Libri corte
Libri su corte, con la parola corte
Decameron (pagina 161)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Aveva costei bella persona e era ben vestita e secondo sua pari assai costumata e ben parlante; e essendo ella un dì di meriggio della camera uscita in un guarnel bianco e co' capelli ravolti al capo e a un pozzo che nella corte era del casamento lavandosi le mani e 'l viso, avvenne che Calandrino quivi venne per acqua e dimesticamente la salutò ... Ella, che avveduta s'era del guatar di costui, per uccellarlo, alcuna volta guardava lui, alcun sospiretto gittando; per la qual cosa Calandrino subitamente di lei s'imbardò, né prima si partì della corte che ella fu da Filippo nella camera richiamata ... ” Venuta l'ora della cena e costoro, avendo lasciata opera e giù nella corte discesi, essendovi Filippo e la Niccolosa, alquanto in servigio di Calandrino ivi si posero a stare; dove Calandrino cominciò a guardare la Niccolosa e a fare i più nuovi atti del mondo, tali e tanti, che se ne sarebbe avveduto un cieco ... Ma l'altro dì, recata la ribeba, con gran diletto di tutta la brigata cantò più canzoni con essa; e in brieve in tanta sosta entrò dello spesso veder costei, che egli non lavorava punto, ma mille volte il dì ora alla finestra, ora alla porta e ora nella corte correva per veder costei, la quale, astutamente ...
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Decameron (pagina 170)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma poi che l'abate alquanti dì in questa maniera fu dimorato, avendo Ghino in una sala tutti li suoi arnesi fatti venire e in una corte che di sotto a quella era tutti i suoi cavalli infino al più misero ronzino, allo abate se n'andò e domandollo come star gli pareva e se forte si credeva essere da cavalcare; a cui l'abate rispose che forte era egli assai e dello stomaco ben guerito e che starebbe bene qualora fosse fuori delle mani di Ghino ... Menò allora Ghino l'abate nella sala dove erano i suoi arnesi e la sua famiglia tutta: e fattolo a una finestra accostare donde egli poteva tutti i suoi cavalli vedere disse: “Messer l'abate, voi dovete sapere che l'esser gentile uomo e cacciato di casa sua e povero e avere molti e possenti nimici hanno, per potere la sua vita difendere e la sua nobiltà, e non malvagità d'animo, condotto Ghino di Tacco, il quale io sono, a essere rubatore delle strade e nimico della corte di Roma ... Elle sono interamente qui dinanzi da voi tutte, e i vostri cavalli potete voi da cotesta finestra nella corte vedere: e per ciò e la parte e 'l tutto come vi piace prendete, e da questa ora innanzi sia e l'andare e lo stare nel piacer vostro ... Venne adunque Ghino, fidato, come allo abate piacque, a corte; né guari appresso del Papa fu che egli il reputò valoroso, e riconciliatoselo gli donò una gran prioria di quelle dello Spedale, di quello avendol fatto far cavaliere; la quale egli, amico e servidore di santa Chiesa e dello abate di Clignì, tenne mentre visse ... Ora avvenne un giorno che dimorando il giovane tutto solo nella corte del suo palagio, una feminella entrata dentro per una delle porti del palagio gli domandò limosina e ebbela; e ritornata per la seconda porta pure a lui, ancora l'ebbe e così successivamente insino alla duodecima; e la tredecima volta tornata, disse Mitridanes: “Buona femina, tu se' assai sollicita a questo tuo dimandare” e nondimeno le fece limosina ...
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La trovatella di Milano (pagina 13)
di Carolina Invernizio (estratti)
... Benchè la mattinata fosse assai frigida, piovigginosa, pure la via del Senato, il cortile del palazzo Elvetico e la vasta Sala della Corte d'Assise, ove già seguivano le solennità scolastiche dei Collegio Elvetico, erano straordinariamente affollate di gente avida di assistere al dibattimento della bella guantaia, la quale malgrado il suo delitto, si era acquistata una simpatia generale ... L'accusata comparve dinanzi alla Corte, vestita di nero, col velo tradizionale, sotto cui spiccava la sua faccia bianca, illuminata dai grandi occhi azzurri, nei quali eravi un'espressione di sofferenza, di stanchezza, da non potersi dimenticare ... Bisogna anche aggiungere che il conte temeva che al momento supremo, dinanzi alla Corte, la bella guantaia facesse qualche imprevista rivelazione ...
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La vita comincia domani (pagina 5)
di Guido da Verona (estratti)
... Ella sùbito si rasserenò: — Allora continuate! Fàtemi un po' la corte ... — Allora, non so perchè, ho pensato ch'eravate una signorina, una bella signorina, e ho deciso di farvi un poco la corte ... Ecco, e vi faccio la corte ora, come desiderate voi ... già! la corte si fa sempre per ridere ... Allora vi domando scusa e vi prometto di non farvi mai più, mai più la corte ...
