Libri cose
Libri su cose, con la parola cose
Confessioni di un Italiano (pagina 24)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Benché egli poi fosse d'un temperamento chiuso e riserbato, nel ragionare con lei s'incaloriva per non volontaria ingenuità e non si schivava dal parlarle di sé e delle proprie cose, come ad una madre ... Quando poi egli parlava a labbra strette delle vicende di Francia e dei ministeri che vi si sbalzavano l'un l'altro, e del Re che non sapeva più a qual partito appigliarsi, e delle mene della Regina germanizzante, allora entrava ella a raccontare le cose de' suoi tempi e le splendidezze della corte, e gli intrighi e la servilità dei cortigiani, e la superba e quasi lugubre solitudine del gran Re, sopravvissuto a tutta la gloria di cui l'avevano ricinto i suoi contemporanei, per assistere alla frivolezza e alla turpitudine dei nipoti ... La vecchiona parlava di tutto con soavità e con posatezza, come se guardasse le cose dall'alto della sua età e della sua condizione; ma questo modo di ragionare non era in lei studiato punto punto, e vi si frammischiava a raddolcirlo una buona dose di semplicità e di modestia cristiana ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 29)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Queste cose mi occupavano e mi divertivano; e tornava poi verso Fratta col capo nelle nuvole, contemplando i bei colori che vi variavano entro pel diverso magistero della luce ... Così tutte le cose m'erano tornate nuove e inusitate; e non solamente i mulini e i mugnai, ma i pescatori colle loro reti, i contadini coll'aratro, i pastori colle capre e colle pecore, e tutto tutto mi dava materia di stupore e di diletto ... Finalmente venne un giorno ch'io credetti perder la testa od esser caduto nella luna, tanto mi sembrarono meravigliose ed incredibili le cose che ebbi sott'occhio ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 60)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Il Cancelliere del resto non mostrava gran volontà di veder a fondo nelle cose, e sfuggiva di condurre i detenuti a pericolose confessioni ... L'esempio di Germano parlava troppo chiaro; e l'accorto curiale era uomo da pigliar le cose di volo ... Le cose tentennavano in questo modo da circa un mese, quando una sera due cappuccini chiesero ospitalità nel castello di Fratta ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 68)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Certo peraltro il riservato contegno di Lucilio giovò ad addormentarla nella sua commoda sicurezza; e se le si fosse lasciato veder bene a fondo nelle cose, forse che ella non avrebbe creduto così facilmente alla docile fuggevolezza di quelle nuvole, e sarebbe giunta a privarsi delle ultime delizie che le rimanevano, per togliere nei due giovani i primi fondamenti a quei castelli in aria affatto impossibili ... Ma restando le cose come erano ella godeva di potersi fidare nella discrezione e nel calmo temperamento di Clara, e di dire anco fra sé quando costei usciva dalla stanza per far lume a Lucilio: “Oh il giovane prudente e dabbene! Non si direbbe che egli ha paura di alzar gli occhi perché non si creda che gli stia a cuore mia nipote? Se li alza gli è solamente per guardar me, e alla sua età!! Basta! è veramente miracoloso!” Ma Lucilio aveva altri momenti, per lasciar l'anima sua spiccar il volo a sua posta; e in quei momenti bisogna confessarlo, quei suoi occhi così discreti e dabbene commettevano non pochi peccati d'infedeltà a danno della nonna ... Oh cari e sempre cari quei divini concenti che beatificano le anime senza incommodare il rozzo tamburo dei timpani! La religione delle cose insensibili e quella delle eterne si sposano nella mente come il colore e la luce nel raggio del sole ... Il sentimento nel pensiero è il più bel trionfo sulla sensazione nel corpo; esso prova che l'anima vive fuori di sé anche senza il ministero delle cose materiali ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 86)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Quelli di mezzo aspettavano, speravano, gracchiavano: pareva loro che dai nobili il governo dovesse cader in loro per naturale pendio delle cose; acchiappato che lo avessero, si argomentavano bene di non lasciarlo cadere più in giù ... Il viaggio pedestre fino a Fratta, il riveder la Pisana, gli amori rinati e troncati poi di bel nuovo per nuove stranezze, per nuove gelosie, le incombenze affidatemi per via di esperimento del Cancelliere, gli elogi del Conte e dei nobiluomini Frumier, le soperchierie e le scappate del Venchieredo, i disordini della famiglia Provedoni, i dissidi fra la Doretta e Leopardo, le continue imprese dello Spaccafumo, le raccomandazioni del vecchio Piovano, e gli strani consigli del padre Pendola mi diedero troppo da pensare, da fare, da meditare, da godere e da soffrire perché mi pentissi di aver lasciato ai miei compagni la cura delle cose di Francia e il passatempo delle gazzette ... Peraltro tutte cotali cose mi fecero l'effetto d'una commedia goduta, in confronto di quanto mi fece provare in que' due mesi la sola Pisana ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 90)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Parlo delle cose di questa vita ... Sì, ve lo giuro, feci un esame di coscienza così sottile, così scrupoloso che non fu senza merito per essere stato il primo: colla nozione imperfettissima ch'io aveva delle leggi morali, ho paura che me ne passassi buona più d'una, ma anche mi rampognai di cose per sé innocentissime; come per esempio d'essermi sempre rifiutato a stringer amicizia coi figliuoli di Fulgenzio e di serbar poca gratitudine alla signora Contessa ... Io aveva amato la Pisana fino da piccino! Ottimamente! Fin da piccino avea sognato con essolei un amore da uomo! Cose compatibili in un ragazzo che ragiona coi piedi! — Giovinetto e già ragionevole e malizioso oltre il bisogno, avea persistito in quella bizzarria fanciullesca ... In ambidue i casi non mi stava di appiccicarmi a lei colle pretese d'un amore contro l'ordine delle cose ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 95)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Mi avvicinai alla ringhiera per guardar nel fiume, e quell'acqua che passava, che passava senza posa, senza differenza alcuna, mi dava l'immagine delle cose mondane che colano fluttuando in un abisso misterioso ... Il reverendo padre mi parlava ancora col suono carezzevole d'una cascatella fra i muscosi dirocciamenti d'un giardino; non saprei dire quali cose ei mi dicesse; ma nel togliermi di là ebbi il coraggio di offrir il braccio al Conte ed alla Pisana perché salissero in carrozza e di accomodarmi poi a cassetta col pretesto del caldo, che pur non era molesto in una notte d'ottobre ... Gli bastava che certe cose non si vedessero e non se ne parlasse, e che non dando così appiglio al raccapriccio degli scrupolosi, anche i vecchi, i rigidi, gli incorruttibili fossero costretti a tacere, a rabbonirsi, a omettersi della solita insubordinazione, mantenuta in fin allora col pretesto dell'anarchia e della spensieratezza dei superiori ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 107)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Così le cose s'erano raccomodate o bene o male per tutti; ma il mondo non era solamente Fratta, e fuori di là i romori i guai le minacce di guerre e di rivoluzioni crescevano sempre ... Vedete? le cose si vanno già raffreddando laggiù! Quelli che ammazzavano i preti, i frati ed i nobili, l'hanno finita anch'essi sul patibolo: la crisi può dirsi nel decrescere, e la Repubblica se l'è cavata senza esporre a pericolo la vita d'un uomo ... Al Conte non mi arrischiava, al Canonico era inutile, al fattore dannoso il mover parola: e la Pisana, cui ne accennai qualche volta, mi rispondeva squassando le spalle, che alla mamma non si potea comandare, che le cose erano sempre ite così, e che già lei non se ne dava fastidio, ché avrebbe vissuto in una maniera o nell'altra ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 123)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Son cose da capirsi al volo ... Sappi dunque che io ho qualche merito con questi signorini infranciosati e cogli stessi Francesi che reggono ora le cose d'Italia ... — Vorreste che di punto in bianco io diventassi doge? — Ottimamente, Carlino, tu pigli le cose di volo, come non avrei sperato ... Egli m'invitò a seguirlo in un luogo ove si aveva a deliberare sopra cose importantissime al pubblico bene: nella calle ci unimmo ad altre persone sconosciute che lo aspettavano, e tutti insieme prendemmo via verso uno dei sentieri più deserti della città, dietro il ponte dell'Arsenale ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 137)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Cotali cose egli le aveva non dirò imparate, ma trovate sui libri; gli si erano appiccicate al cervello come fantasticaggini di moda e nulla più ... Povero Giulio! Povero Carlino! La Provvidenza, a guardar le cose in monte, governa tutto con giustizia ... Deboli, discordi, creduli, ciarlieri, inetti sì; venali non mai! Tutta l'adunanza diede in un grido d'indignazione; si rifiutarono le indegne offerte, si rifiutò di approvare quanto la Repubblica francese aveva sì facilmente e barbaramente consentito, si decise di rimettere nel popolo la somma delle cose, dimandando a lui la scelta fra servitù e libertà ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 171)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Una confusione di cose venerabili per religione e per età ladramente vituperate, di schifezze levate a cielo e splendidamente decorate, di stupidi superstiziosi e di vili rinnegati, di saccheggi e di carestie, di epuloni e di affamati, di frati cacciati dai conventi, di monache strappate ai loro ritiri, di cardinali inseguiti dai cavalleggieri, e di cavalleggieri scannati dai briganti; tutto andava a soqquadro, si rovesciava alla perdizione; giudice del bene o del male il talento annebbiato od illuso d'ognuno: un mescolarsi di resistenze pretesche, di arbitrii francesi, di licenze popolari e di assassinii privati; un mettersi avanti di grandi ed onesti nomi per coprire l'infamia dei piccoli; continui mutamenti senza fede senza sicurezza, cagionati dalla rapacità di chi amava pescare nel torbido ... Quattro commissari del Direttorio francese eran venuti a risuscitare le vecchie parole di consolato, senato, tribunato e questura; togliendo loro autorità coll'adoperarle a coprire cose affatto nuove e piuttosto che repubblicane, servili, pel precipizio con cui erano imposte ... Fummo assieme pochi giorni con Lucilio con Amilcare con Giulio, e con essi visitai le belle cose di Roma e dei dintorni; ma quando avvenne il frastagliamento dell'occupazione militare, Giulio ed Amilcare furono mandati a Spoleto, io e Lucilio restammo nel Castel Sant'Angelo ... Securi contro l'Austria per la pace già stabilita, vollero stringer il freno, per aver più pronta la direzione delle cose ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 187)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Io potrei anche, come ho fatto finora, darvene il compendio; ma la modestia di scrittore non lo permette; qui bisogna cedere il campo ad uno migliore di me, e vedrete come un animo generoso sa sopportar la sciagura e guardar dall'alto le cose del mondo senza negar loro né cooperazione né pietà ... La lettera l'ho ancora fra le mie cose più care; nel reliquario della memoria che principia colla ciocca di capelli fattasi strappare dalla Pisana, e finisce colla spada di mio figlio che ieri mi giunse dall'America insieme con la tarda conferma della sua morte ... “Carlino amatissimo! “Ho volontà di scrivervi a lungo, perché molte sono le cose che vorrei dirvi e tante le dolorose impressioni che m'ebbi tornando, che mi pare non dovrei mai finire dal raccontarvele ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 244)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Queste cose avvenivano nel milleottocentotrentasei, e furono incentivo alle turbolenze che agitarono l'isola, e scoppiarono l'anno dopo in violente sommosse all'occasione del cholera ... — Eh! ti pigli soggezione di queste frottole? son cose finite subito, credilo a me! ... Cascato di cielo in terra dopo la morte della sua dama, non avea più rappiccato il filo delle idee, e cercava cercava senza potervi mai riescire, quando un giorno entra il cameriere a raccontargli che in Piazza si grida: — Viva San Marco! — e che c'è la repubblica, e altre mille cose l'una più strana dell'altra ...
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Corbaccio (pagina 4)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E di ciò due cose mi son cagione: l'una è lo 'nsaziabile ardore ch'io ebbi de' danari, mentre io vissi; e l'altra è la sconvenevole pazienzia colla quale io comportai le scelerate e disoneste maniere di colei della qual tu vorresti d'avere veduta essere digiuno ... Ma da sodisfare è alla tua seconda domanda, acciò che tu a' tuoi impauriti spiriti interamente restituisca le forze loro: e per ciò sappi che Colui, colla cui licenzia io sono qui venuto (anzi, a dir meglio, per lo cui comandamento), è quello infinito Bene che di tutte le cose fu creatore e per lo quale e al quale tutte le cose vivono; e al quale è del nostro bene, del nostro riposo, della nostra salute troppo maggiore sollecitudine che a noi stessi ... Dalla qual conoscenza una contrizione sì grande e pentimento mi venne delle non ben fatte cose che non solamente mi parve che gli occhi di vere lagrime e assai si bagnassero, ma che il cuore, <non> altrimenti che faccia la neve al sole, in acqua si risolvesse; per che, sì per questo e sì ancora perché poverissimo di grazie a rendere a tanti e sì alti effetti mi sentiva, per lungo spazio mi tacqui, parendomi bene che lo spirito la cagione conoscesse; ma, poi che così alquanto stato fui, ricominciai a parlare: – O bene avventurato spirito, assai bene cognosco e discerno, la mia medesima coscienza ricercando, quello essere vero che tu ragioni: ciò Dio più caro avere che noi medesimi non abbiamo; li quali colle nostre malvagie opere continuamente ci andiamo sommergendo, dov'Elli colla sua caritativa pietà sempre ne va sollevando, e le sue etterne belleze mostrando e a quelle, come benignissimo padre, ne va chiamando; ma tuttavia, sì come colui che ancora la divina bontà, a guisa che le terrene operazioni <si> fanno, vo misurando, maraviglia mi porge, sentendomi io averlo offeso molto, come Esso ora ad aiutarmi si mosse ...
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Corbaccio (pagina 5)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma, lasciando ora questa disputazione, ché luogo non ci ha, stare, e venendo a quello aprirti che tu domandi, dico che per la mia disaventura, non sono molti mesi passati, avvenne che io con uno, al quale tu fosti già vicino e parente, di cui esprimere il nome or non bisogna, in ragionare di varie cose entrai ... E, mentre che noi così ragionando andavamo, acadde, come talvolta avviene che l'uomo d'uno ragionamento salta in uno altro, che noi, il primo lasciato, in sul ragionare delle belle donne venimo; e, prima avendo molte cose dette delle antiche, quale in magnanimità, quale in castità, quale in corporal forteza lodando, condiscendemo alle moderne: fra le quali il numero trovandone piccolissimo da commendare, pure esso, che in questa parte il ragionare prese, alcune ne nominò della nostra città; e, tra l'altre, nominò quella, che già fu tua, la quale io nel vero non conosceva ... Così non l'avessi io mai conosciuta poi! E di lei, non so da che affezione mosso, cominciò a dire mirabili cose, affermando che in magnificenzia mai non era stata alcuna sua pari; e, oltre al naturale delle femine, lei s'ingegnava di mostrare essere uno Alessandro e alcuna delle sue liberalità raccontando; le quali, per non consumare il tempo in novelle, non curo di raccontare ... Le quali cose narrando questo cotale, confesso che io meco tacitamente dicea: “O felice colui al quale la fortuna è tanto benigna ch'ella d'una così fatta donna li conceda l'amore!” ... Ma ancora la fortuna, che in poche cose intorno a questo mio desiderio mi dovea giovare, come nella prima cosa m'era stata favorevole, così mi fu in questa seconda: ché, di dietro a me, senti' alcuna donna che colle sue compagne di lei favellava, dicendo: – Deh, guarda come alla cotal donna stanno bene le bende bianche e' panni neri – ... E così, da falsa opinione vinto, subito mi senti', come se dall'udite cose e dalla vista di lei si movesse, corrermi al cuore un fuoco, non altrimenti che faccia su per le cose unte la fiamma, e sì fieramente riscaldarmi che, chi allora m'avesse riguardato nel viso, n'arebbe veduto manifesto segnale; e come che i segni venuti nel viso per lo nuovo fuoco (che, come prima le parti superficiali andò leccando, così poi, nelle intrinsece trapassato, più vivo divenne) se ne partissono, mai se non dentro crescer le sentii ... Lo spirito, il quale queste cose, secondo il mio parere, non senza diletto ascoltate avea, già me sentendo tacere, così mi cominciò a parlare: – Assai bene m'hai dimostrato il come e la cagione del tuo esserti prima allacciato e come tu medesimo ti vestisti la catena alla gola, ch'ancor ti strigne ... Egli è il vero che, avendo io data piena fede, come già dissi, alle parole udite da colui che lei tanto valorosa m'avea mostrata, io presi ardir di scriverle, mosso da cotale intenzione: “Se costei è da quello che costui mi ragiona, aprendole io onestamente per una lettera il mio amore, l'una delle due cose ragionevolmente mi dee seguire: o ella l'arà caro, per usarlo in quello ...
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Corbaccio (pagina 6)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per la quale lettera, anzi per lo stile del dettato della lettera, assai leggiermente compresi o colui, che di lei assai cose dette m'avea, esser di gran lunga del natural senno di lei e della ornata eloquenzia ingannato o averne voluto me ingannare ... Ma non pote' per ciò non che spegnere ma pure un poco il concetto fuoco diminuire; e avvisai che ciò che scritto m'avea niun'altra cosa volesse dire per ancora se non darmi ardire a più avanti scrivere e speranza di più particulare risposta che quella; e amaestramento e regola in quelle cose fare che per quella poteva comprendere che le piacessono ... Due cose erano quelle che quasi ad estrema disposizione m'aveano condotto: l'una fu il ravvedermi che, là dov'io alcun sentimento aver credea, quasi una bestia senza intelletto m'avvidi ch'io era; e certo questo non è da turbarsene poco, avendo riguardo che io la maggiore parte della mia vita abbi spesa in dovere qualche cosa sapere, e poi, quando il bisogno viene, trovarmi non saper nulla; l'altra fu il modo tenuto da lei in far palese ad altrui che io di lei fossi innamorato; e in questo più volte crudele e pessima femina la chiamai ... Nella prima cosa mi trovai io in più modi stoltamente avere adoperato; e massimamente in credere troppo di leggieri così alte cose d'una femina, come colui raccontava, senza altro vederne; e appresso per quelle, senza vedere né dove né come, ne' lacciuoli d'amore incapestrarmi e nelle mani d'una femina dare legata la mia libertà e sottoposta la mia ragione; e l'anima, che, con questa accompagnata, solea essere donna, senza, essere divenuta vilissima serva: delle quali cose né tu né altri dirà che da dolersi non sia infin la morte ... Nella seconda essa ha, secondo che mi pare, in assai cose fallato e assai chiaramente mostro colui mentir per la gola, che sì ampiamente delle sue esimie virtù, meco parlando, <si> distese ... Ahi, disonesta cosa e sconvenevole, che uomo, lasciamo stare gentile, che non mi tengo, ma sempre mai con valenti uomini usato e cresciuto, e delle cose del mondo, avvegna che non pienamente, ma assai convenevolmente informato, sia da una femina a guisa d'un matto ora col muso ora col dito all'altre femine mostrato! Io dirò il vero: questo m'indusse a tanta indignazione d'animo che io fui alcuna volta assai vicino ad usare parole che poco onore di lei sarebbono state; ma pure alcuna scintilletta di ragione, dimostrandomi che molto maggiore vergogna a me, ciò faccendo, acquisterei che a lei, da tale impresa, non poco ma molto turbato mi ritenne, e a quella ira e disordinato appetito, di che tu mi domandi, m'indusse – ...
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Corbaccio (pagina 7)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... carolare, il cantare, il giostrare e l'armeggiare, cose di niuno peso, ma sommamente da loro gradite? Tu medesimo, non solamente dirai che a te sconvenevoli sieno, ma con ragioni inespugnabili biasimerai i giovani che le fanno ... Come è alla tua età convenevole l'andare di notte, il contrafarti, il nasconderti a ciascheduna ora che ad una femina e' piacerà; e non solamente in quella parte che forse, meno disdicevole, da te sarebbe eletta, ma in quelle che essa medesima, forse per gloriarsi d'avere uno uomo maturo a guisa d'un semplice garzone, disonesta e sconvenevole eleggerà? Come alla tua età convenevole, se bisogno il richiedesse, del quale molto sovente sono pieni gli accidenti d'amore, di pigliare l'arme, e la tua salute, e forse quella della tua donna, difendere? Certo io credo, senza più cose andar ricordando, che a tutte parimente risponderesti che male; e, quando ciò non ti paresse, a me e a ciascun altro, il quale con più discreto occhio guardasse che tu, impedito, per aventura fare non puoi, parrebbe pure che così fosse ... Tu, se io già bene intesi mentre vivea, e ora così essere il vero apertamente conosco, mai alcuna manuale arte non imparasti e sempre l'essere mercatante avesti in odio; di che più volte ti se' con altrui e teco medesimo gloriato, avendo riguardo al tuo ingegno, poco atto a quelle cose nelle quali assai invecchiano d'anni, e di senno ciascuno giorno diventano più giovani ... O quante e quali cose sono queste da dovere, non che i savii, ma gli stolti spaventare! Vien teco medesimo rivolgendo l'antiche istorie e le cose moderne e guarda di quanti mali, di quanti incendii, di quante morti, di quanti disfacimenti, di quante ruine et esterminazioni questa dannevole passione è stata cagione! E una gente di voi miseri mortali, tra i quali tu medesimo, avendo il conoscimento gittato via, il chiamate iddio, e quasi a sommo aiutatore ne' bisogni li fate sacrificio delle vostre menti e divotissime orazioni li porgete! La qual cosa quante volte tu hai già fatto o farai, tante ti ricordo, se da te, uscito forse del diritto sentimento, nol vedi tu che tu a Dio e a' tuoi studii e a te medesimo fai ingiuria ... E, se le dette cose esser vere la tua filosofia non ti mostrasse, né a memoria ti ritornasse la sperienza la quale di gran parte di quelle in te medesimo veduta hai, le dipinture degli antichi tel mosterranno, le quali lui per le mura, giovane, ignudo, con ali e con occhi velati e arciere, non sanza grandissima cagione e significazione de' suoi effetti, tutto 'l dì vi dimostrano ... Dovevanti, oltre a questo, li tuoi studii mostrare (e mostrarono, se tu l'avessi voluto vedere) che cose le femine sono; delle quali grandissima parte si chiamano e fanno chiamare donne, e pochissime se ne truovano ... La femina è animale imperfetto, passionato da mille passioni spiacevoli e abbominevoli pure a ricordarsene, non che a ragionarne: il che se gli uomini riguardassono, come dovessono, non altrimenti andrebbono a loro, né con altro diletto o apetito, che all'altre naturali e inevitabili oportune cose vadano; il luogo delle quali, posto giù il superfluo peso, come con istudioso passo fuggono, così loro fuggirebbono, quello avendo fatto per che la deficiente umana prole si ristora; sì come ancora in ciò tutti gli altri animali, molto meglio che gli uomini, fanno ... E vegnamo all'altre loro cose o ad alcuna di quelle; per ciò che volere dire tutto non ne basterebbe l'anno, il quale è tosto per entrare nuovo ...
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Corbaccio (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E primieramente alle fogge nuove, alle leggiadrie non usate, anzi lascivie, e alle disdicevoli pompe si danno; e a niuna pare essere bella né raguardevole, se non tanto quanto ella ne' modi, nelle smancerie e ne' portamenti somigliano le piuviche meretrici; le quali tanti nuovi abiti né disonesti possono nella città arrecare, che loro tolti non sieno da quelle che gli stolti mariti credono esser pudiche; li quali, avendo male i loro danari spesi, acciò che gittati non paiano, queste cose nelle dette maniere lasciano usare, senza guardare in che segno debba ferire quello strale ... Ma esse prestano fortissimi animi a quelle cose le quali esse vogliono disonestamente adoperare ... Niuna cosa si potrà con vicino, con parente o con amico trattare, che, se ad esse non è palese, che esse subitamente non suspichino contro a loro adoperarsi e in loro detrimento trattarsi; benché di ciò gli uomini non si debbono molto maravigliare, per ciò che naturale cosa è di quelle cose, che altri sempre opera in altrui, di quelle da altrui sempre temere; per questo sogliono i ladroni sapere ben riporre le cose loro ...
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Corbaccio (pagina 9)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E, oltre a ciò, è, questa empia generazione, avarissima: e, acciò che noi lasciamo stare lo 'mbolare continuo che a' mariti fanno e le ruberie a' lor pupilli figliuoli e le storsioni a quelli amanti che troppo non piacciono, che sono evidentissime e consuete cose, riguardisi a quanta viltà si sottomettono per ampliare un poco le dote loro ... Le cose loro imposte tanto fanno quanto elle credono per quello o ornamenti o abracciamenti guadagnare; da questo innanzi, sempre una redazione in servitudine l'essere obedienti si credono; e per questo, se non quanto loro dall'animo viene, niuna cosa imposta farebbono mai ... I miseri studianti patiscono i freddi, i digiuni e le vigilie: e, dopo molti anni, si truovano poche cose avere apparate; queste, che pure una mattina, che tanto ch'una messa si dica, stieno alla chiesa, sanno come si volge il fermamento, quante stelle sieno in cielo e come grandi, qual sia il corso del sole e de' pianeti, come il tuono, il baleno, l'arco, la grandine e l'altre cose nello aere si creino; e come il mare c'intorni e come la terra produca i frutti ... E, tra l'altre loro vanità, quando molto sopra gli uomini si vogliono levare, dicono che tutte le buone cose son femine: le stelle, le pianete, le Muse, le virtù, le riccheze: alle quali, se non che disonesto sarebbe, null'altro si vorrebbe rispondere se non: “Egli è così vero che tutte son femine, ma non pisciano” ...
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Corbaccio (pagina 10)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Delle quali cose servata l'anima loro immaculata, meritarono di divenire compagne a Colei nella etterna gloria, la quale s'erano ingegnate nella mortal vita di somigliare ... E, se onestamente si potesse accusare la natura, maestra delle cose, io direi che essa fieramente in così fatte donne peccato avesse, sottoponendo e nascondendo così grandi animi, così virili e costanti sotto così vili membra e sotto così vile sesso, come è il femineo; perché, bene ragguardando chi quelle furono e chi queste sono, che nel numero di quelle si vogliono mescolare e in quelle essere annoverate e reverite, assai bene si vedrà mal confarsi l'una coll'altra, anzi essere del tutto l'una contraria dell'altra ... Ora io non t'ho detto quanto questa perversa moltitudine sia gulosa, ritrosa e ambiziosa, invidiosa, accidiosa, iracunda e delira; né quanto ella nel farsi servire sia imperiosa, noiosa, vezosa, stomacosa e importuna; e altre cose assai le quali, molto più e più spiacevoli che le narrate, se ne potrebbono contare; né intendo al presente dirleti, ché troppo sarebbe lunga la istoria ... Pare essere a me molto certo che, se mai ad alcune perverrà all'orecchie la verità della loro malizia e de' loro difetti da me dimostrati, che esse incontanente, non a riconoscersi né a vergognarsi d'essere da altrui conosciute e ad ogni forza e 'ngegno di divenire migliori come dovrebbono, rifuggiranno: ma, come usate sono, pure al peggio andranno correndo; e diranno me queste cose dire, non come veritiero, ma come uomo al quale, per ciò ch'altra spezie piacque, esse dispiacquono ... A te s'appartiene, e so che tu 'l conosci, più d'usare i solitarii luoghi che le moltitudini, ne' templi e negli altri publici luoghi raccolte, visitare; e quivi stando, operando, versificando, essercitare lo 'ngegno e sforzarti di divenire migliore e d'ampliare a tuo podere, più con cose fatte che con parole, la fama tua; che, appresso quella salute ed etterno riposo il qual ciascuno che dirittamente desidera dee volere, è il fine della tua lunga sollecitudine ...
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Corbaccio (pagina 11)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Esse con angelica voce ti narranno le cose dal principio del mondo state infino a questo giorno; e sopra l'erba e sopra i fiori alle dilettevoli ombre teco sedendo, a lato a quel fonte le cui ultime onde non si videro già mai, ti mostreranno le cagioni de' variamenti de' tempi e delle fatiche del sole e di quelle della luna; e qual nascosa virtù le piante nutrichi, e insieme faccia li bruti animali amichevoli; e d'onde piovano l'anime negli uomini; e l'essere la divina bontà etterna e infinita; e per quali scale ad essa si salga, e per quali balzi si traripi alle parti contrarie; e teco, poi ch'e' versi di Omero, di Virgilio e degli altri antichi valorosi aranno cantati, i tuoi medesimi, se tu vorrai canteranno ... Per che, aveggendomi che ogni cosa, che intorno a ciò facea, non era altro che agiugnere legne al fuoco o olio gittare sopra le fiamme, piegai le spalle, nella fortuna e in Dio me e le mie cose rimettendo ... Estimano i bestiali, tra' quali ella è maggior bestia che uno leofante, che ne' vestimenti foderati di vaio e nella spada e nelli sproni dorati, le quali cose ogni piccolo artefice, ogni povero lavoratore leggiermente potrebbe avere, e un pezo di panno e uno scudicciuolo da fare alla sua fine nella chiesa apiccare, consista la cavalleria; la quale veramente consiste in quelli che oggi cavalieri si chiamano, e non in altro ... Ma quanto essi sieno dal vero lontani Colui il sa, che quelle cose, che a loro appartengono e per le quali ella fu creata, alle quali tutte essi sono più nimici che il diavolo delle croci, conosce ... Costei addunque, donna divenuta del tutto e di me e delle mie cose, non secondo che la natura arebbe voluto al mio stato avendo rispetto, ma come il suo appetito disordinato richiedea, prima nel modo del vivere e nella quantità suo ordine puose; e il simigliante fece ne' suoi vestimenti, non quelli ch'io le facea, ma quelli che le piacevano faccendosi: e da qualunque d'alcuna mia possessione avea il governo essa convenia che la ragione rivedesse e' frutti prendesse e distribuisse secondo il parer suo; e in somma ingiuria recandosi perché io così tosto, come ella arebbe voluto, d'alcuna quantità di danari, ch'io avea, mia tesoriera e guardiana non la feci, mille volte essere uomo senza fede, e massimamente verso di lei, mi rimproverò, insino a tanto che a quello pervenne ch'ella desiderava, sé d'altra parte di lealtà sopr'a Fabrizio e a qualunque altro leale uomo stato commendando ... E, a non volere ogni cosa distinguere e narrare, in cose infinite mi si puose al contrario né mai in tal battaglia, se non vincitore, puose giù l'arme ...
