Libri curato

Libri su curato, con la parola curato

Fermo e Lucia (pagina 2)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Al rivolgimento dunque della strada alzando gli occhi verso la cappelletta il nostro Curato vide una cosa che non si aspettava e che non avrebbe voluta vedere ... Che quei due stessero lì aspettando qualcheduno era cosa troppo evidente; ma quello che più spiacque al Curato fu di accorgersi per certi atti che quegli che aspettavano era egli poichè al suo apparire si erano guardati alzando la testa, con un moto che dava a divedere che avevan detto tutti e due a un tratto: egli è desso: e quegli che stava a cavalcioni tirò la sua gamba sulla strada e si alzò, l'altro si staccò dal muro; e si avvicinarono rivolti verso il curato ... «Signor curato:» disse uno di quei due, piantandogli gli occhi in faccia ... «Chi mi comanda?» rispose subito il curato alzando gli occhi dal libro e tenendolo spalancato e sospeso con ambe le mani ... » «Non lo posso negare:» rispose il curato col tuono d'un uomo convinto d'una trista azione; e soggiunse tosto: «io non c'entro: fanno gli aggiustamenti fra di loro, vengono da noi, noi siamo i servitori del pubblico ... » «Ma, Signori miei,» replicò il curato colla voce d'un uomo che vuol persuadere un impaziente, «ma signori miei, si degnino di mettersi nei miei panni: se la cosa dipendesse da me ... » «Zitto, zitto,» ripigliò quell'altro, «il signor Curato sa che noi siamo galantuomini, e non vogliamo fargli del male, se egli opererà da galantuomo ... Signor Curato, ci ha intesi, l'illustrissimo Signor Don Rodrigo nostro padrone le fa i suoi complimenti» ... » disse il curato: «Oh! suggerire a lei che sa il latino!», rispose il bravo con un riso tra lo sguajato e il feroce ... «Ella troverà un mezzo, Signor curato, e sopratutto non si lasci uscire una parola di questo avviso che le abbiamo dato per suo bene, perchè altrimenti sarebbe per lei come se avesse fatto quel tal matrimonio ... Buona notte Signor Curato ... » Così dicendo, si svilupparono dal curato, il quale pochi momenti prima avrebbe dato qualche gran cosa per isfuggirli, e allora avrebbe voluto prolungare la conversazione, e avviandosi dalla parte donde egli era venuto, presero la strada, cantando una canzonaccia che non voglio trascrivere ... Il povero Curato pigliò delle due strade quella che andava a casa sua, mettendo innanzi a stento una gamba dopo l'altra, che gli parevano ingranchite, e con animo che il lettore comprenderà meglio dopo d'avere appreso qualche cosa di più dell'indole di questo personaggio, e della condizione dei tempi in cui gli era toccato di vivere ...
Fermo e Lucia (pagina 4)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma Fermo vorrà delle ragioni, e non istarà quieto, e la ragione buona non si poteva dire a tutto il mondo, troverà strano questo ritardo, e molto più una ripulsa, mormorerà, e che cosa rispondere? E se Fermo ricorre? Angustiato da questi pensieri il nostro Curato per sollevarsi un poco si scatenava in suo cuore contro chi era venuto a togliergli per sempre la sua pace ... Poche cose a questo mondo sono più difficili a nascondersi di quello che sieno i pensieri sul volto d'un curato agli occhi della serva ... Quando Vittoria intese questo fu certa che v'era una cosa da sapersi e che la cosa