno romore insieme; la donna, ravedutasi, entra nel letto della figliuola e quindi con certe parole ogni cosa pacefica ... Calandrino, che altre volte la brigata aveva fatta ridere, similmente questa volta la fece: de' fatti del quale poscia che le donne si tacquero, la reina impose a Panfilo che dicesse; il quale disse: –Laudevoli donne, il nome della Niccolosa amata da Calandrino m'ha nella memoria tornata una novella d'un'altra Niccolosa, la quale di raccontarvi mi piace, per ciò che in essa vedrete un subito avvedimento d'una buona donna avere un grande scandalo tolto via ... Di questi tre letti fece l'oste il men cattivo acconciar per li due compagni e fecegli coricare; poi dopo alquanto, non dormendo alcun di loro come che di dormir mostrassero, fece l'oste nell'un de' due che rimasi erano coricar la figliuola, e nell'altro s'entrò egli e la donna sua, la quale allato del letto dove dormiva pose la culla nella quale il suo piccolo figlioletto teneva ... E standosi così Pinuccio con la giovane, avvenne che una gatta fece certe cose cadere, le quali la donna destatasi sentì; per che levatasi temendo non fosse altro, così al buio levatasi come era se n'andò là dove sentito aveva il romore ... Adriano, che a ciò non avea l'animo, per avventura per alcuna oportunità natural si levò, alla quale espedire andando trovò la culla postavi dalla donna, e non potendo senza levarla oltre passare, presala, la levò del luogo dove era e posela allato al letto dove esso dormiva; e fornito quello per che levato s'era e tornandosene, senza della culla curarsi, nel letto se n'entrò ... La donna, avendo cerco e trovato che quello che caduto era non era tal cosa, non si curò d'altramenti accender lume per vederlo, ma garrito alla gatta nella cameretta se ne tornò e a tentone dirittamente al letto dove il marito dormiva se n'andò; ma non trovandovi la culla disse seco stessa: “Oimè, cattiva me, vedi quel che io faceva! in fé di Dio, che io me n'andava dirittamente nel letto degli osti miei!”; e, fattasi un poco più avanti e trovata la culla, in quello letto al quale ella era allato insieme con Adriano si coricò, credendosi col marito coricare ... Adriano, che ancora radormentato non era, sentendo questo la ricevette bene e lietamente, e senza fare altramenti motto da una volta in sù caricò l'orza con gran piacer della donna ... ” Pinuccio, che non era il più savio giovane del mondo, avveggendosi del suo errore, non ricorse a emendare come meglio avesse potuto, ma disse: “Di che mi pagherai? che mi potrestù far tu?” La donna dell'oste, che col marito si credeva essere, disse a Adriano: “Oimè! odi gli osti nostri che hanno non so che parole insieme ... ” La donna, parendole avere udito il marito garrire e udendo Adriano, incontanente conobbe là dove stata era e con cui: per che, come savia, senza alcuna parola dire subitamente si levò, e presa la culla del suo figlioletto, come che punto lume nella camera non si vedesse, per avviso la portò allato al letto dove dormiva la figliuola e con lei si coricò; e quasi desta fosse per lo romor del marito, il chiamò e domandollo che parole egli avesse con Pinuccio; il marito rispose: “Non odi tu ciò ch'e' dice che ha fatto stanotte alla Niccolosa?” La donna disse: “Egli mente ben per la gola, ché con la Niccolosa non è egli giaciuto: ché io mi ci coricai io in quel punto che io non ho mai poscia potuto dormire; e tu se' una bestia che gli credi ...
Decameron (pagina 164)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... andate in qua e in là senza sentirvi e parvi far maraviglie: egli è gran peccato che voi non vi fiaccate il collo! Ma che fa egli costì Pinuccio? perché non si sta egli nel letto suo?” D'altra parte Adriano, veggendo che la donna saviamente la sua vergogna e quella della figliuola ricopriva, disse: “Pinuccio, io te l'ho detto cento volte che tu non vada attorno, ché questo tuo vizio del levarti in sogno e di dire le favole che tu sogni per vere ti daranno una volta la mala ventura: torna qua, che Dio ti dea la mala notte!” L'oste, udendo quello che la donna diceva e quello che diceva Adriano, cominciò a creder troppo bene che Pinuccio sognasse: per che, presolo per la spalla, lo 'ncominciò a dimenare e a chiamar, dicendo: “Pinuccio, destati, tornati al letto tuo ... E poi appresso, trovati altri modi, Pinuccio con la Niccolosa si ritrovò, la quale alla madre affermava lui fermamente aver sognato; per la qual cosa la donna, ricordandosi dell'abracciar d'Adriano, sola seco diceva d'aver vegghiato ... Essendo la novella di Panfilo finita e l'avvedimento della donna commendato da tutti, la reina a Pampinea disse che dicesse la sua; la quale allora cominciò: –Altra volta, piacevoli donne, delle verità dimostrate da' sogni, le quali molte scherniscono, s'è fra noi ragionato; e però, come che detto ne sia, non lascerò io che con una novelletta assai brieve io non vi narri quello che a una mia vicina, non è ancora guari, addivenne, per non crederne uno di lei dal marito veduto ... Ora avvenne una notte, essendo Talano con questa sua Margherita in contado a una lor possessione, dormendo egli, gli parve in sogno vedere la donna sua andar per un bosco assai bello, il quale essi non guari lontano alla lor casa avevano; e mentre così andar la vedeva, gli parve che d'una parte del bosco uscisse un grande e fiero lupo, il quale prestamente s'avventava alla gola di costei e tiravala in terra e lei gridante aiuto si sforzava di tirar via; e poi di bocca uscitagli, tutta la gola e 'l viso pareva l'avesse guasto ... La donna crollando il capo disse: “Chi mal ti vuol, mal ti sogna: tu ti fai molto di me pietoso ma tu sogni di me quello che tu vorresti vedere; e per certo io me ne guarderò, e oggi e sempre, di non farti né di questo né d'altro mio male mai allegro ... ” La donna disse: “Bene, io il farò”, e poi seco stessa cominciò a dire: “Hai veduto come costui maliziosamente si crede avermi messa paura d'andare oggi al bosco nostro? là dove egli per certo dee aver data posta a qualche cattiva, e non vuole che io il vi truovi ...
Decameron (pagina 166)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Il che come Giosefo ebbe udito, così si ricordò delle parole di Salamone e disse verso Melisso: “Or ti dico io, compagno, che il consiglio datomi da Salamone potrebbe esser buono e vero, per ciò che assai manifestamente conosco che io non sapeva battere la donna mia: ma questo mulattiere m'ha mostrato quello che io abbia a fare ... ” Quindi, dopo alquanti dì divenuti a Antiocia, ritenne Giosefo Melisso seco a riposarsi alcun dì; e essendo assai ferialmente dalla donna ricevuto, le disse che così facesse far da cena come Melisso divisasse; il quale, poi vide che a Giosefo piaceva, in poche parole se ne dilivrò ... La donna, sì come per lo passato era usata, non come Melisso divisato avea, ma quasi tutto il contrario fece ... Il che Giosefo vedendo, turbato disse: “Non ti fu egli detto in che maniera tu facessi questa cena fare?” La donna, rivoltasi con orgoglio, disse: “Ora che vuol dir questo? deh! ché non ceni, se tu vuoi cenare? Se mi fu detto altramenti, a me parve da far così; se ti piace, sì ti piaccia; se non, sì te ne sta ... ” Maravigliossi Melisso della risposta della donna e biasimolla assai: Giosefo, udendo questo, disse: “Donna, ancor se' tu quel che tu suogli, ma credimi che io ti farò mutar modo”; e a Melisso rivolto disse: “Amico, tosto vedremo chente sia stato il consiglio di Salamone; ma io ti priego non ti sia grave lo stare a vedere e di reputare per un giuco quello che io farò ... ” Giosefo, trovato un baston tondo d'un querciuolo giovane, se n'andò in camera, dove la donna, per istizza da tavola levatasi, brontolando se n'era andata; e presala per le trecce, la si gittò a' piedi e cominciolla fieramente a battere con questo bastone ... La donna cominciò prima a gridare e poi a minacciare; ma veggendo che per tutto ciò Giosefo non ristava, già tutta rotta cominciò a chieder mercé per Dio che egli non l'uccidesse, dicendo oltre a ciò di mai dal suo piacer non partirsi ... Giosefo per tutto questo non rifinava, anzi con più furia l'una volta che l'altra, or per lo costato, ora per l'anche e ora su per le spalle battendola forte, l'andava le costure ritrovando, né prima ristette che egli fu stanco: e in brieve niuno osso né alcuna parte rimase nel dosso della buona donna, che macerata non fosse ... La donna cattivella a gran fatica si levò di terra e in su il letto si gittò, dove, come poté il meglio, riposatasi, la mattina vegnente per tempissimo levatasi fé domandar Giosefo quello che voleva si facesse da desinare ...
Decameron (pagina 172)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 4 Messer Gentil de' Carisendi, venuto da Modona, trae della sepoltura una donna amata da lui, sepellita per morta; la quale riconfortata partorisce un figliuol maschio, e messer Gentile lei e 'l figliuolo restituisce a Niccoluccio Caccianimico marito di lei ... Fu adunque in Bologna, nobilissima città di Lombardia, un cavaliere per virtù e per nobiltà di sangue raguardevole assai, il qual fu chiamato messer Gentil Carisendi, il qual giovane d'una gentil donna chiamata madonna Catalina, moglie d'un Niccoluccio Caccianemico, s'innamorò; e perché male dello amor della donna era, quasi disperatosene, podestà chiamato di Modona, v'andò ... In questo tempo, non essendo Niccoluccio a Bologna e la donna a una sua possessione forse tre miglia alla terra vicina essendosi, per ciò che gravida era, andata a stare, avvenne che subitamente un fiero accidente la sopraprese, il quale fu tale e di tanta forza, che in lei spense ogni segno di vita e per ciò eziandio da alcun medico morta giudicata fu; e per ciò che le sue più congiunte parenti dicevan sé avere avuto da lei non essere ancora di tanto tempo gravida, che perfetta potesse essere la creatura, senza altro impaccio darsi, quale ella era, in uno avello d'una chiesa ivi vicina dopo molto pianto la sepellirono ... ” E questo detto, essendo già notte, dato ordine come la sua andata occulta fosse, con un suo famigliare montato a cavallo, senza ristare colà pervenne dove sepellita era la donna; e aperta la sepoltura in quella diligentemente entrò, e postolesi a giacere allato il suo viso a quello della donna accostò, e più volte con molte lagrime piangendo il basciò ... Era quivi la madre di lui, valorosa e savia donna, la qual, poscia che dal figliuolo ebbe distesamente ogni cosa udita, da pietà mossa chetamente con grandissimi fuochi e con alcun bagno in costei rivocò la smarrita vita; la quale come rivenne, così gittò un gran sospiro e disse: “Oimè! ora ove sono io?” A cui la valente donna rispose: “Confortati, tu se' in buon luogo ... ” Al quale la donna benignamente rispose ...
Decameron (pagina 173)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” La donna, conoscendosi al cavaliere obligata e che la domanda era onesta, quantunque molto disiderasse di rallegrare della sua vita i suoi parenti, si dispuose a far quello che messer Gentile domandava; e così sopra la sua fede gli promise ... Quivi fornito il tempo del suo uficio e a Bologna dovendosene tornare, ordinò, quella mattina che in Bologna entrar doveva, di molti e gentili uomini di Bologna, tra' quali fu Niccoluccio Caccianimico, un grande e bel convito in casa sua; e tornato e ismontato e con lor trovatosi, avendo similmente la donna ritrovata più bella e più sana che mai e il suo figlioletto star bene, con allegrezza incomparabile i suoi forestieri mise a tavola e quegli fece di più vivande magnificamente servire ... E essendo già vicino alla sua fine il mangiare, avendo egli prima alla donna detto quello che di fare intendeva e con lei ordinato il modo che dovesse tenere, così cominciò a parlare: “Signori, io mi ricordo avere alcuna volta inteso in Persia essere, secondo il mio iudicio, una piacevole usanza, la quale è che, quando alcuno vuole sommamente onorare il suo amico, egli lo 'nvita a casa sua e quivi gli mostra quella cosa, o moglie o amica o figliuola o che che si sia, la quale egli ha più cara, affermando che, se egli potesse, così come questo gli mostra, molto più volentieri gli mosterria il cuor suo; la quale io intendo di volere observare in Bologna ... Il cavaliere, contento di tal risposta e che Niccoluccio l'avesse fatta, affermò sé essere in quella opinione altressi, e appresso disse: “Tempo è omai che io secondo la promessa v'onori”; e chiamati due de' suoi famigliari, gli mandò alla donna, la quale egli egregiamente avea fatta vestire e ornare, e mandolla pregando che le dovesse piacere di venire a far lieti i gentili uomini della sua presenzia ... La donna, sentendosi al suo marito domandare, con fatica di risponder si tenne: ma pur per servare l'ordine posto tacque ... ” Al quale avendol promesso ciascuno e essendo già levate le tavole, messer Gentile, allato alla donna sedendo, disse: “Signori, questa donna è quello leale e fedel servo del quale io poco avanti vi fe' la dimanda; la quale, da' suoi poco avuta cara e così come vile e più non utile nel mezzo della strada gittata, da me fu ricolta e colla mia sollicitudine e opera delle mani la trassi alla morte: e Iddio, alla mia buona affezion riguardando, di corpo spaventevole così bella divenir me l'ha fatta ... ” E cominciatosi dal suo innamorarsi di lei, ciò che avvenuto era infino allora distintamente narrò con gran maraviglia degli ascoltanti: e poi soggiunse: “Per le quali cose, se mutata non avete sentenzia da poco in qua, e Niccoluccio spezialmente, questa donna meritamente è mia, né alcuno con giusto titolo me la può radomandare ... Niccoluccio e degli altri che v'erano e la donna di compassion lagrimavano; ma messer Gentile, levatosi in piè e preso nelle sue braccia il picciol fanciullino e la donna per la mano e andato verso Niccoluccio, disse: “Leva sù, compare; io non ti rendo tua mogliere, la quale i tuoi e suoi parenti gittarono via, ma io ti voglio donare questa donna mia comare con questo suo figlioletto, il qual son certo che fu da te generato e il quale io a battesimo tenni e nomina'lo Gentile ... ” E questo detto, si rivolse alla donna e disse: “Madonna, omai da ogni ...
Decameron (pagina 174)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... promessa fattami io v'assolvo e libera vi lascio di Niccoluccio”; e rimessa la donna e 'l fanciul nelle braccia di Niccoluccio si tornò a sedere ... Niccoluccio disiderosamente ricevette la sua donna e 'l figliuolo, tanto più lieto quanto più n'era di speranza lontano, e come meglio poté e seppe ringraziò il cavaliere; e gli altri, che tutti di compassion lagrimavano, di questo il commendaron molto, e commendato fu da chiunque l'udì ... La donna con maravigliosa festa fu in casa sua ricevuta e quasi risuscitata con ammirazione fu più tempo guatata da' bolognesi; e messer Gentile sempre amico visse di Niccoluccio e de' suoi parenti e di quei della donna ... In Frioli, paese quantunque freddo lieto di belle montagne, di più fiumi e di chiare fontane, è una terra chiamata Udine, nella quale fu già una bella e nobile donna, chiamata madonna Dianora e moglie d'un gran ricco uomo nominato Gilberto, assai piacevole e di buona aria ... E meritò questa donna per lo suo valore d'essere amata sommamente da un nobile e gran barone, il quale aveva nome messere Ansaldo Gradense, uomo d'alto affare e per arme e per cortesia conosciuto per tutto ... E essendo alla donna gravi le sollicitazioni del cavaliere, e veggendo che, per negare ella ogni cosa da lui domandatole, esso per ciò d'amarla né di sollicitarla si rimaneva, con una nuova e al suo giudicio impossibil domanda si pensò di volerlosi torre da dosso ... ” Disse la buona femina: “Che è quello, madonna, che voi disiderate ch'el faccia?” Rispose la donna: “Quello che io disidero è questo: io voglio, del mese di gennaio che viene, appresso di questa terra un giardino pieno di verdi erbe, di fiori e di fronzuti albori, non altrimenti fatto che se di maggio fosse; il quale dove egli non faccia, né te né altri mi mandi mai più, per ciò che, se più mi stimolasse, come io infino a qui del tutto al mio marito e a' miei parenti tenuto ho nascoso, così, dolendomene loro, di levarlomi da dosso m'ingegnerei ... ” Il cavaliere, udita la domanda e la proferta della sua donna, quantunque grave cosa e quasi impossibile a dover fare gli paresse e conoscesse per niun'altra cosa ciò essere dalla donna addomandato se non per torlo dalla sua speranza, pur seco propose di voler tentare quantunque fare se ne potesse e in più parti per lo mondo mandò cercando se in ciò alcun si trovasse che aiuto o consiglio gli desse; e vennegli uno alle mani il quale, dove ben salariato fosse, per arte nigromantica profereva di farlo ... Il quale come messere Ansaldo lietissimo ebbe veduto, fatto cogliere de' più be' frutti e de' più be' fior che v'erano, quegli occultamente fé presentare alla sua donna e lei invitare a vedere il giardino da lei adomandato, acciò che per quel potesse lui amarla conoscere e ricordarsi della promission fattagli e con saramento fermata, e come leal donna poi procurar d'attenergliele ... La donna, veduti i fiori e' frutti e già da molti del maraviglioso giardino avendo udito dire, s'incominciò a pentere della sua promessa, ma con tutto il pentimento, sì come vaga di veder cose nuove, con molte altre donne della città andò il giardino a vedere; e non senza maraviglia commendatolo assai, più che altra femina dolente a casa se ne tornò a quel pensando a che per quello era obligata ... La donna per vergogna il tacque molto: ultimamente, constretta, ordinatamente gli aperse ogni cosa ... Gilberto primieramente ciò udendo si turbò forte: poi, considerata la pura intenzion della donna, con miglior consiglio cacciata via l'ira, disse: “Dianora, egli non è atto di savia né d'onesta donna d'ascoltare alcuna ambasciata delle così fatte, né di pattovire sotto alcuna condizione con alcuno la sua castità ... ” La donna, udendo il marito, piagneva e negava sé cotal grazia voler da lui ... A Gilberto, quantunque la donna il negasse molto, piacque che così fosse: per che, venuta la seguente mattina, in su l'aurora, senza troppo ornarsi, con due suoi famigliari innanzi e con una cameriera appresso n'andò la donna a casa messere Ansaldo ... Il quale udendo la sua donna a lui esser venuta si maravigliò forte; e levatosi e fatto il nigromante chiamare gli disse: “Io voglio che tu vegghi quanto di bene la tua arte m'ha fatto acquistare”; e incontro andatile, senza alcun disordinato appetito seguire, con reverenza onestamente la ricevette, e in una bella camera a un gran ...
Decameron (pagina 175)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” La donna vergognosa e quasi con le lagrime sopra gli occhi rispose: “Messere, né amor che io vi porti né promessa fede mi menan qui ma il comandamento del mio marito, il quale, avuto più rispetto alle fatiche del vostro disordinato amore che al suo e mio onore, mi ci ha fatta venire; e per comandamento di lui disposta sono per questa volta a ogni vostro piacere ... ” Messere Ansaldo, se prima si maravigliava, udendo la donna molto più s'incominciò a maravigliare: e dalla liberalità di Giliberto commosso il suo fervore in compassione cominciò a cambiare e disse: “Madonna, unque a Dio non piaccia, poscia che così è come voi dite, che io sia guastatore dello onore di chi ha compassione al mio amore; e per ciò l'esser qui sarà, quanto vi piacerà, non altramenti che se mia sorella foste, e quando a grado vi sarà liberamente vi potrete partire, sì veramente che voi al vostro marito di tanta cortesia, quanta la sua è stata, quelle grazie renderete che convenevoli crederete, me sempre per lo tempo avvenire avendo per fratello e per servidore ... ” La donna, queste parole udendo, più lieta che mai disse: “Niuna cosa mi poté mai far credere, avendo riguardo a' vostri costumi, che altro mi dovesse seguir della mia venuta che quello che io veggio che voi ne fate; di che io vi sarò sempre obligata ... Il nigromante, al quale messer Ansaldo di dare il promesso premio s'apparecchiava, veduta la liberalità di Giliberto verso messer Ansaldo e quella di messer Ansaldo verso la donna, disse: “Già Dio non voglia, poi che io ho veduto Giliberto liberale del suo onore e voi del vostro amore, che io similmente non sia liberale del mio guiderdone; e per ciò, conoscendo quello a voi star bene, intendo che vostro sia ... ” Il cavaliere si vergognò e ingegnossi di fargli o tutto o parte prendere; ma poi che invano si faticava, avendo il nigromante dopo il terzo dì tolto via il suo giardino e piacendogli di partirsi, il comandò a Dio: e spento del cuore il concupiscibile amore, verso la donna acceso d'onesta carità si rimase ... Che direm qui, amorevoli donne? preporremo la quasi morta donna e il già rattiepidito amore per la spossata speranza a questa liberalità di messer Ansaldo, più ferventemente che mai amando ancora e quasi da più speranza acceso e nelle sue mani tenente la preda tanto seguita? Sciocca cosa mi parrebbe a dover credere che quella liberalità a questa comparar si potesse ...
Decameron (pagina 184)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... A messer Torello d'altra parte pareva che costoro fossero magnifichi uomini e da molto più che avanti stimato non avea, per che seco stesso si dolea che di compagnia e di più solenne convito quella sera non gli poteva onorare; laonde egli pensò di volere la seguente mattina ristorare, e informato un de' suoi famigli di ciò che far volea, alla sua donna, che savissima era e di grandissimo animo, nel mandò a Pavia, assai quivi vicina e dove porta alcuna non si serrava ... Il famigliar mandato a Pavia fé l'ambasciata alla donna, la quale non con feminile animo ma con reale, fatti prestamente chiamar degli amici e de' servidori di messer Torello assai, ogni cosa oportuna a grandissimo convito fece apparecchiare e al lume di torchio molti de' più nobili cittadini fece al convito invitare, e fé torre panni e drappi e vai e compiutamente mettere in ordine ciò che dal marito l'era stato mandato a dire ... Finito il mangiare e le tavole levate, avendo alquanto d'alte cose parlato, essendo il caldo grande, come a messer Torel piacque, i gentili uomini di Pavia tutti s'andarono a riposare; e esso con li suoi tre rimase, e con loro in una camera entratosene, acciò che niuna sua cara cosa rimanesse che essi veduta non avessero, quivi si fece la sua valente donna chiamare ... Allora la donna con lieto viso disse: “Adunque veggo io che il mio feminile avviso sarà utile, e per ciò vi priego che di spezial grazia mi facciate di non rifiutare né avere a vile quel piccioletto dono il quale io vi farò venire, ma considerando che le donne secondo il lor picciol cuore piccole cose danno, più al buono animo di chi dà riguardando che alla quantità del don, riguardiate ... ” I gentili uomini si maravigliarono e apertamente conobber messer Torello niuna parte di cortesia voler lasciare a far loro, e dubitarono, veggendo la nobilità delle robe non mercatantesche, di non essere da messer Torel conosciuti: ma pure alla donna rispose l'un di loro: “Queste son, madonna, grandissime cose e da non dover di leggier pigliare, se i vostri prieghi a ciò non ci strignessero, alli quali dir di no non si puote ... ” Questo fatto, essendo già messer Torel ritornato, la donna, accomandatigli a Dio, da lor si partì, e di simili cose di ciò, quali a loro si convenieno, fece provedere a' famigliari ...
Decameron (pagina 185)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Partissi adunque il Saladino e' compagni con grandissimo animo, se vita gli durasse e la guerra la quale aspettava nol disfacesse, di fare ancora non minore a messer Torello che egli a lui fatto avesse; e molto e di lui e della sua donna e di tutte le sue cose e atti e fatti ragionò co' compagni, ogni cosa più commendando ... Venuto il tempo del passaggio e faccendosi l'apparecchiamento grande per tutto, messer Torello, non obstanti i prieghi della sua donna e le lagrime, si dispose a andarvi del tutto: e avendo ogni appresto fatto e essendo per cavalcare, disse alla sua donna, la quale egli sommamente amava: “Donna, come tu vedi, io vado in questo passaggio sì per onor del corpo e sì per salute dell'anima: io ti raccomando le nostre cose e 'l nostro onore; e per ciò che io sono dell'andar certo e del tornare, per mille casi che possan sopravenire, niuna certezza ho, voglio io che tu mi facci una grazia: che che di me s'avegna, ove tu non abbi certa novella della mia vita, che tu m'aspetti uno anno e un mese e un dì senza rimaritarti, incominciando da questo dì che io mi parto ... ” La donna, che forte piagneva, rispose: “Messer Torello, io non so come io mi comporterò il dolore nel qual, partendovi, voi mi lasciate; ma dove la mia vita sia più forte di lui e altro di voi avvenisse, vivete e morite sicuro che io viverò e morrò moglie di messer Torello e della sua memoria ... ” Alla qual messer Torel disse: “Donna, certissimo sono che, quanto in te sarà, che questo che tu mi prometti avverrà; ma tu se' giovane donna e se' bella e se' di gran parentado, e la tua vertù è molta e è conosciuta per tutto ... ” La donna disse: “Io farò ciò che io potrò di quello che detto v'ho; e quando pure altro far mi convenisse, io v'ubidirò di questo che m'imponete certamente ... Priego io Idio che a così fatti termini né voi né me rechi a questi tempi!” Finite le parole, la donna piagnendo abracciò messer Torello e trattosi di dito uno anello gliele diede dicendo: “Se egli avviene che io muoia prima che io vi rivega, ricordivi di me quando il vedrete ... Messer Torello, che per altro nome che il cristiano del Saladino non era chiamato, il quale egli non riconosceva né il soldan lui, solamente in Pavia l'animo avea e più volte di fuggirsi aveva tentato né gli era venuto fatto; per che esso, venuti certi genovesi per ambasciadori al Saladino per la ricompera di certi lor cittadini e dovendosi partire, pensò di scrivere alla donna sua come egli era vivo e a lei come più tosto potesse tornerebbe e che ella l'attendesse, e così fece; e caramente pregò un degli ambasciadori, che conoscea, che facesse che quelle alle mani dell'abate di San Piero in Ciel d'oro, il quale suo zio era, pervenissero ... ” Messer Torello cominciò a guardare e vide quelle che al Saladino aveva la sua donna donate ma non estimò dover potere essere che desse fossero; ma tuttavia rispose: “Signor mio, niuna ce ne conosco: è ben vero che quelle due somiglian robe di che io già con tre mercatanti, che a casa mia capitorono, vestito ne fui ... ” Allora il Saladino, più non potendo tenersi, teneramente l'abracciò dicendo: “Voi siete messer Torel di Stra e io son l'uno de' tre mercatanti a' quali la donna vostra donò queste robe; e ora è venuto il tempo di far certa la vostra credenza qual sia la mia mercatantia, come nel partirmi da voi dissi che potrebbe avvenire ...
Decameron (pagina 186)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La qual cosa saputa dalla donna e da' parenti di lui fu di grandissima e inestimabile doglia cagione non solamente a loro, ma a ciascuno che conosciuto l'avea ... Lungo sarebbe a mostrare qual fosse e quanto il dolore e la tristizia e 'l pianto della sua donna; la quale dopo alquanti mesi che con tribulazion continua doluta s'era e a men dolersi avea cominciato, essendo ella da' maggiori uomini di Lombardia domandata, da' fratelli e dagli altri suoi parenti fu cominciata a sollecitar di maritarsi ... Mentre in Pavia eran le cose della donna in questi termini e già forse otto dì al termine del doverne ella andare a marito eran vicini, avvenne che messer Torello in Alessandria vide un dì uno il quale veduto avea con gli ambasciador genovesi montar sopra la galea che a Genova ne venia; per che, fattolsi chiamare, il domandò che viaggio avuto avessero e quando a Genova fosser giunti ... ” Messer Torello, dando alle parole di costui fede, ch'eran verissime, e ricordandosi che il termine ivi a pochi dì finiva da lui domandato alla donna e avvisando niuna cosa di suo stato doversi sapere a Pavia, ebbe per constante la donna dovere essere rimaritata; di che egli in tanto dolor cadde, che, perdutone il mangiare e a giacer postosi, diliberò di morire ... Ordinato questo, tornò il Saladino a messer Torello: e trovandol del tutto disposto a voler pure essere in Pavia al termine dato, se esser potesse, e se non potesse, a voler morire, gli disse così: “Messer Torello, se voi affettuosamente amate la donna vostra e che ella d'altrui non divegna dubitate, sallo Idio che io in parte alcuna non ve ne so riprendere, per ciò che di quante donne mi parve veder mai ella è colei li cui costumi, le cui maniere e il cui abito, lasciamo star la bellezza ch'è fior caduco, più mi paion da commendare e da aver care ... E così dormendo, fu portato per comandamento del Saladino in su il bel letto, sopra il quale esso una grande e bella corona pose di gran valore e sì la segnò, che apertamente fu poi compreso quella dal Saladino alla donna di messer Torello esser mandata ...
Decameron (pagina 187)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Appresso questo domandò messer Torel l'abate chi fosse il nuovo marito della sua donna ... Fu adunque messer Torello messo a una tavola appunto rimpetto alla donna sua, la quale egli con grandissimo piacer riguardava, e nel viso gli pareva turbata di queste nozze ... Ma poi che tempo parve a messer Torello di volerla tentare se di lui si ricordasse, recatosi in mano l'anello che dalla donna nella sua partita gli era stato donato, si fece chiamare un giovinetto che davanti a lei serviva e dissegli: “Dì da mia parte alla nuova sposa che nelle mie contrade s'usa, quando alcun forestier, come io son qui, mangia al convito d'alcuna sposa nuova, come ella è, in segno d'aver caro che egli venuto vi sia a mangiare ella la coppa con la qual bee gli manda piena di vino; con la qual poi che il forestiere ha bevuto quello che gli piace, ricoperchiata la coppa, la sposa bee il rimanente ... ” Il giovinetto fé l'ambasciata alla donna, la quale, sì come costumata e savia, credendo costui essere un gran barbassoro, per mostrare d'avere a grado la sua venuta, una gran coppa dorata la qual davanti avea comandò che lavata fosse e empiuta di vino e portata al gentile uomo; e così fu fatto ... Messer Torello, avendosi l'anello di lei messo in bocca, sì fece che bevendo il lasciò cader nella coppa, senza avvedersene alcuno, e poco vino lasciatovi quella ricoperchiò e mandò alla donna ... Allora ella drizzatasi, essendo già le nozze tutte turbate e in parte più liete che mai per lo racquisto d'un così fatto cavaliere, pregandone egli, ogn'uomo stette cheto; per che messer Torello dal dì della sua partita infino a quel punto ciò che avvenuto gli era a tutti narrò, conchiudendo che al gentile uomo, il quale, lui morto credendo, aveva la sua donna per moglie presa, se egli essendo vivo la si ritoglieva, non doveva spiacere ... La donna e l'anella e la corona avute dal nuovo sposo quivi lasciò e quello che della coppa aveva tratto si mise e similmente la corona mandatale dal soldano: e usciti della casa dove erano, con tutta la pompa delle nozze infino alla casa di messer Torel se n'andarono; e quivi gli sconsolati amici e parenti e tutti i citadini, che quasi per un miracolo il riguardavano, con lunga e lieta festa racconsolarono ... Messer Torello, fatta delle sue care gioie parte e a colui che avute aveva le spese delle nozze e all'abate e a molti altri, e per più d'un messo significata la sua felice repatriazione al Saladino, suo amico e suo servidor ritenendosi, più anni con la sua valente donna poi visse, più cortesia usando che mai ... Cotale adunque fu il fine delle noie di messer Torello e di quelle della sua cara donna e il guiderdone delle lor liete e preste cortesie; le quali ...
Decameron (pagina 188)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... A' quali Gualtieri rispose: “Amici miei, voi mi strignete a quello che io del tutto aveva disposto di non far mai, considerando quanto grave cosa sia a poter trovare chi co' suoi costumi ben si convenga e quanto del contrario sia grande la copia, e come dura vita sia quella di colui che a donna non bene a sé conveniente s'abbatte ... Ma poi che pure in queste catene vi piace d'annodarmi, e io voglio esser contento; e acciò che io non abbia da dolermi d'altrui che di me, se mal venisse fatto, io stesso ne voglio essere il trovatore, affermandovi che, cui che io mi tolga, se da voi non fia come donna onorata, voi proverete con gran vostro danno quanto grave mi sia l'aver contra mia voglia presa mogliere a' vostri prieghi ... Voi sapete quello che voi mi prometteste, cioè d'esser contenti e d'onorar come donna qualunque quella fosse che io togliessi; e per ciò venuto è il tempo che io sono per servare a voi la promessa e che io voglio che voi a me la serviate ... ” I buoni uomini lieti tutti risposero ciò piacer loro e che, fosse chi volesse, essi l'avrebber per donna e onorerebbonla in tutte cose sì come donna; e appresso questo tutti si misero in assetto di far bella e grande e lieta festa, e il simigliante fece Gualtieri ...
Decameron (pagina 189)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Le quali parole udendo la donna, senza mutar viso o buon proponimento in alcuno atto, disse: “Signor mio, fa di me quello che tu credi che più tuo onore o consolazion sia, ché io sarò di tutto contenta, sì come colei che conosco che io sono da men di loro e che io non era degna di questo onore al quale tu per tua cortesia mi recasti ... La donna, udendo le parole e vedendo il viso del famigliare e delle parole dette ricordandosi, comprese che a costui fosse imposto che egli l'uccidesse: per che prestamente presala della culla e basciatala e benedetola, come che gran noia nel cuor sentisse, senza mutar viso in braccio la pose al famigliare e dissegli: “Te', fa compiutamente quello che il tuo e mio signore t'ha imposto, ma non la lasciar per modo che le bestie e gli uccelli la divorino, salvo se egli nol ti comandasse ... ” Il famigliare, presa la fanciulla e fatto a Gualtier sentire ciò che detto aveva la donna, maravigliandosi egli della sua constanzia, lui con essa ne mandò a Bologna a una sua parente, pregandola che, senza mai dire cui figliuola si fosse, diligentemente allevasse e costumasse ... Sopravenne appresso che la donna da capo ingravidò e al tempo debito partorì un figliuol maschio, il che carissimo fu a Gualtieri; ma non bastandogli quello che fatto avea con maggior puntura trafisse la donna, e con sembiante turbato un dì le disse: “Donna, poscia che tu questo figliuol maschio facesti, per niuna guisa con questi miei viver son potuto, sì duramente si ramaricano che un nepote di Giannucolo dopo me debbia rimaner lor signore: di che io mi dotto, se io non ci vorrò esser cacciato, che non mi convenga fare di quello che io altra volta feci e alla fine lasciar te e prendere un'altra moglie ... ” La donna con paziente animo l'ascoltò né altro rispose se non: “Signor mio, pensa di contentar te e di sodisfare al piacer tuo e di me non avere pensiere alcuno, per ciò che niuna cosa m'è cara se non quanto io la veggo a te piacere ... ” Dopo non molti dì Gualtieri, in quella medesima maniera che mandato aveva per la figliuola, mandò per lo figliuolo: e similmente dimostrato d'averlo fatto uccidere, a nutricar nel mandò a Bologna, come la fanciulla aveva mandata; della qual cosa la donna né altro viso né altre parole fece che della fanciulla fatte avesse, di che Gualtieri si maravigliava forte e seco stesso affermava niuna altra femina questo poter fare che ella faceva; e se non fosse che carnalissima de' figliuoli, mentre gli piacea, la vedea, lei avrebbe creduto ciò fare per più non curarsene, dove come savia lei farlo cognobbe ... I subditi suoi, credendo che egli uccidere avesse fatti i figliuoli, il biasimavan forte e reputavanlo crudele uomo e alla donna avevan grandissima compassione ... Ma essendo più anni passati dopo la natività della fanciulla, parendo tempo a Gualtieri di fare l'ultima pruova della sofferenza di costei, con molti de' suoi disse che per niuna guisa più sofferir poteva d'aver per moglie Griselda e che egli cognosceva che male e giovenilmente aveva fatto quando l'aveva presa, e per ciò a suo potere voleva procacciar col Papa che con lui dispensasse che un'altra donna prender potesse e lasciar Griselda; di che egli da assai buoni uomini fu molto ripreso; a che nulla altro rispose se non che conveniva che così fosse ... La donna, sentendo queste cose e parendole dovere sperare di ritornare a casa del padre e forse a guardar le pecore come altra volta aveva fatto e vedere a un'altra donna tener colui al quale ella voleva tutto il suo bene, forte in se medesima si dolea; ma pur, come l'altre ingiurie della fortuna aveva sostenute, così con fermo viso si dispose a questa dover sostenere ... Non dopo molto tempo Gualtieri fece venire sue lettere contrafatte da Roma e fece veduto a' suoi subditi il Papa per quelle aver seco dispensato di poter torre altra moglie e lasciar Griselda; per che, fattalasi venir dinanzi, in presenzia di molti le disse: “Donna, per concession fattami dal Papa io posso altra donna pigliare e lasciar te; e per ciò che i miei passati sono stati gran gentili uomini e signori di queste contrade, dove i tuoi stati son sempre lavoratori, io intendo che tu più mia moglie non sia, ma che tu a casa Giannucolo te ne torni con la dote che tu mi recasti, e io poi un'altra, che trovata n'ho convenevole a me, ce ne menerò ... ” La donna, udendo queste parole, non senza grandissima fatica, oltre alla natura delle femine, ritenne le lagrime e rispose: “Signor mio, io conobbi sempre la mia bassa condizione alla vostra nobilità in alcun modo non convenirsi, e quello che io stata son con voi da Dio e da voi il riconoscea, né mai, come donatolmi, mio il feci o tenni ma sempre l'ebbi come prestatomi; piacevi di rivolerlo, e a me dee piacere e piace di renderlovi: ecco il vostro anello col quale voi mi sposaste, prendetelo ... ” Quanti dintorno v'erano il pregavano che egli una roba le donasse, ché non fosse veduta colei che sua moglie tredici anni o più era stata di casa sua così poveramente e così vituperosamente uscire, come era uscirne in camiscia; ma invano andarono i prieghi; di che la donna, in camiscia e scalza e senza alcuna cosa in capo, accomandatigli a Dio, gli uscì di casa e al padre se ne tornò con lagrime e con pianto di tutti coloro che la videro ...
Decameron (pagina 190)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Come Gualtieri questo ebbe fatto, così fece veduto a' suoi che presa aveva una figliuola d'uno de' conti da Panago; e faccendo fare l'apresto grande per le nozze mandò per la Griselda che a lui venisse; alla quale venuta disse: “Io meno questa donna la quale io ho nuovamente tolta e intendo in questa sua prima venuta d'onorarla; e tu sai che io non ho in casa donne che mi sappiano acconciar le camere né fare molte cose che a così fatta festa si richeggiono: e per ciò tu, che meglio che altra persona queste cose di casa sai, metti in ordine quello che da far ci è, e quelle donne fa invitar che ti pare e ricevile come se donna di qui fossi: poi, fatte le nozze, te ne potrai a casa tua tornare ... La quale dalle donne ricevuta e nella sala dove erano messe le tavole venuta, Griselda, così come era, le si fece lietamente incontro dicendo: “Ben venga la mia donna ... Gualtieri, al qual pareva pienamente aver veduto quantunque disiderava della pazienza della sua donna, veggendo che di niente la novità delle cose la cambiava e essendo certo ciò per mentecattaggine non avvenire, per ciò che savia molto la conoscea, gli parve tempo di doverla trarre dell'amaritudine la quale stimava che ella sotto il forte viso nascosa tenesse; per che, fattalasi venire, in presenzia d'ogn'uomo sorridendo le disse: “Che ti par della nostra sposa?” “Signor mio, “ rispose Griselda “a me ne par molto bene; e se così è savia come ella è bella, che 'l credo, io non dubito punto che voi non dobbiate con lei vivere il più consolato signor del mondo; ma quanto posso vi priego che quelle punture, le quali all'altra, che vostra fu, già deste, non diate a questa, ché appena che io creda che ella le potesse sostenere, sì perché più giovane è e sì ancora perché in dilicatezze è allevata, ove colei in continue fatiche da piccolina era stata ... Le donne lietissime, levate dalle tavole, con Griselda n'andarono in camera e con migliore agurio trattile i suoi pannicelli d'una nobile roba delle sue la rivestirono; e come donna, la quale ella eziandio negli stracci pareva, nella sala la rimenarono ... E quivi fattasi co' figliuoli maravigliosa festa, essendo ogni uomo lietissimo di questa cosa, il sollazzo e 'l festeggiar multiplicarono e in più giorni tirarono; e savissimo reputaron Gualtieri, come che troppo reputassero agre e intollerabili l'esperienze prese della sua donna, e sopra tutti savissima tenner Griselda ...
Decameron (pagina 191)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Le donne e gli altri levatisi, non altramenti che usati si fossero, chi a un diletto e chi a un altro si diede; e l'ora della cena venuta, con sommo piacere furono a quella; e dopo quella a cantare e a sonare e a carolare cominciarono; e menando la Lauretta una danza, comandò il re alla Fiammetta che dicesse una canzone; la quale assai piacevolemente così incominciò a cantare: S'amor venisse senza gelosia, io non so donna nata lieta com'io sarei e qual vuol sia ... Se gaia giovanezza in bello amante dee donna appagare, o pregio di virtute o ardire o prodezza, senno, costumi o ornato parlare o leggiadrie compiute, io son colei per certo in cui salute, essendo innamorata, tutte le veggio en la speranza mia ... Per Dio, dunque, ciascuna donna pregata sia che non s'attenti di farmi in ciò oltraggio; ché, se ne fia nessuna che con parole o cenni o blandimenti in questo in mio dannaggio cerchi o procuri, s'io il risapraggio, se io non sia svisata, piagner farolle amara tal follia ... E se forse pure alcuna particella è in quella, alcuna paroletta più liberale che forse a spigolistra donna non si conviene, le quali più le parole pesan che' fatti e più d'apparer s'ingegnan che d'esser buone, dico che più non si dee a me esser disdetto d'averle scritte che generalmente si disdica agli uomini e alle donne di dir tutto dì ‘foro’ e ‘caviglia’ e ‘mortaio’ e ‘pestello’ e ‘salsiccia’ e ‘mortadello’ , e tutto pien di simiglianti cose ...
La divina commedia (pagina 43)
di Dante Alighieri (estratti)