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Corbaccio (pagina 12)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per la qual cosa costei estimando che l'avere bene le gote gonfiate e vermiglie, e grosse e sospinte in fuori le natiche (avendo forse udito che queste sommamente piacciono in Alessandria, e perciò fossono grandissima parte di belleza in una donna), in niuna cosa studiava tanto quanto in fare che queste due cose in lei fossono vedute pienamente: nel quale studio queste cose pervenieno alle spese di me, che talor digiunava per risparmiare ... La qual cosa acciò ch'avenisse, appresso la cura del ben mangiare e del ben bere e del vestire, sommamente a distillare, a fare unzioni e trovar sangue di diversi animali et erbe e simili cose s'intendeva: e, senza che la casa mia era piena di fornelli e di lambecchi e di pentolini e d'ampolle e d'alberelli e di bossoli, io non avea in Firenze speziale alcuno vicino, né in contado alcuno ortolano, che infaccendato non fosse, quali a fare ariento solimato, a purgar verderame, a far mille lavature, e quali ad andare cavando e cercando radici salvatiche et erbe mai più non udite ricordare, se non a lei; e senza che, insino a' fornaciai a cuocere guscia d'uova, gromma di vino, marzacotto, e altre mille cose nuove n'erano impacciati ... Egli non si verrebbe a capo in otto dì di raccontare tutte le cose ch'ella a così fatto fine adoperava, tanta gloria di quella sua artificiata belleza, anzi spiacevoleza, pigliava: a conservazione della quale troppa maggiore industria s'adoperava; per ciò che il sole, l'aere, il dì, la notte, il sereno e 'l nuvolo, se molto non venieno a suo modo, fieramente l'offendeano; la polvere, il vento, il fummo avea ella in odio a spada tratta ... Che più? Sopra tutte l'altre cose, a cui caluto non ne fosse era da ridere l'averla veduta quando s'acconciava la testa, con quanta arte, con quanta diligenza, con quanta cautela ciò si facesse: in quello per certo pendevano le leggi e' profeti ...
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Corbaccio (pagina 13)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Delle quali cose e di molte altre, che ella le comandava, se una sola meno che a suo modo n'avesse fatta, cento volte, cacciandola, la bestemmiava, dicendo: “Va' via; tu non se' da altro che da lavare scodelle; va' chiamami monna cotale” ... Canzoni, suoni e mattinate e simili cose, più che altra, volentieri ascoltava; e sommamente avea astio di qualunque fosse colei alla quale, o per amore della quale, fossero state cantate o fatte, sì come quella che di tutte arebbe voluto il titolo, parendole di quello e d'ogni altra cosa molto più che alcuna altra esser degna ... E, acciò che io ora di questa materia più non dica, dico che questi sono gli ornati e laudevoli costumi e il gran senno e la maravigliosa eloquenzia che di costei il tuo amico, male consapevole del fatto, ti ragionava; questa era la gran costanzia, la somma forteza dell'animo di costei; questo era il grande studio e la sollecitudine continua, la quale ella avea alle cose oneste, come avere debbono quelle donne le quali gentili sono, come ella vuole essere tenuta, e per la qual meritamente tra le valorose antiche, di loro parlando, dee esser ricordata ... In queste così fatte cose porgendo a ciascuno mano, donando a ruffiane, spendendo in cose ghiotte e in lisci, usava la tua nuova donna la magnificienzia egregia, dal tuo amico dàtati a divedere ...
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Corbaccio (pagina 14)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... L'ordine richiedea a dovere della sua cortesia dire: la quale, ella dalla magnificenzia distingue, per ciò che la magnificenzia intende che s'usi nelle cose donandole o gittandole via; la cortesia intende di se medesima usarsi, quando liberamente di sì dice a chi la richiede d'amore: della qual cosa per certo ella è stata non cortese ma cortesissima, pure che sia stato chi ardire abia avuto di domandare; de' quali assai sono suti che, quantunque ella nello aspetto sia paruta molto imperiosa, non si sono però peritati; e bene n'è loro avvenuto: dico avendo rispetto al loro appetito, al quale, per merito della richiesta, prestamente è seguito l'effetto ... Ma, come tu sai, diverse sono le cose per le quali gli uomini e ogn'altra persona generalmente sono savi chiamati ... Alcuni sono savi chiamati, per ciò che ottimamente la scrittura di Dio intendono e sannola altrui mostrare; altri, per ciò che intorno alle questioni civili et ecclesiastiche, sì come molto in legge e in decretali amaestrati, sanno ottimamente consigli donare; altri, per ciò che nel governo della republica sono pratichi e le cose nocive sanno schifare e seguire l'utili, quando il bisogno viene; et alcuni sono savi tenuti, però che sanno bene guidare i fondachi, le loro mercatanzie e arti e' lor fatti di casa, e secondo i mutamenti de' tempi sanno temporeggiare ... De' quali modi e d'altri assai, che laudevoli contar si potrebbono, io non vorrei che tu intendessi lei esser savia; per ciò ch'ella non cura di divina scrittura né di filosofica, né di legge né di statuto o di reggimento publico o privato né di così fatte cose; per ciò che, se così intendessi, non intenderesti bene il senno di che ti scrive che si diletta ... Parmi essere certo che, come nelle due già dette cose perversamente intendevi, così similemente nella terza sii caduto in errore ... Della sua gentileza già in parte parlato ho, la quale ella dice che antica le piace: in che io t'acerto che, come che nelle precedenti cose assai bene e vero, secondo le dimostrazioni fatte, ella abbia il suo piacere dimostrato, in quello ella non sa che si dire, sì come colei che niuno sentimento ha di gentileza: che cosa si sia né donde proceda né di chi dir si debba gentile né chi no; se non ch'ella ha in ciò voluto mostrare ch'ella sia gentile ella; e però, come gentile, ama e disidera le cose gentili; et è tanta la sua vanagloria e pompa che ella fa di questa sua gentileza, che in verità a quelli di Baviera o a' reali di Francia o qualunque altri, se altri ne sono antichi e le cui opere sieno state gloriose, sarebbe soperchio ... Ma ella in brevissimo spazio di tempo ti dirà ciò che si fa in Francia e ordina il Re d'Inghilterra; se i Ciciliani avranno buona ricolta o no; se i Genovesi o' Vineziani recheranno spezeria di Levante e quanta; se la reina Giovanna giacque la notte passata col re; quello che i Fiorentini dispongano dello stato della città (benché questo le potrebbe essere assai agevole, se con alcuno de' reggenti si stropicciasse: li quali, non altrimenti che 'l paniere o il vaglio l'acqua, tengono i sagreti de' petti loro); e tante altre cose, oltre a queste, dirà, che maravigliosa cosa è a pensare donde tanta lena le venga ...
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Corbaccio (pagina 15)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E, se tu così hai lo 'ngegno acuto, come io credo, assai pur per le udite puoi comprendere quanti e quali sieno i suoi costumi; e in che le sue gran virtù e la magnificenza e 'l senno e l'altre cose consistano; e che cose sieno quelle virtuose che le dilettano ... Tu forse hai teco medesimo detto o potresti dire: “Che cose sono quelle di che costui parla; chente il modo, chenti sono i vocaboli; o convengons'elle a niuno, non che a uomo onesto e il quale ha li passi diritti verso l'etterna gloria?” ... Dèi dunque sapere né ogni infermità né ogni infermo potere essere sempre dal discreto medico con odoriferi unguenti medicato; per ciò che assai sono e di quelli e di quelle che nol patiscono e che richeggiono cose fetide, se a salute si vorranno conducere; e se alcuna n'è che con cotali argomenti e vocaboli e con dimostrazioni puzolenti purgare e guarire si vogliono, il mal concetto amore dell'uomo è una di quelle: per ciò che più una fetida parola nello intelletto sdegnoso adopera in una piccola ora, che mille piacevoli e oneste persuasioni, per l'orecchie versate nel sordo cuore, non faranno in gran tempo ... Imagina queste mie parole, così sucide e così stomacose a udire, essere quello beveragio amaro il quale, per l'avere tu troppo assentito alle cose dilettevoli e piacevoli al tuo gusto, il discreto medico già nelle tue corporali infermità t'ha donato; e pensa, se, per sanare i corruttibili corpi, quelle amare cose non solamente si sostengono, ma vi si fa di volontà incontro lo 'nfermo, quanta e quale amaritudine si dee per guarire l'anima, che è cosa etterna, sostenere ... Sono molto certo che, se veduta così fatta l'avessi, o la vedessi, che, dove di' che vedendola al cuore dal suo viso le fiamme ti corsero come fanno alle cose unte, che ti sarebbe paruto che ti si fosse fatto incontro una soma di feccia e uno monte di letame; per lo quale saresti, come per le spiacevoli cose si fa, fuggito e ancor fuggiresti: e fuggirai, la mia verità imaginando ...
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Corbaccio (pagina 16)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Nuove cose, e assai dalle passate strane, richiede l'ordine del mio ragionamento; le quali quanto meno schiferai, anzi con quanta più diligenza nello intelletto raccoglierai, tanto più di sanità recheranno alla tua infermità ... Né altrimenti ti posso dire del lezo caprino il quale, quando da caldo e quando da fatica, tutta la corporea massa incitata geme e spira; questo è tanto e tale che, coll'altre cose già dette raccolto, si fanno il covacciolo sentire del leone, che nelle Chiane, di meza state, con molta meno noia dimorrebbe ogni schifo che vicino a quello ... E per questa cagione sola, avendo tu il viso, come gli altri, più diritto alla apparenza che alla esistenza, forse meno se' da riprendere, quantunque a te più si convenga, che a molti altri, più la verità che l'opinione delle cose seguire: la quale poi che veduta avessi e dalla opinione non ti rimovessi, oltre a ogn'altra bestia, che umana forma porti, saresti da riprendere ... Io lascio cose assai a dire, per volere venire a quel dolore al quale ieri t'avea condotto la tua follia; e acciò che io ti possa ben dimostrare come tu eri folle, aggiugnendo le cose vecchie colle nuove, alquanto di lontano mi piace di cominciare ... Mostrato t'ho in assai cose quanta e quale sia stata la eccellenza dello animo di costei e i suoi costumi; e assai cose de' molti suoi anni t'arei dette, s'io t'avessi per sì smemorato che nel suo viso non gli avessi compresi; né t'ho nascose quelle parti, che la tua concupiscenzia non meno tirava ad amarla che facesse l'animo la falsa opinione presa delle sue virtù ... Ora della sua buona perseveranza e nella morte e dopo la morte mia mi piace di ragionarti, acciò che ad una ora io faccia pro a me e a te: in quanto, io di ciò, con alcuno che la conosca, ragionando, si sfogherà alquanto la sdegnosa fiamma nella mia mente accesa contra di lei per li modi suoi; e a te, per ciò che, quanto più udirai di lei delle cose meritamente da biasimare, tanto più, lei a vile avendo, t'appresserai alla tua guarigione ... Questa perversa femina ogni giorno più multiplicando nel fare delle cose, male a lei convenienti d'oprare e a me di sostenere, né in ciò le mie riprensioni alcuna cosa vagliendo, non sappiendo al comportarle più pigliare alcuno utile consiglio, in sì fatto dolore e afflizione, nel cuore nascosa, mi misero che il sangue intorno a quello, più che il convenevole da focoso cruccio riscaldato, impostemì; e, come nascosto era il dolore, così essendo nascosa la 'nfermità, non prima si parve che il corotto sangue, occupato subitamente il cuore, me quasi del mondo in uno stante rapì ... Ma tuttavia, sì come colei, che ha di malizia abondanzia, prima avendo delle mie cose occultamente assai transfugate e di quelli danari, che io alla sua guardia follemente avea commessi e che a' miei figliuoli rimanere doveano (non avendo io davanti assai pienamente li miei fatti e l'ultima mia intenzione ordinata, né avendo spazio di bene ordinarla per lo sùbito sopravenuto caso), quella parte presane che le piacque, con altissimo romore fuori mandò le finte lagrime: il che meglio che altra femina ella sa fare; e, in molto pianto multiplicando, colla lingua cominciò a maladire lo sventurato caso della mia morte e sé a chiamare misera, abandonata e sconsolata e dolente; dove col cuore maladiceva la vita che tanto m'era durata e sé oltre ad ogn'altra reputava avventurata ...
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Corbaccio (pagina 20)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Vieni ora tu tra' suoi moderni e ancora tra' suoi passati cercando e vederai quante di quelle cose, e in quanti, tu ne troverai che facciano gli uomini gentili ... Ma pure, se stato ve ne fosse alcuno valoroso, che fa quello a costei? Così bene te ne puoi gloriar tu, come ella e qualunque altro si fosse: la gentileza non si può lasciare per eredità, se non come la virtù, le scienzie, la santità e così fatte cose; ciascun conviene che la si procacci e acquistila, chi avere la vuole ... Ora io potrei, oltre a quello che ho detto, ad assai più altre cose procedere; e con più lungo sermone e con parole più aspre contro alla ignominia della malvagia femina che ti prese e contro alla tua follia e alla colpa da te commessa; ma, volendo che quelle che dette sono bastino, quelle che tu vuogli dire aspetterò – ... Io aveva colla fronte bassa, sì come coloro che il loro fallo riconoscono, ascoltato il lungo e vero parlare dello spirito; e sentendo lui a quello avere fatto fine e tacere, lagrimando alquanto, il viso alzava; e dissi: – Ottimamente, benedetto spirito, dimostrato m'hai quello che alla mia età e a' miei studi si convenia; e in spezialtà la viltà di costei la quale il mio falso giudicio per donna della mia mente, nobilissima cosa estimandola, eletta avea; e i suoi costumi e i suoi difetti e le maravigliose virtù sue con molte altre cose; e con parlare ancora assai più dolce, che 'l mio peccato non meritava, me riprendendo m'hai dimostrato quanto gli uomini naturalmente di nobiltà le femine eccedono e chi io in particulare sia ... Le quali cose, ciascuna per sé e tutte insieme, hanno sì in diritto rivolta la mia sentenzia, e il mio animo permutato, che, senza niuno dubbio, di ciò che mi pareva davanti, ora mi pare il contrario; in tanto che, quantunque piissima sia Colei, li cui prieghi la tua venuta a me impetraro, apena che io possa sperar già mai perdono o salute, quantunque ella mi prometta, sì mi par grave e spiacevole il mio peccato ... Tu hai amata costei perché bella ti pareva, perché dilettevole nelle cose libidinose l'aspettavi ...
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Corbaccio (pagina 22)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... fatica, sempre cose piacevoli ragionando, si trasse dietro; sopra le sommità delle quali poi che pervenuti fumo, quivi il cielo aperto e luminoso vedere mi parve e sentire l'aere dolce e soave e lieto e vedere le piante verdi e' fiori per le campagne; le quali cose tutto il petto, della passata noia afflitto, riconfortaro e ritornarono nella prima allegreza ... Risvegliato adunque e tutto di sudore bagnato trovandomi, non altramenti che sieno gli uomini faticati o che se col vero corpo la montagna salita avessi che nel sogno mi parve salire, maravigliatomi forte, sopra le vedute cose cominciai a pensare; e, mentre meco ad una ad una ripetendo l'andava et essaminando se possibile fosse così essere il vero, come mi pareva avere udito, assai ne credetti verissime; come che poi quelle, che per me allora conoscere non potei, da altrui poi informatomene, essere non meno vere <che> l'altre trovai ...
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Decameron
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma sì come a Colui piacque il quale, essendo Egli infinito, diede per legge incommutabile a tutte le cose mondane aver fine, il mio amore, oltre a ogn'altro fervente e il quale niuna forza di proponimento o di consiglio o di vergogna evidente, o pericolo che seguir ne potesse, aveva potuto né rompere né piegare, per se medesimo in processo di tempo si diminuì in guisa, che sol di sé nella mente m'ha al presente lasciato quel piacere che egli è usato di porgere a chi troppo non si mette ne' suoi più cupi pelaghi navigando; per che, dove faticoso esser solea, ogni affanno togliendo via, dilettevole il sento esser rimaso ... Essi, se alcuna malinconia o gravezza di pensieri gli affligge, hanno molti modi da alleggiare o da passar quello, per ciò che a loro, volendo essi, non manca l'andare a torno, udire e veder molte cose, uccellare, cacciare, pescare, cavalcare, giucare o mercatare: de' quali modi ciascuno ha forza di trarre, o in tutto o in parte, l'animo a sé e dal noioso pensiero rimuoverlo almeno per alcuno spazio di tempo, appresso il quale, con un modo o con altro, o consolazion sopraviene o diventa la noia minore ... Nelle quali novelle piacevoli e aspri casi d'amore e altri fortunati avvenimenti si vederanno così ne' moderni tempi avvenuti come negli antichi; delle quali le già dette donne, che queste leggeranno, parimente diletto delle sollazzevoli cose in quelle mostrate e utile consiglio potranno pigliare, in quanto potranno cognoscere quello che sia da fuggire e che sia similmente da seguitare: le quali cose senza passamento di noia non credo che possano intervenire ... E nel vero, se io potuto avessi onestamente per altra parte menarvi a quello che io desidero che per così aspro sentiero come fia questo, io l'avrei volentier fatto: ma per ciò che, qual fosse la cagione per che le cose che appresso si leggeranno avvenissero, non si poteva senza questa ramemorazion dimostrare, quasi da necessità constretto a scriverle mi conduco ...
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Decameron (pagina 2)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E fu questa pestilenza di maggior forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s'avventava a' sani, non altramenti che faccia il fuoco alle cose secche o unte quando molto gli sono avvicinate ... Dalle quali cose e da assai altre a queste simiglianti o maggiori nacquero diverse paure e imaginazioni in quegli che rimanevano vivi, e tutti quasi a un fine tiravano assai crudele, ciò era di schifare e di fuggire gl'infermi e le lor cose; e così faccendo, si credeva ciascuno a se medesimo salute acquistare ... Altri, in contraria opinion tratti, affermavano il bere assai e il godere e l'andar cantando a torno e sollazzando e il sodisfare d'ogni cosa all'appetito che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi esser medicina certissima a tanto male: e così come il dicevano il mettevano in opera a lor potere, il giorno e la notte ora a quella taverna ora a quella altra andando, bevendo senza modo e senza misura, e molto più ciò per l'altrui case faccendo, solamente che cose vi sentissero che lor venissero a grado o in piacere ... E ciò potevan far di leggiere, per ciò che ciascun, quasi non più viver dovesse, aveva, sì come sé, le sue cose messe in abandono: di che le più delle case erano divenute comuni, e così l'usava lo straniere, pure che a esse s'avvenisse, come l'avrebbe il propio signore usate; e con tutto questo proponimento bestiale sempre gl'infermi fuggivano a lor potere ... Molti altri servavano, tra questi due di sopra detti, una mezzana via, non strignendosi nelle vivande quanto i primi né nel bere e nell'altre dissoluzioni allargandosi quanto i secondi, ma a sofficienza secondo gli appetiti le cose usavano e senza rinchiudersi andavano a torno, portando nelle mani chi fiori, chi erbe odorifere e chi diverse maniere di spezierie, quelle al naso ponendosi spesso, estimando essere ottima cosa il cerebro con cotali odori confortare, con ciò fosse cosa che l'aere tutto paresse dal puzzo de' morti corpi e delle infermità e delle medicine compreso e puzzolente ... Alcuni erano di più crudel sentimento, come che per avventura più fosse sicuro, dicendo niuna altra medicina essere contro alle pistilenze migliore né così buona come il fuggir loro davanti: e da questo argomento mossi, non curando d'alcuna cosa se non di sé, assai e uomini e donne abbandonarono la propia città, le proprie case, i lor luoghi e i lor parenti e le lor cose, e cercarono l'altrui o almeno il lor contado, quasi l'ira di Dio a punire le iniquità degli uomini con quella pistolenza non dove fossero procedesse, ma solamente a coloro opprimere li quali dentro alle mura della lor città si trovassero, commossa intendesse, o quasi avvisando niuna persona in quella dover rimanere e la sua ultima ora esser venuta ...
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Decameron (pagina 3)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per la qual cosa a coloro, de' quali era la moltitudine inestimabile, e maschi e femine, che infermavano, niuno altro subsidio rimase che o la carità degli amici (e di questi fur pochi) o l'avarizia de' serventi, li quali da grossi salari e sconvenevoli tratti servieno, quantunque per tutto ciò molti non fossero divenuti: e quegli cotanti erano uomini o femine di grosso ingegno, e i più di tali servigi non usati, li quali quasi di niuna altra cosa servieno che di porgere alcune cose dagl'infermi adomandate o di riguardare quando morieno; e servendo in tal servigio sé molte volte col guadagno perdeano ... Per che, quasi di necessità, cose contrarie a' primi costumi de' cittadini nacquero tra coloro li quali rimanean vivi ... Le quali cose, poi che a montar cominciò la ferocità della pistolenza, o in tutto o in maggior parte quasi cessarono e altre nuove in lor luogo ne sopravennero ... Né erano per ciò questi da alcuna lagrima o lume o compagnia onorati, anzi era la cosa pervenuta a tanto, che non altramenti si curava degli uomini che morivano, che ora si curerebbe di capre: per che assai manifestamente apparve che quello che il naturale corso delle cose non avea potuto con piccoli e radi danni a' savi mostrare doversi con pazienza passare, la grandezza de' mali eziandio i semplici far di ciò scorti e non curanti ...
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Decameron (pagina 4)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Li nomi delle quali io in propria forma racconterei, se giusta cagione da dirlo non mi togliesse, la quale è questa: che io non voglio che per le raccontate cose da loro, che seguono, e per l'ascoltate nel tempo avvenire alcuna di loro possa prender vergogna, essendo oggi alquanto ristrette le leggi al piacere che allora, per le cagioni di sopra mostrate, erano non che alla loro età ma a troppo più matura larghissime; né ancora dar materia agl'invidiosi, presti a mordere ogni laudevole vita, di diminuire in niuno atto l'onestà delle valorose donne con isconci parlari ... Le quali, non già da alcuno proponimento tirate ma per caso in una delle parti della chiesa adunatesi, quasi in cerchio a seder postesi, dopo più sospiri lasciato stare il dir de' paternostri, seco della qualità del tempo molte e varie cose cominciarono a ragionare ... Per le quali cose, e qui e fuori di qui e in casa mi sembra star male, e tanto più ancora quanto egli mi pare che niuna persona, la quale abbia alcun polso e dove possa andare, come noi abbiamo, ci sia rimasa altri che noi ... E ho sentito e veduto più volte, se pure alcuni ce ne sono, quegli cotali, senza fare distinzione alcuna dalle cose oneste a quelle che oneste non sono, solo che l'appetito le cheggia, e soli e accompagnati, di dì e di notte, quelle fare che più di diletto lor porgono; e non che le solute persone, ma ancora le racchiuse ne' monisteri, faccendosi a credere che quello a lor si convenga e non si disdica che all'altre, rotte della obedienza le leggi, datesi a' diletti carnali, in tal guisa avvisando scampare, son divenute lascive e dissolute ...
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Decameron (pagina 5)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... fresco, e di quelle cose che alla vita bisognano in questi tempi v'è la copia maggiore e minore il numero delle noie ... E per ciò, quando vi paia, prendendo le nostre fanti e con le cose oportune faccendoci seguitare, oggi in questo luogo e domane in quello quella allegrezza e festa prendendo che questo tempo può porgere, credo che sia ben fatto a dover fare; e tanto dimorare in tal guisa, che noi veggiamo, se prima da morte non siam sopragiunte, che fine il cielo riserbi a queste cose ... Noi siamo mobili, riottose, sospettose, pusillanime e paurose: per le quali cose io dubito forte, se noi alcuna altra guida non prendiamo che la nostra, che questa compagnia non si dissolva troppo più tosto e con meno onor di noi che non ci bisognerebbe: e per ciò è buono a provederci avanti che cominciamo ... De' quali l'uno era chiamato Panfilo e Filostrato il secondo e l'ultimo Dioneo, assai piacevole e costumato ciascuno: e andavan cercando per loro somma consolazione, in tanta turbazione di cose, di vedere le lor donne, le quali per ventura tutte e tre erano tralle predette sette, come che dell'altre alcune ne fossero congiunte parenti d'alcuni di loro ... Era il detto luogo sopra una piccola montagnetta, da ogni parte lontano alquanto alle nostre strade, di varii arbuscelli e piante tutte di verdi fronde ripiene piacevoli a riguardare; in sul colmo della quale era un palagio con bello e gran cortile nel mezzo, e con logge e con sale e con camere, tutte ciascuna verso di sé bellissima e di liete dipinture raguardevole e ornata, con pratelli da torno e con giardini maravigliosi e con pozzi d'acque freschissime e con volte di preziosi vini: cose più atte a curiosi bevitori che a sobrie e oneste donne ... Ma per ciò che le cose che sono senza modo non possono lungamente durare, io, che cominciatrice fui de' ragionamenti da' quali questa così bella compagnia è stata fatta, pensando al continuar della nostra letizia, estimo che di necessità sia convenire esser tra noi alcuno principale, il quale noi e onoriamo e ...
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Decameron (pagina 6)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... – Licenziata adunque dalla nuova reina la lieta brigata, li giovani insieme con le belle donne, ragionando dilettevoli cose, con lento passo si misero per un giardino, belle ghirlande di varie frondi faccendosi e amorosamente cantando ... Dalle quali cose, per ciò che belle e ordinate erano, rallegrato ciascuno, con piacevoli motti e con festa mangiarono ... Per che, dovendo io al vostro novellare, sì come primo, dare cominciamento, intendo da una delle sue maravigliose cose incominciare, acciò che, quella udita, la nostra speranza in Lui, sì come in cosa impermutabile, si fermi e sempre sia da noi il suo nome lodato ... Manifesta cosa è che, sì come le cose temporali tutte sono transitorie e mortali, così in sé e fuor di sé esser piene di noia, d'angoscia e di fatica e a infiniti pericoli sogiacere; alle quali senza niuno fallo né potremmo noi, che viviamo mescolati in esse e che siamo parte d'esse, durare né ripararci, se spezial grazia di Dio forza e avvedimento non ci prestasse ...
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Decameron (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” “Oh!” disse ser Ciappelletto “padre mio, non mi dite questo per confortarmi: ben sapete che io so che le cose che al servigio di Dio si fanno, si deono fare tutte nettamente e senza alcuna ruggine d'animo: e chiunque altramenti fa, pecca ... ” “Bene hai fatto:” disse il frate “ma come ti se' tu spesso adirato?” “Oh!” disse ser Ciappelletto “cotesto vi dico io bene che io ho molto spesso fatto; e chi se ne potrebbe tenere, veggendo tutto il dì gli uomini fare le sconce cose, non servare i comandamenti di Dio, non temere i suoi giudicii? Egli sono state assai volte il dì che io vorrei più tosto essere stato morto che vivo, veggendo i giovani andar dietro alle vanità e udendogli giurare e spergiurare, andare alle taverne, non visitar le chiese e seguir più tosto le vie del mondo che quella di Dio ... ” Disse allora il frate: “Figliuol mio, cotesta è buona ira, né io per me te ne saprei penitenza imporre; ma per alcun caso avrebbeti l'ira potuto inducere a fare alcuno omicidio o a dire villania a persona o a fare alcuna altra ingiuria?” A cui ser Ciappelletto rispose: “Oimè, messere, o voi mi parete uomo di Dio: come dite voi coteste parole? o s'io avessi avuto pure un pensieruzzo di fare qualunque s'è l'una delle cose che voi dite, credete voi che io creda che Idio m'avesse tanto sostenuto? Coteste son cose da farle gli scherani e i rei uomini, de' quali qualunque ora io n'ho mai veduto alcuno, sempre ho detto: «Va, che Idio ti converta» ... ” Allora disse il frate: “Or mi di', figliuol mio, che benedetto sie tu da Dio: hai tu mai testimonianza niuna falsa detta contra alcuno o detto male d'altrui o tolte dell'altrui cose senza piacere di colui di cui sono?” “Mai messer sì, “ rispose ser Ciappelletto “che io ho detto male d'altrui; per ciò che io ebbi già un mio vicino che, al maggior torto del mondo, non faceva altro che batter la moglie, sì che io dissi una volta male di lui alli parenti della moglie, sì gran pietà mi venne di quella cattivella, la quale egli, ogni volta che bevuto avea troppo, conciava come Dio vel dica ...
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Decameron (pagina 11)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Oltre a questo, universalmente gulosi, bevitori, ebriachi e più al ventre serventi a guisa d'animali bruti, appresso alla lussuria, che a altro gli conobbe apertamente; e più avanti guardando, in tanto tutti avari e cupidi di denari gli vide, che parimente l'uman sangue, anzi il cristiano, e le divine cose, chenti che elle si fossero o a sacrificii o a benefici appartenenti, a denari e vendevano e comperavano, maggior mercatantia faccendone e più sensali avendone che a Parigi di drappi o d'alcuna altra cosa non erano, avendo alla manifesta simonia ‘procureria’ posto nome e alla gulosità ‘substentazioni’, quasi Idio, lasciamo stare il significato di vocaboli, ma la 'ntenzione de' pessimi animi non conoscesse e a guisa degli uomini a' nomi delle cose si debba lasciare ingannare ... Al quale il giudeo prestamente rispose: “Parmene male che Idio dea a quanti sono: e dicoti così, che, se io ben seppi considerare, quivi niuna santità, niuna divozione, niuna buona opera o essemplo di vita o d'altro in alcuno che cherico fosse veder mi parve, ma lussuria, avarizia e gulosità, fraude, invidia e superbia e simili cose e piggiori, se piggiori esser possono in alcuno, mi vi parve in tanta grazia di tutti vedere, che io ho più tosto quella per una fucina di diaboliche operazioni che di divine ... E fattolsi chiamare e familiarmente ricevutolo, seco il fece sedere e appresso gli disse: “Valente uomo, io ho da più persone inteso che tu se' savissimo e nelle cose di Dio senti molto avanti; e per ciò io saprei volentieri da te quale delle tre leggi tu reputi la verace, o la giudaica o la saracina o la cristiana ...