era grave, e giurò a se stessa di non lasciare andare a dormire il Curato senza averla saputa ... » «Non direte niente come quando siete corsa a ripetere alla serva del curato nostro vicino tutti i miei lamenti contro il suo padrone, e m'avete messo nel caso di domandargli scusa, come quando ... » In fondo il curato aveva voglia di scaricare il peso del suo cuore, onde fattigli ripetere seriamente i più grandi giuramenti le narrò il miserabile caso, mentre la buona Vittoria, tra la gioja del trionfo, e l'inquietudine del fatto che non poteva esser lieto, spalancò gli orecchi e ristette colla posata alzata nel pugno che tenne puntato sulla tavola ... «Misericordia!» sclamò Vittoria: «oh gente senza timor di Dio, oh prepotenti, oh superbi, oh calpestatori dei poverelli, oh tizzoni d'inferno!» «Zitto zitto, a che serve tutto questo?» «Ma come farà Signor padrone?» «Oh! vedete,» disse il curato in collera, «i bei pareri che mi dà costei? Viene a domandarmi come farò, come farò, come se fosse ella nell'impiccio e che toccasse a me cavarnela ... » «Ma se le farà bene,» e detto questo, si avvicinò al seggiolone dov'era il curato e lo mosse alquanto come per dargli la leva: il curato si alzò, ella spinse il seggiolone vicino alla tavola: il curato vi si ripose, e mangiato un boccone di mala voglia, facendo di tempo in tempo qualche esclamazione, come: – Una bagattella! ad un galantuomo par mio: – ed altre simili, se ne andò a letto colla intenzione di consultare tranquillamente, e ordinatamente sui casi suoi ... Fermo non si fece aspettare, e appena appena gli parve ora da potersi presentare al Curato senza indiscrezione, vi andò colla lieta impazienza di un giovane che in quel giorno deve sposare quella ch'egli ama ...
Fermo e Lucia (pagina 5)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ecco una parte del dialogo curioso che ebbe luogo fra quei due: «Son venuto, signor Curato,» disse il giovane, «per sapere a che ora le convenga che noi veniamo alla Chiesa ... » «Di che giorno intendete?» «Oggi, Signor curato; non siamo intesi così?» «Oggi?» replicò il curato come se ne sentisse parlare per la prima volta ... » «E poi che cosa, Signor curato?» «E poi ci sono degl'imbrogli ... » «Signor Curato ... Il povero sposo che, entrato nella casa del Curato per parlare di nozze e di festa, non aveva sentito altro che impedimenti ed imbrogli, in mezzo alla stizza che lo rodeva, andava però riflettendo sui discorsi e sul contegno del Curato, e trovava tutto pieno di mistero ... Stette Fermo in forse di ritornare al Curato per incalzarlo a parlare, ma sentendosi caldo, temette di non passare i limiti del rispetto, pensò alla fin fine che una settimana non ha più di sette giorni, e si avviò per portare alla sposa questa trista nuova ... Sull'uscio del Curato si abbattè in Vittoria che andava per una sua faccenda, e tosto pensò che forse da essa avrebbe potuto cavar qualche cosa, e salutatala entrò in discorso con lei: «Sperava che saremmo oggi stati allegri insieme, Vittoria ... » «Ditemi un poco, quale è la vera ragione del Signor Curato per non celebrare il matrimonio oggi come s'era convenuto ... » «Oh! vi pare ch'io sappia i secreti del Signor Curato?» È inutile avvertire che Vittoria pronunziò queste parole come si usa quando non si vuole esser creduto ...