... Io mi rivolsi 'n dietro allora tutto a' miei poeti, e vidi che con riso udito avëan l'ultimo costrutto; poi a la bella donna torna' il viso ... XXIX Cantando come donna innamorata, continüò col fin di sue parole: "Beati quorum tecta sunt peccata!" ... Né ancor fu così nostra via molta, quando la donna tutta a me si torse, dicendo: "Frate mio, guarda e ascolta" ... La donna mi sgridò: "Perché pur ardi sì ne l'affetto de le vive luci, e ciò che vien di retro a lor non guardi?" ...
La divina commedia (pagina 44)
di Dante Alighieri (estratti)

... Quasi ammiraglio che in poppa e in prora viene a veder la gente che ministra per li altri legni, e a ben far l'incora; in su la sponda del carro sinistra, quando mi volsi al suon del nome mio, che di necessità qui si registra, vidi la donna che pria m'appario velata sotto l'angelica festa, drizzar li occhi ver' me di qua dal rio ... Sì come neve tra le vive travi per lo dosso d'Italia si congela, soffiata e stretta da li venti schiavi, poi, liquefatta, in sé stessa trapela, pur che la terra che perde ombra spiri, sì che par foco fonder la candela; così fui sanza lagrime e sospiri anzi 'l cantar di quei che notan sempre dietro a le note de li etterni giri; ma poi che 'ntesi ne le dolci tempre lor compatire a me, par che se detto avesser: "Donna, perché sì lo stempre?", lo gel che m'era intorno al cor ristretto, spirito e acqua fessi, e con angoscia de la bocca e de li occhi uscì del petto ... Poi, quando il cor virtù di fuor rendemmi, la donna ch'io avea trovata sola sopra me vidi, e dicea: "Tiemmi, tiemmi!" ...
La divina commedia (pagina 45)
di Dante Alighieri (estratti)

... La bella donna ne le braccia aprissi; abbracciommi la testa e mi sommerse ove convenne ch'io l'acqua inghiottissi ... La bella donna che mi trasse al varco e Stazio e io seguitavam la rota che fé l'orbita sua con minore arco ... Poscia vidi avventarsi ne la cuna del trïunfal veiculo una volpe che d'ogne pasto buon parea digiuna; ma, riprendendo lei di laide colpe, la donna mia la volse in tanta futa quanto sofferser l'ossa sanza polpe ...
La divina commedia (pagina 46)
di Dante Alighieri (estratti)

... Poi le si mise innanzi tutte e sette, e dopo sé, solo accennando, mosse me e la donna e 'l savio che ristette ... E qui rispuose, come fa chi da colpa si dislega, la bella donna: "Questo e altre cose dette li son per me; e son sicura che l'acqua di Letè non gliel nascose" ... Come anima gentil, che non fa scusa, ma fa sua voglia de la voglia altrui tosto che è per segno fuor dischiusa; così, poi che da essa preso fui, la bella donna mossesi, e a Stazio donnescamente disse: "Vien con lui" ...
La divina commedia (pagina 53)
di Dante Alighieri (estratti)

... Tu vuo' saper di quai piante s'infiora questa ghirlanda che 'ntorno vagheggia la bella donna ch'al ciel t'avvalora ... Non era ancor molto lontan da l'orto, ch'el cominciò a far sentir la terra de la sua gran virtute alcun conforto; ché per tal donna, giovinetto, in guerra del padre corse, a cui, come a la morte, la porta del piacer nessun diserra; e dinanzi a la sua spirital corte e coram patre le si fece unito; poscia di dì in dì l'amò più forte ... Indi sen va quel padre e quel maestro con la sua donna e con quella famiglia che già legava l'umile capestro ...
La divina commedia (pagina 56)
di Dante Alighieri (estratti)

... Così quel lume: ond'io m'attesi a lui; poscia rivolsi a la mia donna il viso, e quinci e quindi stupefatto fui; ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo de la mia gloria e del mio paradiso ... Bellincion Berti vid'io andar cinto di cuoio e d'osso, e venir da lo specchio la donna sua sanza 'l viso dipinto; e vidi quel d'i Nerli e quel del Vecchio esser contenti a la pelle scoperta, e le sue donne al fuso e al pennecchio ... Moronto fu mio frate ed Eliseo; mia donna venne a me di val di Pado, e quindi il sopranome tuo si feo ...
La divina commedia (pagina 58)
di Dante Alighieri (estratti)

... Giù per lo mondo sanza fine amaro, e per lo monte del cui bel cacume li occhi de la mia donna mi levaro, e poscia per lo ciel, di lume in lume, ho io appreso quel che s'io ridico, a molti fia sapor di forte agrume; e s'io al vero son timido amico, temo di perder viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico" ... XVIII Già si godeva solo del suo verbo quello specchio beato, e io gustava lo mio, temprando col dolce l'acerbo; e quella donna ch'a Dio mi menava disse: "Muta pensier; pensa ch'i' sono presso a colui ch'ogne torto disgrava" ... E qual è 'l trasmutare in picciol varco di tempo in bianca donna, quando 'l volto suo si discarchi di vergogna il carco, tal fu ne li occhi miei, quando fui vòlto, per lo candor de la temprata stella sesta, che dentro a sé m'avea ricolto ...
La divina commedia (pagina 63)
di Dante Alighieri (estratti)

... Indi si mosse un lume verso noi di quella spera ond'uscì la primizia che lasciò Cristo d'i vicari suoi; e la mia donna, piena di letizia, mi disse: "Mira, mira: ecco il barone per cui là giù si vicita Galizia" ... Misesi lì nel canto e ne la rota; e la mia donna in lor tenea l'aspetto, pur come sposa tacita e immota ... La donna mia così; né però piùe mosser la vista sua di stare attenta poscia che prima le parole sue ... Comincia dunque; e di' ove s'appunta l'anima tua, e fa' ragion che sia la vista in te smarrita e non defunta: perché la donna che per questa dia regïon ti conduce, ha ne lo sguardo la virtù ch'ebbe la man d'Anania" ...
La divina commedia (pagina 64)
di Dante Alighieri (estratti)

... E la mia donna: "Dentro da quei rai vagheggia il suo fattor l'anima prima che la prima virtù creasse mai" ... Quindi onde mosse tua donna Virgilio, quattromilia trecento e due volumi di sol desiderai questo concilio; e vidi lui tornare a tutt'i lumi de la sua strada novecento trenta fïate, mentre ch'ïo in terra fu' mi ... E come donna onesta che permane di sé sicura, e per l'altrui fallanza, pur ascoltando, timida si fane, così Beatrice trasmutò sembianza; e tale eclissi credo che 'n ciel fue quando patì la supprema possanza ... Onde la donna, che mi vide assolto de l'attendere in sù, mi disse: "Adima il viso e guarda come tu se' vòlto" ... La mente innamorata, che donnea con la mia donna sempre, di ridure ad essa li occhi più che mai ardea; e se natura o arte fé pasture da pigliare occhi, per aver la mente, in carne umana o ne le sue pitture, tutte adunate, parrebber nïente ver' lo piacer divin che mi refulse, quando mi volsi al suo viso ridente ...
La divina commedia (pagina 65)
di Dante Alighieri (estratti)

