Libri dio
Libri su dio, con la parola dio
Confessioni di un Italiano (pagina 52)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Dio sta sopra di noi, e lo dicono giusto e veggente ... Noi, figliuoli di Dio, ciechi ingiusti ed oppressi, colla voce cogli scritti colle opere lo neghiamo ad ogni momento ... — Nella morte, nella morte!! dica nella vita, nella vera vita che durerà sempre! — sclamò come inspirata la Clara — ed ecco dove Dio risorge, e torna ad aver ragione sulle contraddizioni di quaggiù ... — Dio dev'essere dappertutto — soggiunse Lucilio con una tal voce nella quale un divoto avrebbe desiderato maggior calore di fede ... — Sì, Dio è dappertutto! — riprese ella con un sorriso angelico, mandando gli occhi per ogni parte del cielo — non lo vede non lo sente non lo respira dovunque? I buoni pensieri, i dolci affetti, le passioni soavi donde ci vengono se non da lui? ... Oh io lo amo il mio Dio come fonte di ogni bellezza e di ogni bontà! Se mai vi fu argomento che valesse a persuadere un incredulo d'alcuna verità religiosa, fu certo l'aria divina che si diffuse in quel momento sulle sembianze di Clara ... Il fiore perde la freschezza e il profumo; ma la memoria del fiore ci rimane nell'anima incorruttibile ed odorosa per sempre! — Dio mio, per sempre, per sempre! — sclamò Lucilio correndo colla veemenza degli affetti dove lo chiamava l'opportunità di quegli istanti quasi solenni ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 58)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La sola Clara lo udiva e cercava aiutarlo col persuadere la Contessa a farsi animo e a sperare in Dio ... — Dio, Dio! è proprio tempo di ricorrere a Dio! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 76)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Del resto una saggia economia, un buon ordine di casa, una buona dose di timor di Dio, e la dote della modestia sono tutti i pregi delle nostre figliole ... Economia, buon ordine, timor di Dio, modestia! ... Sarei anche per dire che ce n'è d'avanzo; perché già il buon ordine insegna gli sparagni, e il timor di Dio conduce all'umiltà ... Per quel giorno non giudicò opportuno toccar l'argomento, e barcamenò così bene che quando si alzarono dal gioco per andarsene, la Contessa narrava, credo, le sue delizie giovanili, e i bei tempi di Venezia, e Dio sa quali altri vecchiumi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 80)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Dio mi tragge per un'altra strada: sarei una cattivissima moglie e posso continuare a vivere da figliuola dabbene; la mia coscienza mi comanda di attenermi a quest'ultimo partito ... “Mi dicevano che è stupida!” pensava l'ottimo padre “altro che stupida! Mi accorgo che avrò una stizzosa gatta da pelare, e bravo se ci riesco!” — Or dunque — soggiunse egli a voce alta — ella saprà prima di me che l'obbedienza è la prima legge delle figliuole coscienziose e timorate di Dio ... Onora il padre e la madre se vuoi vivere lungamente sopra la terra; lo disse il medesimo Dio, ed ella finora ha sempre messo in pratica questo divino precetto ... Dio la vuol rimeritare della sua insigne pietà, del suo filiale rispetto! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 104)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Allora tentai un ultimo colpo, fidando nella rettitudine delle mie intenzioni che Dio sa se potevano essere più generose ... — Puoi dunque chieder conforto a Dio e rassegnarti ... Per pietà non parlarmi di lui, perché mi dimentico alle volte perfino i comandamenti di Dio! ... Dio voglia passarmela buona! ... Hai fatto benissimo a farmi risovvenire di Dio ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 131)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Lucilio — rispose ella premendo alquanto quella mano sul cuore — io ho giurato innanzi a Dio di amarvi, ho giurato nel mio cuore di farvi felice per quanto starà in me ... È vero: me ne sovvengo sempre, e mi adopero sempre perché le mie promesse abbiano quel maggiore effetto che Dio loro consente ... Io son entrata in questo luogo di pace per fidare l'anima mia a Dio e alla sua Provvidenza; vi ho trovato affetti pensieri e conforti che mi fanno omai guardare con ribrezzo al resto del mondo ... Ve lo ripeto con le mani in croce: pensate a me! — Oh ci penso! ci penso anche troppo, Lucilio; perché son troppo impigliata nelle cose mondane per sollevarmi pura e semplice a Dio! ... Non v'è più bene non v'è più speranza, altro che nel cielo per le anime timorate di Dio ... Perché stabilire una famiglia in questa società che non ha più rispetto a Dio ed alla Chiesa? ... Non prendetevi scherno del mio dolore, della mia rabbia! Pensate a quello che dite, Clara; pensate che voi dovete render conto dell'anima mia a quel Dio che adorate e che intendete servir meglio consumando un sì atroce delitto ... Ora, come prossimo, nulla più che come prossimo, io vi domando che vi ricordiate dei vostri giuramenti e che non vi facciate un merito presso a Dio di essere spergiura! ... Dio abborre e condanna gli spergiuri; Dio rifiuta i sacrifizi offerti a prezzo delle lagrime e del sangue altrui! ... Di più io non potrei concedervi perché Dio me lo proibisce! — Dio adunque vi comanda di uccidermi! — esclamò con un urlo Lucilio ... Dio avrà orrore di tali preghiere! — Lucilio! — soggiunse modestamente la Clara ... — Convertitevi al timore di Dio e alla fede vera fuor della quale non v'è salute! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 132)
di Ippolito Nievo (estratti)
... vi fanno colpevole mortalmente dinanzi a Dio! Non oltraggiate la santità di quelle anime che sposano su questa terra il loro Creatore per renderlo più clemente verso i loro fratelli d'esilio! ... È merito loro se molte anime deboli diventano così forti e sublimi da appoggiare ogni speranza in Dio, e da riguardar le parole d'un semplice voto come una barriera insuperabile che le divide per sempre dal consorzio dei tristi e degli increduli ... — La società è opera di Dio e chi si ritragge da essa ha il rimorso del delitto o la codardia dello spavento, o la dappocaggine dell'inerzia nell'animo! ... I voti ch'io pronuncerò domenica solennemente dinanzi all'altare di Dio, li ho già espressi col cuore dinanzi al medesimo Dio in quella notte fatale che i nemici della religione e di Venezia entrarono in questa città ... Fummo otto ad offerire la nostra libertà la nostra vita per l'allontanamento di quel flagello, e se quegli infami quegli scellerati saranno costretti ad abbandonare la preda sì vilmente guadagnata, Dio avrà forse benignamente riguardato il nostro sacrifizio! ... Clara, io vi lascio a Dio, ma Dio vi vorrà egli? ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 167)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Maledicete, maledicete anche a nome mio i vili e i traditori! Con quella mano che innalzaste a Dio come per affidargli le vostre vendette, rapite un fascio de' suoi fulmini e scagliatelo loro sul capo! ... Dio la serbò per sé, e non ha voluto ch'io me ne macchiassi le mani ... Benedetta la clemenza di Dio! ... — Temervi? — riprese sempre con calma l'Aglaura — due cose sole io temo, la mia coscienza e Dio! ... Ci sposeremo, e pensi Dio al resto ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 169)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Mio Dio! quale sventura! dico sventura, perché non ne avreste avuto colpa, e tuttavia sono fatalità che come i delitti più tremendi lasciano nell'anima eterni rimorsi ... — Prima di tutto fui all'aperto, all'aria libera a respirare, a chieder ispirazione da Dio; indi come il cuore mi consigliava tornai in questa casa, interrogai i padroni, i portinai ... Quel vapore di disperazione s'era disciolto; già mi pareva impossibile che Dio permettesse colle sembianze dell'innocenza una tanta nefandità ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 233)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Tu sei scrupolosa cristiana e deferisci agli uomini quel supremo ministero di giustizia che Dio ha riserbato a se stesso! ... I figliuoli poi non so da qual legge di carità sieno messi in grado di giudicare e punire le colpe dei padri! — Non dico questo, — mormorò l'Aquilina — ma Dio può ben permettere che il dottor Ormenta ignori le strettezze di suo padre, perché questi sia castigato anche durante il pellegrinaggio terreno delle sue ribalderie! ... Avrei voluto aggiungere che così era comandato, perché appunto la ragione l'ordine sociale e la coscienza inducevano la necessità di quei comandamenti; desiderava insomma che la volontà di Dio fosse loro dimostrata, oltreché nella parola della rivelazione, anche nelle leggi e nelle necessità morali che regolano la coscienza degli individui e la pubblica giustizia ... Prima di tutto la natura, interprete di Dio, ci pose nell'animo di preferire il minor male al più grande, e poi l'istinto della compassione ci obbliga ad ogni accorgimento perché la felicità dei nostri simili sia tutelata piucché è possibile contro le soperchierie dei malvagi ... Preparar dunque gli animi dei fanciulli in modo che, anche provvisti di queste credenze, debbano ubbidire per intimo sentimento alla regola universale di giustizia che illumina le coscienze, sarà non solamente opera di prudente educator sociale, ma anche cura lodevole e consentanea alla natura pietosa di Dio! Quanto al poter supporre questo pervertimento nelle opinioni di color che si istituiscono, gli uomini son sempre uomini, perciò mutabili sempre, né ci veggo né ci vedrò mai sacrilegio di sorta ...
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Corbaccio (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma, alla croce di Dio, io farò di quelle a te che tu fai a me ... Fatti in costà: se Dio m'aiuti, tu non mi toccherai: va' dietro a quelle di che tu se' degno; ché certo tu non eri degno d'avere me; e fai ben ritratto di quel che tu se' ... Pensa che tu non mi ricogliesti del fango; e Dio il sa chenti e quali erano quelli che se l'arebbono tenuto in grazia d'avermi presa senza dote, e sarei stata donna e madonna d'ogni lor cosa: e a te diedi cotante centinaia di fiorini d'oro, né mai pur d'un bicchiere d'acqua non ci pote' esser donna, senza mille rimbrotti de' frateti e de' fanti tuoi: basterebbe s'io fossi la fante loro! E' fu bene la mia disaventura ch'io mai ti vidi: che fiaccar possa la coscia chi prima ne fece parola!” ...
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Corbaccio (pagina 22)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per la qual cosa, non altramenti che spirato da Dio, a dovere con effetto della misera valle uscire mi dispuosi ... E voi vi rimanete con Dio ...
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Decameron (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” “Oh, benedetto sia tu da Dio!” disse il frate “come bene hai fatto! e, faccendolo, hai tanto più meritato, quanto, volendo, avevi più d'arbitrio di fare il contrario che non abbiam noi e qualunque altri son quegli che sotto alcuna regola son constretti ... ” E appresso questo il domandò se nel peccato della gola aveva a Dio dispiaciuto ... ” “Oh!” disse ser Ciappelletto “padre mio, non mi dite questo per confortarmi: ben sapete che io so che le cose che al servigio di Dio si fanno, si deono fare tutte nettamente e senza alcuna ruggine d'animo: e chiunque altramenti fa, pecca ... Ma voi dovete sapere che mio padre mi lasciò ricco uomo, del cui avere, come egli fu morto, diedi la maggior parte per Dio; e poi, per sostentar la vita mia e per potere aiutare i poveri di Cristo, ho fatte mie piccole mercatantie e in quelle ho disiderato di guadagnare ... E sempre co' poveri di Dio, quello che guadagnato ho, ho partito per mezzo, la mia metà convertendo ne' miei bisogni, l'altra metà dando loro: e di ciò m'ha sì bene il mio Creatore aiutato, che io ho sempre di bene in meglio fatti i fatti miei ... ” “Bene hai fatto:” disse il frate “ma come ti se' tu spesso adirato?” “Oh!” disse ser Ciappelletto “cotesto vi dico io bene che io ho molto spesso fatto; e chi se ne potrebbe tenere, veggendo tutto il dì gli uomini fare le sconce cose, non servare i comandamenti di Dio, non temere i suoi giudicii? Egli sono state assai volte il dì che io vorrei più tosto essere stato morto che vivo, veggendo i giovani andar dietro alle vanità e udendogli giurare e spergiurare, andare alle taverne, non visitar le chiese e seguir più tosto le vie del mondo che quella di Dio ... ” Disse allora il frate: “Figliuol mio, cotesta è buona ira, né io per me te ne saprei penitenza imporre; ma per alcun caso avrebbeti l'ira potuto inducere a fare alcuno omicidio o a dire villania a persona o a fare alcuna altra ingiuria?” A cui ser Ciappelletto rispose: “Oimè, messere, o voi mi parete uomo di Dio: come dite voi coteste parole? o s'io avessi avuto pure un pensieruzzo di fare qualunque s'è l'una delle cose che voi dite, credete voi che io creda che Idio m'avesse tanto sostenuto? Coteste son cose da farle gli scherani e i rei uomini, de' quali qualunque ora io n'ho mai veduto alcuno, sempre ho detto: «Va, che Idio ti converta» ... ” Allora disse il frate: “Or mi di', figliuol mio, che benedetto sie tu da Dio: hai tu mai testimonianza niuna falsa detta contra alcuno o detto male d'altrui o tolte dell'altrui cose senza piacere di colui di cui sono?” “Mai messer sì, “ rispose ser Ciappelletto “che io ho detto male d'altrui; per ciò che io ebbi già un mio vicino che, al maggior torto del mondo, non faceva altro che batter la moglie, sì che io dissi una volta male di lui alli parenti della moglie, sì gran pietà mi venne di quella cattivella, la quale egli, ogni volta che bevuto avea troppo, conciava come Dio vel dica ...
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Decameron (pagina 9)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... venduto e io messigli in una mia cassa senza annoverare, ivi bene a un mese trovai ch'egli erano quatro piccioli più che esser non doveano; per che, non rivedendo colui e avendogli serbati bene uno anno per rendergliele, io gli diedi per l'amor di Dio ... ” Disse allora il frate: “O, altro hai tu fatto?” “Messer sì, “ rispose ser Ciappelletto “ché io, non avvedendomene, sputai una volta nella chiesa di Dio ... ” Disse allora ser Ciappelletto: “E voi fate gran villania, per ciò che niuna cosa si convien tener netta come il santo tempio, nel quale si rende sacrificio a Dio ... ” Allora il santo frate disse: “Va via, figliuolo, che è ciò che tu di'? Se tutti i peccati che furon mai fatti da tutti gli uomini, o che si debbon fare da tutti gli uomini mentre che il mondo durerà, fosser tutti in uno uom solo, e egli ne fosse pentuto e contrito come io veggio te, si è tanta la benignità e la misericordia di Dio, che, confessandogli egli, gliele perdonerebbe liberamente: e per ciò dillo sicuramente ... ” Disse allora ser Ciappelletto sempre piagnendo forte: “Oimè, padre mio, il mio è troppo gran peccato, e appena posso credere, se i vostri prieghi non ci si adoperano, che egli mi debba mai da Dio esser perdonato ... ” Veggendo il frate non essere altro restato a dire a ser Ciappelletto, gli fece l'absoluzione e diedegli la sua benedizione, avendolo per santissimo uomo, sì come colui che pienamente credeva esser vero ciò che ser Ciappelletto avea detto: e chi sarebbe colui che nol credesse, veggendo uno uomo in caso di morte dir così? E poi, dopo tutto questo, gli disse: “Ser Ciappelletto, con l'aiuto di Dio voi sarete tosto sano; ma se pure avvenisse che Idio la vostra benedetta e ben disposta anima chiamasse a sé, piacevi egli che 'l vostro corpo sia sepellito al nostro luogo?” Al quale ser Ciappelletto rispose: “Messer sì, anzi non vorrei io essere altrove, poscia che voi m'avete promesso di pregare Idio per me: senza che io ho avuta sempre spezial divozione al vostro Ordine ... Li due fratelli, li quali dubitavan forte non ser Ciappelletto gl'ingannasse, s'eran posti appresso a un tavolato, il quale la camera dove ser Ciappelletto giaceva dividea da un'altra, e ascoltando leggiermente udivano e intendevano ciò che ser Ciappelletto al frate diceva; e aveano alcuna volta sì gran voglia di ridere, udendo le cose le quali egli confessava d'aver fatte, che quasi scoppiavano: e fra sé talora dicevano: “Che uomo è costui, il quale né vecchiezza né infermità né paura di morte, alla qual si vede vicino, né ancora di Dio, dinanzi al giudicio del quale di qui a picciola ora s'aspetta di dovere essere, dalla sua malvagità l'hanno potuto rimuovere, né far che egli così non voglia morire come egli è vivuto?” ... E nella chiesa postolo, il santo frate, che confessato l'avea, salito in sul pergamo di lui cominciò e della sua vita, de' suoi digiuni, della sua virginità, della sua simplicità e innocenzia e santità maravigliose cose a predicare, tra l'altre cose narrando quello che ser Ciappelletto per lo suo maggior peccato piangendo gli avea confessato, e come esso appena gli avea potuto metter nel capo che Idio gliele dovesse perdonare, da questo volgendosi a riprendere il popolo che ascoltava, dicendo: “E voi, maladetti da Dio, per ogni fuscello di paglia che vi si volge tra' piedi bestemmiate Idio e la Madre e tutta la corte ...
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Decameron (pagina 52)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... A cui la donna disse: “Io ve ne priego per Dio; e s'egli questo negasse, sicuramente gli dite che io sia stata quella che questo v'abbia detto e siamivene doluta ... La donna rispose: “Padre mio, le novelle che io ho non sono altre che di quello maladetto da Dio vostro amico, di cui io mi vi ramaricai l'altrieri, per ciò che io credo che egli sia nato per mio grandissimo stimolo e per farmi far cosa, che io non sarò mai lieta né mai ardirò poi di più pormivi a' piedi ... E oltre a questo, avendo io già renduto indietro la borsa e la cintola alla feminetta che recata l'avea, ché gliele riportasse, e brutto commiato datole, temendo che essa per sé non la tenesse e a lui dicesse che io l'avessi ricevuta, sì come io intendo che elle fanno alcuna volta, la richiamai indietro e piena di stizza gliele tolsi di mano e holla recata a voi, acciò che voi gliele rendiate e gli diciate che io non ho bisogno di sue cose, per ciò che, la mercé di Dio e del marito mio, io ho tante borse e tante cintole che io ve l'afogherei entro ... Io il ripresi l'altrieri, e egli m'ha male attenuto quello che egli mi promise: per che, tra per quello e per questo che nuovamente fatto ha, io gli credo per sì fatta maniera riscaldar gli orecchi, che egli più briga non ti darà: e tu, con la benedizion di Dio, non ti lasciassi vincere tanto all'ira, che tu a alcun de' tuoi il dicessi, ché gli ne potrebbe troppo di mal seguire ... Né dubitar che mai, di questo, biasimo ti segua, ché io sarò sempre e dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini fermissimo testimonio della tua onestà ... Credo che ella porti grandissime pene di vedermi in questa tribulazione di questo nemico di Dio; e per ciò vorrei che voi mi diceste per l'anime loro le quaranta messe di san Grigoro e delle vostre orazioni, acciò che Idio gli tragga di quel fuoco pennace”; e così detto gli pose in mano un fiorino ...
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Decameron (pagina 65)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Disse Ferondo: “O ritornavi mai chi muore?” Disse il monaco: “Sì, chi Dio vuole ... Ma dimmi, chi se' tu che questo mi fai?” Disse il monaco: “Io sono anche morto, e fui di Sardigna; e perché io lodai già molto a un mio signore l'esser geloso, sono stato dannato da Dio a questa pena, che io ti debba dare mangiare e bere e queste battiture infino a tanto che Idio dilibererà altro di te e di me ... L'abate adunque la seguente notte fece con una voce contrafatta chiamar Ferondo nella prigione e dirgli: “Ferondo, confortati, ché a Dio piace che tu torni al mondo; dove tornato, tu avrai un figliuolo della tua donna, il quale farai che tu nomini Benedetto, per ciò che per gli prieghi del tuo santo abate e della tua donna e per amor di san Benedetto ti fa questa grazia ... ” Ferondo, udendo questo, fu forte lieto e disse: “Ben mi piace: Dio gli dea il buono anno a messer Domenedio e all'abate e a san Benedetto e alla moglie mia casciata, melata, dolciata ... Il quale, sembianti faccendo di levarsi d'orazione, disse: “Figliuoli, non abbiate paura; prendete la croce e l'acqua santa e appresso di me venite, e veggiam ciò che la potenza di Dio ne vuol mostrare”; e così fece ... ” L'abate disse: “Lodata sia la potenza di Dio! Va dunque, figliuolo, poscia che Idio t'ha qui rimandato, e consola la tua donna, la quale sempre, poi che tu di questa vita passasti, è stata in lagrime, e sii da quinci innanzi amico e servidor di Dio ...
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Decameron (pagina 68)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Io ti richeggio per Dio che le condizion postemi per li due cavalieri che io ti mandai, tu le mi osservi: e ecco nelle mie braccia non un sol figliuolo di te, ma due, e ecco qui il tuo anello ... La quale, non essendo cristiana e udendo a molti cristiani che nella città erano molto commendare la cristiana fede e il servire a Dio, un dì ne domandò alcuno in che maniera e con meno impedimento a Dio si potesse servire ... Il quale le rispose che coloro meglio a Dio servivano che più dalle cose del mondo fuggivano, come coloro facevano che nelle solitudini de' diserti di Tebaida andati se n'erano ... La quale rispose che, spirata da Dio, andava cercando d'essere al suo servigio e ancora chi le 'nsegnasse come servire gli si convenia ... E tentato primieramente con certe domande, lei non avere mai uomo conosciuto conobbe e così esser semplice come parea: per che s'avisò come, sotto spezie di servire a Dio, lei dovesse recare a' suoi piaceri ... E primieramente con molte parole le mostrò quanto il diavolo fosse nemico di Domenedio, e appresso le diede a intendere che quel servigio che più si poteva far grato a Dio si era rimettere il diavolo in Inferno, nel quale Domenedio l'aveva dannato ... A cui Rustico disse: “Hai il ninferno; e dicoti che io mi credo che Idio t'abbia qui mandata per la salute dell'anima mia, per ciò che se questo diavolo pur mi darà questa noia, ove tu vogli aver di me tanta pietà e sofferire che io in inferno il rimetta, tu mi darai grandissima consolazione e a Dio farai grandissimo piacere e servigio, se tu per quello fare in queste parti venuta se', che tu di' ... ” E così detto, menata la giovane sopra uno de' lor letticelli, le 'nsegnò come star si dovesse a dovere incarcerare quel maladetto da Dio ...