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Decameron (pagina 15)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... dal Papa in fuori; e di lui udì dire maravigliose e magnifiche cose in tener sempre corte e non esser mai a alcuno, che andasse là dove egli fosse, negato né mangiar né bere, solo che quando l'abate mangiasse il domandasse ... E entrato dentro andò riguardando per tutto, e veduta la gran moltitudine delle tavole messe e il grande apparecchio della cucina e l'altre cose per lo desinare apprestate, fra se medesimo disse: ‘Veramente è questi così magnifico come uom dice ... ’ E, stando alquanto intorno a queste cose attento, il siniscalco dell'abate, per ciò che ora era di mangiare, comandò che l'acqua si desse alle mani; e, data l'acqua, mise ogn'uomo a tavola ... Era in quella corte questa usanza, che in su le tavole vino né pane né altre cose da mangiare o da ber si ponea già mai, se prima l'abate non veniva a sedere alla tavola ... E sì come egli di ricchezza ogni altro avanzava che italico fosse, così d'avarizia e di miseria ogni altro misero e avaro che al mondo fosse soperchiava oltre misura: per ciò che non solamente in onorare altrui teneva la borsa stretta, ma nelle cose oportune alla sua propria persona, contra il general costume de' genovesi che usi sono di nobilemente vestire, sosteneva egli per non ispendere difetti grandissimi, e similmente nel mangiare e nel bere ...
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Decameron (pagina 16)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... degli uomini, in rimproverare i mali, le vergogne e le tristezze vere e non vere l'uno all'altro e con false lusinghe gli uomini gentili alle cose vili e scellerate ritrarre s'ingegnano il lor tempo di consumare ... Ma tornando a ciò che io cominciato avea, da che giusto sdegno un poco m'ha trasviata più che io non credetti, dico che il già detto Guiglielmo da tutti i gentili uomini di Genova fu onorato e volentier veduto: il quale, essendo dimorato alquanti giorni nella città e avendo udite molte cose della miseria e della avarizia di messere Ermino, il volle vedere ... Messere Ermino aveva già sentito come questo Guiglielmo Borsiere era valente uomo; e pure avendo in sé, quantunque avaro fosse, alcuna favilluzza di gentilezza, con parole assai amichevoli e con lieto viso il ricevette e con lui entrò in molti e varii ragionamenti, e ragionando il menò seco, insieme con altri genovesi che con lui erano, in una sua casa nuova, la quale fatta aveva fare assai bella E, dopo avergliele tutta mostrata, disse: “Deh, messer Guiglielmo, voi che avete e vedute e udite molte cose, saprestemi voi insegnare cosa alcuna che mai più non fosse stata veduta, la quale io potessi far dipignere nella sala di questa mia casa?” A cui Guiglielmo, udendo il suo mal conveniente parlare, rispose: “Messere, cosa che non fosse mai stata veduta non vi crederei io sapere insegnare, se ciò non fosser già starnuti o cose a quegli simiglianti; ma, se vi piace, io ve ne insegnerò bene una che voi non credo che vedeste giammai ... È il vero che, così come nell'altre cose, è in questa da riguardare e il tempo e il luogo e con cui si favella, per ciò che talvolta avviene che, credendo alcuna donna o uomo con alcuna paroletta leggiadra fare altrui arrossare, non avendo ben le sue forze con quelle di quel cotal misurate, quello rossore che in altrui ha creduto gittare sopra sé l'ha sentito tornare ...
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Decameron (pagina 19)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Le quali cose udendo il giudice del podestà, il quale era un ruvido uomo, prestamente da parte menatolo sopra ciò lo 'ncominciò a essaminare ... ” Mentre le cose erano in questi termini, Marchese e Stecchi, li quali avevan sentito che il giudice del podestà fieramente contro a lui procedeva e già l'aveva collato, temetter forte, seco dicendo: “Male abbiam procacciato; noi abbiamo costui tratto della padella e gittatolo nel fuoco ... Il quale senza indugio alcuno incominciò: –Belle donne, a raccontarsi mi tira una novella di cose catoliche e di sciagure e d'amore in parte mescolata, la quale per avventura non fia altro che utile avere udita; e spezialmente a coloro li quali per li dubbiosi paesi d'amore sono caminanti, ne' quali chi non ha detto il paternostro di san Giuliano spesse volte, ancora che abbia buon letto, alberga male ... Costoro, veggendol mercatante e estimando lui dovere portar denari, seco diliberarono che, come prima tempo si vedessero, di rubarlo: e per ciò, acciò che egli niuna suspeccion prendesse, come uomini modesti e di buona condizione pure d'oneste cose e di lealtà andavano con lui favellando, rendendosi in ciò che potevano e sapevano umili e benigni verso di lui: per che egli gli avergli trovati si reputava in gran ventura, per ciò che solo era con un suo fante a cavallo ... E così camminando, d'una cosa in altra, come ne' ragionamenti addivien, trapassando, caddero in sul ragionare delle orazioni che gli uomini fanno a Dio; e l'uno de' masnadieri, che eran tre, disse verso Rinaldo: “E voi, gentile uomo, che orazione usate di dir camminando?” Al quale Rinaldo rispose: “Nel vero io sono uomo di queste cose materiale e rozzo, e poche orazioni ho per le mani, sì come colui che mi vivo all'antica e lascio correr due soldi per ventiquatro denari; ma nondimeno ho sempre avuto in costume, camminando, di dir la mattina, quando esco dell'albergo, un paternostro e una avemaria per l'anima del padre e della madre di san Giuliano, dopo il quale io priego Idio e lui che la seguente notte mi deano buono albergo ...
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Decameron (pagina 32)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Molti furono che la forza corporale e la bellezza e certi gli ornamenti con appetito ardentissimo disiderarono, né prima d'aver mal disiderato s'avidero, che essi quelle cose loro di morte essere o di dolorosa vita cagione ... Ma per ciò che, come che gli uomini in varie cose pecchino disiderando, voi, graziose donne, sommamente peccate in una, cioè nel disiderare d'esser belle, in tanto che, non bastandovi le bellezze che dalla natura concedute vi sono, ancora con maravigliosa arte quelle cercate d'acrescere, mi piace di raccontarvi quanto sventuratamente fosse bella una saracina, alla quale in forse quatro anni avvenne per la sua bellezza di fare nuove nozze da nove volte ... Già è buon tempo passato che di Babillonia fu un soldano, il quale ebbe nome Beminedab, al quale ne' suoi dì assai cose secondo il suo piacere avvennero ... Il quale, prestamente fattene giù torre le donne e le più preziose cose che in essa erano e che aver si potessono, con esse n'andò a un suo castello e quivi con vivande e con riposo riconfortate le donne comprese per gli arnesi ricchi la donna che trovata avea dovere essere gran gentil donna, e lei prestamente conobbe all'onore che vedeva dall'altre fare a lei sola ...
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Decameron (pagina 35)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Mentre queste cose andavano in questa guisa, Osbech, allora re de' turchi, il quale in continua guerra stava con lo 'mperadore, in questo tempo venne per caso alle Smirre: e quivi udendo come Constanzio in lasciva vita con una sua donna, la quale rubata avea, senza alcuno provedimento si stava in Chios, con alcuni legnetti armati là andatone una notte e tacitamente con la sua gente nella terra entrato, molti sopra le letta ne prese prima che s'accorgessero li nemici esser sopravenuti; e ultimamente alquanti, che risentiti erano all'arme corsi, n'uccisero, e arsa tutta la terra e la preda e' prigioni sopra le navi posti, verso le Smirre si ritornarono ... Lo 'mperadore il quale, avanti che queste cose avvenissero, aveva tenuto trattato con Basano, re di Capadocia, acciò che sopra Osbech dall'una parte con le sue forze discendesse e egli con le sue l'assalirebbe dall'altra, né ancora pienamente l'aveva potuto fornire per ciò che alcune cose, le quali Basano adomandava, sì come meno convenevoli, non aveva volute fare, sentendo ciò che al figliuolo era avvenuto, dolente fuor di misura, senza alcuno indugio ciò che il re di Capadocia domandava fece, e lui quanto più poté allo scendere sopra Osbech sollecitò, apparecchiandosi egli d'altra parte d'andargli addosso ... Col quale tornando per ventura un mercatante cipriano, da lui molto amato e sommamente suo amico, sentendosi egli verso la fine venire, pensò di volere e le sue cose e la sua cara donna lasciare a lui ... E il vero che grave m'è, lei sentendo qui forestiera e senza aiuto e senza consiglio, morendomi io, rimanere, e più sarebbe grave ancora, se io qui non sentissi te, il quale io credo che quella cura di lei avrai per amor di me che di me medesimo avresti; e per ciò quanto più posso ti priego che, s'egli avviene che io muoia, che le mie cose e ella ti sien raccomandate, e quello dell'une e dell'altra facci che credi ché sieno consolazione dell'anima mia ... Se di queste due cose voi mi darete intera speranza, senza niun dubbio n'andrò consolato ...
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Decameron (pagina 37)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E assai volte in assai cose, per tema di peggio, servai lor costumi: e domandata dalla maggiore di quelle donne, la quale esse appellan badessa, se in Cipri tornare me ne volessi, risposi che niuna cosa tanto disiderava ... Delle quali cose se io volessi a pien dire ciò che essi mi dissero, non che il presente giorno ma la seguente notte non ci basterebbe: tanto solamente averne detto voglio che basti, che, secondo che le loro parole mostravano e quello ancora che io n'ho potuto vedere, voi vi potete vantare d'avere la più bella figliuola e la più onesta e la più valorosa che altro signore che oggi corona porti ... ” Di queste cose fece il soldano maravigliosissima festa e più volte pregò Idio che grazia gli concedesse di potere degni meriti rendere a chiunque avea la figliuola onorata, e massimamente al re di Cipri per cui onoratamente gli era stata rimandata: e appresso alquanti dì, fatti grandissimi doni apparecchiare a Antigono, al tornarsi in Cipri il licenziò, al re per lettere e per ispeziali ambasciadori grandissime grazie rendendo di ciò che fatto aveva alla figliuola ... La quale, lietamente faccendolo, incominciò: –Ampissimo campo è quello per lo quale noi oggi spaziando andiamo, né ce n'è alcuno che, non che uno aringo ma diece non ci potesse assai leggiermente correre, sì copioso l'ha fatto la fortuna delle sue nuove e gravi cose; e per ciò, vegnendo di quelle, che infinite sono, a raccontare alcuna, dico Che essendo lo 'mperio di Roma da' franceschi ne' tedeschi transportato, nacque tra l'una nazione e l'altra grandissima nimistà e acerba e continua guerra, per la quale, sì per difesa del suo paese e sì per l'offesa dell'altrui, il re di Francia e un suo figliuolo, con ogni sforzo del lor regno e appresso d'amici e di parenti che far poterono, ordinarono un grandissimo essercito per andare sopra i nemici ... E essendo un giorno sola e parendole tempo, quasi d'altre cose con lui ragionar volesse, per lui mandò ...
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Decameron (pagina 38)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per la quale ragione io estimo che grandissima parte di scusa debbian fare le dette cose in servigio di colei che le possiede, se ella per avventura si lascia trascorrere a amare; e il rimanente debbia fare l'avere eletto savio e valoroso amadore, se quella l'ha fatto che ama ... Le quali cose con ciò sia cosa che amendune, secondo il mio parere, sieno in me, e oltre a queste più altre le quali a amare mi debbono inducere, sì come è la mia giovanezza e la lontananza del mio marito, ora convien che surgano in servigio di me alla difesa del mio focoso amore nel vostro conspetto: le quali, se quello vi potranno che nella presenza de' savi debbono potere, io vi priego che consiglio e aiuto in quello che io vi dimanderò mi porgiate ... Nella quale prima che entrasse, con molte parole ammaestrò i due piccioli figliuoli e massimamente in due cose: prima, che essi pazientemente comportassero lo stato povero nel quale senza lor colpa la fortuna con lui insieme gli aveva recati; e appresso, che con ogni sagacità si guardassero di mai non manifestare a alcuno onde si fossero né di cui figliuoli, se cara avevan la vita ...
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Decameron (pagina 42)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Un solamente, il quale avea nome Bernabò Lomellin da Genova disse il contrario, affermando sé di spezial grazia da Dio avere una donna per moglie la più compiuta di tutte quelle virtù che donna o ancora cavaliere in gran parte o donzello dee avere, che forse in Italia ne fosse un'altra: per ciò che ella era bella del corpo e giovane ancora assai e destra e atante della persona, né alcuna cosa era che a donna appartenesse, sì come di lavorare lavorii di seta e simili cose, che ella non facesse meglio che alcuna altra ... Allora disse Ambruogiuolo: “Bernabò, io non dubito punto che tu non ti creda dir vero, ma, per quello che a me paia, tu hai poco riguardato alla natura delle cose, per ciò che, se riguardato v'avessi, non ti sento di sì grosso ingegno, che tu non avessi in quella cognosciute cose che ti farebbono sopra questa materia più temperatamente parlare ... ” Disse Ambruogiuolo: “Veramente se per ogni volta che elle a queste così fatte novelle attendono nascesse loro un corno nella fronte, il quale desse testimonianza di ciò che fatto avessero, io mi credo che poche sarebber quelle che v'atendessero; ma, non che il corno nasca, egli non se ne pare, a quelle che savie sono, né pedata né orma, e la vergogna e 'l guastamento dell'onore non consiste se non nelle cose palesi: per che, quando possono occultamente, il fanno, o per mattezza lasciano ... ” Ambruogiuolo, già in su la novella riscaldato, rispose: “Bernabò, io non so quello che io mi facessi del tuo sangue, se io vincessi; ma se tu hai voglia di vedere pruova di ciò che io ho già ragionato, metti cinquemilia fiorin d'oro de' tuoi, che meno ti deono essere cari che la testa, contro a mille de' miei; e dove tu niuno termine poni, io mi voglio obligare d'andare a Genova e infra tre mesi dal dì che io mi partirò di qui avere della tua donna fatta mia volontà, e in segno di ciò recarne meco delle sue cose più care e sì fatti e tanti indizii, che tu medesimo confesserai esser vero, sì veramente che tu mi prometterai sopra la tua fede infra questo termine non venire a Genova né scrivere a lei alcuna cosa di questa materia ...
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Decameron (pagina 43)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Vegnente il terzo dì, secondo l'ordine dato, la buona femina tornò per la cassa sua e colà la riportò onde levata l'avea; della quale Ambruogiuolo uscito, e contentata secondo la promessa la femina, quanto più tosto poté con quelle cose si tornò a Parigi avanti il termine preso ... Quivi, chiamati que' mercatanti che presenti erano stati alle parole e al metter de' pegni, presente Bernabò, disse sé aver vinto il pegno tra lor messo per ciò che fornito aveva quello di che vantato s'era: e che ciò fosse vero primieramente disegnò la forma della camera e le dipinture di quella, e appresso mostrò le cose che di lei n'aveva seco recate affermando da lei averle avute ... Confessò Bernabò così essere fatta la camera come diceva e oltre a ciò sé riconoscere quelle cose veramente della sua donna essere state; ma disse lui aver potuto da alcuno de' fanti della casa sapere la qualità della camera e in simil maniera avere avute le cose; per che, se altro non dicea, non gli parea che questo bastasse a dovere aver vinto ... E camminando insieme e di varie cose ragionando, pervennero in un vallone molto profondo e solitario e chiuso d'alte grotte e d'alberi; il quale parendo al famigliare luogo da dovere sicuramente per sé fare il comandamento del suo signore, tratto fuori il coltello e presa la donna per lo braccio, disse: “Madonna, raccomandate l'anima vostra a Dio, ché a voi, senza passar più avanti, convien morire ...
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Decameron (pagina 44)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Era quivi venuto Ambruogiuolo da Piagenza con molta mercatantia in su una nave di viniziani; il quale, udendo che il capitano della guardia domandava di cui fossero, si trasse avanti e ridendo disse: “Messer, le cose son mie e non le vendo; ma s'elle vi piacciono, io le vi donerò volentieri ... ” Sicurano, vedendol ridere, suspicò non costui in alcuno atto l'avesse raffigurato; ma pur, fermo viso faccendo, disse: “Tu ridi forse perché vedi me uom d'arme andar domandando di queste cose feminili ... Per che Ambruogiuolo, da una parte e d'altra spaventato, e ancora alquanto costretto, in presenzia di Bernabò e di molti altri, niuna pena più aspettandone che la restituzione di fiorini cinquemilia d'oro e delle cose, chiaramente, come stato era il fatto, narrò ogni cosa ... ” Queste cose così nella presenzia del soldan dette e da lui tutte udite e intese, non sappiendo egli ancora a che Sicurano, che questo ordinato avea e domandato, volesse riuscire, gli disse Sicurano: “Signor mio, assai chiaramente potete conoscere quanto quella buona donna gloriar si possa d'amante e di marito: ché l'amante a un'ora lei priva d'onor con bugie guastando la fama sua e diserta il marito di lei; e il marito, più credulo alle altrui falsità che alla verità da lui per lunga esperienza potuta conoscere, la fa uccidere e mangiare a' lupi; e oltre a questo, è tanto il bene e l'amore che l'amico e il marito le porta, che, con lei lungamente dimorati, niun la conosce ...
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Decameron (pagina 52)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Hommi posto in cuore di fargliele alcuna volta dire a' miei fratelli, ma poscia m'ho pensato che gli uomini fanno alcuna volta l'ambasciate per modo che le risposte seguitan cattive, di che nascon parole e dalle parole si perviene a' fatti; per che, acciò che male e scandalo non ne nascesse, me ne son taciuta, e dilibera'mi di dirlo più tosto a voi che a altrui, sì perché pare che suo amico siate sì ancora perché a voi sta bene di così fatte cose non che gli amici ma gli strani ripigliare ... Egli ci sono dell'altre donne assai le quali per avventura son disposte a queste cose, e piacerà loro d'esser guatate e vagheggiate da lui, là dove a me è gravissima noia, sì come a colei che in niuno atto ho l'animo disposto a tal materia ... Io non ho queste cose sapute da' vicini: ella medesima, forte di te dolendosi, me l'ha dette ... E oltre a questo, avendo io già renduto indietro la borsa e la cintola alla feminetta che recata l'avea, ché gliele riportasse, e brutto commiato datole, temendo che essa per sé non la tenesse e a lui dicesse che io l'avessi ricevuta, sì come io intendo che elle fanno alcuna volta, la richiamai indietro e piena di stizza gliele tolsi di mano e holla recata a voi, acciò che voi gliele rendiate e gli diciate che io non ho bisogno di sue cose, per ciò che, la mercé di Dio e del marito mio, io ho tante borse e tante cintole che io ve l'afogherei entro ... E appresso questo, sì come a padre mi vi scuso che, s'egli di questo non si rimane, io il dirò al marito mio e a' fratei miei, e avvegnane che può; ché io ho molto più caro che egli riceva villania, se ricevere ne la dee, che io abbia biasimo per lui: frate, bene sta!” E detto questo, tuttavia piagnendo forte, si trasse di sotto alla guarnacca una bellissima e ricca borsa con una leggiadra e cara cinturetta e gittolle in grembo al frate; il quale, pienamente credendo ciò che la donna dicea, turbato oltre misura le prese e disse: “Figliuola, se tu di queste cose ti crucci, io non me ne maraviglio né te ne so ripigliare, ma lodo molto che tu in questo seguiti il mio consiglio ...
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Decameron (pagina 56)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La donna, la quale il lungo vagheggiare, l'armeggiare, le mattinate l'altre cose simili a queste, per amor di lei fatte dal Zima, muovere non avean potuto, mossero l'affettuose parole dette dal ferventissimo amante: e cominciò a sentire ciò che prima mai non aveva sentito, cioè che amor si fosse ... Niente restava più avanti a dire a Elissa, quando commendata la sagacità del Zima, la reina impose alla Fiammetta che procedesse con una; la qual tutta ridente rispose:–Madonna, volentieri–e cominciò: –Alquanto è da uscire della nostra città, la quale come d'ogni altra cosa è copiosa, così è d'essempli a ogni materia; e, come Elissa ha fatto, alquanto delle cose che per l'altro mondo avvenute son raccontare, e per ciò, a Napoli trapassando, come una di queste santesi, che così d'amore schife si mostrano, fusse dallo 'ngegno d'un suo amante prima a sentir d'amore il frutto condotta che i fiori avesse conosciuti: il che a una ora a voi presterà cautela nelle cose che possono avvenire e daravvi diletto dell'avenute ... Amando adunque Ricciardo Minutolo questa Catella, e tutte quelle cose operando per le quali la grazia e l'amor d'una donna si dee potere ...
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Decameron (pagina 60)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E se così fu, che so che fu, qual cagion vi dovea poter muovere a torglivi così rigidamente? Queste cose si volevan pensare innanzi tratto; e se credavate dovervene, come di mal far, pentere, non farle ... Furon già i frati santissimi e valenti uomini, ma quegli che oggi frati si chiamano e così vogliono esser tenuti, niuna altra cosa hanno di frate se non la cappa, né quella altressì è di frate, per ciò che, dove dagl'inventori de' frati furono ordinate strette e misere e di grossi panni e dimostratrici dell'animo, il quale le temporali cose disprezzate avea quando il corpo in così vile abito avviluppava, essi oggi le fanno larghe e doppie e lucide e di finissimi panni, e quelle in forma hanno recate leggiadra e pontificale, in tanto che paoneggiar con esse nelle chiese e nelle piazze, come con le lor robe i secolari fanno, non si vergognano ... E quando di queste cose, e di molte altre che sconce fanno, ripresi sono, l'avere risposto ‘Fate quello che noi diciamo e non quello che noi facciamo’ estimano che sia degno scaricamento d'ogni grave peso, quasi più alle pecore sia possibile l'esser constanti e di ferro che a' pastori ... Vogliono gli odierni frati che voi facciate quello che dicono, cioè che voi empiate loro le borse di denari, fidiate loro i vostri segreti, serviate castità, siate pazienti, perdoniate le 'ngiurie, guardiatevi del mal dire: cose tutte buone, tutte oneste, tutte sante; ma queste perché? Perché essi possan far quello che, se i secolari faranno, essi far non potranno ...
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Decameron (pagina 61)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E che voi del suo essilio e dell'essere andato tapin per lo mondo sette anni non siate cagone, questo non si può negare, sì che molto maggior peccato avete commesso in qualunque s'è l'una di queste tre cose dette che nella sua dimestichezza non commettavate ... Ma veggiamo: forse che Tedaldo meritò queste cose? Certo non fece: voi medesima già confessato l'avete; senza che io so che egli più che sé v'ama ... Non era egli nobile giovane? non era egli tra gli altri suoi cittadin bello? non era egli valoroso in quelle cose che a' giovani s'appartengono? non amato, non avuto caro, non volentier veduto da ogni uomo? Né di questo direte di no ... ” Aveva il pellegrino le sue parole finite, quando la donna, che attentissimamente le raccoglieva per ciò che verissime le parevan le sue ragioni e sé per certo per quel peccato, a lui udendol dire, estimava tribolata, disse: “Amico di Dio, assai conosco vere le cose le quali ragionate e in gran parte per la vostra dimostrazione conosco chi sieno i frati, infino a ora da me tutti santi tenuti ...
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Decameron (pagina 70)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Introduzione Carissime donne, sì per le parole de' savi uomini udite e sì per le cose da me molte volte e vedute e lette, estimava io che lo 'mpetuoso vento e ardente della 'nvidia non dovesse percuotere se non l'alte torri o le più levate cime degli alberi: ma io mi truovo della mia estimazione ingannato ... Né per tutto ciò l'essere da cotal vento fieramente scrollato, anzi pressoché diradicato e tutto da' morsi della 'nvidia esser lacerato, non ho potuto cessare; per che assai manifestamente posso comprendere quello esser vero che sogliono i savi dire, che sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti ... Altri, più maturamente mostrando di voler dire, hanno detto che alla mia età non sta bene l'andare omai dietro a queste cose, cioè a ragionar di donne o a compiacer loro ... E certi altri in altra guisa essere state le cose da me raccontatevi che come io le vi porgo s'ingegnano in detrimento della mia fatica di dimostrare ... Le quali cose io con piacevole animo, sallo Idio, ascolto e intendo: e quantunque a voi in ciò tutta appartenga la mia difesa, nondimeno io non intendo di risparmiar le mie forze, anzi, senza rispondere quanto si converrebbe, con alcuna leggiera risposta tormegli dagli orecchi, e questo far senza indugio ... Ma avanti che io venga a far la risposta a alcuno, mi piace in favor di me raccontare, non una novella intera, acciò che non paia che io voglia le mie novelle con quelle di così laudevole compagnia, quale fu quella che dimostrata v'ho, mescolare, ma parte d'una, acciò che il suo difetto stesso sé mostri non esser di quelle; e a' miei assalitori favelando dico Che nella nostra città, già è buon tempo passato, fu un cittadino il quale fu nominato Filippo Balducci, uomo di condizione assai leggiere, ma ricco e bene inviato e esperto nelle cose quanto lo stato suo richiedea; e aveva una sua donna moglie, la quale egli sommamente amava, e ella lui, e insieme in riposata vita si stavano, a niuna altra cosa tanto studio ponendo quanto in piacere interamente l'uno all'altro ... Filippo gliele disse; al quale il garzon disse: “Padre mio, voi siete oggimai vecchio e potete male durar fatica; perché non mi menate voi una volta a Firenze, acciò che, faccendomi cognoscere gli amici e divoti di Dio e vostri, io, che son giovane e posso meglio faticar di voi, possa poscia pe' nostri bisogni a Firenze andare quando vi piacerà, e voi rimanervi qui?” Il valente uomo, pensando che già questo suo figliuolo era grande e era sì abituato al servigio di Dio, che malagevolmente le cose del mondo a sé il dovrebbono omai poter trarre, seco stesso disse: “Costui dice bene”; per che, avendovi a andare, seco il menò ...
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Decameron (pagina 71)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... i palagi, le case, le chiese e tutte l'altre cose delle quali tutta la città piena si vede, sì come colui che mai più per ricordanza vedute no' n'avea, si cominciò forte a maravigliare e di molte domandava il padre che fossero e come si chiamassero ... ” A cui il giovane domandando disse: “O son così fatte le male cose?” “Sì” disse il padre ... Le quali cose io apertissimamente confesso, cioè che voi mi piacete e che io m'ingegno di piacere a voi: e domandogli se di questo essi si maravigliano, riguardando, lasciamo stare gli aver conosciuti gli amorosi basciari e i piacevoli abbracciari e i congiugnimenti dilettevoli che di voi, dolcissime donne, sovente si prendono, ma solamente a aver veduto e veder continuamente gli ornati costumi e la vaga bellezza e l'ornata leggiadria e oltre a ciò la vostra donnesca onestà; quando colui che nudrito, allevato, accresciuto sopra un monte salvatico e solitario, infra li termini d'una piccola cella, senza altra compagnia che del padre, come vi vide, sole da lui disiderate foste, sole adomandate, sole con l'affezion seguitate ... E quegli che contro alla mia età parlando vanno, mostra mal che conoscano che, perché il porro abbia il capo bianco, che la coda sia verde: a' quali, lasciando il motteggiar da l'un de' lati, rispondo che io mai a me vergogna non reputerò infino nello stremo della mia vita di dover compiacere a quelle cose alle quali Guido Cavalcanti e Dante Alighieri già vecchi e messer Cino da Pistoia vecchissimo onor si tennero, e fu lor caro il piacer loro ... Aiutaronmi elle bene e mostraronmi comporre que' mille; e forse a queste cose scrivere, quantunque sieno umilissime, si sono elle venute parecchie volte a starsi meco, in servigio forse e in onore della simiglianza che le donne hanno a esse; per che, queste cose tessendo, né dal monte Parnaso né dalle Muse non mi allontano quanto molti per avventura s'avisano ... Quegli che queste cose così non essere state dicono, avrei molto caro che essi recassero gli originali: li quali se a quel che io scrivo discordanti fossero, giusta direi la lor riprensione e d'amendar me stesso m'ingegnerei; ma infino che altro che parole non apparisce, io gli lascerò con la loro oppinione, seguitando la mia, di loro dicendo quello che essi di me dicono ...
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Decameron (pagina 73)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E per ordine da lui dato, all'uscir dello spiraglio la seguente notte in sul primo sonno Guiscardo, così come era nel vestimento del cuoio impacciato, fu preso da due e segretamente a Tancredi menato; il quale, come il vide, quasi piagnendo disse: “Guiscardo, la mia benignità verso te non avea meritato l'oltraggio e la vergogna la quale nelle mie cose fatta m'hai, sì come io oggi vidi con gli occhi miei ... Venuto il dì seguente, non sappiendo Ghismunda nulla di queste cose, avendo seco Tancredi varie e diverse novità pensate, appresso mangiare secondo la sua usanza nella camera n'andò della figliuola: dove fattalasi chiamare e serratosi dentro con lei, piangendo le cominciò a dire: “Ghismunda, parendomi conoscere la tua vertù e la tua onestà, mai non mi sarebbe potuto cader nell'animo, quantunque mi fosse stato detto, se io co' miei occhi non l'avessi veduto, che tu di sottoporti a alcuno uomo, se tuo marito stato non fosse, avessi, non che fatto, ma pur pensato; di che io, in questo poco di rimanente di vita che la mia vecchiezza mi serba, sempre sarò dolente di ciò ricordandomi ... Ma lasciamo or questo, e riguarda alquanto a' principii delle cose: tu vedrai noi d'una massa di carne tutti la carne avere e da uno medesimo creatore tutte l'anime con iguali forze, con iguali potenze, con iguali vertù create ... Chi il commendò mai tanto quanto tu commendavi in tutte quelle cose laudevoli che valoroso uomo dee essere commendato? E certo non a torto: ché, se' miei occhi non m'ingannarono, niuna laude da te data gli fu che io lui operarla, e più mirabilmente che le tue parole non poteano esprimere, non vedessi: e se pure in ciò alcuno inganno ricevuto avessi, da te sarei stata ingannata ...