... La donna mia, che mi vedëa in cura forte sospeso, disse: "Da quel punto depende il cielo e tutta la natura ... Così la donna mia; poi disse: "Piglia quel ch'io ti dicerò, se vuo' saziarti; e intorno da esso t'assottiglia ... Come rimane splendido e sereno l'emisperio de l'aere, quando soffia Borea da quella guancia ond'è più leno, per che si purga e risolve la roffia che pria turbava, sì che 'l ciel ne ride con le bellezze d'ogne sua paroffia; così fec'ïo, poi che mi provide la donna mia del suo risponder chiaro, e come stella in cielo il ver si vide ...
Fermo e Lucia (pagina 42)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » Geltrude condotta finalmente dalla Marchesa nella stanza che le era preparata vi rimase con una donna che era stata quel giorno destinata ai suoi servigi, in vece di quella che aveva fatto presso di lei il tristo uficio di carceriera ... Si è detto ch'ella vedeva di mal occhio la donna che le era stata spia e guardiana; e che v'era fra esse un ricambio continuo, una gara di sgarbi ... Vedersi in quel giorno trattata con tanta importanza quasi con tanto rispetto da tutta la famiglia, le dava un po' di superbia, e nello stesso tempo il sentire che con queste lusinghe le si faceva fare quello che forse ella non avrebbe voluto le dava stizza: mentre il suo animo si trovava fra questi due tristi sentimenti, le sovvenne dei modi rozzi, famigliari, insolenti che quella donna le aveva usati nella sua prigionia, e volendo lamentarsi di qualche cosa, se ne lamentò al padre ... Questi ne fu, o se ne mostrò sdegnato, non istette a domandarle come ella pure avesse trattata la donna; ma promise che darebbe una buona lavata di capo a colei, e fissò immediatamente ai servigi di Geltrude un'altra donna di casa ...
Fermo e Lucia (pagina 80)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il Cardinale, prese in disparte il curato di Chiuso, e dettogli brevemente di che si trattava, gli espose la sua intenzione di spedir tosto in lettiga una donna al castello a prender Lucia, affinchè questa alla prima nuova della liberazione si trovasse con una donna, il che sarebbe stato per quella poveretta una consolazione e una sicurezza, non meno che decenza per la cosa; e lo pregò di sceglier tosto fra le sue parrocchiane la donna più atta a questo uficio per saviezza, e la più pronta per carità ad assumerlo ... – Bell'impiccio a contare la storia! Questa donna è nata per la mia disperazione ... Andrete voi dunque con questo mio caro amico» (e così dicendo prese la mano del Conte il quale lasciava dire e fare troppo contento che un tal uomo lo governasse e parlasse per lui) «andrete al suo castello accompagnando una buona donna di questo paese che ...
Fermo e Lucia (pagina 85)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Alla morte del marito, ella rimase senza servizio determinato, ma destinata a tutti quelli, che potevano essere prestati da una donna accostumata com'ell'era ... In questo stato era Lucia sempre rannicchiata, quando fu bussato dal Conte, la porta s'aperse, la vecchia uscì, e la buona donna entrò con Don Abbondio ... Fissò ella gli occhi nei sopravvegnenti, vide una donna e si rincorò, vide un prete, e le sue speranze si accrebbero; guardò più attentamente: – è egli o non è? son'io trasognata? È il mio curato! – La buona donna si avvicinò a Lucia che senza quasi pensarvi si alzò, e salutatala con un volto di pietà cortese, si pose l'indice della destra su le labbra, e stesa la manca la abbassava e la rialzava lentamente come si dipinge il Salvatore che acquieta i flutti del mare di Tiberiade, e disse con voce sommessa, allegramente: «veniamo a liberarvi» ...
Fermo e Lucia (pagina 86)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Può essere,» rispose la buona donna ... ?» cominciò Lucia alla buona donna; indi tosto rapita da un'altra brama di sapere, si rivolse al curato, e continuò: «e lei, signor curato: come ... » «Andiamo tosto,» disse la buona donna ... » «Come faremo ad uscire?» disse Lucia: «e se ci veggono?» «Non temete,» disse la buona donna: «il padrone del castello viene egli stesso a cavarvene: qui fuori è la lettiga, voi entrerete con me, e partiremo col signor curato ... » «Non lo vedrete,» disse la buona donna: «noi ci chiudiamo nella lettiga e si parte, e in un momento siamo a Chiuso ... Oh Madonna santissima, vi ringrazio! Me lo sentiva in cuore che non mi avreste abbandonata!» La buona donna aperse un filo della porta tanto da poter far un cenno, che fu tosto veduto dal Conte, il quale comandò ai lettighieri di andare nell'altra stanza ... Queglino vi portarono la lettiga, Lucia vi entrò, e la buona donna dopo lei, si tirarono le cortine, i lettighieri uscirono, il curato dietro: nell'altra stanza il Conte si accompagnò con lui, disse alla vecchia: «aspettatemi qui un'ora, e se non torno andate a fare i fatti vostri» ... Appena la buona donna fu nella lettiga, al momento che i portatori la sollevavano per partire, ella raccomandò a Lucia di non parlare finch'ella non gliene desse avviso ... » Queste parole diedero campo a Lucia d'interrogare la buona donna; che cercava di soddisfare alle sue domande, dicendo quel poco che sapeva, e come lo sapeva ... Lucia a poco a poco vedeva un po' più di lume nelle sue strane e terribili avventure: le risposte della buona donna la rimettevano sulla via, e l'ajutavano a spiegare tanti misteri della sua sventura e della sua inaspettata salute; tanto che in quel viaggio Lucia potè farsi una idea del suo stato, comprendere qualche cosa, ed uscire da quella affannosa confusione d'idee nella quale lo strano, l'insolito, di quello che si vede e si soffre non lascia riposare la mente in alcuna, non lascia altra certezza che quella di esistere, e questa stessa diviene un tormento ... La buona donna le promise che appena suo marito tornerebbe dalla Chiesa, ella lo determinerebbe ad andarne in cerca, ad informarla, a condurla presso di lei ... La buona donna fece andar la lettiga a casa sua, dove discese, e condusse Lucia già tutta rassicurata, e tosto le fece animo a ristorarsi dopo un sì lungo digiuno ...
Fermo e Lucia (pagina 88)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Quando il marito della buona donna entrò nella sua, la donna gli corse incontro, gli presentò la ospite inaspettata, e gliene fece in succinto la storia ... Il marito fu molto lieto che la sua donna fosse stata prescelta a quell'uficio, ed avesse una parte nella storia di quel giorno, e fu anche tocco assai dalle sventure della nostra Lucia: di modo che quando la donna gli propose di andare al paese di Lucia, ch'era discosto circa tre miglia, e di annunziare ad Agnese ciò ch'era accaduto, e di condurla alla figlia, l'uomo accolse la proposta con giubilo: le funzioni, la predica del Cardinale, la solennità e la pompa straordinaria avevano messo un certo entusiasmo nell'animo d'ognuno degli spettatori: e questo sentimento, messo in comune in quel concorso di popolo, ritornava con maggior forza sull'animo di tutti: non è quindi da farsi maraviglia, se Tommaso Dalceppo, all'udirsi proporre una faccenda che era tanto in armonia con quel suo sentimento, non pensò nè alla fatica, nè all'incomodo, ma gioì nella conformità di quello che sentiva e di quello che doveva fare ... La buona donna (perchè la bontà vera e abituale ispira tutti i pensieri della gentilezza, la quale non è altro che l'espressione o la finzione della bontà) la buona donna pensò che Lucia dopo tante scosse avrebbe gustata volentieri la solitudine e il riposo, e offerse di ritirarsi in un'altra stanza ...
Fermo e Lucia (pagina 90)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma il Cardinale che disegnava di riparlare altra volta con Lucia e non voleva in quel giorno così burrascoso per lei tenerla più a lungo, chiamò a sè le due donne presenti e lontane; e disse a ciascuna ciò che era più opportuno: ringraziò di nuovo la buona donna, consolò Agnese, e l'animò ad ammirare la provvidenza che dopo d'averle dato tanti timori per la figlia, l'aveva liberata con modi inaspettati, e l'aveva fatta conoscere ad uno che aveva il dovere, e qualche mezzo per proteggerla ... Si rivolse alla buona donna, e le chiese se fino a tanto ch'egli avesse provveduta Lucia d'un asilo, non le sarebbe stato grave di tenerla presso di sè ... La buona donna fu contentissima, il Cardinale la ringraziò; e pensò a darle qualche segno di ricompensa; e veduto dal suo abito e dal contegno che un dono di moneta l'avrebbe umiliata, prese da un picciolo scrigno un libretto di orazioni ben ornato, e un rosario prezioso, e la pregò di ritenere queste memorie della sua riconoscenza ... La buona donna ripose con molta gioja il dono che si conserva tuttavia dai suoi discendenti con molta pietà, e si fa vedere con molto amor proprio ...
Fermo e Lucia (pagina 98)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Don Valeriano, capo di casa, Donna Margherita sua moglie, Donna Ersilia loro unica figlia, e Donna Beatrice sorella del capo di casa, rimasta vedova nel primo anno di matrimonio, e ritornata a vivere ritiratamente in casa ... Oltre di che, Donna Beatrice era nota a Federigo assai più da vicino; le abitudini di una vita tutta consecrata alla pietà e alla assistenza dei poveri le avevano data senza ch'ella se ne curasse, una riputazione di santità, e il Cardinale in più occasioni incontrandosi con essa nelle stesse intenzioni, e nelle stesse occupazioni aveva avuto campo di accertarsi che quella riputazione non era menzognera ... Don Valeriano guardò in faccia a Donna Margherita, la quale assentì con una occhiata: Donna Beatrice, non guardata da loro, gli guardò entrambi con ansietà per vedere se avevano inteso, se avrebbero fatto vista d'intendere: Donna Ersilia continuò a guardare la croce del Cardinale, la porpora, a seguire con l'occhio la mano per osservare l'anello, che erano le cose per le quali s'era fatta una festa di venire a far quella visita ...
Fermo e Lucia (pagina 99)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il Cardinale accettò lietamente: fece avvertire Lucia ed Agnese, le quali vennero all'obbedienza: Lucia fu consegnata a Donna Margherita, e posta ai servigj di Ersilia ... Don Valeriano fu molto contento d'avere esercitata una protezione, Donna Margherita di avere in casa sua una persona alla quale potè metter nome: quella giovane che mi è stata affidata dal signor Cardinale arcivescovo, Donna Beatrice di vedere in sicuro una innocente, e di poterla soccorrere e consolare, Donna Ersilia, d'avere una donna al suo servizio, con la quale potere parlare senza che le fosse dato sulla voce ...
Fermo e Lucia (pagina 101)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Erano un uomo e una donna che si traevano dietro un ragazzotto, tutti e tre curvati sotto una carica, e in un aspetto strano ... Ma la figura la più strana e la più sconcia era quella della donna ... Mostrava essa tutte le gambe fino al ginocchio, e queste gambe si vedevano uscire da un gran corpo che procedeva barcollando; da lontano sarebbe sembrato una pancia immensa; ma Fermo vide che la donna teneva con le due mani il lembo della gonna rivolta in su, e piena di farina, la quale pure traboccava ad ogni passo, e lasciava il segno di quel viaggio faticoso ... «Innanzi, innanzi,» rispose la donna ... Quando quegli furono passati, Fermo intese la donna mormorare: «Questi foresi birboni, verranno a portarci via tutto ...
Fermo e Lucia (pagina 122)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Donna Prassede, per ciò che risguarda il sapere, era molto al di sotto di suo marito ... Ma siccome la mente umana non può vivere senza idee, così Donna Prassede aveva le sue, e si governava con esse, come dicono che si dovrebbe fare cogli amici ... Aveva Donna Prassede il suo spillatico, pattuito nel contratto nuziale, e allo spirare d'ogni termine dopo un po' di guerra, un po' di schiamazzo, molte minacce di svergognare il marito in faccia ai parenti, veniva essa a capo di riscuotere la somma che le era dovuta ... Ma fuor di questo, tutta l'eloquenza, tutta l'insistenza, tutte le arti di Donna Prassede non avrebbero potuto tirare un danajo dalla borsa di Don Ferrante ... Non rimaneva dunque a Donna Prassede altro dominio che su la sua persona, sul modo d'impiegare il suo tempo, su le persone addette specialmente al suo servizio: cose tutte nelle quali Don Ferrante lasciava fare; poteva ella in somma dare tutti gli ordini l'esecuzione dei quali non portasse una spesa, o che non fossero in opposizione alle abitudini e alle volontà risolute di Don Ferrante ... Donna Prassede profondeva pareri e correzioni a quelli che volevano, e ancor più a quelli che dovevano sentirla: e per quanto dipendeva da lei non avrebbe lasciato deviar nessuno d'un punto dalla via retta ...
Fermo e Lucia (pagina 123)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... L'antesignano dell'altro partito, la governatrice favorita di Donna Prassede era nominata molto variamente ... Il suo nome proprio era Margherita, ma dalla padrona era chiamata Ghita, dalle donne inferiori a lei, e dai paggi di Donna Prassede Signora Ghitina; e dai servitori di Don Ferrante quando parlavano fra di loro non era mai menzionata altrimenti che la Signora Chitarra ... Prospero com'è naturale era l'oggetto principale di avversione per Donna Prassede, ma inviolabile com'egli era, se ne burlava in cuore; non lasciando però di corrispondere con riverenze profonde agli sgarbi della padrona, che rendeva poi con usura in tutte le occasioni alla Signora Chitarra ... Lucia si trovava esclusivamente sotto l'autorità di Donna Prassede, la quale certamente non intendeva di lasciare questa autorità in ozio ... Si proponeva ella a dir vero di farsi ben servire da Lucia nella parte che le aveva assegnata; ma oltre questo fine, che era semplicemente di giustizia, Donna Prassede ne aveva un altro di carità disinteressata a suo modo, che le stava a cuore ancor più del primo, ed era di far del bene a Lucia, o di Lucia, la quale le pareva averne gran bisogno ... Perchè tutto ciò che Donna Prassede nella sua villeggiatura aveva udito, per la voce pubblica, della innocenza di quella giovane, le affermazioni magnifiche ed energiche di Agnese quando era venuta a proporle la figlia, il volto, il contegno modesto, la condotta stessa così irreprensibile di Lucia non bastavano a produrre un pieno convincimento nella mente di Donna Prassede; e non poteva essa persuadersi che una giovane contadina avesse levato tanto romore di sè, fosse passata per tanti accidenti, senza averne cercato nessuno, senza essersi gittata un po' all'acqua, come si dice, senza essere almeno una testa leggiera ... Donna Prassede teneva per regola generale che a voler far del bene bisogna pensar male: la sua voglia di dominare, di operare su gli altri, che anche ai suoi occhi proprj prendeva la maschera di carità disinteressata, era come il ciarlatano, che non dice mai a chi viene a consultarlo: «voi state bene»; perchè allora a che servirebbe l'orvietano? Oltracciò, l'aver ricoverata, sottratta al pericolo d'una infame persecuzione una povera giovane era un'opera certamente non senza gloria; però in questo Donna Prassede non era più che uno stromento quasi passivo, e la parte che le era toccata non domandava altro che un po' di buona volontà, senza efficacia di azione, e senza esercizio di senno, era più un assenso che una impresa ... Ma dopo aver ricoverata la povera giovane, emendare anche il suo cervello un po' balzano, rimetterla sulla buona strada, questo sarebbe stato non solo compire, ma rassettare l'opera del Cardinale Federigo; il quale era a dir vero un degno prelato, un uomo del Signore, dotto anche sui libri, ma quanto ad esperienza di mondo, a discernimento di persone, non ne aveva molto: questa insomma sarebbe stata gloria; e perchè Donna Prassede potesse ottenerla, era necessario che Lucia avesse il cervello un po' balzano, e avesse fatto almeno qualche passo su una cattiva strada ... Per averne qualche prova positiva, Donna Prassede richiese qua e là informazioni intorno a quel Fermo a cui Lucia era stata promessa, e sulle avventure, sulla fuga del quale Donna Prassede aveva intese in villa voci confuse, discordi, ma tutte poco buone ... Questa notizia confermò il giudizio di Donna Prassede, e le diede materia per le sue operazioni ... Lucia aveva dunque infallibilmente, non già tutti i vizj, che sarebbe stato dir troppo, ma una inclinazione ai vizj di Fermo: questo fu il giudizio di Donna Prassede ... Questa allora sarebbe divenuta al tutto una buona creatura; e chi avrebbe avuto tutto il merito dell'impresa? Donna Prassede ...
Fermo e Lucia (pagina 124)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Con tutto ciò, ella combatteva, e la guerra sarebbe stata, se non sempre vinta, pure meno aspra e meno dolorosa; Lucia avrebbe potuto, se non ottenere lo scopo almeno andargli sempre da presso, se questo scopo non fosse stato anche quello di Donna Prassede ... La faceva chiamare a sè, e seduta sur una gran seggiola con le mani posate e distese sui bracciuoli di qua e di là dei quali pendevano le maniche della zimarra di dammasco rabescato a fiori, che era stato l'abito di moda nei bei giorni di Donna Prassede, nel tempo in cui v'era buona fede e semplicità, in cui tutti, fino i giovani, erano savj ed onesti, col volto imprigionato tra un cappuccio di taffetà nero che copriva la fronte, e una enorme lattuga che girava intorno alla gola e sul mento, Donna Prassede ricominciava la sua predica per provare a Lucia ch'ella non doveva più pensare a colui ... Donna Prassede non voleva mai stare a questa ragione, e ne aveva molte da opporre: «So come vanno le cose,» diceva ella, «conosco il mondo: so come son fatte le giovani: se v'è un ribaldo, è sempre il più accetto ... » Così seguendo una sua idea, che è anche quella di molti altri, che per far passare in una testa ripugnante i proprj sentimenti, bisogna esprimerli con molta efficacia, adoperare i termini i più forti ed anche esagerati, Donna Prassede non risparmiava i titoli al povero assente, lo nominava come un oggetto d'orrore, di schifo, faceva sentire che sarebbe stata cosa inconcepibile, mostruosa, che alcuno potesse avere interessamento, e peggio inclinazione per colui ... Il disprezzo con che il nome di Fermo era proferito faceva ricordare a Lucia la condotta, il contegno, il buon nome di Fermo, tutte le ragioni per cui ella lo aveva stimato; l'odio faceva risorgere più risoluto l'interesse; l'idea confusa dei pericoli ch'egli aveva corsi, anche dei falli ch'egli poteva aver forse commessi, pericoli e falli che Donna Prassede rinfacciava a Lucia con eguale amarezza come un egual motivo di avversione, suscitavano più viva e più profonda la pietà, e da tutti questi sentimenti rinasceva quell'amore, che Lucia si studiava tanto di estinguere ... Lucia diventava coraggiosa, e giustificava Fermo: e Donna Prassede approfittava di quelle parole come d'una confessione per provare a Lucia che non era vero ch'ella non pensasse più a lui ...
Fermo e Lucia (pagina 125)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Se Donna Prassede avesse parlato così per un odio antico, per fare vendetta di qualche affronto crudele, l'aspetto del dolore che producevano le sue parole gliele avrebbe forse fatte morire in bocca o cangiare in parole più dolci; ma Donna Prassede parlava per fare il bene, e non si lasciava smuovere: a quel modo che un grido supplichevole, un gemito di terrore potrà ben fermare l'arme d'un nemico, ma non il ferro d'un chirurgo ... Fatte ingojare a Lucia tutte le amare parole ch'ella credeva necessarie pel bene di lei, Donna Prassede, che non era trista in fondo, la rimandava con qualche parola di conforto e di lode, e rimaneva sempre soddisfatta di avere acconciato un po' il cuore di quella giovane ... Donna Prassede aveva nel fondo del suo cuore un altro disegno sopra Lucia, che sarebbe stato il compimento dell'opera ... Silietta si compiaceva molto nella compagnia di quella giovane che era la sola in casa che le desse retta, e la lasciasse parlare; e Donna Prassede pensava che si sarebbe fatto un gran benefizio a Silietta e a Lucia stessa, se si fosse potuto farle nascere la vocazione di andar conversa nel monastero dove Silietta doveva esser monaca ... Quivi Lucia sarebbe stata fuori d'ogni pericolo per sempre, e la buona opera di Donna Prassede sarebbe stata più evidente, più conosciuta; Lucia sarebbe divenuta un monumento parlante della sapiente benevolenza della sua padrona ... V'era nulladimeno per essa un gran vantaggio, che Donna Prassede cadeva meno spesso, e con meno impeto su quel primo, più doloroso argomento, tanto più doloroso, perchè Lucia non aveva con chi esilararsi della tristezza angosciosa che quei discorsacci le cagionavano ... La nostra Agnese era lontana, a casa sua, dove pensava sempre a Lucia; e andava spesso alla villa di Donna Prassede per saper le nuove di Lucia; e le nuove le erano sempre date ottime, coi saluti della figlia ... La buona donna si struggeva di rivederla, ma andar fino a Milano! In quei tempi, con quelle strade, con quella scarsezza di comunicazioni, coi bravi, coi boschi, quella era quasi una impresa di cavalleria errante; e Agnese si rassegnava all'idea di esser lontana da sua figlia, come ai nostri giorni farebbe una madre della condizione di Agnese, che avesse una figlia collocata in Inghilterra ... La povera donna aveva un'altra faccenda su le braccia: la corrispondenza con Fermo ... La buona donna trovò il mezzo di fargli avere per mezzo d'un mercante quei cento scudi che Lucia aveva destinati a lui, ed una lettera, nella quale v'era l'intenzione di metterlo al fatto di tutto l'accaduto ... Le lettere che egli faceva scrivere a Lucia, cadevano tutte in mano di Donna Prassede, la quale certo non le consegnava a cui erano indiritte, ma pel meglio, le leggeva, e si regolava su le notizie che ne ricavava ...
Fermo e Lucia (pagina 151)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Sur una di quelle soglie stavasi ritta una donna il cui aspetto annunziava una giovinezza matura ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata ed offuscata da un lungo patire, ma non iscomposta; quella bellezza molle e delicata ad un tempo, e grandiosa, e, per così dire, solenne, che brilla nel sangue lombardo ... V'era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che raffigurava al di fuori un'anima tutta consapevole, e presente a sentirlo, e quel solo aspetto sarebbe bastato a rivolgere a sè gli sguardi anche fra tanta miseria; ma non era il solo aspetto della donna che ispirasse una sì rara pietà ... Ed ecco un turpe monatto avvicinarsi alla donna, e far vista di prendere dalle sue braccia quel peso; ma pure con una specie d'insolito rispetto, con una esitazione involontaria ... Ma la donna, ritraendosi alquanto, in atto però che non mostrava nè sdegno nè dispregio: «no,» disse, «non la mi toccate per ora; io, deggio comporla su quel carro: prendete» ... » Mentre la donna parlava il monatto, divenuto ubbidiente forse più per una nuova riverenza, che pel guadagno, aveva fatto sul carro un po' di luogo al picciolo cadavere ... La donna diede un ultimo bacio alla figlia, la collocò ivi come sur un letto, ve la compose; e rivolta al monatto disse: «ricordatevi: Dio vedrà se mi tenete la promessa; e ripassando di qua sta sera, salite a prender me pure, e non me sola» ...
Fermo e Lucia (pagina 159)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... In tre balzi girò la capanna, fu su la porta, vide una donna inclinata sur un letto, che andava assestando ... Ella era sempre rimasta nella casa di Don Ferrante; e fino ad un certo tempo sotto la vigilanza severa di Donna Prassede ... Donna Prassede s'era ritirata con la signora Ghita, nella stanza più remota della casa; Prospero che alla morte di Don Ferrante era certo di dovere andare a spasso, pensava a farsi un po' di fardello, il resto della famiglia seguiva il suo esempio; e il povero astrologo sarebbe morto abbandonato, se Lucia non avesse avuta la carità di prestargli qualche servigio ... Il giorno stesso in cui Don Ferrante morì, Lucia fu presa da un gran sopore, rimase come insensata, e cadde senza forze: donna Prassede ordinò tosto che ella fosse portata nella via, ad aspettare un carro o una bussola che la portasse al lazzeretto ... Finalmente, quando ella cominciava a potersi reggere, vi fu portata una donna che era moglie, anzi vedova d'un ricco mercante di stoffe, madre, anzi orba di due figli: la peste le aveva tutto portato via ... Egli la fece chiudere e sigillare, promise di vegliarla, e fece portare la donna al lazzeretto, con tutta quella cura particolare che si poteva in quelle circostanze ... Trovandosi quindi sola e doviziosa, ella aveva proposto a Lucia di tenerla con sè, come una sua figlia, e Lucia ringraziando Dio che le aveva preparato un asilo, e la buona donna che glielo offeriva, lo aveva accettato, ma solo per qualche tempo, tanto che potesse aver notizie di sua madre, e pensare a prendere una risoluzione stabile ...
Fior di passione (pagina 7)
di Matilde Serao (estratti)

... Costui un giorno dette ai soldati trenta ducati messi da parte per le feste di Natale: ma di notte, aiutato dalla cognata donna Cariclea, dalla zia Rachele e dalla serva Ottavia, seppellì, in un angolo dell'orto, il tesoro della Madonna, collane di oro, anelli, orecchini, ex-voto di argento, pissidi, calici, candelabri, altri arredi sacri ... Donna Cariclea dette loro venti marenghi d'oro che il marito le aveva lasciati: ma non bastarono ... --Ditelo voi, donna Cariclea ... --Non potete fare più nulla per noi?--chiese donna Cariclea ... --Mi ucciderebbero con lei, signora, --Che Dio ci assista dunque--mormorò donna Clariclea ... La piccolina di donna Cariclea spalancava gli occhi, spaventata: ma non piangeva ... --Consolatevi, signora--disse il maggiore a donna Cariclea, entrando nel salone--ora vengono i Garibaldini ...
Fior di passione (pagina 8)
di Matilde Serao (estratti)

... parlamentava con donna Cariclea e col parroco: e era inutile, non vi era nulla, nulla ... Donna Cariclea era salita sopra una torricella, donde si vedeva tutta la valle: ma nulla si scorgeva ... Quando cominciò il cannone, Pasqualina Cresce, che aveva paura dei tuoni, si era ficcata col capo sotto i cuscini; il vecchio Nicola Bonelli, che era stato al fuoco, tendeva l'orecchio per sentire onde venisse: e la sorella dell'emigrato, Rosina, una fiera donna, era venuta nello stanzone e aveva accese due altre candele alla Vergine, per conto suo, perchè vincessero i Garibaldini ... Donna Cariclea fremeva: invano aguzzava gli occhi, sulla torricella, ma non un'anima passava nella valle, non un carro, non un contadino, un deserto, un paese morto ... Donna Cariclea si ritirò nella sua stanzuccia, che era proprio sopra l'arco del portone ... Donna Cariclea trasalì ... --Chi sarà mai?--pensava donna Cariclea, tutta trepidante ... --E perchè dovrei farlo? --Perchè siete donna, perchè siete buona, perchè anche voi avete una figlia ... --Aspettatemi qui--disse donna Cariclea, decidendosi ... Donna Cariclea tardava ... --Scucite i galloni dall'uniforme--ordinò donna Cariclea ... Stettero a sentire, il maggiore e donna Cariclea ...
Fior di passione (pagina 9)
di Matilde Serao (estratti)

... Donna Cariclea si chinò e baciò sulla guancia la sua figliuola ... --Sentite--disse donna Cariclea ... Donna Cariclea lo sentì scambiare una parola con Peppino che l'aspettava pazientemente, seduto nell'ombra dello stanzone: udì lo scricchiolio della scala sotto quel corpo pesante: udì i due passi quasi allontanarsi ...
Fior di passione (pagina 13)
di Matilde Serao (estratti)

... In un'ora suprema, mentre egli mi parlava soavemente, vidi comparire fra noi la donna dall'abito nero, che portava al collo un ramoscello di corallo rosso ... Dietro il volto di lui, onesto e buono, io vedeva l'ovale sciupato della donna che ghignava; egli diceva un sì franco, sincero, e l'eco del fantasma era un no duro; egli mi accarezzava col suo sguardo innamorato, ed ella lampeggiava ferocemente gli occhi ... Io che giunsi fino ad essere gelosa di quel fantasma a cui mi sembrava che egli dirigesse le sue parole di amore; io, che in uno scoppio di gelosia furiosa, gridai: --Tu m'inganni, tu ne ami un'altra, tu ami una donna pallida, sfinita, cogli occhi neri, le labbra sanguigne, la veste nera, il ramo di corallo rosso ... Tutta chiusa ancora nella pelliccia di lontra, con la veletta nera del cappellino ancora abbassata sugli occhi, con le mani ficcate e strette nel manicotto, donna Livia, ritta innanzi al caminetto, si riscaldava i piedini intirizziti alla vampa ... --Già pronto?--chiese donna Livia ... Donna Livia si sbottonava lentamente i guanti di capretto nero ...
Fior di passione (pagina 14)
di Matilde Serao (estratti)

... --Oh Riccardo, oh Riccardo!--singhiozzava donna Livia come un bambino--Perchè non mi uccidi, invece di dirmi queste cose? --No, mia cara, io non ho l'abitudine di ammazzare nessuno e non voglio cominciare adesso, io ... Ha trovato una donna che faceva la civetta con lui, si è lasciato invescare, poveretto, si è innamorato ... Lo compatisco, esser l'amante di una donna maritata non è molto piacevole, è una posizione piena di fastidi ... Donna Livia, seduta sul tappeto, guardando il fuoco che moriva, pensava quanto suo marito, don Riccardo, fosse più chic di Mario Torresparda ...
Fior di passione (pagina 19)
di Matilde Serao (estratti)

... La donna ama quest'altro per logica necessità, perchè non ama più, perchè deve amare di nuovo, perchè l'altro è l'eletto del suo cuore! Ma immagina tu, fanciulla, con che disperata passione la donna si attacchi a quest'altro, immagina con che forza di animo si avvinghi a quest'altro che per lei rappresenta l'amore e la colpa, il dolore e la felicità! Immagina se questa donna che ha gittato in un giorno tutta la sua vita, voglia lasciar mai quest'uomo ad un'altra ... Si assorbì nel ridurre a minime proporzioni la ricca capigliatura che ondeggiante rassomigliava alla criniera di un leone, nel prodigare alla sua persona le cure più minute che una donna bella, ricca e disoccupata può inventare ...
Fior di passione (pagina 20)
di Matilde Serao (estratti)

... Dopo di che il mondo disse: la duchessa Adriana è insensibile; e come ogni filosofia muore quando ha trovato la sua formola, così ogni donna non è più interessante quando è stata definita ... Le sue amiche, parlandole, le dicevano: Tu, Adriana, che sei una donna insensibile, ecc ... Sua zia, la marchesa di Sorito, diceva: mia nipote, che è una donna insensibile, ecc ... I suoi amici arrivavano fino a dirle: lei, duchessa, che è una donna insensibile, ecc ... In tal modo si avvezzò a pensare di sè stessa, a ripetere da sè stessa: Io, che sono una donna insensibile, ecc ... Adriana si esaltava sempre più nella sua parte di donna insensibile, malgrado le piccole ferite al suo amor proprio; e provava una specie di ebbrezza nei sagrifici che faceva ... Ma vi era Annibale Massenzio, un giovanotto strano e ragionevole, che non credeva all'insensibilità di nessuna donna ... Annibale comprese che aveva da fare con una donna non volgare, e tralasciò i mezzucci soliti ... Tante volte egli faceva a se stesso un bel ragionamento, provando che Adriana era incapace di amare e che quindi era meglio lasciar stare, se non volea correre il pericolo d'innamorarsi per davvero, il che sarebbe stata una disgrazia grande in quelle condizioni: ma era troppo infastidito dal contegno di quella donna antipatica ...
Fior di passione (pagina 21)
di Matilde Serao (estratti)

... Passai tutta la notte a interrogare la mia coscienza di donna onesta, per sapere che atto, quale parola mia le abbiano permesso scrivermi quel che m'ha scritto ... Ella m'ama, signor Cesare, e vuole essere amato da me--da me donna vincolata, malamente sì, ma vincolata ... Quale idea ha ella della donna, della virtù, dell'onestà? E in quale pessimo ambiente femminile ha vissuto per creder pessime tutte le donne? E di sua madre, che fu sicuramente una santa donna, se ne ricorda? Mi perdoni la vivacità di queste parole ...
Fior di passione (pagina 22)
di Matilde Serao (estratti)

... Ma per quanto tempo sia passato, per quanto io abbia studiato, non mi sono mai potuto accertare in quale delle tre lettere, quella donna mentiva ... In verità quando io ho visto passare la bellissima donna, bianca bianca nel volto, dai capelli fulvi e crespi che fiammeggiano cupamente, dagli occhi verdi e gelati, dalla bocca rossa e carnosa come un fiore appassionato, dal corpo ondeggiante come quei magnifici serpenti che danzano innanzi alle bacchette dell'incantatore, io mi sono chiesta chi amasse e quale turbine rovinoso fosse il suo amore ... Quando l'ho vista passare in mezzo all'amore, fredda, sorda, indifferente, impassibile, negazione dell'amore, gli occhi rivolti al cielo, vivendo serenamente glaciale nel mondo, ma tormentandosi come disperata nella preghiera, mi sono domandata quale storia avesse pietrificato quell'organismo di donna, lasciandole nell'anima solo la tortura di un misticismo impossente ... Attorno attorno a lei fervevano gli amori segreti, le dichiarazioni audaci, le passioni che ogni donna mal maritata ispira: lei non se ne accorgeva ...
Il benefattore (pagina 14)
di Luigi Capuana (estratti)

... —Ma dunque lei crede, sul serio…? —Che la donna è una creatura preumana ... Così Giobbe ha potuto poi dire: Homo natus de muliere, l'uomo nato dalla donna ... Infatti nasce anche al presente dalla donna, e nascerà sempre dalla donna, anche quando… Il dottor Maggioli si fermò un istante, guardando con aria interrogativa la baronessa ...
Il benefattore (pagina 15)
di Luigi Capuana (estratti)

... Cinquant'anni addietro, si parlava appena di quel che oggi porta il formidabile nome di feminismo; cinquant'anni addietro nessuno sospettava che un giorno avrebbe trovato proseliti e apostoli—fuori del cristianesimo—il misoginismo, l'odio contro la donna ... Brezzi li aveva intraveduti, in germe, li aveva visti crescere e fiorire con la straordinaria virtù della sua immaginazione di scienziato; e una sera, nel suo studio, d'onde usciva rare volte soltanto per udire un po' di buona musica antica, una sera potè dirmi: —Vedi, quanto è meravigliosa l'azione latente del pensiero che ha creato, e va continuamente creando questo e gli altri mondi dell'universo! La donna, proclamando la sua emancipazione, crede di provvedere alla sua sorte, e invece non fa altro che lavorare all'emancipazione dell'uomo dall'attuale giogo di lei ... Domineddio o la Natura (è lo stesso) provvide, da principio, alla specie creando l'uomo maschio e femina insieme, al pari delle Palmelle e dei Zignemi tra gli Infusorii; e se separò poi i due sessi, li avvinse e li tiene ancora avvinti per via del senso, e anche per via del sentimento, costringendoli ad amarsi perchè procreino e continuino indefinitivamente la specie… fino a che non sarà intervenuta la scienza per ricondurre la donna a quel che è stata sempre e che sarà sempre (giacchè non può essere altro): un'incubatrice di creature umane, ma senza il concorso del maschio! Così nude e crude, queste affermazioni sembrano assurde; ma, svolte dalla sua parola dotta, feconda, quasi poetica, diventavano d'una chiarezza, e d'una efficacia irresistibile ... Non ricorreremo però a lambicchi, a fornelli o ad altro macchinario più complicato; ci serviremo del fornello, del lambicco, dell'eccellente macchinario che la natura ha elaborato a questo scopo; della vera Magna Parens, della donna; non sapremmo inventare niente che valga a sostituirla ... Tra pochi anni, tra pochi secoli… tra qualche millennio, la donna e l'uomo non avranno rapporti tra loro molto diversi da quelli che noi ora abbiamo con le nostre mandrie, coi nostri armenti ... Lo donna sarà la Magna Parens, la covatrice artificiale, e l'uomo… Ma, forse, allora l'uomo attuale non esisterà più, trasformato in essere assai più spirituale e più perfetto ...
Il colore del tempo (pagina 16)
di Federico De Roberto (estratti)

... In secondo luogo, quando pure tra i costumi antichi e tra quelli dei popoli selvaggi se ne trovasse qualcuno che veramente dimostrasse la supremazia sociale della donna,—e non già quella soltanto familiare della madre,—bisognerebbe forse per ciò concludere che hanno torto la civiltà e il secolo nostro, e che hanno ragione i tempi andati e le genti incivili? «Dagli Sciti ai Galli, dagli Iberi ai Germani di Tacito», dice il più autorevole tra i femministi, il Bebel, «noi vediamo la donna prendere, sin dai più remoti tempi, in mezzo alla famiglia ed alla società, il posto eminente che ha perduto nelle età successive» ... Vogliamo per ciò dire che gli Sciti, i Galli, gl'Iberi e i Germani erano più nel vero e nel giusto di noi? Se bisogna credere al progresso,—e i femministi debbono crederci; perchè, in caso contrario, come potrebbero sperare nei miglioramenti futuri?—se veramente dobbiamo dire che la storia del genere umano dimostra un successivo nostro perfezionamento, bisogna allora anche ammettere che la supremazia della donna è oggi scomparsa perchè non era ragionevole, non tollerabile, non sostenibile ... Il Nietzsche va più in là, come abbiamo visto: giudica che per ogni dove i costumi presenti rendono la donna incapace di perfezionare la specie umana ... Era forse segno di supremazia femminile, a Roma, la facoltà di battere le donne con le verghe fino alla morte per il semplice sospetto d'ubbriachezza? O l'obbligarle a restare confinate nel focolare domestico, dove solo l'uomo poteva celebrare il culto degli avi? E quando le vere virtù muliebri, la modestia, il pudore, il timore degli Dei, il rispetto filiale, tutti gli affetti familiari furono dimenticati, e le donne si emanciparono, la società romana si rafforzò, oppure andò all'ultima rovina? Il padre Roesler, grande confutatore, nella Quistione femminista, del Bebel, giudica tuttavia che, se non nell'antichità, almeno nel medio evo la donna fosse più libera o meglio protetta che non oggi: era sovrana, dettava sentenze, impugnava le armi, sosteneva tesi giuridiche, esercitava la medicina ... Questo modo di giudicare somiglia troppo a quello, tanto famoso quanto criticato, dell'Inglese a Calais: vedendo una donna con i capelli rossi, scrisse nel suo libro di viaggio: «Le Francesi sono rosse» ... Lo stesso autore non avverte che Bertoldo di Ratisbona predicava: «L'uomo per la guerra, la donna per la tessitura»? E che la parola tedesca weib, donna, ebbe la stessa origine del verbo weben, tessere? E che schwertmagen, il nome col quale si designano i parenti dal lato paterno, viene da schwert, spada, e quello della parentela materna, spillmagen, da spindel, fuso? Ma concesso che parecchi secoli addietro le quistioni poste dal moderno femminismo fossero tutte risolte, bisognerebbe allora far voti perchè quei tempi tornassero tali e quali: con le monacazioni più o meno spontanee, con le corti d'amore più o meno dissolute, con le cinture di castità e tutto il resto ... Occorre definire questa diversità? È proprio necessario indicare quali membri e quali organi sono più piccoli e deboli o più forti e gagliardi in ciascuno dei due sessi? Si deve proprio percorrere la scala di tutti gli esseri viventi per dimostrare che dovunque sono sessi, sono differenze, e che più si sale, più queste si aggravano? Basta la diversità della funzione sessuale, basta l'ufficio della maternità assegnato alla donna, per fare di lei un essere singolarissimo, profondamente diverso dall'uomo, capace di cose alle quali egli è inadatto, incapace delle cose alle quali egli è chiamato ... La maternità è la missione della donna ... I femministi, per poter dimostrare che la donna è capace e degna di essere interamente agguagliata all'uomo, cominciano col negare l'importanza della maternità, con l'affermare che l'ufficio materno è uguale al paterno, e che, quando pure fosse diverso, la diversità è soltanto formale, trascurabile, senza conseguenze ... Ma, anche tra coloro che non arrivano a questi estremi ridicoli e odiosi, molti si rifiutano di ammettere che la donna, perchè destinata a concepire, a procreare, ad allattare e ad educare la prole, debba, pur meritando il rispetto e la protezione degli uomini, tenere un posto a parte nel consorzio umano ...
Il colore del tempo (pagina 17)
di Federico De Roberto (estratti)

... L'uomo si è dunque sviluppato nel senso della potenza muscolare e cerebrale, che è la sua dote; la donna nel senso della maternità ... E ancora: «Il principio della divisione del campo dell'attività umana fra le due serie di esseri che vi si muovono è stato senza dubbio male interpretato, esagerato in un certo senso, disconosciuto nell'altro; ma non per ciò vien meno la sua alta importanza, tanto a cagione della funzione materna della donna, quanto delle attitudini che ne derivano in lei ... Se sarebbe assurdo respingere la cooperazione sociale della donna fuori della famiglia, cooperazione che del resto è sempre esistita, altrettanto assurdo sarebbe pretendere che l'attività produttrice di lei, nel senso stretto di questa espressione, non debba essere limitata da lei stessa, divenuta cosciente e libera come comporta e quanto comporta la natura sua propria, e francamente subordinata all'ufficio che il sesso le assegna nella vita» ... Per queste ragioni «è nell'ordine naturale che l'uomo,—individuo o consorzio,—lavori in una certa misura al posto della donna che procrea ed alleva ... Dice l'Albert che «nei primi tempi, quando la lotta per la vita era dura, l'uomo dovette imporsi alla donna come provveditore della famiglia» ... Dovette imporsi: perchè? Perchè, senza dubbio, la donna, la madre, non era capace di provvedere alla famiglia, o provvedeva ad essa poco e male; e perchè l'uomo aveva questa capacità, o ne aveva una maggiore e migliore ... Questa diseguaglianza sarebbe dunque una cosa artificiale? Ma se l'uomo esercitò il diritto del più forte, ciò deve voler dire che egli aveva questa maggior forza; e se aveva una forza maggiore, ciò deve importare che egli non era eguale alla donna ... Tutte le mitologie, l'assira, la babilonese, l'egiziana, la greca, deificano l'uomo e la donna, ma il principio maschile è preminente ... Nessuna donna può, in Egitto, sacrificare agli Dei nè alle Dee: solo gli uomini sono capaci del sacerdozio ... Ecco: essi cominciano ad abusare della loro maggior forza per farsi la parte più bella; ma già nei papiri di ventidue secoli prima di Cristo si legge il consiglio di moderazione che oggi la nostra morale diffonde: «Se tu sei saggio, ama la donna tua; senza discordie, senza litigi, nutriscila, adornala, rendi felici tutti i giorni della sua vita: ella è un bene, e il suo possessore deve stimarne il valore…» ... «Se l'adulterio della donna è punito come una colpa grave,» dice l'Albert, «e se il codice scusa insino l'uccisione della colpevole in caso di flagranza, mentre l'adulterio dell'uomo è considerato come una bagattella, e punito soltanto in circostanze speciali difficili ad osservarsi, ciò accade semplicemente per evitare che eredi illeggittimi s'introducano nella famiglia» ... Ma il giorno che non vi sarà più nè proprietà nè denaro, e che la famiglia non sarà creata per trasmettere queste cose, anche quel giorno l'adulterio della moglie, della compagna, della donna, sarà più grave; perchè ella potrà, come ora, concepire adulteramente, e l'attribuzione di figli non proprî dispiacerà all'uomo come e quanto gli dispiace ora ...
Il colore del tempo (pagina 18)
di Federico De Roberto (estratti)