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Decameron (pagina 69)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... veramente nemico di Dio, ché ancora al ninferno, non che altrui, duole quando egli v'è dentro rimesso ... Ma ritornatagli poi nel seguente tempo più volte e la giovane ubidente sempre a trargliele si disponesse, avvenne che il giuoco le cominciò a piacere e cominciò a dire a Rustico: “Ben veggio che il vero dicevano que' valenti uomini in Capsa, che il servire a Dio era così dolce cosa; e per certo io non mi ricordo che mai alcuna altra io ne facessi che di tanto diletto e piacer mi fosse, quanto è il rimettere il diavolo in inferno; e per ciò io giudico ogni altra persona, che a altro che a servire a Dio attende, essere una bestia”; per la qual cosa essa spesse volte andava a Rustico e gli dicea: “Padre mio, io son qui venuta per servire a Dio e non per istare oziosa; andiamo a rimettere il diavolo in inferno ... ” Così adunque invitando spesso la giovane Rustico e al servigio di Dio confortandolo, sì la bambagia del farsetto tratta gli avea, che egli a tal ora sentiva freddo che un altro sarebbe sudato; e per ciò egli incominciò a dire alla giovane che il diavolo non era da gastigare né da rimettere in inferno se non quando egli per superbia levasse il capo: “E noi per la grazia di Dio l'abbiamo sì isgannato, che egli priega Idio di starsi in pace”, e così alquanto impose di silenzio alla giovane ... E così alcuna volta le sodisfaceva, ma sì era di rado, che altro non era che gittare una fava in bocca al leone: di che la giovane, non parendole tanto servire a Dio quanto voleva, mormorava anzi che no ... Ma essendo ella domandata dalle donne di che nel diserto servisse a Dio, non essendo ancora Neerbale giaciuto con lei, rispose che Il serviva di rimettere il diavolo in Inferno e che Neerbale avea fatto gran peccato d'averla tolta da così fatto servigio ... ” Poi l'una all'altra per la città ridicendolo, vi ridussono in volgar motto che il più piacevol servigio che a Dio si facesse era rimettere il diavolo in inferno: il qual motto, passato di qua da mare, ancora dura ... E per ciò voi, giovani donne, alle quali la grazia di Dio bisogna, apparate a rimettere il diavolo in inferno, per ciò che egli è forte a grado a Dio e piacere delle parti, e molto bene ne può nascere e seguire ...
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Decameron (pagina 70)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Costui per la morte della sua donna tanto sconsolato rimase, quanto mai alcuno altro amata cosa perdendo rimanesse; e veggendosi di quella compagnia, la quale egli più amava, rimaso solo, del tutto si dispose di non volere più essere al mondo ma di darsi al servigio di Dio e il simigliante fare del suo piccol figliuolo ... Per che, data ogni sua cosa per Dio, senza indugio se n'andò sopra Monte Asinaio, e quivi in una piccola celletta se mise col suo figliuolo, col quale di limosine in digiuni e in orazioni vivendo, sommamente si guardava di non ragionare, là dove egli fosse, d'alcuna temporal cosa né di lasciarnegli alcuna vedere acciò che esse da così fatto servigio nol traessero, ma sempre della gloria di vita eterna e di Dio e de' santi gli ragionava, nulla altro che sante orazioni insegnandogli ... Era usato il valente uomo di venire alcuna volta a Firenze: e quivi secondo le sue oportunità dagli amici di Dio sovenuto, alla sua cella tornava ... Filippo gliele disse; al quale il garzon disse: “Padre mio, voi siete oggimai vecchio e potete male durar fatica; perché non mi menate voi una volta a Firenze, acciò che, faccendomi cognoscere gli amici e divoti di Dio e vostri, io, che son giovane e posso meglio faticar di voi, possa poscia pe' nostri bisogni a Firenze andare quando vi piacerà, e voi rimanervi qui?” Il valente uomo, pensando che già questo suo figliuolo era grande e era sì abituato al servigio di Dio, che malagevolmente le cose del mondo a sé il dovrebbono omai poter trarre, seco stesso disse: “Costui dice bene”; per che, avendovi a andare, seco il menò ...
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Decameron (pagina 75)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma ora fosse piacere di Dio che così delle loro bugie a tutti intervenisse come a un frate minore, non miga giovane, ma di quelli che de' maggior cassesi era tenuto a Vinegia: del quale sommamente mi piace di raccontare, per alquanto gli animi vostri pieni di compassione per la morte di Ghismunda forse con risa e con piacer rilevare ... E stato alquanti dì, preso un suo fido compagno, n'andò a casa madonna Lisetta: e, trattosi da una parte in una sala con lei e non potendo da altri esser veduto, le si gittò davanti inginocchione e disse: “Madonna, io vi priego per Dio che voi mi perdoniate di ciò che io domenica, ragionandomi voi della vostra bellezza, vi dissi, per ciò che sì fieramente la notte seguente gastigato ne fui, che mai poscia da giacere non mi son potuto levar se non oggi ... Il quale io appresso domandai perché ciò fatto avesse, e egli rispose: ‘Per ciò che tu presummesti oggi di riprendere le celestiali bellezze di madonna Lisetta, la quale io amo, da Dio in fuori, sopra ogni altra cosa ... ” Donna zucca al vento, la quale era anzi che no un poco dolce di sale, godeva tutta udendo queste parole e verissime tutte le credea; e dopo alquanto disse: “Io vi diceva ben, frate Alberto, che le mie bellezze eran celestiali; ma, se Dio m'aiuti, di voi m'incresce, e infino a ora, acciò che più non vi sia fatto male, io vi perdono, sì veramente che voi mi diciate ciò che l'angelo poi vi disse ...
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Decameron (pagina 107)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Se Dio mi salvi, di così fatte femine non si vorrebbe avere misericordia: elle si vorrebbero uccidere, elle si vorrebbon vive vive metter nel fuoco e farne cenere!” Poi, del suo amico ricordandosi, il quale ella sotto la cesta assai presso di quivi aveva, cominciò a pregar Pietro che s'andasse a letto, per ciò che tempo n'era ... Il quale essendo da Pietro riconosciuto, sì come colui a cui Pietro per le sue cattività era andato lungamente dietro, essendo da lui domandato: “Che fai tu qui?” niente a ciò gli rispose ma pregollo che per l'amor di Dio non gli dovesse far male ... Alla quale Pietro postosi a seder di rimpetto disse: “Or tu maladicevi così testé la moglie d'Ercolano e dicevi che arder si vorrebbe e che ella era vergogna di tutte voi: come non dicevi di te medesima? o se di te dir non volevi, come ti sofferiva l'animo di dir di lei, sentendoti quello medesimo aver fatto che ella fatto avea? Certo niuna altra cosa vi t'induceva se non che voi siete tutte così fatte, e con l'altrui colpe guatate di ricoprire i vostri falli: che venir possa fuoco da cielo che tutte v'arda, generazion pessima che voi siete!” La donna, veggendo che egli nella prima giunta altro male che di parole fatto non l'avea e parendole conoscere lui tutto gongolare per ciò che per man tenea un così bel giovinetto, prese cuore e disse: “Io ne son molto certa che tu vorresti che fuoco venisse da cielo che tutte ci ardesse, sì come colui che se' così vago di noi come il can delle mazze; ma alla croce di Dio egli non ti verrà fatto ... – Elissa, ricevuto l'onore, sì come per adietro era stato fatto così fece ella: ché dato col siniscalco primieramente ordine a ciò che bisogno facea per lo tempo della sua signoria, con contentamento della brigata disse:–Noi abbiamo già molte volte udito che con be' motti o con risposte pronte o con avvedimenti presti molti hanno già saputo con debito morso rintuzzare gli altrui denti o i sopravegnenti pericoli cacciar via; e per ciò che la materia è bella e può essere utile, voglio che domane con l'aiuto di Dio infra questi termini si ragioni, cioè di chi, con alcun leggiadro motto tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvedimento fuggì perdita o pericolo o scorno ...
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Decameron (pagina 122)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” La donna lo 'ncominciò a pregar per l'amor di Dio che piacer gli dovesse d'aprirle, per ciò che ella non veniva donde s'avvisava ma da vegghiare con una sua vicina, per ciò che le notti eran grandi e ella nolle poteva dormir tutte né sola in casa vegghiare ... ” Per queste parole niente si mosse Tofano dalla sua sciocca opinione; per la qual cosa la donna disse: “Or ecco, io non posso più sofferire questo tuo fastidio: Dio il ti perdoni! farai riporre questa mia rocca che io lascio qui”; e questo detto, essendo la notte tanto obscura, che appena si sarebbe potuto veder l'un l'altro per la via, se n'andò la donna verso il pozzo; e, presa una grandissima pietra che a piè del pozzo era, gridando “Idio, perdonami!” la lasciò cadere entro nel pozzo ... Ella, lasciato stare il parlar piano come infino allora aveva fatto, quasi gridando cominciò a dire: “Alla croce di Dio, ubriaco fastidioso, tu non c'enterai stanotte; io non posso più sofferire questi tuoi modi: egli convien che io faccia vedere a ogn'uomo chi tu se' e a che ora tu torni la notte a casa ... La donna co' suoi vicini diceva: “Or vedete che uomo egli è! Che direste voi se io fossi nella via come è egli, e egli fosse in casa come sono io? In fé di Dio che io dubito che voi non credeste che egli dicesse il vero: ben potete a questo conoscere il senno suo! Egli dice a punto che io ho fatto ciò che io credo che egli abbia fatto egli ... Esse stanno tutta la settimana rinchiuse e attendono alle bisogne familiari e domestiche, disiderando, come ciascun fa, d'aver poi il dì delle feste alcuna consolazione, alcuna quiete, e di potere alcun diporto pigliare, sì come prendono i lavoratori de' campi, gli artefici delle città e i reggitori delle corti, come fé Idio che il dì settimo da tutte le sue fatiche si riposò, e come vogliono le leggi sante e le civili, le quali, allo onor di Dio e al ben comune di ciascun riguardando, hanno i dì delle fatiche distinti da quegli del riposo ...
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Decameron (pagina 152)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” “Non piaccia a Dio!” disse il medico “io non sono di questi assiderati, io non curo freddo: poche volte è mai che io mi lievi la notte così per bisogno del corpo, come l'uom fa talvolta, che io mi metta altro che il pilliccion mio sopra 'l farsetto; e per ciò io vi sarò fermamente ... Il medico si volea scusare e dir delle sue sciagure e come e dove egli era stato gittato; al quale Buffalmacco disse: “Io vorrei che egli v'avesse gittato dal ponte in Arno: perché ricordavate voi o Dio o santi? non vi fu egli detto dinanzi?” Disse il medico: “In fé di Dio non ricordava ... ” Il medico cominciò a chieder perdono e a pregargli per Dio che nol dovesser vituperare, e con le migliori parole che egli poté s'ingegnò di paceficargli; e per paura che essi questo suo vitupero non palesassero, se da indi adietro onorati gli avea, molto più gli onorò e careggiò con conviti e altre cose da indi innanzi ...
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Decameron (pagina 162)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Rispose Calandrino: “Deh! sì, per l'amor di Dio, facciasi tosto ... ” Come la donna udì questo, non le parve giuoco: ma levatasi in piè cominciò a dire: “Oimè, ladro piuvico, faimi tu questo? Alla croce di Dio, ella non andrà così, che io non te ne paghi ... ” La Niccolosa diceva: “O tu hai la gran fretta! Lasciamiti prima vedere a mio senno: lasciami saziar gli occhi di questo tuo viso dolce!” Bruno e Buffalmacco n'erano andati da Filippo, e tutti e tre vedevano e udivano questo fatto; e essendo già Calandrino per voler pur la Niccolosa basciare, ecco giugner Nello con monna Tessa; il quale come giunse disse: “Io fo boto a Dio che sono insieme”; e all'uscio della casa pervenuti, la donna, che arrabbiava, datovi delle mani il mandò oltre, e entrata dentro vide la Niccolosa addosso a Calandrino; la quale, come la donna vide, subitamente levatasi fuggì via e andossene là dove era Filippo ... Alla fé di Dio, egli non era ora la Tessa quella che t'impregnava, che Dio la faccia trista chiunque ella è, ché ella dee ben sicuramente esser cattiva cosa a aver vaghezza di così bella gioia come tu se'!” Calandrino, vedendo venir la moglie, non rimase né morto né vivo, né ebbe ardire di far contro di lei difesa alcuna: ma pur così graffiato e tutto pelato e rabbuffato, ricolto il cappuccio suo e levatosi, cominciò umilmente a pregar la moglie che non gridasse se ella non volesse che egli fosse tagliato tutto a pezzi, per ciò che colei, che con lui era, era moglie del signor della casa ...
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Decameron (pagina 175)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Messere Ansaldo, se prima si maravigliava, udendo la donna molto più s'incominciò a maravigliare: e dalla liberalità di Giliberto commosso il suo fervore in compassione cominciò a cambiare e disse: “Madonna, unque a Dio non piaccia, poscia che così è come voi dite, che io sia guastatore dello onore di chi ha compassione al mio amore; e per ciò l'esser qui sarà, quanto vi piacerà, non altramenti che se mia sorella foste, e quando a grado vi sarà liberamente vi potrete partire, sì veramente che voi al vostro marito di tanta cortesia, quanta la sua è stata, quelle grazie renderete che convenevoli crederete, me sempre per lo tempo avvenire avendo per fratello e per servidore ... Il nigromante, al quale messer Ansaldo di dare il promesso premio s'apparecchiava, veduta la liberalità di Giliberto verso messer Ansaldo e quella di messer Ansaldo verso la donna, disse: “Già Dio non voglia, poi che io ho veduto Giliberto liberale del suo onore e voi del vostro amore, che io similmente non sia liberale del mio guiderdone; e per ciò, conoscendo quello a voi star bene, intendo che vostro sia ... ” Il cavaliere si vergognò e ingegnossi di fargli o tutto o parte prendere; ma poi che invano si faticava, avendo il nigromante dopo il terzo dì tolto via il suo giardino e piacendogli di partirsi, il comandò a Dio: e spento del cuore il concupiscibile amore, verso la donna acceso d'onesta carità si rimase ...
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La divina commedia (pagina 2)
di Dante Alighieri (estratti)
... I' son fatta da Dio, sua mercé, tale,
che la vostra miseria non mi tange,
né fiamma d'esto 'ncendio non m'assale ... Disse: - Beatrice, loda di Dio vera,
ché non soccorri quei che t'amò tanto,
ch'uscì per te de la volgare schiera?
Non odi tu la pieta del suo pianto,
non vedi tu la morte che 'l combatte
su la fiumana ove 'l mar non ha vanto? -
Al mondo non fur mai persone ratte
a far lor pro o a fuggir lor danno,
com'io, dopo cotai parole fatte,
venni qua giù del mio beato scanno,
fidandomi del tuo parlare onesto,
ch'onora te e quei ch'udito l'hanno" ... Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro ... Incontanente intesi e certo fui
che questa era la setta d'i cattivi,
a Dio spiacenti e a' nemici sui ... Bestemmiavano Dio e lor parenti,
l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme
di lor semenza e di lor nascimenti ... Poi si ritrasser tutte quante insieme,
forte piangendo, a la riva malvagia
ch'attende ciascun uom che Dio non teme ...
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La divina commedia (pagina 7)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ma perché frode è de l'uom proprio male,
più spiace a Dio; e però stan di sotto
li frodolenti, e più dolor li assale ... A Dio, a sé, al prossimo si pòne
far forza, dico in loro e in lor cose,
come udirai con aperta ragione ... Puossi far forza ne la deïtade,
col cor negando e bestemmiando quella,
e spregiando natura e sua bontade;
e però lo minor giron suggella
del segno suo e Soddoma e Caorsa
e chi, spregiando Dio col cor, favella ... Ma dimmi: quei de la palude pingue,
che mena il vento, e che batte la pioggia,
e che s'incontran con sì aspre lingue,
perché non dentro da la città roggia
sono ei puniti, se Dio li ha in ira?
e se non li ha, perché sono a tal foggia?" ... Ed elli a me "Perché tanto delira",
disse "lo 'ngegno tuo da quel che sòle?
o ver la mente dove altrove mira?
Non ti rimembra di quelle parole
con le quai la tua Etica pertratta
le tre disposizion che 'l ciel non vole,
incontenenza, malizia e la matta
bestialitade? e come incontenenza
men Dio offende e men biasimo accatta?
Se tu riguardi ben questa sentenza,
e rechiti a la mente chi son quelli
che sù di fuor sostegnon penitenza,
tu vedrai ben perché da questi felli
sien dipartiti, e perché men crucciata
la divina vendetta li martelli" ... "Filosofia", mi disse, "a chi la 'ntende,
nota, non pure in una sola parte,
come natura lo suo corso prende
dal divino 'ntelletto e da sua arte;
e se tu ben la tua Fisica note,
tu troverai, non dopo molte carte,
che l'arte vostra quella, quanto pote,
segue, come 'l maestro fa 'l discente;
sì che vostr'arte a Dio quasi è nepote ...
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La divina commedia (pagina 26)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ed elli: "O frate, andar in sù che porta?
ché non mi lascerebbe ire a' martìri
l'angel di Dio che siede in su la porta ... Guarda s'alcun di noi unqua vedesti,
sì che di lui di là novella porti:
deh, perché vai? deh, perché non t'arresti?
Noi fummo tutti già per forza morti,
e peccatori infino a l'ultima ora;
quivi lume del ciel ne fece accorti,
sì che, pentendo e perdonando, fora
di vita uscimmo a Dio pacificati,
che del disio di sé veder n'accora" ... Io dirò vero, e tu 'l ridì tra ' vivi:
l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno
gridava: "O tu del ciel, perché mi privi?
Tu te ne porti di costui l'etterno
per una lagrimetta ...
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La divina commedia (pagina 34)
di Dante Alighieri (estratti)
... Io sentia voci, e ciascuna pareva
pregar per pace e per misericordia
l'Agnel di Dio che le peccata leva ... E se Dio m'ha in sua grazia rinchiuso,
tanto che vuol ch'i' veggia la sua corte
per modo tutto fuor del moderno uso,
non mi celar chi fosti anzi la morte,
ma dilmi, e dimmi s'i' vo bene al varco;
e tue parole fier le nostre scorte" ... Ben v'èn tre vecchi ancora in cui rampogna
l'antica età la nova, e par lor tardo
che Dio a miglior vita li ripogna:
Currado da Palazzo e 'l buon Gherardo
e Guido da Castel, che mei si noma,
francescamente, il semplice Lombardo ... Dio sia con voi, ché più non vegno vosco ...
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La divina commedia (pagina 36)
di Dante Alighieri (estratti)
... "O eletti di Dio, li cui soffriri
e giustizia e speranza fa men duri,
drizzate noi verso li alti saliri" ... Poi ch'io potei di me fare a mio senno,
trassimi sovra quella creatura
le cui parole pria notar mi fenno,
dicendo: "Spirto in cui pianger matura
quel sanza 'l quale a Dio tornar non pòssi,
sosta un poco per me tua maggior cura ... Fino a quel punto misera e partita
da Dio anima fui, del tutto avara;
or, come vedi, qui ne son punita ...
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La divina commedia (pagina 39)
di Dante Alighieri (estratti)
... Però mi dì, per Dio, che sì vi sfoglia;
non mi far dir mentr'io mi maraviglio,
ché mal può dir chi è pien d'altra voglia" ... Se prima fu la possa in te finita
di peccar più, che sovvenisse l'ora
del buon dolor ch'a Dio ne rimarita,
come se' tu qua sù venuto ancora?
Io ti credea trovar là giù di sotto,
dove tempo per tempo si ristora" ... Tanto è a Dio più cara e più diletta
la vedovella mia, che molto amai,
quanto in bene operare è più soletta;
ché la Barbagia di Sardigna assai
ne le femmine sue più è pudica
che la Barbagia dov'io la lasciai ...
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La divina commedia (pagina 47)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ond'ella, appresso d'un pïo sospiro,
li occhi drizzò ver' me con quel sembiante
che madre fa sovra figlio deliro,
e cominciò: "Le cose tutte quante
hanno ordine tra loro, e questo è forma
che l'universo a Dio fa simigliante ... Beatrice in suso, e io in lei guardava;
e forse in tanto in quanto un quadrel posa
e vola e da la noce si dischiava,
giunto mi vidi ove mirabil cosa
mi torse il viso a sé; e però quella
cui non potea mia cura essere ascosa,
volta ver' me, sì lieta come bella,
" Drizza la mente in Dio grata", mi disse,
"che n'ha congiunti con la prima stella" ... S'io era corpo, e qui non si concepe
com'una dimensione altra patio,
ch'esser convien se corpo in corpo repe,
accender ne dovria più il disio
di veder quella essenza in che si vede
come nostra natura e Dio s'unio ...
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La divina commedia (pagina 49)
di Dante Alighieri (estratti)
... Sì cominciò Beatrice questo canto;
e sì com'uom che suo parlar non spezza,
continüò così 'l processo santo:
"Lo maggior don che Dio per sua larghezza
fesse creando, e a la sua bontate
più conformato, e quel ch'e' più apprezza,
fu de la volontà la libertate;
di che le creature intelligenti,
e tutte e sole, fuoro e son dotate ... Or ti parrà, se tu quinci argomenti,
l'alto valor del voto, s'è sì fatto
che Dio consenta quanto tu consenti;
ché, nel fermar tra Dio e l'omo il patto,
vittima fassi di questo tesoro,
tal quale io dico; e fassi col suo atto ...
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La divina commedia (pagina 50)
di Dante Alighieri (estratti)
... Tosto che con la Chiesa mossi i piedi,
a Dio per grazia piacque di spirarmi
l'alto lavoro, e tutto 'n lui mi diedi;
e al mio Belisar commendai l'armi,
cui la destra del ciel fu sì congiunta,
che segno fu ch'i' dovessi posarmi ... Molte fïate già pianser li figli
per la colpa del padre, e non si creda
che Dio trasmuti l'arme per suoi gigli!
Questa picciola stella si correda
d'i buoni spirti che son stati attivi
perché onore e fama li succeda:
e quando li disiri poggian quivi,
sì disvïando, pur convien che i raggi
del vero amore in sù poggin men vivi ... Per non soffrire a la virtù che vole
freno a suo prode, quell'uom che non nacque,
dannando sé, dannò tutta sua prole;
onde l'umana specie inferma giacque
giù per secoli molti in grande errore,
fin ch'al Verbo di Dio discender piacque
u' la natura, che dal suo fattore
s'era allungata, unì a sé in persona
con l'atto sol del suo etterno amore ... Però d'un atto uscir cose diverse:
ch'a Dio e a' Giudei piacque una morte;
per lei tremò la terra e 'l ciel s'aperse ... Tu dici: "Ben discerno ciò ch'i' odo;
ma perché Dio volesse, m'è occulto,
a nostra redenzion pur questo modo" ...
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La divina commedia (pagina 51)
di Dante Alighieri (estratti)
... Vostra natura, quando peccò tota
nel seme suo, da queste dignitadi,
come di paradiso, fu remota;
né ricovrar potiensi, se tu badi
ben sottilmente, per alcuna via,
sanza passar per un di questi guadi:
o che Dio solo per sua cortesia
dimesso avesse, o che l'uom per sé isso
avesse sodisfatto a sua follia ... Dunque a Dio convenia con le vie sue
riparar l'omo a sua intera vita,
dico con l'una, o ver con amendue ... Né tra l'ultima notte e 'l primo die
sì alto o sì magnifico processo,
o per l'una o per l'altra, fu o fie:
ché più largo fu Dio a dar sé stesso
per far l'uom sufficiente a rilevarsi,
che s'elli avesse sol da sé dimesso;
e tutti li altri modi erano scarsi
a la giustizia, se 'l Figliuol di Dio
non fosse umilïato ad incarnarsi ... "Però ch'i' credo che l'alta letizia
che 'l tuo parlar m'infonde, segnor mio,
là 've ogne ben si termina e s'inizia,
per te si veggia come la vegg'io,
grata m'è più; e anco quest'ho caro
perché 'l discerni rimirando in Dio ...
