Libri deh

Libri su deh, con la parola deh

Decameron (pagina 133)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma alla fine la reina comandò a Filomena che dicesse una canzone; la quale così incominciò: Deh lassa la mia vita! Sarà giammai ch'io possa ritornar donde mi tolse noiosa partita? Certo io non so, tanto è 'l disio focoso, che io porto nel petto, di ritrovarmi ov'io, lassa, già fui ... O caro bene, o solo mio riposo, che 'l mio cuor tien distretto, deh dilmi tu, ché 'l domandarne altrui non oso, né so cui ... Deh, signor mio, deh fammelo sperare, si ch'io conforti l'anima smarrita ... Deh dimmi s'esser dee e quando fia ch'io ti trovi giammai dov'io basciai quegli occhi che m'han morta; dimmel, caro mio bene, anima mia, quando tu vi verrai, e col dir'Tosto' alquanto mi conforta ...
Giambi ed Epodi (pagina 7)
di Giosuè Carducci (estratti)

... Deh non conturbi te questo ronzare Di menzogne e di vanti! No, s'anco le tue zolle attraversare Potessero i miei canti E su 'l disfatto cuor sonarti come La favolosa tromba, No, gridar non vorrei di Roma il nome Su la tua sacra tomba ... Deh come cavalca su gli omeri fieri De' baldi lancieri – la vostra virtù! O sole di luglio, tra i marmi latini A gli aurei spallini – lusinghi anche tu ... Vengo di notte perché il dottor Lanza Teme i colpi di sole: Ei vuol tener la debita osservanza In certi passi, e vuole Che non si sbracci in Roma da signore Oltre certi cancelli: Deh, non fate, oche mie, tanto rumore, Che non senta Antonelli ...
Intrichi d'amore (pagina 22)
di Torquato Tasso (estratti)

... BIANCHETTA Deh, Cornelia, non siate così crudele, lasciate la còlera, aiutate, soccorrete, che avete tempo di poter aiutare e soccorrere ... CORNELIA Deh, Magagna! Magagna! CAMILLO Intendo già ... CORNELIA Deh, Camillo, Camillo, meritaresti la forca da senno, per la tua ingratitudine, per la tua infideltà ... Deh, sorte inimica, per brevi punti amica, torna, ti prego, a pacificarti meco con uccidermi tosto, acciò morendo insieme possa dir con ragione: «Dolce mi fu mentre la vidi in terra, - or che fia dunque a rivederla in cielo?» CORNELIA Camillo! CAMILLO Cornelia! CORNELIA Camillo mio, sei qui? CAMILLO Cornelia mia, sei viva? CORNELIA Viva, per viver sempre a te, che sei la vita mia ...
Intrichi d'amore (pagina 26)
di Torquato Tasso (estratti)

... ERSILIA Deh, cieli, che sorte crudele è la mia! Che non mi giova amar perfettamente, servir spontaneamente, patir pazientemente ... Così m'hai tradita, Magagna? Deh! traditore, assassino, adesso più che mai ti vuo' dar, ladro, furbo! A me questo tradimento, ah! MAGAGNA Ora questa sì che è bella! Se Ersilia è viva, è male; se è morta, è peggio ... Deh, Cornelia, Cornelia, ricordati quanti sospiri, quanti lamenti, quanti pericoli patì e passò il povero amante prima che ti avesse; e dopo aùta, con che sviscerato amore t'amava ... Deh, perchè ti sono uscite di mente? Deh, perchè per altri hai cambiato il primo amore? Ritorna, ritorna a te, Cornelia, e pensa che il tuo Muzio è vivo, e ritornarà così presto da te, come son io adesso qui ...
Intrichi d'amore (pagina 33)
di Torquato Tasso (estratti)

... Scena 9 CAMILLO È possibile che quel moro sia partito da Roma? Deh, ditemi il vero, giovinetto mio caro, quando fu? In che modo? Come lo sapete voi? Dove lo conosce<s>te? Che vi disse? Dove andò? E in che luogo lo potrei trovare? ERSILIA Si è partito mo poco innanzi alla disperata; lo so, che èramo un'anima e doi corpi insieme ... Deh! ingrataccio che sei stato a disprezzar l'amor di donna giovane e bella per un'altra di tempo e di mediocre bellezza ... Deh, che penso? Deh, che miro più? Riconosco ben io la barba è posticcia, ne la toglio, e togliendola veggo ... Deh! crudeli amanti, imparate da me misero: non dispregiate più chi v'ama; ecco la mia pena, merito assai peggio ... ERSILIA Deh, lasciatemi, di grazia, andare ... FLAMINIO Deh! se è vero che con il tinto di fuora ti hai levato anco il crudo di dentro, dammene segni più certi: sana e salva un che si muore ...
Rinaldo (pagina 20)
di Torquato Tasso (estratti)

... 36 Vede il mio pianto che con larga vena più sempre par che 'l duol dagli occhi verse, del qual non men ch'io m'aggia, ella ripiena n'have la faccia e le palpebre asperse; ode questo parlar, al qual a pena ne l'uscir fuori stretta via s'aperse: “O cara, o dolce, o mia fedel compagna, qual da te rio destino or mi scompagna? 37 Deh! vita mia, deh! non fuggire, aspetta, ché teco correr voglio ogn'aspra sorte; deh! non mi lasciar solo in sì gran fretta, empio ed odioso a me per la tua morte! Mirami almen, mira la tua vendetta, ch'io far voglio in me stesso e giusto e forte: non mi negar il sol degli occhi tuoi, se punirmi così forse non vuoi!” 38 Ella tenendo il guardo in me converso, che passando per gli occhi al cor m'aggiunge, dice: “Ben mio, poiché destin perverso così rapidamente or ne disgiunge, non esser, prego, ai miei desiri averso: se pur di me qualche pietà ti punge, se l'amor mio premio sì degno or merta, fa' che di questo almen ne vada certa ... 40 Grido io misero allor: “Vana temenza ti prese il core, o mia diletta moglie! Deh! ch'un vano sospetto, un timor senza dritta cagione alcuna or mi ti toglie, deh! ch'una sol falsissima credenza or mi porge cagion d'eterne doglie! Misera de' mortal vita fallace, s'ad ogni caso repentin soggiace!” 41 Parve che l'aere fosco asserenasse pel volto suo, Clizia tai cose udendo, e che gioia e letizia alta mostrasse l'alma, da la prigion terrestre uscendo, quanto fallace error pria l'ingombrasse nel mio vero parlar or cognoscendo; ma de la morte sua tanto i' mi dolsi, che quasi a me l'odiata vita io tolsi ...