... il caso,» dice l'Albert, citando l'autorità del Geddes e del Thomson, «di vituperare scioccamente, come fanno la maggior parte dei femministi, il selvaggio che resta sdraiato, al sole, intere giornate, di ritorno dalla caccia, mentre la donna sua, pesantemente chinata, macina e lavora senza lamento e senza tregua; anzi, tenendo conto degli estremi sforzi che costa a lui la lotta incessante contro la natura e i proprî simili, per il nutrimento e la sussistenza, e tenendo conto della conseguente necessità di utilizzare ogni occasione di riposo per rifarsi e vivere la sua vita tanto corta e precaria, ma indispensabile alla donna ed ai figli, si vedrà che questa grossolana economia domestica è la migliore, la più morale, la più umanamente praticata, date le circostanze» ... Poichè l'uomo è più forte della donna, ma la donna è necessaria all'uomo, la conseguenza logica e naturale è che egli adoperi una parte della propria forza a proteggere, a mantenere questa creatura debole della quale ha bisogno, e che a sua volta lavora un poco per lui e moltissimo per la prole comune ... Ora invece i femministi vogliono che la donna faccia la concorrenza all'uomo: cosa altrettanto innaturale ed assurda quanto la pretesa di quegli uomini che vogliono lasciar le donne macerarsi per loro ... Il cristianesimo, dice il padre Roesler, operò una rivoluzione nei rapporti dei sessi, conferendo alla donna una dignità che prima non le era attribuita, afforzando il vincolo matrimoniale, difendendo la famiglia ... Le società barbare, considerando soltanto questa supremazia, avvilirono la donna; il cristianesimo, considerando l'eguale importanza dei sessi, la sollevò; ma non oltre certi limiti, cioè riconoscendo la naturale preponderanza dell'uomo ... San Paolo dice che l'uomo è il capo della donna come Gesù Cristo è il capo della Chiesa; che l'uomo è immagine della gloria di Dio, mentre la donna è immagine della gloria dell'uomo; e fin qui l'apostolo ragiona al modo antico; ma tosto egli soggiunge che, se la donna è stata tratta dall'uomo, l'uomo non esiste senza la donna, e che entrambi hanno la stessa dignità: «nel Cristo non c'è differenza alcuna tra uomo e donna, perchè entrambi egualmente partecipano ai benefizî della creazione e della redenzione» ... Anche la donna ha ricevuto un grave ufficio affinchè sia stimata ... Ma più tardi, quando l'evangelica esaltazione della donna degenerò nella goffa glorificazione che ne fece la cavalleria, una reazione in senso inverso si manifestò con la Riforma, la quale non si oppose agl'istinti poligamici degli uomini e tolse le donne dal trono ideale dove erano state collocate, per farne semplici e troppo spesso umili massaie ... Senza entrare direttamente nel dibattito, egli crede alla supremazia maschile quando afferma che l'uomo è più morale: «Tra un uomo e una donna di eguale potenza intellettuale, la donna impiegherà sempre una parte molto minore di questa potenza a conoscersi moralmente» ... Un centinaio di pagine più innanzi sostiene che, nella vita ordinaria, «la donna è quasi sempre superiore all'uomo che ha dovuto accettare…» ... La quistione femminista è appunto per ciò, e sarà sempre una quistione: perchè, quando si considera l'innegabile eguaglianza morale e ideale dei due sessi, e l'abuso sciocco o nefando della maggior forza maschile, l'esaltazione della donna sembra ragionevolissima; quando si considera la non meno innegabile loro diseguaglianza reale, specifica, e l'inferiorità della donna, sembra ragionevolissima la sua subordinazione ... «I nostri padri», dice, «avevano dunque trovato la soluzione della quistione femminista: non solamente, tra loro, i numerosi monasteri offrivano un ritiro sicuro alle donne senza famiglia; ma le grandi anime potevano prendervi tutto il loro slancio, e la donna rimasta nel mondo godeva degli esempî della religiosa, come pure del rispetto col quale costei era considerata» ...
Il colore del tempo (pagina 30)
di Federico De Roberto (estratti)

... «Ella non conosce ancora l'ufficio della donna, nè segnatamente i suoi diritti ... Allora quest'uomo che non ha voluto sposarla quando era libera, aspetta che il vecchio Agostini muoia per sposarla da vedova!… Frattanto specula alla Borsa, mette su banche, società, sindacati, per far denaro, per mantenere un lusso smodato, per assicurare una gran sostanza alla donna che aspetta di far sua ... Che la donna salvata e redenta cagioni la rovina del suo redentore non pare una conclusione molto morale ... Agostini ha il torto dì essersi unito con una donna molto più giovane di lui ... Egli potrebbe avere gran torto nell'ostinarsi a riottenere questa donna proprio quando, dopo averla rifiutata come moglie e spinta ad accettare un altro partito, ragionevolmente e doverosamente ella non vuol più saperne di lui ... E la donna che voleva esercitare una specie di potere sovrano, che voleva essere come la regina dell'alveare, quando vede morire uno dopo l'altro questi due uomini, questi due fuchi, non ammette più che dovessero morire, non riconosce nella catastrofe il compimento della legge alla quale si appoggiava e della quale si faceva banditrice; ma perde la ragione, come al quarto atto di un melodramma ... Allora dove se ne va il concetto della battaglia degli uomini per l'amore, per l'acquisto della donna, per la continuazione della specie? Agostini e Henneberg lottano e muoiono per niente ...
Il diavolo nell'ampolla
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... E poi volgendosi alla donna dirimpetto a lui: — Se tutti fossero galantuomini come Carlino, la guerra non ci sarebbe ... — Non ci sarebbero tante famiglie addolorate — sospirò la donna ... Una breve pausa; e dopo: — Cosa importa saper il come e il perchè? È morta: ecco! La donna chiese: — Avete figli? — Uno; di sei anni ... Allora parlò colui: — Sapete perchè l'avete perduta, la vostra donna? Perchè era onesta ...
Il fiore (pagina 5)
di Dante Alighieri (estratti)

... LXI Amico «E se·ttu ami donna ferma e saggia, Ben saggiamente e fermo ti contieni, Ch'avanti ch'ella dica: ‘Amico, tieni Delle mie gioie’, più volte t'asaggia ... LXIII Amico «S'a scacchi o vero a·ttavole giocassi Colla tua donna, fa ch'aggie il piggiore Del gioco, e dille ch'ell' è la migliore Dadi–gittante che·ttu mai trovassi ... LXVII Amico «E se·ttua donna cade i·mmalatia, Sì pensa che·lla faccie ben servire, Né·ttu da·llei giamai non ti partire; Dàlle vivanda ch'a piacer le sia; E po' sì·lle dirai: ‘Anima mia, Istanotte ti tenni i·mmio dormire Intra·lle braccia, sana, al me' disire: Molto mi fece Idio gran cortesia, Che mi mostrò sì dolze avisïone’ ...
Il fiore (pagina 13)
di Dante Alighieri (estratti)

... Ancor la cameriera dica: ‘Sire, A questa donna una roba bisogna, Ma sì vi teme che no'l v'osa dire ... CLXXVI La Vecchia «Ancor gli dica un'altra de l'ostello: ‘Se madonna volesse far follaggio Con un bellissim' uon di gran paraggio, In fatto suo sarebbe ben e bello, E sì sarebbe donna d'un castello; Ma 'nverso voi à sì leal coraggio Ch'ella non prenderebbe nul vantaggio Di che doman vo' foste su' ribello’ ... Allor la donna, come ch'e' le piaccia Udir quelle parole, sì lor dica E comandi che ciascuna si taccia; E puote dir: ‘Se Dio mi benedica, Tropp' ò del su' quand' i' l'ò tra·lle braccia’; E facciagli sott' al mantel la fica ... CLXXVII La Vecchia «E se·lla donna punto s'avedesse Che quel dolente fosse ravisato Che troppo largamente l'à donato, E ch'e' di sua follia si ripentesse, Allora in presto domandar dovesse E dir di renderglile a dì nomato; Ma egli è ben in mia lezion vietato Ched ella mai nessun non ne rendesse ... CLXXVIII La Vecchia «E se 'l diavol l'avesse fatto saggio, E che·lla donna veggia ch'à dottanza Di non volerle far questa prestanza, Imantenente sì gli mandi un gaggio: La roba ch'ell' avrà più d'avantaggio; E dica che·lla tenga in rimembranza De' suo' danari, e non faccia mostranza Ched e' le paia noia né oltraggio ... CLXXX La Vecchia «Sì dé la donna, s'ell' è ben sentita, Quando ricever dovrà quell'amante, Mostralli di paura gran sembiante, E ch'ella dotta troppo esser udita, E che si mette a rischio de la vita ...
Il ponte del Paradiso (pagina 34)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... — Avanti, terribil guerriero! — Parla una donna; — rispose Filippo, con accento mutato; — e dirò in quella vece alla donna: Tutte le male cose che mi avete gettate in viso, ho voluto pensarle ancor io; e come le ho pensate, esagerandole molto, le ho dette; le ho dette, nella speranza di vincere con un eccesso di scrupoli la inconcepibile ostinazione di lui ... E non risguarda te, il poi; sarà della donna, non tuo ... — Guai a te, conte Aldini! — ruggì, più che non dicesse, la donna inviperita ...
Il ponte del Paradiso (pagina 36)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Per l'amor suo e per la passione del lavoro, non aveva egli fatto miracoli, raggiungendo una condizione invidiata? Ben lavorava per quella donna, che era tutta la sua famiglia; e ancora non aveva egli varcato nel cammino della vita quel mezzo, oltre il quale s'incomincia a perdere qualche illusione e qualche speranza ... Egli e Livia potevano dirsi soli nel mondo; ma se non gli arrideva forse più l'idea di lavorare per una nidiata d'innocenti, bene egli vagheggiava il disegno ambizioso, ma non temerario, di rallegrare gli anni maturi della sua donna con due o tre milioncini, da aggiungere a quello che non aveva più da aspettare ... Ora, egli non voleva più aver guerra di parole con quella donna, tanto amabile, cara, idolatrata a quel dio, ma un po' per cagione de' suoi nervi, un po' troppo facile ad aspreggiare, a schernire ... Donna adorabile, se non avesse avuto quel piccolo difetto, che a volte lo avrebbe fatto dare nei lumi! Ma esseri perfetti non ne nascono al mondo ... Quella donna è troppo ricca per me ...
Il ponte del Paradiso (pagina 37)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Con te, in confidenza, posso dire ciò che ho sempre taciuto: è figlia d'una donna che è morta pazza; mi capisci? pazza ... Non so che cosa farei, per quella donna; ma so bene quello che ho fatto ... Tu vedi bene che la santa donna non viene quasi mai a Venezia, nella città dove è nata! Ella non ha mai potuto perdonarmi questo matrimonio ... La mia povera madre, che adoro, la cara donna, l'unica persona al mondo per cui sono ancora un bambino, mi tiene il broncio, mi punisce così della mia disubbidienza ...
Il ponte del Paradiso (pagina 41)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Si era rizzata sulla vita, puntando una mano sul letto e con voce stridente gridava: — Si amano, hai detto? Egli ama dunque davvero quella donna? E non la dote? — Ma che dote! Ne abbiamo già discorso una volta, e speravo di averti disingannata su questo proposito ... — Ma il tuo Aldini non può sposar quella donna ... — Sciocco! — gridò la fiera donna, divorata dalla febbre, divampante di collera ... Avrebbe guardato, per contentare sua moglie, strana donna in verità, che di altrui debolezze non si sarebbe dovuta occupare; avrebbe guardato, e non letto ... Non macchierò le mie mani nel sangue di una donna ...
Il ponte del Paradiso (pagina 45)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Trascinato, travolto, nell'ora maledetta in cui l'uomo che non cede alle lusinghe di una donna è ridicolo, ho ceduto ad un impeto di follìa ... Le sue difese morali avrebbero aggravata una donna; Filippo Aldini le mise da banda senz'altro ... — Quella donna è una disgraziata, una colpevole; ma io l'ho amata; ma essa porta ancora il mio nome; ed è infine una donna ...
Il ponte del Paradiso (pagina 50)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Ed oramai confidava di aver ridotta quella donna alla sua medesima fede; non la vedeva più altrimenti che in conversazioni, a teatri, in visite cerimoniose; a farla breve, nelle sole occasioni in cui ogni mancamento alle consuetudini antiche avrebbe piuttosto nociuto che giovato, dando argomento ad osservazioni maligne, suscitando ingiuriosi sospetti ... Quella donna, se non al tutto persuasa; gli pareva convinta, rassegnata, tranquilla ... A frasi rotte, ma non dimenticando nulla, neanche l'improvvisa e folle apparizione di quella donna là dentro, dov'essi erano seduti in quel punto, e dove indi a poco doveva irrompere il furente marito, Filippo Aldini raccontò ... Lì, per l'appunto, dov'essi stavano, e mentre la donna, esortata dall'Aldini a fuggire per quell'uscio segreto, pur rimaneva inavvertita in ascolto, Raimondo aveva voluto stabilire le condizioni d'un duello mortale, inesorabilmente mortale ...
Il ponte del Paradiso (pagina 51)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Ella rinunzia, per delicatissimo sentimento d'onore, ad una donna che ama profondamente; ad una donna che vale assai ... Margherita ha senno maturo in giovane età; Margherita è una donna forte, sa? Non la giudichi da un po' di stordimento che ha in questi giorni sofferto ... La donna forte ...
Il ponte del Paradiso (pagina 53)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Qui, in breve spazio di tempo tutta una rovina, un precipizio di cose; la donna, vera furia scatenata, che scopre sè stessa al marito, per nuocere altrui, anche a suo rischio di vita, e sempre poi a suo danno; il marito che corre a chiedere ragione all'amico traditore, ma precorso dalla donna impazzita, che va a dare avviso della commessa follìa, ed anche a consigliare la viltà d'una fuga, avendo appena il tempo di trafugarsi lei in un andito, presso un uscio segreto, donde ascolta il colloquio terribile tra i due uomini ch'ella ha messi l'un contro l'altro, e donde si ritira anche male, imprudentemente facendo rumore nel chiudersi l'uscio dietro alle spalle; onde avrebbe potuto accadere di peggio, se il signor Zuliani, sospettando il vero, fosse corso ad inseguire quella donna nella scaletta di servizio ... Amava ancora, pur disprezzandola, quella donna infedele, che già era stata cagione del suo dolore più acerbo ... Per far sua ad ogni costo quella donna, il poveretto aveva perduto l'affetto di una madre adorata ... Speravo di aver fatto un giudizio temerario, sospettando che tra lui e quella donna ci fosse stato ... il cuore mi diceva, il cuore che non s'inganna mai, che fossero vecchie lune, tramontate da un pezzo, e che solo per orgoglio offeso, od altro di simile, quella donna mi odiasse ...
Il ponte del Paradiso (pagina 54)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... E dopo tutto, la mia Margherita, senza essere un angelo, come voi avete la bontà di chiamarla, è una donna forte, ve l'assicuro io, una donna forte ... Di quante piccole bugie necessarie non si compongono le nostre conversazioni! Di lì, mutando argomento, la donna forte passò a discorrere della mamma, che era in volta col suo Federigo, per arricchirne il corredo ... come me, verbigrazia, ch'egli conta come uno zero? — Si rideva, così, aspettando l'ora del pranzo; e il signor Anselmo, prendendo esempio da quella donna forte di sua figlia, le cercava tutte per rallegrar la sua gente ... E la signora Eleonora, ottima pasta di donna, era lontana le mille miglia dal sospettare che figlia e marito non avessero punto voglia di star sulle celie, dopo tanti sopraccapi che avevano avuto in tre ore ...
Il ponte del Paradiso (pagina 59)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Ma il sentimento figliale vinceva; si buttò nelle braccia della donna veneranda, reprimendo a tutta forza le lagrime ... — E per quella donna, infine, ti uccidi! Perchè? — incalzava la signora Adriana ... amavo quella donna ... Ma che cos'è questo vostro furor di morte? — gridò la povera donna, animandosi sempre più ...
Il ponte del Paradiso (pagina 60)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... creatura che se ne mostra indegna, per una donna che vi ha tradito, per una donna che vi ha disprezzato, per una donna che avrà ancora la soddisfazione di esser liberata dalla vostra presenza, di ereditare da voi la ricchezza che le avrete lasciata, il rispetto del mondo che le avrete assicurato, come premio del suo tradimento ... Seguiva un pronto agitarsi di gondole, e tosto un grido che dominava tutte le altre voci: “una donna nel Canale!„ Non volle udirne di più; passato veloce tra sua madre, che era lì esterrefatta sull'uscio, e il fedel servitore che prese tosto a seguirlo, corse in anticamera, aperse l'uscio e guizzò per la scala fino alla gradinata che metteva sull'acqua e chiamò a gran voce una gondola, che tosto accorse per portarlo verso il traghetto ... Alla luce dei fanali vide allora un corpo di donna che alcuni gondolieri avevano poc'anzi afferrato, quasi pescato a fior d'acqua, e che traevano a riva, chiamando gente in aiuto ...  — Sarebbero venute opportune le cure dei medici? La povera donna era fuori dei sensi, come morta, e grondante sangue dal capo ...
Intrichi d'amore (pagina 10)
di Torquato Tasso (estratti)

... Scena 5 LEONORA Che cosa potrà voler la Signora Quintilia, che così in fretta mi manda a chiamare? Vattene sopra, Lavinia, e fa come io ti dico: che la donna non è per altro trista, se non che gli avanza libertà e li manca la vergogna ... Non hai più volte inteso dire da mio marito e tuo patregno che Lucrezia romana fu riputata savia e casta, principalmente perchè si essercitava e faceva sempre essercitare le donne sue al servizio della casa? Essendo cosa manifesta che quella donna la quale attende alli solazzi e piaceri del mondo facilmente cade e perde l'onor suo ... LAVINIA Madre mia carissima, quando la donna ha sano il cervello, non si lascia movere per niuna occasione del mondo ... Se la mia trista fortuna mi ha tocco sin adesso nella robba, nelli mariti e nella persona propria, al presente per colmare il sacco tenta di toccarmi anco nell'onore; cosa di tanto pregiudizio maggiormente a noi altre donne, perchè la donna, perdendo l'onore, non è più donna ... Leandro, quella donna ci mira fissamente; che vorrà da noi? E io quanto più miro, tanto più mi pare che sia Brianda mia ...
L'amore che torna (pagina 3)
di Guido da Verona (estratti)

... Un senso d'angoscia mi sopraffece, in cui v'era pure un senso di ostilità contro quella donna, contro quel profumo, contro tutte le cose che faceva o diceva per molestare la mia nervosità ... Ma d'un tratto, come sotto il chiarore d'una luce ambigua, mi parve rivedere in lei l'amante di una volta, la donna gloriosa e gioiosa che aveva dispensato il vizio come il suo pòlline un fiore ... — Voi, Guelfo, — mi disse, rannicchiandosi nella pelliccia — voi siete fra que' rari uomini che una donna non dimentica mai ... III Io vi pongo una domanda semplice: «Ad una donna che una volta si è amata, o si è creduto di amare, ad una creatura fragile come l'ambra e pallida come la cera, è mai possibile tenere un discorso così terribilmente logico e crudele? È mai possibile dire: «Ascoltami Edoarda: il mio grande amore non è stato che una favola, un'illusione ... Tu, come donna, in quest'ora sopra tutte difficile, quando l'amore pericola, non hai saputo valerti della tua femminilità ... Molto spesso quello spuntino della zia durava quanto un vero e proprio banchetto, perchè la povera donna, dopo averci chiamati una e due volte sommessamente, cadeva in quello stato di sonnolenza morboso ch'io solevo chiamare «il letargo della bisarcavola» ...
L'amore che torna (pagina 9)
di Guido da Verona (estratti)

... Allora le andai vicino, con dolcezza: — Tu, purtroppo, rimarrai eternamente una bimba! Non puoi convincerti che un uomo, il quale ha tanti pensieri fastidiosi per il capo, senta qualche volta un altro desiderio che non sia quello di prendere la sua donna fra le braccia e ripeterle quelle frasi appassionate che si dicono a vent'anni, quando non si ha nulla di più serio nè di più grave nella vita ... — Dimmi, — ella fece, posandomi le due mani su le spalle, con un sorriso in cui tremava il dolore del suo martirio; — dimmi, chi è questa donna per la quale ti sei battuto? — Ma non c'è! non esiste! — affermai, assolutamente incapace di farla più oltre soffrire ... Poi forse credeva che quella donna fosse la mia amante ... Naturalmente raccontarono poi che la causa ne fosse quella donna ...
L'amore che torna (pagina 17)
di Guido da Verona (estratti)

... Una donna piacevole d'aspetto, con una sola figlia quattordicenne, governava la casa, ed il luogo era davvero lindo, messo con leggiadria ... La signora Gräfe, la sua padrona di casa, era una donna estremamente cortese ... Poi, chi ti crede? Pensi forse che una sola persona, vedendoti così bella, s'immagini che tu sia una ragazza tuttora illibata? Macchè! nemmeno per sogno! E la persona che lo potesse credere, se fosse una donna ti direbbe quello che ti dico io, se poi fosse un uomo penserebbe sùbito: «Via, non è possibile che lo faccia per onestà ... Credesse a lei: l'esperienza sua di donna pratica non la poteva ingannare! ...
L'amore che torna (pagina 38)
di Guido da Verona (estratti)

... Lo guardavo; guardavo la sua bocca, dal labbro raso, delicata, e mi pareva di vederlo nell'atto di baciare una donna ... Ma chi specialmente mi ha parlato di voi è una donna ... — Una donna? Forse un'attrice? — No, una cantante, una cantante russa che viene a Roma ogni inverno ... Però, ditemi, che donna incantevole! non è vero? Volsi il capo alla strada e finsi guardar altrove, perchè una specie di nebbia rossa mi offuscava lo sguardo e la mia faccia doveva essere divenuta livida ... — Un'avventuriera? — No, tutt'altro, ma una donna stranissima ... Perchè infine, con i suoi mille difetti, la donna è ancora il più squisito malanno che si possa incontrare nella vita ... Ora, figuratevi, questa donna, la quale, con una incoscienza ...
L'amore che torna (pagina 41)
di Guido da Verona (estratti)

... — Mangiate poco, bevete pochissimo e siete fedele sempre alla medesima donna, fatto che non cápita spesso, anche se per caso questa donna lo merita ... E in fondo una passione ci vuole; siano i cavalli od il giuoco, la donna o l'arte, qualcosa infine che rinnovi ogni giorno la gioia di vivere ... — Dunque, — ripresi — ditemi chi è mai questa Contessa di Clairval, della quale mi parlate ogni giorno? — Potrei raccontarvene tutto un romanzo, ma vi basti un particolare solo: è una donna che spende almeno duecento mila franchi all'anno, avendo per tutto patrimonio un reddito vitalizio che tocca sì o no gli ottomila ... Però dev'essere una donna intelligente, se riesce a questo prodigio ... E un'altra cosa ci vuole, che forse non sospettate: una donna che vi faccia strada; perchè questa Parigi, regno della femminilità, è ancora quella che al tempo dei Re governavano le favorite ...
L'amore che torna (pagina 53)
di Guido da Verona (estratti)

... ho avuto il coraggio di dirle queste parole, io! Ella divenne tutta rossa, e dopo un silenzio mi rispose: — Credete che una donna possa non accorgersi di queste cose? A mia volta rimasi un po' perplesso e confuso; ella chinò la testa sul ricamo, io gettai una sigaretta accesa per accenderne un'altra ... Ma il giorno dopo, nello stesso luogo, alla stessa ora, come per continuare il discorso interrotto, mi fece questa domanda: — Voi, Capuano, credereste colpevole una donna, la quale accettasse di vivere onestamente con un uomo onesto, anche senz'amore, ma per fiducia, per un desiderio di compagnia, d'amicizia, di tranquillità reciproca? — E mi parve, dal tono della voce, che le sue parole volessero chiedere assai più ... La donna è nata per la famiglia ed è solo colpevole quando rifiuta di averne una ... Poi v'è per la donna un compenso a tutte le sventure: la maternità ... La sua trasfigurazione si compie con lentezza, ma certo da questa sciagura uscirà una donna diversa da quella che tu hai conosciuta ...
L'amore che torna (pagina 60)
di Guido da Verona (estratti)

... Altre mani di donna, che hai già respinte, ti offriranno forse ancora la coppa ricolma ... Dimmi: cosa puoi chiedere di più ad una donna, e sopra tutto ad un'amante? Le andai vicino, e chinandomi su la sua bocca, poichè sentivo che non mi avrebbe respinto: — Cosa farai senza di me? — le chiesi ... Subitamente mi afferrò il desiderio di confondermi anch'io, di perdermi anch'io, per l'ultima volta, con la donna che amavo, tra quella gente spensierata, in mezzo a quella città di piacere che suscita implacabili crudeltà e smoderate ambizioni ... La guardavo trasognato, credendo ancora, per una aberrazione ultima, che un altro partisse, non io, che un'altra donna m'accompagnasse, non lei ...
L'amore che torna (pagina 71)
di Guido da Verona (estratti)

... Sua moglie infatti era una donna che valeva la pena d'essere conosciuta ... — Oh, lo conosco! e per quanto gli voglia bene, credo ch'egli non sappia valutare abbastanza una donna come voi ... quelle rose fresche erano belle assai!» E l'ho invidiato un momento, come invidiai tutti gli uomini che sposarono una donna bella ... E mi accommiatai dicendole: — Se permettete, donna Claudia, verrò a farvi un'altra visita fra qualche giorno ... Le sue spalle, il suo petto, biancheggiavano nella penombra del palco ed avevano in sè qualcosa di rigogliosamente maturo: il fiorire della fanciulla ch'è divenuta donna e conosce ormai tutti i secreti voluttuosi dell'amore ...
L'amore che torna (pagina 72)
di Guido da Verona (estratti)

... Uscii dal palco, e, tornato nella mia poltrona, rimasi lungamente a guardare lassù, in alto, verso quella donna vestita di nero, che aveva un'orchidea di brillanti tra i capelli oscuri ... M'era venuto un capriccio veemente, insensato; riaver Edoarda, foss'anche per una volta sola, pur di conoscere la nuova donna ch'era sbocciata in lei ... Su l'uscio, donna Eufemia Lanti, ch'era la sua compagna, si volse e mi sorrise ...
L'amore che torna (pagina 78)
di Guido da Verona (estratti)

... Intanto vi osserva: le pare strano di vedervi lì, nella casa vostra o non vostra, diverso dagli altri giorni, svestito di quelle apparenze che imponeva la mondanità; vi osserva con occhi attenti, senza dirvi nulla, e quello è spesso il momento in cui si decide la simpatia o la diffidenza d'una donna, la quale, sino a quel punto, non ebbe di voi che una semplice curiosità ... Credo che in quell'istante i sensi della donna si fascino quasi d'una vigile inerzia, urtati da quel tanto di comune o di fittizio che non manca mai ne' primi convegni d'amore ... Fate, o cauti amanti, che le specchiere nella vostra casa d'amore siano benevole, poichè la donna in quel momento ha bisogno di sentirsi bella ... Pure v'è una donna che a nessuna di queste assomiglia, che nessuno di tali sentimenti a voi conduce: ed è la donna che torna dopo avervi amato, quando fra voi passarono la lontananza e l'oblìo; la donna che torna per ricominciare l'amore ...
L'amore che torna (pagina 81)
di Guido da Verona (estratti)

... — E poi mi secchi! e poi mi tedii! e poi sono stanco di sopportare queste inverosimili accuse! — aggiunsi vibratamente — -Non lo è! Non lo è! te lo affermo ancora una volta! Non lo è stata, non lo sarà mai! Ti basta? E se poi lo fosse, — mettiamo il caso come assurdo — se poi lo fosse, mi domando cosa può importarne a te? In nome di Dio, questa è una persecuzione che non ha senso comune! Forse che sei geloso di questa donna e vedi lucciole per lanterne? Oppure te ne hanno affidata la custodia? Fa dunque una bella cosa! Va dal marito, mettigli questa idea nel capo e sarai soddisfatto! Se tu divieni bisbetico io non ne ho colpa! Toh! — Bene, bene, cálmati, — egli rispose freddamente ... Fabio, il quale si era sentito capace di rinunziare alla sola donna che avesse davvero amata, per ottenere la sua felicità dandomela in isposa, Fabio ch'era stato il suo consolatore con la dolcezza di un fratello, e che aveva sopportato quel matrimonio con il De Luca pur di saperla finalmente accasata e tranquilla, Fabio, che nel seno della famiglia nuova si era serbato il posto del consigliere, del confidente, come colui che conosceva tutti i segreti antichi, ora non poteva rassegnarsi a veder tornare verso di me, per la via del peccato, questa donna intangibile, quest'anima pura ch'egli aveva collocata al di sopra d'ogni altra, in un paradiso d'idealità ... Egli si ostinava sempre a rivedere in lei la fanciulla di un tempo, quella soave incarnazione di sentimento e di fragilità, senz'accorgersi che una donna era fiorita vicino all'altra, viva e trepida, piena di desiderii forti e di sensualità nuove ...
L'amore che torna (pagina 86)
di Guido da Verona (estratti)