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La divina commedia (pagina 54)
di Dante Alighieri (estratti)
... Come si volgon per tenera nube
due archi paralelli e concolori,
quando Iunone a sua ancella iube,
nascendo di quel d'entro quel di fori,
a guisa del parlar di quella vaga
ch'amor consunse come sol vapori;
e fanno qui la gente esser presaga,
per lo patto che Dio con Noè puose,
del mondo che già mai più non s'allaga:
così di quelle sempiterne rose
volgiensi circa noi le due ghirlande,
e sì l'estrema a l'intima rispuose ... Illuminato e Augustin son quici,
che fuor de' primi scalzi poverelli
che nel capestro a Dio si fero amici ... Ruppe il silenzio ne' concordi numi
poscia la luce in che mirabil vita
del poverel di Dio narrata fumi,
e disse: "Quando l'una paglia è trita,
quando la sua semenza è già riposta,
a batter l'altra dolce amor m'invita ...
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La divina commedia (pagina 60)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ché l'una de lo 'nferno, u' non si riede
già mai a buon voler, tornò a l'ossa;
e ciò di viva spene fu mercede:
di viva spene, che mise la possa
ne' prieghi fatti a Dio per suscitarla,
sì che potesse sua voglia esser mossa ... L'altra, per grazia che da sì profonda
fontana stilla, che mai creatura
non pinse l'occhio infino a la prima onda,
tutto suo amor là giù pose a drittura:
per che, di grazia in grazia, Dio li aperse
l'occhio a la nostra redenzion futura;
ond'ei credette in quella, e non sofferse
da indi il puzzo più del paganesmo;
e riprendiene le genti perverse ... O predestinazion, quanto remota
è la radice tua da quelli aspetti
che la prima cagion non veggion tota!
E voi, mortali, tenetevi stretti
a giudicar; ché noi, che Dio vedemo,
non conosciamo ancor tutti li eletti;
ed ènne dolce così fatto scemo,
perché il ben nostro in questo ben s'affina,
che quel che vole Iddio, e noi volemo" ... Ma quell'alma nel ciel che più si schiara,
quel serafin che 'n Dio più l'occhio ha fisso,
a la dimanda tua non satisfara,
però che sì s'innoltra ne lo abisso
de l'etterno statuto quel che chiedi,
che da ogne creata vista è scisso ... Così ricominciommi il terzo sermo;
e poi, continüando, disse: "Quivi
al servigio di Dio mi fe' sì fermo,
che pur con cibi di liquor d'ulivi
lievemente passava caldi e geli,
contento ne' pensier contemplativi ...
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La divina commedia (pagina 61)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ma grave usura tanto non si tolle
contra 'l piacer di Dio, quanto quel frutto
che fa il cor de' monaci sì folle;
ché quantunque la Chiesa guarda, tutto
è de la gente che per Dio dimanda;
non di parenti né d'altro più brutto ... Veramente Iordan vòlto retrorso
più fu, e 'l mar fuggir, quando Dio volse,
mirabile a veder che qui 'l soccorso" ...
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La divina commedia (pagina 62)
di Dante Alighieri (estratti)
... Lo real manto di tutti i volumi
del mondo, che più ferve e più s'avviva
ne l'alito di Dio e nei costumi,
avea sopra di noi l'interna riva
tanto distante, che la sua parvenza,
là dov'io era, ancor non appariva:
però non ebber li occhi miei potenza
di seguitar la coronata fiamma
che si levò appresso sua semenza ... Quivi trïunfa, sotto l'alto Filio
di Dio e di Maria, di sua vittoria,
e con l'antico e col novo concilio,
colui che tien le chiavi di tal gloria ... XXIV "O sodalizio eletto a la gran cena
del benedetto Agnello, il qual vi ciba
sì, che la vostra voglia è sempre piena,
se per grazia di Dio questi preliba
di quel che cade de la vostra mensa,
prima che morte tempo li prescriba,
ponete mente a l'affezione immensa
e roratelo alquanto: voi bevete
sempre del fonte onde vien quel ch'ei pensa" ... Finito questo, l'alta corte santa
risonò per le spere un "Dio laudamo"
ne la melode che là sù si canta ...
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La divina commedia (pagina 63)
di Dante Alighieri (estratti)
... Come 'l segnor ch'ascolta quel che i piace,
da indi abbraccia il servo, gratulando
per la novella, tosto ch'el si tace;
così, benedicendomi cantando,
tre volte cinse me, sì com'io tacqui,
l'appostolico lume al cui comando
io avea detto: sì nel dir li piacqui!
XXV Se mai continga che 'l poema sacro
al quale ha posto mano e cielo e terra,
sì che m'ha fatto per molti anni macro,
vinca la crudeltà che fuor mi serra
del bello ovile ov'io dormi' agnello,
nimico ai lupi che li danno guerra;
con altra voce omai, con altro vello
ritornerò poeta, e in sul fonte
del mio battesmo prenderò 'l cappello;
però che ne la fede, che fa conte
l'anime a Dio, quivi intra' io, e poi
Pietro per lei sì mi girò la fronte ... Li altri due punti, che non per sapere
son dimandati, ma perch'ei rapporti
quanto questa virtù t'è in piacere,
a lui lasc'io, ché non li saran forti
né di iattanza; ed elli a ciò risponda,
e la grazia di Dio ciò li comporti" ... E io: "Le nove e le scritture antiche
pongon lo segno, ed esso lo mi addita,
de l'anime che Dio s'ha fatte amiche ... E io udi': "Per intelletto umano
e per autoritadi a lui concorde
d'i tuoi amori a Dio guarda il sovrano ...
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La divina commedia (pagina 67)
di Dante Alighieri (estratti)
... Presso e lontano, lì, né pon né leva:
ché dove Dio sanza mezzo governa,
la legge natural nulla rileva ... Ma poco poi sarà da Dio sofferto
nel santo officio; ch'el sarà detruso
là dove Simon mago è per suo merto,
e farà quel d'Alagna intrar più giuso" ... Qual è colui che forse di Croazia
viene a veder la Veronica nostra,
che per l'antica fame non sen sazia,
ma dice nel pensier, fin che si mostra:
"Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace,
or fu sì fatta la sembianza vostra?";
tal era io mirando la vivace
carità di colui che 'n questo mondo,
contemplando, gustò di quella pace ...
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La divina commedia (pagina 68)
di Dante Alighieri (estratti)
... Io vidi sopra lei tanta allegrezza
piover, portata ne le menti sante
create a trasvolar per quella altezza,
che quantunque io avea visto davante,
di tanta ammirazion non mi sospese,
né mi mostrò di Dio tanto sembiante;
e quello amor che primo lì discese,
cantando "Ave, Maria, gratïa plena",
dinanzi a lei le sue ali distese ... Li occhi da Dio diletti e venerati,
fissi ne l'orator, ne dimostraro
quanto i devoti prieghi le son grati;
indi a l'etterno lume s'addrizzaro,
nel qual non si dee creder che s'invii
per creatura l'occhio tanto chiaro ...
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Fermo e Lucia (pagina 7)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... moribonda, pensò all'inferno, a Dio, alla Beata Vergine, e si risvegliò da quel sogno di sangue con ispavento e con rimorso, e con una specie di gioja di non aver fatto niente ... – Dio mi ajuterà – disse, e deposto ogni pensiero di pigliar l'archibugio, continuò la sua strada per andare ad informare Lucia e la madre del tristo stato delle cose ... «Lucia,» disse Fermo, con una voce nella quale più non si distingueva che la tristezza, «Lucia per oggi è finita, e Dio sa quando saremo marito e moglie ... Lucia atterrita, costernata, vergognosa, singhiozzando, arrossando, sclamò: «Santissima Vergine! Chi avrebbe creduto che le cose sarebbero giunte a questo segno! Quel senza timore di Dio di Don Rodrigo veniva spesso alla filanda a vederci trarre la seta ... Ma la filanda era sul finire per grazia di Dio, e per quei pochi giorni io stetti sempre in mezzo alle altre di modo ch'egli non mi potè cogliere ...
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Fermo e Lucia (pagina 11)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Se io avessi fatta una elemosina come gli altri, Fra Canziano avrebbe dovuto girare Dio sa quanto, prima di aver la bisaccia piena, e di tornare al convento; e colle ciarle che avrebbe fatte e sentite, forse avrebbe dimenticata la mia commissione ... Pretendo alla fine delle fini di sposare una donna secondo la legge di Dio ... » «Addio Fermo,» disse Lucia; «andate a casa, Dio ci ajuterà e non è lontano il tempo che potremo star sempre insieme ... » Alcuni, che in tempi ordinarj non avrebbero osato fermare e interrogare il Padre Guardiano, fatti più animosi per la miseria dei tempi gli dicevano: «Come anderà questa faccenda, Padre Galdino?» «Sperate in Dio che non vi abbandonerà ...
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Fermo e Lucia (pagina 15)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Quando la storia fu terminata; «Dio benedetto!» sclamò il Padre Cristoforo: «fino a quando li lascerai fare costoro?» Indi volgendosi tosto alle donne: «poverette!» disse: «Dio vi ha visitate: povera Lucia! mah! non vi perdete d'animo: Dio vi ajuterà, ve lo prometto io: oh non vi ha mica creata perchè foste tormentata da costui: Dio ha i suoi fini, e al termine delle cose si vede la sua mano ... Ascoltate; io vi prometto di non abbandonarvi: oh non vi abbandonerò certo; mah! Dio sa quello che io potrò fare: e chi sa che Dio non voglia servirsi di un uomo da nulla come son io per cambiare un prepotente, e per sollevare dei poverelli ... Lasciate ch'io pensi un momento che cosa si possa fare per andare incontro al pericolo più pressante, e poi Dio provvederà ... Eh qui non facciamo niente: costui gli spaventa tutti: toccare Don Rodrigo, già! per amor di Dio! chi l'oserebbe? Ma il mondo poi non finisce qui: costui fa il tiranno spaventa questi poveri foresi che lo credono più potente che non è! E il cordone di San Francesco ha legate altre spade che quella di costui: se potessi mettere in moto le mie barbe a Milano ...
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Fermo e Lucia (pagina 20)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Con questo pensiero, riprese: «Signor Don Rodrigo: sa il cielo se io ho disegno di spiacerle: ella pure lo sa: non volga in ingiurie quello che mi detta la carità, sì una umile carità: con me ella non potrà venire a parole, io son disposto ad ingojare tutto quello che le piacesse di dirmi: ma per amor del cielo, per quel Dio innanzi a cui dobbiamo tutti comparire (così dicendo il padre aveva preso fra le mani e poneva dinanzi agli occhi di Don Rodrigo il teschietto di legno che era appeso in capo al suo rosario, e che i cappuccini portavano per un ricordo continuo della morte) per quel Dio, non si ostini a volere una misera, una indegna soddisfazione a spese dell'anima sua, e delle lagrime dei poverelli: pensi che Dio gli ha cari come la pupilla dei suoi occhj, e che le loro imprecazioni sono ascoltate lassù: risparmi l'innocenza e la ... Faccia Dio che non venga un giorno in cui ella si penta di non avermi ascoltato ... Qual gloria, signor Don Rodrigo! Qual gloria dinanzi agli uomini! E dinanzi a Dio! Fare il male è concesso sovente all'ultimo degli uomini: il più vile dei banditi può far tremare ... Oh!» e continuò con un sorriso affettato, «io non posso lagnarmi di Dio che m'abbia fatto nascere in basso luogo, ma ella mi tratta per da più che io non sono alla fine ... » «E quel Dio che domanda conto ai principi della parola che fa loro intendere nelle loro reggie, quel Dio le fa ora un tratto di misericordia mandando un suo ministro, indegno e miserabile, ma un suo ministro, a pregare per una innocente ...
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Fermo e Lucia (pagina 21)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Parlo come si parla a chi è abbandonato da Dio, e non può più far paura ... La vostra protezione! Io sapeva che Lucia era sotto la protezione di Dio: ma voi, voi me lo fate sentire ora con tanta certezza, che non ho più bisogno di riguardi a parlarvene ... State a vedere che la giustizia di Dio avrà rispetto a quattro pietre e a quattro scherani! Voi avete creduto che Dio abbia fatta una creatura a sua immagine per darvi il diletto di tormentarla! voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla! Vi siete giudicato ... Ne ho visti di più potenti, di più temuti di voi; e mentre agguatavano la loro preda, mentre non avevano altro timore che di vederla fuggire, la mano di Dio si allungava in silenzio dietro alle loro spalle per coglierli ... Era questa una delle leggi più severe del codice fratesco: e le trasgressioni erano punite con rigore, e talvolta le recidive con crudeltà, perchè oltre la disciplina, l'onore del convento era interessato a prevenire delle assenze che avrebbero fatto dire Dio sa che ... » «Non è vero,» proseguì Agnese, «che se voi foste maritati, il punto principale sarebbe vinto, che a tutto il rimanente vi sarebbe rimedio?» «Oh maritati» rispose Fermo: «e poi quel che Dio ...
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Fermo e Lucia (pagina 24)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Non v'è nulla a sperare dall'uomo: tanto più bisogna confidare in Dio ... Piacesse a Dio che per commettere l'iniquità gli uomini fossero costretti di confessarla apertamente; l'iniquità trionferebbe meno sulla terra ... Mah! confidenza in Dio come v'ho detto: questa è l'ora dell'uomo, ma va passando ... Dio stesso, che è onnipotente, non te ne vuol dir altra, per ora ... Io parto, e vi lascio nelle mani di Dio ... Fatevi animo: Dio mi ha già dato un segno di volervi ajutare ... Dio solo può finirla, e guai a te se tu ardisci di prevenire il suo giudizio ... » «Fermo, in nome di Dio,» disse Lucia ... «Dio! Dio!» disse Agnese ... ma se Dio mi concedesse di poter far rivivere un uomo, credi tu ch'io sceglierei uno di essi? Quegli ch'io vorrei poter risuscitare col mio sangue è un uomo a cui io non aveva mai fatto il torto più leggiero, e che mi ha insultato ... Avrai tu figli? Guardati dal trovarti in casa quando questa sfortunata farà loro ripetere i comandamenti di Dio, e dirà loro: non fare omicidio ... Potrai tu ricordare con tua moglie, le speranze e le traversie che hanno preceduto il tuo matrimonio: potrete voi dire una volta: ma Dio ci ha ajutati? Quand'ella si sveglierà al tuo fianco, penserà tremando che è coricata con uno che ha ucciso; e quando la collera più leggera, un primo moto d'impazienza apparirà sul tuo volto; ella crederà di scorgervi le prime tracce dell'omicidio ...
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Fermo e Lucia (pagina 25)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Dio sia con voi ... Dio non voglia ... » «Perchè volete farmi un tristo augurio, Lucia? Dio sa che non facciamo torto a nessuno ... Vi giunse pur finalmente, mezzo sconquassato, e toccò modestamente il campanello, aspettando quel che Dio fosse per mandare ...
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Fermo e Lucia (pagina 35)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... La Signora si alzò in fretta, come per avvicinarsi più alle donne, e stava per rivolgere il discorso a Lucia, quando il guardiano, tenendo di non aver mal detto, ripigliò così il discorso: «Non tutti i grandi del mondo, si servono dei doni di Dio a gloria di lui, e a vantaggio del prossimo, come fa la Signora illustrissima ... Un cavaliere prepotente e senza timor di Dio, ha tentato ogni via, giacchè deggio pur dirlo, per insidiare la castità di questa creatura, e dopo d'aver veduto che i mezzi di lusinga gli andavano falliti, non temè di ricorrere alla forza aperta, tentando ... Ma Dio non l'ha lasciata cadere in quei sozzi artigli, e le ha invece preparato un ricovero sotto le ale incontaminate ... Ma io posso far testimonio che la mia Lucia aveva in orrore colui, come il diavolo l'acqua santa; voglio dire, il diavolo era egli; ma ella mi compatirà se parlo male, perchè noi siam gente come Dio vuole; del resto, questa povera ragazza aveva un giovane che le parlava, un nostro pari, timorato di Dio, e bene avviato, e se il Signor curato avesse avuto un po' più di giudizio; so che parlo d'un religioso, ma il padre Cristoforo amico intrinseco qui del padre guardiano, è religioso al pari di lui, e davantaggio, e potrà attestare ...
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Fermo e Lucia (pagina 54)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Io non avrei risposto, le avrei sofferte, è il destino di noi poverelli; e quando egli si fosse stato stanco, l'avrebbe finita; ed ora io non sarei qui lontana dalla mia patria, come una sbandata, a domandare un ricovero per amor di Dio; sarei ... Non ch'io gli desideri del male, no grazie a Dio, ma quanto al bene ch'egli mi poteva volere ... » «E tutto questo,» continuò Lucia, «senza parlare dal tetto in su; perchè all'altro mondo, Dio sa come andranno le cose ... spero che Dio le farà misericordia; perchè poi finalmente è stata tradita ...
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Fermo e Lucia (pagina 71)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Lasciatemi andare per amor di Dio,» ripigliò ella con voce più fioca ... » «Oh per amore di Dio, della Madonna,» riprese Lucia in tuono supplichevole, con voce interrotta da singulti, e senza pur pensare ad asciugare le lagrime, che le rigavano tutta la faccia: «per amore di Dio, lasciatemi andare: io sono una povera creatura, che non vi ha mai fatto male: vi perdono quello che mi avete fatto, e pregherò Dio per voi: se avete anche voi una figlia, una moglie, una madre, qualche persona cara a questo mondo, pensate quello che patirebbero se fossero in questo stato: pensate all'anima vostra; fate una buona opera che vi può salvare: fatemi questa carità, acciocchè Dio vi usi misericordia, lasciatemi qui ... Lucia vedendo che le preghiere riuscivano inutili come la resistenza, e stanca dell'ambascia, e dello stento, incrocicchiò le braccia sul petto, si strinse nell'angolo della carrozza, in silenzio: e perduta ogni speranza di soccorso umano, si rivolse a Dio da cui tutto sperava; e pregò fervidamente da prima col cuore; indi cavato di tasca il rosario che teneva sempre con sè, cominciò a recitarlo con voce sommessa ... I bravi tacevano, guardando di tratto in tratto quello ch'ella faceva, e sospirando tutti il fine di quella spedizione: e Lucia di tempo in tempo fermandosi nella sua preghiera a Dio, per voltarsi a coloro in forza dei quali ella si trovava, e ricominciava a supplicarli: ma non udiva rispondersi altro che: «non possiamo» ...
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Fermo e Lucia (pagina 73)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Ridere! oh Dio!» rispose Lucia «ridere!» e guardando un momento come smemorata, diede in un nuovo scoppio di pianto ... «Ma perchè,» riprese Lucia, «mi fa ella patire le pene dell'inferno? Mi dica che cosa le ho fatto? Oh non mi faccia più patire così: Dio glielo potrebbe rendere un giorno ... » «Dio: Dio: sempre Dio coloro, che non hanno niente altro: sempre rinfacciar questo Dio, come se gli avessero parlato ... Dov'è questo vostro Dio?» «È da per tutto, è qui,» rispose Lucia: «è qui a vedere s'ella si muove a pietà di me, per usarle pietà in ricambio un giorno ... Oh Dio! non è forse lontana: ho visto i miei monti: oh s'ella sentisse quel ch'io patisco! non conviene ad un uomo che ha da morire, far tanto patire una creatura innocente: mi lasci andare; oh se pregherò Dio per lei! la benedirò sempre ... Oh Dio perdona tante cose per un'opera di misericordia!» – Che pazza curiosità ho avuto di venirla a vedere – pensava tra sè il Conte ...
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Fermo e Lucia (pagina 79)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Che Dio vi ha toccato il cuore, e vuol far di voi un altr'uomo;» rispose tranquillamente il Cardinale ... Dov'è questo Dio?» «Voi me lo domandate,» rispose Federigo, «voi? E chi l'ha più vicino di voi? Non lo sentite in cuore, che vi tormenta, che vi opprime, che vi abbatte, che v'inquieta, che non vi lascia stare; e vi dà nello stesso tempo una speranza ch'Egli vi acquieterà, vi consolerà, solo che lo riconosciate, che lo confessiate?» «Certo! certo!» rispose dolorosamente il Conte, «ho qualche cosa che mi tormenta, che mi divora! Ma Dio! Che volete che Dio faccia di me? Foss'anche vero tutto quello che dicono, non ho altra consolazione che di pensare che nemmeno il diavolo non mi vorrebbe ... » Il Conte accompagnò queste parole con una faccia convulsa, e con gesti da spiritato, ma Federigo con una calma solenne, che comandava il silenzio e l'attenzione, replicò: «Che può far Dio di voi? Quello che d'altri non farebbe ... Poichè finalmente, che vi accusino coloro ai quali siete oggetto di terrore, è cosa naturale; è il terrore che parla, e si lamenta, è un giudizio facile, poichè è sopra altrui, fors'anche in taluno sarà invidia; forse v'ha chi vi maledice, perchè vorrebbe far terrore anch'egli: ma quando voi accuserete voi stesso, quando il giudizio sarà una confessione, allora Dio sarà glorificato ... Questo può far Dio di voi; e salvarvi ... » «No: Dio non vuol salvarmi,» replicò il Conte, con un dolore disperato ... «Io che sono un uomo miserabile, mi struggo del desiderio della vostra salute: voi non ne avete dubbio; sento per voi una carità che mi divora; e Dio che me la ispira, quel Dio che ci ha redento, non sarà grande abbastanza, per amarvi più ch'io non vi ami?» La faccia del Conte fino allora stravolta dall'angoscia e dalla disperazione, si ricompose, si atteggiò al dolore; e i suoi occhi che dall'infanzia non conoscevan le lagrime, si gonfiarono, e il Conte pianse dirottamente ... Chi sa che Dio il quale ha operato in voi il prodigio della misericordia, non diffonda ora nei cuori loro una gioja di cui non conoscono ancora la cagione? Son forse uniti a noi senza saperlo: forse lo Spirito pone nei loro cuori un ardore indistinto di carità, una preghiera, ch'egli esaudisce per voi, un rendimento di grazie, di cui voi siete l'oggetto non ancor conosciuto ...
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Fermo e Lucia (pagina 80)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Lodato Dio, che non lo è ... ?» «Dio!» sclamò il Conte; «che uomo son io, se mi si richiede come un dono ciò ch'io non ho in poter mio che per la più vile prepotenza! se mi si chiede per misericordia di non essere più un infame!» «Il male è fatto,» rispose Federigo: «quello che è da farsi è il bene, e voi lo potete; voi lo volete; Dio vi benedica ... Dio vi ha benedetto ... «Lodato Dio!» disse il Cardinale: «chiamatelo, e con lui il curato di questa chiesa ... Egli era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere: l'amore fervente di Dio e degli uomini era il suo sentimento abituale: la sua cura continua di fare il suo dovere, e la sua idea del dovere era: tutto il bene possibile: credeva egli sempre adunque di rimanere indietro, ed era profondamente umile, senza sapere di esserlo; come l'illibatezza, la carità operosa, lo zelo, la sofferenza, erano virtù ch'egli possedeva in un grado raro, ma che egli si studiava sempre di acquistare ... «Ne corro in cerca, Monsignore illustrissimo, e Dio compirà l'opera buona ... Una vostra pecorella che avrete pianta come perduta, vive, è trovata; e voi avrete la consolazione di ricondurla al vostro ovile, o per ora in quell'asilo di che Dio la provvederà ... «Or bene, rallegratevi,» disse il cardinale, «che Dio ce la restituisce: e questo signore» continuò (accennando il Conte) «è lo stromento di che Dio si serve per questa opera buona ...
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Fermo e Lucia (pagina 83)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Che si abbiano concluso fra loro, Dio lo sa: ma, cospetto non bisogna andar così in furia a questo mondo ... Oh che faccie! Questa è la porta dell'inferno! E costui vedete che faccie stralunate fa anch'egli! Un po' pare Sant'Antonio nel deserto quando scacciava le tentazioni, un po' pare Oloferne in persona! Dio m'ajuti; e lo deve per giustizia ... Avrebbe voluto rendere gloria a Dio, confessare il cangiamento che era accaduto nel suo animo, rinnegare la sua scellerata vita in faccia a quelli che ne erano stati i testimonj, i complici, gli stromenti ... Dio sia benedetto! queste sono grazie di lassù ...