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Decameron (pagina 90)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Adunque (sì come noi nell'antiche istorie de' cipriani abbiam già letto) nell'isola di Cipri fu un nobilissimo uomo il quale per nome fu chiamato Aristippo, oltre a ogni altro paesano di tutte le temporali cose ricchissimo: e se d'una cosa sola non l'avesse la fortuna fatto dolente, più che altro si potea contentare ... Andatosene adunque Cimone alla villa e quivi nelle cose pertinenti a quella essercitandosi, avvenne che un giorno, passato già il mezzodì, passando egli da una possessione a un'altra con un suo bastone in collo, entrò in un boschetto il quale era in quella contrada bellissimo, e, per ciò che del mese di maggio era, tutto era fronzuto ... Ma parendogli oltre modo più bella che l'altre femine per adietro da lui vedute, dubitava non fosse alcuna dea; e pur tanto di sentimento avea, che egli giudicava le divine cose essere di più reverenza degne che le mondane, e per questo si riteneva, aspettando che da se medesima si svegliasse; e come che lo 'ndugio gli paresse troppo, pur, da non usato piacer preso, non si sapeva partire ... E appresso questo, essendo di tutto ciò cagione l'amore il quale a Efigenia portava, non solamente la rozza voce e rustica in convenevole e cittadina ridusse, ma di canto divenne maestro e di suono, e nel cavalcare e nelle cose belliche, così marine come di terra, espertissimo e feroce divenne ... Cimone, adunque, quantunque amando Efigenia in alcune cose, sì come i giovani amanti molto spesso fanno, trasandasse, nondimeno Aristippo, considerando che amor l'avesse di montone fatto tornare uno uomo, non solo pazientemente il sostenea ma in seguir ciò in tutti i suoi piaceri il confortava ...
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Decameron (pagina 99)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Saputo questo il capitano della città, che valoroso uomo era, e conoscendo che Giannole, cui preso tenea, figliuolo era di Bernabuccio e fratel carnal di costei, avvisò di volersi del fallo commesso da lui mansuetamente passare: e intromessosi in queste cose, con Bernabuccio e con Giacomino insieme a Giannole e a Minghino fece far pace; e a Minghino con gran piacer di tutti i suoi parenti diede per moglie la giovane, il cui nome era Agnesa, e con loro insieme liberò Crivello e gli altri che impacciati v'erano per questa cagione ... Finita la novella di Neifile, assai alle donne piaciuta, comandò la reina a Pampinea che a doverne alcuna dire si disponesse; la qual prestamente, levato il chiaro viso, incominciò: –Grandissime forze, piacevoli donne, son quelle d'amore, e a gran fatiche e a istrabocchevoli e non pensati pericoli gli amanti dispongono, come per assai cose raccontate e oggi e altre volte comprender si può; ma nondimeno ancora con l'ardire d'un giovane innamorato m'agrada di dimostrarlo ... Essi, quantunque ella gridasse molto, presala, sopra la barca la misero e andar via: e in Calavria pervenuti, furono a ragionamento di cui la giovane dovesse essere e in brieve ciaschedun la volea; per che, non trovandosi concordia fra loro, temendo essi di non venire a peggio e per costei guastare i fatti loro, vennero a concordia di doverla donare a Federigo re di Cicilia, il quale era allora giovane e di così fatte cose si dilettava; e a Palermo venuti, così fecero ...
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Decameron (pagina 104)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Dovete adunque sapere che Coppo di Borghese Domenichi, il quale fu nella nostra città, e forse ancora è, uomo di grande e di reverenda auttorità ne' dì nostri, e per costumi e per vertù molto più che per nobiltà di sangue chiarissimo e degno d'eterna fama, essendo già d'anni pieno, spesse volte delle cose passate co' suoi vicini e con altri si dilettava di ragionare: la qual cosa egli meglio e con più ordine e con maggior memoria e ornato parlare che altro uom seppe fare ... Era usato di dire, tra l'altre sue belle cose, che in Firenze fu già un giovane chiamato Federigo di messer Filippo Alberighi, in opera d'arme e in cortesia pregiato sopra ogni altro donzel di Toscana ... Il quale, sì come il più de' gentili uomini avviene, d'una gentil donna chiamata monna Giovanna s'innamorò, ne' suoi tempi tenuta delle più belle donne e delle più leggiadre che in Firenze fossero; e acciò che egli l'amor di lei acquistar potesse, giostrava, armeggiava, faceva feste e donava, e il suo senza alcun ritegno spendeva; ma ella, non meno onesta che bella, niente di queste cose per lei fatte né di colui si curava che le faceva ...
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Decameron (pagina 106)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E quando tempo le parve, l'aperse la sua intenzion compiutamente; a cui la vecchia disse: “Figliuola mia, sallo Idio, che sa tutte le cose, che tu molto ben fai; e quando per niuna altra cosa il facessi, sì il dovresti far tu e ciascuna giovane per non perdere il tempo della vostra giovanezza, per ciò che niun dolore è pari a quello, a chi conoscimento ha, che è a avere il tempo perduto ... Degli uomini non avvien così: essi nascono buoni a mille cose, non pure a questa, e la maggior parte sono da molto più vecchi che giovani; ma le femine a niuna altra cosa che a fare questo e figliuoli ci nascono, e per questo son tenute care ... Di questo mondo ha ciascun tanto quanto egli se ne toglie, e spezialmente le femine, alle quali si convien troppo più d'adoperare il tempo quando l'hanno che agli uomini, per ciò che tu puoi vedere, quando c'invecchiamo, né marito né altri ci vuol vedere anzi ci cacciano in cucina a dir delle favole con la gatta e a annoverare le pentole e le scodelle; e peggio, ché noi siamo messe in canzone e dicono: ‘Alle giovani i buon bocconi e alle vecchie gli stranguglioni’, e altre lor cose assai ancora dicono ... Ma io, temendo per me medesimo la segnoria, levatomi, non lo lasciai uccidere né fargli alcun male, anzi gridando e difendendolo fui cagione che quivi de' vicini traessero, li quali, preso il già vinto giovane, fuori della casa il portarono non so dove; per le quali cose la nostra cena turbata, io non solamente non l'ho trangugiata, anzi non l'ho pure assaggiata, come io dissi ... ” Udendo la donna queste cose, conobbe che egli erano dell'altre così savie come ella fosse, quantunque talvolta sciagura ne cogliesse a alcuna, e volentieri avrebbe con parole la donna d'Ercolano difesa; ma per ciò che col biasimare il fallo altrui le parve dovere a' suoi far più libera via, cominciò a dire: ...
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Decameron (pagina 114)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Alle quali cose ricogliere io sono dal mio maggiore, cioè da messer l'abate, stato mandato; e per ciò con la benedizion di Dio, dopo nona, quando udirete sonare le campanelle, verrete qui di fuori della chiesa là dove io al modo usato vi farò la predicazione, e bascerete la croce; e oltre a ciò, per ciò che divotissimi tutti vi conosco del barone messer santo Antonio, di spezial grazia vi mostrerò una santissima e bella reliquia, la quale io medesimo già recai dalle sante terre d'oltremare: e questa è una delle penne dell'agnol Gabriello, la quale nella camera della Vergine Maria rimase quando egli la venne a annunziare in Nazarette ... Erano, quando frate Cipolla queste cose diceva, tra gli altri molti nella chiesa due giovani astuti molto, chiamato l'uno Giovanni del Bragoniera e l'altro Biagio Pizzini, li quali, poi che alquanto tra sé ebbero riso della reliquia di frate Cipolla, ancora che molto fossero suoi amici e di sua brigata, seco proposero di fargli di questa penna alcuna beffa ... E avendo saputo che frate Cipolla la mattina desinava nel castello con un suo amico, come a tavola il sentirono così se ne scesero alla strada, e all'albergo dove il frate era smontato se n'andarono con questo proponimento, che Biagio dovesse tenere a parole il fante di frate Cipolla e Giovanni dovesse tralle cose del frate cercare di questa penna, chente che ella si fosse, e torgliele, per vedere come egli di questo fatto poi dovesse al popol dire ... Di cui spesse volte frate Cipolla era usato di motteggiare con la sua brigata e di dire: “Il fante mio ha in sé nove cose tali che, se qualunque è l'una di quelle fosse in Salamone o in Aristotile o in Seneca, avrebbe forza di guastare ogni lor vertù, ogni lor senno, ogni lor santità ... Pensate adunque che uom dee essere egli, nel quale né vertù né senno né santità alcuna è, avendone nove!”; e essendo alcuna volta domandato quali fossero queste nove cose e egli, avendole in rima messe, rispondeva: “Dirolvi: egli è tardo, sugliardo e bugiardo; negligente, disubidente e maldicente; trascutato, smemorato e scostumato; senza che egli ha alcune altre teccherelle con queste, che si taccion per lo migliore ... ” A costui, lasciandolo all'albergo, aveva frate Cipolla comandato che ben guardasse che alcuna persona non toccasse le cose sue, e spezialmente le sue bisacce, perciò che in quelle erano le cose sacre ... Ma Guccio Imbratta, il quale era più vago di stare in cucina che sopra i verdi rami l'usignuolo, e massimamente se fante vi sentiva niuna, avendone in quella dell'oste una veduta, grassa e grossa e piccola e mal fatta, con un paio di poppe che parean due ceston da letame e con un viso che parea de' Baronci, tutta sudata, unta e affumicata, non altramenti che si gitti l'avoltoio alla carogna, lasciata la camera di frate Cipolla aperta e tutte le sue cose in abbandono, là si calò; e ancora che d'agosto fosse, postosi presso al fuoco a sedere, cominciò con costei, che Nuta aveva nome, a entrare in parole e dirle che egli era gentile uomo per procuratore e che egli aveva de' fiorini più di millantanove, senza quegli che egli aveva a dare altrui, che erano anzi più che meno, e che egli sapeva tante cose fare e dire, che domine pure unquanche ... E senza riguardare a un suo cappuccio sopra il quale era tanto untume, che avrebbe condito il calderon d'Altopascio, e a un suo farsetto rotto e ripezzato e intorno al collo e sotto le ditella smaltato di sucidume, con più macchie e di più colori che mai drappi fossero tartereschi o indiani, e alle sue scarpette tutte rotte e alle calze sdrucite, le disse, quasi stato fosse il Siri di Ciastiglione, che rivestir la voleva e rimetterla in arnese e trarla di quella cattività di star con altrui e senza gran possession d'avere ridurla in isperanza di miglior fortuna e altre cose assai: le quali quantunque molto affettuosamente le dicesse, tutte in vento convertite, come le più delle sue imprese facevano, tornarono in niente ...
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Decameron (pagina 120)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E avvegna che egli alquanto, di que' tempi che frate si fece, avesse dall'un de' lati posto l'amore che alla sua comar portava e certe altre sue vanità, pure in processo di tempo, senza lasciar l'abito, se le riprese; e cominciò a dilettarsi d'apparere e di vestir di buon panni e d'essere in tutte le sue cose leggiadretto e ornato e a fare delle canzoni e de' sonetti e delle ballate e a cantare, e tutto pieno d'altre cose a queste simili ... Ma che dico io di frate Rinaldo nostro di cui parliamo? Quali son quegli che così non facciano? Ahi vitupero del guasto mondo! Essi non si vergognano d'apparir grassi, d'apparir coloriti nel viso, d'apparir morbidi ne' vestimenti e in tutte le cose loro, e non come colombi ma come galli tronfi colla cresta levata pettoruti procedono: e che è peggio (lasciamo stare d'aver le lor celle piene d'alberelli di lattovari e d'unguenti colmi, di scatole di varii confetti piene, d'ampolle e di guastadette con acque lavorate e con oli, di bottacci di malvagia e di greco e d'altri vini preziosissimi traboccanti, in tanto che non celle di frati ma botteghe di speziali o d'unguentarii appaiono più tosto a' riguardanti) essi non si vergognano che altri sappia loro esser gottosi, e credonsi che altri non conosca e sappia che i digiuni assai, le vivande grosse e poche e il viver sobriamente faccia gli uomini magri e sottili e il più sani; e se pure infermi ne fanno, non almeno di gotte gl'infermano, alle quali si suole per medicina dare la castità e ogn'altra cosa a vita di modesto frate appartenente ... Alle quali cose Iddio provega, come all'anime de' semplici che gli nutricano fa bisogno ... La buona donna, veggendosi molto sollicitare e parendole frate Rinaldo forse più bello che non pareva, essendo un dì molto da lui infestata a quello ricorse che fanno tutte quelle che voglia hanno di concedere quello che è addimandato, e disse: “Come, frate Rinaldo, o fanno così fatte cose i frati?” A cui frate Rinaldo rispose: “Madonna, qualora io avrò questa cappa fuor di dosso, che me la traggo molto agevolmente, io vi parrò uno uomo fatto come gli altri e non frate ...
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Decameron (pagina 129)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Domine, fallo tristo, ubriaco doloroso che non si vergogna!” I giovani, vedute e udite queste cose, rivoltisi a Arriguccio gli dissero la maggior villania che mai a niun cattivo uom si dicesse; e ultimamente dissero: “Noi ti perdoniam questa sì come a ebbro, ma guarda che per la vita tua da quinci innanzi simili novelle noi non sentiamo più, ché per certo, se più nulla ce ne viene agli orecchi, noi ti pagheremo di questa e di quella”; e così detto se n'andarono ... – 9 Lidia moglie di Nicostrato ama Pirro: il quale, acciò che credere il possa, le chiede tre cose le quali ella gli fa tutte; e oltre a questo in presenza di Nicostrato si sollazza con lui e a Nicostrato fa credere che non sia vero quello che ha veduto ... Come tu vedi, Lusca, io son giovane e fresca donna e piena e copiosa di tutte quelle cose che alcuna può disiderare, e brievemente fuor che d'una non mi posso ramaricare: e questa è che gli anni del mio marito son troppi se co' miei si misurano, per la qual cosa di quello che le giovani donne prendono più piacere io vivo poco contenta ... E per avergli così compiuti in questo come nell'altre cose, ho per partito preso di volere, sì come di ciò più degno che alcun altro, che il nostro Pirro co' suoi abbracciamenti gli supplisca, e ho tanto amore in lui posto, che io non sento mai bene se non tanto quanto io il veggio o di lui penso: e se io senza indugio non mi ritruovo seco per certo io me ne credo morire ... La qual cosa udendo Pirro si maravigliò forte, sì come colui che mai d'alcuna cosa avveduto non se n'era, e dubitò non la donna ciò facesse dirgli per tentarlo; per che subito e ruvidamente rispose: “Lusca, io non posso credere che queste parole vengano della mia donna, e per ciò guarda quel che tu parli; e se pure da lei venissero, non credo che con l'animo dir te le faccia; e se pur con l'animo dir le facesse, il mio signore mi fa più onore che io non vaglio, io non farei a lui sì fatto oltraggio per la vita mia; e però guarda che tu più di sì fatte cose non mi ragioni ...
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Decameron (pagina 130)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Trattiamo adunque loro e le lor cose come essi noi e le nostre trattano ... ” Pirro, il qual più fiate sopra le parole che la Lusca dette gli avea avea ripensato, per partito avea preso che, se ella a lui ritornasse, di fare altra risposta e del tutto recarsi a compiacere alla donna, dove certificar si potesse che tentato non fosse; e per ciò rispuose: “Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi di' io le conosco vere: ma io conosco d'altra parte il mio signore molto savio e molto avveduto, e ponendomi tutti i suoi fatti in mano, io temo forte che Lidia con consiglio e voler di lui questo non faccia per dovermi tentare; e per ciò, dove tre cose che io domanderò voglia fare a chiarezza di me, per certo niuna cosa mi comanderà poi che io prestamente non faccia ... E quelle tre cose che io voglio son queste: primieramente che in presenzia di Nicostrato ella uccida il suo buono sparviere, appresso che ella mi mandi una ciochetta della barba di Nicostrato, e ultimamente un dente di quegli di lui medesimo, de' migliori ... ” Queste cose parvono alla Lusca gravi e alla donna gravissime: ma pure Amore, che è buono confortatore e gran maestro di consigli, le fece diliberar di farlo, e per la sua cameriera gli mandò dicendo che quello che egli aveva addimandato pienamente farebbe, e tosto; e oltre a ciò, per ciò che egli così savio reputava Nicostrato, disse che in presenzia di lui con Pirro si sollazzerebbe e a Nicostrato farebbe credere che ciò non fosse vero ...
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Decameron (pagina 131)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Pirro, prestamente salitovi, cominciò a gittar giù delle pere: e mentre le gittava cominciò a dire: “Eh, messere, che è ciò che voi fate? e voi, madonna, come non vi vergognate di sofferirlo in mia presenza? credete voi che io sia cieco? Voi eravate pur testé così forte malata: come siete voi sì tosto guerita, che voi facciate tali cose? le quali se pur far volete, voi avete tante belle camere: perché non in alcuna di quelle a far queste cose ve n'andate? e sarà più onesto che farlo in mia presenza!” La donna rivolta al marito disse: “Che dice Pirro? farnetica egli?” Disse allora Pirro: “Non farnetico no, madonna: non credete voi che io veggia?” Nicostrato si maravigliava forte, e disse: “Pirro, veramente io credo che tu sogni ... Ma egli non solamente è stato ragionato quello che io imaginato avea di raccontare, ma sonsi sopra quello tante altre cose e molto più belle dette, che io per me, quantunque la memoria ricerchi, ramentar non mi posso né conoscere che io intorno a sì fatta materia dir potessi cosa che alle dette s'appareggiasse ...
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Decameron (pagina 132)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E andando, come gli uomini vanno, alle chiese e alle prediche, più volte udito avevano e della gloria e della miseria che all'anime di color che morivano era, secondo li lor meriti, conceduta nell'altro mondo; delle quali cose disiderando di saper certa novella né trovando il modo, insieme si promisero che qual prima di lor morisse, a colui che vivo fosse rimaso, se potesse, ritornerebbe e direbbegli novelle di quello che egli disiderava: e questo fermaron con giuramento ... Al quale Tingoccio rispose: “Perdute son le cose che non si ritruovano: e come sare' io in mei chi se io fossi perduto?” “Deh, “ disse Meuccio “io non dico così, ma io ti dimando se tu se' tra l'anime dannate nel fuoco pennace di Ninferno ... A cui Tingoccio rispose di sì, e ciò era che egli facesse per lui dire delle messe e delle orazioni e fare delle limosine, per ciò che queste cose molto giovavano a quei di là; a cui Meuccio disse di farlo volentieri ... Le quali cose se frate Rinaldo avesse sapute, non gli sarebbe stato bisogno d'andar silogizzando quando convertì a' suoi piaceri la sua buona comare ...
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Decameron (pagina 134)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per le quali cose messer lo prete ne 'nvaghì sì forte, che egli ne menava smanie e tutto il dì andava aiato per poterla vedere; e quando la domenica mattina la sentiva in chiesa, diceva un Kyrie e un Sanctus sforzandosi ben di mostrarsi un gran maestro di canto, che pareva uno asino che ragghiasse, dove, quando non la vi vedea, si passava assai leggiermente; ma pur sapeva sì fare, che Bentivegna del Mazzo non se ne avvedeva, né ancora vicina che egli avesse ... Ora avvenne un dì che, andando il prete di fitto meriggio per la contrada or qua or là zazeato, scontrò Bentivegna del Mazzo con uno asino pien di cose innanzi, e fattogli motto il domandò dove egli andava ... A cui Bentivegna rispose: “Gnaffé, sere, in buona verità io vo infino a città per alcuna mia vicenda: e porto queste cose a ser Bonaccorri da Ginestreto, ché m'aiuti di non so che m'ha fatto richiedere per una comparigione del parentorio per lo pericolator suo il giudice del dificio ... ” Disse la Belcolore: “Deh! andante andate: o fanno i preti così fatte cose?” Il prete rispose: “Sì facciam noi meglio che gli altri uomini: o perché no? E dicoti più, che noi facciamo vie miglior lavorio; e sai perché? perché noi maciniamo a raccolta: ma in verità bene a tuo uopo, se tu stai cheta e lascimi fare ... ” Disse la Belcolore: “Frate, bene sta! Io me n'ho di coteste cose; ma se voi mi volete cotanto bene, ché non mi fate voi un servigio, e io farò ciò che voi ...
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Decameron (pagina 141)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Avvenne in questi tempi che un giovane chiamato Rinieri, nobile uomo della nostra città, avendo lungamente studiato a Parigi, non per vender poi la sua scienza a minuto, come molti fanno, ma per sapere la ragion delle cose e la cagion d'esse, il che ottimamente sta in gentile uomo, tornò da Parigi a Firenze; e quivi onorato molto sì per la sua nobiltà e sì per la sua scienza cittadinescamente viveasi ... Ma come spesso avviene coloro ne' quali è più l'avvedimento delle cose profonde più tosto da amore essere incapestrati, avvenne a questo Rinieri ... E una volta e altra cautamente riguardatala, e conoscendo che le gran cose e care non si possono senza fatica acquistare, seco diliberò del tutto di porre ogni pena e ogni sollecitudine in piacere a costei, acciò che per lo piacerle il suo amore acquistasse e per questo il potere aver copia di lei ...
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Decameron (pagina 144)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Lo scolare, il quale in sul fare della notte col suo fante tra salci e altri alberi presso della torricella nascoso s'era e aveva tutte queste cose veduto, e passandogli ella quasi allato così ignuda e egli veggendo lei con la bianchezza del suo corpo vincere le tenebre della notte e appresso riguardandole il petto e l'altre parti del corpo e vedendole belle e seco pensando quali infra piccol termine dovean divenire, sentì di lei alcuna compassione; e d'altra parte lo stimolo della carne l'assalì subitamente e fece tale in piè levare che si giaceva e confortavalo che egli da guato uscisse e lei andasse a prendere e il suo piacer ne facesse: e vicin fu a essere tra dall'uno e dall'altro vinto ... Poi, riguardando se via alcuna da scender vi fosse e non veggendola, rincominciato il pianto, entrò in uno amaro pensiero a se stessa dicendo: “O sventurata, che si dirà da' tuoi fratelli, da' parenti e da' vicini, e generalmente da tutti i fiorentini, quando si saprà che tu sii qui trovata ignuda? La tua onestà, stata cotanta, sarà conosciuta essere stata falsa; e se tu volessi a queste cose trovare scuse bugiarde, che pur ce ne avrebbe, il maladetto scolare, che tutti i fatti tuoi sa, non ti lascerà mentire ... Come nol chiami tu che ti venga a aiutare? e a cui appartiene egli più che a lui? Tu se' sua: e quali cose guarderà egli o aiuterà, se egli non guarda e aiuta te? Chiamalo, stolta che tu se', e pruova se l'amore il quale tu gli porti e il tuo senno col suo ti possono dalla mia sciocchezza liberare; la qual, sollazzando con lui, domandasti quale gli pareva maggiore o la mia sciocchezza o l'amor che tu gli portavi ...
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Decameron (pagina 145)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E dove tutti mancati mi fossero, non mi fuggiva la penna, con la quale tante e sì fatte cose di te scritte avrei e in sì fatta maniera, che, avendole tu risapute, ché l'avresti, avresti il dì mille volte disiderato di mai non esser nata ... Io giuro a Dio (e se Egli di questa vendetta che io di te prendo mi faccia allegro infin la fine come nel cominciamento m'ha fatto) che io avrei di te scritte cose che, non che dell'altre persone ma di te stessa vergognandoti, per non poterti vedere t'avresti cavati gli occhi: e per ciò non rimproverare al mare d'averlo fatto crescere il piccolo ruscelletto ... Voi v'andate innamorando e disiderate l'amor de' giovani, per ciò che alquanto con le carni più vive e con le barbe più nere gli vedete e sopra sé andare e carolare e giostrare: le quali cose tutte ebber coloro che più alquanto attempati sono e quel sanno che coloro hanno a imparare ... Benché tu dichi che mai i tuoi amori non seppe altri che la tua fante e io, tu il sai male e mal credi se così credi: la sua contrada quasi di niuna altra cosa ragiona, e la tua; ma le più volte è l'ultimo, a cui cotali cose agli orecchi pervengono, colui a cui elle appartengono ...
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Decameron (pagina 150)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Tu vedi innanzi innanzi come io sono bello uomo e come mi stanno bene le gambe in su la persona, e ho un viso che pare una rosa; e oltre a ciò son dottore di medicine, che non credo che voi ve ne abbiate niuno, e so dimolte belle cose e di belle canzonette, e vo'tene dire una”; e di botto incominciò a cantare ... ” Fornite le code, e Bruno faccendo vista che forte la petizion gli gravasse, disse: “Maestro mio, gran cose son quelle che per me fareste, e io il conosco: ma tuttavia quella che a me adimandate, quantunque alla grandezza del vostro cervello sia piccola, pure è a me grandissima, né so alcuna persona del mondo per cui io potendo la mi facesse, se io non la facessi per voi, sì perché v'amo quanto si conviene e sì per le parole vostre, le quali son condite di tanto senno, che trarrebbono le pinzochere degli usatti non che me del mio proponimento; e quanto più uso con voi, più mi parete savio ... Ma tanto vi vo' dire: io non posso in queste cose quello che voi avvisate e per questo non posso per voi quello che bisognerebbe adoperare; ma ove voi mi promettiate sopra la vostra grande e calterita fede di tenerlomi credenza, io vi darò il modo che a tenere avrete, e parmi esser certo, avendo voi così be' libri e l'altre cose che di sopra dette m'avete, ch'egli vi verrà fatto ... Egli erano poche cose che messer Guasparuolo da Saliceto facesse, quando egli era giudice della podestà di Forlimpopoli, che egli non me le mandasse a dire, perché mi trovava così buon segretaro ... Egli è uomo che, veggendovi così savio, s'innamorerà di voi incontanente, e quando voi l'avrete col senno vostro e con queste buone cose che avete un poco dimesticato, voi il potrete richiedere: egli non vi saprà dir di no ... Il medico, che oltre modo disiderava d'andare in corso, non mollò mai che egli divenne amico di Buffalmacco, il che agevolmente gli venne fatto; e cominciogli a dare le più belle cene e i più belli desinari del mondo, e a Bruno con lui altressì, e essi si carapignavano, come que' signori li quali, sentendogli bonissimi vini e di grossi capponi e d'altre buone cose assai, gli si tenevano assai di presso e senza troppi inviti, dicendo sempre che con un altro ciò non farebbono, si rimanevan con lui ...
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Decameron (pagina 168)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... – Panfilo, lietamente l'onor ricevuto, rispose:–La vostra virtù e degli altri miei subditi farà sì, che io, come gli altri sono stati, sarò da lodare–; e secondo il costume de' suoi predecessori col siniscalco delle cose oportune avendo disposto, alle donne aspettanti si rivolse e disse:– Innamorate donne, la discrezion d'Emilia, nostra reina stata questo giorno, per dare alcun riposo alle vostre forze arbitrio vi diè di ragionare ciò che più vi piacesse; per che, già riposati essendo, giudico che sia bene il ritornare alla legge usata, e per ciò voglio che domane ciascuna di voi pensi di ragionare sopra questo, cioè: di chi liberalmente o vero magnificamente alcuna cosa operasse intorno a' fatti d'amore o d'altra cosa ... Queste cose e dicendo e faccendo senza alcun dubbio gli animi vostri ben disposti a valorosamente adoperare accenderà: ché la vita nostra, che altro che brieve esser non può nel mortal corpo, si perpetuerà nella laudevole fama; il che ciascuno che al ventre solamente, a guisa che le bestie fanno, non serve, dee non solamente desiderare ma con ogni studio cercare e operare ... E venuti tutti, con loro insieme diliberato del dove andar potessero al lor diletto, con lento passo si mise innanzi accompagnato da Filomena e da Fiammetta, tutti gli altri apresso seguendogli; e molte cose della loro futura vita insieme parlando e dicendo e rispondendo, per lungo spazio s'andaron diportando; e data una volta assai lunga, cominciando il sole già troppo a riscaldare, al palagio si ritornarono ... Quivi adunque dimorando messer Ruggieri, e splendidamente vivendo e in fatti d'arme maravigliose cose faccendo, assai tosto si fece per valoroso cognoscere ...
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Decameron (pagina 172)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ottanta anni, e ne' miei diletti e nelle mie consolazioni usata: e so che, seguendo il corso della natura, come gli altri uomini fanno e generalmente tutte le cose, ella mi può omai piccol tempo esser lasciata: per che io iudico molto meglio esser quella donare, come io ho sempre i miei tesori donati e spesi, che tanto volerla guardare, che ella mi sia contro a mia voglia tolta dalla natura ... ” A cui prestamente Natan disse: “E se tu puoi, vuo' nele tu aggiugnere? E farai a me fare verso di te quello che mai verso alcuno altro non feci, cioè delle tue cose pigliare, che mai dell'altrui non pigliai ... Ma poi che assai e una cosa e altra detta ne fu, il re, verso Lauretta riguardando, le dimostrò che egli desiderava che ella dicesse; per la qual cosa Lauretta prestamente incominciò: –Giovani donne, magnifice cose e belle sono state le raccontate, né mi pare che alcuna cosa restata sia a noi che abbiamo a dire, per la qual novellando vagar possiamo, sì son tutte dall'altezza delle magnificenzie raccontate occupate, se noi ne' fatti d'amore già non mettessimo mano, li quali a ogni materia prestano abondantissima copia di ragionare ...
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Decameron (pagina 179)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Nella fine de' quali, sì come di tutte le cose addiviene, addivenne che Cremete già vecchio di questa vita passò: di che essi pari compassione, sì come di comun padre, portarono, né si discernea per gli amici né per gli parenti di Cremete qual più fosse per lo sopravvenuto caso da racconsolar di lor due ... Quante volte ha già il padre la figliuola amata, il fratello la sorella, la matrigna il figliastro? Cose più monstruose che l'uno amico amar la moglie dell'altro, già fattosi mille volte ... L'oneste cose s'appartengono a' più maturi: io non posso volere se non quello che amor vuole ... E come che onesto non ti paresse, non son per ciò le disoneste cose se non come l'oneste da celare all'amico, per ciò che chi amico è, come delle oneste con l'amico prende piacere, così le non oneste s'ingegna di torre dello animo dello amico; ma ristarommene al presente e a quel verrò che di maggior bisogno esser conosco ...