... Ricordai una mattina di sole, splendidissima, ed una sera quasi tragica, nel chiarore dell'autunno, quando la città neroniana esalava nell'aria pesante il lezzo della sua grave antichità, e la patria mi suonava esilio, poichè avevo sacrificato per sempre ad una donna straniera tutto ciò che nel mondo può essere poesia ... Fabio dette qualche ordine alla donna, parlò rapidamente allo sportello e mi passò davanti frettoloso, borbottando: — Ah, sei qui? ... E tu, — disse alla donna, — stalle vicino! Cosa fai qui? Edoarda era sempre nella medesima positura, con la fronte china, la borsetta che le pendeva dal polso, le mani congiunte, immobile ...
L'arte di prender marito (pagina 2)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Aspettava per farlo, che Emma fosse divenuta una donna, e intanto essa lo era divenuta inconsciamente, e i solitarii martirii la tormentavano orribilmente, senza che la parola e la carezza materna l'aiutassero alla grande iniziazione ... Essa era divenuta donna nell'anima prima che nel corpo, e nessun segno esteriore aveva annunciato l'alba nuova ... Ma un giorno a un tratto anche nel corpo vergine e delicato la natura brutale le inflisse quella ferita misteriosa e crudele, che nessuna ragione di darvinismo può giustificare e che sembra consacrare l'amore della donna al martirio ... Sulla soglia, che separa l'inverno dalla primavera, nasce la mammola, e là dove la bambina, muovendo il passo, diventa donna, nasce e fiorisce la malinconia, la mammola del sentimento ...
L'arte di prender marito (pagina 8)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Tu hai, figliuola mia, un cuore d'oro e uno spirito acuto d'osservazione e ogni donna, se non è affatto stupida, ha in sè la preziosa pietra di paragone, che ci insegna a distinguere l'oro dal rame, l'argento dal piombo ... Cercano la ricchezza, l'onore, fors'anche la gloria; ma sempre per intrecciarne una corona intorno al capo della donna amata ... Ignorano del tutto le ascose tenerezze, le ineffabili delizie, le intime compiacenze del nostro; parola che è un nido, in cui la donna sente di poter appiattarsi, accovacciarsi e nascondersi, per godervi il tepore della vita in due ... La donna o si ribella o tace: una cosa peggiore dell'altra ... Se la donna si ribella e si mostra più forte del tiranno, il marito è vinto e abbiamo una tirannia peggiore della virile, la femminile ... Se la donna tace, o perchè molto debole o perchè ipocrita, distilla dall'alambicco del cuore nel segreto della sua stanza lagrime amare, che solcano l'anima e coltivano la vendetta; tanto più feroce e crudele, quanto più lenta e meditata ... Quante volte una donna, che sarebbe morta innocente e pura, ha disonorato il marito per puro bisogno di vendetta, e in un'ora di voluttà colpevole e forse falsa, ha mormorato queste parole feroci dirette a un ben noto indirizzo: —Prendi, carino, questo è per te! È così facile invece comandare secondo giustizia e secondo ragione e senza far sentire mai il peso della propria autorità! Marito e ...
L'arte di prender marito (pagina 13)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... La donna che si vergogna del proprio compagno, che deve arrossire di lui in ogni conversazione, sente minorata anche la propria dignità, e quando i suoi figliuoli son grandicelli ed è costretta a compatire davanti ad essi il loro padre, prova uno di quei dolori profondi, muti, che solcano l'anima come un ferro rovente ... La donna deve essere fiera del marito suo, e della sua gloria; e del suo ingegno gode quanto lui e più che lui ... E a questa per onor suo la donna tiene assai più che all'altra ... Quando una donna si è venduta ad un ricco imbecille, quando nel giorno si è inebbriata del fasto di un attacco sontuoso, quando ha portato in giro con intima compiacenza le sue gioie, i suoi vestiti di velluto; quando ha gettato in viso alle amiche con sfacciata vanità i suoi servi; essa rientra in casa e seduta accanto al suo imbecille rumina quelle false gioie, che si mutano in bocca in altrettanto fiele ...
L'arte di prender marito (pagina 18)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... L'amore alla terra è il più salubre, il più caro degli affetti, e tu, coltivandolo nel tuo compagno, farai opera santa, e portando nella casa del contadino le tenerezze del tuo cuore di donna e mettendolo a braccetto della scienza agricola di lui, farete più e meglio per il bene dell'Italia, che tutti i legislatori passati e presenti colle loro leggi sociali, che mi fanno ridere e che rimangono negli Archivii dei Parlamenti, come insigni monumenti del nostro arcadismo sentimentale, del nostro vaniloquio parlamentare e giornalistico; di quella falsa filantropia, che coll'elemosina o col rialzare o l'abbassare dei dazii d'entrata e d'uscita, crede o spera di risolvere il magno e terribile problema della questione sociale ... Egli è anche poligamo per natura e per elezione difficilmente può amare una donna sola e circondarla di tutte quelle tenerezze quotidiane, che sono neccessarie a lei come il pane, come l'aria che si respira ... Tu sei bella e tu sei giovane, ma sei una donna sola, e non puoi avere tutte le bellezze, delle quali egli ha bisogno per appagare la sete insaziabile estetica, che lo divora e lo consuma ... La donna deve essere sempre compagna nostra in ogni pensiero, in ogni opera di mano o di cervello ... La donna, che sceglie per marito un medico, deve amarlo non una volta sola, ma tre volte ...
La favorita del Mahdi (pagina 2)
di Emilio Salgari (estratti)

... S'udì un fruscio di vesti di seta e un istante dopo una donna entrava nella stanza ... La donna che entrava era una creatura di bellezza straordinaria, irresistibile, una di quelle creature nelle quali sembra che Dio abbia voluto dare un saggio della forza di bellezza, di seduzione e di incanto a cui può arrivare una donna ... Infatti quella stupenda donna era un'almea araba ... Non ho mai visto una donna simile! È superba come un urì! Abd-el-Kerim rialzò il capo, le sue mani si raggrinzarono rigando colle unghie la pelle dell'angareb e lanciò una torva occhiata sul greco ...
La favorita del Mahdi (pagina 4)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Erano?… —L'ignoro, ma una pareami una donna ... —Una bella donna, vuoi dire ... —Ebbene, e che vuol dir questo? —Non sai… lo monta una donna, ...
La favorita del Mahdi (pagina 6)
di Emilio Salgari (estratti)

... Da quando una donna che va a danzare pegli accampamenti, torce il viso per una parola melata? —Ti sorprende forse? chiese Abd-el-Kerim, con un tono di voce sotto il quale sentivasi una leggiera vibrazione ironica ... —Tu discorri senza riflettere, disse Abd-el-Kerim, rimettendosi prontamente, come vuoi che io, che adoro Elenka, trovi che un'altra donna, che non mi interessa nè punto nè poco, la sorpassi in bellezza! Hai torto di dubitare di me ... —Credi che io abbia paura di una donna? —Chi sa! Potrebbe darsi che su quella donna brillasse una scimitarra! Il greco rimase di stucco, guardandolo cogli occhi stravolti ... E chi potrebbe mai essere quest'uomo? Che abbia egli spifferato questa minaccia per indurmi a starmene lontano da quella donna? «Se è vero questo, hai sbagliato Abd-el-Kerim ...
La favorita del Mahdi (pagina 29)
di Emilio Salgari (estratti)

... Mi dissero che la causa del duello fu una donna e questa donna è precisamente la stessa che voi accusate ... Chi vi suggerì l'idea di far arrestare Fathma? Di che la si accusa? —Sei innamorato di quella donna! —Tutti lo sanno ... Come accusare questa donna di essere una spia? —Chi ve lo disse? chiese Hassarn ...
La favorita del Mahdi (pagina 68)
di Emilio Salgari (estratti)

... Se tu avessi posseduto e amato una donna bella, divina, che ti idolatrava, e poi te l'avessero rapita e forse uccisa, ti rincrescerebbe il morire? Sai, Ahmed, ho perduto una donna che io adorava, una donna per la quale io avrei commesso dei delitti e compiuto dei miracoli ... —Ah! Tu amavi una donna che di poi scomparve! esclamò egli con voce arrangolata ... Sei anche tu infelice; ti compiango! Anch'io rimpiansi per lungo tempo una donna che io amai con tutte le forze dell'anima mia e che poi non rividi più ... —Come si chiamava quella donna? chiese l'arabo nella cui mente gli balenò un terribile sospetto ... Ebbe paura che quella donna che aveva tanto amata e che era stata un tempo la favorita dell'uomo che gli stava dinanzi, fosse la medesima che il Mahdi rimpiangeva ... Era una donna superba, bella come una urì del paradiso di Mohammed, dagli occhi grandi e fulgidi come diamanti neri, e dai capelli più fini della seta ... Il Mahdi amava Fathma! Il Mahdi rimpiangeva la donna che Abd-el-Kerim aveva tanto amata! L'arabo, pietrificato, credeva di essere lo zimbello di un sogno ... Hai udito parlare, a Chartum, di questa donna che mi straziò l'anima? Si diceva che era fuggita in quella città ... —Maledetta donna, proseguì Ahmed ...
La favorita del Mahdi (pagina 71)
di Emilio Salgari (estratti)

... Io lo conosco bene quell'uomo e so che ama ancora quella donna ... A proposito, sai nulla della donna che io cerco? —Assolutamente nulla ... Dalla descrizione che feci ed essi alcuni supposero che la donna che tu cerchi fosse la favorita del Mahdi ... —Ma che vuoi fare di questa donna? —Te lo dirò al momento opportuno ... —Perchè richiamarmi alla memoria quella donna? chiese egli con ira ...
La favorita del Mahdi (pagina 73)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Mi si disse che un giorno arrivò in quel campo… —Chi?… —Una donna! —Non è vero! urlò Abd-el-Kerim ... —Sai di che donna intendo parlare? chiese egli divorando l'arabo con gli occhi ... —Io!… no!… —Perchè allora ti sei affrettato a negare che una donna comparve a Hossanieh? Abd-el-Kerim non rispose ... —Di aver amato una donna che si chiama Fathma! Abd-el-Kerim cacciò fuori un urlo d'angoscia e indietreggiò fino alla parete della capanna, coi capelli irti, gli occhi stravolti ... —Ah! Tu mi chiedi grazia? Tu sei colpevole adunque? Tu hai amato quella donna adunque! Rispondi, sciagurato, rispondi! —Ebbene… ... sì, ho amato quella donna! —E non tremi a dirlo? —Grazia… Ahmed! Grazia… —Ma non sapevi tu che quella donna era stata mia?… ... Che colpa ho io se l'amai ed essa mi amò? Quella donna d'altronde non era più tua ... —Sì, l'amo quella donna bella e fatale, e l'amo a segno che per essa marcerei sull'Egitto, a segno che per essa rinnegherei la mia religione ...
La favorita del Mahdi (pagina 81)
di Emilio Salgari (estratti)

... La conversazione tenuta fra Abù-el-Nèmr ed il suo compagno, il luogo ove essi avevano nascosta la donna tanto cercata da Notis e infine la presa di quest'ultimo ... —Dove si va? —Intanto andremo al baobab a nascondervi Abd-el-Kerim, dopo ci recheremo alla zeribak a rapire la donna ... —Vi è la donna, pensò egli ... Questa donna deve interessare vivamente Abù-el-Nèmr e Abd-el-Kerim ...
La favorita del Mahdi (pagina 82)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Chi di voi sa indicarmi ove nascondesi una donna? chiese egli, urtandoli colla punta del piede ... Da una piccola capanna era uscita una donna di bellezza superba, dalla tinta bruna, ma di un bruno caldo, alta, robusta, dalle forme tondeggianti e stupendamente sviluppate ... El-Mactud era addirittura pietrificato, tanta era la sua sorpresa di vedere colà Fathma, l'ex favorita, quella superba donna che Ahmed aveva avuto la debolezza di lungamente piangere ... Egli si stropicciò dieci, venti volte gli occhi per accertarsi che era sveglio, che non stravisava e dieci e venti volte si convinse che la donna che aveva dinanzi era proprio l'almea Fathma ... I suoi occhi neri e fulgidi come diamanti, la tinta della sua pelle, i capelli fluttuanti che scendevanle sulle spalle come un vellutato mantello, le ammirabili sue braccia, la sua taglia, il suo portamento nobile e altero, tutto infine indicava che quella donna era realmente la favorita dell'inviato di Dio ... Nessuna altra donna può essere così bella, nè è possibile che ve ne sia una che tanto somigli a Fathma ... Dieci giorni fa la piangeva ancora come morta, dieci giorni fa la cercava ancora, interrogava i guerrieri che venivano dal Bahr-el-Abiad, giurava di vendicarsi terribilmente di questa donna che lo aveva indegnamente tradito, ed invece è qui e ancor viva ... Con quella donna potrei salvare Notis ... —Chi ha condotto qui quella donna? gli domandò indicandogli Fathma ... —Sai chi è quella donna? —L'ignoro ...
La favorita del Mahdi (pagina 85)
di Emilio Salgari (estratti)

... Vattene, ma non dimenticare che questa grazia l'hai ottenuta condannando a morte la più bella donna del Kordofan ... Povera donna!… Orsù, cacciamo le emozioni in fondo al cuore e tiriamo avanti ... —Perchè? —La tua grazia è costata la vita di una superba donna; Ahmed l'ha condannata all'annegamento nel lago Tscherkela ... —Una donna!… Una superba donna annegata!… Spiegati, El-Mactud, chi è questa donna? —Indovina ... —È una donna che io trovai nella zeribak dei prigionieri e che diedi nelle mani di Ahmed per ottenere la tua grazia ... Il nome… Voglio il nome di quella donna! —La donna che ho tradito per salvarti si chiama Fathma! Un grido selvaggio soffocò l'ultima sua parola ...
La sposa persiana (pagina 4)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Vedrai la sposa in volto, di me sarà più bella: Ella sarà tua donna, io svergognata ancella ... Donna fra' Maumettani, sia schiava, o sia consorte, Deve qual rea cattiva viver tra ferree porte; E rendersi può solo il carcer men penoso Dall'amor di colui, che è signor nostro, e sposo ... Sia pur la donna bella, non abbia in beltà eguali, Scoloransi sovente le rose naturali ... Una passione, un detto, un mal de' nostri usati Tinge di verde, e giallo i visi delicati: Ma allor, che dalla mano fia la beltà accresciuta, La donna è sempre bella, ancor quando è svenuta ... CURCUMA Figlia, se tal promessa a te fia poi serbata, Poi dir, che la fenice in Persia hai ritrovata; Che un uom di donna sola contentisi è un portento: Vorrebbero i Persiani possederne anche cento ...
La sposa persiana (pagina 8)
di Carlo Goldoni (estratti)

... IRCANA Mi supera in dolcezza! E non è scarso pregio, ancorché non sia vaga, Donna, che facilmente di parole s'appaga (con ironia) ... IRCANA Son donna, e delle donne l'arte conosco anch'io ... Dunque, per compiacerla, crudo sarò a tal segno; E del mio amore in vece, Fatima avrà il mio sdegno? Ma se d'amor col manto l'odio nel sen coprisse? Fatima è donna ... e donna, l'altra è pur che lo disse ...
La sposa persiana (pagina 9)
di Carlo Goldoni (estratti)

... IBRAIMA Sposa del signor nostro, che di lui donna siete, Usate il poter vostro, e di me disponete ... Donna fra suoni, e canti al talamo venuta, Schiava obbedir non deve da' parenti venduta ... IRCANA Donna, che soffre i torti è più vil di una schiava ... IRCANA Parto perché il tuo volto mi provoca, e m'uccide; Più della morte ho in odio donna, che freme, e ride (parte) ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 19)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Imperocchè quel demonio, che come donna si congiunge con l'uomo, quel medesimo poi, congiungendosi con la donna sotto forma di uomo, gli rende il seme che prima dall'uomo avea ricevuto ... Laonde la donna che ingravida s'ha a pensare ch'ella sia ingravidata da quello uomo, da cui venne quello stesso seme, e se alcuni erano falsamente creduti figliuoli di Dee, s'ha ancora da credere, che i demonj abbiano rubati i parti veri ad altre donne, ed avergli dati a quelle che per tal via beffavano, e così averle ingannate, facendole allevare i figliuolini d'altre suppostigli per suoi ... Io ho conosciuto un uomo che esercitava a piedi l'arte del soldo, il quale m'affermò più d'una volta d'avere auto a fare con un demonio, che si credeva essere donna di carne, e narrava l'uomo poco astuto la cosa essere ita così: cioè che sendo in Toscana ed andando a Pisa per faccende, avendo passato un certo Castello, che è in quel di Pisa, dove avea perduto a giuoco tutti i denari che aveva, andava via bestemmiando quanto poteva ... Apparsongli due mercatanti a cavallo, uno de' quali aveva in groppa una donna, e correndo il cavallo velocissimamente, ella se ne gittò giù, ed egli pigliandola per mano la invitò seco all'osteria; e nell'andare verso Pisa insieme acceso dell'amor suo ebbe a far seco, e conobbe chi ella era ...
La trovatella di Milano (pagina 9)
di Carolina Invernizio (estratti)

... Sebbene la giovine donna non conoscesse la paura, di un balzo fu in piedi ... Era una donna ... Ai primo suono di quella voce, Adriana trasalì, poi avendo potuto osservar meglio i lineamenti della donna che le parlava, indietreggiò con disgusto ed orrore… —Maria la guantaia! —Sì, Maria, una povera vittima come voi signora, di un uomo senza cuore, senza coscienza… —Che intendete dire? Forse il vostro amante vi ha abbandonata e venite a lamentarvene con me? Scoppiò in una risata stridente, convulsa, che parve uno schianto del cuore… —Non giudicatemi così male, signora: Gabriele Terzi, l'uomo da voi amato, non è mai stato mio amante, ve lo giuro: un altro aveva preso il suo nome per sedurmi, mentre ingannava voi stessa: degnatevi ascoltarmi e vedrete a quale infernale seduzione abbiamo dovuto entrambe soccombere ... Gli occhi della giovine donna ebbero un luccicore straordinario… —Si, vi credo—esclamò—ma voglio che quel miserabile stesso confessi; ah! vedi quando avrò strappata dalla sua bocca la verità, dal suo viso quella maschera d'ipocrisia, ti giuro che lascierò tosto questa casa per raggiungerti… Ma ora, se mi ami, devi ripartire, tornare a Milano ad attendermi, per non dare alcun pretesto a quel vile di mancarmi di rispetto… Se ti trovasse qui, essendo egli di fronte alla legge mio marito, noi soli saremmo i colpevoli e le vittime ...
La vita comincia domani (pagina 49)
di Guido da Verona (estratti)

... Ella era donna, perciò non aveva battaglie nella vita, non miraggi verso i quali avventarsi con eroismo nè fatiche assidue che a lei riempissero le lunghe ore del giorno; era solamente una donna, un voluttuoso cuore d'innamorata, fino allora vissuta in ischiavitù, ed ormai, sopraggiunta la liberazione, dal più profondo pensiero alla più tenue vena, la beata sua giovinezza non sapeva che offrirsi all'amore ... » Cominciò a riflettere: — «S'egli mi dimenticasse?» — Ripensò la storia d'altre amanti, l'abbandono d'altre innamorate, che anch'esse avevano amato come lei; sentì ch'era donna ella pure, onde aveva nell'ombra de' suoi passi un nemico inesorabile: il Tempo ...
La vita comincia domani (pagina 71)
di Guido da Verona (estratti)

... Cominciò a ricercare nelle origini, laggiù, dov'era nato l'amore, laggiù, dove per la prima volta, con una tristezza paurosa e crudele, aveva in sogno posseduta la moglie del suo fratello infermo, accorgendosi nel medesimo tempo ch'ella era già ne' suoi sensi, quando ancora con l'animo ne rifuggiva, e l'amicizia era già morta, e la donna era già sua, e la vita subitamente lo assaliva da tutte le parti con un furore incontrastábile ... Ecco: ed egli dubitò di aver ucciso per amare la sua donna, per far nascere il suo figlio ... Sebbene fosse stata una casta consorte, s'accorgeva che il peccato della donna contro la fede nuziale si riduce ad essere una ben ridevole cosa davanti alla santità della creatura che nasce; onde le sue braccia senili palpitavan di gioia recando verso la cuna quell'ineffabile peso ... Quel cerchio d'oro luccicava nitidamente in mezzo alla penombra, quasi fosse il centro luminoso della camera e d'una spirale di sciarpe nere che s'avvolgessero intorno alla donna supina ...
Le Grazie (pagina 6)
di Ugo Foscolo (estratti)

... O giovinette Dee gioja dell'inno Per voi la bella donna i riti vostri Imita e le terrene api lusinga Nel felsineo pendio donde il pastore Mira Astrea che or del ciel gode e de' tardi Alberghi di Neréo; d'indiche piante E di catalpe onde i suoi lari ombreggia Sedi appresta e sollazzi alla vagante Schiera D'armonioso speco inviolate Dal gelo e dall'estiva ira e da' nembi ... La bella donna di sua mano i lattei Calici del limone, e la pudica Delle viole, e il timo amor dell'api Innaffia, e il fior della rugiada invoca Dalle stelle tranquille; e impetra i favi Che vi consacra e in cor tacita prega ... I pregi che dal cielo Per pietà de' mortali han le divine Vergini caste, non a voi li danno, Giovani vati e artefici eleganti, Bensì a qual più gentil donna le imita ... Ah vi rimembri Che inverecondo le spaventa Amore! Torna deh torna al suon donna dell'arpa Guarda la tua bella compagna; e viene Ultima al rito a tesser danze all'ara ... Al vago rito Donna l'invia che nella villa amena De' tigli (amabil pianta! e a' molli orezzi Propizia, e al santo conjugale Amore) Nudrialo afflitta; e a lei dal pelaghetto Lieto accorrea agitandole l'acque Sotto i lauri tranquille ...
Le Grazie (pagina 7)
di Ugo Foscolo (estratti)

... LA SPERANZA] Mentre nel Lilibeo mare la Fata Dava promesse e le attendea cortese A quante all'Adria indi posaro il volo Angiolette Febee; l'altro drappello Che per antico amor Flora seguendo Tendea per le tirrene aure il suo corso Trovò simile a Cerere una donna Su la foce dell'Arno; e l'attendeva Portando in man purpurei gigli, e frondi Fresche d'ulivo ... Già negli ultimi cieli iva compiendo Il settimo de' grandi anni Saturno Col suo pianeta, da che a noi la Donna Precorrendo le Muse era tornata Per consiglio di Pallade, a recarne L'ara fatale ove scolpite in oro Le brevi rifulgean libere leggi Madri dell'arti; e illuminò l'altare Della Fiamma di Vesta, e il lasciò dove A doriesi gemine colonne La serie eccelsa delle loggie impose L'architetto aretino, onde fra l'arti S'adorasse fra noi, Venere bella Il simulacro tuo, che depredato Ne fu dall'armi, e s'altro oggi concesso Da te non era all'Italo scultore [ ...
Le femmine puntigliose (pagina 8)
di Carlo Goldoni (estratti)

... CLARICE Non siete amiche? ELEONORA Non sapete, che cosa mi ha fatto? CLARICE Non lo so da donna d'onore ... BEATRICE Signora donna Rosaura compiacete quelle due dame ... ELEONORA (Avete sentito? Le ha detto: signora donna Rosaura; non è titolata) (a Clarice, piano) ... BEATRICE La nostra signora donna Rosaura, è piena di merito ... LELIO Infatti presso le persone del secondo ordine passa la nostra nobiltà per austera, e troppo sostenuta; non è mal fatto disingannare chi pensa malamente di noi, e dobbiamo ringraziare la signora donna Rosaura, che ci abbia offerta l'occasione di far conoscere al mondo, che sappiamo distinguere il merito in ogni rango, e in ogni carattere ... ONOFRIO E poi, una bella donna si ammette per tutto ...
Le femmine puntigliose (pagina 9)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Scena quindicesima La contessa Beatrice, la contessa Clarice, Donna Rosaura, il conte Onofrio, il conte Lelio ... CLARICE Oh cara donna Rosaura, che dite? Voi avete preso in sinistra parte le mie parole ... Posso assicurarvi, signora donna Rosaura, che la Contessa Clarice è piena di buon cuore, e non è né superba, né puntigliosa ... Scena sedicesima La contessa Beatrice, Donna Rosaura, il conte Lelio, ed il conte Onofrio ... BEATRICE Perché no? Che dite, signora donna Rosaura? ROSAURA Io mi rimetto ... BEATRICE E dove andate? ONOFRIO Resto colla signora donna Rosaura ...
Le femmine puntigliose (pagina 10)
di Carlo Goldoni (estratti)

... PANTALONE E ela la xè tanto debole de lassarse guidar da una donna? Da una donna, che gh'à sta sorte de pregiudizi in testa? Da una donna, che va cercando el precipizio della so casa? FLORINDO Io sono uomo di bon cuore ... FLORINDO Bastonare una donna civile? PANTALONE Bastonarla in una camera serrada, che nissun savesse gnente, per salvar el decoro; ma bastonarla ... ARLECCHINO (mette l'abito nel baule, se ne va a prendere un altro da donna, e mentre va per riporlo, incontra quelli che vengono) ... Scena terza Donna Rosaura, il conte Onofrio, e detto ...
Le femmine puntigliose (pagina 14)
di Carlo Goldoni (estratti)

... BEATRICE Conte Lelio, chi vi vuol ritrovare, ha da venire dalla signora donna Rosaura ... BEATRICE Ecco qui, per causa vostra tutte le mie fatiche, tutte le mie attenzioni saranno inutili, e la signora donna Rosaura invece di ringraziarmi, mi darà de' rimproveri (a Lelio) ... ROSAURA Cara signora Contessa, non sono poi una donna di stucco ... LELIO Avete più collera colla signora donna Rosaura? (a Beatrice) BEATRICE Con lei non ho collera ... Signora donna Rosaura, questa sera vi aspetto ... Scena quindicesima Donna Rosaura sola ... L'uomo più flemmatico del mondo, quando si mette a servire una donna, ha da perder la pazienza, voglia, o non voglia ... Sono curioso di saper qual sia il dispiacere, che la Contessa ha ricevuto dalla signora donna Rosaura ... Egli è amico della signora donna Rosaura, e di suo marito, forse qualche cosa saprà ...
Le femmine puntigliose (pagina 18)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Scena dodicesima Donna Rosaura, e detti ... OTTAVIO Oh, via, signora donna Rosaura, questo è troppo ... OTTAVIO Signore mie, che cosa dite? Siete persuase dell'istanza, senza che vi aggiunga niente del mio per indurvi ad ascoltare una donna, che con tanta civiltà ve ne supplica? ELEONORA Sentiamo che cosa sa dire ... OTTAVIO Parlate, signora donna Rosaura; queste dame ve lo permettono ... Scena tredicesima I suddetti fuori di donna Rosaura, che è partita ... LELIO Voi mi astringete a farlo con un forte scongiuro, e la signora donna Rosaura mi fa arrossire con i suoi giusti risentimenti ...
Le femmine puntigliose (pagina 19)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Andrò a presentarle per parte della nobiltà alla signora donna Rosaura (parte) ... ELEONORA Donna Rosaura di quello non ha parlato ... ONOFRIO Dov'è la Signora donna Rosaura? OTTAVIO È partita, è ritornata a Castell'a Mare ... Ognuno cerchi di conversare con chi può rendergli egual onore; ma niuno aspiri a passar i limiti delle sue convenienze, servendoli d'esempio il fatto comico di donna Rosaura ...
Marocco (pagina 60)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Le arabe e le more rifuggono da loro, ed è rarissimo che un nero sposi altra donna che del suo colore; ma gli uomini, e in specie i mori, non solo le cercano avidamente come concubine, ma le sposano colla stessa facilità che le bianche; onde il grandissimo numero di mulatti di tutte le sfumature che son nel Marocco ... Un gran numero di famiglie vivono negli alberghi, vita che condanna la donna alla solitudine e all’ozio ... E la donna soffre di questa vita anche più del marito ... Egli appariva nei duar e nei villaggi, di giorno e di notte, vestito da soldato, da caid, da ebreo, da cristiano, da donna, da ulema, uccideva, rubava, spariva, inseguito da ogni parte, non raggiunto da nessuno, sempre inaspettato, sempre in un nuovo aspetto, capriccioso, feroce, infaticabile; e non s’allontanava mai dai dintorni della cittadella El-Mamora; cosa di cui nessuno capiva la ragione ...
Mastro don Gesualdo (pagina 7)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Devo lasciarlo entrare, signora padrona? C'era il fior fiore della nobiltà: l'arciprete Bugno, lucente di raso nero; donna Giuseppina Alòsi, carica di gioie; il marchese Limòli, con la faccia e la parrucca del secolo scorso ... C'era appunto il balcone del vicoletto, che guardava di sbieco sulla piazza, per gli invitati di seconda mano ed i parenti poveri: donna Chiara Macrì, così umile e dimessa che pareva una serva; sua figlia donna Agrippina,monaca di casa, una ragazza con tanto di baffi, un faccione bruno e bitorzoluto da zoccolante, e due occhioni neri come il peccato che andavano frugando gli uomini ... In prima fila il cugino don Ferdinando, curioso più di un ragazzo, che s'era spinto innanzi a gomitate, e allungava il collo verso la Piazza Grande dal cravattone nero, al pari di una tartaruga, cogli occhietti grigi e stralunati, il mento aguzzo e color di filiggine, il gran naso dei Trao palpitante, il codino ricurvo, simile alla coda di un cane sul bavero bisunto che gli arrivava alle orecchie pelose; e sua sorella donna Bianca, rincantucciata dietro di lui, colle spalle un po' curve, il busto magro e piatto, i capelli lisci, il viso smunto e dilavato, vestita di lanetta in mezzo a tutto il parentado in gala ... - Scusate! scusate! - sbuffò allora donna Agrippina Macrì, arricciando il naso, facendosi strada coi fianchi poderosi, assettandosi sdegnosa il fazzoletto bianco sul petto enorme; e capitò nel crocchio dove era la zia Cirmena colle altre dame, sul balcone grande, in mezzo a un gran mormorio, tutte che si voltavano a guardare verso il balcone del vicoletto, in fondo alla sala ... Un'indecenza! - Ah, è quello lo sposo? - domandò sottovoce donna Giuseppina Alòsi, cogli occhietti che sorridevano in mezzo al viso placido di luna piena ... donna Sarina ... - Donna Mariannina! ... Com'è vero Dio! Donna Giuseppina Alòsi istintivamente corse con la mano sulle gioie; e la signora Capitana, che non avendo da sfoggiarne metteva in mostra altre ricchezze, al sentirsi frugare nelle spalle si volse come una vipera ... Il cavaliere Peperito, che si mangiava con gli occhi le gioie di donna Giuseppina Alòsi - degli occhi di lupo affamato sulla faccia magra, folta di barba turchiniccia sino agli occhi - approfittò della confusione per soffiarle nell'orecchio un'altra volta: - Sembrate una giovinetta, donna Giuseppina! parola di cavaliere! - Zitto, cattivo soggetto! - rispose la vedova ...
Mastro don Gesualdo (pagina 8)
di Giovanni Verga (estratti)

... E appena cessarono le risate alla sortita del marchese, si udì donna Giuseppina Alòsi, che faceva le sue confidenze al cavaliere ... Donna Sarina tornò verso il balcone grande chiacchierando sottovoce colla cugina Macrì, con delle scrollatine di capo e dei sorrisetti che volevano dire: - Però non capisco il mistero che vuol farne la cugina Sganci! ... - È quello? quello lì? - tornò a chiedere donna Giuseppina col sorriso maligno di prima ... Quando vedo una famiglia illustre come quella scendere tanto basso, mi fa male allo stomaco, in parola d'onore! E volse le spalle soffiandosi il naso come una trombetta nel fazzoletto sudicio, fremendo d'indignazione per tutta la personcina misera, dopo aver saettato una occhiata eloquente a donna Giuseppina ... donna Chiara! ... Era tutto il casato dei Margarone stavolta: donna Fifì, donna Giovanna, donna Mita, la mamma Margarone, donna Bellonia, dei Bracalanti di Pietraperzia, nientemeno, che soffocava in un busto di raso verde, pavonazza, sorridente; e dietro, il papà Margarone, dignitoso, gonfiando le gote, appoggiandosi alla canna d'India col pomo d'oro, senza voltar nemmeno il capo, tenendo per mano l'ultimo dei Margarone, Nicolino, il quale strillava e tirava calci perché non gli facevano vedere il santo dalla piazza ... Intanto gli altri facevano festa alle signore Margarone: - Donna Bellonia! ... donna Fifì! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 9)
di Giovanni Verga (estratti)