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La vita comincia domani (pagina 51)
di Guido da Verona (estratti)
... Dopo aver compiuto il giro delle sale, andò a visitare i malati che abitavan nelle camerette solitarie, simili a celle d'un monastero; poi, sceso a pianterreno per un'altra scala, s'indugiò a discorrere con il Rosales in quel breve ándito che da una parte sboccava nel giardino, dall'altro sopra una corte ... In quella corte precisamente v'era un carro mortuario, fermo, attaccato con un solo cavallo; il cocchiere, sceso di cassetto, s'era tolto il cappello e facendosi vento discorreva con un cuoco ... Gli tornò in mente il carro funebre che attendeva nella corte, il cocchiere senza cappello che parlava con il cuoco ... Volse un'occhiata nella corte: il cuoco se n'era andato; il cocchiere, appoggiato al muro in un angolo d'ombra, fumava tranquillamente; il vecchio cavallo nero dondolava la coda per scacciare le mosche ... VII Le adiacenze, la scalinata, la corte quadrangolare dell'Università ed il suo vasto porticato a colonne di marmo, eran ingombri d'una studentesca minacciosa ...
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La vita comincia domani (pagina 52)
di Guido da Verona (estratti)
... Man mano che finiva una classe gli studenti affluivan nella corte, sicchè tutti i professori, dopo aver tentato invano d'imbrigliare quella ribellione, s'eran adunati perplessi nella sala del Consiglio Accademico ... Ma la sua voce debole si perdeva nel frastuono, mentre la notizia della minacciata chiusura si diffondeva per la corte sollevando urli; un gesticolar di braccia furibonde si agitava contro le finestre del Consiglio Accademico ... Ma in fondo alla corte cominciavano a scoppiare grida sediziose: — Barricate la porta! Non vogliamo poliziotti ... Si accomodi pure! Una risata clamorosa eruppe dagli ascoltatori, facendo giustizia del malcapitato, che si rimpicciolì nella ressa, mentre invece, nel fondo della corte, il gruppo de' più facinorosi non cessava dalle grida ostili ...
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La vita comincia domani (pagina 69)
di Guido da Verona (estratti)
... Oh, quanto nel suo spirito beffardo egli derideva coloro che si aspettavano di veder lui, Andrea Ferento, semiconfesso e pavido sui banchi d'una Corte d'Assise! Credevano dunque che per tanti anni egli avesse investigata la materia invano? che per tanti anni avesse dalla sua cattedra bandita l'ultima parola delle scienze positive, per doversi ridurre, quando gli fosse mestieri sopprimere, ad iniettare nelle vene della sua vittima qualcosa che tre chimici dozzinali potessero poi raccogliere nei loro suggellati specilli? Ma no! ma no! ... Per un istante infatti egli aveva temuta, non la giustizia degli uomini, ma l'onnipotenza dei partiti che si collegavano contro lui, capaci senza dubbio di subornare un giudice, di dettare ai periti un responso dubbioso e per tal modo trascinarlo in Corte d'Assise, od anche mandarlo assolto per non provata reità ... Macchinalmente anch'egli si cercò nelle tasche una moneta, comprò il giornale, poi, quasi correndo, percorse la distanza che lo separava dal suo portone, entrò difilato in mezzo alla gente che l'ingombrava: si trovò nella corte ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Nel tempo che il Re Alboino, Re dei Longobardi si era insignorito quasi di tutta Italia, tenendo il seggio reggale nella bella città di Verona, capitò nella sua corte un villano, chiamato per nome Bertoldo, il qual era uomo difforme e di bruttissimo aspetto; ma dove mancava la formosità della persona, suppliva la vivacità dell'ingegno: onde era molto arguto e pronto nelle risposte, e oltre l'acutezza dell'ingegno, anco era astuto, malizioso e tristo di natura ... RE Io splendo in questa corte come propriamente splende il sole fra le minute stelle ... RE Orsù, vuoi tu diventare uomo di corte? BERTOLDO Non deve cercar di legarsi colui che si trova in libertà ... RE Che cosa ha da fare l'asino del mio fattore con la grandezza della mia corte? BERTOLDO Prima che