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Decameron (pagina 184)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E quantunque il Saladino e' compagni fossero gran signori e usi di veder grandissime cose, nondimeno si maravigliarono essi molto di questa, e lor pareva delle maggiori, avendo rispetto alla qualità del cavaliere il qual sapevano che era cittadino e non signore ... Finito il mangiare e le tavole levate, avendo alquanto d'alte cose parlato, essendo il caldo grande, come a messer Torel piacque, i gentili uomini di Pavia tutti s'andarono a riposare; e esso con li suoi tre rimase, e con loro in una camera entratosene, acciò che niuna sua cara cosa rimanesse che essi veduta non avessero, quivi si fece la sua valente donna chiamare ... Allora la donna con lieto viso disse: “Adunque veggo io che il mio feminile avviso sarà utile, e per ciò vi priego che di spezial grazia mi facciate di non rifiutare né avere a vile quel piccioletto dono il quale io vi farò venire, ma considerando che le donne secondo il lor picciol cuore piccole cose danno, più al buono animo di chi dà riguardando che alla quantità del don, riguardiate ... ” E fattesi venire per ciascuno due paia di robe, l'un foderato di drappo e l'altro di vaio, non miga cittadine né da mercatanti ma da signore, e tre giubbe di zendado e pannilini, disse: “Prendete queste: io ho delle robe il mio signore vestito con voi: l'altre cose, considerando che voi siate alle vostre donne lontani e la lunghezza del cammin fatto e quella di quel che è a fare e che i mercatanti son netti e dilicati uomini, ancor che elle vaglian poco, vi potranno esser care ... ” I gentili uomini si maravigliarono e apertamente conobber messer Torello niuna parte di cortesia voler lasciare a far loro, e dubitarono, veggendo la nobilità delle robe non mercatantesche, di non essere da messer Torel conosciuti: ma pure alla donna rispose l'un di loro: “Queste son, madonna, grandissime cose e da non dover di leggier pigliare, se i vostri prieghi a ciò non ci strignessero, alli quali dir di no non si puote ... ” Questo fatto, essendo già messer Torel ritornato, la donna, accomandatigli a Dio, da lor si partì, e di simili cose di ciò, quali a loro si convenieno, fece provedere a' famigliari ...
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Decameron (pagina 185)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Partissi adunque il Saladino e' compagni con grandissimo animo, se vita gli durasse e la guerra la quale aspettava nol disfacesse, di fare ancora non minore a messer Torello che egli a lui fatto avesse; e molto e di lui e della sua donna e di tutte le sue cose e atti e fatti ragionò co' compagni, ogni cosa più commendando ... Venuto il tempo del passaggio e faccendosi l'apparecchiamento grande per tutto, messer Torello, non obstanti i prieghi della sua donna e le lagrime, si dispose a andarvi del tutto: e avendo ogni appresto fatto e essendo per cavalcare, disse alla sua donna, la quale egli sommamente amava: “Donna, come tu vedi, io vado in questo passaggio sì per onor del corpo e sì per salute dell'anima: io ti raccomando le nostre cose e 'l nostro onore; e per ciò che io sono dell'andar certo e del tornare, per mille casi che possan sopravenire, niuna certezza ho, voglio io che tu mi facci una grazia: che che di me s'avegna, ove tu non abbi certa novella della mia vita, che tu m'aspetti uno anno e un mese e un dì senza rimaritarti, incominciando da questo dì che io mi parto ... ” E fattasi la festa insieme grande, di reali vestimenti il fé vestire; e nel cospetto menatolo di tutti i suoi maggior baroni e molte cose in laude del suo valor dette, comandò che da ciascun, che la sua grazia avesse cara, così onorato fosse come la sua persona ... L'altezza della subita gloria, nella quale messer Torel si vide, alquanto le cose di Lombardia gli trassero della mente e massimamente per ciò che sperava fermamente le sue lettere dovere essere al zio pervenute ...
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Decameron (pagina 190)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Come Gualtieri questo ebbe fatto, così fece veduto a' suoi che presa aveva una figliuola d'uno de' conti da Panago; e faccendo fare l'apresto grande per le nozze mandò per la Griselda che a lui venisse; alla quale venuta disse: “Io meno questa donna la quale io ho nuovamente tolta e intendo in questa sua prima venuta d'onorarla; e tu sai che io non ho in casa donne che mi sappiano acconciar le camere né fare molte cose che a così fatta festa si richeggiono: e per ciò tu, che meglio che altra persona queste cose di casa sai, metti in ordine quello che da far ci è, e quelle donne fa invitar che ti pare e ricevile come se donna di qui fossi: poi, fatte le nozze, te ne potrai a casa tua tornare ... Gualtieri, al qual pareva pienamente aver veduto quantunque disiderava della pazienza della sua donna, veggendo che di niente la novità delle cose la cambiava e essendo certo ciò per mentecattaggine non avvenire, per ciò che savia molto la conoscea, gli parve tempo di doverla trarre dell'amaritudine la quale stimava che ella sotto il forte viso nascosa tenesse; per che, fattalasi venire, in presenzia d'ogn'uomo sorridendo le disse: “Che ti par della nostra sposa?” “Signor mio, “ rispose Griselda “a me ne par molto bene; e se così è savia come ella è bella, che 'l credo, io non dubito punto che voi non dobbiate con lei vivere il più consolato signor del mondo; ma quanto posso vi priego che quelle punture, le quali all'altra, che vostra fu, già deste, non diate a questa, ché appena che io creda che ella le potesse sostenere, sì perché più giovane è e sì ancora perché in dilicatezze è allevata, ove colei in continue fatiche da piccolina era stata ... ” E così detto l'abracciò e basciò: e con lei insieme, la qual d'allegrezza piagnea, levatosi n'andarono là dove la figliuola tutta stupefatta queste cose ascoltando sedea e, abbracciatala teneramente e il fratello altressì, lei e molti altri che quivi erano sgannarono ... – Conclusione La novella di Dioneo era finita, e assai le donne, chi d'una parte e chi d'altra tirando, chi biasimando una cosa, un'altra intorno a essa lodandone, n'avevan favellato, quando il re, levato il viso verso il cielo e vedendo che il sole era già basso all'ora di vespro, senza da seder levarsi così cominciò a parlare: –Addorne donne, come io credo che voi conosciate, il senno de' mortali non consiste solamente nell'avere a memoria le cose preterite o conoscere le presenti, ma per l'una e per l'altra di queste sapere ...
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Decameron (pagina 191)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Noi, come voi sapete, domane saranno quindici dì, per dovere alcun diporto pigliare a sostentamento della nostra santà e della vita, cessando le malinconie e' dolori e l'angosce, le quali per la nostra città continuamente, poi che questo pistolenzioso tempo incominciò, si veggono, uscimmo di Firenze; il che, secondo il mio giudicio, noi onestamente abbiam fatto, per ciò che, se io ho saputo ben riguardare, quantunque liete novelle e forse attrattive a concupiscenzia dette ci sieno e del continuo mangiato e bevuto bene e sonato e cantato (cose tutte da incitare le deboli menti a cose meno oneste), niuno atto, niuna parola, niuna cosa né dalla vostra parte né dalla nostra ci ho conosciuta da biasimare: continua onestà, continua concordia, continua fraternal dimestichezza mi ci è paruta vedere e sentire; il che senza dubbio in onore e servigio di voi e di me m'è carissimo ... Il quale prima che io le conceda, brievemente a alcune cosette, le quali forse alcuna di voi o altri potrebbe dire (con ciò sia cosa che a me paia esser certissimo queste non dovere avere spezial privilegio più che l'altre cose, anzi non averlo mi ricorda nel principio della quarta giornata aver mostrato), quasi a tacite quistion mosse di rispondere intendo ... Saranno per avventura alcune di voi che diranno che io abbia nello scriver queste novelle troppa licenzia usata, sì come in fare alcuna volta dire alle donne e molto spesso ascoltare cose non assai convenienti né a dire né a ascoltare a oneste donne ... E se forse pure alcuna particella è in quella, alcuna paroletta più liberale che forse a spigolistra donna non si conviene, le quali più le parole pesan che' fatti e più d'apparer s'ingegnan che d'esser buone, dico che più non si dee a me esser disdetto d'averle scritte che generalmente si disdica agli uomini e alle donne di dir tutto dì ‘foro’ e ‘caviglia’ e ‘mortaio’ e ‘pestello’ e ‘salsiccia’ e ‘mortadello’ , e tutto pien di simiglianti cose ... Appresso assai ben si può cognoscere queste cose non nella chiesa, delle cui cose e con animi e con vocaboli onestissimi si convien dire, quantunque nelle sue istorie d'altramenti fatte che le scritte da me si truovino assai; né ancora nelle scuole de' filosofanti dove l'onestà non meno che in altra parte è richesta, dette sono; né tra cherici né tra filosofi in alcun luogo ma ne' giardini, in luogo di sollazzo, tra persone giovani benché mature e non pieghevoli per novelle, in tempo nel quale andar con le brache in capo per iscampo di sé era alli più onesti non disdicevole, dette sono ... Le quali, chenti che elle si sieno, e nuocere e giovar possono, sì come possono tutte l'altre cose, avendo riguardo all'ascoltatore ...
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Decameron (pagina 192)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Conviene nella moltitudine delle cose diverse qualità di cose trovarsi ... Senza che, a avere a favellare a semplici giovinette, come voi il più siete, sciocchezza sarebbe stata l'andar cercando e faticandosi in trovar cose molte esquisite, e gran cura porre di molto misuratamente parlare ... Le cose brievi si convengon molto meglio agli studianti, li quali non per passare ma per utilmente adoperare il tempo faticano, che a voi donne, alle quali tanto del tempo avanza quanto negli amorosi piaceri non ispendete ... Né dubito punto che non sien di quelle ancor che diranno le cose dette esser troppe, piene e di motti e di ciance, e mal convenirsi a un uomo pesato e grave aver così fattamente scritto ... Confesso nondimeno le cose di questo mondo non avere stabilità alcuna ma sempre essere in mutamento, e così potrebbe della mia lingua essere intervenuto; la quale, non credendo io al mio giudicio, il quale a mio potere io fuggo nelle mie cose, non ha guari mi disse una mia vicina che io l'aveva la migliore e la più dolce del mondo: e in verità, quando questo fu, egli erano poche a scrivere delle soprascritte novelle ...
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Diario del primo amore (pagina 2)
di Giacomo Leopardi (estratti)
... E una delle cagioni di ciò (oltre l'essere ora il cuor mio troppo signoreggiato da un sembiante), come anche di tutta questa mia crisi, è, come poi pensando m'è parso di poter affermare, l'impero che, se non fallo, per natura mia, hanno e debbono avere nella mia vita sopra di me due cose ... Ieri sera la continua malinconia di tre giorni, la spessa e lunga tensione del cervello, tre notti non dormite, l'inquietudine, il mangiar meno del solito, m'aveano alquanto indebolito, e istupiditami la testa; nondimeno io era e sono contento di questo stato di malinconia uguale uguale, e di meditazione, vedendomi anche l'animo più alto, e non curante delle cose mondane e delle opinioni e dei disprezzi altrui, e il cuore più sensitivo molle e poetico ... Oggi durano appresso a poco gl'istessi pensieri e sentimenti di ieri e di ieri sera, la stessa svogliatezza al cibo e ad ogni diletto, in particolare alla lettura, e massime di cose d'amore, perchè come io non posso vedere bellezze umane reali, così nè anche descritte, e mi fa stomaco il racconto degli affetti altrui ... Tornavami l'appetito, passavami per la mente un pensiero che avrei fatto bene a ripigliare lo studio, pareami d'esser fatto meno restio al ridere e meno svogliato a certi dilettucci della giornata, ricominciava a ragionare tra me stesso così di questa come d'altre cose tranquillamente come soglio, di maniera che io con molto dispiacere n'argomentava che presto sarei tornato come prima ... Lo stesso turbamento di stomaco nel sentir parole allegre, lo stesso dolore, la stessa profonda e continua meditazione, e quasi anche la stessa smania e lo stesso affanno, le quali due cose in genere non mi parea d'aver mai provate veramente fuori che la sera e notte del Sabato, tutta la Domenica, e (ma già molto rintuzzate) la prima parte del Lunedì ...
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Diario del primo amore (pagina 4)
di Giacomo Leopardi (estratti)
... La quale già si va dileguando, in tanto che io nelle mie occupazioni ricomincio ad amar l'ordine, quando ne' giorni addietro non lo curava e più tosto l'odiava, e m'adatto al ridere, e al pensare di proposito ad altre cose, e allo studiare; eccetto che l'amor dello studio provo di racconciarlo colla passione, proponendo così in aria di scrivere qualche cosa dov'io possa ragionare con quella Signora, o introdurla a favellare; e immaginandomi di potere forse una volta divenuto qualche cosa di grande nelle lettere, farmele innanzi in maniera da esserne accolto con piacere e stima ... Ora di questo lungo solco che la passione partendo mi lascerà nel cuore, e che principalmente consisterà in un certo indistinto desiderio, e scontento delle cose presenti, e in accessi più o meno lunghi e risentiti della solita lamentevole e tenera ricordanza che in particolare mi sarà destata dagli oggetti esterni (come quelli che ieri specificai), non intendo di scriver più altro, bastandomi d'aver tenuto dietro agli affetti miei sino al vederli languire, ed esser chiaro del modo nel quale si spegneranno ... Del resto tanto è lungi ch'io mi vergogni della mia passione, che anzi sino dal punto ch'ella nacque, sempre me ne sono compiaciuto meco stesso, e me ne compiaccio, rallegrandomi di sentire qualcheduno di quegli affetti senza i quali non si può esser grande, e di sapermi affliggere vivamente per altro che per cose appartenenti al corpo, e d'essermi per prova chiarito che il cuor mio è soprammodo tenero e sensitivo, e forse una volta mi farà fare e scrivere qualche cosa che la memoria n'abbia a durare, o almeno la mia coscienza a goderne, molto più che l'animo mio era ne' passati giorni, come ho detto, disdegnosissimo delle cose basse, e vago di piaceri tra dilicatissimi e sublimi, ignoti ai più degli uomini ...
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La divina commedia (pagina 33)
di Dante Alighieri (estratti)
... E i raggi ne ferien per mezzo 'l naso,
perché per noi girato era sì 'l monte,
che già dritti andavamo inver' l'occaso,
quand'io senti' a me gravar la fronte
a lo splendore assai più che di prima,
e stupor m'eran le cose non conte;
ond'io levai le mani inver' la cima
de le mie ciglia, e fecimi 'l solecchio,
che del soverchio visibile lima ... Ed elli a me: "Però che tu rificchi
la mente pur a le cose terrene,
di vera luce tenebre dispicchi ... Quando l'anima mia tornò di fori
a le cose che son fuor di lei vere,
io riconobbi i miei non falsi errori ...
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La divina commedia (pagina 51)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ciò che da essa sanza mezzo piove
libero è tutto, perché non soggiace
a la virtute de le cose nove ... Tu dici: "Io veggio l'acqua, io veggio il foco,
l'aere e la terra e tutte lor misture
venire a corruzione, e durar poco;
e queste cose pur furon creature;
per che, se ciò ch'è detto è stato vero,
esser dovrien da corruzion sicure" ... Li angeli, frate, e 'l paese sincero
nel qual tu se', dir si posson creati,
sì come sono, in loro essere intero;
ma li elementi che tu hai nomati
e quelle cose che di lor si fanno
da creata virtù sono informati ...
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La divina commedia (pagina 57)
di Dante Alighieri (estratti)
... Le vostre cose tutte hanno lor morte,
sì come voi; ma celasi in alcuna
che dura molto, e le vite son corte ... "O cara piota mia che sì t'insusi
che, come veggion le terrene menti
non capere in trïangol due ottusi,
così vedi le cose contingenti
anzi che sieno in sé, mirando il punto
a cui tutti li tempi son presenti;
mentre ch'io era a Virgilio congiunto
su per lo monte che l'anime cura
e discendendo nel mondo defunto,
dette mi fuor di mia vita futura
parole gravi, avvegna ch'io mi senta
ben tetragono ai colpi di ventura;
per che la voglia mia saria contenta
d'intender qual fortuna mi s'appressa:
ché saetta previsa vien più lenta" ...
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Fermo e Lucia (pagina 54)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Santissima Vergine, che razza di bene! Io non vorrei dir cose da non dirsi in sua presenza, signora madre, e, so ben io quel che dico; ella sa molto di cose alte, di quelle che si trovano sui libri, ma le cose del mondo non è obbligata a conoscerle, e certe cose che potrei contare sarà meglio tacerle ... le cose si sanno purtroppo: e d'una poveretta in particolare, io non ho potuto a meno di non saperlo, perchè eravamo amiche, e me ne piange il cuore tuttavia ... » «E tutto questo,» continuò Lucia, «senza parlare dal tetto in su; perchè all'altro mondo, Dio sa come andranno le cose ... » «Ma quel signore,» riprese la monaca, «era egli di stucco? non la sapeva far rispettare? lasciava la briglia sul collo a quei tangheri?» «Fortunata lei,» rispose Lucia, «che non sa come vanno queste cose ... Geltrude rinvenne e s'avvide che questo suo modo di disapprovare il seduttore non era più conveniente alla sua condizione di quello che fosse stato quel primo compatimento, e che invece di togliere il sospetto o almeno lo stupore che quello poteva aver fatto nascere, lo avrebbe accresciuto, e si ripigliò dicendo: «Del resto, son cose che io non posso conoscere; ma già l'avrete inteso anche dai predicatori che quelli che seducono le povere figliuole sono i primi a sprezzarle ...
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Fermo e Lucia (pagina 65)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Cose che non vanno bene, non vanno bene, Padre molto reverendo: Ella conosce il mondo, e m'insegnerà che queste cose non vanno bene ... Mio nipote è giovane, e questo religioso, da quel che sento» e qui cavò la sua vacchetta, l'aperse, vi diede un'occhiata per lasciar supporre al padre che vi erano notate di gran cose, e continuò con un'aria misteriosa: «questo religioso ha ancora tutte le inclinazioni della gioventù ... Gran cura ponevano quei vecchj pensatori in un negozio, di gran parole spendevano, ci pensavano assai, andavano per le lunghe, v'impiegavano il tempo conveniente; ma bisogna anche confessare che facevano poi cose grandi ...
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Fermo e Lucia (pagina 66)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Voi sapete far tante cose! Non sarete più contento, quando mi vedrete tranquilla?» «Ma sono queste cose da pensare, e da dire?» rispose Egidio ... Perchè fare ancora delle cose, che si vorranno dimenticare e non si potrà? Non ne abbiamo abbastanza?» «Ah! ah!» rispose Egidio, «così siete disposta a compiacermi? Adesso vi nascono gli scrupoli eh! Più conto fate d'una villana, che conoscete appena da otto o dieci giorni che di me ...
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Fermo e Lucia (pagina 98)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Non parliamo di queste cose, mamma,» disse Lucia sospirando; «non ne parliamo ... ah! le cose non sarebbero andate a quel modo ... Lucia però seppe per allora e per qualche tempo schermirsi dal soddisfare alla curiosità materna, allegando sempre che era inutile il pensare a cose che le circostanze rendevano impossibili ... Commise egli adunque al suo Cappellano crocifero di aggirarsi fra il popolo, e di osservare lo stato delle cose, la disposizione degli animi, di vedere se v'era rimasta in paese gente di mala intenzione, se insomma si poteva partire col cuore quieto, lasciando Lucia nel luogo, dove alcuni giorni prima non era stata sicura ... Don Valeriano guardò in faccia a Donna Margherita, la quale assentì con una occhiata: Donna Beatrice, non guardata da loro, gli guardò entrambi con ansietà per vedere se avevano inteso, se avrebbero fatto vista d'intendere: Donna Ersilia continuò a guardare la croce del Cardinale, la porpora, a seguire con l'occhio la mano per osservare l'anello, che erano le cose per le quali s'era fatta una festa di venire a far quella visita ...
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Fermo e Lucia (pagina 105)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Costoro osservato lo stato delle cose, fatte le loro ragioni, trovarono che comperando il riso ad un prezzo molto maggiore dell'assegnato arbitrariamente si poteva fare ancor molto guadagno: offersero quel prezzo ai possessori, i quali non rispondevano di non aver riso da vendere a chi lo pagava più di quello che comandava la legge ... Quello che si è detto del riso accadeva di tutti gli altri grani: come il possederli, il farne commercio, era un rischio dell'avere e della persona, un soggetto di terrore, un peso di sospetto pubblico, quasi un marchio d'infamia, così avvenne che questo commercio non fosse quasi più ricercato che dagli uomini i più esperti ad eludere il rischio, i più agguerriti contra l'odio e contra l'infamia; i quali sapevano come tutte queste cose, affrontate e sofferte con una certa sapienza particolare possono fruttare danari ... Questi stordito dai richiami continui e crescenti del popolo, stordito dal vedere che tutti i provvedimenti già dati invece di togliere il male lo avevano accresciuto, non sapendo più che fare, e persuaso che qualche cosa bisognava pur fare, s'appigliò al partito di quelli che non veggono nelle cose reali un elemento ragionevole di determinazione: fece un'ipotesi ... Ammessa l'ipotesi, tutte le cose si raddrizzavano, e correvano a verso ... Il poveruomo non badò che cosa fosse conchiudere dal supposto al fatto, operare come se le cose fossero in un stato diverso da quello in cui erano: non pose mente a distinguere che quel tale prezzo moderato era un bene in quanto fosse stato conseguenza naturale della proporzione tra la ricerca, e la quantità esistente, ma non un bene per sè, e in ogni modo ... Ordini meno iniqui e meno insani avevano trovato nelle volontà, nella natura stessa delle cose, ostacoli invincibili, ed erano rimasti senza esecuzione, ma alla esecuzione di questo vegliava il popolo il quale come era ben naturale l'aveva accolto con un grido di esultazione; e vedendo finalmente esaudito e convertito in legge il suo desiderio, non sofferiva che fosse da burla ... Il popolo stesso affrettava questo momento: quantunque gridasse risolutamente e tenesse confusamente che quel prezzo stabilito era equo, ragionevole, sentiva però anche confusamente che esso era come in guerra con tutto il resto delle cose, che era l'effetto d'una volontà e non della natura, e prevedeva pure confusamente che la cosa non avrebbe potuto andar così sempre, nè a lungo ...
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Fermo e Lucia (pagina 112)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... molte cose che dovevano stare segrete, insomma tutto il sistema era un ostacolo ... Quelle tali facce, delle quali già al mattino ne aveva riconosciuta alcuna quel prudente le cui parole avevano dato da pensare a Fermo, andavano ora in ronda più che mai, origliando, sguaraguatando, intromettendosi ai discorsi per andare a riferire qualche cosa ai magistrati, i quali tra la battisoffia e la stizza stavano consultando, e aspettando di conoscere un po' meglio lo stato delle cose, di vedere le acque un po' abbassate per piantare un qualche argine ... «Signori miei cari, sentano un poco anche me, che ho delle cose giuste da dire ... Dunque ha potuto fare le cose giuste, e mettere in prigione un tiranno; ma eh! eh! ... ce n'è tanti altri; e la cosa è chiara, perchè lo dicono anche le gride: che il mondo è pieno di tiranni che fanno il Decalogo al rovescio, che vogliono tutte le cose a modo loro, ed è un modo da cani, che vanno in volta coi loro bravi, il fiore della canaglia, con certi uomini che cominciano in questo mondo a farsi la faccia che avranno a casa del diavolo, e con questi fanno e disfanno, e tiranneggiano la povera gente, e se un povero figliuolo cerca di maritarsi onestamente, signor no, essi non vogliono perchè ... Dunque dico io, siccome le gride non servono a nulla bisogna finirla; e dirlo al Ferrer, ma dirglielo in piazza, e in molti, che faccia fare il processo a tutti costoro, e poi, perchè ci vuol altro che una carrozza a condur prigione tutti costoro, bisognerà far venire oltre tutti quelli che maneggiano, e che sono come Ferrer, che hanno il timore di Dio e vogliono le cose giuste: e condurli alle case di questi tiranni, loro signori li conosceranno meglio di me, e farli metter tutti allo scuro, e far loro un buon processo, e giustizia sommaria, e poi far lo stesso anche fuori dalle porte di Milano, che vi so dir io che il bisogno è grande ...
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Fermo e Lucia (pagina 117)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Poco a poco però cominciò egli a ricordarsi della grida, del nome, e del negozio, delle istanze dell'oste, e dei suoi rifiuti; ma come diavolo, l'uomo nero sapeva egli appuntino quel nome e cognome che Fermo non aveva mai voluto pronunziare? E poi, come erano cangiate le cose a segno, che colui il quale doveva in quella giornata fare il legislatore, la cominciasse coi birri al fianco per andare in prigione? – Qualche mistero ci dev'essere, – disse Fermo tra sè: – e intanto se potessi con un po' di buona grazia uscire dalle mani di costoro, sarebbe meglio ... » «Bravo, bravo figliuolo,» disse il notajo, «voi pensate con giudizio: se farete le cose con garbo ne uscirete presto e bene; ma lo direte a chi ha l'autorità di farvi rilasciar subito: è una formalità da nulla; ma io non posso far niente ... Ma il notajo s'era tirato verso la finestra, e aprendo le impannate (chè i vetri in quel tempo erano riserbati soltanto alle case signorili, anzi alla parte più signorile di esse) guardò nella via non senza inquietudine, e vide che le cose non erano già più come le aveva trovate nel venire: i popolani sbucavano come vespe dalle case, e si riunivano a sciami: il ronzio sordo cresceva, e, quello che al notajo parve un segno mortale, le ronde che giravano per impedire l'attruppamento, cominciavano a procedere con molta buona creanza ... Scesa la scaletta, il notajo fece un cenno ai birri, e disse a Fermo: «abbiate pazienza, fanno il loro dovere»; e mentre gli proferiva questa bella parola, i birri afferrarono, l'uno la destra l'altro la sinistra di Fermo, e le allacciarono con certi strumenti, che (per quell'uso comune d'ingentilire le cose col nome) si chiamavano manichini, ed erano congegnati in modo che colui che gli aveva intorno ai polsi era fortemente tenuto senza che apparisse alcun segno di violenza; e il tenuto e il tenente potevano parere due amici che passeggiassero stretti per la mano ... La via formicolava di gente, e Fermo cercava di rallentare il passo per osservare quelli che andavano, e venivano, e per udire se non si parlava più nulla delle cose del giorno antecedente, per accertarsi se la disposizione degli animi era affatto mutata ...
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Fermo e Lucia (pagina 122)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Quanto alla storia naturale, non aveva a dir vero attinto alle fonti, e non teneva nella sua biblioteca, nè Aristotele, nè Plinio, nè Dioscoride; giacchè come abbiam detto Don Valeriano non era un professore, ma un uomo colto semplicemente: sapeva però le cose le più importanti e le più degne di osservazione; e a tempo e luogo poteva fare una descrizione esatta dei draghi e delle sirene, e dire a proposito che la remora, quel pescerello, ferma una nave nell'alto, che l'unica fenice rinasce dalle sue ceneri, che la salamandra è incombustibile, che il cristallo non è altro che ghiaccio lentamente indurato ... Aveva poi un tesoretto, una raccolta manoscritta di alcune lettere dello stesso grand'uomo; e su quelle si studiava di modellare quelle che gli occorrevano di scrivere per qualche negozio, o per isciogliere qualche ingegnoso quesito che gli veniva proposto: e a dir vero le lettere di Don Ferrante erano ricercate con qualche avidità, e giravano di mano in mano per la scelta e la copia dei concetti e delle immagini ardite, e sopra tutto pel modo sempre ingegnoso di porre la questione, e di guardare le cose; stavano però male di grammatica e di ortografia ... Vi sarebbero molte altre cose da dire, chi volesse compire il ritratto di questo personaggio; ma per amore della brevità, ce ne passeremo, tanto più ch'egli non ha quasi parte attiva nella nostra storia ... Non rimaneva dunque a Donna Prassede altro dominio che su la sua persona, sul modo d'impiegare il suo tempo, su le persone addette specialmente al suo servizio: cose tutte nelle quali Don Ferrante lasciava fare; poteva ella in somma dare tutti gli ordini l'esecuzione dei quali non portasse una spesa, o che non fossero in opposizione alle abitudini e alle volontà risolute di Don Ferrante ...
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Fermo e Lucia (pagina 129)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Disciplina generale non v'era in un esercito, nè avrebbe potuto conciliarsi con le varie autorità private dei condottieri: e questi, prima di tutto non si curavano di mantenere una disciplina particolare nei loro reggimenti, perchè non avevano per questa parte responsabilità verso nessuno; e quand'anche alcuno di essi a cose pari avesse pur desiderato di contenere i suoi soldati in un qualche rispetto per le proprietà e per le persone degli abitanti, questo disegno sarebbe stato per lo più o contrario ai suoi interessi, o superiore alle sue forze ... Gli abitanti ammoniti dall'esempio recente e dalla prossima ruina avevano o nascoste sotterra, o trasportate in fretta sui monti le cose più preziose, e le più facili a trasportarsi; e molti di essi s'erano appiattati lassù, abbandonando le case ... Con tanto più di furore v'entrarono quelle masnade, e delle cose lasciate, presero tutto ciò che poteva loro servire e sperperarono ed arsero il resto, mobili, botti, travi ... I sopravvegnenti, trovando la distruzione dove avrebbero voluto portarla, si vendicavano su le cose e su le persone che capitavano loro alle mani, come di un furto che fosse stato loro fatto: e tanta cupidigia frustrata tornava ...