... Donna Giuseppina Alòsi abbozzò un sorrisetto alla gomitata che le piantò nei fianchi il barone Zacco ... Donna Giovannina Margarone, un bel pezzo di grazia di Dio anch'essa, cinghiata nel busto al pari della mamma, si fece rossa come un papavero, al vedere entrare il baronello ... Ma la mamma le metteva sempre innanzi la maggiore, donna Fifì, disseccata e gialla dal lungo celibato, tutta pelosa, con certi denti che sembrava volessero acchiappare un marito a volo, sopraccarica di nastri, di fronzoli e di gale, come un uccello raro ... Venite qua, donna Bellonia ... - No! no! Non mi scappate, donna Bellonia! ... Donna Mita sa quel che deve fare ... Il notaro Neri, che per la sua professione sapeva i fatti di tutto il paese e non aveva peli sulla lingua, domandò alla signora Margarone: - Dunque, ce li mangeremo presto questi confetti pel matrimonio di donna Fifì? Don Filippo tossì forte ... Donna Bellonia rispose che sino a quel momento erano chiacchiere: la gente parlava perché sapeva don Ninì Rubiera un po' assiduo con la sua ragazza: - Nulla di serio ... Don Filippo affermò col capo, e donna Bellonia, vista l'approvazione del marito, s'arrischiò a dire: - È vero ... Il cavalier Peperito, onde non stare a bocca chiusa come un allocco, in mezzo al crocchio dove l'aveva piantato donna Giuseppina per non dar troppo nell'occhio, scappò fuori a dire: - Però la baronessa Rubiera non è venuta! ... Donna Bellonia corse a far la mamma, accanto alle sue creature; e suo marito si contentò di montare su di una sedia, per vedere ... Nel vano dei balconi le teste degli invitati che si pigiavano, nere in quel fondo infuocato; e in quello di centro la figura angolosa di donna Fifì Margarone, sorpresa da quella luce, più verde del solito, colla faccia arcigna che voleva sembrar commossa, il busto piatto che anelava come un mantice, gli occhi smarriti dietro le nuvole di fumo, i denti soli rimasti feroci; quasi abbandonandosi, spalla a spalla contro il baronello Rubiera, il quale sembrava pavonazzo a quella luce, incastrato fra lei e donna Giovannina; mentre Mita sgranava gli occhi di bambina, per non vedere, e Nicolino andava pizzicando le gambe della gente, per ficcarvi il capo framezzo e spingersi avanti ...
Mastro don Gesualdo (pagina 10)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Viva il santo Patrono! Viva san Gregorio Magno! - Nella folla, laggiù in piazza, il canonico Lupi, il quale urlava come un ossesso, in mezzo ai contadini, e gesticolava verso i balconi del palazzo Sganci, col viso in su, chiamando ad alta voce i conoscenti: - Donna Marianna? ... - Poi corse di sopra a precipizio, scalmanato, rosso in viso, col fiato ai denti, la sottana rimboccata, il mantello e il nicchio sotto l'ascella, le mani sudice di polvere, in un mare di sudore: - Che festa, eh! signora Sganci! - Intanto chiamava don Giuseppe Barabba che gli portasse un bicchier d'acqua: - Muoio dalla sete, donna Marianna! Che bei fuochi, eh? ... Ora che il santo aveva imboccato la via di casa sua sembrava che la festa fosse per lui: donna Marianna parlandogli di questo e di quello; il canonico Lupi battendogli sulla spalla; la Macrì che gli aveva ceduto persino il posto; don Filippo Margarone anche lui gli lasciava cadere dall'alto del cravattone complimenti simili a questi: - Il nascer grandi è caso, e non virtù! ... ! La signora Capitana affettava di guardare con insistenza la collana di donna Giuseppina Alòsi, nel tempo stesso che rimproverava il marchese: - Libertino! ... Prima l'arciprete, donna Giuseppina Alòsi, la Capitana, gli invitati di maggior riguardo ... - Donna Bellonia, lì, sul balcone! - suggerì la zia Sganci, la quale si sbracciava anche lei a servire gli invitati ... Donna Mita Margarone, ghiotta, senza levare il naso dal piatto ... Il baronello Rubiera il quale stava discorrendo in un cantuccio del balcone grande naso a naso con donna Fifì, guardandosi negli occhi, degli occhi che si struggevano come i sorbetti, si scostò bruscamente al veder comparire la cugina, scolorandosi un po' in viso ... Donna Bellonia prese il piattino dalle mani di Bianca, inchinandosi goffamente: - Quante gentilezze! ... Donna Fifì si chinò fingendo d'osservare la stoffa, onde far luccicare ...
Mastro don Gesualdo (pagina 11)
di Giovanni Verga (estratti)

... Donna Fifì dovette seguire la mamma, coll'andatura cascante che le sembrava molto sentimentale, la testolina alquanto piegata sull'omero, le palpebre che battevano, colpite dalla luce più viva, sugli occhi illanguiditi come avesse sonno ... - Donna Bianca, dice la zia ... - Bisogna far presto, donna Bianca ... Si affacciò un istante donna Giuseppina Alòsi, come cercando qualcheduno; e vedendo i due giovani in fondo al balcone, rientrò subito nella sala ... Donna Bianca, qui, può dirlo, che mi ha dato una mano ...
Mastro don Gesualdo (pagina 12)
di Giovanni Verga (estratti)

... Un momento dopo spuntò il lanternone che precedeva donna Giuseppina Alòsi, la quale attraversò la piazza, sporca di carta bruciata e di gusci di fave e nocciuole, in punta di piedi, colle sottane in mano, avviandosi in su pel Rosario; e subito dopo, dalla farmacia, scantonò di nuovo l'ombra di Peperito, che le si mise dietro quatto quatto, rasente al muro ... - esclamò donna Fifì col sorriso che mordeva ... Le signore si misero a vociare tutte in una volta; la padrona di casa gridava a Barabba di scendere a dare il catenaccio giù al portone; mentre donna Bellonia spingeva le sue ragazze in branco nella camera di donna Mariannina, e il marchese Limòli picchiava sulle mani della Capitana dei colpettini secchi ... Vostro marito ha corso pericolo della vita, donna Carolina! ... Donna Fifì uscì col cappello e la mantiglia, stecchita, le labbra strette quasi fossero cucite; e siccome sua sorella, giovialona, si voltava a salutare Bianca, la richiamò con la voce stizzosa: - Giovannina! andiamo! andiamo! - Meno male questa qui! - borbottò il baronello ... - Giacché deve accompagnare donna Bianca ... Don Gesualdo non rispose subito, sopra pensieri, a capo chino, seguendo passo passo donna Bianca che s'avviava a casa per la scalinata di Sant'Agata insieme allo zio marchese e al fratello don Ferdinando ...
Mastro don Gesualdo (pagina 21)
di Giovanni Verga (estratti)

... Quella è la dote che vi porterebbe donna Bianca! ... C'era un'occhiata di sole che spandevasi color d'oro sul cornicione del palazzo dei Trao, dirimpetto, e donna Bianca la quale sciorinava un po' di biancheria logora, sul terrazzo che non poteva vedersi dalla piazza, colle mani fine e delicate, la persona che sembrava più alta e sottile in quella vesticciuola dimessa, mentre alzavasi sulla punta dei piedi per arrivare alle funicelle stese da un muro all'altro ... Donna Bianca, come sentisse alfine quegli occhi fissi su di lei, voltò il viso pallido e sbattuto, e si trasse indietro bruscamente ... Donna Bianca Trao, inginocchiata dinanzi al confessionario, chinava il capo umile; abbandonavasi in un accasciamento desolato; biascicando delle parole sommesse che somigliavano a dei sospiri ... affari importanti! Nell'ombra del confessionario biancheggiò una mano che faceva il segno della croce, e donna Bianca si alzò infine, barcollando, chiusa nel manto sino ai piedi, col viso raggiante di una dolce serenità ...
Mastro don Gesualdo (pagina 22)
di Giovanni Verga (estratti)

... atto di tirare l'incensiere: - Fuori! fuori! Andate a giuocare in piazza! - Nello stesso tempo passava e ripassava vicino a donna Bianca che si era inginocchiata a pregare dinanzi alla cappella del Sacramento, sfolgorante d'oro e di colori lucenti da accecare, tossendo, spurgandosi, fermandosi a soffiarsi il naso, brontolando: - Neppure in chiesa! ... Donna Bianca sì alzò in piedi, segnandosi colle labbra ancora piene di avemarie ... il canonico, donna Marianna, anche la baronessa vostra zia, tutti che ci avevano posto un grande impegno! ... Egli era riuscito a fermare donna Bianca, piantandosele dinanzi, cogli occhi lucenti, il viso acceso, abbassando ancora la voce nel farle una confidenza decisiva: - Don Gesualdo sembra impazzito! ... Il canonico, invece di rispondergli, si rivolse a donna Bianca con un sorriso sciocco sul muso aguzzo di furetto color di filiggine ... - Facciamo del bene, donna Bianca! Raccomandiamoci al Signore! Vi ho vista entrare in chiesa, mentre andavo qui vicino, da don Gesualdo Motta, e ho detto: Ecco donna Bianca che fa la sua visita alle Quarant'ore, e dà il buon esempio a me, indegno sacerdote ... Se avete qualche altro peccato da dirgli, donna Bianca ... Donna Bianca, rossa come se avesse avuto sul viso tutto il riflesso della cortina che velava l'altare del Crocifisso, finse di non capire ... Sapete il grosso affare che hanno insieme, colla baronessa? - Donna Bianca fece segno di no ... Assai! assai, donna Bianca! Assai più di quel che si crede ... - Quello che stavo dicendo a donna Bianca! ... Tanti saluti a don Diego e a don Ferdinando! Donna Bianca, imbarazzata, voleva andarsene anche lei; ma il sagrestano la trattenne: - Un momento! Cosa devo dire a padre Angelino, se volete mettervi in grazia di Dio prima della festa di san Giovanni Battista ... Il canonico insisteva anche lui: - No, no, restate, donna Bianca, fate gli affari vostri ... Scusatemi, donna Bianca! ... Donna Bianca lo guardò sbigottita, col mento aguzzo dei Trao che sembrava convulso ...
Mastro don Gesualdo (pagina 23)
di Giovanni Verga (estratti)

... Scusatemi, donna Bianca! io parlo nel vostro interesse ... Don Luca alle calcagna di lei, accalorandosi, toccando tutti i tasti, mutando tono a ogni registro: - E certe giornate, donna Bianca! ... Donna Bianca s'era fermata su due piedi, a testa alta, con una fiamma improvvisa che parve buttarle in viso la portiera sollevata in quel momento da qualcuno che entrava in chiesa ... Comparve una donna macilenta, colla gonnella in cenci sollevata dalla gravidanza sugli stinchi sottili, sudicia e spettinata, come se non avesse fatto altro in vita sua che portare avanti quel ventre - un viso di chioccia istupidita dal covare, con due occhietti tondi su di una faccia a punta, gialla e incartapecorita, e un fazzoletto lacero da malata, legato sotto il mento; nient'altro sulle spalle, da persona ch'è di casa in casa del Buon Dio ... Don Luca, tenendo ancora la cotta sotto il braccio, litigava colla moglie, stecchito nella sottana bisunta quant'era enorme il ventre della donna: - Tu ci hai l'orologio lì, nella pancia! ... - I nipoti di don Gesualdo! - riprese il sagrestano ammiccando in modo significativo a donna Bianca nel tornare indietro ... Finse di precedere donna Bianca per sollevare la portiera, onde trattenerla ancora un momento: - Lui fa proprio compassione! ... Donna Bianca si fece di fuoco ... Don Luca suggerì pure di far precedere due paroline scritte: - Ci abbiamo appunto mia moglie che par fatta apposta per consegnarle sottomano a donna Bianca, senza destar sospetti ...
Mastro don Gesualdo (pagina 27)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Un momento! Vo e torno! Donna Sarina gli corse dietro nell'anticamera, e si udì il canonico rispondere forte: - No! Qui vicino ... Ci staremmo bene anche noi, eh, donna Sarina? ... eh? Donna Sarina si dimenava sulla seggiola per tener la lingua in freno: - Quanto a me! ... Sento il campanello! - interruppe donna Sarina ... Abbiamo pensato per donna Bianca! E si misero ad aspettare tranquillamente, marito e moglie, in mezzo alla sala ... - borbottò donna Sarina che rientrava col borsone pieno insieme al canonico Lupi ... Donna Bianca, invece, voleva fare le cose con bella maniera ...
Mastro don Gesualdo (pagina 28)
di Giovanni Verga (estratti)

... Donna Bianca, nel passare, udì quelle parole ... Cinque figliuoli, donna Bianca! ... Rimase solo Ciolla, che fingeva d'andare pei fatti suoi canticchiando: Amore, amore, che m'hai fatto fare? Donna Sarina e il marchese Limòli si erano avvicinati anch'essi al balcone ... Quest'ultimo allora disse: - Adesso potete andarvene, donna Sarina ... Donna Sarina gli ribatté sul muso, frenando a stento la voce: - Non mi fate lo gnorri, don Alfonso! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 33)
di Giovanni Verga (estratti)

... sissignore! - Donna Mariannina in gala era seduta sul canapè di seta, sotto lo specchio grande, nella bella sala gialla ... Aprì la bocca per rispondere qualche cosa, messa in soggezione da donna Mariannina, la quale continuava a sollecitarla: - Eh? che ne dici? Adesso sono anche affari tuoi ... Donna Mariannina rimase a bocca aperta lei pure un istante ... - E gli altri pure, signora donna Mariannina! - rispose il canonico con una risatina ... - Donna Mariannina s'interruppe ... Donna Marianna diventava di cento colori, e si mordeva le labbra per non spifferare il fatto suo ... - Dico per rispondere a donna Mariannina ... Scusate, donna Bianca! non parlo per voi che siete un tesoro! ... Allora, cara donna Mariannina! ... - Come la nipote s'era alzata anch'essa dal canapè, mortificata da tutti quei discorsi, colle braccia incrociate sul ventre, donna Mariannina continuò ridendo e fissandole gli occhi addosso: - È vero, Bianca, che il mondo non lo lascerai finire, tu? - Bianca tornò a farsi rossa ...
Mastro don Gesualdo (pagina 39)
di Giovanni Verga (estratti)

... Donna Bellonia in sottana stava a spiare dalla terrazza verso la Piazza Grande per incarico del marito, spaventata dal tramestìo che s'era udito tutta notte nel paese; e Burgio strigliava la mula legata al portone dei Trao ... - Poi si diedero a strologare i numeri del lotto insieme a donna Bellonia, ch'era corsa a prendere il libro di Rutilio Benincasa ... Donna Giovannina s'affacciò asciugandosi il viso; ma non si vide altro che il sagrestano, il quale correva a chiamare Tavuso, lì a due passi, una porticina verde, colla fune del campanello legata alta perché non andassero a seccarlo di notte ... I ben pensanti sul tardi cominciarono a farsi vedere di nuovo per le strade; l'arciprete dinanzi al caffè; Peperito su e giù pel Rosario; Canali a braccetto con don Filippo verso la casa della ceraiuola; don Giuseppe Barabba portando a spasso un'altra volta il cagnolino di donna Marianna Sganci; la signora Capitana poi in gala, quasi fosse la sua festa, adesso che ci erano tanti militari, colla borsa ricamata al braccio, il cappellino carico di piume, scutrettolando, ridendo, cinguettando, rimorchiandosi dietro don Bastiano Stangafame, il tenente, tutti i colleghi di suo marito, il quale se ne stava a guardare da vero babbèo, colla canna d'India dietro la schiena, mentre i suoi colleghi passeggiavano con sua moglie, spaccandosi come compassi, ridendo a voce alta, guardando fieramente le donne che osavano mostrarsi alle finestre, facendo risuonare da per tutto il rumore delle sciabole e il tintinnìo degli speroni, quasi ci avessero le campanelle alle calcagna ... Il Capitan d'Arme ammiccò a donna Bianca la quale passava in quel momento, con un'aria che voleva dire: - Anche costei! ... Donna Fifì Margarone si tirò indietro dal balcone con una smorfia, appena la vide sboccare nella piazzetta dalla salita di Sant'Agata ... Donna Agrippina corse in cucina ...
Mastro don Gesualdo (pagina 40)
di Giovanni Verga (estratti)

... Successe un momento di confusione: delle strida, delle voci concitate, un correre all'impazzata, donna Agrippina che cercava l'aceto dei sette ladri, gli altri che stentavano a trattenere Bianca, la quale faceva come una pazza, con la schiuma alla bocca, gli occhi che mandavano lampi, e non si riconoscevano più ... - Non fate a quel modo, donna Bianca! - disse piano don Luca ... Frattanto giunse donna Sarina Cirmena, scalmanata, in un bagno di sudore ... - E siccome continuava a interrogare cogli occhi or questo e or quello, donna Agrippina rispose sottovoce, compunta, facendo il segno della croce: - Or ora! ... - Eccola lì! - disse donna Sarina all'orecchio della Macrì ... Ma in quel momento portavano Bianca svenuta, le braccia penzoloni, donna Agrippina e il sagrestano rossi, ansanti, e col fiato ai denti ... - riprese il barone Mèndola sottovoce, tirando in disparte il cugino Limòli e donna Sarina Cirmena, - il fatto è che bisogna concertarsi pel funerale ...
Mastro don Gesualdo (pagina 41)
di Giovanni Verga (estratti)

... " - Sicuro! - aggiunse mastro Titta che stava sull'uscio del palchetto, mentre donna Fifì compitava la letterina ... - Me l'ha data lui stesso, il baronello, per consegnarla di nascosto alla prima donna ... Donna Fifì, gialla dalla bile, non rispose neppure ... Mi raccomando, donna Fifì! ... Il barone Mèndola, il quale stava facendo visita a donna Giuseppina Alòsi nel palco accanto, si voltò colla sua risata sciocca che si udiva per tutta la sala ... Donna Giovannina si fece rossa ... Fa sorvegliare la locanda dov'è alloggiata la prima donna! ... Donna Bellonia allora cavò fuori gli occhiali per leggere il biglietto, dietro le spalle di Fifì ... La prima donna, tutta bianca fuorché i capelli, sciolti giù per le spalle, come l'aveva pettinata mastro Titta, faceva accapponar la pelle a quanti stavano a sentirla ... La prima donna ringraziava di qua e di là, dimenando i fianchi, saettando il collo a destra e a sinistra al pari di una testuggine, mandando baci e sorrisi a tutti quanti sulla punta delle dita, colle labbra cucite dal rossetto, il seno che le scappava fuori tremolante ad ogni inchino ... - Papà mio! papà mio! - proruppe allora donna Fifì, scoppiando a piangere addosso al genitore ... - Che ti piglia adesso? Donna Bellonia, Mita, Giovannina, tutte insieme si alzarono per calmare Fifì, circondandola, spingendola in fondo, verso l'uscio, per nasconderla ... - disse il barone Mèndola dal palco di donna Giuseppina ... Donna Giuseppina, dopo che il nipotino si fu riavuto alquanto, offrì per cortesia la sua boccetta d'odore ai Margarone ...
Mastro don Gesualdo (pagina 42)
di Giovanni Verga (estratti)

... Voi, Canali, potete andare da donna Giuseppina, qui accanto, che non c'è nessuno! ... Donna Giuseppina lo conduce dove va per servirle di paravento ... Allora, vedendo quei musi lunghi, ripigliò, cambiando tono: - Che produzione, eh? La donna specialmente! ... - Ah, donna Fifì? ... Mèndola nel voltarsi sorprese pure donna Giovannina col fazzoletto al viso ... Sicuro! Una bella compagnia! Fortuna che sia capitata da queste parti! La prima donna specialmente! ... - Allegramente, donna Fifì! - disse poi Mèndola ... Donna Giovannina si fece di brace in volto, sentendosi addosso gli occhi della mamma ... E il vestito della donna! ... Solo la Capitana, dandogli un colpetto sul braccio, si chinò sorridendo all'orecchio di donna Bellonia per confidarle ciò che affermava il tenente: - Io dico di no, invece ... Guardate donna Giovannina ... È grassa quasi quanto la prima donna, eppure non si vede ... - Ci andai per far visita a donna Bianca ... Erano tutti nel corridoio: donna Fifì masticando un sorriso fra i denti gialli; Nicolino dietro a Canali il quale distribuiva delle bruciate; anche donna Giuseppina Alòsi aveva aperto l'uscio del suo palco, per non dar campo alle male lingue ... Solo donna Giovannina era rimasta al suo posto, inchiodata dal viso arcigno della mamma ... Donna Fifì gli rivolse un'occhiataccia, e tirò sgarbatamente per un braccio il fratellino che gli si arrampicava addosso onde frugargli nelle tasche ... Donna Fifì gli rispose con un sorriso civettuolo, proprio sotto gli occhi del fidanzato ...
Mastro don Gesualdo (pagina 43)
di Giovanni Verga (estratti)

... agro anche lei; guardò donna Giovannina che aveva gli occhi lucenti, e siccome Peperito stava accarezzando Corradino La Gurna per far la corte a donna Giuseppina, dicendo che aveva un'aria distinta, tutta l'aria dei Trao, la Capitana aggiunse, colla vocina melata: - È sorprendente l'aria di famiglia che c'è fra di loro ... Avete visto come somiglia a don Ninì la bambina di donna Bianca? - Che diavolo! - le borbottò all'orecchio Canali ... Ci fu uno scambio di baci e di sorrisi pungenti fra le signore; e donna Fifì si lasciò andare anche a stringere la mano che il Capitano le stendeva alla moda forestiera, con un molle abbandono ... - Via, entrate un momento, - disse donna Bellonia al baronello ... - borbottò donna Fifì, - giacché state lì come un grullo ... Ma farei volentieri uno sproposito per la prima donna! ... una prima donna di cartello ... Per disgrazia la prima donna che doveva tenere gli occhi rivolti al cielo nel declamare: "S'è scritto lassù ... Donna Fifì allora non seppe più frenarsi: - Già, lo sappiamo! Le agglomerate cerimonie! ... Il capocomico se la prese colla prima donna, che lo guastava con le prime famiglie del paese ... Ma donna Fifì non si placava ... Giurava che voleva spuntarla ad ogni costo, ed avere la prima donna, non fosse altro per dispetto ... Mastro Titta venne a dire infine a don Ninì: - Non resiste più, vossignoria! Ha perso la testa, la prima donna ... Sotto gli occhi medesimi di donna Fifì voglio avere la soddisfazione! Voglio farla morir tisica! Fu una delusione il primo incontro ...
Mastro don Gesualdo (pagina 47)
di Giovanni Verga (estratti)

... Donna Agrippina torse la bocca e chinò a terra gli occhioni che dicevano tante cose, quasi avesse udito un'indecenza ... Donna Marianna diceva alla Rubiera sottovoce che aveva fatto bene a venire anche lei, per non dar nell'occhio, per far tacere le male lingue ... L'altra rispose con un'occhiataccia che donna Agrippina colse al volo: - M'è giovata assai! Serpi sono! Non vi dico altro ... Venne ad aprire donna Giovannina con tanto di muso ... - Cosa accade? - Io non so nulla! - esclamò donna Giovannina la quale sembrava sul punto di scoppiare a piangere ... Ci sarà donna Fifì, colla mamma, a ricevere le visite, eh? Don Bastiano, eh? il Capitan d'Arme? ... Donna Fifì, al vedere giungere la Rubiera, si ringalluzzì, superbiosa, tubando sottomano col forestiero per farle dispetto ... Don Bastiano si teneva sulle generali, lodando il paesaggio, il clima, gli abitanti, sottolineando le parole con certi sguardi espressivi rivolti a donna Fifì, la quale fingeva di guardare fuori dal balcone cogli occhi pieni di poesia, e chinava il capo arrossendo a ciascuno di quei complimenti, quasi fossero a lei dedicati ... Ma intanto osservava di sottecchi le arie languide di donna Fifì, la quale sembrava struggersi sotto le occhiate incendiarie di don Bastiano Stangafame, e non poteva star ferma sulla seggiola, col seno piatto ansante come un mantice, e i piedini irrequieti che dicevano tante cose affacciandosi ogni momento dal lembo del vestito ... Poi, sbirciando il viso rosso di donna Giovannina che stava a spiare dall'uscio socchiuso, la chiamò a voce alta ...
Mastro don Gesualdo (pagina 48)
di Giovanni Verga (estratti)

... Limòli, senza accorgersi di nulla, domandava sottovoce a donna Bellonia: - Quando la maritiamo quella bella figliuola? Prima tocca alla maggiore, è naturale ... Donna Bellonia andava facendogli li occhiacci, sebbene il marchese fingesse di non badarci ... - Vedo! vedo! - rispose il marchese sbirciando le calze bianche di donna Giovannina ... Donna Fifì aveva condotto il capitano ad ammirare i suoi fiori sul balcone ... Ma l'altro gli aveva già voltato le spalle, salutava le signore con una parola gentile per ciascuna; accarezzava paternamente donna Giovannina che teneva ancora il broncio ... - Siete stata da donna Bellona, eh? Avete fatto bene ... Invano la prima donna gli si avvinghiò al collo, discinta, senza badare al Pallante che accorreva dalla cucina né ad Alessi il quale spalancava gli occhi e si fregava le mani ... Quella donna è capace di tutto! Don Ninì, ripreso interamente dall'amor della roba, non si lasciò commuovere neppure dalla scena dello svenimento ... Lui se lo mangia il fatto mio! - Il figliuolo colle buone e colle cattive tentava di calmarla: - Non vedete che state poco bene? Volete ammalarvi, per farmi dar l'anima al diavolo? - Poi tutta la notte non chiuse occhio, alzandosi ogni momento per correre ad origliare se sua madre strillava ancora, spaventato all'idea che udissero i vicini e gli venissero in casa colla giustizia e il notaro, maledicendo in cuor suo la prima donna e chi gliela aveva messa fra i piedi, turbato, se si appisolava un momento, da tanti brutti sogni: mastro-don Gesualdo, il debito, della gente che gli si accalcava addosso e gli empiva la casa, una gran folla ...
Mastro don Gesualdo (pagina 55)
di Giovanni Verga (estratti)

... Una donna che se le si faceva del bene, non ci si perdeva interamente ... Donna Sarina tutta intenta alla lettura non si accorgeva di nulla, badava ad accomodarsi gli occhiali di tanto in tanto, chinavasi verso il lume, oppure se la pigliava col nipote che scriveva così sottile ... E ci stava davvero, con prudenza, per evitar gli scandali, aspettando che terminasse il colèra per scopare la casa, e finirla pulitamente con donna Sarina e tutti i suoi senza dar campo di parlare alle male lingue, rimbeccando la zia Cirmena che s'era messa a far la sapiente anche lei, a parlare col squinci e linci; tagliando corto a quelle chiacchiere sconclusionate che vi tiravano gli sbadigli dalle calcagna ... - Egli allora, col suo fare canzonatorio, raccolse in mucchio libri e giornali ch'erano sul tavolino e glieli cacciò in grembo, a donna Sarina, ridendo ad alta voce, spingendola per le spalle quasi volesse mandarla via come fa il sensale nel conchiudere il negozio, vociando così forte che sembrava in collera, fra le risate: - Be' ... - Ah, vi sembra un altro discorso? - Ecco! - saltò su donna Sarina, pigliandosela a un tratto col nipote ... Voi siete una donna di giudizio, donna Sarina, e cogliete le parole al volo ...
Mastro don Gesualdo (pagina 56)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Però siccome il giovane voltava le spalle senza rispondere, con la superbia che avevano tutti quei parenti spiantati, donna Sarina non seppe più frenarsi, raccattando in furia i ferri da calza e gli occhiali, infilando il paniere al braccio senza salutar nessuno ... - Ecco la parola giusta, donna Sarina ... Donna Sarina voleva sapere a ogni costo cosa fosse avvenuto, fingendo d'aver paura ... Donna Sarina s'ostinava ad aver paura, piantandosi su due piedi, frugando di qua e di là cogli occhi curiosi, fissandoli in viso a lui per scovar quel che c'era sotto: - Un caso di colèra, eh? Ce l'han portato sin qui? Qualche briccone? L'han colto sul fatto? - Infine don Gesualdo le mise le mani sulle spalle, guardandola fissamente nel bianco degli occhi: - Donna Sarina, a che giuoco giochiamo? Lasciatemi badare agli affari di casa mia! santo e santissimo! - E la mise bel bello sulla sua strada, di là dal ponticello ... Donna Sarina e tutti gli altri! Serpi nella manica! Dunque, niente visite, finché torno ... La sera, dovunque, si vedevano dei fuochi d'artifizio, una pioggia di razzi, tale e quale la notte di San Lorenzo, Dio liberi! Una donna incinta, che s'era lasciata aiutare da uno sconosciuto, mentre portava un carico di legna al Trimmillito, era morta la stessa notte all'improvviso, senza neanche dire - Cristo aiutami - colla pancia piena di fichi d'India ... Il fatto è che i morti fioccano come le mosche: Donna Marianna Sganci, Peperito ...
Mastro don Gesualdo (pagina 58)
di Giovanni Verga (estratti)

... Sotto la finestra di donna Isabella l'Orbo additò in silenzio l'erba ch'era tutta pesta, quasi ci si fossero davvero sdraiati degli asini ... Sissignore, dov'è alloggiata donna Sarina col nipote ... Il giorno dopo, ricevendo le visite di condoglianza, vestito di nero, colla barba lunga, appena donna Sarina ebbe fatto l'elogio del morto e del vivo, asciugandosi gli occhi, rimboccandosi le maniche per correre in cucina ad aiutare in quello scompiglio, don Gesualdo la fermò nell'andito, senza tanti complimenti ... - Sapete, donna Sarina? ... - Scusate, donna Sarina ...
Mastro don Gesualdo (pagina 63)
di Giovanni Verga (estratti)