Fermo e Lucia (pagina 6)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... ,parlò dei rischj che un curato corre a fare il suo dovere, del timore che uno scellerato impunito può incutere ad un galantuomo, fece insomma intender tanto che a Fermo non mancava più che di sapere un nome ... Fermo che aveva acquistata tutta la certezza che una trama iniqua era ordita contro di lui, e che il Curato la sapeva, non potè più tenersi, e tornò in fretta alla casa di quello, risoluto di non uscire prima di sapere i fatti suoi che gli altri sapevano così bene ... Entrò dal curato, lo sorprese nello stesso salotto, e gli si avvicinò con aria risoluta: «Eh! eh! che novità è questa,» disse Don Abbondio ... «Ah! ah! Signor Curato, adesso, parlerà ella?» «Fermo, Fermino, per amor di Dio, aprite, guardate quel che fate, pensate all'anima vostra ... » «Don,» replicò Fermo come per ajutare Don Abbondio a pronunziare il resto: «Don Rodrigo» disse finalmente il Curato ... » «Signor Curato,» interruppe Fermo che provava una gioja trista e feroce di conoscere il suo nemico, «Signor Curato, ho fallato, le domando scusa, ma si metta una mano al petto, e pensi se nel mio caso Ella avrebbe avuto più pazienza ... » «Sì sì, voi sarete cagione della morte del vostro Curato: aprite almeno, aprite ... » Fermo sentiva un vero rimorso di aver minacciato e trattato a quel modo il Curato, e gli domandò di nuovo perdono sommessamente ... «Aprite, aprite,» replicò il Curato ... Fermo si tolse la chiave di tasca, e la presentò al curato col volto confuso d'un uomo che sente d'aver commessa una violenza ... Il Curato la prese, aperse, e andò verso l'uscio della via, mentre Fermo lo seguiva colla testa bassa, e fremendo nello stesso tempo ... Quando furono sulla porta: «Mi promettete ora,» disse il curato, «di non dir niente?» Fermo, senza rispondere gli chiese di nuovo perdono e da lui che molto anco volea chiedere e udir qual lume al soffio sparve ... Basti dire che Don Abbondio ordinò a Vittoria di chiamare due contadini suoi affidati e di tenerli come a guardia della casa, e di far sapere che il curato aveva la febbre ...
Fermo e Lucia (pagina 22)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma come fare il matrimonio se il curato non vuole? Senza il curato non si può fare ... » «Bisogna che il curato ci sia, e questo è facile, ma non fa bisogno ch'egli voglia, che è il punto ... Lo sposo dice: – Signor curato, questa è mia moglie: – la sposa dice: Signor curato, questo è mio marito: – il parroco sente, i testimonj sentono, e il matrimonio è fatto, e sacrosanto come se lo avesse fatto il papa ... Ma bisogna che il curato senta, che non v'interrompa, perchè se ha tempo di fuggire prima che tutto sia detto, non si è fatto niente ... Quando le parole son proferite, il curato può strillare, strepitare fare quello che vuole, siete marito e moglie ... Poveretta! che arte ha usata per riuscirvi, perchè il curato stava sull'avviso, ma ha saputo cogliere il momento, ha pigliato colui che voleva, e se ne è pentita tre giorni dopo ... E i testimonj? E trovare il modo di acchiappare il signor curato, che da due giorni se ne sta rincantucciato in letto, e che quando vi vedesse comparire a un miglio di distanza, scapperebbe come il diavolo dall'acqua santa?» «Ho trovato il modo; l'ho trovato,» disse Fermo, battendo il pugno sulla tavola e facendo trasalire e fremere le stoviglie apparecchiate pel desinare: «l'ho trovato ...
Fermo e Lucia (pagina 23)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «Tu sei in debito di venticinque lire col signor curato per fitto del suo campo che lavoravi l'anno passato ... Non pel curato vedi: ma per togliermi la seccatura: se la faccenda continua così non potrò più andare alla Chiesa: non mi vede una volta che non me ne gitti un motto, o almeno almeno non mi faccia un cenno con quella sua brutta cera ... Il curato mi va cercando cento scuse magre per tirare in lungo: io vorrei spicciarmi ... Mi hanno mò detto che presentandomi al curato con due testimonj, e dicendo io: questa è mia moglie, e Lucia: questo è mio marito, il matrimonio è bell'e fatto ... Come volete ch'ella vi lasci entrare dal curato? Pensate s'ella non avrà ordini severissimi di tenervi lontani più che un ragazzo da una pianta di pomi maturi ... Sull'imbrunire, capite bene che quella è l'ora giusta, Tonio va alla porta del curato, picchia, viene Perpetua, Tonio le dice di avvertire il curato ch'egli è lì per pagare ... – Con quest'amo vedete io la tiro con me dalla destra fin dove voglio; ma basterà che io l'allontani tanto che voi possiate pian pianino introdurvi nella porta lasciata aperta da Tonio, e tenergli dietro pian pianino per le scale, e poi fermarvi nella stanza vicina a quella dove sarà il curato, ed essergli addosso poi nel momento opportuno ...