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Fermo e Lucia (pagina 95)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Dio buono!» riprese Federigo, «voi avete creduto, voi credete ancora, voi sostenete dinanzi a me che una tale proibizione dovesse essere per voi un comandamento? Che doveste obbedire? Così dunque basterebbe un violento in ogni parrocchia per fare che il ministero fosse tutto sospeso, i pastori muti e schiavi? i deboli abbandonati? Che dovevate voi fare? Chiedere a Dio la forza che vi era necessaria, e Dio ve l'avrebbe accordata; non perdere un momento: avvertire quei due poveretti della iniquità potente che stava all'erta contra di loro, strascinarvi in Chiesa, e fare a malgrado dell'uomo quello che Dio vi comandava, consacrare la loro unione, e chiamare sopra di loro la benedizione del cielo: dovevate soccorrerli di consiglio, di mezzi per porsi al riparo con la fuga, cercar loro un asilo, fare quello che implorereste se foste perseguitato da un più forte di voi: dovevate informar tosto il vostro vescovo del loro, del vostro pericolo, dell'impedimento che una violenza infame poneva all'esercizio del vostro ministero ... Io, io allora avrei tremato per voi; io avrei posto in opera tutto quello che Dio mi ha dato di ajuti, di aderenze, di autorità, per difendervi: io non avrei dormito fin che non fossi certo che non vi sarebbe torto un capello ... Nulla! Dio ha salvata questa innocente senza di voi: l'ha salvata ... » «Io lo sapeva,» disse il Cardinale; «ma voi come osate parlare di questi fatti che aggravano la vostra colpa, che ne sono la conseguenza? Voi chiudete a dei poverelli la via legittima per giungere ad un fine legittimo, e siete voi quello che fate lor carico se ne hanno presa una illecita? Certo il vostro rifiuto non gli scusa: ma pensate voi bene in questo momento quale sia l'animo di colui a cui si nega quello che gli è dovuto? L'uomo è tanto artificioso per giustificare i mezzi, che lo possono condurre ai suoi desiderj! che debb'esser quando i desiderj sono giusti? Non è questa la più forte delle tentazioni? Mal fa chi soccombe anche a questa: ma che dite di colui che la dà? E quello sventurato giovane; bene avete detto, sa il cielo che cosa ha fatto! Ah! tutti errano pur troppo, anche quelli che dovrebbero raddrizzare gli errori altrui: v'ha tanti scellerati impuniti, Dio volesse che la pena, che il terrore della pena non cadesse mai sugli innocenti! Ma che ch'egli abbia fatto, egli profugo, esacerbato, col sentimento della giustizia negata, pregate Dio, io prego per lui e voi, che gli perdoni, e non vi accagioni di quello che egli possa aver fatto ... Era egli prima d'ora uomo di risse, e di misfatti? e di rivolta? Io lo domando a voi, e Dio ascolta la vostra risposta ... I poverelli sanno, debbono pur troppo saperlo, che v'ha dei soverchiatori violenti: hanno inteso dire fino dall'infanzia che Dio gli lascia spaziare alcun tempo su la terra per esercizio dei buoni, hanno appreso ad adorare, anche nella iniquità degli uomini, la giustizia, e la misericordia di Dio entrambe infallibili, ma riserbate entrambe a momenti ch'Egli solo conosce ... Chi doveva esser quest'uomo? – Ma egli ha veduta, ha sentita l'ingiustizia sola, l'ha veduta impunita, temuta: ha veduto colui dal quale aveva imparato a detestarla, ritirarsi, cedere, assecondarla, quando si è mostrata nella sua forza; dopo averla abborrita, egli ne è stato abbagliato, ne ha fatto il suo Dio ...
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Fermo e Lucia (pagina 96)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Chi sa quante occasioni Dio vi prepara di soccorrerli, di divenir per essi un padre, di compensare il torto che la vostra negligenza può loro aver fatto ... Amate quegli infelici perchè son vostri figli, per quello che hanno sofferto, per l'occasione che v'hanno data di udir la voce sincera del vostro pastore, per l'amore che possono attirarvi da Dio ... » «Monsignore,» disse Don Abbondio, con voce commossa, «dinanzi a voi e dinanzi a Dio prometto di fare per essi tutto quello che potrò ... Dio buono son tanto sospette le parole in bocca nostra! Pure io spero in Dio ...
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Fermo e Lucia (pagina 97)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » Federigo intese con gioja questa proposizione; e pel Conte a cui questo passo sarebbe un progresso nel bene e una consolazione nello stesso tempo; per Lucia, alla quale lo spettacolo della forza umiliata volontariamente sarebbe un conforto, un rincoramento dopo tanti terrori, e pel trionfo della pietà, e per l'edificazione dei buoni; e finalmente perchè una riparazione pubblica e clamorosa attirerebbe ancor più gli sguardi sopra Lucia, e sul suo pericolo, sarebbe una più aperta manifestazione del soccorso che Dio le aveva dato, la renderebbe come sacra, e così più sicura da ogni nuovo attentato dello sciarrato suo persecutore ... Così Dio mi perdoni, come io le perdono ... » «Brava figliuola!» disse Don Abbondio, «così si deve parlare: fate bene a perdonare, perchè Dio lo comanda; e già quando anche non voleste, che utile ve ne verrebbe? Voi non potete vendicarvi, e non fareste altro che rodervi inutilmente ... » «Quello ch'io sono stato, lo so pur troppo anch'io: quello ch'io ora sia, Dio solo lo sa!» rispose il Conte ... ma Dio è ricco ... » Così dicendo svolse il rotolo, e sclamò: «Oro!» «Vostra madre ha ragione,» disse Don Abbondio: «accettate quello che Dio vi manda, e se vorrete farne del bene non ...
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Fermo e Lucia (pagina 98)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il giorno in cui mi sarà dato di fare qualche cosa per voi, sarà un giorno lieto per me: mi parrà allora che Dio mi abbia veramente perdonato ... » «Ecco che cosa vuol dire avere studiato!» disse Agnese: «appena Dio tocca il cuore, si parla subito come un predicatore ... «Dugento scudi d'oro!» sclamò poi: «quanta grazia di Dio! Non patiremo più la fame certamente ... Un altro è lontano, e che Dio sa quando potrà tornare ... Se Dio avesse voluto ... Questi allora dopo d'aver modestamente rifiutate le lodi ch'egli sapeva di non meritare, raccontando semplicemente il fatto, e togliendone tutto ciò che la fama vi aveva aggiunto in suo onore, aggiunse che però tutto non era finito, che quella povera giovane uscita da un tanto pericolo non era pure in sicuro, non aveva un asilo, e che certamente avrebbe compiuta una opera incominciata da Dio chi l'avesse raccolta ...
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Fermo e Lucia (pagina 147)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ma tosto l'antico rispetto pel curato, quel desiderio di sentire una voce umana e conosciuta così potente in quelle circostanze, la speranza di risapere da lui qualche cosa che gl'importasse, vinsero nell'animo di Fermo, che si arrestò, fece una riverenza, e dirizzando il volto alla finestra, disse: «Oh signor curato, come sta ella in questi tempi?» Don Abbondio aveva guatato costui che veniva, gli era sembrato di riconoscerlo: ma quando sentì la voce che non gli lasciava più dubbio, «per amor del cielo!» disse, «voi qui? Che venite a fare in queste parti? Dio vi guardi! Vi pare egli, con quella poca bagattella di cattura ... » «Signor curato, mi saprebbe ella dar qualche nuova di Lucia?» «Oh Dio benedetto! ancor di questi grilli avete in capo? Oh poveri noi! Che serve che vengano i flagelli, se gli uomini non voglion far giudizio! E la peste, figliuolo, la peste? Non sapete che c'è la peste?» «Ella deve ricordarsi, signor curato,» disse Fermo, con voce alquanto risentita, «che Lucia ed io ... » «Oh!» disse Don Abbondio, «figliuol caro, voi avete sempre avuto il timor di Dio, spero che non sarete cangiato ... » «Sia lodato Dio; ma ella nè mi vuole ajutare, nè vuole che altri m'ajuti ... Dio guardi! In Milano! Sapete come state! Una cattura di quella sorte! un impegno! e con tanti nemici che avete! Dio liberi! e poi, so io quel che dico, potreste trovare ... ma Dio solo è da per tutto ...
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Fermo e Lucia (pagina 156)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Gran Dio!» sclamò a quel punto il padre Cristoforo: «ed io ... Quei che stanno per morire, debbono pensare alla morte, non altro; ma l'uomo che è nel vigore della salute e dell'età, l'uomo che può vivere ancora, deve, pensando alla morte, provvedere alla vita; non per cercare in essa un contento che non v'è, ma per condurla, secondo l'ordine di Dio, fino alla morte ... Fu ella una prova? o era volere di Dio che voi vi santificaste divisi, che dopo esservi avviati insieme, giungeste a Lui per diverse strade? Egli lo sa ... Cercala ivi; Dio ti conduca: e che che avvenga delle tue ricerche, prima d'uscire da questo recinto, vieni ancor qui a darmene conto: anch'io vorrei saper s'ella vive!» Il padre Cristoforo proferì queste parole con una commozione compressa, e presa la mano di Fermo, che aveva finito di ristorarsi, e s'alzava, lo condusse su la porta della capanna, e gli segnò più distintamente il lato dove doveva fare le sue ricerche ... sì, ho sperato che, prima di morire, Dio m'avrebbe data questa consolazione di sentire che la mia povera Lucia fosse viva, forse di vederla, e di sentirmi promettere ch'ella manderebbe una preghiera là verso quella fossa dov'io sarò ...
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Fermo e Lucia (pagina 157)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Dio non l'ha lasciata in terra per te; e tu, certo non hai l'ardimento di crederti degno che Dio pensi a consolarti ... «Ah padre!» disse Fermo con voce affranta, «mi vuol ella mandar via a questo modo?» «Come!» riprese con voce non meno severa il capuccino: «ardiresti tu di pretendere ch'io rubassi il tempo a questi afflitti, che aspettano ch'io parli loro del perdono di Dio, per ascoltare le tue voci di rabbia, i tuoi disegni di vendetta? Ti ho ascoltato quando tu potevi aver bisogno di conforto, chiedevi consolazione, e indirizzo; mi son tolto alla carità per la carità; ma ora tu hai la tua vendetta in cuore; che vuoi da me? Vattene; ho veduti morire qui degli offesi che perdonavano; degli offensori, che avrebber voluto potersi umiliare dinanzi all'offeso: ho pianto con gli uni e con gli altri; ma con te che posso fare? ... «Ah gli perdono!» disse Fermo piangendo: «così Dio perdoni a me! così possa io tornar qui a dirle che Lucia è viva, che Lucia vivrà ... «Credi tu che se vi fosse stata una buona ragione, io non l'avrei trovata in quarant'anni? perchè, son quarant'anni ch'io vi penso, e grazie a Dio, per quarant'anni ne ho avuto dolore, e mi sono accusato: e ho pregato Dio che in segno del suo perdono eterno, Egli mi punisse in questa vita, che pigliasse la mia in sacrificio, come io aveva ardito disporre di quella d'un uomo; che mi facesse morire in servizio d'altrui; e spero d'essere esaudito ... Sì, figliuolo, ciò ch'io chiamava il mio onore, io lo amava ardentemente, sopra ogni cosa, come avrei dovuto amar Dio ... gran Dio! la vita d'uno fatto a vostra immagine! si trovò in confronto col mio onore, io gliel'ho sagrificata ... » In fatti egli intendeva qualche cosa di molto ragionevole, che bisogna amar Dio sovra ogni cosa, e non ammazzare ... «Rendi grazie a Dio,» riprese il padre, «che tu non abbi a pentirti che d'un pensiero ... » «Sì, Fermo, a Don Rodrigo: è un nome che fu posto sul fonte della rigenerazione ad una creatura redenta col Sangue d'un Dio; è un nome che forse è scritto sul libro della vita: perchè Dio perdona; guai a te, se non fosse!» Dette queste parole, il vecchio stette pensoso un momento, tenendo tuttavia la mano di Fermo, poi abbandonatala, prese la sua sporta, ne trasse dal fondo un pezzo di pane arido, e scolorato, lo mostrò a Fermo, e disse: «Vedi tu questo pane? Lo conservo da quarant'anni; l'ho mendicato nella casa di quello sventurato ... Gran Dio! questo flagello non corregge il mondo: è una grandine che percuote una vigna già maledetta: tanti grappoli abbatte; e quei che rimangono, son più tristi, più agresti, più guasti di prima ... Non ti basta? Va; e qualunque sia il frutto della tua ricerca, vieni a darmene contezza: noi ringrazieremo Dio insieme ...
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Fermo e Lucia (pagina 160)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Quando lo saprete, se siete ancora quello di prima, se temete Dio come una volta, non direte così ... » «L'ho fatto: che giova parlarne più? Che giova pentirsi? Pentirsi? No no, Dio liberi! Egli pure è sempre a tempo a pentirsi d'avermi salvata ... » Dopo queste parole, le lagrime soverchiarono, e fra i singhiozzi ella continuò: «dite a mia madre ch'io son guarita, che ho trovata questa buona amica che pensa a me; ditele che spero ch'ella sarà preservata da questi guai, che Dio provvederà a tutto, e che ci rivedremo ... Dio voglia che sieno gli anni, e le fatiche!» «Voi l'avete veduto!» disse Lucia ... » «Che dite voi? che volete ch'egli faccia? preghiamo Dio che ci ajuti ...
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Giambi ed Epodi (pagina 2)
di Giosuè Carducci (estratti)
... Ed or ne' luoghi, ove fra sé ristretta È la gente de i morti Per forza, e chiama a Dio la gran vendetta Che il mondo riconforti, Or co' i caduti là nel giugno ardente De l'alta Roma a fronte E co' i caduti nel decembre algente De' martiri su 'l monte Parla, e Nemesi al suo ferreo registro Guarda con muto orrore, Parla di lui, del Cesare sinistro, Del bieco imperatore ... Con le tremule palme al ciel levate Canta – Osanna, Dio forte –: L'organo manda per le volte aurate Un rantolo di morte ... A Dio gradito, Empier di San Petronio io vo' gli stalli Del lor nitrito ... Da gli odi fiamma d'olocausti santi, Da i vapori del sangue alito pio Sale: o martire plebe, a te davanti Folgora Dio ...
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Giambi ed Epodi (pagina 7)
di Giosuè Carducci (estratti)
... – E il prete seguitava: – Popolo, dice Dio: Tu non rubar ... Se Dio lui sostenesse o s'ei sostenne Dio, non fermaro i suoi sacri orator: Lo sanno i vostri morti, o pie Cevenne, Che non credevano al suo confessor ... Il re dal suo lascivo Occhio di bue Guardava il mondo, piccolo al suo piè; E Dio, mezzan de le nequizie sue, Benedicea da l'aureo dòmo il re, Benedicea le violette ascose Nel velo virginal de la Vallier, Benedicea le maritali rose Nel petto de la Montespan altier, Benedicea d'Engaddi i freschi gigli Vedovi in seno de la Maintenon: E d'un sorriso il re facea vermigli I neri panni del fedele Aron ...
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I nuovi tartufi (pagina 3)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... —Utili scopi invero: ma diventassero almeno valorosi avvocati, o periti mercanti i nuovi alunni, io vorrei contentarmene; ma in verità io vedo la giovane generazione, e Dio sa se il dica con inestimabile amarezza dell'animo mio, così petulante, così procace, così superba per la poca e vana dottrina, siccome la vera e la molta la renderebbe umile, così ingombra di notizie incomplete, priva di vigore per concepire, ignorante del modo di manifestare acconciamente il concetto, che io per me ho deposto ogni speranza del futuro ... —Ed io ricordo, o Gualberto, avere già letto dentro un libro stampato, che Dio consegnò al primo uomo un sigillo per suggellare tutte le opere umane, con ordine di farglielo restituire dal suo ultimo figliuolo nel giorno del bilancio finale, ove si trovò inciso il molto: Sunt bona mixta malis ... —Il nostro Maestro non avrebbe sofferto, per sovvenire alla opera di Dio, chiamare in aiuto Mammone; per fecondare la virtù accettare il tributo del vizio, dandogli in questo modo motivo onesto di mostrare la svergognata faccia con decenza ed anche con plauso ... O tutti a Dio, o tutti a Mammone ... —Occupatele in casa, eglino dissero, e non baderanno alla città; occupatele in città, e non baderanno allo Stato: così questa buona gente che si crede mandata da Dio per riformare il mondo, si troverà ridotta in Riformatori dello Studio di Padova; e sudando a rimestare acqua e sapone, morirà con la gloria di avere empito l'aria con magnifiche bolle ...
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I nuovi tartufi (pagina 7)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... Egli non discorreva più; mangiava: aveva davanti un'oliera con olio, aceto, pepe e sale, e ghermito per le gambe un mazzo di fanciulli, attendeva a trinciarli con un coltellaccio a modo di sparagi… Oh Dio! costui è un Polifemo in progresso; invece di mangiare uomini nudi e crudi, se li divora vestiti e conditi!—e stavo per venir meno ... "Kelp, ben el kelp!" proruppe una voce dietro a me che valse a rompere il fascino: onde io mi volsi, e conosciuto l'uomo, esclamai in suono di lamento: "O benedetto chi gli dice: cane e figlio di cane! O se' tu, Zabulone!" "La tua anima è in pena?" "Mi circondano le amarezze della morte; salvami, per amore del Dio di
Abramo…"
"Fanciullo incorreggibile, perchè avventurare i tuoi nervi di seta fra questi pettini da lino?—Vieni all'aria aperta ... " "Egli è un uomo? Perchè calunnii Satana? Rispetto ai vinti! Lucifero fu scellerato, ma grande ribelle: ardì muovere guerra al trono di Dio, e nella battaglia rimase fulminato; caduto sopra un mare di fuoco, quivi sta chiuso dentro la immensa sua ira; e quando rugge, dall'Etna, dal Vesuvio, dalla Ecla o dal Chirombaco prorompono fiumi di fuoco; e quando muta fianco, il mondo traballa come un ebbro, l'Oceano sparisce, e si sprofondano i regni ... " "Chi hai detto conoscere, Zabulone?" "Il Diavolo e il Presidente…" Zabulone appartiene al popolo dei Giudei:—i suoi anni sopra questa terra sono molti, ed io lo venero perchè so che ama il prossimo e teme Dio ...
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I nuovi tartufi (pagina 13)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... Dio lo punirà nella sorgente del suo peccato ... La giustizia di Dio vive e governa ... La opera dei secoli non può conseguirsi in giorni o in anni, ma la sapienza governata dalla speranza visse nei tempi passati, nei presenti sonnecchia mercè le nuove ipocrisie, e vivrà in quelli che non furono peranche generati dal volere di Dio; e tu in ispirito puoi assistere al giorno della creazione, in cui furono appesi al firmamento il sole e la luna, come al giorno della distruzione, ove una gran voce scrollerà l'universo dicendo:—Basta!—E cotesti luminari si spegneranno a modo di lampade a cui manca l'alimento ...
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Il benefattore (pagina 22)
di Luigi Capuana (estratti)
... testimone di quell'incredibile stranezza—chiamiamola pure così—e torna a risonarmi nell'orecchio il suo grido:—Oh Dio! che hai fatto! Perchè? Perchè?—chino la testa pensieroso, riflettendo che misera cosa è il nostro organismo intellettuale, se cagioni tanto insignificanti possono, tutt'a un tratto, quasi annientarlo ... —Oh, Dio! Ti sei un po' ingrassato!—o pure:—Oh, Dio! Sei alquanto dimagrito! Come avvenissero questi cambiamenti piccoli ma percettibili, giacchè egli li notava sùbito, non saprei dire ...
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Il colore del tempo (pagina 6)
di Federico De Roberto (estratti)
... » Gli uomini, prima, sacrificavano tutto a Dio; ora sacrificano Dio stesso a questa natura, cioè alla pietra, alla stupidità, al peso, al destino, al Nulla!… II ... Poi ecco il Coscienzioso dello spirito, lo Scienziato obbiettivo, che ha consacrato la sua vita a studiare il cervello della sanguisuga; e il vecchio Mago, l'eterno commediante che rappresenta tutte le parti e inganna tutti, ma non sè stesso, ed è triste e disgustato; e l'ultimo Papa, che non può consolarsi della morte di Dio; e poi «il più orribile tra gli uomini», l'Uccisore di Dio; e poi ancora il Mendicante volontario, che cerca la felicità in un cantuccio di prato dove le vacche ruminano tranquillamente; e finalmente l'Ombra, lo scettico, che, dopo aver percorso tutti i dominî del pensiero, si è smarrito e va errando senza scopo per l'universo ...
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Il conte di Carmagnola (pagina 11)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Fate cor; tremenda È la prova; ma il Dio degl'infelici Sarà con voi ... — Ma rivederle! Ma i lor gemiti udir! l'ultimo addio Da quelle voci udir! tra quelle braccia Ritrovarmi, e staccarmene per sempre! Eccole! O Dio, manda dal ciel sovr'esse Un guardo di pietà ... Ah! sol per voi bisogno Ho di coraggio; e voi — voi non vorrete Tormelo, è vero? Allor che Dio sui boni Fa cader la sciagura, ei dona ancora Il cor di sostenerla ... ANTONIETTA Oh Dio, pietà di noi! IL CONTE Sposa, Matilde, ormai vicina è l'ora; Convien lasciarci — addio ... MATILDE Oh qual fragor! ANTONIETTA Gran Dio! (si apre la porta di mezzo, e si affacciano genti armate; il capo di esse si avanza verso il Conte: le due donne cadono svenute) ... IL CONTE O Dio pietoso, tu le involi a questo Crudel momento; io ti ringrazio ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 7)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Lo manderebbe a chiamare il medico: corresse subito, per l'amor di Dio! Sempre lo aveva inteso dire, sempre, che le forfecchie entrano negli orecchi di chi dorme, e se non si han pronti i ferri e la mano dell'arte, bisogna morire ... Nessuno udiva; e cosa poteva far lui, vecchio impotente, inchiodato in una scranna, con quella angustia nel cuore, con quella certezza che aveva di un pericolo, di un male — a tardare — irrimediabile! Impazzire, morire! La bambina! Ma forse non era vero quel che aveva inteso dir tante volte? Se era vero, no, Dio non lo permetterebbe! Avrebbe misericordia ... E tornò a lui con rinnovata speranza; e l'abbracciava, il suo nonno, e lo scongiurava, per carità! — Cávala, nonno! La liberasse! In che modo, Dio santo? Non osava: temeva far peggio; tremava ... Perchè, Dio? perchè? Da cinque anni campava inchiodato in una scranna, e non aveva bestemmiato mai; e la gente diceva: — Siete bello, nonno! Ammiravano la sua pazienza e la sua virtù ... E ringraziava Dio e la Madonna, mattina e sera, di conservarlo al mondo pur inchiodato a letto e nella scranna ... Perchè dunque, perchè castigarlo in una maniera così barbara, in una creatura innocente, che era la sua consolazione, il cuor del suo cuore? Impazzire; morire! Dio santo! no! Il vecchione ebbe una scossa di tutti i nervi; tutta la vitalità che gli restava insorse afferrata dalla volontà indomita, e lo sospinse a un impeto prodigioso, a una possanza furibonda, a un miracolo ...