... Don Ninì Rubiera, da lontano, col cappello in cima al bastone appoggiato alla spalla, si morsicava le labbra dal dispetto, pensando a quel che era toccato a lui invece, donna Giuseppina Alòsi in moglie, una mandra di figliuoli, la lite per la casa che mastro-don Gesualdo voleva acchiapparsi col pretesto del debito, dopo tanto tempo ... Però invidiavano mastro-don Gesualdo il quale era arrivato a quel posto, e donna Bianca che aveva fatto quel gran matrimonio ... La sua figliuola sarebbe arrivata chissà dove! Donna Agrippina Macrì e le cugine Zacco saettavano occhiate di fuoco sul cappellino elegante d'Isabella, e sui salamelecchi che le faceva il duca di Leyra, inguantato, con un cravattone di raso che gli reggeva il bel capo signorile, giocherellando con un bastoncino sottile che aveva il pomo d'oro ... La signora Capitana fece osservare a don Mommino Neri, il quale era diventato un rompicollo, dopo la storia della prima donna: - È inutile! Basta guardarlo un momento, per saper con chi avete da fare ... Nell'andarsene baciò la mano a donna Bianca ...
Mastro don Gesualdo (pagina 65)
di Giovanni Verga (estratti)

... Lui che non ha potuto pagarvi ancora i denari della prima donna? ... Donna Lavinia, la maggiore delle ragazze, s'era alzata premurosa per servirla in quel che occorresse ... Donna Marietta, l'altra sorella, tirò invece il papà per la falda ... - Donna Marietta, più prudente, tirò il babbo per la falda un'altra volta ...
Mastro don Gesualdo (pagina 66)
di Giovanni Verga (estratti)

... Intanto donna Lavinia si era alzata per andare a prendere un bicchier d'acqua ... Donna Giuseppina invece s'era aggobbita, aveva il viso floscio e grinzoso nel cappuccio rotondo, i capelli di un grigio sudicio, mal pettinati, lisciati in fretta con le mani e fermati dal fazzoletto di seta che portava legato sotto il mento, le mani corrose e nere, delle mani di buona massaia con le quali gesticolava per difendere gli interessi del marito, agitandosi nel cappottino seminato di pillacchere, che la copriva tutta quanta, mostrando in tutta la persona l'incuria e la trascuraggine della signora ricca che non ha bisogno di parere, della moglie che ha cessato di far figliuoli e non deve neppure piacere al marito ... Donna Giuseppina, con le gote gonfie, stringeva le labbra, quasi per non lasciarselo scappare neppur lei ... Allora interloquì donna Giuseppina, contando miserie, una famiglia numerosa, sua suocera, la baronessa, finché viveva lei ... - Ah? - E guardò donna Giuseppina come per chiedere perché non pagasse lei ... - Legge nuova! - interruppe donna Giuseppina con un sorriso agro ... - Fate, fate pure il comodo vostro! - disse donna Giuseppina ...
Mastro don Gesualdo (pagina 67)
di Giovanni Verga (estratti)

... - E donna Giuseppina? Finta, maligna! ... Andateci pure, se no vi restano lì fino a domani! Don Ninì stava ancora seduto sul canapè, sbuffando dal caldo nella sciarpa di lana, col cappello in testa; e donna Giuseppina si era alzata per osservare al buio le galanterie disposte in bell'ordine sui mobili: il servizio da caffè, i fiori di carta sotto le campane di cristallo, l'orologio che segnava sempre la stessa ora ... Cosa volete da me? Donna Giuseppina si era perfino trasformata in volto, appuntando in faccia a questo e a quello gli occhi come due spilli, masticando un sorriso con la bocca nera ... Donna Giuseppina tornò a discorrere del fermento che c'era in paese, della rivoluzione che minacciavano ... - conchiuse donna Giuseppina, - è meglio parlarci chiaro e darci la mano tutti quelli che abbiamo da perdere ... - Ah? voi ridete, ah? - Cosa volete che faccia? Non me ne importa nulla, vi dico! Donna Giuseppina rimase stupefatta: - Come! ... - Tanti saluti a donna Bianca ... Donna Lavinia acconsentiva di tutto cuore, dandosi da fare anche essa, premurosa, impadronendosi già delle chiavi, vigilando ...
Mastro don Gesualdo (pagina 70)
di Giovanni Verga (estratti)

... Giacché erano lì non potevano fare a meno di salire un momento a veder donna Bianca, lui e il baronello ... Le Zacco erano pallide della nottata persa, e donna Lavinia non si reggeva più in piedi ... Donna Agrippina allora li mise fuori tutti quanti ... Donna Agrippina preparava l'altare sul comò, con la tovaglia damascata e i candelieri d'argento ... In quell'istante fece capolino dall'uscio donna Sarina Cirmena, scalmanata, col manto alla rovescia, esitante, guardando intorno per vedere come l'avrebbero accolta, cominciando diggià a fregarsi gli occhi col fazzoletto ricamato ... - No, zia! - disse donna Agrippina ... - È giusto, - disse donna Sarina ... - Vedete? - disse donna Agrippina ... Donna Agrippina si tolse il cingolo della tonaca per ficcarglielo sotto il guanciale ... Anche lui! - borbottò donna Sarina, fingendo di parlare all'orecchio della Macrì ... - Ssst! ssst! - interruppe donna Agrippina ...
Mastro don Gesualdo (pagina 73)
di Giovanni Verga (estratti)

... - La paralitica fulminò un'occhiata feroce, rizzando più che poteva il capo piegato sull'omero, mentre donna Giuseppina la sgridava come una bimba, asciugandole il mento con un fazzoletto sudicio ... - Son venuto a fare il Figliuol Prodigo, via! Siete contenti? Donna Giuseppina era contenta a bocca stretta ... Donna Giuseppina prese la parola lei, scandolezzata: - Ma che discorsi son questi? ... È ancora un bel pezzo di donna! ... Ma i rimasti fuori, che spingevano senza poter entrare, partirono finalmente a strillare viva e morte per conto proprio; e quanti erano in teatro, al baccano, uscirono in piazza, lasciando la prima donna e il signor Pallante a sbracciarsi da soli, colle bandiere in mano ...
Mattinate napoletane (pagina 3)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... Andremo a vedere insieme… Era morta donna Nena la romana, una vecchia che non faceva male a nessuno e che leggeva le lettere alle vicine della via, senza occhiali ... Pasquale al Corso, donna Nena abitava da tre anni, nel cortile del monastero, in una stanzuccia rimpetto al pozzo ... In maggio il sole che lo allagava tutto invogliava donna Nena a uscire dalla sua celletta ... Donna Nena levava il capo dai suoi ritagli, teneva dietro con gli occhi socchiusi al volo dell'uccellino, le mani abbandonate sulle ginocchia ... Donna Nena, laggiù nel cortile, infilava l'ago, sceglieva tra i ritagli, rimaneva un pezzetto con lo sguardo perduto nella fuga degli archi ... Al secondo anno da quando donna Nena era venuta a stare lassù, in una mattina di febbraio ella uscì—come disse a Gaetanella Rocco—per andare a pregare l'amministratore di quel locale perchè le facesse rimettere a un finestrino della celletta un vetro frantumato ... —Infine il piccino è rimasto a donna Nena, alla nonna ...
Mattinate napoletane (pagina 4)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... Donna Nena, lo chiama er ragazzo ... E col vento in casa… —Sentite,—interruppe la rivendugliola—io vi do questo paio di calze pel piccino e voi glie le portate a donna Nena, poveretta ... Passarono sette mesi; morì pure donna Nena, spegnendosi a poco a poco nella sua celletta, col ragazzo che la guardava dal suo seggiolino, appiè del letto ... Un braccio di donna Nena fuori della coperta era steso rigidamente verso di lui, la mano pareva indicasse ... —Questo è il piccino di donna Nena—spiegò Gaetanella Rocco—il figlio della figlia ... Donna Nena se ne andava a Roma! Buon viaggio! Le vicine ridevano ...
Mattinate napoletane (pagina 6)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... Donna Maria, senza nessuno salutare della via, ficcò la gran chiave nella toppa, aperse la porta e sgusciò dentro ... Donna Maria accese un fiammifero ... A un tratto girò sui tacchi, spinse l'uscio che donna Maria aveva socchiuso ed entrò ... Distintamente una frase di donna Maria arrivò alla strada ... Venne fuori donna Maria che voleva parlare e non poteva ...
Novelle rusticane (pagina 23)
di Giovanni Verga (estratti)

... Donna Saridda, la maggiore, aveva quasi trent'anni, e si chiamava ancora donna Saridda perché non crescesse tanto presto ... Donna Saridda se ne tornò a casa tutta contenta, come se ci avesse in tasca il terno al lotto; e non dormì quella notte, pensando a don Giovannino, senza sapere che fra Giuseppe avesse a dirgli: - Siete pazzo, vossignoria, ad entrare nella casata di don Piddu, che fra poco ci fanno il pignoramento? Don Giovannino non badava alla dote ... - E tornavano a casa rasente al muro, lei colla faccia nascosta dentro il manto - ed era sangue di baroni! Il dì del pignoramento donna Saridda, colle lagrime agli occhi, era andata a chiudere tutte le finestre, perché quelli che son nati col don vanno soggetti anche alla vergogna ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 5)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Si continuava da un poco a combattere fuori di ogni legge callistenica, quando risuonò sul pianerottolo un grido sinistro di donna e dietro al grido una voce stridula, che contrastava accanitamente colla voce fessa e turbata dell'oste; e poi si sentì un grande urto e un seguito di colpi violenti nell'uscio con un diabolico scassinamento del catenaccio ... Massimo, che aveva il viso in fiamma, divenne smorto come un cadavere, mi lanciò un'occhiata supplichevole e mi comandò:—Non lasciare entrare quella donna ... La povera donna, messa in sospetto dal contegno misterioso del figlio, era discesa dal letto, aveva dalla finestra vedute le carrozze e siccome non era la prima volta che Massimo partiva per queste spedizioni, si vestì, corse, interrogò il portinaio che non seppe mentire, poi era salita in una carrozza di piazza; ma aveva perduto del tempo nell'inseguirci su qualche falso indizio ... E certamente la donna colla forza che vien dalla disperazione avrebbe finito col buttare il vecchio uscio in terra, se al comando compassionevole di Massimo non fossi corso a mettere le mani sulla maniglia del catenaccio e a puntellare l'uscio colla spalla ... —Cani, cani, cani!—gridava la donna dando terribili scosse al paletto ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 6)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Ma la donna era più forte di me ... Cacciato via l'oste con un pugno terribile nel petto, si era buttata sull'uscio col vigore della sua robusta costituzione di popolana e con scosse forti da sfondare un muro non che un assito tarlato, procurava di levarlo dai cardini, sempre gridando con quella sua voce assassina:—Cani, cani, cani!—Dietro di me inferociva la battaglia; ma non era certo meno feroce la battaglia ch'io sostenevo contro quella donna pazza d'amore e di dolore ... La donna entrò in quel momento ... Non saprei dire come portassero via anche la donna che pareva morta anche lei ... —Ti avevo detto che non era una giornata, da fidarsi—cominciò a gemere donna Ines, che sedeva a fianco del conte sull'elegante phaeton,—Ma parlare con te e parlare col muro è lo stesso ... Donna Ines strillò:—Fermati, fermati… ... Lo scrisse lei stessa qualche giorno dopo in una lunga lettera a donna Mina Besozza: «l'occasion fait le larron: io che soltanto all'idea d'una fessura sento un reuma nel cuore, son uscita da quel diluvio senza il più piccolo raffreddore ... —Va al…—fu per dire la povera donna che, trascinandosi dietro le sottane impegolate, andò a chiedere aiuto a un altro uscio ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 9)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Certi zig zag fatti col lapis sui margini, certe orecchiette di can bracco negli spigoli delle pagine, certi punti ammirativi lunghi la lunghezza del libro non si fanno per nulla; ma donna avvisata mezza salvata ... Le strane donne del drammaturgo norvegese, passando attraverso ai barattoli del pepe e della noce moscata, lasciavano nei sensi e nella fantasia della donna come un profondo desiderio, come una curiosità non soddisfatta ... E Barigini per parte sua affascinato da quella che si dovrebbe chiamare sinceramente attrazione delle molecole, si lasciava condurre a confidenze gelosissime, narrava di lotte domestiche fierissime contro uno zio cardinale che lo aveva diseredato in odio alle sue idee, del tradimento di una donna, una cugina contessa ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 10)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Un senso di profonda umiliazione avvilì la bella donna ... Le sue idee, le sue speranze i suoi orgogli di donna spirituale si rianimavano al contatto di quella voce che conteneva un'anima… —Qua, qua… Anch'essa imparò a odiare la bestia ... Al contatto di Rastignac si sentiva un'altra donna, non più la droghiera di Terzano, ma un amazzone che preparava le armi per una grande battaglia ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 17)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Io ho sempre creduto che non valesse la pena di voler bene a una donna ... Quando un uomo non è capace di comprendere, di compatire, di perdonare non merita più che una donna gli voglia bene… (volta via la faccia alquanto commosso, tracanna d'un fiato il bicchierino, va a collocarlo sullo stipo, e si prepara a congedarsi ... Nicolò, dopo essere rimasto un gran poco come trasognato, si accosta pianino a Teresita e con voce sommessa piena di note tenere e appassionate, dice, quasi curvo su di lei:) Io non ho conosciuto che una donna nella mia vita e basta! la bionda, la bruna, la sentimentale e la donna assennata, tutte le bontà e tutte le bellezze di una creatura di donna son già passate nel mio cuore il giorno che vi siete passata voi, Teresita ... Non credo che una donna possa sopravvivere al suo stesso dolore e alle sue umiliazioni: non credo che possa ancora conservare intatto il tesoro de' suoi affetti e possa compensare un uomo d'averla amata bene una volta… Nicolò ... Donna di poca fede, perchè ingannarci ancora? Teresita ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 27)
di Emilio De Marchi (estratti)

... L'anima gentile e buona del capitano Tazza, perduta e impaurita nel fondo di quel suo gran corpo, risentiva nella voce di quella donna un eco della graziosa voce materna ... Aveva riconosciuta la voce della Ludovina, la sua donna di servizio e la sua persecuzione, che non contenta d'aver accompagnato il padrone fino alla stazione, messa in sospetto, era venuta a cercarlo in casa di queste donne ... —Non mi faccia scappare la pazienza, benedetta donna ... Così dicendo, la donna cercava di mettere in disparte il padrone e di passar oltre; ma Carlinetto fu pronto a mettere la mano sulla chiave ...
Orfeo (pagina 2)
di Angelo Poliziano (estratti)

... Pietoso amor de' nostri passi è duce: non per Cerber legar fei questa via, ma solamente per la donna mia ... Una serpe tra' fior nascosa e l'herba mi tolse la mia donna, anzi il mio core: ond'io meno la vita in pena acerba, né posso più resistere al dolore ... Orpheo: Qual sarà mai sì miserabil canto che pareggi il dolor del mie gran danno? O come potrò mai lacrimar tanto ch'i' sempre pianga el mio mortale affanno? Starommi mesto e sconsolato in pianto per fin ch'e' cieli in vita mi terranno: e poi che sì crudele è mia fortuna, già mai non voglio amar più donna alcuna ... Non sie chi mai di donna mi favelli, po' che mort'è colei ch'ebbe 'l mio core; chi vuol commerzio haver co' mie' sermoni di feminile amor non mi ragioni ... Quant'è misero l'huom che cangia voglia per donna o mai per lei s'allegra o dole, o qual per lei di libertà si spoglia o crede a suo' sembianti, a suo parole! Ché sempre è più leggier ch'al vento foglia e mille volte el dì vuole e disvole; segue chi fugge, a chi la vuol s'asconde, e vanne e vien come alla riva l'onde ...
Piccolo mondo moderno (pagina 43)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Convalescente in Fiesole di una colica epatica, aveva espresso a donna Laura il desiderio di un viaggetto al Garda e molto ribrezzo di andarvi solo ... "Solo?" rispose donna Laura ... Donna Bice e Bertha acconsentirono in omaggio a Dane, Destemps accettò perchè accettava donna Bice, Bessanesi per una curiosità estetica della compagnia, Gonnelli per far divertire la sua Eleonora e anche per pigliarsi spasso dell'idolo e delle svaporate adoratrici ... Donna Laura e donna Bice, vedendo Destemps e Bessanesi ridere, Carlino Dessalle arricciare il naso, capirono benissimo che non era latino spiegabile ...
Piccolo mondo moderno (pagina 44)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... I suoi amici dicevano ch'ella permetteva a Dane di petrarcheggiare un po' con lei per ricordarsi di esser donna, perchè non le avvenisse di mettere in isbaglio un cappello di ministro o un zucchetto di cardinale; e più innocuo memento non si sarebbe trovato ... Appena caduto questo discorso, donna Laura uscì a dire: "E socialismo, qui, ne avete molto?" Carlino rispose che non ne sapeva niente, che viveva perfettamente fuori della politica ... Donna Laura si adirò: "Già Lei, Bessanesi, per un calembour darebbe anche quella di bronzo!" ... " Donna Laura si riscaldò tanto che Carlino, per placarla, le promise di mandar subito un biglietto al marchese con l'invito di salire a villa Diedo per un affare urgente ... Donna Laura gli parlerebbe, lo impegnerebbe, con paroline verdeggianti di lusinghe, a lanciare il genero sul campo di battaglia ... Donna Laura, dissimulando una vaga notizia degli amori di Maironi, pervenutale attraverso il Ministero dell'Interno, domandò se questo signor Maironi avesse ingegno, se si occupasse di studi sociali ... Egli e donna Bice credevano aver conosciuto i Maironi ai Bagni di Bormio ... Gli altri, compresa donna Bice, la trovavano insipida; Destemps no ... Donna Bice si burlava di questa psicologia ... Già donna Bice e Destemps si contraddicevano sempre a questo modo, regolarmente ...
Piccolo mondo moderno (pagina 45)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Nell'attraversare la sala d'Ifigenia, donna Bice disse a Destemps: "Guardate che questo signor Maironi e la padrona di casa ... Donna Bice, che dell'opera goethiana serbava memorie lontane e non l'aveva, del resto, ben penetrata mai, che andava a messa quasi tutte le domeniche e pigliava Pasqua regolarmente, plaudì a Carlino incensante Goethe come il vero Uomo-Dio di una religione superiore, fatta per chi sente tutta la bellezza di tutto l'umano, compreso il senso del divino ... Il discorso passò naturalmente all'amore nella religione goethiana e nella religione degli esteti e donna Laura si pigliò la Gonnellina, scese con lei dalla terrazza nel giardino, perchè i signori avevano preso a discutere, Bice inorridendo forte per il suo diritto di donna desiderabile, e ridendo più forte ancora per il suo diritto di suocera e di nonna, intorno a ciò che chiamavano la moralità sessuale ... Ma dov'è la signora Dessalle?" "Già" esclamò donna Bice ... " Jeanne non proseguì a leggere, si alzò pallida, quasi cupa, scrisse in fretta il biglietto al marchese Scremin e discese in tempo di udire Carlino difendere contro Dane e donna Bice la sua tesi sull'amore e la legge ... Donna Bice ...
Piccolo mondo moderno (pagina 48)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Intanto Jeanne aveva presentato il marchese a donna Laura, li aveva avviati entrambi, senza parere, alla terrazza di ponente dove potevano discorrere in pace ... Donna Laura e il marchese Scremin conversavano ancora sulla terrazza di ponente quando tutta la società si rovesciò a coppie sulla terrazza di levante, scese la gradinata, si avviò per il giardino alla porta lucente della Foresteria ... Donna Bice, la buona signora Colomba Raselli, la Gonnellina, suo padre, Dane, Bessanesi, il maestro Bragozzo fecero: "Oh!" ... "Somiglia un poco a donna Laura" disse il professore Dane ... Donna Laura e il marchese Scremin erano in sala? ...
Piccolo mondo moderno (pagina 49)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Sarebbero stati dimenticati sulla terrazza? Mentre si applaudiva e si rideva, mentre la dama si schermiva dai complimenti degli amici e Carlino attendeva di poter ripigliare la sua stiracchiata similitudine dell'adorna porta con l'adorno esordio di una favola romantica, Jeanne uscì lesta e incontrò in giardino donna Laura, sola ... Siccome Jeanne, udito questo, fece un piccolo "hm!" dubitativo, donna Laura si arrischiò a dire, sorridendo: "Basta che tu voglia!" ... " "Tu?" Già, donna Laura era famosa per le sue prudenze di educatrice e per le sue audacie di maleducata ... "È vero?" chiese donna Laura ... "Ecco" disse donna Laura "egli vorrebbe che io inducessi il ministro a chiedere informazioni, circa questo punto, al Prefetto o che al Prefetto ne parlaste voi ... " Donna Laura, delusa, pensò: che si sieno guastati? E si propose di saperne qualcosa la sera stessa ... "Ah, Bessanesi, Bessanesi, che dice mai?" fece alle sue spalle, battendolo col ventaglio, donna Bice ... Donna Laura prese a braccetto una delle fate, una piccola fata irrequieta e nervosa, sua compagna di classe a Poggio Imperiale, e col pretesto di vedere i Tiepolo si fece portare nell'Anacreontea, il mirabile salottino dei putti, l'ultimo delle stanze verso levante, dove non c'era nessuno ...
Rinaldo (pagina 19)
di Torquato Tasso (estratti)

... 17 D'un così vivo sasso e trasparente era il sepolcro, che scopriva altrui, qual sottil vetro o rio puro e lucente, ciò che avea dentro più riposto in lui: sì che d'ambo i guerrier le luci intente penetrar tosto ne' secreti sui; e vi mirar, quasi incredibil cosa, donna leggiadra in vista ed amorosa ... 19 Mentre i guerrieri a rimirar si stanno la bella donna che sepolta giace, un di color che cerchio a l'arca fanno, e più degli altri in pianto si disface, nel cor rinchiuso il suo gravoso affanno che s'ange più quando la lingua tace, s'armò la testa e in un cavallo ascese, ed in tal modo a ragionar lor prese: 20 — Signor, quest'acqua che qui presso stagna, gustar convienvi, ed ella ha tal valore, ch'a qualunque uom le labbra indi si bagna, nuovo acerbo martir desta nel core; onde convien ch'a pianger qui rimagna questa estinta donzella a tutte l'ore: dunque senza tardar di lei bevete, o morir di mia man pur v'eleggete ... Er'io per cavalier gagliardo e forte, ella diva parea de' sommi giri, non donna umana; e col leggiadro viso ogni selvaggio spirto avria conquiso ... 28 Ma venne, lasso! dal tartareo fondo, a turbar la mia pace e la mia gioia, quella peste crudel che suole al mondo recar sovente incomparabil noia, che 'l sereno d'amor stato giocondo tutto col suo velen turba ed annoia: gelosia venne, e in forme strane e false di Clizia la mia donna il petto assalse ...
Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 5)
di Luigi Pirandello (estratti)

... Benissimo! Lo cacciai difatti, signore! Ma vidi allora questa povera donna restarmi per casa come sperduta, come una di quelle bestie senza padrone, che si raccolgono per carità ... Io non potei più vedermi accanto questa donna ... Ah, miseria, miseria veramente, per un uomo solo, che non abbia voluto legami avvilenti; non ancor tanto vecchio da poter fare a meno della donna, e non più tanto giovane da poter facilmente e senza vergogna andarne in cerca! Miseria? che dico! orrore, orrore: perché nessuna donna più gli può dare amore ... La donna—ecco—la donna, infatti, com'è? Ci guarda, aizzosa, invitante ...
Sodoma e Gomorra (pagina 2)
di Docteur Jaf (estratti)

... Di più, la donna, così come lo professavano Ippocrate e Aristotele, è considerata come la schiava dell'uomo, d'una essenza inferiore, la si tiene per una sorta d'irregolarità nella natura; la si crede incapace di comprendere l'ideale di una passione, di un legame profondo ... Ne risulta che l'uomo disprezzando la donna, la teneva lontano, e i due sessi finivano coll'essersi indifferenti ... La donna allora si ripiegò verso sé stessa, tanto vero che all'amore anti-fisico degli uomini fra di loro, s'aggiunse come conseguenza logica, l'amore, non meno anti-naturale, delle donne con donne ... La Grecia accettò, sin dai tempi eroici, il culto della donna e dell'uomo divinizzati, di cui l'esercizio fu del pari lubrico che nell'Asia Minore ... Questo artifizio allontana la sazietà, sostiene il desiderio di un amante per la donna che ama e gliela fa avvicinare sempre con maggior entusiasmo, ma non bisogna spingere la cosa troppo oltre, l'amante finirebbe collo stancarsi, coll'irritarsi e correrebbe dietro ad altri progetti e ad altri legami; l'amore se ne vola con la stessa leggerezza colla quale è venuto ...
Sodoma e Gomorra (pagina 5)
di Docteur Jaf (estratti)

... In questa Via Sacra si vedeva spesso un Nubiano toccare in sulla spalla di un ragazzo dalla lunga capellatura, era un vecchio senatore dissoluto che chiamava questo giovanetto metamorfosato in donna; altrove un robusto portatore di acqua che si trovava a passar per caso era disputato da due grandi dame che lo avevano notato simultaneamente e che facevano a gara a chi fosse la prima a sacrificargli l'onore ... Queste due donne non fanno che ridere e confondere i loro baci avvinati; Scintilla proclamò la sua amica donna di casa per eccellenza; e questa non fa che lagnarsi dell'indifferenza maritale ... » Seneca ha uno squarcio di sdegno contro la moda degli abiti trasparenti: «Vedo—dice—vesti di seta, se si può dar il nome di vesti a stoffe che non garantiscono nè il corpo, nè il pudore, e con le quali una donna non potrebbe senza mentire, affermare di non essere nuda» ... Se l'età dell'argento ha visto il primo adulterio, l'età del ferro fu madre di ben altri delitti, con essa non si ebbe più una donna degna di toccar le bandelle di Cerere, e di cui un padre non dovesse temerne gli abbracci ... » Questo gran satirico ci presenta ancora la donna crudele ed avvelenatrice; ne ha vedute di quelle che si rovinavano per soddisfare le esigenze dei cantanti e dei ballerini ...
Sodoma e Gomorra (pagina 6)
di Docteur Jaf (estratti)

... Diggià gli esaltati desiderii vogliono essere assopiti; diggià ogni donna riconosce che non stringe tra le braccia se non una donna impotente, e l'antro echeggia di questi unanimi gridi: Introducete gli uomini, la dea lo permette: il mio amante dorme forse? che lo si svegli subito ... Ecco uno dei più curiosi epigrammi di Marziale, egli si rivolge a Galla: «Il tuo viso è tale che nessuna donna oserebbe dirne male, tu non hai neppure una macchia sul corpo ...
Sodoma e Gomorra (pagina 7)
di Docteur Jaf (estratti)

... Su questa donna Giovenale ha scritto pagine terribili: «Appena suo marito si addormentava, ella preferendo un qualunque schifoso strapuntino al letto nuziale ed imperiale, evadeva dal palazzo, seguita da una sola confidente, favorita dalle tenebre e mascherata, si portava in un luogo infame della più putrida prostituzione ... Secondo le dottrine di Carpocrate e di suo figlio, nessuna donna aveva il diritto di rifiutare i suoi favori a chiunque gliene facesse richiesta in virtù del diritto naturale ... Una donna di questa setta, Marcellina, venne a Roma, verso il 160, e vi fece molti proseliti col sudore del proprio corpo! Dopo i festini si commettevano le infamie carnali, quando, le grazie dette, il sacerdote massimo diceva: «Lungi da noi la luce ed i profani ... Gli Adamiti, facevano risalire le loro dottrine al primo uomo, non proscrivevano la donna come gli eredi di Caino e di Saffo ...
Sodoma e Gomorra (pagina 12)
di Docteur Jaf (estratti)

... Una donna, dopo aver assistito a queste oscene rappresentazioni, ne usciva con l'animo insozzato e con lo spirito volto alla lussuria ... La comare, donna piena di esperienza, la consola e la persuade a cercarsi un gagliardo amico; inutile dire che il consiglio venne subito accettato ... «Cari uditori, diceva facendo l'elogio della serata, vi bacio la mano, e voi baciatemi il deretano!» Nelle sue fantasie e nei suoi paradossi, non si vergognava di generare equivoci, come questo: «La donna prudente è quella che ha il palmo della mano peloso ... La donna la più disonesta non era tenuta a dichiarare la sua scandalosa professione, anzi spesso la si vedeva posare a donna di onore, quando non le conveniva di accettare qualche proposta fattale ...
Sodoma e Gomorra (pagina 13)
di Docteur Jaf (estratti)

... Ogni barbiere poteva avere un bagno da uomo o da donna nella sua bottega, e oltre questi vi erano i grandi stabilimenti ... Quando una donna galante incominciava ad accorgersi che gli anni allontanavano i suoi adoratori, per non veder diminuire la fortuna che con essi aveva accumulata, impiegava il suo danaro e la sua esperienza nella fondazione di una casa di onore, dove si giocava, si cenava e si facevano altre illecite cose ... L'uomo che manteneva una donna a tal scopo, non conviveva quasi mai con lei, ed evitava di mostrarsi insieme in pubblico; ma nondimeno era felice a che ...
Sodoma e Gomorra (pagina 15)
di Docteur Jaf (estratti)

... Quale stravaganza in tatti di vedere questa donna uscir nuda dal letto, e farsi calzare una pantofola dal nunzio del Papa e l'altra dal grande elemosiniere, e che questi due prelati si stimavano ben compensati per tal vile e ridicolo impiego, gettando un colpo di occhio fuggitivo sui secreti incanti di una simile bellezza! Il re aveva parecchie volte parlato con piacere della principessa di Lamballe, la Dubarry se ne impensierì e fece parte delle sue preoccupazioni all'abate Ferray, che, da sincero amico, le consigliò di imitare la Pompadour, e di prestarsi, come questa defunta sultana, ai mutevoli gusti del monarca; di fargli qualche volta da ruffiana, di fornirgli qualche giovanetta che potesse per un certo tempo occupare il cuore del re ... In uno di questi scritti intitolato Memorie secrete di una donna pubblica, o avventure della Contessa Du Barry, dalla culla fino al letto di onore, sono narrate tutte le astuzie a cui ella ricorreva per consolarsi dell'esaurimento del re col duca d'Aiguillon ed in mancanza di questi col piccolo Zamore, col quale aveva messo in pratica tutte le teorie dell'Aretino ... «La rivoluzione di Termidoro è stata la vittoria della donna, hanno detto i fratelli de Goncourt, il Terrore rappresentava una tirannia virile, ed era nemico personale della donna, in questo senso che le toglieva ogni influenza, e le dava solo alcuni diritti ...
Sodoma e Gomorra (pagina 17)
di Docteur Jaf (estratti)