Fermo e Lucia (pagina 28)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «Che dice ella mai? S'io mi fido, Signor Curato: ma dalla vita alla morte ... Perpetua, dov'è costei? Perpetua!» «Perpetua era da basso, tutta affacendata a prepararle da cena: la lasci stare, Signor Curato: cerchi il calamajo che farà più presto ... Don Abbondio intravvide, vide, si spaventò, si stupì, s'infuriò, pensò, prese una risoluzione: tutto questo nel tempo che Fermo impiegò a proferire le parole magiche: «Signor curato, in presenza di questi testimonj, questa è mia moglie ... Cessata ogni luce Don Abbondio lasciò la poveretta la quale già per sè non avrebbe più potuto proseguire, e pratico com'era del luogo, trovò tosto a tentone la porta della stanza vicina, v'entrò, vi si chiuse, e continuò a gridare: «tradimento! Perpetua! accorr'uomo! gente in casa! clandestino: tre anni di sospensione! una schioppettata! fuori di questa casa! fuori di questa casa! Perpetua! dov'è costei!» Nella stanza tutto era confusione: Fermo, inseguendo come poteva il curato, aveva trascinata con sè Lucia alla porta, e bussava gridando: «apra apra, non faccia schiamazzo: apra, o la vedremo»: Toni curvo a terra, girava le mani sul pavimento per trovare la sua quitanza, e Gervaso spiritato gridava, e andava cercando la porta della scala per porsi in salvo ... «Lorenzo!» gridò il curato, «accorrete, gente in casa! ajuto ... » Lorenzo si sbigottì, ma con quella rapidità d'ingegno che danno i casi urgenti, pensò tosto al modo di dare al curato più soccorso ch'egli non chiedeva, e di farlo senza suo rischio ... Intanto la gente traeva da tutte le parti alla chiesa: già i più lesti erano entrati nel campanile e avevano inteso da Lorenzo che la gente era in casa del curato ... «Che cosa è stato?» domandò uno degli accorsi: «Sono fuggiti,» rispose il curato, «tornate a casa, vi ringrazio ...
Fermo e Lucia (pagina 80)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Lodato Dio!» disse il Cardinale: «chiamatelo, e con lui il curato di questa chiesa ... Il signor curato della chiesa e il signor curato di ... » Il curato di Chiuso era un uomo che avrebbe lasciato di sè una memoria illustre, se la virtù sola bastasse a dare la gloria fra gli uomini ... Ma dieci miglia lontano di là, il mondo non ne sapeva nulla, non lo sa, non lo saprà mai: e in questo momento io sento un rammarico di non possedere quella virtù che può tutto illustrare, di non poter dare uno splendore perpetuo di fama a queste parole: Prete Serafino Morazzone Curato di Chiuso ... Il Cardinale, prese in disparte il curato di Chiuso, e dettogli brevemente di che si trattava, gli espose la sua intenzione di spedir tosto in lettiga una donna al castello a prender Lucia, affinchè questa alla prima nuova della liberazione si trovasse con una donna, il che sarebbe stato per quella poveretta una consolazione e una sicurezza, non meno che decenza per la cosa; e lo pregò di sceglier tosto fra le sue parrocchiane la donna più atta a questo uficio per saviezza, e la più pronta per carità ad assumerlo ... Il Cardinale si volse allora a Don Abbondio, e con volto lieto gli disse: «Una buona nuova per voi, Signor curato di ... ?» «Monsignore sì,» rispose tosto il curato, che non voleva passare per un pastore spensierato ...