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Fermo e Lucia (pagina 138)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Lo stesso contraddittore signor Lucio partì da quella disputa più pensoso; perchè le predizioni astrologiche erano di quelle cose ch'egli riponeva non nei sogni della scienza, ma nei canoni del buon senso ... Quando ora si considera quali cose fossero a quei tempi tenute generalmente per vere, con che fronte sicura sostenute, e predicate, con che fiducia applicate ai casi, e alle deliberazioni della vita, si prova facilmente per gli uomini di quella generazione una compassione mista di sprezzo e di rabbia, e una certa compiacenza di noi stessi; non si può a meno di non pensare che se uno di noi avesse potuto trovarsi in quella età con le idee presenti, sarebbe stato in molte cose l'uomo il più illuminato, e nello stesso tempo il bersaglio di tutte le contraddizioni ... E se anche noi ora viventi tenessimo per verissime cose che sieno per dar molto da ridere alle età venture? cose da far dire un giorno: pare impossibile che quei nostri vecchj con tanta pretensione di coltura fossero incocciati di errori tanto marchiani ...
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Fermo e Lucia (pagina 139)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Del resto rispose spiacergli assai di non trovarsi a Milano a fare ogni uficio per sollevare quella povera città, ma sperare che i Decurioni avrebbero fatto cose grandi; pensassero essi, da quei bravi uomini che erano, al modo di far danari; esser questo il tempo di non guardare a spese, di profondere per la salvezza della patria; tutte le risoluzioni che essi avrebbero prese a questo fine e in questo senso, egli le avrebbe approvate ... In quelle angustie i Decurioni, accattavano somme a prestito, ne chiedevano in elemosina, ponevano contribuzioni particolari ai più facoltosi, aumentavano i carichi, ne inventavano di nuovi: ma il ricavo non bastava ai bisogni, e le cose andavano come potevano ... Sul principio fu pure fattibile contenerli entro qualche regola, ma coll'estendersi della peste andò crescendo la loro licenza; e a grado a grado, le case, le cose, le persone furono in loro balìa ...
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Fermo e Lucia (pagina 146)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » Lo sventurato Rodrigo lo divenne: si divincolava, mandava urli, lanciava bestemmie contra i monatti, e più contra il Griso, ch'egli vedeva frugare insieme con quel compagno nei cassettoni, spezzar le serrature dello scrigno, cavarne il danaro, e far le parti; mentre colui che teneva il padrone dava un'occhiata a questo per tenerlo bene, e una occhiata a quegli altri, dicendo: «fate le cose da galantuomini, altrimenti ... Di questa differenza v'era molte cagioni, alcune presenti, altre antiche, quale nelle persone, e quale nelle cose; la ricerca delle quali cagioni è fuori affatto del nostro argomento ... Tutte queste passioni crescevano nell'animo di Fermo di pari passo che il vigore nelle sue membra; e quando queste furono ben riconfortate, egli con la risolutezza d'un giovane convalescente, disse in se stesso: – andrò, e vedrò io come stanno le cose – ... Il pericolo della cattura gli dava poca molestia; da quello che si passava in Bergamo, egli vedeva che la peste assorbiva o affogava tutte le sollecitudini, ch'ella era come un'obblivione o un giubileo generale per tutte le cose passate; vedeva che i magistrati avevano ben poca forza e poca voglia d'agire contra i delitti della giornata, e tanto meno contra reati ormai rancidi; e sapeva per la voce pubblica che in Milano il rilasciamento d'ogni disciplina buona e cattiva era ancor più grande ...
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Il benefattore (pagina 8)
di Luigi Capuana (estratti)
... Ne aveva parlato, il giorno dopo, con suo padre, strappandogli quasi per forza una confessione di quel triste stato di cose ... —Come non vincere, se si hanno alleati di questa forza? A miss Elsa parve che suo padre dicesse queste cose con sottile accento di affettuosa malizia, e arrossì ... Ma, appunto in quel momento, dopo le tristi cose accennate dal padre, le parve che la dichiarazione di Paolo, e il loro fidanzamento di un istante fossero stati un sogno, nient'altro che un sogno ...
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Il colore del tempo
di Federico De Roberto (estratti)
... E questo mi pare evidente: chè, morti gli emerocallidi, i petali secchi vanno a finire nella spazzatura; mentre coi vecchi fogli si possono fare tante cose: anche libri ... Manca ai nostri scrittori la lena necessaria a concepire e condurre a buon fine le grandi opere organiche? È il bisogno del lucro, in questa nostra società, dove la concorrenza cresce ogni giorno e la lotta per la vita diviene sempre più aspra, quello che sminuzza in tal modo la produzione intellettuale? O non accade piuttosto così per la tirannia del giornale, nuovo mostro che si nutre di cervella e di midolle vive? Il costume democratico, come ha trasformato tante altre cose, non ha anch'esso contribuito a trasformare le forme del pensiero, e a mettere in voga le brevi, succose ed enciclopediche scritture a scapito delle ponderose, metodiche e particolari trattazioni?… Una sola di queste cause basterebbe alla spiegazione del fatto; tutt'e quattro insieme ne dànno pienamente ragione ... Non ridete: si tratta di cose serie ...
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Il colore del tempo (pagina 16)
di Federico De Roberto (estratti)
... Vogliamo dire che le società umane, progredite per certi rispetti, sono andate indietro per altri? Questo modo di ragionare è pericoloso; perchè chi distinguerà in quali cose abbiamo peggiorato e per quali altre siamo andati avanti? A Sparta si lasciavano morire i bambini deboli e mal fatti, per la salvezza della razza; è preferibile l'antico costume a quello presente di sostentare finchè è possibile le vite grame? E poi: quale fu veramente questa supremazia femminile ai tempi antichi, ed in che cosa consistette? Nella medesima Sparta le fanciulle erano educate come i giovani, si addestravano nelle palestre insieme con quelli ... Le donne, nell'età di mezzo, esercitarono la medicina, sostennero discussioni legali, combatterono, giudicarono? Ma quante fecero queste cose? Dieci, cento, mille? E le altre? E la più gran parte? E quasi tutte? Non continuarono quasi tutte a fare ciò che avevano fatto sempre? Secondo Gringoire e Filippo da Novara le donne dovevano filare e cucire; non leggere nè scrivere ... Occorre definire questa diversità? È proprio necessario indicare quali membri e quali organi sono più piccoli e deboli o più forti e gagliardi in ciascuno dei due sessi? Si deve proprio percorrere la scala di tutti gli esseri viventi per dimostrare che dovunque sono sessi, sono differenze, e che più si sale, più queste si aggravano? Basta la diversità della funzione sessuale, basta l'ufficio della maternità assegnato alla donna, per fare di lei un essere singolarissimo, profondamente diverso dall'uomo, capace di cose alle quali egli è inadatto, incapace delle cose alle quali egli è chiamato ... Le restano bensì forze per attendere ad altre cose: ma queste forze, tanto le fisiche quanto le morali, sono molto minori di quelle dell'uomo ...
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Il colore del tempo (pagina 21)
di Federico De Roberto (estratti)
... dall'altra parte, se non si credesse così, se non si nutrisse questa speranza, se tutti fossimo convinti che tutto è ineluttabile, che cosa faremmo?… DUE CIVILTÀ Fino a pochi anni addietro, quando i sociologhi in vena di profezia si proponevano la quistione della fine della nostra civiltà,—giacchè le civiltà fioriscono e finiscono come tutte le altre cose di questo mondo,—i sociologhi, dico, pensavano che la civiltà nostra soccomberebbe per opera di una nuova grande invasione barbarica, e vedevano nei Cinesi il nemico formidabile ... Certo il colonnello Tcheng-ki-tong ha ragione di dolersi perchè, dischiusi i porti cinesi ai commercianti europei, le prime cose che questi importarono furono le armi da fuoco ... Noi non staremo a confutare il bravo colonnello; ma vedete che egli è a giorno delle nostre cose molto meglio che noi delle sue ... E l'assalto dei buffets, nelle grandi feste ufficiali! Un Cinese che osservasse le cose d'Europa con la leggerezza degli Europei nel giudicare quelle cinesi, potrebbe scrivere nelle sue note di viaggio: «Le persone che compongono la classe più alta, quando sono in presenza del Capo dello Stato, non si mettono a tavola, ma vi si precipitano con furia guerresca…» ...
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Il colore del tempo (pagina 25)
di Federico De Roberto (estratti)
... Cento doganieri dell'estetica appostati sull'entrata di un salone a respingerne ogni oggetto non bollato per raffinatissimo, non possono impedire che la raccolta di troppe cose squisite esprima un gusto se non eteroclito, eterodosso ... Originale, libero, pronto ad apprezzare tutto ciò che è nuovo e vivo e utile, lo spirito americano si distingue ancora per quella particolare specie di scetticismo che il Giacosa definisce: «previsione generica di doversi un giorno ricredere su tutte le cose attualmente credute» e che non è ignota al pensiero europeo contemporaneo ... Essa imprigionò gli arcivescovi, vietò i bagni come costume pagano, si mescolò nelle cose civili sino ad occuparsi delle riscossioni doganali ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 20)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Che eleganza, che grazia, anche lì! E come era bello, in luoghi così umili, così poco osservati, quasi schivi di attirare la curiosità del viandante, imbattersi in quelle piccole maraviglie, vera fioritura dell'arte d'un popolo che apre gli occhi alla vita dello spirito, e pensa, indaga e crea, nella giovinezza esuberante della sua immaginazione! Cose piccole, cose piccole, spesso da anteporsi alle grandi! Ed anche nelle grandi, dopo averle contemplate nella loro maestà, sono da osservare più attentamente le piccole ... E la signorina Cantelli fu piacevolmente maravigliata di saper tante cose nuove ad un tratto, guardando, paragonando, ascoltando; maravigliata ancora di conoscere, contro l'asserzione di tutte le guide, che le due fronti del palazzo dei Dogi, verso la piazzetta e verso la Laguna, non erano opera di Filippo Calendario, il famoso architetto e scultore, involto nella congiura del doge Marin Faliero, e perciò giustiziato nel 1354, settant'anni prima che il Senato deliberasse di atterrare le due fronti della fabbrica antica, edificata da Pietro Orseolo nel principio del dodicesimo secolo ... Infine, la cara Margherita imparava in breve ora tante belle cose, che accrescevano maravigliosamente la sua stima per Filippo Aldini; e beveva frattanto a stilla a stilla, assaporandolo, il più dolce tra tutti i veleni ... Le cose andavano; erano tutti di buon umore, quella sera, nel palco Zuliani, perfino la signora del luogo; e quando l'Aldini prese congedo, un altro giorno era felicemente sbarcato ... Giornate di scirocco, dice lei; il medico mi dà una zuppa di parole greche da accapponare la pelle; ma poi, se Dio vuole, conchiude che son cose da nulla ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 34)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Non proferì parola; ma ben si vedeva all'aspetto che molte cose gli bollivano dentro ... Le male cose che mi gettate in viso come un insulto ... — Riscaldati una volta! — Le male cose che mi gettate in viso come un insulto sanguinoso, — riprese Filippo con accento solenne, — non hanno virtù di commuovermi ... — Avanti, terribil guerriero! — Parla una donna; — rispose Filippo, con accento mutato; — e dirò in quella vece alla donna: Tutte le male cose che mi avete gettate in viso, ho voluto pensarle ancor io; e come le ho pensate, esagerandole molto, le ho dette; le ho dette, nella speranza di vincere con un eccesso di scrupoli la inconcepibile ostinazione di lui ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 44)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Egli si era tanto padroneggiato, da poter pensare a parecchie cose più o meno urgenti della giornata, da lasciar ordini per alcune operazioni bancarie, e da incaricare il signor Brizzi d'una gita all'albergo Danieli, per far le sue scuse al signor Anselmo del non esser egli potuto andare alla stazione, e dirgli che sarebbe andato a riverirlo più tardi ... Troppe cose, aveva finalmente pensato, troppe cose gli sarebbe stato necessario di scrivere ... Le cose d'un certo rilievo, si sa, vengon più facili a voce, che non per iscritto ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 52)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Ed ora, come dire tutte queste cose a Margherita? Erano discorsi da farsi a ragazze? Ma sì, pur troppo, viene il momento che anco alle ragazze bisogna parlare l'aspro e volgare linguaggio del brutto mondo in cui vivono, povere anime ignare! Del confidarsi alla moglie, perchè facesse lei il discorso, gli era pur venuta l'idea; ma subito l'aveva messa in disparte ... Mentre veniva innanzi, pensando queste cose con tanto giudizio, il signor Anselmo s'imbattè in sua moglie, che in compagnia di Federigo andava girando botteghe ... — Così disposte le cose, e felicissimo di trovar Margherita sola, affrettò il passo verso l'albergo ... — Come si fa ora a dirle tante brutte cose, a questa cara figliuola? — Margherita non gli aveva ancora letto negli occhi ... — Quante cose hai osservate in una notte! — Seconda vista, babbo; e si ha sempre, per le cose che premono ... Ma in verità, il parlare di queste cose ad una ragazza come te ...
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Intrichi d'amore (pagina 4)
di Torquato Tasso (estratti)
... FLAMINIO Mi piace che vi fate scorgere ancora in questo, come in tutte le altre cose ... FLAMINIO Non vi sta pur un pelo, che volete scopettare? GIALAISE Scopetta puro, ca una delle cose principali ped accat<t>arese amore è la policia ... FLAMINIO Lo credo, perchè queste son le sue cose ordinarie ... GIALAISE Ch'hai detto mo? FLAMINIO Dico che mi fate veder cose straordinarie ...
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Intrichi d'amore (pagina 17)
di Torquato Tasso (estratti)
... Scena 5 ALESSANDRO Chi vidde mai, Leandro, un uomo così sciocco come costui? Crederà anco che è calda la neve e freddo il fuoco! LEANDRO Crederà in fine quanto voi volete; e io non mi maraviglio che questo sciocco si lascia cadere nelle reti, ma stupisco d'alcuni che fanno il quantunque, quali pur traboccano in simili girandole, e non si avertono che questi astrologi dall'altrui informazioni e da una certa osservanza di parole e di gesti nostri ci danno ad intendere con indovinare le cose, della maniera che avete fatto voi con il Napolitano, e non che sia così in effetto ... ALESSANDRO È vero circa le cose future, delle quali non è verità determinata, poi che le stelle inclinano, e non necessitano le cose di sopra; ma circa le cose passate, sappi che è propria virtù, e la scienzia è vera ... Dall'altra parte, che ne vogliam far noi di queste cose, essendo altro l'intento nostro principale? Attendiamo dunque al fatto proprio, che è stolto colui che vede i fatti d'altrui, e si scorda de' suoi ... ALESSANDRO L'ingiuria di Cornelia e di Camillo è grandissima, fatta a tempo che non correvano queste cose, ma a tempo che io gli era marito, e perciò bisogna che io me ne vendichi ...
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Intrichi d'amore (pagina 27)
di Torquato Tasso (estratti)
... Scena 11 ALESSANDRO E io ti dico, Leandro, che l'onore s'ha da preporre a tutte le cose; e di due mali, si deve eleggere il manco ... S'al presente che sete in còlera dite così, non so poi se quel che potrebbe nascere averia l'effetto suo; che molte cose diciamo a sangue caldo, che raffreddato poi non si mandano in esecuzione ... LEANDRO Nelle cose che sono secrete, io non so questo onore di che colore si sia; se però da noi stessi non vi mettiamo sopra il tinto, come fanno alcuni, che si ponno celar le corna in seno, se le mettono in fronte ... ALESSANDRO Quella che è mastra di tutte le cose, l'esperienza dico, vi farà certa la speranza ch'avete in me ... Che cosa disegnate? ALESSANDRO Disegno segni mirabili nella vostra effigie; e perchè sono cose di molta importanza, ritiratevi in quel cantone, Leandro, acciò senza sospetto ella mi possa manifestare il vero ...
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L'Olimpia
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Ella non pensando d'aver a comparir fra gran cerchi di sí ampio teatro né fra sí gran numero di nobilissimi spirti, di persone di tanta autoritá, né di troppo severi e scropulosi giudici di bellezze di donne, appena ponendo i piè su la scena che vedea i volti conversi in lei ed esser bersaglio di tanti occhi, come vergine non ancora informata da alcuno delle cose del mondo, vergognosetta si tirò indietro: per non porsi a pericolo d'esser passata per punte di picche e trafitta nel vivo cosí in secreto come in publico, avea determinato piuttosto farsi monaca e invecchiarsi in un monistero e contentarsi delle poche lodi ch'avea avute da chi la vidde in casa sua, che procacciarsene maggiori uscendo in publico ... Vedetela caminare, con quanta leggiadria stende i passi; gustate la lingua che è melata e suave; uditene il parlare che è pieno di salsi scherzi e di gravi piacevolezze; ma il severo del volto non iscema il festevole di motti: cose ch'ave imparate a casa sua e non le sono state poste in bocca da altri ... Le cose riescono al contrario di quel che pensiamo: chi piú crede sapere manco sa, tal si crede avere una cosa in mano ch'altri poi gli la toglie, e si sta sempre in continuo travaglio ... Teh! ti sei fidata di me delle cose dell'onor tuo—ché ben sai che facesti in casa mia quando eri giovane,—e or tieni tanto secrete le cose altrui ...
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L'Olimpia (pagina 10)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Ben si dice che le cose simulate poco tempo ponno durare; ché questa mattina per i tuoi poco onesti portamenti se ne sarebbono accorte le pietre, non che le persone che hanno cervello, di questo tuo amore ... In tavola stavi sempre come stupido a contemplarla, non mangiavi se non delle cose che mangiava ella, non bevevi se non da quella parte dove ella poneva le sue labra, né ti nettavi la bocca se non col salvietto con che si aveva nettato la sua; poi facevi un menar di piedi sotto la tavola che l'hai fatto scappar la pianella dieci volte; e usavi certe zifoli che li intendevano i cani che rodevano l'osso sotto la tavola ... Tu devi avertire che Sennia è vecchia prattica delle cose del mondo, e queste cose le devono esser passate piú volte per le mani: so che non passerá una settimana che se n'accorgeranno le fanti, la famiglia e tutta la casa ...
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L'Olimpia (pagina 16)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Non son cose queste da dirsi alla larga ... Signor capitano, se non lo fate ligare e strascinar in prigione, storpiará alcuno e fará piú strane cose di queste ... Oh con quanto pericolo si guardano le cose che piacciono a molti! Un giovane insolente sotto nome di figliuolo onorato mi rubba l'onor mio e di mia figliuola, nelle cui nozze era tutta la speranza della mia contentezza ... Avertete, padrona, ch'io non ho colpa nessuna nelle cose di vostra figlia, avertete ...
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L'amore che torna (pagina 3)
di Guido da Verona (estratti)
... Mi fissò gli occhi negli occhi, con un riso esperto, e disse: — Non è così, forse? Non è vero che vi esaspera? Io non so come stiano le cose, ma penso che l'amore platonico non sia fatto per gli uomini del vostro temperamento! E continuò a ridere, di quel riso che m'irritava come una provocazione ... Un senso d'angoscia mi sopraffece, in cui v'era pure un senso di ostilità contro quella donna, contro quel profumo, contro tutte le cose che faceva o diceva per molestare la mia nervosità ... Quand'essa era in vita, tutte le cose intorno brillavano, abbagliavano, erano altrettante luci; man mano ch'essa muore, tutto a poco a poco si attenua, si vela, s'adombra ... Le cose tue che mi erano sommamente piaciute suscitarono in me quasi uno scherno; alcune lentezze della tua voce mi annoiarono, il vezzeggiativo con il quale usavi chiamare il mio nome, anch'esso mi dispiacque, la tua sensibilità eccessiva m'irritò, le tue tenerezze soverchie mi vennero a noia ... È finito, intendi? finito! E questa parola è irremediabile come tutte le cose che in sè racchiudono il nulla ... C'era in me un uomo piuttosto dedito alle forme, alle astrazioni delle cose, guidato da una morale rigida e da una chiara intelligenza, capace di sentimenti squisiti e spesso d'ingenuità puerili; raffinato ma non corrotto e facile all'ardore come allo sconforto; un uomo infine che amava e rispettava la vita ... Ma insieme un'altro v'era, che aveva per maggiore intento quello di esaurire tutte le sensazioni, di sviscerare le cose, per ricercarvi la vanità recondita, con una ...
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L'amore che torna (pagina 8)
di Guido da Verona (estratti)
... Parlammo ancora, di cose non gravi ... Edoarda si levò in silenzio, andò a prendere le sigarette che amava comprarmi e scegliermi ella stessa; portò anche una scatola in cui erano alcuni sigari prelibati: me li offerse tacitamente, senza guardarmi, però mettendo una infinita cura nel toccare le cose che per sua volontà mi appartenevano, cose che adoperavo io solo ...
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L'amore che torna (pagina 27)
di Guido da Verona (estratti)
... Sono cose che si dicono! Egli mi fissò con uno sguardo lungo, senza rispondere ... Io non sono per lei un amante, nè un fidanzato, nè un amico: sono semplicemente l'essere che la sua fantasia, per una scelta incomprensibile, ha voluto collocare al di sopra di tutte le cose ... » e costringermi a contare le sue lacrime, od opprimermi con una infinità di cose meschine, o sedersi ancora su le mie ginocchia, per parlarmi di una volta, di una volta, di una volta ... Le cose, gli uomini ed i sentimenti hanno tutti un loro inevitabile destino ...
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L'amore che torna (pagina 31)
di Guido da Verona (estratti)
... oh sì, di ridere disperatamente! Chiamano amore i loro capricci, amano e possono ridere, amano e possono vivere lontani, amano e possono pensare a mille altre cose nello stesso tempo! Ma chi di loro conosce veramente cosa sia questa orribile disperazione, l'amore? ... tante cose che la mia povera testa non coordina più ... — In queste cose la penso tutti i giorni allo stesso modo ... Resteremo amici lo stesso, ma preferisco mettere le cose in regola ...
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L'amore che torna (pagina 32)
di Guido da Verona (estratti)
... Se si tratta degli interessi, aggiungeremo anche quelli, e nel frattempo io saprò mettere le cose a posto con tutta mia pace ... — Ma se vi dico di no! — Caro signor conte, io so benissimo come stanno le cose ... — Oh, Dio, signor conte, sono cose delicate, cose che non mi riguardano ... che il signor conte, a Roma, era fidanzato con una signorina ricchissima, e noi, naturalmente, conoscendo come stanno le cose, si contava molto su questo, perchè la terra insomma è sempre terra, e con le crisi agricole ...
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L'amore che torna (pagina 37)
di Guido da Verona (estratti)
... — Però, visto che ragioniamo di cose gravi, — osservai — qualche volta può esservi di mezzo anche la coscienza ... Nel medesimo tempo mi andavo accorgendo ch'egli sapeva di me e della mia vita assai più cose ch'io non desiderassi ... Ero certo ormai ch'ella mi aveva mentito dalla prima all'ultima parola nel raccontarmi il suo passato; la storia che mi aveva tessuta non poteva essere la sua, non le calzava, era in molte cose dissimile da lei ... Quante cose da quel giorno lontano! Quante volte avevo sorpreso Elena in contraddizione palese con la storia che mi aveva narrata! Ella aveva la manìa di conservare una quantità di piccole cose che avevano appartenuto ...
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L'amore che torna (pagina 41)
di Guido da Verona (estratti)
... Ma tutte queste, ormai, son cose che ho già provate ad usura ... Vi sono molte cose, troppe cose, che non mi divertono più ... Quante cose vi sono, che in teoria sembran giuste, ma nella pratica vanno a cozzare contro l'impossibilità! Egli aveva sorriso di queste mie parole con un'aria d'intendimento ... D'altronde, queste cose non hanno importanza ...
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L'amore che torna (pagina 42)
di Guido da Verona (estratti)
... Ma col tempo lottava utilmente, come con tutte le cose difficili della vita, e forse doveva molto alla sua figura snella ed agile se in istrada, quand'usciva con la figlia, la contessina Amelia, la deliziosa contessina Amy, molti potevano ancora ingannarsi e prenderle per due sorelle ... Mi fecero conoscere molte persone, mi parlarono di varie cose, in modo superficiale; persone e cose che nulla avevano di ragguardevole, tranne una comune, indefinibile aria di ambiguità ...
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L'amore che torna (pagina 49)
di Guido da Verona (estratti)
... — Bene! Questo mi fa piacere, perchè infatti era una condizione di cose molto ambigua ... — Precisiamo le cose ... — Piano, mio caro tu precipiti! Ho molte cose che debbo dirti prima ...
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L'amore che torna (pagina 50)
di Guido da Verona (estratti)
... Non so perchè mi sentii nascere nell'anima una infinita, irreparabile tristezza, ed in quell'ora, per la prima volta, dopo essermi trastullato con tutte le cose che nel cuore umano hanno il valore d'un sentimento, compresi che l'amore poteva essere una piaga insanabile, un martirio di tutte le ore ... A lungo le nostre bocche rimasero congiunte, in silenzio; molte cose volevo dirle, ma una specie di paura vaga le seppelliva dentro il mio cuore; molte cose anch'ella mi taceva, trattenuta forse dalla medesima paura ...
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L'amore che torna (pagina 53)
di Guido da Verona (estratti)
... Come sei smemorato! quante cose hai dimenticate nella tua vita ... In questo momento le cose tue hanno una maledettissima iettatura ... La mattina Edoarda ed io ci alzavamo prestissimo; in campagna vi sono molte cose da fare: le galline, i fiori, le serre, i bimbi del giardiniere, l'araucaria che intisichisce ... Di quante cose diverse, tristi e gaie, profonde e frivole, si parlò insieme! Che anima tu hai perduto ... ho avuto il coraggio di dirle queste parole, io! Ella divenne tutta rossa, e dopo un silenzio mi rispose: — Credete che una donna possa non accorgersi di queste cose? A mia volta rimasi un po' perplesso e confuso; ella chinò la testa sul ricamo, io gettai una sigaretta accesa per accenderne un'altra ...
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L'amore che torna (pagina 59)
di Guido da Verona (estratti)
... Vuotò i cassetti, dispose le biancherie sul letto, gli abiti a mucchi su le poltrone, le scarpe da un lato, i libri, le cravatte, i profumi dall'altro, poi, mettendosi a ginocchi dinanzi al baule aperto: — Mi darai le cose ad una ad una, — disse; — io le riporrò ... La stanza era piena di sole; anche la coltre, i cuscini, gli abiti sparsi, le camice fresche di stiratura, i libri scompigliati, le boccette de' profumi, l'avorio dei pettini, le scatole, i gingilli, tutte le cose che si preparano a chi va via, tutto brillava, mandava una luce vivissima in quel giocondo sole ... Tutte le cose sue, tutte le mie che avesse toccate, sapevano di questo profumo tenace; anche lontano, dopo la partenza, mi sarebbe sembrato di rivivere con lei ... Una gelosia nuova, insana, mi torse lo spirito, ebbi la tentazione di gridarle forte: «Lascia quei bauli! Riponi le cose mie ... Oh, l'amore, che dice «sempre» — che dice «mai», che misura le sue forze anche al di là dalla vita e sfida in bellissimi lirismi tutte le necessità caduche del nostro infedele spirito! Mi parve in quel momento ch'ella fosse la sola colpevole del nostro abbandono, e mi cacciasse da sè per darsi ad altri amori, vietandomi ormai per sempre i suoi baci, le sue carezze, il suo profumo, tutte le cose che avevo pazzamente amate in lei ... — Guarda, — continuai; — le cose nostre avevano presa l'abitudine di stare insieme; ora bisogna scegliere, bisogna dire: «Questo è mio — questo è tuo ...
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L'amore che torna (pagina 61)
di Guido da Verona (estratti)
... tutte le più piccole cose: mi sentii vacillare ad ogni passo, e giunsi con Elena fino alla soglia di casa ... Tutte le cose circostanti attraevano il mio pensiero, molto lontano, fuori dalla realtà ... Passava un cavallo, e pensavo la storia di quel cavallo, zoppicante sul lastricato tutto il giorno; la storia del suo cocchiere, della sua posta; pensavo ad altri cocchieri, li vedevo incrociarsi urlando, facendo schioccar le fruste, rassegnati e grotteschi; mi parevano cose, non uomini, — cose più miserevoli del loro cavallo ... Volevo dirle infinite cose: non c'era più tempo, non c'erano più parole ...
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L'amore che torna (pagina 62)
di Guido da Verona (estratti)
... Nell'aurora, mentre la primavera laziale metteva sopra tutte le cose un colore indefinibile di eternità, lontana e raggiante Roma mi apparve, Roma dalle cento basiliche, simile a una grande isola, tutta bianca di palazzi, che stupendamente apparisse fuor da un oceano di vapori ... La sua bellezza non era tutta in lei, ma le viveva intorno come una immateriale presenza; e le cose che le appartenevano, i luoghi per dov'era passata, i pensieri che faceva nascere, le parole che aveva dette, rimanevano belle ... Nella mia vita randagia, fra i sentimenti e le cose, avevo trovato infine un essere d'elezione, ma senza imparare a conoscerlo se non nell'ora dell'abbandono ...
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L'amore che torna (pagina 65)
di Guido da Verona (estratti)
... Mi sentivo da tutte le cose circostanti piovere nell'anima una morte lenta, ed avrei voluto, in quel letto profondo, su quei cuscini che per me sapevano de' suoi capelli, addormentarmi nel sonno dal quale più non ci si desta, come colui che sia giunto alla meta ultima del suo pellegrinaggio ... Una volta colsi nel giardino i fiori più belli, ne feci una cassetta io stesso e li mandai all'indirizzo del suo teatro; ma questa e l'altre cose rimasero senza risposta ... Venne un professore da Roma e disse con maggior pompa le medesime cose incerte; mi trovò esaurito di spirito e di corpo, in uno stato lamentevole di eccitabilità, mi domandò anche se avessi avuto un dolore od una preoccupazione intensa ... In quel tempo desiderai di morire; lo desiderai con la medesima voluttà profonda che avevo messa nell'amare la vita; provavo l'impressione di un annegamento continuo; la forza degli altri e delle cose avverse mi pareva crescere a dismisura, la mia, farsi piccola ed inane ... A lui, nel delirio della febbre, raccontavo le cose più pazze, pregandolo che andasse via, che mi lasciasse morir solo; e l'amico dolce come un fratello sapeva trovar le parole atte a rendermi un poco di serenità ... Lunga e voluttuosa fu la convalescenza; tutte le cose più semplici, che la nostra sensibilità esperta non percepisce più, mi ferivano in quel rinascere; tutte le gioie tornavano, stillando come favi di miele nel sangue avido, ad una ad una ... Di questo amore, ch'era pur stato così grande, non rimaneva più nessuna visibile traccia; le cose, la distanza, il tempo, scorrevano sovr'esso con una indifferenza crudele ...