... Marziale racconta che ella abusò di dodici giovanette in un giorno solo! Luciano in una violenta satira riprova le orgie delle tribadi di Roma: «Andiamo, uomo del nuovo secolo, egli esclama, legislatore di sconosciute voluttà, poichè tu apri una nuova via alla lubricità degli uomini, accorda dunque alle donne un'eguale licenza; che esse si uniscano in fra di loro, come gli uomini, che provvedute come sono da un simulacro degli organi virili, mostruoso enigma della sterilità feminile, una donna si corichi con un'altra donna, come un uomo con un uomo! «Che questa parola la quale colpisce così raramente le nostre orecchie e che ho vergogna di pronunziare, che l'oscenità delle nostre tribadi trionfi spudoratamente!» A quei tempi si credeva che l'esagerazione della clitoride fosse causa di sterilità; giacchè si raccontava di un agiato Romano il quale avendo sorpreso sua moglie in funzioni tribadiche, con un colpo di rasoio le aveva tagliato quella escrescenza, e che da allora la matrona divenne feconda dopo quattro anni di sterilità ... Se accade che qualche bella donna va a visitarle, questo streghe si mettono a bruciare di amore per essa, non meno ardentemente che gli adolescenti per le giovanette, e sotto forma diabolica le chiedono per compenso di soffrire che esse l'abbraccino ... 3º Le Tribadi moderne Il dottor Chevalier si esprime così: «La donna è portata ad aggrandire il dominio dell'amore, per soddisfare le naturali voluttà ... È lui che sveglia nella donna la curiosità delle sensazioni ignorate, ingannandola nella sua aspettativa con la brutalità o la propria perversa impotenza, non servendosi di lei che come un istrumento di piacere, iniziandola ai misteri dell'amore unilaterale, quando non arriva perfino a condurre, dopo libazioni, la sua compagna di un'ora, la concubina, o la propria legittima sposa in una casa speciale per offrirle lo spettacolo di un lavoro, pel quale un largo tappetto di velluto nero è steso sul pavimento, o per sottomettere lei stessa al saffismo ... D'allora la caduta è irrimediabile; la donna piglia in orrore l'uomo e l'amore e va ...
Sodoma e Gomorra (pagina 18)
di Docteur Jaf (estratti)

... » Che il timore della gravidanza fuori del matrimonio, e quello della maternità nello stato matrimoniale, spingano la donna al vizio, è un fatto provato e non dei meno frequenti ... Se per l'uomo il celibato non è che una parola, per la donna non è la stessa cosa: la paura di divenir madre ne fa una crudele realtà ... Accade spesso che una donna, il cui sentimento amoroso, non si svegliava se non pel proprio sesso, incontri un giorno un uomo verso il quale si sentirà attratta, ella potrà amarlo e sposarlo ... Nondimeno l'amore per l'uomo della donna le cui inclinazioni sono pel tribadismo, sarà un episodio passaggiero della sua vita, ella si vedrà dopo un certo tempo novamente portata verso il proprio sesso ... Il saffismo del marito è sufficiente molte volte, ma spesso però l'ufficio dell'uomo non può procurare alla tribade la sensazione voluttuosa che ella risente dallo stesso atto praticato dalla donna ... Nel matrimonio legittimo si accorda che l'uomo può permettersi qualche strappo alla fedeltà coniugale, mentre la donna deve conservarsi integerrima; così pure nei legami fra due donne, solo il padre, cioè a dire quella che rappresenta la parte attiva, ha il diritto di avere rapporti con l'uomo ... La pazzia saffica è stata spinta tant'oltre nelle case di tolleranza che anni fa si constatava che quasi tutte le prostitute rinchiuse a Saint-Lazare, prigione femminile di Parigi, portavano sul corpo inciso il nome di un'altra donna ... In queste case dove prima il saffismo dell'uomo per la donna era praticato su vasta scala, ora è quasi completamente abbandonato ...
Sodoma e Gomorra (pagina 19)
di Docteur Jaf (estratti)

... Una di esse si maritò, e dopo il matrimonio riprese il legame con l'amica la quale divenne incinta! Bisogna ammettere che la donna maritata aveva, passando dalle braccia del marito in quelle dell'amica, trasportato sulle parti genitali di quest'ultima qualche goccia di sperma! Ecco, per terminare, un esempio che mostra le predisposizioni al tribadismo: Si tratta di una donna trentenne ... A partire da tal epoca, questa donna non trovò più alcun piacere con gli uomini ... Il 5 luglio 1777, comparve a Londra una donna che si vestiva da uomo e che si era già unita in legittime nozze con tre donne ... Nel 1773 un'altra donna travestita da uomo, fece la corte ad una giovanetta per ottenerne la mano, ma senza successo ... Quella che funzionava da donna non svelò il segreto che al letto di morte ... 1 4º Sodomia nella donna La sodomia nella donna, dice il dottor Martineau, non si presenta nelle stesse condizioni, nè nelle stesse circostanze che nell'uomo ... Mentre in quest'ultimo la pederastia possiede un'organizzazione speciale, perfettamente regolata, le sue abitudini di pigrizia, di furto, di ubbriachezza, di delitto, il suo abito esterno, rivelantesi nel modo di vestirsi, di coprirsi di oggetti, di gioielli appartenenti ordinariamente a donne, mentre nel sesso mascolino, questa organizzazione è destinata soprattutto a favorire l'industria colpevole, che a Parigi vien chiamata chantage, avente per iscopo di speculare sulle passioni degli individui, di cui il senso morale è pervertito; nella donna invece le circostanze nelle quali si produce la sodomia sono ben differenti ... Nella donna la sodomia non è un affare di scandalo, e soprattutto non è abitualmente il preludio del furto e del delitto ... La sodomia si osserva nella donna maritata, sia che ella ignori l'abiezione dell'atto a cui il marito la chiama, sia che ella subisca un atto imposto con la violenza, con la brutalità, sia infine che ella vi si sottometta volontariamente per tema che il marito non vada a chiedere alla prostituzione mascolina o femminile la soddisfazione di un appetito genetico che lo domina ... La sodomia si osserva a tutte le età della donna, dagli otto fino ed oltre i cinquanta anni ... La donna è spesso più viziosa dell'uomo, specialmente in fatto di ...
Sodoma e Gomorra (pagina 20)
di Docteur Jaf (estratti)

... Più di quello che non si è tentati di credere, si trovano negli annali giudiziarii questi casi mostruosi, i quali si potrebbero qualificare per stupri a rovescio, cioé a dire introduzione del pene di fanciulli condotto dalla mano della donna nelle proprie parti genitali ... Ve ne ha di quelli che non possono sacrificare a Venere, sie non raccogliendo colla bocca l'orina, o le materie fecali, oppure leccando le regioni del corpo della donna coperte di sudore, come le ascelle, i piedi o semplicemente al sentir l'odore degli escrementi ... Mentre la perversione consiste a ricercare la sottomissione della donna che costituisce il punto più importante ... Un esempio mostruoso di pervertimento fisico e morale è il caso riportato da Marchka, di una donna che a Parigi, fra una certa classe di gente, contro un'entrata pagata, si mostrava, facendosi coprire da un grosso bouledogue addestrato a simile funzione ... La masturbazione è cosa tanto spontanea e naturale nell'uomo e nella donna, i quali non hanno a disposizione il sesso opposto, che è dovuta esistere in tutti i tempi ed in tutti i luoghi ... Il piacere solitario si avvicina all'accoppiamento quando chiede un soccorso; l'uomo masturba l'uomo e la donna la donna ... Nell'uomo non vi sono quasi mai complicazioni, ma nella donna arriva a tali raffinatezze, che questo vizio diventa la sorgente di manovre indecentissime ...
Sodoma e Gomorra (pagina 21)
di Docteur Jaf (estratti)

... avvicinarsi ad una scala su cui una donna è salita; restare in contemplazione sotto un balcone per vedere una gamba che si avanza; entrare furtivamente in una stanza per assistere alla toilette di una sorella, oppure spiarla mentre essa dorme ... » La masturbazione feminile consiste nella frizione dell'organo clitorideo; la quale risulta da manovre della donna impiegate su sè stessa o da una persona straniera ... In talune circostanze simile specie di masturbazione può avvenire per mezzo del fregamento delle coscie, sia che la donna stia seduta, sia che si trovi in una posizione verticale; e si compie con un movimento particolare del bacino, con un dondoleggiamento delle anche ... Spesso la donna per tema della gravidanza chiede all'amante od al marito di essere in tal modo corrotta, prestandosi ella stessa, per compensarlo, ad altri atti antinaturali ... Il dottor Janssens d'Ostenda ha estratto da una vagina un bicchiere di birra che vi stava impigliato per intero! Fra le cause che possono far nascere l'abitudine di masturbarsi nella donna, bisogna in primo luogo contare l'influenza dell'uomo ... Non vi è alcun dubbio infatti che l'impotenza o l'indifferenza del marito predispone la donna al vizio solitario, sopratutto se ella è giovane ed ardente, ma quando l'impotenza del congiunto si accompagna a lascivia, la causa diviene più attiva ... Allora avvengono rapporti contro natura, che non soddisfano la donna, ma che l'eccitano e la spingono alla masturbazione ... Se la donna è fredda ed abile, simula un'impressione che non risente, maniera intelligente questa ...
Sodoma e Gomorra (pagina 22)
di Docteur Jaf (estratti)

... Quando un giovane cerca di ottenere i favori di una donna, qualunque sia la casta a cui essa appartiene, dopo i baci di tutte le specie, per eccitarla maggiormente ricorre a manovre digitali, dopo le quali la donna si abbandona a lui completamente ... Ecco la scuola della masturbazione per la donna, e le cause che bisogna evitare per non essere trascinati a questo vizio, che ha tanta nefasta influenza sul fisico e sul morale e che il più delle volte conduce precocemente alla morte ... In realtà ciò che ha reso naturale l'istinto che spinge l'uomo verso la donna, il maschio verso la femmina, è la moltiplicità delle esperienze durante i secoli scorsi ...
Sodoma e Gomorra (pagina 23)
di Docteur Jaf (estratti)

... Essi hanno ricercato e praticato il coito, ma più tardi, dopo aver esaurito con la donna tutte le voluttà, si sono abbandonati quasi completamente ai rapporti del vizio contro natura ... Per questi individui la donna non ha più attrattive, la sua vista non li eccita più, gli organi di lei non hanno più il potere di svegliare i sensi ... Così come con la donna, pure il coito maschile finisce col condurre alla sazietà; il pederasta cerca allora una nuova soddisfazione, da attivo diviene passivo, poi viene l'onanismo boccale ... » Secondo lo stesso autore sarebbe un errore il credere che il pederasta passivo sia più effeminato di quello attivo, e che si comporti sempre verso quest'ultimo in modo tutto passivo come una donna ... S'ingegnano ad imitar della donna l'intonazione e la delicatezza della voce, la gentilezza e la civetteria dei gesti ... «Il pederasta congenito non prova per la donna e per l'amore naturale se non repulsione e disgusto; quando l'aberrazione è pienamente istallata l'impotenza di fronte all'altro sesso è quasi radicale ...
Sodoma e Gomorra (pagina 24)
di Docteur Jaf (estratti)

... Talvolta li vestono da donna, tal'altra mettono loro barbe posticcie ... Malgrado la depravazione che nasce da una tal disgustevole situazione per l'uomo, malgrado il piacere della concupiscenza che colora tutto agli occhi di quelli che lo praticano, non vi è prostituto maschio, che pari alla donna pubblica, non senta repulsione per l'uomo che lo paga, e da qui nasce necessariamente il bisogno di darsi ad un essere il quale non soltanto non pagherà, ma ancora riceverà dei doni da quello che avrà conquistato ... Secondo Mantegazza in certe parti del Messico si sposerebbero uomini vestiti da donna, ai quali è proibito di portare le armi ... Il Lenone—Case di Tolleranza La caratteristica più notevole nella donna pubblica è quella di ruinare gli uni (amanti-clienti) per sperperare il ricavato, e spesso ruinarsi a sua volta con un altro, il così detto amante di cuore ... Essi allora comincieranno a darsi convegno fuori il cerchio delle loro conoscenze, fuori la casa dove la donna esercita il suo mestiere ... Poi un bel giorno escono insieme, vanno al caffè, ed al momento di pagare lui confessa che non ha un centesimo; lei gli fa passare il portamonete di sotto la tavola, l'amante paga ed intasca il resto, e allora l'uomo non esiste più, il vizio lo ha vinto, domani esigerà del danaro dalla sua donna e si farà da lei mantenere ...
Sodoma e Gomorra (pagina 25)
di Docteur Jaf (estratti)

... caoutchouc produce Ventri di donne con Vagine artificiali dando, dicono i cataloghi dei venditori, all'uomo l'illusione completa della realtà, e procurante sensazioni così dolci e voluttuose quanto quelle che può dare la donna stessa ... Uno di questi industriali annunzia che mandandogli il ritratto della donna che si ama, o che si vuol possedere, o di un'amante morta di cui si rimpiangono gli amplessi, egli la fabbrica tal quale con tutti gli organi ... L'amore tardivo rende il vecchio concupiscente, abietto e ripugnante, gli toglie ogni lume di ragione e di discernimento; troppo animale per sentire, troppo turbato per riflettere, e troppo affrettato soprattutto di godere un ultimo giorno di felicità, questo vecchio satiro diventa così ridicolo che la donna dalla quale è sfruttato, e che ne precipita la morte, non deve molto penare per farlo cadere nelle sue reti ...
Sodoma e Gomorra (pagina 26)
di Docteur Jaf (estratti)

... La signora d'Argencourt, sospettando che avessero fatto ciò per tema che sua figlia non avesse la pretensione di farsi sposare dal re, si sforzava di rassicurare il cardinale e la regina madre, dicendo loro che ella non mirava sì alto, ma che aspirava soltanto al posto di favorita! Il vizio in quel tempo non aspettava l'età matura per svilupparsi nella donna ... Fra queste cause bisogna incriminare l'alimentazione che diventa di più in più animale, la miseria che spinge la donna ad offrirsi all'uomo sotto tutte le forme, e che obbliga nelle grandi città a vivere in una sola stamberga, su un sol mucchio di paglia e padre e madre e figli, i quali ultimi sono corrotti di buon'ora dall'esempio dei genitori che procreano sotto i loro occhi, e dalle reciproche nudità che nulla vela! Quelli che cercano le cause della depravazione moderna nelle letture irritanti, negli spettacoli teatrali, nei balli e nella scollacciatura delle toilettes, dimostrano di non conoscere la storia dell'umanità ... O certo, più uomini sono stati spinti alla concupiscenza dalla carne e dal vino, che non dai libri, dai teatri e dal ballo; e più di questi tre fattori, indiscutibilmente la miseria ha perduto la donna, che obbedendo alla voce del bisogno, si è armata di un fronte senza rossore ed è precipitata nel baratro della prostituzione ...
Stanze della gelosia (pagina 4)
di Torquato Tasso (estratti)

... Se dunque donna io sono de l' alma e de 'l suo core, deggio poter disporre com' ei ne fea, prima ch' ei fesse il dono; e sì come signore può fare il suo talento di legittimo servo, può cambiarlo con oro o con argento, o può donarlo altrui, così poss' io di lui ... Ecco ch' io le comando che volga ad altro oggetto i suoi pensieri amando; ecco io già vo' che serva ad altra donna, e sia omai sua, non più mia ... AMORE Sai che soverchia gioia fa che un' alma si muoia e torni in vita; però se la gradita tua donna, allor ch' i dolci baci accoglie, i suoi tremuli rai t' invola e toglie, ciò vien però che dolcemente langue la sua virtute e lascia il corpo esangue, né dar spirto a' begli occhi, od a le membra vigor, più le rimembra; ma di gioconda morte, fiacca languendo, gode in su le porte ... Scena 3 DONNA, CAVALIERE DONNA Se con l' età fiorita s' è dileguato il fiore de la vaga beltà, ch' alletta amore, in voi, canuto amante, amar che debbo? CAVALIERE Fè salda e costante: che immortal fia, s' è ben mortal la vita ... DONNA Com' esser può fedele quegli, in cui dubbio avanza e timor l' incertissima speranza? CAVALIERE Non teme la mia fede, e certo è 'l dubbio mio, che di mercede degni fiano i miei preghi e le querele ... DONNA Che pregate? Ch' io v' ami? CAVALIERE Che m' amiate vi prego ... DONNA S' amor premio è d' amore, amar vi nego; ché tra le nevi e 'l gelo, di che la bianca età vi sparge il pelo, non vive amor che desioso brami ... DONNA Ma se quel ch' è nascoso si conosce da quel che fuor si mostra, a quai segni vegg' io la fiamma vostra? Ghiaccio è ciò che n' appare ... DONNA Sono gli occhi fallaci, e fallaci i sospiri; ed io, perché gli uni oda e gli altri miri, non son certa de 'l vero, che ne 'l profondo suo volge il pensiero, né riconosco ancor le interne faci ... DONNA Ma se l' amor si pasce di quel che piace, o se ne more in fasce, che trovar puote in voi che lo dilette? CAVALIERE De la vostra bellezza avverrà che m' allumi ripercosso il bel raggio ne' miei lumi; e rimirando voi ne la mia fronte, avrete di voi stessa in me vaghezza ... DONNA Pur le fonti turbate non rendon vera imago, e 'ndarno in lor si mira amante vago ... DONNA S' il mio canto v' è grato, canterò lieta allora felicissimo amor che m' innamora; e tu, compagna mia, fa de gli accenti tuoi meco armonia, qual Progne canta a Filomena a lato: – Santo amor, solo è bello quel che 'l tuo raggio rende chiaro ed illustre e 'l tuo bel foco accende: vero ardor, vera luce non è dove non arde e non riluce negli aspetti e ne l' alme e questo e quello ...
Storia di un'anima (pagina 4)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... si rotola giù di gradino in gradino, percuotendo quasi a morte il frutto esecrato che porta nelle viscere: e la vendetta che trae il marito, mostrando all'antico amante di lei il cadavere della donna senza lume accanto, senza frate, senza croce fra le mani! Dicono le cronache che solesse venire poi la madonna perduta e ripetesse la condanna: Voi non credete in Dio! Da questa donna era nato Ugo; e crebbe cupo, angosciosissimo ... * * * Anch'egli amò la sua donna, ma noi come tutti gli altri ... Fenomeno strano è questo che in un tempo, in cui dal languido romanticismo l'arte e con essa il sentire si avviavano verso il godimento pagano del realismo, strano fenomeno veramente è il vedere questo solitario rifugiarsi nel deserto, con un'immagine sola soavissima nel cuore, meno donna alla fine che luminosa e innocente visione, ch'egli adorò estatico come quel d'Assisi adorò la Vergine sua, «Vi dirò (troverete negli Schizzi dal mare), che una fanciulla bionda, la mia fanciulla che mi cantava le poesie d'Iddio e dell'amore, mi ha fatto piangere e mi ha ammalato a letto ... Immaginiamoci invece il fondo della pineta vastissima colle sue ombre folte: e innanzi al pensiero del vergine giovinetto una immagine di donna, esule da una patria infelice, Lidia: immaginiamoci il vecchio cimitero del villaggio con tutti gli accozzi della rovina, e il fido cane che parla all'amico poeta co' suoi grandi occhi onesti: poi è a pensare un'anima per indole molto religiosa, anche quando la mente non crede più ai misteri sacri del pane e del vino, ma che per una deliziosa superstizione si accosta alla comunione per sentire Iddio nel fremito dell'amore, per vedere Iddio buono e grande attraverso alla diafana idealità della donna! Questo mistico è artista non soltanto come frate Angelico, ma con impeti umani, come la calda scuola de' suoi adorati cinquecentisti; onde il cozzo delle passioni, e voci strazianti, e contraddizioni ed esecrazioni miste ad estasi stupende, e dappertutto un incalzante presentimento di morte ...
Storia di un'anima (pagina 7)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Di una tale esistenza non comune, alla quale s'intreccia un delicato nome di donna, voi troverete nella prima parte di questo libro i documenti ... » E dopo aver raccomandato la sua donna e le sue ceneri, pregava così: «Per mia iscrizione queste sole parole: AMBROGIO BAZZERO NATO…………… MORTO…………… Tout ce qui finit est si court! Erano le parole della sua donna, nelle quali spera di rivivere ... I giornali cittadini di tutti i partiti dissero le lodi del defunto: la famiglia gli eresse un sepolcro, dove a capo della cassa, pose le sue intime memorie e le lettere della sua donna ... Lo leggerò io? Non so perchè, ma fra l'immenso buio che mi ottenebra la vita, un po' di lume cade su quella scena ineffabile che ho sognato mille volte:—cioè:—una donna, la mia donna, spierà me che apro il cofanetto di ferro… ... Se oltre i trent'anni mi aspettassi l'ineffabile felicità che sogno! Consento ad amare poco la mia famiglia, ad essere misantropo, ad essere così scoraggiato, per apprezzare te doppiamente, o mio ideale, o mio unico segno, o mio completamento! Ti desidero, ti supplico, ti voglio! Quante volte oggi satanicamente ghignai alla canna del mio fucile, dicendo:—Dentro c'è la morte!—e guardandone la nera bocca, e invidiando la suprema voluttà della morte…, mi sorrideva a un tratto l'idea: Avrai pace, anima! Nel futuro avrai tante gioie a compensarti i dolori, gioie tranquille, pure, castissime… Sei brutto, corpo mio, ma sei buona, anima mia! Oh sì! sei buona, sei casta, sei amantissima! Voglio anche esser morto, quando la donna mia trovasse questo foglio! Certo non riderebbe! L'inattività, l'inutilità mi avviliscono, il deserto mi schiaccia… ...
Storia di un'anima (pagina 8)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Vorresti prorompere? oh sì! espanderti nei cieli, volare ai mari, cercare i monti, volare volare… ma poi, tutta potentissima, fidente, docile, speranzosa, felice, tutta venirmi alle labbra, e formare un bacio, su una fronte umile di una donna; tutta divenire l'espressione di un ossequio, di una religione, di una felicità, di un nuovo Dio formatosi nel mio cuore, un Dio per la Donna! L'anima, così incatenata come mi è a questi giorni tristissimi, impotenti, irresoluti, sogna per espandersi l'ampiezza, l'altezza, l'incommensurabile, l'infinito, sogna le immense solitudini: l'anima sogna i consorzi umani e vorrebbe dalle solitudini passare ad abbracciare le città, la civiltà, le arti di tanti popoli: l'anima vorrebbe stancarsi, per posare… ... ma il cuore, il povero cuore, tronca siffatti voli, e, modesto, di passo, quieto, religioso, vorrebbe avviarsi, anzi con evidenza s'avvia al futuro: il suo mondo diviene una camerina, la sproporzione dei desideri dell'anima si riduce alla misura delle cose umane, l'infinito si cambia nella vita, divengono stanche ironie le grandi solitudini della Natura e i grandi consorzi degli uomini di fronte ad un santo dovere, ad una donna che popola un universo, irradiando le virtù della fede, della speranza, della carità… ... Faccio della poesia? Ecco la prosa:—vorrei la mia Donna che mi amasse, rendendomi la fede gentile che ho perduto; vorrei un bambino che mi facesse pensare:—Che importa a me degli ambiziosi, dei ricchi, dei gaudenti, dei gloriosi? Eccoti nel bambino la tua ambizione, la tua ricchezza, il tuo gaudio, la tua gloria, il tuo scopo! Oh sì, compiangendo, ma non irridendo le mie poesie di un dì, diventerei un uomo che vive, che sa fare le addizioni e le moltipliche, che sa comperare, sa risparmiare, sa provvedere ai bisogni più prosaici, e vorrei avere uno scrittoio dinnanzi, non un'immensa solitudine, non uno spettacolo di varie civiltà, e da quello vedere il mio orizzonte, cioè i guadagni che potrei fare per la mia famigliuola ...
Storia di un'anima (pagina 11)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... O mio avvenire! O Lidia, se tu sapessi la mia sensibilità, la mia poesia, le mie lagrime! Mi è caro tutto ciò che nella mia memoria è legato con te… Ma non poteva Dio volere ch'io non li vedessi, ch'io fossi tranquillo, ch'io amassi un'altra fanciulla, ch'io a quest'ora fossi già marito e padre, ch'io fossi felice? Perchè Dio volle diversamente?… Crescono le ardenze delle mie febbri, il corpo freme di bisogni fisiologici, l'anima è sempre la stessa a comprendere la donna, il cuore è gonfio, l'ingegno sente la ricchezza del sentimento e… Se tu sapessi i miei scoraggiamomi!… Il mio passato!… O miei sogni, o mia preghiera, o Dio, o Donna, o Tutto, o Lidia!… O Lidia, come ti amo!—Ma che Dio sia almeno giusto, e faccia sì che il mio pensiero dia anche a te un po' di questi tormenti ... —Ho visitato anche la Pinacoteca, adorando le Madonne del quattrocento… Sì, sì, il mio ideale della donna è divino ... Per quattr'anni di seguito, quando a primavera andavo alla chiesa per la comunione, io portavo con me il portafogli col tuo nome! Sante illusioni! E quando l'ostia toccava le mie labbra io mi concentravo nel pensiero:—Lidia crede in Dio!—E la comunione del 74, quando ero convalescente? Oh nessuna preparazione di teologo, nessun libro, nessuna madre, poteva rendermi tanto degno di Iddio, quanto la mia speranza e la tua memoria! Santa religione, santa poesia, fede gentile: Vita, Donna e Dio!—Dimenticavo di non esser bello, d'essere ignorante, d'essere timido alla pratica, sentivo Te, speravo, sentivo la fede che è la vita! O vergine, o bionda, o straniera, chi t'avrebbe detto che tu dovevi tanto deliziare e tanto tormentare un'anima italiana ... Il tuo ritratto! Ecco la vita, la speranza, l'amore, la Donna, la Fede! Ed io ancora ho la speranza, la vita, ...
Storia di un'anima (pagina 20)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Egoista! Chi da giovane ha avuto le ubbriachezze della carne colla femmina, non può o non è degno di sentire il bisogno alto della donna; chi ha sempre avuto religione per la donna, vive per la sua donna, per il suo bambino ... Sorriso di donna, che cosa sei? 8 maggio ...
Storia di un'anima (pagina 23)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Io che vorrei parlarti del mio Giuliano! E tu mi ascolteresti? E se tu non fremessi alle mie tempeste, io ti direi che quel Giuliano fu letto ad un'altra donna, da me a lei, che lasciò ch'io posassi la mia testa sulle sue ginocchia, e toccandola colle sue manine, mi disse:—Credo che ci sia dentro un inferno!—La tua memoria era in me santissima e dolce: e la maliarda libidine mi arroventava e mi strappava le carni ... Il mio Giuliano è un panegìrico, il mio cuore è un sacro cuore! In questi giorni sì mesti e sì squallidi, al declinare dell'anno, a sera, come si desidera la sua donna da guardare in volto!—Mio Dio! Suonano le campane dell'Ave Maria, quella sottile vocina della campanella di sotto mi fa ricordare… ... —Splende il sole e dovrei essere lieto, ma sento il massimo sconforto… M'imagino d'essere in questa casa, ma spopolata, morti tutti e divenute sacre le memorie, ed io vecchio, legato a te, ed obliato da te, senza una donna al fianco che sia stata la gioia di mia madre ... —La natura ha una voce sconfortante per me! Sei tu, anima di donna, che parli a me da quel cielo melanconicamente roseo, da quel nero hosco della botanica, da quel piano silente?… Se tu, o Lidia, in questo momento muori o ti ricordi di me, io prego Dio ... Ma è sì dolce avere con sè una donna gentile! La mia vergine soavissima dov'è? Ho amato le sue memorie contemplando le croci di un cimitero! Almeno tu fossi morta! Almeno fossi morto io! Mi avresti pianto… ... Un altro autunno che finisce! un altro inverno che mi aspetta! Quando ti avrò dimenticata, quando nulla più saprò di te, quando presenterò a mia madre una donna che possa fare la mia contentezza e la sua felicità, sarò io onesto? È a prezzo di tanto dolore ch'io mi dirò finalmente tranquillo? Io mi sono votato ad esser vergine: oh almeno potessi vivere con mio fratello!… solo che farei? Vittoria, m'avevi dato un poco di pace ...
Storia di un'anima (pagina 26)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... passione per le cose antiche, mi rinnegherei, ma Tu dammi—per un'ora sola—il conforto sommo di appoggiare la mia testa sul seno di una donna che mi ami—che io ami!—Chi mi ha amato? È primavera: mi guardo nello specchio—come sono brutto io! 4 marzo ... Oh sento come spenderei bene le mie premure con una donna! La notte veglio penosamente ... Come sarei felice vicino ad una donna! Nel buio scomparirebbero le mie bruttezze ... O mio gentile, o mio santo, o mio mesto ideale della donna! (Sera) ... Ieri ho visitato Mantegazza, De Albertis, Induno, nei loro studi: come li invidio! Il mio studio l'avrò, e nel mio studio verrà una donna a sorridermi?… Mi guardo nello specchio ...
Storia di un'anima (pagina 36)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... LA DONNA? Pegli ... Che cosa è la donna?… La donna ideale pel giovinetto è un flacon d'odore: purissimo cristallo, essenza inebbriante ... La donna reale pel giovanotto, in società, è lo stesso flacon: parliamone bene ... E lei ci crede? —Stupenda creazione della poesia! Platone, imaginando la teorìa sua, unì il cielo alla terra: fece la donna sorella dell'uomo: levò gl'innamorati alla incorruttibilità degli Dei ... Come avrà amato lui! —Amando una donna di sessant'anni ...
Storia di un'anima (pagina 37)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Una colpa è dei novellieri, i quali crearono tante mandole da far credere che ogni cuore avesse cinque o sei o sette corde armoniche: mentre invece i cavalieri, che partivano per le guerre o le crociale o i pellegrinaggi, trattavano la donna come un usciere tratta un mobile impegnato, coi suggelli e coi visti ... Messer canonico, chi ve li cullava i vostri, la bionda, la nera o la castagna?—Ogni anima gentile, sì, amando la donna di un altro, o fingendo d'amarla, dalla bertesca dei poeti ne lodava i rigori, i virtuosi rigori, o le compassionevoli concessioni: e così la donna-moglie e la famiglia furono lasciate ai poverini senza garbo, che temevano di avere alle tempia… ... Sicuro, sicurissimo tornò a Sofia: e lei? Fu donna, fece una smorfia che le impedì di vedere una medaglia al valore guerresco ...
Storia di un'anima (pagina 38)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Fiori nelle manine di lui che s'alzano al cielo, fiori tra gli occhi suoi e quelli della fanciulla complice dei primi pianti soavi e dei primi sorrisi consapevoli, fiori tra la sua mente e l'azzurro e cadano sulla testina di lei!…—Anche tu ami, o figliuolo? O donna, il figliuolo nostro ama! E chi non ama? E la sua vergine sorride ... —E la donna? Come volarono gli anni! La mamma, sempre santa, bellissima, felice, sempre porse fiori e sempre amore ... Zena, consolata dai ponentelli freschissimi puritani, bruna donna di Lerici, bionda etrusca di Sarzana, Janua antica, perfino le tue fortificazioni mi sembrano fascie e corone d'amore alle pendici caldissime! Quante volte io volli sapere, più che la tua fastosa voluttà, la tua potenza! E seppi che Filippo Visconti, quando l'ebbe nelle spire della sua biscia, si credeva già signore d'Italia ... Via! di codesta donna marchesaccia siamo stufi ...