Fermo e Lucia (pagina 83)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Oh questa ragazza benedetta vuol essere la mia morte! Deve proprio capitare in mano di costui (e così dicendo guatava sottecchi il Conte quasi per vedere se poteva arrischiarsi a strapazzarlo mentalmente); e costui che è sempre stato lontano dai vescovi come il diavolo dall'acqua santa, ha da venir qui in persona, a cercare l'arcivescovo, senza che nessuno ce lo abbia mandato per forza, proprio per metter me in impaccio: e questo arcivescovo, benedett'uomo che vorrebbe dirizzar le gambe ai cani, a cui pare che il mondo rovini quando la gente sta ferma, che deve sempre far qualche cosa egli, e far fare qualche cosa agli altri; subito, subito, tutto va bene, gran consolazione, la pecora smarrita, credere tutto, darvi dentro, e far trottare il curato ... La santità non basta, ci vuole un po' di prudenza, e sì che dovrebbe avere imparato: ha avuto delle belle brighe, a forza di cercarne, e di voler fare andar le cose a modo suo: ma pare che vi c'ingrassi: non ne lascia scappare una; la carità va bene; ma la prima carità dovrebb'essere per un povero curato, che un vescovo, un vero vescovo di giudizio lo dovrebbe tener prezioso come la pupilla degli occhj suoi ... chi è sotto è sotto: ahi! ahi! ahi! S'aveva mò a mandar così un povero curato galantuomo sotto la bocca del cannone? – Don Abbondio era a questo punto della sua meditazione quando la cavalcata giunse alla taverna dove cominciava la salita, e ne uscirono bravi secondo il solito, i quali videro con istupore il Conte con un prete dietro una lettiga ... – diceva un altro pensiero, – guai se costoro, credono un momento ch'io non sia più quello da stendere in terra colui che ardisse resistermi! – Così pensando egli pose macchinalmente la mano al luogo dov'era solito tenere una pistola, e si ricordò di averle lasciate con le altre armi in casa del curato ... Voi entrerete nella stanza dov'è quella giovane, le direte brevemente che siete venuta a liberarla; non ne dubiterà, quando vedrà il suo curato: sarà spaventata, poveretta! vedete di annunziarle la cosa in modo che la sorpresa non le faccia male; la lettiga verrà nella stanza, e ripartiremo tosto ... Il Conte spiccatosi dalla lettiga si avvicinò alla mula di Don Abbondio che aspettava quello che avvenisse con gli occhi sbarrati, e gli disse sotto voce: «Signor Curato; ella non ha bisogno che io le insegni ad esser prudente; ma in questa casa, è necessaria una prudenza che io solo pur troppo posso conoscere appieno ... Perdoni, signor curato, se non le dico di più, se non le faccio più scuse dell'incomodo ch'ella patisce per mia cagione, ma Ella ne spera la ricompensa dal cielo, e verrà tempo in cui io potrò tranquillamente esprimerle la mia riconoscenza ...
Fermo e Lucia (pagina 86)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... ?» cominciò Lucia alla buona donna; indi tosto rapita da un'altra brama di sapere, si rivolse al curato, e continuò: «e lei, signor curato: come ... ?» «Ah! vedete?» rispose Don Abbondio: «son qui io, il vostro curato, a liberarvi, dal lago dei leoni, senza riguardi per me, in una giornata fredda, a cavallo ... Vi chiederà delle vostre vicende: non istate a troppo ciarlare: vi può far del bene; ma bisogna guardarsi dal toccar certe corde: non parlate del matrimonio, perchè, vedete, se sapesse che avete voluto sorprendere il curato, fare un matrimonio clandestino, guai, guai ... » «Come faremo ad uscire?» disse Lucia: «e se ci veggono?» «Non temete,» disse la buona donna: «il padrone del castello viene egli stesso a cavarvene: qui fuori è la lettiga, voi entrerete con me, e partiremo col signor curato ... » «Ah! Chiuso!» sclamò Lucia: «dov'è quel buon curato! andiamo, andiamo ... Queglino vi portarono la lettiga, Lucia vi entrò, e la buona donna dopo lei, si tirarono le cortine, i lettighieri uscirono, il curato dietro: nell'altra stanza il Conte si accompagnò con lui, disse alla vecchia: «aspettatemi qui un'ora, e se non torno andate a fare i fatti vostri» ... Nel cortile, alla porta del castello, il Conte e il curato a cavallo, la lettiga davanti, giù per la discesa, e diritto a Chiuso ... Intanto Don Abbondio e il Conte entrarono nella casa del curato, e quivi si stettero ad aspettare il Cardinale ... «Bene, bene,» rispose il Cardinale, «io voglio cominciare a provare se posso farmi obbedire da voi,» e traendolo per la mano si avvicinò al buon curato di Chiuso, che se ne stava cheto fra gli altri, e gli disse, con aria sorridente: «Signor curato, voi siete tanto umile che sarebbe dabbenaggine il non far da padrone in casa vostra ... » Il curato che non lasciava mai scappare l'occasione di rispondere con un testo della Bibbia, disse levando le mani al cielo, e poi stendendole amorevolmente verso il Conte: «Benedictus qui venit in nomine Domini ... » Don Abbondio invitato anch'egli, si rifiutò dicendo di non volere abbandonare per lungo tempo il suo ovile; uscì dalla casa del curato, entrò in quella dove era ricoverata Lucia, alla quale raccomandò ancora fortemente di non parlare di ...