fosti tu, né manco la tua corte, l'asino aveva raggiato quattro mill'anni innanzi ... Partissi dunque Bertoldo, e andatosene a casa e pigliato uno asino vecchio, ch'egli aveva, tutto scorticato sulla schiena e sui fianchi e mezo mangiato dalle mosche, e montatovi sopra, tornò di nuovo alla corte del Re accompagnato da un milione di mosche e di tafani che tutti insieme facevano un nuvolo grande, sì che a pena si vedeva, e gionto avanti al Re, disse: BERTOLDO Eccomi, o Re, tornato a te ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 8)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... RE Io non ho mai veduto né pratticato il più vivo intelletto del tuo; però serviti della mia corte in ogni tua occorrenza ... A queste parole Bertoldo, scostatosi alquanto dal Re e ritiratosi nella corte, si calò le brache, mostrando di voler fare un suo servigio corporale; laonde, veduto il Re tal atto, gridando, disse: RE Che cosa vuoi tu fare manigoldo? BERTOLDO Non dici tu ch'io mi serva della tua corte in ogni mia occorrenza? RE Sì, ho detto; ma che atto è questo? BERTOLDO Io me ne voglio servire adunque a scaricare il peso della natura, il quale tanto m'aggrava ch'io non posso più tenerlo ... A cui Bertoldo rivolto, disse: BERTOLDO Va' destro, fratello, né voler tu fare il sofficiente, perché le mosche che volano sulla testa ai tignosi vanno sulla mensa regale ancora e cacano nella propria scodella del Re e pure esso mangia quella minestra; e io dunque non potrò fare i miei servigi in terra, che è cosa necessaria? E tanto più che il Re ha detto ch'io mi serva della sua corte in ogni mio bisogno? E qual maggior bisogno per servirmene poteva venirmi che in questo fatto? Intese il Re la metafora di Bertoldo e si cavò di deto un ricco e precioso anello e, volto a lui, disse: RE Piglia questo anello, ch'io te lo dono; e tu, tesoriero, va', porta qui mille scudi ch'io gliene voglio far un presente or ora ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 12)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Il Re manda di nuovo a cercar Bertoldo e trovatolo va in persona dove sta e con preghi e gran promesse lo fa tornare alla corte ... Passato lo sdegno al Re, mandò di nuovo a cercar Bertoldo e, trovatolo, lo fece pregare a tornare in corte, che il tutto gli era stato perdonato; ed esso gli mandò a dire che cavoli riscaldati né amore ritornato non fu mai buono, e che non v'era tesoro che pagasse la libertà ... Onde il Re vi andò in persona e lo pregò e supplicò tanto che al fine (benché contra sua voglia) lo condusse in corte e gli fece perdonare alla Regina, e volse ch'ei stesse sempre appresso della sua corona, né faceva cosa alcuna senza il consiglio di lui ... E mentre ch'ei stette in quella corte, ogni cosa andò di bene in meglio; ma essendo egli usato a mangiar cibi grossi e frutti selvatichi, tosto ch'esso incominciò a gustar di quelle vivande gentili e delicate s'infermò gravemente a morte, con grandissimo dispiacere del Re e della Regina, i quali dopo la sua morte vissero poi sempre sotto una vita trista e infelice ... I medici non conoscendo la sua complessione, gli facevano i rimedi che si fanno alli gentiluomini e cavalieri di corte; ma esso, che conosceva la sua natura, teneva domandato a quelli che gli portassero una pentola di fagiuoli con la cipolla dentro e delle rape cotte sotto la cenere, perché sapeva lui che con tal cibi saria guarito; ma i detti medici mai non lo volsero contentare ... Così finì sua vita con questa volontà, colui ch'era tenuto un altro Esopo da tutti, anzi un oracolo, e fu pianto da tutta la corte, e il Re lo fece sepelire con grandissimo onore, e quei medici si pentirono di non gli aver dato quant'esso gli addimandava nell'ultimo, e conobbero che egli era morto per non l'aver essi contentato ... E il Re, a perpetua memoria di questo grand'uomo, fece scolpire nella sua sepoltura in lettere d'oro i seguenti versi in forma d'epitafio, facendo vestire di nero tutta la sua corte, come se fosse morto uno dei primati di quella ... Chi è uso al campo non vada alla corte ...
