Libri dicendo

Libri su dicendo, con la parola dicendo

Confessioni di un Italiano (pagina 8)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Il Partistagno aizzava quei manigoldi dicendo di tratto in tratto: — Sì, da senno; son pronto ad obbedire! Dagliene, Natale! Giù, giù su quel muso di cartapecora! Venir qui nel mio castello a portarmi cotali imbasciate! ... — No, non sei morto, ninino — gli veniva dicendo il Partistagno ... Or va' — e così dicendo lo conduceva fuor della porta ...
Confessioni di un Italiano (pagina 175)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ella lesse due o tre di quelle lettere, le passò ad Ettore dicendo: — Leggete anche voi! — e mentr'egli le scorreva in fretta dando segno di maraviglia e di dispiacere, ella andava dicendo fra i denti: — Mi hanno tradita! ... Carafa aveva scorso intanto alcune delle lettere e me le rese dicendo: — Perdonate; m'ingannò la voce pubblica, ma non ebbi intenzione d'ingannare ...
Il fiore (pagina 3)
di Dante Alighieri (estratti)

... Que' non finava né notte né giorno A suon di corno gridar: «Guarda, guarda!»; E giva per le mura tutto 'ntorno Dicendo: «Tal è putta e tal si farda, E la cotal à troppo caldo il forno, E l'altra follemente altrù' riguarda» ... XXXVI L'Amante Quand' i' udì' Ragion che 'l su' consiglio Mi dava buon e fin, sanza fallacie, Dicendo di trovarmi acordo e pace Con quella che m'avea messo 'n asiglio, I' le dissi: «Ragion, vecco ch'i' piglio! Ma non ch'i' lasci il mi' signor verace, Ched i' son su' fedel, e sì mi piace Tanto ch'i' l'amo più che padre figlio ... Tu va' dicendo ch'i' no·mi diletti, Mad i' per me non posso già vedere Che sanza dilettar uon vi s'asetti, A quel lavor, per ch'io ferm' ò volere Di dilettar col fior no·me ne getti ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 7)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... Confermollo ancora più chiaramente dicendo d'aver ritenuto sotto la forma d'asino la mente, e lo ingegno di Lucio: e non è da credere che gli fusse venuto per la fantasia una tale imaginazione di trasmutare la forma, se non fusse stato publichissimo grido tal cosa essere propria delle donne di Tessaglia ... Affermò dipoi questo medesimo ancora quel Platonico che imitò Luciano, dicendo essere andato in Tessaglia, dove che innanzi che lassasse la prima forma finse averne presa un'altra, tolto (s'io mi ricordo bene delle sue parole) un poco più unto che non dovea, e fatto molte altre cose ... Correvano velocissimamente infuriate con serpi ravvolti attorno a bastoni, chiamati poi Tirsi, dicendo certe parole magiche e furno aute in tanto grandissima venerazione, che Olimpiade, madre del grande Alessandro, magno imperadore, volse sacrificare con le loro medesime cerimonie; onde quelle cose che paiono bugie, credo che sia più ragionevole che le favole abbino avuto origine e principio e augumento da questi prodigi de' demonj (non senza qualche poco di adombramento di vero mescolatovi insieme di molte vanità) piuttosto che da' sogni (come dicea Sinesio); perciocchè a colui che gli fusse parso di vedere qualche cosa maravigliosa in sogno, non sarebbe corso così tosto a divolgarla, come se l'avesse vista fuora non dormendo ... Fu appresso de' Greci uno (se io mi ricordo bene) chiamato Palefato il quale giudicò essere cosa degna e di grandissimo pregio mostrare in che modo la maggior parte delle favole avesseno principio e fondamento in sul saldo di qualche storia: tirata poi dalla opinione e falsa credenza del volgo a cose più grandi e maravigliose, come sempre suol fare, il che come io penso accennò Virgilio, dicendo: Mostralo il dotto Palefato in carte ...