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Il fiore
di Dante Alighieri (estratti)
... I Lo Dio d'Amor con su' arco mi trasse Perch'i' guardava un fior che m'abellia, Lo quale avea piantato Cortesia Nel giardin di Piacer; e que' vi trasse Sì tosto ch'a me parve ch'e' volasse, E disse: «I' sì ti tengo in mia balìa» ... II
L'Amante e Amore Sentendomi ismagato malamente Del molto sangue ch'io avea perduto, E non sapea dove trovar aiuto, Lo Dio d'Amor sì venne a me presente, E dissemi: «Tu·ssaï veramente Che·ttu mi se' intra·lle man caduto Per le saette di ch'i' t'ò feruto, Sì ch'e' convien che·ttu mi sie ubidente» ... Ed i' risposi: «I' sì son tutto presto Di farvi pura e fina fedeltate, Più ch'assessino a·Veglio o a Dio il Presto» ... Allor mi venni forte ristrignendo Verso del fior, che·ssì forte m'ulìo, E per cu' feci homaggio a questo dio, E dissi: ‘Chi mi tien, ched i' no'l prendo?’; Sì ch'i' verso del fior tesi la mano, Credendolo aver colto chitamente; Ed i' vidi venir un gran villano Con una mazza, e disse: «Or ti ste' a mente Ch'i' son lo Schifo, e sì son ortolano D'esto giardin; i' ti farò dolente» ... XIII
Franchezza Sì com' i' stava in far mia pregheria A quel fellon ch'è sì pien d'arditezza, Lo Dio d'Amor sì vi mandò Franchezza, Co·llei Pietà, per sua ambasceria ... Lo Dio d'Amor ti manda ch'e' ti piaccia Che·ttu non sie sì strano al su' sergente, Ché gran peccato fa chi lui impaccia; Ma sòffera ch'e' vada arditamente Per lo giardino, e no'l metter in caccia, E guardi il fior che·ssì gli par aolente» ...
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Il fiore (pagina 4)
di Dante Alighieri (estratti)
... Per Dio, ched e' ti piaccia riguardare Al tu' profitto, e prendim' ad amanza! Più alto non ti puo' tu imparentare ... Allor sì piacque a Dio che ritornasse Amico a me per darmi il su' consiglio ... LVII
Amico «Quando fai ad alcuna tua richesta, O vecchia ch'ella sia o giovanzella, O maritata o vedova o pulzella, Sì convien che·lla lingua tua sia presta A·lle' lodar suo' occhi e bocca e testa E dir che sotto 'l ciel non à più bella: ‘Piacesse a Dio ch'i' v'avesse in gonella Là ov'io diviserei, in mia podesta!’ ...
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Il fiore (pagina 6)
di Dante Alighieri (estratti)
... LXXVI
L'Amante e Ricchezza «Per Dio, gentil madonna, e per merzede», Le' dissi allor, «s'i' ò ver' voi fallato, Ched e' vi piaccia ched e' sia amendato Per me, chéd i' 'l farò a buona fede: Ch'i' son certan che 'l vostro cuor non crede Com' io dentro dal mio ne son crucciato; Ma quando vo' m'avrete ben provato, E' sarà certo di ciò ch'or non vede ... LXXVII
L'Amante e Dio d'Amore Già no·mi valse nessuna preghera Ched i' verso Ricchezza far potesse, Ché poco parve che le ne calesse, Sì la trovai ver' me crudel e fera ... Lo Dio d'Amor, che guar' lungi no·mm'era, Mi riguardò com' io mi contenesse, E parvemi ched e' gli ne increscesse; Sì venne a me e disse: «In che manera, Amico, m'ài guardato l'omanaggio Che mi facesti, passat' à un anno?» ... LXXVIII
L'Amante Lo Dio d'Amor per tutto 'l regno manda Messaggi e lettere a la baronia: Che davanti da lui ciaschedun sia, Ad alcun priega e ad alcun comanda; E ch'e' vorrà far lor una domanda La qual fornita converrà che·ssia: D'abatter il castel di Gelosia, Sì ch'e' non vi dimori inn–uscio banda ... LXXXI
Dio d'Amor e Falsembiante Lo Dio d'Amor sorrise, quando udìo Astinenza–Costretta sì parlare, E disse: «Qui à gente d'alt' affare! Dì, Falsembiante, se·tt'aiuti Idio, S'i' ti ritegno del consiglio mio, Mi potrò io in te punto fidare?» ... LXXXV
Lo Dio d'Amore Amor rispuose: «A me sì piace assai Che l'oste avete bene istabulita; Ma·ttu, Ricchezza, ch'or mi se' fallita, Sed i' potrò, tutte ne penterai ... Se di ricchezza sì come d'amore I' fosse dio, non possa io ben sentire Sed i' no·gli mettesse in gran riccore» ...
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Il fiore (pagina 7)
di Dante Alighieri (estratti)
... XCIV
Dio d'Amore e Falsembiante Come Falso–Sembiante sì parlava, Amor sì 'l prese allora âragionare, E dissegli, in rompendo su' parlare, Ch'al su' parer ver' Dio troppo fallava ... XCV
Falsembiante «Molti buon' santi à l'uon visti morire E molte buone sante glorïose, Che fuor divote e ben religïose E robe di color' volean vestire: Né non lasciâr perciò già di santire; Ma elle non fur anche dispittose, Anz'eran caritevoli e pietose E sofferian per Dio d'esser martìre ... XCVI
Falsembiante «L'undicimilia vergini beate Che davanti da Dio fanno lumera, In roba di color ciaschedun' era Il giorno ch'elle fur martorïate: Non ne fur per ciò da Dïo schifate ... Così vo io mi' abito divisando Ched i' per lupo non sia conosciuto, Tutto vad' io le genti divorando; E, Dio merzé, i' son sì proveduto Ched i' vo tutto 'l mondo oggi truffando, E sì son santo e produomo tenuto ... Se Dio non vi vuol metter argomento, La guerra sì fie tosto capitata, Sì ch'ogne cosa andrà a perdimento: Ed a me par ch'E' l'à dimenticata, Po' sòfera cotanto tradimento Da color a cui guardia l'à lasciata ... Egli è ben ver ched i' son traditore, E per ladron m'à Dio pezz'à giuggiato, Perch'i' ò messo il mondo in tanto errore ...
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Il fiore (pagina 12)
di Dante Alighieri (estratti)
... L'acontanza a color che·sson avari Sì par ch'a Dio e al mondo dispiaccia: Non dar mangiar a que' cotali in taccia, Ché ' pagamenti lor son troppo amari ... Che·ttu·sse' tutta loro, dé' giurare; Se·tti spergiuri, non vi metter piato, Ché Dio non se ne fa se non ghignare: Ché sie certana ch'e' non è peccato, Chi si spergiura per voler pelare Colui che fie di te così ingannato ... CLXIV
La Vecchia «Ne·libro mio so ben che studierai, Figlia, quando sarai da me partita: Certana son, se Dio ti dona vita, Che·ttu terraï scuola e leggerai ... L'uon che si piace, fa gran scipidezza E grand'orgoglio, e l'ira di Dio atenda; E Tolemeo sì 'l dice in sua leggenda, Ch'aver non puote amore né franchezza; Né non puote aver cuor di ben amare: Ché tutto ciò ch'egli avrà detto a l'una, Sì tosto il va a l'altra ricontare; E così pensa a far di ciascheduna, Né non intende ch'a·llor barattare: Udita n'ò la pianta di più d'una ...
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Il fiore (pagina 16)
di Dante Alighieri (estratti)
... ] «Molte salute, madonna, v'aporto Dal vostro figlio: e' priegavi per Dio Che 'l socorriate, od egli è in punto rio, Ché Gelosia gli fa troppo gran torto; Ch'e' nonn–à guar ched e' fu quasi morto 'N una battaglia, nella qual fu' io ... Lo Dio d'Amor sì avea rotte le trieve Prima che Veno vi fosse arivata, Ché troppo gli parea l'atender grieve ... ] «Figliuola mia, per Dio e per merzede, Aggie pietà di quel leal amante, Che per te à soferte pene tante Che dir no'l ti poria, in buona fede ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 12)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — La tua piccola tenuta non ne rende forse ottomila? E ancora, se Dio vuole, sarà governata alla diavola, sfruttata in prima mano dal fattore, e in seconda mano dall'agente ... Sono senza figli; Dio non mi ha concessa questa felicità ... Come oserò andare dalle signore Cantelli, dopo quello che hai detto alla signora Eleonora? Come oserò mettere ancora il piede in casa tua, dopo quello che dirai alla signora Zuliani? — Oh Dio! — esclamò Raimondo, che incominciava a sentirsi scappar la pazienza ... Faccio, se tu non vai, una figura barbina; e non la merito, com'è vero Dio, non la merito ... Se, Dio guardi, la signora Eleonora non è forte di scrittura, mi lascia qualche cosa nella penna, non dicendo al signor Anselmo degnissimo tutto quello che occorre ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 63)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Ci hai pensato mai, Lippo? Si è scesi un po' tutti, a prima o dopo, dai monti, per dirozzarci al piano, per educarci, e, se Dio vuole, per intendere il bello ...
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Intrichi d'amore (pagina 5)
di Torquato Tasso (estratti)
... FLAMINIO O Dio, che possono fare li testimonii falsi! LAVINIA Ancora non arrivi a dodeci anni, e così figliuola ti sei messa nel ballo d'Amore? PASQUINA Sì, perchè voi cantate più volte quel sonetto: «S'amor non fosse, il mondo non saria - E gli uomini sarian com'animali ... Sciocco, che disamando me, che son pure della qualità tua, ami una vil feminella! GIALAISE Ah! pazza Pasquina, ca lasci la rosa e pigli la spina: lasci me ca te boglio, ca te pozzo fare patrona, e pigli chillo ca non ti buole e non ti puole far autro ca fantesca! LAVINIA Sciocche noi, ch'avemo fiducia in serve che sempre incostanti, sempre infideli sono! Ma perchè io non mi vendico con le proprie mani? Ladra, traditora a questo modo! Ah! ti tirarò questi capelli, mi ti mangiarò il cuore! PASQUINA Ohimè, Dio! Ohimè, Dio! Voglio dire ogni cosa al padrone, e anche al padre di Flavio, che voi foste causa della sua disperazione ...
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Intrichi d'amore (pagina 11)
di Torquato Tasso (estratti)
... O misero e infelice Alessandro! Che farò? Che dirò? Aiutami, Dio mio, che senza te non si trova sano consiglio ... PASQUINA Oh, Dio, come sei fastidioso! Non t'accostar, vedi, che ti darò un pantofolo sul mostaccio ... PASQUINA E pur lì, e pur mi vien dietro! Vatti con Dio, lasciami andar presto a casa ... Aggi allo manco pietade de chissi delecatissimi piedi; non fare como fece Dafne e chilla ca se chiamava Siringa, ca, secondo dice lo Metamorfosio, la prima pe fuire Apollo diventò lauro, e l'autra pe fuire lo dio Pane si converse in canna ...
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Intrichi d'amore (pagina 24)
di Torquato Tasso (estratti)
... Ma Dio, che spesso gl'innocenti aiuta, mi misse in cuore che io calasse dalla finestra, la quale se ben è alta, mi son pur salvato illeso ... A Dio, quel Cavaliero ... CAMILLO A Dio, quel giovinetto ... Va con Dio, figlio mio, va ... ERSILIA O Dio! chi sa se intendesse di me? Aiutami, sorte! CAMILLO Tu parli fra te stesso? Che dici di sorte? ERSILIA Mi doglio che non m'aiuta la sorte ...
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Intrichi d'amore (pagina 28)
di Torquato Tasso (estratti)
... FRANCESCHETTO Sia pazzo chi vuole, io non sono pazzo; e se non volete altro, a Dio ... GIALAISE Vatte con Dio, va, ca fatta me l'hai! Mira ca diavolo è sortuto lo munno, ca li pizzirilli perzì se burlano delli grandi! Ma, ohimè, che rumore è in casa della Segnora Lavinia? Me boglio arretirare ccà, pe sentire qualche cosa ... MANILIO Giusto giudizio di Dio, che il debito delitto sarà punito con l'istesso mezzo che il delinquente si preparava pregiudicare a gli onori altrui ... FLAMINIO Eh, Dio! Non avereste pietà d'un povero giovane, che per amore si è trasformato in questa sorte? GIALAISE Ped amore è trasformato? Dunque songo io, che ped amore di ...
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L'Olimpia (pagina 11)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... (Che Dio ti dia!) ... Che Dio non mi dia! TRASILOGO… ... Dio voglia che non ti rompa la schena insieme con acqua di legno come infranciosato ... E se trovassimo Sennia la tua madre e Olimpia sorella vive, che gioia sarebbe la nostra! O Dio, fa' per pietade che se ebbi trista fortuna in goderle, l'abbia almen buona in ritrovarle vive! EUGENIO ...
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L'Olimpia (pagina 18)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Será rifatto ogni danno, ché per la Dio mercé abbiamo come possiamo farlo ... Andiamo andiamo, per amor di Dio! TEODOSIO ... O Dio, ringraziato sii tu! non deve mai l'uomo sconfidarsi della tua grazia, ché sai meglio rimediare che noi sappiamo dimandare ... Perdonami, o carissima madre, poiché sotto questo venerabil nome di madre io t'ho ingannata; né io arei ardire comparirti dinanzi se la suprema bontá di Dio non avesse dato meglio esito alla mia audacia che io avessi saputo desiderare ... O Dio, e io era cagione di tanto male! quanto conosco che ti son debitore! Ecco mio padre, il qual non men che io t'ama e riverisce ...
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L'arte di prender marito (pagina 10)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Sii uomo, per Dio! Quella brava donnina, religiosa fin nei capelli, non aveva mai pronunziato il nome di Dio invano ... —Oh Dio mio! Dio mio! Io non ho la forza di sgridare mio figlio ...
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La favorita del Mahdi
di Emilio Salgari (estratti)
... Per ogni dove si udivano monotone canzoni accompagnate dal suono del tamburello, che gli echi delle foreste ripercotevano: un salmodiare di versetti dell'Alcorano, un muggito di animali, uno sbattere di remi, un chiamarsi, un salutarsi e al disopra di tutti quei rumori la voce nasale del muezzin che dall'alto dell'esile minareto, colla faccia rivolta verso la Mecca, gridava: —La Allàh ila Allàh (Non è Dio fuor di Dio) Mahàmmed rosul Allàh (Maometto è l'apostolo di Dio) ... —Se Allàh (Dio) e il Profeta lo vorranno… L'hai veduto tu, Notis? —È arrivato dieci minuti or sono, e sorseggia il caffè laggiù in quel tugul ... Ira di Dio! Posso chiamarmi ancora fortunato ...
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La favorita del Mahdi (pagina 67)
di Emilio Salgari (estratti)
... Si allungò, non si sa come, il braccio destro, si fece nascere la verruca[1] sulla guancia destra e poco prima dell'agosto 1881, dichiarava di essere il Mahdi vale a dire «colui che Dio guida sulla via retta» ... Egli scrisse allora ai fakir che era l'uomo scelto da Dio per riformare l'islamismo ... Tutti volevano prender parte a questa guerra santa, tutti volevano combattere sotto gli ordini di un inviato di Dio ...
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La favorita del Mahdi (pagina 69)
di Emilio Salgari (estratti)
... Quando fu vicino alla zeribak un gran grido emesso da duecentomila persone echeggiò: —Viva Ahmed Mohammed! Salute all'inviato di Dio! Ahmed con un cenno della mano fece tacere tutti quei clamori ... —Un ufficiale!… Ira di Dio! chi può essere mai? —Qualche ufficiale preso a Kasghill ... Non è possibile!… Io m'inganno!… —Che hai? —Quell'ufficiale che è fra i prigionieri… Ira di Dio! È lui!… —Ma chi? —Abd-el-Kerim? —È impossibile ...
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La favorita del Mahdi (pagina 75)
di Emilio Salgari (estratti)
... —Ira di Dio! mormorò egli ... —Ira di Dio! ripetè il beduino ... Fra lo scièk e l'inviato di Dio vennero scambiate alcune parole, poi quest'ultimo prese per la mano il primo e lo condusse sulla collina, facendo segno a tutti gli altri di non seguirlo ... —Perchè? —Per passare il mare e sbarcare alla Mecca —Ah! Tu hai questo progetto! —Sì, lo ho, e ti giuro su Allàh, Abù-el-Nèmr, che io lo compierò: è la missione impostami da Dio ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 9)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Il sepolcro, ovvero il deposito, insino al tempo di Filostrato non si trovava, avvenga che da certi sciocchi fusse adorato per Dio: il qual culto mancò in poco tempo, come fanno anco gli altri inganni del demonio, e così cessorono gli oracoli dopo l'avvenimento di Cristo, de' quali quasi tutto l'universo era infettato, pure con i medesimi inganni ... Ma quello che già palesemente spargeva gli oracoli, ora si rode in oscuri laberinti, appetendo i lascivi congiungimenti, oggi tenuti vituperosi dalle genti, dove già erano orrevoli, donde è quel verso: Degnando Anchise al suo coniugio altero
Venere Dea,
e questo non pure al tempo degli eroi, ma al tempo d'Alessandro e di Scipione, a' quali accrebbe la gloria l'essere tenuti figliuoli di Giove, sendo così noto per l'istorie che non faccia mestiero il raccontarlo, che Giove demone, il qual credevano essere Dio, si ghiacesse con la madre di Scipione in forma di serpente, e con Olimpia moglie di Filippo ... Portavano ancora i demonj in volta gli oracoli d'Anfiarao e d'Anfiloco indovini, e mentre che visseno e poi che furono morti, il che forse desiderò Empedocle quando volse essere tenuto Dio ... In questa guisa il nimico di Dio e degli uomini vuole che quelli che lassano la nostra religione piglino i principj de' suoi sacrilegj ... Dio vi salvi ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 14)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Per questo penso che sia fatto con gran provvidenza a dì nostri, ne' quali pare che ogni cosa vada di male in peggio, che il grandissimo Dio abbia volsuto in più modi confermare la fede negli animi de' fedeli, per allargare in tutti i versi la religione ... Laonde quelli che fusseno stati senza fede, avesseno facilmente a sospettare tal cose essere fatte, o per sorte, o per destino, acciocchè fussino oppressi dalla grandezza della calamità, se per viva forza la fede non si mantenesse, risvegliata di nuovo in questa terra per tanti miracoli fatti dalla Vergine Madre di Dio, i quali siccome per loro stessi confermano la fede cristiana, così per accidente la corrobora ancora quello che confessano le streghe, per mezzo del quale conosciamo (per il gran numero de' testimonj, così a uomini come di donne) i demonj maligni essere nimici alla verità cristiana, la quale, quanto più si sforzano disperdere e offuscare, tanto più si viene ad innalzare e risplendere in tutti i modi ... Queste son convenzioni intese dai medesimi demonj, come sono, non pure queste che paiono chiare, ma quelle ancora che sono occulte, delle quali ha parlato il nostro Agustino e gli altri; ma io non credo già che sia alcuna cagione naturale in questo numero binario, nè penso che per questo abbia volsuto dimostrare il misterio della Diade di Mareta Caldeo, venuto ne' Platonici per mezzo di Pittagora, o fusse quel tale chiamato Zarete, all'usanza di Origene nel libro chiamato Philosophumenon, ovvero Zareta, il qual nome usa Plutarco Cheroneo nel dimostrare il maestro di Pittagora, interpretando una particella nel Timeo Dialogo, o veramente più tosto s'abbia a dire Zarada, citando Teodorito teologo (nel libro delle leggi) queste parole, cioè, leggi di Zarado; perchè a che proposito avea il demonio a filosofare di tal cosa con questa bestia? Ma io credo ben piuttosto che sotto tal numero ci fusse nascosto qualche inganno del falsissimo nimico; o veramente per non consentire ancora nel parlare alla santissima Trinità, che è Dio, ovvero per più discostarle dall'uso della nostra religione, o veramente più presto per qualche inganno che noi non sappiamo, insegnato a' Gentili sotto il numero pari, il quale volevano che fusse dedicato agli dei infernali, così come il numero impari agli dei del cielo ... Niente altro, se non che io non credessi alla fede cristiana, nè vi avessi speranza nessuna; ma in quel cambio io onorassi lui, mio amatore, a lui m'inginocchiassi, e tenessilo per mio Dio ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 16)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Non era egli meglio, che quello, che Dio aveva conosciuto essere per cascare in questa grandissima empietà, non fusse mai nato? DIC ... Per che conto adunque creò Dio con la sua somma bontà colui che conosceva essere dannato all'eterno tormento? DIC ... Può stare in cotal guisa: acciocchè la infinita bontà di Dio non sia vinta dalla malizia umana ... Aggiungi che se tu consideri a tutte le altre virtù mostrate da Dio al mondo, la giustizia si scopre in coloro che hanno voluto più presto fuggire, che seguitare i doni della bontà e della clemenza; nè per questo o si ammorza, o si diminuisce la misericordia, ponendosi secondo che ricerca il rigore della giustizia; e così di quella sceleranza, e di quei mali, ne nasce qual cosa, che è cavata da Dio stesso, predicato da Augustino per tanto buono, che non permetterebbe il venire del male, se non volesse cavare da quello qualche maggior bene; il che dagli uomini dotti spesse volte (se non sempre) è conosciuto riuscirne; ma non è già visto dal volgo ... E finalmente, chè più, per la morte di Cristo si manifestò all'umana generazione l'eccessiva bontà di Dio, la redenzione dall'eterna morte, e la porta alla pietade aperta, e alla giustizia ...
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La vita comincia domani (pagina 70)
di Guido da Verona (estratti)
... Era stata immolata una vittima per placare il dio della civile discordia; dopo molto contorcersi, la città aveva bevuta per gli interstizi del suo lastricato una fresca vena di sangue; l'epilogo era nella morte: bastava ... Se aveva peccato, era d'orgoglio, nel non credere agli altri, nel volere col suo proprio dio; un dio prigioniero nella materia, che nasceva e moriva con l'uomo ... Aveva eretta la Scienza a sola divinità della vita: era persuaso che il Dio lontano fosse, fino ad un certo punto, il potere dell'uomo ...
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Libro proibito (pagina 5)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... D'un prete la Perpetua
Ier l'altro ha partorito…,
A compier tai miracoli
Di Dio bastar può il dito?
STATISTICA [14] Su per giù, nasceranno
In Italia cinquanta-
Cinque spartiti ogni anno…
Ne muoiono sessanta ... DON NATALE [16] In Dio non crede,
In nulla ha fede,
Pur, don Natale
È clericale ... Dio sia lodato!
III ... Sia lode a Dio!
NAPOLEONE III [18] Lui grande al par di Cesare,
Quando reggea l'impero,
Lui vinto, infame dissero
E stolto avventuriero;
Giudicheranno i posteri
Qual fu Napoleone;
Ciò che fin d'or si giudica
È il secolo buffone ... Se ancor ti spogli, o Clelia,
Che porterai nel letto?
A GELLIO Dio! come l'aria è rigida!
Il capo al vento immite
Se ancor tu esponi, o Gellio,
Puoi prendere un'orchite!
LA CREMAZIONE Contro il sistema della cremazione
Protestano con ira i collitorti
I gesuiti ed i preti retrivi;
Noi non cremiam che i morti,
La Santa Inquisizione
Preferì sempre di cremare i vivi ...