Fermo e Lucia (pagina 147)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Per giungervi, doveva Fermo passare su la piazzetta della chiesa, dov'era pure la casa del curato ... Quando fu in luogo donde la piazza si poteva vedere, guardò egli alla casa del curato, e vide una finestra aperta, e nel vano di quella un non so che di bianco-giallastro in campo nero, una figura immobile appoggiata ad un lato della finestra ... Ma tosto l'antico rispetto pel curato, quel desiderio di sentire una voce umana e conosciuta così potente in quelle circostanze, la speranza di risapere da lui qualche cosa che gl'importasse, vinsero nell'animo di Fermo, che si arrestò, fece una riverenza, e dirizzando il volto alla finestra, disse: «Oh signor curato, come sta ella in questi tempi?» Don Abbondio aveva guatato costui che veniva, gli era sembrato di riconoscerlo: ma quando sentì la voce che non gli lasciava più dubbio, «per amor del cielo!» disse, «voi qui? Che venite a fare in queste parti? Dio vi guardi! Vi pare egli, con quella poca bagattella di cattura ... ?» «Oh via, signor curato,» disse Fermo non senza dispetto: «mi vuol ella fare anche la spia?» «Parlo per vostro bene,» disse Don Abbondio, «che nessuno ci sente ... » «Signor curato, mi saprebbe ella dar qualche nuova di Lucia?» «Oh Dio benedetto! ancor di questi grilli avete in capo? Oh poveri noi! Che serve che vengano i flagelli, se gli uomini non voglion far giudizio! E la peste, figliuolo, la peste? Non sapete che c'è la peste?» «Ella deve ricordarsi, signor curato,» disse Fermo, con voce alquanto risentita, «che Lucia ed io ... » «E Agnese, signor curato?» «Agnese è qui: e per miracolo non ha contratta la peste finora; ma si guarda, si guarda; ha giudizio, non vuol vedere nessuno; non le andate fra piedi, che le fareste dispiacere ... si scompiglia la matassa, e si dà in mano al curato perchè la riordini ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 5)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Povera vecchia! Quanto le doveva! Da anni lei e il figlio Andrea condividevano la sua povertà; nè essa si lamentava: si lamentava Andrea, mal rimunerato del triplice ufficio di campanaro, becchino e vignaiuolo, ma essa lo quetava dicendogli: — Quando il curato ne avrà, ce ne darà, anche a noi ... Ora il curato ne aveva ... L'Assunta, che rincasava con una grembiulata di duri radicchi e d'ispide cicerbite, credendo che il curato dormisse, lo sgridò: — Dorme al sole? Fa male ... E uno, entrando all'osteria del Gallo, annunziò: — È morto d'un accidente il curato del Palèsio ...
Storia di un'anima (pagina 42)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Perdonate: chi mi bisbigliava è quel curato colla veste colore abete, e proprio resinosa, col tricorno a cordicelle allentatissime, colla faccia non da benedizione, il quale curato da questi mulattieri non si ha altro che qualche gomitata, e non ascolta che litanie non canoniche ... ! Il curato che passa davanti all'osteria guarda la bestiaccia (non dico il mulattiere), e fa il suo conto:—Un mulo come questo vale una parrocchia di montagna ...