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L'amore che torna (pagina 73)
di Guido da Verona (estratti)
... Un giorno, che si parlava di tutte queste cose, Fabio mi domandò improvvisamente: — Infine, sei dunque pentito della tua pazzia? — Pentito? ... Poi, siccome volevo sapere molte cose, presi a domandargli con somma naturalezza: — Edoarda non ti ha mai parlato di me? — Sì, qualche volta, in principio; ma ora, da che sei tornato, evita manifestamente questo discorso ... Facevo queste cose puerili e mi pareva di non amarla; per lei non provavo che un senso di gelosa inimicizia, una curiosità piena d'irritazione ... Tutto di lei mi piaceva, e sommamente le cose che un tempo m'erano dispiaciute; il mio desiderio s'inaspriva d'una torbida sensualità ...
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L'amore che torna (pagina 83)
di Guido da Verona (estratti)
... — Oh, come sei ruvido! Perchè dici queste cose? Vedi, sei tu che mi offendi! Lasciò cadere il gomito che la reggeva e nascose la fronte contro la mia spalla ... — Chi pensa a queste cose facendo un regalo? Certo non te l'avrei potuto comperare, perchè se ne sarebbero forse avveduti; ma lo avevo; era un gioiello che tenevo caro, e per questo appunto mi piace che lo abbi tu ... — Da noi, e da troppe altre cose ... Le cose meno importanti son quelle che più mi fanno sentire questa mancanza di libertà ... Chissà quante cose nascoste vi sono! ...
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L'arte di prender marito (pagina 24)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Qual è l'uomo che a queste parole non si sente arrossire fin nei capelli, che non si inginocchia dinanzi a lei e suggella il suo perdono con tenerezze più calde, con una passione rinnovellata di novelle frondi; con raddoppiato amore? * * * Se il tuo compagno non ha il coraggio di confessare la sua colpa, se si arrampica sulla frana scoscesa delle bugie, lascialo dire; ridi, sorridi e fagli supporre che gli credi; anche quando ti dice le più assurde cose di questo mondo; anche quando si rende ridicolo, come un bambino colto in fallo ... * * * Nel contrasto dei gusti, delle idee, dell'ordinamento della famiglia, cedi sempre nelle piccole cose per poter insistere nelle grandi ... Se vuoi saper volere nelle questioni, che toccano la tua dignità o l'educazione dei tuoi figli, devi essere accondiscendente e cedevole in tutte quelle cose di poca importanza, che riguardano il vestire, la cucina, le relazioni con persone indifferenti ... Nelle più difficili intraprese, quando devi persuadere tuo marito a far cosa giusta, ma che non gli garba, devi piegare parole e cose, in modo che gli sembri di voler egli stesso ciò che tu desideri da lui ... Un marito di mia conoscenza si vantava di avere una moglie, che lo assecondava in tutto e non lo contraddiceva mai, nè nelle grandi, nè nelle piccole cose ... E invece era sempre lei che voleva, e, per fortuna della famiglia, voleva sempre cose giuste e buone; ma dal suo dizionario aveva cancellato il verbo volere e il verbo comandare ... Ti so sincera, ti so incapace di mentire, ma la nuova tua posizione, complicando d'assai i tuoi rapporti cogli uomini e colle cose, ti porrà spesso davanti a questo crudele dilemma: O dire una bugia ...
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La famiglia dell'antiquario (pagina 13)
di Carlo Goldoni (estratti)
... ha fatto una bella compra di antichità, sono venuto, se mi permette, a vedere le sue belle cose ... Ho delle cose preziose ... Moriva di voglia di veder queste belle cose ... ANSELMO Ebbene, signor Pancrazio, che dite? Sono cose stupende, cose rare, non più vedute? PANTALONE (Vardè come, che el m'ascolta) ... PANCRAZIO Crede, ch'io abbia cognizione di queste cose? ANSELMO Dopo di me, non vi è nessuno meglio di voi ... E i quadri, le pitture, le miniature? PANCRAZIO Per quel poco, che ho veduto sono cose, che possono valere cento scudi, se vi arrivano ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 3)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Il quale può ella veramente accettare più tosto da questa occasione di essersi trovato qui oggi che da lui, sendo nato in questi boschi dilettevoli, per avere egli un pezzo fa dismessi questi studj piacevoli, occupato in cose di maggior pregio ... Pur ora, o Mainardo, ho scherzato sopra cose gravi, se noi giudichiamo però che tanti uomini famosi, sì gentili come cristiani, che hanno scritti Dialogi, abbiano scherzato ... Come si sia, a me par che questo genere di scrivere sia un giuoco, quando io lo comparo a quelli che si disputano con maggior gravità, dove si tratta delle cose stesse, se siano in natura, quel ch'elle siano; donde dependino, e quello che abbino dentro, o gli accaggia di fuori ... Essendo una volta domandato (ragionandosi sopra le mie opere) per qual cagione io non scrivessi in dialogo, ma in orazione continuata, per capi, per conclusioni, ad alcuna cosa ancora per quistioni e annotazioni, dissi liberamente piacermi più lo spartire la cosa di che si tratta nelle sue membra, e ch'el dialogo mi pareva simile alla Poesia: quantunque io sappia che tal volta le favole si sogliono scrivere in orazione familiare, e tal volta ancora le cose ben gravi in verso; il che osservammo ne' nostri inni, e in questa che facendo poco fa, la quale ora ti mandiamo per trattenimento nell'ozio ... Ma così, come non mi è cosa nuova che quella finzione che si mescola nel Dialogo non è bugia (accennandosi tacitamente a chi legge per il nome la cosa non essere stata appunto come si narra, ma così facilmente potuta essere); così ancora non mi è dubbio ne' Dialogi usarsi quell'ordine che conviene a conoscere la natura delle cose, ma più tosto si presuppone dottrina confusa, che in un certo modo paia rassimigliarsi alle similitudini di Anassagora ... Questo modo di scrivere fu appresso de' Greci in molta stima (nondimeno l'animo umano è desideroso della varietà con la quale massimamente lo allettava, e tratteneva l'eloquenza socratica) per raccorre naturalmente (quasi come se dicessi in un corpo) le cose sparse ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 4)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... E che queste cose siano state osservate in fino al tempo degli eroi, mi muovono a crederlo quei versi: Venner di Proca drento a l'ampio tetto,
Di poco nato il figlio ivi trovaro
Lasciato loro in preda, e 'l miser petto
Votar di sangue, empiendo il ventre avaro ... Penso ben più tosto, che quelli stessi uccelli per opera di demonj maligni apparischino in forma di balia che cerchi d'ingannare, e tanto più che quel demonio falsamente creduto Iano insegnò il rimedio del fascino, tre volte toccando gli usci, e altrettante segnando i sogli con foglie d'arbatro, spargendo l'acqua su l'entrata, e l'altre cose macchinando che non erano sacre, ma portenti esecrabili, avvenga che anco i medici ne parlino, onde si legge quello: In oltre se la Strega a notte oscura
Preme in bocca il veleno al picciol figlio
Mungendo l'empia a sè la mamma impura; [Da Quinto Sereno ... ]
e così usano di fare le streghe del nostro tempo; quando si dice che son portate al giuoco di Diana, guastano i fanciullini nati di poco che piangono nelle culle, di poi gli soccorrono col rimedio; le quali cose mi pare che abbiano avuto origine da queste, e che eziandio il nome loro sia derivato da quelle, conciossiachè le donne che fanno tal eccesso, appresso di noi, e per tutto abbiano avuto il nome di strega ... Parmi adunque, Fronimo, che tu sia ingannato dal medesimo errore che sono aggirati la maggior parte de' nostri, credendo tu per vere le cose che sono dette dal volgo: io non so che donnicciuole si siano queste che volano a' conviti, e agli abbracciamenti delle fantasime nella notte più oscura, dalle quali sian guasti i bambini ... Certo che io non sono mai stato fatto capace a credere queste cose ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 5)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Cotesto non mi attribuisco io d'avere i poeti su per le dita; perciò che è tanto il fare professione di tal cosa, che chi non sa niente non debba attribuirsela; perchè principalmente bisognerebbe avere la lingua greca e la latina, dipoi sapere i profondi sensi della più nascosta filosofia, delle quali cose è pieno il poeta, e massimamente Omero, il quale intendo essere stato dichiarato con gran comenti da Aristotile, e da alcuni altri filosofi stoici ... Intendo ancora Plutarco essersi sforzato di mostrare in un libro assai ben grande, che quel cieco ebbe ogni scienza, ogni arte, e finalmente che seppe tutte le cose umane e divine; per la qual cosa, così come io nego d'aver quella tal cognizione, così ancora confesso che alle volte, quando ho avuto tempo, mi sono esercitato fra loro, ma solo per aver notizia delle lingue, per cavarne (sendo pur anco occupato in altro) alcuni ammaestramenti accomodati a' costumi, per non parere dipoi nel cerchio degli amici ignorante delle lettere, quando vien occasione di parlare ... Non stimo che tu dica questo nè per arroganza, nè per ironia, ma per la verità, la quale è posta da Aristotile nel mezzo di quei duoi vizj: però che tu non fingi di non sapere nulla, nè anco ti vanti di saper ogni cosa, e quel che dici della cognizione de' poeti non repugna al vero; perchè Platone stesso, e Aristotile son pieni d'autorità d'Omero, d'Esiodo, di Simonide, di Pindaro, d'Euripide, e d'altri poeti; però dubito che tu finga non avere quella filosofia che hai abbracciata: laonde io giudico che tu abbia molte più cose riposte, che non mostri in apparenza ... Abbiamo alle volte da natura, senza studio nissuno, o le virtù, o le cose simiglianti a quelle ... Molte cose ... Il luogo dov'era stato sepolto, cercato con tanta diligenza, e la cura di Esculapio con tutte quelle simili altre cose, tutto crede doversi attribuire alla vanità del demonio, se però ne fu mai cosa nessuna, ogni cosa si debbe riferire alla favola, e questo Esculapio ben fu rimeritato secondo il premio che si dà ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 6)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Tu mi dici cose maravigliose ... Se noi andassimo dieci giorni a dilungo insieme, non crederei che mi bastasseno a raccontarti tutte le cose che io avvertii; e le insidie del demonio in diversi modi; non senza giustissima cagione chiamato Satan, che sempre vada macchinando contra l'umana generazione, così in tutte l'altre cose, come ne' piaceri di Venere, dei quali dicevamo di sopra ... Se ti ricordi così bene di queste cose, facilmente concederai il resto, perciocchè dobbiamo credere tutta quella negromanzia d'Ulisse avere avuto origine dal circolo; di modo che tu intenderai queste finzioni di formare il circolo non essere cosa nuova, ma antiche apparenze, o favole che vogliam dire, le quali cose cercano d'imitare ancora i poeti latini, imperocchè Scipione similmente è introdotto a cavare la terra mossa con la spada, e tutto quel che segue ad imitazione di Ulisse [Da Silio Italico] ... Scrive Giustino martire che il primo verso della Iliade fu fatto a similitudine del primo d'Orfeo, che invocava Cerere; e benchè usassino varie cerimonie, nondimeno tutti desideravano ragionare coi morti, acciocchè si dicesse che fusseno discesi all'inferno, come dicevano essere avvenuto a Pittagora un tempo dopo ad Orfeo, e ad Omero, ed avere viste l'anime d'Esiodo e d'Omero, essere punite gravemente per le cose che avevano dette degli Dei: onde egli era auto in gran venerazione appresso de' Crotenesi, e massimamente dicendo che avea visto nell'inferno esser martorizzati quelli che non volevano usare con le donne loro ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 7)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Affermò dipoi questo medesimo ancora quel Platonico che imitò Luciano, dicendo essere andato in Tessaglia, dove che innanzi che lassasse la prima forma finse averne presa un'altra, tolto (s'io mi ricordo bene delle sue parole) un poco più unto che non dovea, e fatto molte altre cose ... Se fondamento nissuno ci è, penso che sia stato cavato dal grande Aristotile, appresso del quale io ho letto essere fra le cose grandi e maravigliose, che l'asino facilmente soglia morire per lo odore delle rose ... Correvano velocissimamente infuriate con serpi ravvolti attorno a bastoni, chiamati poi Tirsi, dicendo certe parole magiche e furno aute in tanto grandissima venerazione, che Olimpiade, madre del grande Alessandro, magno imperadore, volse sacrificare con le loro medesime cerimonie; onde quelle cose che paiono bugie, credo che sia più ragionevole che le favole abbino avuto origine e principio e augumento da questi prodigi de' demonj (non senza qualche poco di adombramento di vero mescolatovi insieme di molte vanità) piuttosto che da' sogni (come dicea Sinesio); perciocchè a colui che gli fusse parso di vedere qualche cosa maravigliosa in sogno, non sarebbe corso così tosto a divolgarla, come se l'avesse vista fuora non dormendo ... Di qui sono le bevande di Circe, di Medea e di Canidia, tutte quelle cose amatorie di Simeta, narrate da Teocrito Siculo, seguitato da Marone ... Fu appresso de' Greci uno (se io mi ricordo bene) chiamato Palefato il quale giudicò essere cosa degna e di grandissimo pregio mostrare in che modo la maggior parte delle favole avesseno principio e fondamento in sul saldo di qualche storia: tirata poi dalla opinione e falsa credenza del volgo a cose più grandi e maravigliose, come sempre suol fare, il che come io penso accennò Virgilio, dicendo: Mostralo il dotto Palefato in carte ... Paionti elleno queste cose simili a quelle che si dicono delle streghe a tempi nostri? AP ... Delle malie ne sono state scritte infinite cose, beveraggi, incantesimi, mesture, voci fabulose, e lusinghe di Marsi, perchè quantunque i naviganti d'Ulisse si dicesseno per metafora grugnire con i porci, trattenuti dalle lascivie delle donne, Ercole avere amato fuor di misura, bagnato dal sangue di Nesso Centauro, e gli amori indotti per i veleni di Colco, e che si sappia che per queste cose si mostrano le sfrenate voglie della brutta libidine, nondimeno le lusinghe non son bastanti per loro stesse, ma insieme con gli incanti, da' quali non è preso se non chi vuole; e però, dice Omero, che Ulisse andò incontro a Circe, non col bacio, ma con la spada, il quale siccome non era preso dall'amore, così anco non fu ritenuto dagli incanti, i quali non nuocono senza la maligna industria de' demonj ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 8)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Il perchè voglio che quella via, che ci resta, la consumiamo nel ragionamento cominciato, toccando brevemente quel che vi rimane, e che più particolarmente mi dica quelle cose, di che leggiermente passando m'hai accennate: se nessune però ce ne sono, acciocchè io possa raccorre il tutto di quelle che noi disputiamo, quasi come se io avessi mangiate le cose ben digerite ... Leggiamo similmente che gli oracoli si solevano dare per statue intere, dimezzate, e parimente per colombe, o uccelli, o donne che le fusseno, che per quella via desseno risposte: e per alberi e piante, e nella selva Dodona, e nell'India, erano alcuni presi da un subito furore, e altre cose tali così varie come si fussino anco gli augurj e 'l modo di sacrificare de' sacerdoti; imperocchè s'usavano appresso degli antichi diversi modi di cerimonie nefande, e di sacrifizj abominevoli, e diverse incantazioni, così anco a' tempi nostri quelle cose ch'hanno avuta origine dalle cose profane, si fanno con altre cerimonie che non usavano i Romani ... Catone, il più vecchio, narra certe cose ne' libri della villa, tanto sciocche che appena si trova chi possa leggerle senza riso: e pur son dette da uomo che fu senatore e censore, e che trionfò ... Circa il movimento e dove siano portate dal demonio, e circa il luogo dove elle siano posate, non dovea parerti cosa maravigliosa, però che quel che per sua natura suole ingannare, è doppio, è vario, e quello ch'è verace si fonda in sulla simplicità, e questo si può vedere nelle finzioni de' poeti, varie e ripugnanti tra loro, e bene spesso nelle storie: quando dicono la cosa in più modi: e parimente nell'opinioni de' filosofi, e nelle risposte de' iureconsulti; ma non avviene già così nelle scritture de' teologi, perchè nelle cose lor proprie non hanno discrepanza nessuna, cioè in quei precetti ch'appartengon alla fede, e al viver necessario per la salute, sono in tutto e per tutto consonanti, e concordi in fra di loro; e però il demonio maligno e fallace, bugiardo, e amico della discordia, così vario, e muta mantelli, per dir così, che è un vocabulo tratto dagli studiosi della lingua latina, da quelle favole di che abbiamo già parlato: le quali scherzando dicevano, che gli uomini si trasformavano in lupi: di poi così, come il demonio ingannava quegli antichi filosofi sotto specie di dottrina, cioè Pittagora, Empedocle, Apollonio e altri simili (usando lacci a quelli che facilmente gli parea di potere ritenere) così tirava già le donnicciuole con lascivia, e con lo sbevazzare, e similmente oggidì tira gli uomini, dalle qual cose molti filosofi abborrirono ... Il demonio adunque in più modi gl'indusse a farsi adorare sotto ombra di sapienza, e sotto velame di falsa religione; conciossiacosachè eglino andasseno per gradi di dottrina alle preghiere, agli inni, agli oracoli, dove parea lor d'acquistarne il pronosticare le cose future, e l'essere portate per aria a diversi luoghi, e facevasi quello per opera di demonj che essi attribuivano alla divinità degli uomini ... Imperocchè, come arebbono gli scolari di Pittagora, vedutolo disputare ora nel Taurominio di Sicilia, e ora poco di poi nel Metaponto? In che modo sarebbe egli andato Empedocle per aria, e come vi sarebbe ito Abari, donde fu chiamato cavalcatore di pertiche? Chi crede che Apollonio prevedesse molte cose, e che comandasse insieme a' demonj, grandemente si inganna ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 9)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... E di sorte invescava color che erano cupidi della gloria, che avendo pronosticato, mentre che viveano, le cose future per mezzo della sua pratica, dopo morte ancora predicevano ciò che avea da essere ... E parimente fingevano che i re dopo morte esercitasseno l'arte militare, come favoleggiavano di Reso, il quale dicevano armeggiare nel monte Rodope, e attendere alle caccie ed al cavalcare: in oltre dicevano che l'anime di questi apparivano, non pure per mezzo di quei circoli e di quei sacrifizj di Omero, ma che si mostravano ancora spontaneamente, e per certe convenzioni che facevano (come dice Filostrato, che si mostrava Achille ad Apollonio, e Protesilao con gli altri capitani, che avevan fatta guerra a Priamo, al vignaiuolo) ma per essere i visi, i costumi, e le cose fatte da costoro diverse da quelle che scrive Omero, nè punto consonanti a quelle che disseno o Darete Frigio, ovvero Dizio Creteo istorico, puoi conoscere quante bugie siano aggiunte alla felicità de' demonj ed alla cognizione delle cose, e quanti aggiramenti siano posti sopra i modi del vivere ... Laonde se il demonio si pose già con quelli che si reputavano savi, e schernivagli di sorte che desse loro a credere cose contrarie, repugnanti e lontane in tutto dal vero, quale è la cagione che tu con tanta istanzia ti maravigli che nelle streghe del nostro tempo si trovino molti aggiramenti, e la più parte contrari fra di loro? Maravigliati piuttosto della potenza e sapienza di Cristo, che quello che innanzi al suo avvenimento, il demonio maligno persuadeva ai re, agli oratori, ed a' filosofi, come cosa grande, maravigliosa e degna d'ogni sapienza, ora a pena lo può persuadere agli uomiciatti ed alle donnicciuole, cioè che adorino lui, e che faccino quello che egli comanda, e che quello che già palesemente si faceva in tutto l'universo, per tutte le nazioni, come cosa onorevole e degna di lode, ora si faccia appresso di pochi, di nascosto, ed in luoghi remoti e solitari, come cosa brutta e piena di vituperio ... Noi desideriamo d'intendere le nuove da te, conciossiachè Fronimo qui ed io siamo venuti qua per udire insieme con esso teco la Strega delle cose che si fanno nell'altro mondo, se te ne contenti però ... Ora io non ti comando altro se non che tu racconti le cose che facevi con i demonj quando eri in corso, o vero nel giuoco di Diana ... Non increbbe la via a quelli che andorno da Gnoso alla Spelonca, ed al tempio di Giove, per udire le vane leggi di Minos e di Ligurgo; ed a me doverà increscere d'andare un miglio per intendere più da presso e più minutamente quelle cose che, se non sono vere, almeno per i discorsi di Fronimo, mi paiono verisimili? FR ... Mi rallegro che tu ceda non a me, ma alla mera verità; o pur se tu non sei anco chiaro alle cose che le son simili, ed a me certamente non sarà grave per fare esercizio ritornare in fin qui dalla città ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 10)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Raccontaci quelle cose, che tu confessasti a me ier l'altro, e iersera quando il notaio scriveva ... Se voi mi ridurrete a mente col domandarmi quelle cose che volete, io vi risponderò ordinatamente ... Nondimeno perchè è manco pericolo l'andare per i monti, che tuffarsi nell'acqua, e perchè piaceva più conversare nelle caccie di Diana, che nell'onde degli Dei marini, si dettero più volentieri a' giuochi ed alle danze di Diana, come a cose più dilettevoli ... Dipoi che non vogliono si dichiari la cosa, secondo quelli che sono di più giudizio, per separare le cose che appartengono alla natura da quelle che s'aspettano alla fede cattolica; e finalmente negano quello non essere, che senza biasimo non possono negare che non sia possibile ... Ma qualcuno più audace di me direbbe forse di volere vedere l'original vero del concilio, e l'autorità più degna di colui che ha detto questo: imperocchè molte cose sono corrotte appresso di Graziano, onde fra l'altre cause forse questa è una, che quel suo compendio non è mai stato comunemente approvato, nè così avuto in luogo di leggi, che non possa contradirsegli, ma (per concedere ogni cosa) con questa tua distinzione par che si chiuda la bocca all'avversario, per la quale si può vedere che questo andare in corso che fanno le nostre donnicciuole, e i nostri omiciatti, parte è simile a quel giuoco, e parte diverso ... Imperocchè nè qui c'interviene Diana, o si crede Dea de' pagani, nè si veggono cose simili a quelle che danna il concilio in quella regione; e pure nondimeno qui si fanno di molte cose, che non si legge mai essere state fatte quivi, comuni solamente con l'altre superstizioni de' Gentili, e con gli inganni de' falsi demonj negli unguenti dannosi, nel sangue innocente de' fanciulli, nel circolo, negli incantesimi, e in molti malefizj, circa l'andar col corpo per la regione dell'aria: e chi negasse questo moto per l'aria sopra umano non potersi fare dal demonio, cascherebbe, come io stimo, nel nome d'eretico, perchè come scrisse in quel libro sacro Usitide, uomo santissimo, non è potenza nissuna in terra che si compari a quella del demonio ... Non è maraviglia se tutti parimente farneticano poi che intendono la verità da altri; perchè così come Dio dal male ne cava il bene, così gli uomini, essendo male informati, dalle cose buone si sforzano trarne le cattive ... Di grazia non m'interrompete il mio domandare, perchè di tutte queste cose avevo pensato di domandarne poi ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 12)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Che altrimenti si chiamò Diana e Luna, alla quale (come dice Pindaro) solevano sacrificare le donne, con ciò sia cosa che i maschi non ricorressino da lei, se non nelle cose dell'amore ... Ora io vorrei particolarmente sapere ciò che si faceva nel giuoco, e non ti sia grave, buona Strega (se vuoi ch'io ti aiuti) il dirci tutte quelle cose che si facevano quivi, come se mi avessi a rappresentare detto giuoco ... Perchè dice san Tomaso non potere il demonio muovere tutta la terra, repugnando a ciò la natura, la qual vieta che si disordini e che si guasti l'ordine intero delle cose, e degli elementi ... Carne ed altre cose che si sogliono cercare per mangiare ... De' buoi pare che siano cose da beffe ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 13)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Se tu concedi queste cose, perchè ti fai beffe del volare delle streghe? Leggendo tu pure anco quell'altro, Perseo tirar le penne di Parrasio ... Io non me ne fo beffe, se tu pensi che tal cose sian fatte per arte de' demonj, ma sì bene, se tu credessi che si facesseno o per aiuto, o per ingegno umano, ne penso io che sia cosa mostruosa e 'l fingere le penne da volare all'uomo, o al cavallo, e la lingua insieme accomodatagli da parlare; conciossiachè, esprimendo molti uccelli senza maraviglia nessuna distintamente le parole che hanno imparate, quanto più facilmente si potrà sciorre la lingua d'un cavallo a parlare per virtù di spirito, o cattivo o buono che sia? AP ... Dicono avercene tanto, che affermano non essere in terra un altro simile; e questo penso io che possa avvenire per più cagioni, e prima per la grandissima bellezza e grazia del viso che pigliano quelli spiriti maligni, di poi per la grandezza straordinaria de' membri, perchè con quella allettano gli occhi, e con questa gli riempiono le parti più occulte; inoltre fingono d'essere molto innamorati di loro, il che è carissimo sopra tutte l'altre cose alle misere donnicciuole ... Io ho letto già luoghi di poeti, dove pare che i demonj facciano quasi strepito, nei versi stessi, come quando quella incantatrice, ovvero l'ingegnoso poeta in persona di lei, gli chiamava sotto nome di Dei, in questa guisa: Con l'aiuto de' quai stupir le rive
Fo mentre i fiumi alle lor fonti invio,
Le cose fisse muovo, e fermo al mio
Canto le mosse, a cui null'altro arrive ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 14)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Principalmente con tre: col successo delle cose dette, con i miracoli fatti per virtù divina, e con lo scoprire la scelleranza di così enorme errore ... Laonde quelli che fusseno stati senza fede, avesseno facilmente a sospettare tal cose essere fatte, o per sorte, o per destino, acciocchè fussino oppressi dalla grandezza della calamità, se per viva forza la fede non si mantenesse, risvegliata di nuovo in questa terra per tanti miracoli fatti dalla Vergine Madre di Dio, i quali siccome per loro stessi confermano la fede cristiana, così per accidente la corrobora ancora quello che confessano le streghe, per mezzo del quale conosciamo (per il gran numero de' testimonj, così a uomini come di donne) i demonj maligni essere nimici alla verità cristiana, la quale, quanto più si sforzano disperdere e offuscare, tanto più si viene ad innalzare e risplendere in tutti i modi ... Quelle erano cose umane, ancorchè brutte, ma queste sono ridicule e vane ... Potrei narrarvi molte cose affermate da testimoni d'autorità, s'io non temessi che voi vi chiamaste ingannati, perchè io volessi torvi il tempo concessovi d'udire la Strega ... Quando e' ti prometteva tante cose, e che fingeva essere guasto di te; che ti domandava egli? ST ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 15)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Non ci era differenza alcuna: io andavo alla chiesa; la quaresima mi confessavo dal sacerdote, e dicevogli tutti gli altri miei peccati, eccetto questo; m'accostavo all'altare a vedere l'ostia sacra, nè ci era differenza nessuna fra me e l'altre donne; nè questo mi vietava il mio amatore, solamente voleva che io dicessi certe parole piano, e che io facessi nascosamente certe cose, le quali facendo, non mi domandava altro ... L'altre cose poi, dicessile io o no, non gli importava ... S'io farò che si vegga che questo appartiene alla religione cristiana, e che io ti adduca tanti testimonj, che sarà forza che tu creda in quel giuoco esser molte cose, le quali veramente (come noi sogliamo dire, concedimi questa parola) realmente si fanno, penso che poi ostinatamente non farai resistenza ... Questo tuo sillogismo arebbe qualche vigore, se non s'applicasse alle cose che paiono sopra natura, ma a quelle che sogliono trattarsi nell'uso comune degli uomini; e però non repugnai alla navigazione dell'armata spagnuola, e repugno al giuoco di Diana ... Imperocchè le cose che dicevamo innanzi, ti parevano, se non vere, almeno assai verisimili, di poi contrastavi, e parevati anco di ragione dover contrastare ... Per le quali cose io raccolgo la tua instabile opinione, se già non mi dessi ad intendere, che forse le abbia dette per ironia, sendo tu assuefatto a quello scherzare che usano i poeti, ovvero, pratico ne' dialoghi di Socrate, da' quali non si può cavare mai un certo che di fermo e stabile, ovvero si cava con gran difficultà ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 16)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... modestia) andare dubitando, e scoprire or di qua e di là, or a te, or a Dicasto (quasi come una piaga al cirugico), la debolezza dell'ingegno mio, perchè (s'io mi ricordo bene) è stato detto da un grande uomo, che in simili cose, le quali pare che avanzino il comprendere nostro, si debbe ire passo passo, acciocchè, se facendocene noi beffe, non si dica subito che noi lo facciamo con fraude, o credendole al primo, non diamo nella rete, e nella superstizione delle vecchierelle ... Se vorrà mantenere le sue promesse, non possono essere se non cose eccellenti ... Non mi satisfanno le cose che son dette da qualcuni, cioè che di questi mostruosi vizj che son comportati, se ne faccia giudizio in luoghi sotterranei, per il quale siano puniti coloro che sono immersi in queste sceleranze, essendo molto meglio il proibirle, che il permetterle per castigarle ... Bastiti queste poche cose per esempio ... Tu mi hai cavato quello scroparello che mi molestava: dichiara al presente s'egli s'ha a mettere fra le cose vere quella che abbiamo udito, seguitando quel che ne veniva, e mostrando questo giuoco essere storia, e non cosa finta e fabulosa, come promettesti di fare ... No, perchè quella samosatena è mera fabula, e nondimeno ella va attorno sotto nome di vera narrazione; ma sono anco molte cose così incerte, così doppie e varie in voce degli uomini, che paiono essere poco differenti dalla favola ... Costrignerolla ancora con sacramento che ella confessi il vero, di quelle cose che io vi addurrò; similmente molte n'abbiamo avute testificate da uomini costretti col sacramento, e scritte per memoria de' posteri, a confermazione della verità ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 17)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Imperocchè, sendo Fronimo qui presente alla disputa, così, come ha disputato molte altre cose, le quali non penso che si contenghino ne' libri, così forse non si sdegnerà d'aggiungere di molte cose, e