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Marocco (pagina 55)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Il Sultano,—rispose,—che Dio prolunghi i suoi giorni! ha ordinato di tagliar loro la testa perchè facevano commercio di contrabbando sulla costa del Rif cogl’infedeli Spagnuoli ... Sciolto che fu, si tolse la cappa, e porgendola al soldato che gli aveva tolto la corda, gli disse:—Accettate questo; ci rivedremo in un mondo migliore!—Gettò il suo turbante a un altro, che lo aveva guardato con aria di pietà, e dirigendosi a passo fermo dove era disteso il cadavere insanguinato del compagno, esclamò con voce chiara e sicura:—Non c’è altro Dio che Dio e Maometto è il suo profeta!—Voltandosi poi verso il carnefice, si tolse la cintura e gliela porse dicendo:—Prendete! Ma per l’amor di Dio tagliatemi la testa più presto di quello che avete fatto al mio fratello ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 4)
di Giovanni Verga (estratti)
... fuoco in casa, eh? Dio liberi! M'hanno detto che Bianca è ancora mezza morta dallo spavento ... Allora si rivolse verso don Diego, con grande enfasi, pigliandosela coi tempi nuovi: - Adesso non c'è altro Dio! Un galantuomo alle volte ... Grazie a Dio vedrete che saremo puntuali ... Lo vedete quel che sarebbe rimasto di tante grandezze! Io non ho fumi, grazie a Dio! Io sono rimasta quale mi hanno fatto mio padre e mia madre ... gente di campagna, gente che hanno fatto la casa colle loro mani, invece di distruggerla! e per loro c'è ancora della grazia di Dio nel magazzino dei Rubiera, invece di feste e di teatri ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 15)
di Giovanni Verga (estratti)
... testimonio Dio e i santi, piagnucolando, bestemmiando, e finì per accettare, racconsolato tutto a un tratto, cambiando tono e maniera ... Non mi reggo in piedi, com'è vero Dio! - No, non posso; non ho tempo ... sia lodato Dio! Voi ve la dormite da un canto, Diodata dall'altro, al buio! ... Le pecore stanno bene, grazie a Dio ... Un giorno o l'altro se ne torna a casa colle gambe rotte, com'è vero Dio! ... Come Dio volle finalmente, dopo un digiuno di ventiquattr'ore, don Gesualdo poté mettersi a tavola, seduto di faccia all'uscio, in maniche di camicia, le maniche rimboccate al disopra dei gomiti, coi piedi indolenziti nelle vecchie ciabatte ch'erano anch'esse una grazia di Dio ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 19)
di Giovanni Verga (estratti)
... adesso questa grazia di Dio! ... Volete che faccia scendere Dio e i santi di lassù? ... Gesualdo per finirla saltò di nuovo sulla mula, verde dalla bile, e se ne andò mentre l'acqua veniva ancora giù dal cielo come Dio la mandava, col capo nelle spalle, bagnato sino alle ossa, il cuore dentro più nero del cielo nuvolo che aveva dinanzi agli occhi; il paese grigio e triste nella pioggia anch'esso, lassù in cima al monte, col suono del mezzogiorno che passava a ondate, trasportato dal vento, e si sperdeva in lontananza ... Voi non sapete che gastigo di Dio è Speranza, mia sorella! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 22)
di Giovanni Verga (estratti)
... buono anche quello! un servo di Dio ... Tanti saluti a don Diego e a don Ferdinando! Donna Bianca, imbarazzata, voleva andarsene anche lei; ma il sagrestano la trattenne: - Un momento! Cosa devo dire a padre Angelino, se volete mettervi in grazia di Dio prima della festa di san Giovanni Battista ... il mondo sottosopra mette quel diavolo! Fra poco si andrà in carrozza sino a Militello, prima Dio e don Gesualdo Motta! ... camminerà sull'oro colato, come è vero Dio! Anche padre Angelino vi avrà consigliato la stessa cosa che vi dico io ... di mettervi in grazia di Dio ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 23)
di Giovanni Verga (estratti)
... fine proruppe: - Ma è giustizia, santo Dio? è giustizia far tribolare in tal modo un galantuomo che vi vuol tanto bene? ... certe giornate d'inverno come vuol Dio! ... Comparve una donna macilenta, colla gonnella in cenci sollevata dalla gravidanza sugli stinchi sottili, sudicia e spettinata, come se non avesse fatto altro in vita sua che portare avanti quel ventre - un viso di chioccia istupidita dal covare, con due occhietti tondi su di una faccia a punta, gialla e incartapecorita, e un fazzoletto lacero da malata, legato sotto il mento; nient'altro sulle spalle, da persona ch'è di casa in casa del Buon Dio ... Ci vuol la grazia di Dio! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 24)
di Giovanni Verga (estratti)
... Infine riprese: - Ci vuol l'aiuto di Dio! ... Infine Dio le diede la forza di ricomparire dinanzi a lui, quel giorno in cui don Ferdinando le aveva detto che il fratello stava peggio, nella cameretta sudicia, sdraiato su quel lettuccio che sembrava un canile ... Era lì, aspettando quel che Dio mandava, come tutti i Trao, senza lagnarsi, senza cercare di fuggire il suo destino, badando solo di non incomodare gli altri, e tenersi per sé i suoi guai e le sue miserie ... Quel che vorrà Dio ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 66)
di Giovanni Verga (estratti)
... La povera inferma, smarrita in quel parapiglia, si lasciò sfuggire con un filo di voce: - Per l'amor di Dio ... Come sta la cugina? - Come Dio vuole! ... Come ci avessi il gastigo di Dio sulle spalle! ... Ma era giusto inasprirgli contro la baronessa, santo Dio? Farle commettere qualche bestialità? ... - Come è vero Dio! - soggiunse il barone Rubiera ...
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Mattinate napoletane (pagina 16)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Dunque Mio caro Potito, dopo due mesi e tredici giorni mi ho azzardato di scriverti innascosta dei mie parenti; perchè dopo tanti mie pianti mi ho sognato una donna e mi ha detto così—figlia mia Antonietta non piangete più che il mio figlio vi deve venire a sposare pregherò ia a Dio che gli dà buoni pensieri e ti prego fatelo una lettera; ecco mio care queste semplice parole mi à detto e mi sono svegliato ed ia ti sono scritta non aveva inchiostro e ti sono scritto con un lapiso ... Dunque mio caro ricordati di mè che mi sei levato l'onor mio così che io quella sera ero una stupita non capiva che cosa era il mondo e tu ti ni approfittasti di mè così si deve approfittare i Dio di tè se tu sei negato infaccio ai miei parenti non può negarlo innazi al tribunale di Dio perchè io come tu mi sei lasciato così io sto! nessun altro si ni e approfittato di mè—non fa niente deve arrivare una lacrima avanti a Dio che ti deve pagare perchè ia non sone una cattiva giovane; che vi credete che ia mi ho dato a cattive strade nè questo non lo farò mai mio caro non fa niente che mi sei levato l'onor mio o fatto ridere ai miei parenti i Dio mi aiuterà perchè ia sono orfane di madre mio padre sta in america e non ni sà niente di questo misfatto che si lo sapesse quello mi viene ad ucidere—il mese entrante parti da Napoli e vado a trani mi accompagnano i mie parenti e vado in casa della madre della zia e là o la dota di mia madre che mi possa maritare che ho anni diciotto ho ancora se tu tieni coscienza se tu hai cuore vieni dal mia zia a Napoli e venitemi ad onorare se poi non credete fate come ti piace e ti prego di non dir niente ai miei parenti di questa lettera vi saluto e sono tua Aff ...
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Nel sogno
di era (estratti)
... Restino con Voi i cuori puri che mai non conobbero i turbamenti del peccato; vengano a Voi i cuori ardenti che la passione tormenta; accoglieteci tutti, mio Dio, nella vostra misericordia ... Quei monti, quel cielo, quegli alberi, quello spazio, erano da molti anni i suoi amici, i compagni muti eppure intendenti del suo fervido innalzamento a Dio ... Il raccoglimento degli alberi, il cadere del sasso, il quasi impercettibile spostamento dei rami, dei sottili fili d'erba al passaggio di un insetto, gli riempivano il cuore di una dolcezza traboccante; per cui la sua preghiera era spesso accompagnata da altre piccole preci, da slanci di riconoscenza e d'amore, da un tenero delirio e da una compenetrazione così intima della bontà e della grandezza di Dio che lagrime di consolazione gli scendevano dagli occhi, e, trovandosele poi sulle mani e sugli abiti, egli non sapeva più se fossero le lagrime proprie o la stessa rugiada che cadeva dal cielo sui fili d'erba e sugli insetti ... Sorgere col sole del mattino, schiudersi colla gemma e colla crisalide, olezzare col petalo, lavorare coll'ape, combattere col vento, gemere colla fonte, meditare col sasso, fremere col bosco, alzarsi coll'allodola e piegare al tramonto calmo e solenne cantando le lodi di Dio: ecco il suo ideale ... Soleva ripetere con grande compunzione la teoria di San Tommaso: "Nell'universo ciascuna creatura è per la sua perfezione; le creature più ignobili sono per le più nobili, onde quelle che stanno al di sotto dell'uomo devono servire l'uomo; poi tutte le creature sono per la perfezione dell'universo, e infine tutto l'universo tende a Dio come a suo fine ... Allora, afflitto, non scorato; misero, ma non solo, poichè Dio era nel suo cuore, si ridusse all'unica adorazione del Creatore, rimettendo a Lui, che guida la caduta delle foglie, anche la salute degli uomini ...
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Nel sogno (pagina 2)
di era (estratti)
... Trasportato di riconoscenza, scese dal pulpito, e colle braccia, e colla voce e coll'esempio traendosi dietro la folla dei fedeli, li schierò tutti fuori del tempio, in aperta campagna, facendo loro ammirare la bontà della Provvidenza, e invitandoli a cantare nel pieno trionfo della natura il trionfo di Dio ... —Ma quali sono le loro colpe, poichè vivono al cospetto di Dio, riconoscendolo e adorandolo, poichè lavorano e poichè si amano gli uni cogli altri? e quando essi vengono umilmente a dirmi: "padre, ho peccato" come non dovrei compatirli se io stesso pecco, e Dio volle che l'errore fosse diffuso in tutte le cose create, sì che non sempre il melo dà pomi, nè la spica è sempre piena di grano, ed alcuna volta la gallina e la tortora si cibano delle proprie uova uccidendo i loro figliuoli? A codeste ragioni gli avversari si guardavano tra loro sogghignando e scuotendo la testa ... Tutto ciò che Voi permettete, o mio Dio, ha la sua ragione nella essenza stessa del vostro potere ... Lassù, sulla montagna, in una piccola baita, vicino alla natura, che era stata la sua amica in ogni tempo e quasi la madre sua, si ritrasse solo; e la sua vita, che semplice era stata sempre, si raffinò ancor più in un crescendo immateriale, in una contemplazione indefinita di tutto ciò che era l'opera di Dio ...
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Nel sogno (pagina 3)
di era (estratti)
... Come si sentiva felice allora! * * * Tutte le idealità si erano congiunte allo scopo unico della sua esistenza: vivere in Dio ... E come da quelle vette gli pioveva un senso di pace ineffabile, una coscienza alta e serena della propria individualità! Poiché non aveva chiesto nulla al mondo, doveva aspettarsi tutto da Dio ... Egli, che si era staccato in modo assoluto dai suoi simili, vi ritornava guidato dal sentimento nuovo; un sentimento che non era l'amore degli uomini, che non era l'amore di Dio, sibbene un fascino ignoto di una dolcezza grande—il misterioso potere che l'innocenza esercita sulla sapienza e la debolezza sulla forza—la attrazione irresistibile di quelle due creaturine che Dio gli aveva dato da custodire ... Il riso delle bambine interrompeva spesso la sua preghiera, e sembrava a lui che Dio gli rispondesse per mezzo di quelle bocche ...
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Nel sogno (pagina 4)
di era (estratti)
... L'età della ragione! pensava il solitario, tutto compreso dei nuovi doveri che gli incombevano, mentre aumentava in lui quel senso di rispetto per le creature che Dio gli aveva mandate, onde non procedeva a nessun divisamento senza essersi prima consultato colla propria coscienza ... Crescerle nell'amore di Dio e della natura, sviluppare contemporaneamente la maggiore forza fisica e la più alta potenza ideale ... Il prete parlava loro di Dio come di un padre pieno d'amore e di magnificenza; dipingeva le gioie del paradiso con colori smaglianti, le cantava con strofe poetiche, ma giammai parlò dell'inferno ...
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Nel sogno (pagina 6)
di era (estratti)
... Epperò, se Dio lo permette, inchiniamoci e preghiamo per loro ... Contiene monti, contiene mari, e dappertutto i figliuoli di Adamo vivono ammirando e lodando Dio ... Mària, un po' pallida e collo sguardo inquieto, interrogò di nuovo: —Quale è il lavoro che gli uomini intraprendono per cambiare l'opera di Dio? Ora Maria aspettava ansiosa la risposta che il padre avrebbe data alla sorella ... Non abbiamo noi atterrato i più bei pini e gli abeti più poderosi per fabbricare la nostra casetta? Tanta è la bontà di Dio che fa nostri tutti i beni della terra ... Ancora il prete parlò a lungo quella sera; e quando ebbe finito di parlare, aperto il Vangelo, lesse tutto il capitolo X dei fatti degli Apostoli, e sul fatto della vela calata dal cielo a Pietro e della voce che gli disse: "Le cose che Dio ha purificate, non farle tu immonde ... —Oh! oh!—esclamò Maria sorridendo, rossa in viso per il piacere—sono io forse la Madonna? Un pudore religioso la prese, quasi un dubbio s'ella fosse veramente degna che gli insetti di Dio le mostrassero tanta deferenza ... Ma continuando, diventava pallida pallida, la voce le moriva in gola, uno sguardo lungo, disperato, sembrava scovare dall'anima sua l'intimo anelito e portarlo su quelle parole ardenti fino a Dio ...
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Nel sogno (pagina 8)
di era (estratti)
... —Quanto si amano! Al che Maria non trovò nulla da ripetere, poiché ella sapeva che tutto ciò che è creato da Dio ama ... Talvolta aveva gli occhi ardenti come bragie, quegli occhi che facevano paura a Maria, per cui la dolce fanciulla pensava: Mio Dio, che cosa ci sarà dentro? Andava ancora a sedersi sul suo picco solitario, e di là slanciava nella valle certi canti che sorprendevano Maria ... Insieme erano nate, si appartenevano: perchè sarebbero state disgiunte? La sera dello stesso giorno, mentre andavano a letto, e Maria s'era già distesa sotto la coltre, Mària, standosene seduta in camicia sul saccone, disse ancora: —Se io morissi, piangeresti? —Perchè proferisci cose contrarie al volere di Dio? Mària, noi non dobbiamo pensare a ciò ... Egli la rialzò con dolcezza, e si pose a parlarle dei cuori umili e mansueti che Dio non abbandona mai ...
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Nel sogno (pagina 11)
di era (estratti)
... Gesù non aveva dunque salvato il mondo; la sua passione divina non era bastata; il mondo soffriva ancora, poichè ancora esisteva la colpa! E, dalle vette serene della sua innocenza, questo mondo trascinantesi nel peccato originale, questo mostro già ucciso e che nuotava sopra il sangue di un Dio, la riempiva di un mortale ribrezzo ... —Figlia mia, la notte non oscura il giorno, il peccato non annienta l'amore, Dio è sempre al di sopra di ogni cosa ... Ammalata di offesa al pudore, un pudico silenzio era il velo nel quale si ravvolgeva tutta; ma alla notte il lettuccio era inondato di lagrime, e, quando fuori da ogni oggetto che le rammentasse la vita materiale, ella si abbandonava, puro spirito, al dolore, Dio solo conosceva il suo segreto ... Lo sai pure che ad ogni anno spuntano i fiori novelli, perchè Dio vuole che abbiamo sempre la nostra porzione di gioia ...
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Nel sogno (pagina 12)
di era (estratti)
... —Maria! Maria! Udì, lo guardò, mormorò: —Vedo Dio ... —Padre, permettete che anch'io vi chiami così, poichè la volontà di Dio mi manda in un simil giorno; ben altro era lo scopo della mia venuta! L'accento, il gesto, erano quelli di un dolore vivamente sentito ... SOLO! "O Tu, che immoto in te stesso dài vita all'universo, Tu che gl'immensi spazi in te racchiudi e de' luoghi e dei tempi, Tu che ho presente e non veggo, che ammiro e non discerno, che amo e non comprendo, che invisibile adoro, increato, infinito, immenso, eterno, ecco che a Te mi volgo, o benefattore, o padre, o Dio ... Ma che cosa egli aveva fatto? Aveva creduto di poter compiere da solo quello a cui non riuscirono milioni di martiri e di eroi, quello che Dio non permette ancora ... " Ed io stolto che tentai, che volli? Fui orgoglioso e Dio mi punisce ...
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Nel sogno (pagina 13)
di era (estratti)
... hai tripudiato specchiandoti in lei con una compiacenza che doveva offendere Dio? Sei tu stato abbastanza puro? Hai sempre ascoltata la sua voce, o non piuttosto la voce del tuo egoismo e della tua vanità?… Ma se io solo, se io solo sono il colpevole, perchè lanciare i tuoi fulmini, o Signore, su quelle due poverette? Quando l'eccesso del dolore lo portava a tale inchiesta; era preso quasi subito dall'orrore della bestemmia pronunciata ... Come? Egli osava ora di giudicare Dio? A quale abbiettezza era dunque giunto?… Atterrito, si gettava al suolo e, colla bocca sulla dura terra, mormorava: —Perdonatemi o mio Dio! Io non so, io non chiedo perchè mi avete percosso; questo so che Voi lo voleste ... Svanita fin l'ultima particella dell'Io, fin quella che si riferisce in forma d'amore alle altre creature, l'asceta si elevava al di sopra del dolore umano, e, penetrato della dolcezza dell'ideale incorporeo, mormorava nell'estasi di una dedizione suprema, curvo sulla croce: —Colpitemi ancora, ancora, mio Dio, e fate che il mio cuore arda d'amore per Voi, poichè, non nell'appagamento sta la perfezione, bensì in un crescendo di ardore ...
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Novelle rusticane
di Giovanni Verga (estratti)
... Ma se non gli avessero insegnato a dir messa, e a leggere e a scrivere per carità, non sarebbe riescito a ficcarsi nelle primarie casate del paese, né ad inchiodare nei suoi bilanci il nome di tutti quei mezzadri che lavoravano e pregavano Dio e la buon'annata per lui, e bestemmiavano poi come turchi al far dei conti ... Nel far del bene cominciava dai suoi, come Dio stesso comanda; e s'era tolta in casa una nipote, belloccia, ma senza camicia, che non avrebbe trovato uno straccio di marito; e la manteneva lui, anzi l'aveva messa nella bella stanza coi vetri alla finestra, e il letto a cortinaggio, e non la teneva per lavorare, o per sciuparsi le mani in alcun ufficio grossolano ... Talché parve a tutti un vero castigo di Dio, allorquando la poveraccia fu presa dagli scrupoli, come accade alle donne che non hanno altro da fare, e passano i giorni in chiesa a picchiarsi il petto pel peccato mortale - ma non quando c'era lo zio, ch'ei non era di quei preti i quali amano farsi vedere in pompa magna sull'altare dall'innamorata ... Benedetto dio! egli non pretendeva di essere un sant'uomo, no! I sant'uomini morivano di fame; come il vicario il quale celebrava anche quando non gli pagavano la messa; e andava attorno per le case de' pezzenti con una sottana lacera che era uno scandalo per la Religione ... Il Reverendo voleva portarsi avanti; e ci si portava, col vento in poppa; dapprincipio un po' a sghembo per quella benedetta tonaca che gli dava noia, tanto che per buttarla nell'orto del convento aveva fatta la causa al Tribunale della Monarchia, e i confratelli l'avevano aiutato a vincerla per levarselo di torno, perché sin quando ci fu lui in convento volavano le panche e le scodelle in refettorio ad ogni elezione di provinciale; il padre Battistino, un servo di Dio robusto come un mulattiere, l'avevano mezzo accoppato, e padre Giammaria, il guardiano, ci aveva rimesso tutta la dentatura ... Non avete visto ciò che prometteva da ragazzo? Per questo padre Giammaria era rimasto semplice guardiano dei Cappuccini, senza camicia e senza un soldo in tasca, a confessare per l'amor di Dio, e cuocere la minestra per i poveri ... Ma lui che era frate nel sangue, si stringeva nelle spalle, e rispondeva: - Sta' a vedere che uno non può seguire la vocazione a cui Dio l'ha chiamato! Il padre Giammaria l'aveva preso a ben volere perché era lesto come un gatto in cucina, e in tutti gli uffici vili, persino nel servir la messa, quasi non avesse fatto mai altro in vita sua, cogli occhi bassi, e le labbra cucite come un serafino ...
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Novelle rusticane (pagina 2)
di Giovanni Verga (estratti)
... Ma ciò che li faceva mormorare era che quel servo di Dio li smungesse peggio dell'anticristo, allorché avevano da spartire con lui, e non si faceva scrupolo di chiappare la roba del prossimo, perché gli arnesi della confessione li teneva in mano e se cascava in peccato mortale poteva darsi l'assoluzione da sé ... - Seminati che sono una magìa! Il Signore ci è passato di notte! Si vede che è roba di un servo di Dio, e conviene lavorare per lui che ci ha in mano la messa e la benedizione! - In maggio, all'epoca in cui guardavano in cielo per scongiurare ogni nuvola che passava, sapevano che il padrone diceva la messa pella raccolta, e valeva più delle immagini dei santi, e dei pani benedetti per scacciare il malocchio e la malannata ... Le loro donne, mentre gli confessavano i peccati, non potevano fare a meno di spifferargli sul mostaccio: - Padre, mi accuso di avere sparlato di voi che siete un servo di Dio, perché quest'inverno siamo rimasti senza fave e senza grano a causa vostra ... - A causa mia! Che li faccio io il bel tempo o la malannata? Oppure devo possedere le terre perché voialtri ci seminiate e facciate i vostri interessi? Non ne avete coscienza, né timore di Dio? Perché ci venite allora a confessarvi? Questo è il diavolo che vi tenta per farvi perdere il sacramento della penitenza ... Però assolveva, come era obbligo suo; ma nondimeno nella testa di quella gente rozza restava qualche confusione fra il prete che alzava la mano a benedire in nome di Dio, e il padrone che arruffava i conti, e li mandava via dal podere col sacco vuoto e la falce sotto l'ascella ...