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Marocco (pagina 39)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... La giornata passa in un lampo, tra le caccie, le visite ai duar, gli ebrei che vengon da Fez a raccontarci dei grandi apparecchi dell’esercito, i messi della corte che portano i saluti del Sultano; le famiglie arabe che guadano il fiume, in lunghe file, prima il cammello, poi gli uomini, poi le donne coi bimbi sul dorso, poi i ragazzi, poi i cani a nuoto; le carovane che passano, le frotte di curiosi che accorrono, un tramonto che innamora e la notte più luminosa ch’abbia mai contemplato occhio umano ... Sono messi del Sultano, messi del primo ministro, messi del gran cerimoniere, messi del Governatore di Fez, ufficiali, maggiordomi, negozianti, patenti de’ mori della carovana, tutta gente ben vestita, linda, cerimoniosa, circonfusa dell’aura della corte e della metropoli, che parla con voce grave e gesti maestosi dell’esercito formidabile, della folla immensa, del palazzo delizioso che ci aspetta ... La città si nasconde daccapo e daccapo ricompare, ma questa volta vicinissima, e fra noi e le sue mura, il popolo, l’esercito, la corte, una pompa, uno splendore, una bizzarria, una bellezza che in quel punto mi fece cadere di mano le briglie, e in questo momento la penna ... È il gran cerimoniere Hadje Mohammed Ben Aissa, cogli ufficiali di corte, che dà il benvenuto all’Ambasciatore in nome del Sultano, e s’accompagna alla scorta ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 10)
di Docteur Jaf (estratti)
... I costumi della corte non erano punto fatti per frenare il popolo che teneva all'onore di imitarli ... Sotto Luigi XI la corte non dava affatto l'esempio della decenza nei costumi ... La Corte di Francesco 1º era una vera casa di piacere, e secondo Brantôme le signore che ne facevano parte erano destinate a rimpiazzare le cortigiane, le quali divenivano pericolose a causa delle malattie veneree da cui erano quasi tutte infette ... Dopo aver descritte tutte le sregolatezze a cui queste signore non disdegnavano di abbandonarsi Brantôme esclama: «E piacesse a Dio di potermi far entrare un po' in questa allegra corte del re pel mio piacere!» Sauval dice che era molto facile ad un condannato, per quanto terribili fossero i suoi delitti, di ottenere la grazia dal re, purchè avesse una bella moglie od una fresca figlia zitella, che andasse personalmente a supplicare il sovrano ... Di tutte le dame di corte che abitavano al Palazzo Reale il re aveva le chiavi delle camere, per poterle andare a visitare ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 11)
di Docteur Jaf (estratti)
... Brantôme ha voluto dimostrare che questa impudicizia della corte non aveva nulla di biasimevole ... Brantôme racconta che una cortigiana venne a Roma per dare lezioni alle dame di corte, ella diceva: «Il nostro mestiere è tanto caldo, quando si è ben appreso, che si ha mille volte più piacere di praticarlo con parecchi che con un solo» ... Brantôme dice che nella maggior parte dei matrimonii, fatti a corte, raramente la sposa arrivava al talamo, senza che il re non le avesse prima insegnato praticamente l'arte della procreazione ... » Così una grande dama della corte, che visitava questa galleria, essendosi fermata a contemplare tale quadro, dopo poco disse al suo amante: «Oh! è troppo pericoloso di venire qui! saliamo presto in carrozza, corriamo a casa mia, giacchè ho bisogno di andare a calmare il fuoco che mi brucia le visceri!» Del resto i mariti non potevano nulla rimproverare agli stravizii delle loro mogli, giacchè essi stessi non tralasciavano nulla per corromperle ... La depravazione di simil corte è un fatto confermato da tutti gli storici ... Caterina de' Medici insegnò abilmente alle dame e damigelle che componevano la sua corte, e che formavano un corteggio, chiamato Lo squadrone volante della regina, la strategia galante ... «Un famoso prelato della nostra corte, dice Sauval, ci assicura che Caterina de' Medici aveva un serraglio di damigelle che non l'abbandonavano mai, e che rappresentavano tante calamite per attirare i cuori dei principi e dei signori del reame; e conoscerne i più intimi segreti; e che questa associazione di gentildonne seppe sì ben corrompere i capi dei partiti nel 1579, e soprattutto Enrico IV, che avendo con le loro moine ingaggiati quelli della religione in una nuova guerra civile, fu chiamata la guerra degli amanti» ... La licenza del linguaggio alla corte era il riflesso dei suoi costumi depravati ... Il lusso eccessivo, che aveva invasa la corte, non poteva non nuocere i buoni costumi ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 14)
di Docteur Jaf (estratti)
... Madama di Montbazon si era essa stessa imposta una tariffa di 500 scudi, e da qualunque parte questa somma le venisse, ella accettava l'offerta con tutte le conseguenze; questo prezzo corrente era talmente noto, che in un vaudeville composto in suo onore, si leggeva: «Bastano cinquecento scudi borghesi per far alzar la sua aristocratica camicia!» Le dame di corte si facevano pagare in ragione della loro nascita, del grado che occupavano, e della posizione del marito ... In seguito alle infami depravazioni della corte di Luigi XIII, non è sorprendente che gli uomini corrotti, che circondavano Luigi XIV prima della sua maggiorità, avessero tentato di depravarne i costumi per dominarlo, senza aver bisogno del concorso di un'amante ... » Le dame di corte vedendosi disprezzate ed abbandonate dagli uomini, avevano formato fra esse una lega per farne a meno ... La perversità aveva fatto tali progressi fra le donne di corte, da far loro mantenere secrete associazioni della più infame natura, che non furono mai colpite dalla vendetta pubblica, e che sfuggivano perfino alle ricerche della polizia particolare del re ...
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