parimente la Strega (che già s'appressa) forse ne accrescerà delle altre, fuor di quelle che ha dette, non comprese ancora in libro nessuno ... Io vi ubbidirò, con questa condizione però che mi perdoniate, e che io sia scusato appresso di voi, se io dirò forse cosa non più udita dagli orecchi vostri: perchè se bene io ho amato assai le lettere greche e latine, nondimeno con non minore studio ho praticato tra teologi, i quali, posposto l'ornamento del parlare, hanno atteso alla cognizione delle cose ... Ella è minore la perdita delle parole, che quella delle cose, e ho sempre giudicato che chi può avere l'una e l'altra sia più eccellente di chi n'ha una sola delle due; ma se si avesse a leggere una sola di queste, non sarò mai d'opinione che sia da posporre la cognizione delle cose a quella delle parole; benchè, come io ho raccolto dal parlare tuo, tu potevi fare senza questa escusazione ... Oltra di questo, nessuno uomo savio ha dubitato che i malefizj dell'incantare le biade, e quelli che si fanno circa lo sciorre e il legare in tormenti i matrimonj maritali, e le cose che son fatte fuor di natura non siano fatte con arte e convenzione de' demonj: e di qui son nati i comandamenti de' teologi antichi e moderni della scrittura sacra, e i canoni della Chiesa romana e le leggi imperiali ... E molte altre cose (come si può vedere nella XXIV e nella XXVI quistione de' decreti) che raccoglie Graziano ... Si posson leggere tante cose appresso di santo Agostino ne' libri della Città di Dio, in quelli della dottrina cristiana, che poche altre accaggia ricercarne fuor di quelle, per non stare io a raccontare i teologi moderni; che in molti luoghi hanno disputato contro a questi malefizj; ma ne' testi civili parimente, nel codice di Giustiniano, sono molte leggi contro a maliardi e matematici ... E molte altre cose, che appartengono a questo, si veggono anco appresso de' filosofi moderni, così platonici, come peripatetici, dico Iamblico, Proclo e Porfirio ... Così, come io non nego, che i demonj non siano, e che con la malizia loro non possino fare di molti mali, così vorrei che mi fusse dichiarato quelle cose che propriamente appartengono alla cosa nostra: se queste donnicciuole e questi omicciatti vadano o siano portati al giuoco col corpo, o se pure non intervengono a questi giuochi se non con l'animo e con l'imaginazione ... Se noi consideriamo che nelle antiche superstizioni de' demonj si trova il circolo, l'unguento, l'incantamento, l'andare per aria i corpi umani, le vivande apparecchiate, gli amorosi congiungimenti sotto spezie d'uomini e di donne, che ci resta che noi non giudichiamo essere uno antichissimo commerzio degli scellerati e maladetti spiriti con gli uomini dannati? E che si trovino alcune cose in questo spettacolo de' demonj (che ora è dato alla maggior parte), le quali anticamente non si leggono essere state fatte, n'ho anche assegnate le cagioni riferite veramente nelle mutabili e varie astuzie del demonio maligno, e invidioso degli uomini, il quale in diversi tempi, con il mezzo di diversi uomini, e con varie lusinghe, tirasse gli uomini in precipizio ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 18)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Tale che occultava la crudeltà, la invidia, e mostrava la pulitezza, la delicatezza, e le altre cose, con le quali allettava e invaghiva ... Non riesce sempre il capriccio di tradurre all'improviso le cose greche ... Lo dimostrano a bastanza le cose che vanno innanzi e quelle che seguitano ... Che tutte son cose simulate, e penso, e dubito che elle siano cose finte ... Dicono pure figliuoli di Dei, e figliuole di Dee, e ieri l'altro mi ricordo che dicesti, le favole avere auto qualche fondamento, donde è egli adunque il seme ne' maschi? Donde il partorire nelle femine? Di che cose nascono i piccoli fanciulli? FR ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 19)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Nel qual modo se volesseno, alcuni potrebbeno sostenere che non fusse stato felicità in quelli che gli antichi chiamarno figliuoli di Dei e di Dee (il che non crederei io, tenendo la maggior parte di queste cose fabulose) ... Le cose che tu hai racconte, Fronimo, paiono simili a quelle di santo Agostino, che il demonio sia stato l'inventore del brutto amore de' fanciulli ... Di grazia non me ne dir più, che certo così come mi sono note, così anco mi danno maraviglia queste cose, non essendo continuamente accadute nel corso d'ogni età, se si può porre il termine dal tempo degli eroi infino a quel di Scipione ... Tu dici le gran cose! in ogni tempo ed in ogni età è accaduto qualcosa ... Questi gli affronta spesso e di nascosto, tal che, quando queste cose si fanno, non si palesano, se non qualche volta per esempio e salute degli altri ... Tu hai veduto che bisogna cavargli di bocca per forza gli amor loro con minaccie e tormenti, perchè non parlano di queste cose liberamente, se non fra i loro domestichi ... E per cominciare dalla guerra Troiana, che pensi tu che volesse significare quel dragone domestico lungo sette gomiti, che beveva con Aiace Locrense, che gli andava innanzi per via, e stavagli attorno come un cane? che credi denotasseno le penne di Dedalo? che cosa le ali del cavallo pegaseo? e le altre cose mostruose annoverate dalle favole? Per che cagione va Pittagora e torna sì tosto d'Italia ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 20)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Ma per che cagione un altro demonio è detto aver la protezione di Platone, di Zenone, ovvero di Diogene, e un altro è osservato aver quella di Plotino? Certo per ingannare; imperocchè non è da credere a coloro, che hanno detto essere varie le nature de' demoni, tenendo che altri si dilettino di cose civili, altri di rusticane, e alcuni parimente essere terrestri, alcuni marini ... Così sono iti favoleggiando che Esculapio e Podalirio mandano sogni salutiferi, così che i Dioscuri siano sopra le tempeste del mare: così avere atteso dopo la morte loro alle cose della guerra, Reso, Achille, e innanzi a' tempi di Troia Teseo; ma quelli di nascosto, e questo a campo aperto ... E per questo dicevano che Esculapio medicava, Minos e Radamanto giudicavano, i Dioscuri scacciavano le tempeste, Anfiloco, Mopso, Orfeo, Trofonio indovinavano, e che Reso e Achille e Teseo trattavano le cose della guerra ... Di tutte queste cose era inventore il demonio per farle credere, acciocchè gli uomini maggiormente fusseno presi, e ripieni di vana speranza facesseno sacrifizj a lui, quasi che all'anime degli eroi; dalla quale superstizione si vede che non aborrirno nè Aristotile, nè Platone, mentre determinavano le leggi pubbliche, disputando degli ordini e delle arti de' cittadini; e a' nostri tempi ancora si è tenuto per vero, che i demonj si siano portati nelle guastade, e negli anelli; e avere date risposte or dal ventre, or dalla coscia, quasi come spirito d'Apolline, acciò che noi conosciamo che il nimico dell'umana generazione in diversi tempi trovò diverse vie sotto spezie di familiarità ... Le streghe del tempo nostro succhiano il sangue de' fanciullini, ma serbano la maggior parte ne' vasi per fare quel profano e scelerato unguento; e ancora che del convito queste cose paressino abbastanza, aggiungerocci nondimeno la mensa d'Achille ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 21)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... E per usare le parole che dice Porfirio: un coro di demonj; per lasciare ire che egli abbia scritto, essere solito vedersi Ettore in Ilione, ed avere veduto egli i Dioscuri dare aiuto a navi che pericolavano, e queste cose non appartengono al convito delle fantasime ... Il demonio ha trovati questi mortiferi conviti per torre agli uomini il convito apparecchiato da Cristo sopra la sua mensa nel regno suo; ma io ti racconterò ora un convito che non è stato descritto da poeta niuno, ma io ti addurrò cose che mi sono state dette pochi anni fa col testimonio di un grande di dignità e di ricchezze ... Laonde stimando alla Madre non potere essere dono alcuno più grato che il corpo consecrato dell'Unigenito Figliuolo, s'accosta al tribunale per adorare, e inginocchiatosele a' piedi, si leva dal collo la bossola, e mettegliela in grembo, e subito il tribunale, e l'imagine di colei che vi era su, sparì via insieme con la moltitudine di coloro che facevano i giuochi, e i conviti apparecchiati, e non comparse mai più nulla in luogo niuno, nè rivide anco più il compagno che l'aveva guidato a vedere queste cose ... Mi quadrano assai queste cose ... S'elle faccino invero ciò che elle fanno, ovvero paia che lo faccino solamente con l'imaginazione? e donde è che qualche volta Dio permetta, che quelle cose si faccino, e qualche volta non lo mostra abbastanza la virtù della divina provvidenza, sempre giusta, e sempre incognita ... Il nostro Agostino non stimò che tale occasione sia presa da niente, narrando nell'ottavo e nel decimo libro della Città di Dio, che a' suoi tempi ancora in Italia solevano farsi molte cose a queste simili, che Apuleio accennò; ovvero che finse, affermando nondimeno questo, che i demonj non fanno cosa alcuna di ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 22)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Laonde, se i demonj fanno cosa alcuna tale, son detti quasi mutare la forma superficiale delle cose, che son create da un solo e vero Dio, acciocchè paiano per quella mutazione essere ciò che non sono, e riferisce al tutto ogni cosa, o nello spirito imaginario, o nel demone che suppone una cosa per un'altra ... Imperocchè stima Agostino che lo spirito imaginario dell'uomo, come che egli avesse presa effigie corporea di qualche animale, appaia così essere egli a' sensi degli altri uomini; e così anco pare l'uomo di essere a sè stesso, e così giudica, che i gesti di quelli asini, e le cose fatte sotto spezie di cavallo che porti la soma, e le dispute di filosofo che discorra le cose di Platone senza corpo, e 'l negozio mutabile e vario de' lupi d'Arcadia, ed i versi d'Ulisse, che trasformano i compagni d'Ulisse, debbino attribuirsi allo spirito imaginario, al quale così paia, e la cerva essere sopposta e messa dal demonio in cambio d'Ifigenia, e gli uccelli in cambio de' compagni di Diomede ... Per certo che molte cose si posson fingere, e molte parere altrimenti che elle non sono per inganno del demonio; e stando l'anima e 'l corpo nel medesimo uomo si possono fare e travagliare molte cose ... Ma il corpo ancora può essere portato per vari luoghi (come noi abbiamo detto), talchè ne segue, che chi non esamina queste cose distintamente, facilmente s'inganni, mentre che con dritto occhio non avvertiscono, e non considerano le scritture, e non discernono quanta differenza sia fra quello che è creato, e quel ch'esce dalla natura di qual cosa, quel che si fa del tutto, quel che si fa della parte, quel che è simile al vero, quel che mostra la sua, e quel che mostra la imagine d'altri ... Perocchè, se non ti basta, Apistio, questa disputa, non so veramente ciò che abbia a bastarti, conciossiacosachè tu abbi potuto comprendere e per l'antiquità, e per le cose fatte a' nostri tempi, questo giuoco non essere una favola vana, ma in essenza antiquissimo, e nella maggior parte delle cose nuovo, mutato poi secondo che è piaciuto al demonio ... Credi tu queste cose? AP ...
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Marocco (pagina 56)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... V’è pure, in Fez, un gran numero di gioiellieri e d’orefici, che fanno cose semplici non prive di buon gusto; ma poco variate, e in piccolo numero, poichè il rito malekita proscrive lo sfoggio degli ornamenti preziosi come contrario all’austerità maomettana ... —Parliamo ancora un po’ di cose divertenti!—dice quasi in tuono di preghiera ... —Il dì dopo, ricapitolazione delle cose dette il dì innanzi, nuovi dubbi, restrizioni, riconoscimento di equivoci, rammarico di non aver ben inteso e di non essersi fatto bene intendere, e sudori dell’interprete incaricato di chiarire le cose ... Ma son poi effetti dell’aria o dell’acqua? o dell’olio scellerato? o del burro infame? o di tutte queste cose insieme? Comunque sia, è un fatto che stiamo tutti male ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 54)
di Giovanni Verga (estratti)
... Non sapeva di quell'altro dispiacere che doveva procurargli la figliuola, il pover'uomo! Isabella ch'era venuta dal collegio con tante belle cose in testa, che s'era immaginata di trovare a Mangalavite tante belle cose come alla Favorita di Palermo, sedili di marmo, statue, fiori da per tutto, dei grandi alberi, dei viali tenuti come tante sale da ballo, aveva provata qui un'altra delusione ... La stuzzicava, la interrogava, chiedeva in ricambio le sue confidenze, sembrava a ogni lettera che le capitasse lì dinanzi, coi suoi occhioni superbi, colle belle labbra carnose, a dirle in un orecchio delle cose che le facevano avvampare il viso, che le facevano battere il cuore, quasi ci avesse nascosto il suo segreto da confidarle anche lei ... Tante piccole cose che l'attraevano a poco a poco, e la facevano guardare attenta per delle ore intere una fila di formiche che si seguivano, una lucertolina che affacciavasi timida a un crepaccio, una rosa canina che dondolava al disopra del muricciuolo, la luce e le ombre che si alternavano e si confondevano sul terreno ... Le cadeva addosso una malinconia dolce come una carezza lieve, che le stringeva il cuore a volte, un desiderio vago di cose ignote ... La sua anima errava vagamente dietro i rumori della campagna, il pianto del chiù, l'uggiolare lontano, le forme confuse che viaggiavano nella notte, tutte quelle cose che le facevano una paura deliziosa ... Penetrava in lei il senso delle cose, la tristezza della sorgente, che stillava a goccia a goccia attraverso le foglie del capelvenere, lo sgomento delle solitudini perdute lontano per la campagna, la desolazione delle forre dove non poteva giungere il raggio della luna, la festa delle rocce che s'orlavano d'argento, lassù a Budarturo, disegnandosi nettamente nel gran chiarore, come castelli incantati ... La mamma vicino a lui non osava neppure fare udire il suo respiro; come non osava quasi mostrare tutta la sua tenerezza alla figliuola dinanzi al marito, timida, con quegli occhi tristi e quel sorriso pallido che voleva dire tante cose nelle più umili parole: - Figlia! figlia mia! ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 20)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Ma poi, fino a qual punto le cose siano arrivate, nessuno ... Nessuno, dicevo, può sapere fino a qual punto le cose siano arrivate; ma mia moglie che in queste faccende è molto penetrante, non crede al peggio e non ci voglio credere neppur io ... Non va, ecco, non va! E tante altre piccole cose ci sono, tanti altri piccoli fatti spiacevoli, per cui, già, specialmente dato il carattere di certi colleghi, non si va avanti, non si va, ecco!" Allora il cavaliere, premesso che deplorava privatamente gli scandali Dessalle ma che a suo avviso era pericolosissimo, inopportunissimo di servirsene contro il sindaco, ammise che la sua permanenza in ufficio era diventata un vero impaccio per tutti e spiegò che il dissenso fra lui e l'ottimo abate riguardava soltanto la via di uscita ... Sta sotto il fascino di una donna, queste son cose umane e noi cattolici abbiamo forse il torto di non riconoscere abbastanza la fragilità sessuale, sto per dire, anche dei galantuomini e dei cristiani più convinti ... "E in questo caso" disse il maligno beffardo abate "cosa si dovrebbe far noi, per aiutare?" Soldini esclamò ridendo: "Per carità, per carità! Son cose che si dicono" ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 33)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Gli avveniva spesso, sui sentieri del suo colle, di sostare meditando le profondità di Dio e insieme contemplando la bellezza magnifica e pia delle cose ... Ci vedeva tracce di morti affetti inutilmente dati a fantasmi d'illusione e svaniti con essi, e di altri affetti dati con troppo ardore a cose terrene, persino alla casa dove stava pregando, agli alberi del colle, ai fiori del giardino ... E da quest'ultimo ricordo trapassò senz'avvedersene, mentre la bocca pregava e pregava, all'altro del colloquio con Piero Maironi, del quale aveva udito poi cose tristi senza tentare alcuna mossa di soccorso ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 40)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Prima parlò don Giuseppe, porgendosi tutto, tratto tratto, e sorridendo allora di un vivo sorriso al Commendatore che l'ascoltava più grave, pensava cose attinenti al soggetto del discorso e non sapute dal prete, le cose apprese dalla bocca del Soldini e del Bassanelli, che gli lasciavano poca speranza di poter corrispondere ai desideri della marchesa Nene ... Egli le disse poi, queste cose ... Via, questo invocare l'azione della signora Dessalle, era in certo modo un riconoscere ufficialmente, per trarne giovamento, uno stato di cose che per nessun conto andava riconosciuto ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 45)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Lo dico perchè lo penso ed anche perchè sono bigottista nel modo che voi fareste bene di essere, e anche tutti questi signori pagani che hanno detto cose tanto eleganti e di colori vivi, come fiori giovani spuntati di rovine vecchie, un poco imputrite; belli fiori, scusate molto, che io non vorrei mettere in occhiello ... "Lei ha detto cose orribili!" E su queste cose orribili la discussione continuò ... Il pensiero della lettera, il pensiero dell'incontro l'avevano ripresa con violenza; e smarrì, affissandosi nel proprio interno, il senso delle cose esteriori e del tempo ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 51)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Un altro lungo rombo di tuono empì le ombre del giardino, entrò per le finestre aperte nelle sale della villa come la voce formidabile di un minaccioso Padrone che dalla sua nera tenda di nuvole chiedesse conto alle vanità umane, alle cose spaurite e mute, di averlo dimenticato ... "È un pezzo" dice, "che va dietro a domandarmi quando viene e quando viene perchè ha da dirgli delle cose, delle cose vecchie e io domando cosa sono e lei risponde che non le può dire a nessuno, ma io, già credo ... Io non pensavo che avesse cose nuove a dirmi, supponevo che finisse col domandarmi qualche soccorso e mi feci raccontare da capo tante cose dei miei genitori che sempre mi fa piacere udire da lei, la condussi a ripetere certo suo discorso abituale: "Lü l'è on bel scior e on bon scior, ma i Soeu vecc i eren bej e bon al doppi" ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 52)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Dovetti aprir la finestra, star lì un pezzo con le mani alle imposte, respirar l'aria notturna, sentendo la realtà delle cose presenti senza pensare a niente ... "Quando il foglio mi cadde di mano e io mi volsi per un istintivo moto alla finestra aperta, a guardar le cose stesse che avevano guardato mio padre e mia madre, ecco ancora il fievole suono delle campane grandi che parevano incommensurabilmente lontane ... Vorrei pure informarmi di tante cose, prima, di tante persone del tempo passato ... Addio! Come penso io a te e all'avvenire? Lo so io ancora? E sarebbe stato degno, sarebbe stato possibile che io tacessi con te tutte queste cose e la mia dolorosa tempesta interna?" Le Fate, che in quel momento, felici della loro serata trionfale, ne parlavano, facendosi spogliare, alle cameriere dormigliose e loro lodavano, per pungerne l'amor proprio, l'acconciatura di Jeanne, non sospettavan certo che lei, la maggior trionfatrice, chiusa la persona in una veste da camera, sciolti i capelli magnifici, piegata la fronte sopra una lettera, piangesse, come la notte, un silenzioso pianto ...
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Ricordi di Parigi (pagina 11)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E le cose belle dunque! Infinite; ma un po' care ... Non c'è che un solo conforto: che molte cose son già comprate ... E ci sono pure delle ammirabili cose per le borse modeste ... Tutte cose che sulle prime fanno girare un po' il capo, ma poi si scrollano le spalle, e si tira via senza badarci, dicendo:—corbellerie, corbellerie—coll'indifferenza d'un franco… ...
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Ricordi di Parigi (pagina 27)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Letti i romanzi suoi, pare che in tutti gli altri, anche nei più veri, ci sia un velo tra il lettore e le cose; e che ci corra la stessa differenza che fra visi umani, gli uni ritratti in una tela e gli altri riflessi in uno specchio ... Sarà un romanziere giudice, chirurgo, casista, fisiologo, perito fiscale, che solleverà tutti i veli, e metterà le mani in tutte le vergogne, e darà il nome proprio a tutte le cose, freddamente, non badando, anzi meravigliandosi altamente della vostra meraviglia ... E come i personaggi, ci stampa nella mente i luoghi, poichè contempla tutte le cose collo stesso sguardo, che abbraccia tutto, e le riproduce colla stessa arte, a cui non sfugge nulla ... Fra tutte queste cose, in tutti questi luoghi, di cui si respira l'aria, e in cui si vede e si tocca tutto, si muove una folla svariatissima, di signore corrotte fino alla midolla, d'operai incarogniti, di bottegaie sboccate, di banchieri bindoli, di preti bricconi, di sgualdrinelle, di bellimbusti, di mascalzoni e di sudicioni d'ogni tinta e d'ogni pelo,—fra i quali apparisce qua e là, rara avis, qualche faccia di galantuomo,—: e lì fanno fra tutti un po' di tutto, dal furto all'incesto, girando fra il codice penale e l'ospedale o il monte di pietà e la taverna, a traverso a tutte le passioni e a tutti gli abbrutimenti, fitti nel fango fino al mento, in un'aria densa e grave, ravvivata appena di tempo in tempo dal soffio d'un affetto gentile, e agitata alternatamene da alti cachinni plebei e da grida strazianti di affamati e di moribondi ...
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Ricordi di Parigi (pagina 40)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... L'ingrandimento delle proporzioni di tutte le cose ci dà a poco a poco un altro concetto delle cose stesse ... —E così in tutti i campi della vita, trovate là con un sentimento misto di rammarico per voi e di ammirazione per Parigi, l'originale di mille cose di cui in casa vostra non avevate visto che il fac simile, ridotto a forma tascabile per la gente minuta ... E vi sentite disposti a perdonar molto all'orgoglio, quando osservate da vicino le cose, e potete mettervi nei panni d'un popolo che si vede scimmiottato dall'universo; che vede raccolte e portate in giro le briciole della sua mensa, glorificate opere fatte coi ritagli delle sue; innalzati dei busti, in certi tempi e in certi luoghi, a gente che non ha altro merito che di essere abbonata alla Revue des deux Mondes; rubacchiata la sua lingua e rivomitata cruda in molte lingue straniere; messo a sacco il suo romanzo e il suo teatro; tesoreggiati tutti i pettegolezzi della sua storia e della sua cronaca; conosciuta la sua città come la palma della mano; Tortoni più famoso di molti monumenti immortali; la Maison dorée in cima ai sogni dei dissipati di tutta la terra; contraffatti i suoi modi, ripetute le sue risate, ricalcati i suoi scherzi, adorati i suoi capricci; e si capisce anche come si stizzisca quando qualcuno dei suoi più pedanti scolari gli tira il calcio dell'asino ... Come stupirsi che non si occupi che di sè un paese così sfegatatamente adulato, a fatti se non a parole? E non riesce tutto a danno suo od altrui questo difetto poichè deriva dal conoscere profondamente le cose proprie, dall'amarle anche d'un amore eccessivo, e dal credere che il mondo intero ne faccia la medesima stima, quel che di caldo, di colorito, di originale, di vitale, che mette in tutte le manifestazioni di sè stesso ...
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Rinaldo
di Torquato Tasso (estratti)
... Là onde, quando diedi principio a quest'opera, la qual ora è per venir a le vostre mani, e quando di stamparla mi disposi, chiaramente previdi che alcuno, anzi molti sarebbono stati, quali l'una e l'altra mia deliberazione avriano biasimata, giudicando poco convenevole a persona che per attender agli studii de le leggi in Padova dimori, spendere il tempo in cose tali; e disconvenevolissimo ad un giovane de la mia età, la quale non ancora a XIX anni arriva, presumere tant'oltre di se stesso ch'ardisca mandare le primizie sue al cospetto degli uomini ad esser giudicate da tanta varietà di pareri ... Ma io desiderarei che le mie cose né da' severi filosofi seguaci d'Aristotile, c'hanno innanzi gli occhi il perfetto essempio di Virgilio e d'Omero, né riguardano mai al diletto ed a quel che richieggono i costumi d'oggidì, né dai troppo affezionati de l'Ariosto, fossero giudicate; però che conceder non mi vorranno che alcun poema sia degno di loda, nel qual sia qualche parte che non faccia apparente effetto, la qual tolta via non però ruini il tutto; ancor che molti de' tai membri siano nel Furioso, e ne l'Amadigi, ed alcuno negli antichi greci e latini ... Ma non l'han già servato coloro che tutte le moralità e le sentenze dicono in persona del poeta, né solo in persona del poeta, ma sempre nel principio de' canti, ch'oltre che ciò facendo non imitino, pare che siano talmente privi d'invenzione e che non sappiano tai cose in altra parte locare che nel principo del canto ... Pigna dice in questa materia, che l'Ariosto tai proemi non avrebbe fatto, se non avesse stimato che trattando di vari cavalieri e di varie azioni, e tralasciando spesso una cosa e ripigliandon'un'altra, gli era necessario render tal volta docili gli auditori, il che quasi sempr'in tai proemi si fa, preponendo quel che nel canto si dee trattare, e congiungendo le cose che s'hanno a dire con quelle che già dette si sono; e la medesima cagione, oltre l'usanza, ha mosso mio padre ad imitarlo ...
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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Questa semplicità di gusto egli conservò sempre, e passeggiando con lui, era curioso il vedere come egli sapesse rilevare il bello e il grottesco nelle cose più comuni, nel saltellare elastico d'un passerotto sull'erba, o nel subito atteggiarsi d'un gatto, o nei ghirigori d'un'inferriata, o nella frase volante d'un vetturale, o in un proverbio di contadini, dei quali sapeva ingegnosamente imitare la cadenza e i fiori del linguaggio ... Nè minore era il suo entusiasmo per ogni altra sorta d'anticaglia, mobili, stipi, poltrone, inferriate, tappeti, e non già per moda, come usarono poi molti dei nostri ricchi, ma per il sentimento che gli faceva credere d'abbracciare in quelle cose lo spirito di più generazioni ... Nè lo ricreava per sola vaghezza d'antiquario, come si disse, ma perchè gli pareva che in quel mondo astratto i suoi sottili ideali respirassero meglio che nell'aria grossa della realtà pregna di cose ...
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Storia di un'anima (pagina 4)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... A chi ci domandasse l'utilità di una pubblicazione di questo genere, noi non sapremmo rispondere nulla, perchè certe cose si appannano solo a toccarle colla punta delle dita ... Il lettore troverà in queste centoquaranta pagine dell'Anima qualche cosa di soverchio che ci fu necessario di lasciare così per tenere insieme nella materia uno spirito troppo irrequieto; e spero che non gli vorrà far colpa se nella foga dell'improvvisazione e del dolore il giudizio di chi scrisse sulle cose e sugli uomini e il tenore dello stile travalica di qualche linea la misura ... Sappialo che è meglio allargare la vita in cerchi sempre più grandi fino a comprendere la rassegnazione e la coscienza delle umane cose, anzichè restringerla nella celletta del cervello per forza d'una morale contrazione ...
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Storia di un'anima (pagina 6)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Non c'è una gran favola e un grande intreccio, ma ne forma il tema l'assidua osservazione delle piccole cose e dei grandi sentimenti ... Egli se ne turbò, soffrì, come soffriva sempre atrocemente delle grandi e delle piccole cose, ma rimase al suo posto ... Prendeva allegra parte alle loro feste, schizzava con tratti rapidi e sicuri armi antiche, con una conoscenza di cose unicamente sua, con tanto gusto che il Pagliano e altri lo consigliarono a pubblicare un album in zincotipia, che è ancora molto apprezzato negli studi dei pittori ... Della sua dottrina artistica e del suo gusto diede un largo saggio colle recensioni sull'Esposizione di belle arti pubblicate nel Pungolo di Milano, l'anno 1881, e in molti articoli illustrativi di cose vecchie e nuove, che egli regalava ai giornali e che non andranno perdute ...
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Storia di un'anima (pagina 24)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Volevo, per far luogo, mettere queste cose in un fascio sulla libreria… ... Che vuoi? Nella mia vita stupida, fredda, senza gioie e senza dolori, mi era parso una gloria l'essere vicino ad una vergine: pensando a te, Lidia, che non mi amavi! Mi pareva di non essere così brutto, o così sciocco, o così pedante, come sono! Perchè sarò incatenato alla tua memoria? perchè morire scettico e illuso per te? L'essere con una fanciulla, gentile ed elegante, in una chiesetta di montagna, il toccarle il piedino per darle la staffa, il ricever sorrisi e la frase:—Oh credevo che lei fosse serio serio!—l'offrirle fiori, confetti, erbe: il mangiare con lei coquettement sullo stesso vassoino un dolce, vedere un volto fresco, lieto, aperto, udir una voce giovane, capisci, Lidia, che sono cose che per me le dico tentazioni? Il tuo ricordo impallidiva ... Per vedere le cose antiche sedevo sul tappeto ai piedi di una scansia: la signorina era vispa e spensierata, ma io sarei troppo vecchio per lei ...
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Storia di un'anima (pagina 40)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Chi vuole le cose ammodo ricorra alla raccolta di vedute che il padre Abate Giolfi pittore dedicava a Sua Eccellenza il signor Giuseppe Boria Duca di Massanova e di Facina ... Io non posso tracciare giù la pianta della città, nè m'intendo di cose serie da imbandirvi, come s'usa, i primi cenni, la scorsa da un capo all'altro, la Genova considerata militarmente, le vecchie mura, il porto, il portofranco, l'acquidotto, le Belle Arti, i palazzi, ecc ... Marchesa, mi presti il suo occhialino capriccioso: attraverso quelle lenti devo vederne di belle cose, se già ci è passato il suo raggio visuale! Marchesa, mi favorisca il suo albo… ...
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