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Novelle rusticane (pagina 3)
di Giovanni Verga (estratti)
... si era acquistata col sudore della fronte gliela invidiavano, gli avevano fatto il malocchio e la iettatura; quel po' di grazia di Dio che mangiava a tavola gli dava gran travaglio, la notte; mentre suo fratello, il quale faceva una vita dura, e mangiava pane e cipolla, digeriva meglio di uno struzzo, e sapeva che di lì a cent'anni, morto lui, sarebbe stato il suo erede, e si sarebbe trovato ricco senza muovere un dito ... La volontà di Dio non vogliono farla più, ecco cos'è! Cos'è il re Compare Cosimo il lettighiere aveva governato le sue mule, allungate un po' le cavezze per la notte, steso un po' di strame sotto i piedi della baia, la quale era sdrucciolata due volte sui ciottoli umidi delle viottole di Grammichele, dal gran piovere che aveva fatto, e poi era andato a mettersi sulla porta dello stallatico, colle mani in tasca, a sbadigliare in faccia alla gente che era venuta per vedere il Re, e c'era tal via vai quella volta per le strade di Caltagirone che pareva la festa di San Giacomo; però stava coll'orecchio teso, e non perdeva d'occhio le sue bestie, le quali si rosicavano l'orzo adagio adagio, perché non glielo rubassero ... Per conto suo, com'è vero Dio, in quel momento avrebbe preferito trovarsi nella sua casuccia, dove le mule ci stavano strette nella stalla, ma si sentivano a rosicar l'orzo dal capezzale del letto, e avrebbe pagato quelle due onze che doveva buscarsi dal Re per trovarsi nel suo letto, coll'uscio chiuso, e stare a vedere col naso sotto le coperte, sua moglie affacendarsi col lume in mano, a rassettare ogni cosa per la notte ... Ah, come doveva godersi la festa tutta quella gente che comprava il torrone, e si strascinava stanca e sonnacchiosa per le vie ad aspettare il Re, e come vedeva passare la lettiga colle sonagliere e le nappine di lana, spalancava gli occhi, e invidiava compare Cosimo, il quale avrebbe visto il Re sul mostaccio, mentre sino allora nessuno aveva potuto avere quella sorte, da quarantott'ore che la folla stava nelle strade notte e giorno, coll'acqua che veniva giù come Dio la mandava ... Dietro la cavalleria si rovesciò un'altra ondata di gente, e poi la banda, e poi ancora dei galantuomini, e delle signore col cappellino, e il naso rosso dal freddo; e accorrevano persino i trecconi, colle panchette in testa, a piantar bottega per cercar di vendere un altro po' di torrone; tanto che nella gran piazza non ci sarebbe entrato più uno spillo, e le mule non avrebbero nemmeno potuto scacciarsi le mosche, se non fosse stata la cavalleria a far fare largo, e per giunta la cavalleria portava un nugolo di mosche cavalline, di quelle che fanno imbizzarrire le mule di una lettiga, talché compare Cosimo si raccomandava a Dio e alle anime del Purgatorio ad ognuna che ne acchiappava sotto la pancia delle sue bestie ... Allora suonarono le trombe e i tamburi, e ricominciarono a sparare i mortaletti, che le mule, Dio liberi, volevano romper i finimenti e ogni cosa sparando calci; i soldati tirarono fuori le sciabole, giacché le avevano messe nel fodero un'altra volta, e la folla gridava: - La Regina, la Regina! È quella piccolina lì, accanto a suo marito, che ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 10)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... M'infervorai sempre più nelle pratiche ascetiche, pregai Dio che mi aiutasse e mi parve infatti di aver dimenticato ... Mi contenni, il mio viso, le mie parole furono di ghiaccio ed ella se ne andò, ma vi ebbe poi un momento in cui mi domandai perchè se Dio voleva proprio un simile tormento delle sue creature non le aiutasse di più! Perchè mi facesse incontrare quella signora nel treno e quella ragazza in casa di mia suocera! Mi venivano impeti di ribellione, una domanda insistente, acre, mi martellava il cervello: e se Dio non ci fosse? E se Dio non ci fosse? Se tutta la mia fede fosse un tessuto di illusioni? Se io fossi uno schiavo di pregiudizi altrui, d'idee cacciatemi nella testa quando non potevo pensare? Se io fossi in fatto di religione una miserabile scimmia della gente che ho sempre veduto intorno a me? Oh, don Giuseppe, don Giuseppe, mi salvi Lei!" Il giovine gettò le braccia al collo del vecchio prete singhiozzando ... Sempre mi veniva in mente di essere destinato da Dio a qualche cosa ch'Egli non mi rivelava ancora, sempre mi pareva di far male se pigliavo un'altra via ... Mio Dio, don Giuseppe, è passato un anno e sto ancora tanto male; se c'è per me una via di salute, non è che questa: uscire dal mondo!" Il giovine tacque ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 26)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Mi par d'essere un Dio, capisci, in una pozzanghera ... Credo di credere ancora in Dio, questo sì, ma non nel Dio che mi hanno insegnato ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 64)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Ella gli fe' segno, col dito alle labbra, di tacere, come s'egli alzasse la voce contro Dio che voleva così ... Non gli pareva che Dio fosse stato abbastanza buono con lei? "Una grazia grande, sai, del Signore, avermi svegliata, avermi chiamata così ... " Dio, se a Vena fosse successa quella cosa! Che orrore, poi, esser baciato, esser abbracciato da te, povera creatura! "Che vile, che vile, che vile!" In questo violento disprezzo di sè gli occulti pensieri gli salivano stridenti sulle labbra ... Se Jeanne credesse in Dio sarebbe tutta sua ... — E i miei presentimenti? Dove finivano i miei presentimenti? — Tutto un giuoco, tutto un caso? — Dio mio, Dio mio, se io perdessi la mente, se io dovessi proprio star per sempre qui dentro, finire come queste che urlano! — Padre mio, sei tu in quel pianeta? — No no no, padre mio, padre mio, credo, sai, credo in Dio, credo, credo, ho creduto sempre, forse vengo anch'io dove sei tu, dov'è la mamma! L'Elisa viene da voi ma forse un giorno vengo anch'io!" Represse a forza l'onda dei singhiozzi irrompenti dalla gola ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 66)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Perchè tante volte certa presunzione umana trova modo di mescolarsi a movimenti pii dell'anima nostra e ci induce a scambiare per fatti di origine soprannaturale fatti che derivano invece da condizioni anomale del nostro spirito e del nostro corpo, operati da Dio sempre, perchè Dio opera tutto in tutto, s'intende, con i suoi metodi, per i suoi fini imperscrutabili, ma fatti non diretti a farci conoscere la sua volontà ... non domandiamo noi al Signore che ci conservi la Sua Elisa? Pensi, questa grazia, quanto deve influire sulla Sua vita, se ci è fatta o non ci è fatta!" "Oh sì, sì, Dio mio, è vero, ma la visione l'ho avuta!" "Ma sì, ma sì!" fece don Giuseppe ... Don Giuseppe recita ad alta voce le preghiere per i moribondi, accosta e riaccosta il crocifisso alle labbra smorte della travagliata che non ode, non vede più, tutti della famiglia e suor Eletta pregano ginocchioni, l'angelo di Dio entra ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 68)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Da fanciulla credeva in Dio ... Sarebbe un dolce rifugio, adesso! Ma come credere in Dio? Come da esseri così mobili, così miseri, così effimeri può essere fondato un Assoluto così grande? Come può essere Dio altro che un desiderio di quello che a noi manca? E se veramente Dio esistesse anche solo come quell'assoluta giustizia di cui Maironi è diventato fanatico, non si dovrebbe vedere questa giustizia in tutto che non dipende, neppure in parte, dalla volontà umana, in tutto che dipende da lei sola? E invece dov'è? Perchè dovrebbe soffrir tanto, lei? Questo amore, se lo è forse dato? Il pezzo è finito ed ella si ricompone quanto può, rientra, chiede distrattamente: "Che musica è?" Suo fratello si scandolezza ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 69)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... In quanto invece mi preannuncia dati avvenimenti, io non presumo niente, accetterò dalla mano di Dio quel ch'Egli vorrà ... A quale missione nella Chiesa di Dio poteva essere chiamato quel giovane? Gli sorgevano nella mente profonda tante supposizioni diverse, vi si levavano tanti dubbiosi desideri antichi circa una riforma cattolica della Chiesa, non espressi mai chiaramente ad alcuno, forse neppure chiaramente concepiti, anche per impedimenti di ossequio e di umiltà ... Nel pensiero profondo di don Giuseppe disposto alle intime comunioni con la natura come alle intime comunioni con Dio, il dramma del vento, della luna e delle onde, il dramma di quell'anima, prima oscurata dalle passioni, ora misteriosamente illuminata dallo Spirito, si confondevano, si compenetravano in uno solo ... Nella terza lapide si leggeva: A FRANCO IN DIO LA SUA LUISA ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 4)
di Docteur Jaf (estratti)
... Il dio Priapo, favorito dalle dame romane, presideva ai piaceri dell'amore, ai doveri del matrimonio, e a tutta l'economia erotica ... Lo stesso titolo era decretato al dio Mutunus o Tulunus che non differiva da Priapo se non per la posizione delle statue, le quali erano rappresentate sedute invece che in piedi; in oltre queste statue si nascondevano in edicole chiuse, circondate da boschetti ... Poi, una volta maritate, le donne che volevano combattere la sterilità, ritornavano ancora a visitare il dio, che le riceveva novamente sulle sue ginocchia ...
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Storia di un'anima (pagina 9)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Come potrei io dedicarmi a te? oscuramente, ma santamente provarti sempre che t'amo e contrapporre alle mie sciocche ambizioni, all'amor proprio trafitto, alle vane gare in cui sanguina il cuore inutilmente, contrapporre il tuo affetto sempre placido, sempre religioso, sempre benedetto, non mai ridicolo? * * * O Lidia, Dio è l'ironia!—Il buio! ULTIMO GIORNO DELL'ANNO 1876 ... Pensa che mi sento il cuore gonfio d'un'arcana bontà, pensa che io piango, e che piangendo sento il bisogno di un'anima, e pensa che dinnanzi all'altare di un'altra anima che mi comprendesse, io pregherei ancora Dio, perchè mi sento casto, gentile, serio: e dinnanzi ai santi balbettamenti di un bimbo capirei—con quanta vita del cuore!—che l'arte per cui ho sofferto tanto, addoppiando me stesso, era un bisogno imperioso di creare; che la scienza di queste Accademie è il deserto, il vuoto, il nulla, o il tritume, la polveraglia dei morti: che gli anni di mia giovinezza erano un voto: che i miei tormenti, le mie fedi, il mio scetticismo, le mie speranze, le mie battaglie, il mio isolamento nella folla, il mio sdegno pei volgari, le mie povere poesie, erano indizi di un'anima che rigurgitava in un corpo nervoso, di un'anima che voleva un'anima!—Sono solo nel mio studiolo, solo, freddoloso e mesto ... Tu sorridi: oh veramente ci fosse Dio e vedesse e almeno lui apprezzasse questi sorrisi! —Qualcosa c'è che non si soggioga a cifre: qualcosa c'è che rende uggiosi i libri dei filosofi: qualcosa c'è che consola i soli, gli abbandonati, i poveri, i poeti!—Oggi bisognerebbe tutto domandare ai medici materialisti ... che non sarà mai più mia!…(5) Mio Dio, rendila felice!—Io mi illudo sempre nel mio dolore: rileggo la sua lettera, ribacio il suo ritratto, sento nell'animo la sua voce, e sono superbo, contento, felice, ma sogno, sogno: la verità non è ancora entrata nel mio cuore, io non sono persuaso che non la vedrò più! che non ho più diritto a pensare a lei!… Anno tristo, la mia vita è spezzata ... Mi inginocchio e prego il suo Dio, quello che ella pregherà per me:—Dio, ho bisogno dì credere! io mi sento buono! io mi sento il cuore! Quando pensavo a lei, sentivo la fede e Dio! quando mi sentivo squallido e senza speranze, pensavo al suicidio, quasi come a un candido sogno! quando vedevo dei luoghi ameni: dicevo—qui non c'è lei!—quando vedevo delle fanciulle mi sentivo l'anima innondata di pace! quando vedevo dei bimbi, mi venivano le lagrime agli occhi! Mio Dio, al mio corpo nervoso, cupido, febbrile ho negato gli amplessi della femmina nuda; ho impazzito pensando alle voluttà: ho combattuto battaglie ridicole pel mondo, ma supreme e gloriose per chi vuol avere nel pensiero suo il pensiero d'una vergine; mio Dio, il suo ricordo era per me il ricordo di una tua vergine: la sua lettera l'ho letta in un santuario, guardando la bionda testina di due de' tuoi angioli! Guardami! Dimmi tu che non sono ridicolo, amando ancora! Che non lo fui amando in passato! Tu hai detto:—Siate fratelli e sorelle—e non hai detto che gli stranieri, i poveri, gli sventurati non possano fra loro essere fratelli e sorelle ... Io fui così fiacco da non parlare, da non combattere parenti e amici e mondo: io tacqui! e sperai in te e in lei!… Mio Dio! Quanti a quest'ora si apparecchiano a godere gli ultimi momenti dell'anno! Io sono ginocchioni, io prego, io voglio pregare, io piango, io sono solo! io non so sperare, nè domandarti per me alcuna cosa per l'anno nuovo!! No, no, che importa a me di quello che mi accadrà? Ma io voglio pregare, voglio sorridere, voglio piangere per lei! Mio Dio:—rendila felice, e fa che ella si ricordi di me e che io sappia qualcosa di lei! Rileggo i libri delle mie Confidenze ... Oh! come sono belle e tranquille! Rileggo le pagine della malattia di Lina e le invocazioni ad Ermanna! Povero mio cuore!… Mio Dio, ti supplico, rendila felice ...
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Storia di un'anima (pagina 10)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E solo per lei ho bisogno di credere a Dio, e solo per lei il suo Dio mi dà una mestissima pace e una mestissima fede, quasi una vocazione… ... Solo pel passato, mantenendo una dolcissima illusione, io sorrido e studio, e prego Dio e sospiro alle fanciulle e vorrei baciare tutti i bimbi ... —Che ancora per le fila provvidenziali di Dio avessimo ad incontrarci?—Oh! possa il mio povero ricordo tormentarti nelle ore delle tue frenetiche voluttà! Sposa sei?—O mio Dio, come io desidero di morire! 19 febbraio ... —O mio Dio, sento uno di quegli sconforti, pensando al mio passato!—Come vorrei esser morto! Piango!—Oggi, qui, dai tetti di un terzo piano di povera gente mi giungeva la vocina balbettante di un bambino ... Ma, mio Dio! sento che inavvertitamente caricherei a palla, sì, una pistola antica, e in questa febbre, inavvertitamente me la accosterei alla fronte… ... Mio Dio! che vuoto! Non sono stato ad alcun veglione; eppure oggi io mi sento tanto triste, e inquieto e svogliato, come se fossi stato a sciupare la mia notte… ...
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Storia di un'anima (pagina 11)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... O mio avvenire! O Lidia, se tu sapessi la mia sensibilità, la mia poesia, le mie lagrime! Mi è caro tutto ciò che nella mia memoria è legato con te… Ma non poteva Dio volere ch'io non li vedessi, ch'io fossi tranquillo, ch'io amassi un'altra fanciulla, ch'io a quest'ora fossi già marito e padre, ch'io fossi felice? Perchè Dio volle diversamente?… Crescono le ardenze delle mie febbri, il corpo freme di bisogni fisiologici, l'anima è sempre la stessa a comprendere la donna, il cuore è gonfio, l'ingegno sente la ricchezza del sentimento e… Se tu sapessi i miei scoraggiamomi!… Il mio passato!… O miei sogni, o mia preghiera, o Dio, o Donna, o Tutto, o Lidia!… O Lidia, come ti amo!—Ma che Dio sia almeno giusto, e faccia sì che il mio pensiero dia anche a te un po' di questi tormenti ... Ieri ho ascoltato una grande lezione di Antropologia: la genesi umana: la scimmia! O Lidia, perchè non eri tu a casa mia, in un bel gabinetto, pieno di cose d'arte e di profumi tuoi, bella, mia, sorridente? e perchè io non potevo gittarmi a' tuoi piedi, pregando Dio attraverso Te! Leggo il mio saluto ... Oh se tu potessi piangere, come piango io!… Eppure spero… Ci incontreremo, sarai mia!… Forse incominciano adesso le mie battaglie… Perseveranza, Castità, Fede… Speranza!… Lidia, ti prego in ginocchioni, dalla tua felicità (se ti ricordi di me) mandami un poco di pace! Merito un poco di pace, perchè delle mie idee arrossisco in faccia al mondo: non in faccia a Te, non in faccia a Dio! Leggo il mio saluto… ... —Rendetela felice!
E di fronte alla primavera, ai fiori, alle rondini, ai bambini, al sole, a Dio, mi sento innamorato e casto! Venerdì Santo ... Prega per me! Prega Dio che mi faccia morire!… Morire? imputridire? essere dimenticato? E il mio desiderio, il mio bisogno era la vita, l'amore, la poesia! Sabbato Santo ... Per quattr'anni di seguito, quando a primavera andavo alla chiesa per la comunione, io portavo con me il portafogli col tuo nome! Sante illusioni! E quando l'ostia toccava le mie labbra io mi concentravo nel pensiero:—Lidia crede in Dio!—E la comunione del 74, quando ero convalescente? Oh nessuna preparazione di teologo, nessun libro, nessuna madre, poteva rendermi tanto degno di Iddio, quanto la mia speranza e la tua memoria! Santa religione, santa poesia, fede gentile: Vita, Donna e Dio!—Dimenticavo di non esser bello, d'essere ignorante, d'essere timido alla pratica, sentivo Te, speravo, sentivo la fede che è la vita! O vergine, o bionda, o straniera, chi t'avrebbe detto che tu dovevi tanto deliziare e tanto tormentare un'anima italiana ... O vergine, o vergine! o Lidia, io ti ringrazio! Quei momenti in cui io pensavo a Te e la tua memoria veniva col pensiero di Dio, erano momenti soavi, pii, forti, si, e non verranno più! O Lidia, o Lidia, o mia sorella, prega per me!—Alcune volte voglio ribellarmi al tuo ricordo, e chiamarti causa d'ogni mio tormento, e odiarti… ...
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Storia di un'anima (pagina 12)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... In te Dio! Ho riletto le memorie di quest'anno! Mio Dio, mi vedi? Non so scrivere ... —Forse è partita! Per dove? Avrà dormito stanotte? Che avrà pensato? Dio mio! Dio mio! Ho letto tutta la mia lettera a Lei ... E ho l'anima che sente Dio ... —Oh la donna! valgono tanti tormenti dell'anima per lei? La donna! avessi ascese le scale del lupanare, quando, a diciott'anni mi vennero le prime melanconie, e correvo tutti i giorni a pregare Dio, e non per me! Ah! ero troppo stupido! Ma uno scopo ci dev'essere all'attività; alle febbri della mia età ...
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Storia di un'anima (pagina 13)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Io affidai al caso (no, no, a Dio!) il mio biglietto di visita per te… ... —Ed ora lo sei? Se il tuo biglietto portasse un altro cognome?- O Lidia! Lidia! a che studiare? quando si è così felici nell'amore santamente?—Oh come ti amo! E come spero? Dio può ingannarmi? Dio ha fissato che tu sii la mia donna! senza confidenza, senza speranza, ho gettato in buca il mio biglietto… ed oggi… oh non l'aspettavo più il Tuo!—Col tuo biglietto sul cuore, volli entrare nella Chiesa di San Marco a osservare le sculture antiche e fingevo d'essere a Venezia, poi sono andato al Duomo ... Oh! se sono derivate a Te sventure, io dico: «benedette sventure se possono farti ricordare di me e potessi io un giorno farti dimenticare le sventure che hai avuto e rifarti con me una vita nuova, tranquilla, anche nella nostra età matura!» Quale incertezza!—Oh spero, e sento che Dio mi vede… Vorrei andare al Santuario di Saronno, e là affisandomi in quei due angioli purissimi di Gaudenzio che ho tanto amato, là aprire la busta e leggere il suo Nome ... Così nel 1877 ho letto la sua lettera: in faccia a Dio, nella quiete, nell'ombra, nella poesia santa di un sacrario antico!—Lontano dagli amici che ridono! Senz'aprire la busta ho voluto spiare mettendola su un vetro della finestra quello ci fosse scritto sul biglietto ...
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Storia di un'anima (pagina 14)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... —Mio Dio! come veglio penosamente la notte! Perchè questo strazio? Amo quella vergine, e sento la vita de' miei ventisette anni, vita ribollente, immensa, condensata, perchè non l'ho mai sfogata colle tremende voluttà della carne ... No, no, non mi sento creato per questa vita nulla che conduco! no, no, no, non mi seducono le scettiche prospettive di una vita negli anni venturi… no, no! Io amo come Dio vuole che alla mia età si ami ... Una donna! un bambino!—Ecco il sogno del poeta, del credente, dell'artista, del felice, dell'infelice… dell'uomo!—Che importa a me della filosofia, di Iddio!—ammetto i bisogni della terra, e di questi bisogni faccio un tesoro di religione, una filosofia contro cui non si può lottare, un Dio che non è in cielo nè in chiesa, ma è un Dio—Amore! * * * —No, non sono pazzo: sono infelice, giacchè lo studio accresce i miei dolori, mi crea sempre nuove speranze che diventano sempre nuove illusioni e poi sempre nuove delusioni, giacchè non posso essere egoista come i giovani ricchi e eleganti, giacchè, coll'anima mia d'amante e col mio cuore di poeta, non potrò fare mai una carriera seria,—voglio provare a fare il bene colla mano, voglio entrare nella Congregazione di Carità, e vedere le vere miserie della folla, e soccorrerle forse anche co' miei denari! Sì, il bene! Io mi tormento; ma ecco sento una calma, una fiducia, una speranza;—mi inginocchio… ... Mio Dio! perchè mi arrabbatto tanto? Tu forse hai già preparato tutto il mio avvenire nella Tua Bontà; mi vedesti! mi vedi! mi vedrai! Io so nulla e Tu sai tutto! Io bestemmio e Tu sei e mi perdoni! O santa fiducia! Chi sa le tua fila, o Dio? E mia madre Ti prega? Che Ti dice? E Tu la ascolti? Ed io sarò felice? O Dio, io leggo il tuo Vangelo e sento che se i miei pensieri non si conformano alle sciocchezze del mondo, si accordano co' tuoi precetti santi,—io sento la gioia di amare coll'anima e d'essere casto!—E, se vuoi, fammi pure morire… morire casto, tranquillo, pensando al mio cimitero di Limbiate, alle mie soavi speranze di vita che mi lusingavano un giorno, e alla placida certezza di riposo che avrò sotterra: Oh io mi sento buono!—Sai, ho sempre pensato a Lidia davanti a quel cimitero: era un cattivo augurio o un buon augurio? Ma che volevo? che voglio? La pace! Come ho vergogna, in faccia a mio padre, di non avere una carriera seria! La mia vita in sei anni fu eterna e brevissima, felicissima e infelicissima: speranze, scoraggiamenti, voli, cadute a precipizio: certezze, febbri, languori, tormenti… chi può dire? oblio, anche oblio! deliri, pazzie nei sogni, nei desideri: e santa castità, e santìssimi, rossori! O Dio! ma un solo il voto: quando, febbrile, crudele, briaco, promettevo a me stesso di gettarmi fra le braccia di una femmina qualunque, e di raccontarle i miei dolori, per farmi almeno deridere da lei, per istigarmi, per istigarla, quando… No! no! «Avrai dei figli da guardare negli occhi» mi diceva una voce segreta… e sentivo che ancora al mondo c'è mia madre, e forse lei, la mia vergine! Rileggo la lettera di Lidia! «Aimons! c'est le bonheur suprème que l'amour et j'ai aimé plusieurs fois dans ma vie avec une telle exaltation, un tel transport que j'aurais peut-étre été capable de tout sacrifier pour des personnes qui maintenant m'ont déjà oubliées!—J'ai senti en moi un besoin profond d'amour et de sacrifice! oh combien j'ai souffert quelquefois de n'avoir reçu une nature ardente!» * * * Torno adesso dalla Pretura ... Mio Dio! Come mi spaventa il mondo reale, il mondo della prosa, dei bisogni, degli affari ... —Se un autore ha avuto influenza su me è Aleardi, e, vedete, Aleardi non può far male! Deciditi, sciocco! Chiudi in una busta tutte queste memorie: suggella, come si chiude una pietra di tomba; e non pensare più al passato: gettati nella vita! già troppi anni sono passati e fra pochi altri incomincerai ad esser già vecchio! Nella vita!—Oh se potessi viaggiare! E perchè? Chi mi strapperebbe il cuore e il cervello? L'orgia? la femmina?… Ah! alcune volte lo dico a Dio: se rinascessi, fammi nascere donnaccia volgare e venduta, e fammi conoscere tutte le crudeltà della libidine!—Potessi gettarmi nella vita! Si ha tanta affezione ai propri dolori, alle proprie illusioni, alle speranze, quando una vergine nel giorno del sacrificio immenso ci dice: Conosco che il nostro affetto è puro, è nobile—ho per voi una confidenza di sorella—non dimenticherò mai quello che voi siete stato e quello che volevate essere per me ...
