Libri crivello

Libri su crivello, con la parola crivello

Decameron (pagina 98)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Aveva Giacomino in casa una fante attempata e un fante che Crivello aveva nome, persona sollazzevole e amichevole assai: col quale Giannole dimesticatosi molto, quando tempo gli parve, ogni suo amor discoperse pregandolo che a dovere il suo disidero ottenere gli fosse favorevole, gran cose se ciò facesse promettendogli ... Al quale Crivello disse: “Vedi, in questo io non potrei per te altro adoperare se non che, quando Giacomino andasse in alcuna parte a cenare, metterti là dove ella fosse, per ciò che, volendole io dir parole per te, ella non mi starebbe mai a ascoltare ... Avvenne adunque, non molto tempo appresso queste parole, che, opera di Crivello, Giacomino andò con un suo amico a cenare; e fattolo sentire a Giannole, compose con lui che, quando un certo cenno facesse, egli venisse e troverebbe l'uscio aperto ... Crivello e la fante, non essendovi Giacomino, s'ingegnavano di mandare l'un l'altro via ... Crivello diceva alla fante: “Come non ti vai tu a dormire oramai? che ti vai tu pure avviluppando per casa?” E la fante diceva a lui: “Ma tu perché non vai per signorto? che aspetti tu oramai qui, poi hai cenato?” E così l'uno non poteva l'altro far mutar di luogo ... Ma Crivello, conoscendo l'ora posta con Giannole esser venuta, disse seco: “Che curo io di costei? Se ella non starà cheta, ella potrà aver delle sue”; e fatto il segno posto andò a aprir l'uscio, e Giannole prestamente venuto con due de' compagni andò dentro, e trovata la giovane nella sala la presono per menarla via ... Né prima si partì la mischia, che i sergenti del capitan della terra vi sopragiunsero e molti di costor presero: e tra gli altri furon presi Minghino e Giannole e Crivello, e in prigione menatine ...