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Storia di un'anima (pagina 15)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E che? Non temo? Dio mi vede nell'anima ... Questo amico che ha votato alla solitudine e allo studio gli anni più belli e più ardenti della sua giovinezza, colla sola gentile confidenza in Dio che un'anima di sorella ci poteva essere, la quale conoscesse le religioni del suo affetto e le febbri del suo povero ingegno, questo amico, qualunque sieno le circostanze della sua vita e della Vostra, vi ricorderà sempre ... Se poi verrà il giorno in cui al vostro biglietto vedesse aggiunto un altro, l'amico dirà:—Che essi siano felici!—e state sicuri, la sua preghiera a Dio sarà senza rossore, senza rimorso, senza un pensiero mondano, perchè incomincierà coi vostri nomi e finirà coll'augurio che si fa sulla culla degli innocenti (8 febbrajo 1879) ... Quest'anno in febbraio, Tu ricorri a me per avere conforti! O Lidia, come io saprei farti dimenticare quello che hai sofferto! Io che ho sofferto sei anni! e soffrivo quando tu non sapevi di me! Forse Dio ha già stabilito tutto ... e vivrà? O Dio, sento una profonda fede in Te, l'ho sempre sentita anche nella disperazione, ho fede! e Tu mi dai la speranza! Povera ragazza! Sono io un infame, che la illusi? No: Dio mi vede ... È Dio che ha disposto che io debba essere a Lei un fratello, un consolatore ... —Oh come sarebbe felice mia madre! * * * Lidia, sono venuti per voi i giorni dello sconforto! cara, l'anima mia vi trova e vi dice—Coraggio!—l'anima sicura è ardente in Dio ... Un anno fa, voi mi avete scritto che credevate all'affetto nobile, puro, bello, quand'io mi sentivo tanto felice di sapervi felicissima: in quest'ora in cui ringrazio Dio che la mia povera voce possa giungere a un'anima sconsolata, in questa ora vi dico che Voi non avevate offerta la carità del vostro affetto ad un floscio che volesse raccosciarsi sui gradini del vostro altare e che sempre volesse tendervi la mano elemosinando l'obolo della vostra contentezza ... Una religione celata in fondo all'anima, colle più tremende battaglie alla materia, colle più arcane gioie dello spirito, piena di misteri, di fede, di speranza, senza esame, senza egoismo, colla gran voce della natura che ci vuole buoni, con Iddio che ci vuole infelici! Ed è in nome di questa religione che non può offender voi nella vostra memoria nè nelle vostre speranze, ch'io vi dico:—Sorella, coraggio! Se le mie parole, disperse alla folla, mi tormentavano tanto, se le mie fatiche non aprirono mai una via, se le mie speranze d'Arte sono cadute, Dio è stato buono, ha voluto darmi le delusioni e i dolori, per darmi un segno della religione del sentimento, ha voluto togliermi ogni coraggio, per darmi poi la fede perchè io ripetessi a ...
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Storia di un'anima (pagina 16)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E a Dio mi sono sempre confidato così:—Ella non mi ha fatto male e desiderando sempre che Tu la rendessi felice, io non mi sentivo mai egoista! Ella fu un gentile ideale che mi rifulse nella mestizia di una vita arida e senza scopo: mi accompagnò nella solitudine e negli studi: forse non dimenticò… ... Se la mia voce può farvi del bene, Lidia, se questa parola coraggio non vi suona banale da me, se l'espandervi vi sgroppa l'affanno dei giorni tristi, ricordatevi che non siete sola sulla terra, che io vi pongo tra le visioni più pure delle mie ore tranquille, e ardenti, che io credo in Dio e in Voi, che anche le vostre lagrime mi sono care, ch'io credo in Dio ed amo l'amoroso ideale della dolcissima Maria ... Dio, credo in Te! Dio, non far morire me, non far morire Lei! Lascia che ci amiamo come fratello e sorella: ci benedici: e ci compensa di quello che abbiamo sofferto, Ella nelle delusioni, io nell'amare solo Lei! Oh come sono felice! Come vorrei che mia madre vedesse queste mie confidenze, per benedirci! Oh quanto amore! E se morissi? Ho visto ieri le ossa dei morti! Chi distingue le ossa di chi ha amato?—Finchè siamo vivi e giovani e puri, Dio è in noi e Dio è l'amore! Perchè si vive? Leggo un po' del mio Tintoretto! Questa copia, gualcita, sporca, su cui ho scritto tante volte per epigrafe i versi di Byron e quelli di Goethe, questa copia l'ho portata con me a Venezia nel 1876 e volevo abbandonarla sulla lapide del Tintoretto ... Oh sì! Dio, li hai calcolati quei momenti, perchè ora mi fai tanto felice! * * * Ma l'avvenire! l'avvenire come me lo preparo? Con che lavoro? con che via? 20 febbraio ... Come ero contento! Come prevenivo i loro minimi desideri! Come mi sentivo bene avendo vicino a me una donna! E se questa donna fosse stata quella che ho sognato! E discorrevo del mio avvenire, dell'amore, della famiglia, dei figli, di Dio, e delle toilettes! Così la vita ... Dio non c'è: il fato è tutto: l'ideale nulla ... —Dunque io sono un povero sciocco! Padre mio, Ti sei tormentato tu pensando: Dio c'è, o non c'è? La scienza nuova, le nuove lettere mi spaventano: non leggo niente per non turbarmi, e se qualcosa mi capita sotto gli occhi, sento lo squallore del materialismo e dell'ateismo ... Sono un fanciullo, non sono un uomo: non oso pensare, non oso leggere: sto bene nelle mie dolci illusioni dell'ideale e di Dio ...
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Storia di un'anima (pagina 17)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... con un mazzetto di viole e l'oblato sta lì giallo su un mucchio di libri a studiare le teorie della poesia rettorica o di Dio scolastico, quando da una finestra col sole entra il suono di un pianoforte ed io mi sento il cuore gonfio,—quante volte dico:—Al diavolo, o carte vecchie! Da un mese vado in uno studio da pittore ... Col denaro speso potevo soccorrere qualche povera famiglia o qualche povera fanciulla che lavora! È primavera!—Mi ami Tu, o mia sorella? E taci? E soffri? Pensi per me? Soffri per me?—La viltà dell'egoismo mi persuade il suicidio: ma, no! no! Ti renderei troppo infelice! Mio Dio! fammi vivere, vivere anche nel massimo dolore, vivere nella massima gioia, ma vivere! Questa stupida monotonia di giorni non è vita per l'anima mia e per i miei ventisette anni! L'altr'ieri ho passato la Gazzetta di Venezia, dal 14 febbraio ai primi di marzo, guardando i nomi dei morti… ... Mio Dio, quale spaventoso presentimento! Non osavo, tremavo: ridevo, alzavo le spalle e me ne andavo… Non ho trovato N ... Sono felice e sento che Dio mi vede ... Dio? ed io credo nell'anima? E Tu? Sì! sì, siamo pazzi, ma consoláti, ma poeti! 15 marzo 1879 ... È un ricordo triste! Guardo il Tuo ritratto, o Lidia! Ah mi costi cinque anni di vita! Ed è impossibile che io rinunci al sogno di una felicità che mi sarei meritata con tanti dolori! Sì, dolori! ed i peggiori dolori—quelli repressi in una povera anima e custoditi e santificati dalla solitudine e dal pensiero di Dio! In nome di questi delirii, di queste baldanze, di questi scoraggiamenti, in nome dall'Anima che è trasfusa in queste povere carte, in nome di Dio, mamma, ti prego, ama la mia Lidia, provvedi a lei, tienla con te, sorreggila, amala più che se fosse la tua Maria o la tua Sofia! Questa è sorella di tuo figlio! Sorella d'anima, è sorella castissima in Dio! * * * Oggi non posso studiare ... Coi divertimenti mi pare di perdere tempo, un tempo sì prezioso! Oh se potessi lavorare e guadagnare, o sperare una posizione! —O Dio! Che pensieri! Chissà quanti dolori avrò ancora! Gli ostacoli alla sua felicità sono temporanei forse: forse si sposerà; ed io avrò l'anima spezzata una seconda volta e senza rimedio!—Quanti dolori avrò ancora! Perchè tu non mi hai detto tutto! Ah bisogna confessare che queste incertezze sono tormenti orrendi! 16 marzo ... Mio Dio, che orrore! E quando verrà il giorno in cui anch'io potrò sfogare l'anima mia nelle grandiose emozioni delle battaglie? Oh venga presto quel giorno! Sì, laverei la macchia che ho sull'anima:—l'essermi lasciato persuadere da mio padre, quando potevo e dovevo fare il soldato ... Alla Società Patriottica si sta preparando una pagliacciata: io fui pregato, con grandi promesse di fortuna, fui lodato, fui conosciuto… Chi volle conoscermi pel mio Ugo? Se mi prestassi alla mascherata certo farei conoscenze e farei dei passi, più che con due anni di tentativi drammatici, due di scoraggiamenti fatali, e due di studi di lingue! Ma il divertimento mi ripugna! Tu soffri, o Lidia, e pensi a me, io Ti parlo di Dio e di solitudine, e Tu hai paura del Tuo avvenire: ed io divertirò la gente?—No: per chi leggerà queste mie pagine voglio lasciare un ricordo, un ricordo dignitoso, severo, casto, gentile del mio amore ...
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Storia di un'anima (pagina 18)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E se cito Byron gli è perchè era un uomo che sentiva ed io odio la folla dei merciai, dei rachitici, degli accidiosi, degli spudorati, la folla che oblia tutto!—Obliare?—Che importa? Fino alla morte avere l'anima gentile e Dio… Ecco un tormento ineffabile che voi non capirete mai! Io dico di sentire fiducia in Dio, di sperare in lui, dico ch'egli ha fisso il mio avvenire, e prego melanconicamente e sorrido… Oh ma che faccio per il mio avvenire? La scienza seria mi dice:—Dio non c'è: il tuo ideale è bambinesco; l'uomo si prepari il suo avvenire, l'uomo combatta, l'uomo soffra, l'uomo sia di questa terra! Oh che faccio per il mio avvenire? Se la verità è questa, e se è vero che la vita passa sì presto, e se è vero che il mondo è una commedia, che sono io e perchè mi tormento? 18 marzo ... —Padre mio, l'hai tu sentito nella tua giovinezza questo strapotentissimo bisogno d'esser bello, d'esser felice, d'esser buono?—Se Dio non c'è, se la perfezione e la felicità dell'altra vita non esistono, l'uomo che su questa terra si sente l'anima così commossa, che si volge al cielo e dice:—Fammi esser bello e felice e buono—l'uomo non è uscito dal fango, sebbene imperfetto, turbato, sconvolto dalle passioni! Oh li vedo, ora che passo del tempo fra la gente, certi uomini seri!… La politica è seria? L'arte? Le scienze? Li vedo; questi uomini sono indifferenti, fanciulli, senza passione: hanno anima? Essi certamente invidiano chi può nella quiete di uno studio essere indipendente, sciolto da ogni affare, solo, solissimo… Lo invidiano loro! Dio mio, un anno solo, un mese solo, un giorno solo di quella felicità santa, piena, immensa che acquieti l'anima mia, un giorno solo, Ti prego! E poi lasciami pure al mio destino ... —Oh nei sogni quali spasimi di voluttà che non ho mai provato! E quando sono desto, e vivo, e ardente, ed è primavera, quale imperioso bisogno di conforto ai miei anni!—No, no! ti sprezzo, o femmina, o stupida istigatrice, fango destinato al fango; e ti adoro, o vergine, mestissima e santa poesia vivente! O Lidia, Ti ho schiuse le pagine più sacre delle memorie, e forse anche Tu hai detto ch'io sono un fanciullo! e forse mi hai creduto un cattolico, forse un chierico! O Lidia, il mio Dio lo capisci Tu come lo capisco io? 22 marzo ... Dio, dammi la mia pace, la mia felicità, il mio cuore! E intanto passano gli anni della mia giovinezza! E quanti miei amici sono felici, belli, tranquilli! E quante fanciulle sorridono! E quante femmine ghignano! Una cosa che mi avvilisce è che ho poca memoria: e vale stordirsi il capo? L'anno scorso c'erano delle notti (e per settimane) in cui sognavo di leggere tedesco o inglese, dopo sei o sette ore di lettura fatta nel giorno! —Sono tre mesi e più che l'anima mia è piena del Tuo ricordo, giorno e notte ... Sì, non è passata ora in cui la mia anima non ti abbia invocata, per sentire la mia felicità o la mia infelicità! E di notte, quando mi sveglio, tu sei il primo pensiero, il primo tormento! … Il y a révolte en moi-même et comme un enfant capricieux qui ne veut point entendre raison, j'appelle la nature marâtre, parceque je veux qu'elle me donne aussi ma parte de bonheur!(10) Che parole! Ti amo perchè sei ribelle, perchè imprechi, perchè avrai dei pensieri orribili, perchè non sei la larva vaporosa del mio studio e dei boschi di Limbiate, ma perchè sei viva, soffri,—sei donna! E donna, ribelle, imprecante, disperata, mi devi credere un fanciullo perchè ti parlai di Dio e di Maria! Oh se ti dessi a leggere l'Ugo! mi conosceresti, mi ammireresti, mi ameresti! No! sarebbe una cattiva azione la mia! Chi conosce l'anima mia? Vorrei prorompere! E se Tu fossi quella che deve capirmi e darmi la pace e farmi vivere? Che importa a me dei milioni di cui così avidamente discorrono ... E che colpa avevo io da scontare perchè Dio mi condannasse al supplizio di questa vita piena di desideri e di tormenti, e di bisogni e d'amore? Vorrei morire… ...
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Storia di un'anima (pagina 19)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Ed io Ti consolo parlandoti di Dio ... Io! In quali momenti mi sento io!—Mi scriverai? Un giorno saremo abbracciati, felici, inginocchiati a ringraziare quel Dio a cui abbiamo creduto ... Oh potessimo sposarci a Limbiate!—È un pensiero che ho sempre, e che non ho mai scritto! Dio, Ti ringrazio! Mi hai aiutato l'anno scorso, e in che giorni! mi aiuti anche in questo ... Mio Dio! Che spavento! Lessi qua e là ... —Anche i cattolici romani che leggono i discorsi alla Società Cattolica, dicendo che Dio è buono, abbracciano la femmina ... Dio Ti ringrazio ... Perseverare, studiare! E senza domandarmi il perchè vero, per solo amore melanconicissimo a Te, io studiavo: non ho perduto un'ora sola in ozio o in divertimento, nell'inverno: studiavo di giorno, di sera, di domenica… L'anno scorso e st'anno, quando il sacerdote alza l'ostia, io dico:—Lidia—e credo… a che? Non credo al prete: credo a Dio! E quando il sacerdote leva il calice, io dico:—Lidia!—e credo! Sono gli istanti solenni della commemorazione… Quando in cimitero vedo gli ossami e mi sento aizzato allo scetticismo, non credo nulla, nulla, e mi sento certo che sotterra non si ama, ma si imputrida, e finisce la bellezza, la bontà, la poesia, l'anima, io mi dico:—Lidia!—e quest'invocazione significa:—Voglio la vita! Camperò solamente dieci o venti anni ancora ...
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Storia di un'anima (pagina 20)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... A questo mistero del pane di Dio io sposo sempre una mesta commemorazione, santa, pura, gentile ... Ma perchè mi tormento così? Prego? Confido? Faccio della poesia? La scienza che mi dice? La verità qual'è?… Mio Dio, mia Lidia, datemi un po' di fede gentile ... —Per sempre e in Dio! Dio che è l'amore! Dio che mi vede, e mi perdona, e mi conforta, e mi fa sperare e sorridere:—Dio che c'è! * * * —Torno dal Duomo ... Se quell'uragano che avevo nell'animo l'avessi traboccato in fatti, che cosa potevo essere io? un demonio!—E sempre, sempre, pensando a Te, mia fanciulla, fra mille dubbi e mille tormenti, ho sorriso e ho confidato in Dio! Sera ... Come Ti amo! Dio, Ti supplico, a patto di qualunque infelicità, rendila mia, per un giorno solo!—Ti guardo ancora negli occhi, e mi domando:—Sei Tu? Tu, Lidia! 10 maggio ... Lo seppelliamo per sempre! Sì, per sempre! non si viene più di laggiù: è triste verità: si muore: l'anima è la memoria che lasciamo e l'anima mia ve la lascio in queste mie pagine e in quelle mie ultime volontà e in questo mio grido del cuore straziato:—O mamma, ti raccomando la mia Lidia: per Lei sono stato puro, gentile, sperando in Dio… Credi tu in Dio? Sì! Dunque per l'amore di Dio, per Lui che volle ch'Ella fosse il mio angelo attraverso la mia bollente giovinezza che poteva essere piena di spaventose colpe, per Dio che volle ch'Ella mi stimasse e mi rendesse gentile e pauroso e timido, per Dio che me la mostrò, me la tolse, mi tormentò di incertezze, e pare che me la destini ancora, per Dio che è l'Amore e lesse nell'anima mia, per Dio, te la raccomando, o mamma, Oh come vorrei che queste fossero l'ultime parole che scrivo è che tu troverai, perchè Ella, la mia Lidia, ti sia raccomandata come una figlia! 17 maggio ...
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Storia di un'anima (pagina 21)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Come mi sentii consolato! Che fede in Dio! Che amore nella sua donna! Che carattere!—Mio Dio! perchè non sono vissuto nel tempo delle cospirazioni, dei patiboli, delle battaglie? A me che rimane? Lo sconforto! 11 aprile ... —Dopo, colla coscienza forte e finalmente persuaso di aver fatto una buona azione, dopo mi voterei a Dio ... Fra tutte queste cose vecchie del mio studio, ho delle camelie in un vaso, camelie candidissime, camelie rosee… Perchè adorando i fiori, con dolcissima illusione, con irresistibile bisogno, adoro la donna? Fanciulle belle e bruttine che passeggiate al sole, se sapeste il mio sacrificio! Nulla, nulla si cancella dall'anima mia e mi sento senza speranza, senza amore, con troppo amore! Come ti bestemmio, o Dio! Non ti credo nei cieli! Sei in terra e Sei l'amore! Sii maledetto, o amore!— ... , a ventitrè anni! Le belle cose che ti diceva parlando di Dio e leggendo le poesie! gli orrendi tumulti che si suscitavano nell'anima mia quando ti recitavo il mio Giuliano! Il Giuliano è incatenato in questo mio povero, sporco e meschino corpicciuolo, e lo squassa e lo uccide! Ero buono, ti confesso, una volta, gentile verso la Madonna, fiducioso in Dio ...
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Storia di un'anima (pagina 23)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Il mio Giuliano è un panegìrico, il mio cuore è un sacro cuore! In questi giorni sì mesti e sì squallidi, al declinare dell'anno, a sera, come si desidera la sua donna da guardare in volto!—Mio Dio! Suonano le campane dell'Ave Maria, quella sottile vocina della campanella di sotto mi fa ricordare… ... —La natura ha una voce sconfortante per me! Sei tu, anima di donna, che parli a me da quel cielo melanconicamente roseo, da quel nero hosco della botanica, da quel piano silente?… Se tu, o Lidia, in questo momento muori o ti ricordi di me, io prego Dio ... Sarà un po' di poltronaggine o una malattia! Dio mio, egli dice che è così triste il diventare vecchi ... Dio, com'è triste sentirsi nel cuore questi primi geli! Ci capita addosso un invito in casa S ... Dio santo! Come io la ...
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Storia di un'anima (pagina 25)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E perchè? perchè, mio Dio, ho la mente tanto torpida? Dicono ch'io scrivo con facilità: se sapessero il mio tormento! «Oh blest be thine unbroken light!» 1 ... Ed ora? Il nome? il nome? Per un matrimonio, che accontenti le ciarle del mondo, bastano i denari di mio padre! Chi sa ch'io fui casto, tormentato, poeta e gentile? Chi lo sa? Perchè non mi sono dato alle femmine?—Mio Dio! tu sei in alto, più in alto di me e di Lidia e tu vedi e mi premii così! L'obblio! E perchè non la morte, se mi cadono tutti i sogni di sette od otto anni? 4 gennaio ... Non scrivo! non scrivo! E supplico Dio che Tu mi dimentichi, o Lidia! E perchè?—Chi mi vorrà un po' di bene?—La scienza, la scienza dei libri è crudele, è crudele e mi schiaccia!—E questo stupido pettegolezzo della politica come è vuoto! Dio mio! Mi suona nell'anima un riso argentino di fanciulla che poteva farmi felice ... Dio, che perdizione nelle carni della femmina! Ho ventinove anni e vorrei impazzire nella voluttà ... Seppellirò tutte queste carte, ma la tua memoria sarà sempre in me, e lo sa Dio s'io ti perdono ... Ed ora? Che deserto! Mio Dio, Ti supplico, ginocchioni, gettato a terra Ti supplico, fammi morire! Ho letto le memorie dell'anno scorso ... —Mio Dio, fammi morire ... —Povero mio cuore!… Sciocco! povera mia carne che nulla godesti, che avesti l'inferno nelle fibre e che sarai mangiata dai vermi! Povera giovinezza che sei passata, senza godimenti, senza voluttà, senza ubbriachezze!—E il mio inno a Dio? 3 marzo ... Mio Dio, darei tutto a' tuoi poveri, sacrificherei questa mostruosa ...
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Storia di un'anima (pagina 27)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Io non prego Dio: ma lo maledico: io impreco, io bestemmio, perchè io odio ... S'avvicina Pasqua e spererò nel perdono di Dio ... Dio non può perdonarmi… ... Dio! perchè mi fai tanto soffrire?—Oggi visitai un mio amico che è felice pensando che sposerà la sua Zozò: cara famigliarità! dolci scherzi! tenere confidenze! My dear Zozò ... Quella vergine non la vedrò più, ma spero nel perdono di Dio ... Dottore, dottore, come si guarisce da queste malattie? È orrendo il mio tormento! Che cosa ho fatto per meritarmi tanto castigo? Mio Dio, la mia fede era tanto gentile e l'anima mia era sì pura! Martedì 19 ... E come se morissi e ricevessi il pane dell'amore di Dio, parlo a tutti dal profondo dell'anima mia ... Ma non odiarmi! E perchè? perchè odiarmi? Dio ti conceda le dolcezze che a me vennero dal tuo ricordo, quelle sante paci, quelle soavi e purissime religioni ... Non ti affligga Dio coi miei martirii ... Ho avuto dei momenti di fede così gentile, che Dio mi salva ...
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