Libri cisti

Libri su cisti, con la parola cisti

Decameron (pagina 109)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 2 Cisti fornaio con una sola parola fa raveder messer Geri Spina d'una sua trascutata domanda ... Molto fu da ciascuna delle donne e degli uomini il parlar di madonna Oretta lodato, il qual comandò la reina a Pampinea che seguitasse; per che ella così cominciò: –Belle donne, io non so da me medesima vedere che più in questo si pecchi, o la natura apparecchiando a una nobile anima un vil corpo, o la fortuna apparecchiando a un corpo dotato d'anima nobile vil mestiero, sì come in Cisti nostro cittadino e in molti ancora abbiamo potuto vedere avvenire; il qual Cisti, d'altissimo animo fornito, la fortuna fece fornaio ... Il che quanto in poca cosa Cisti fornaio il dichiarasse, gli occhi dello 'ntelletto rimettendo a messer Geri Spina, il quale la novella di madonna Oretta contata, che sua moglie fu, m'ha tornata nella memoria, mi piace in una novelletta assai piccola dimostrarvi ... Dico adunque che, avendo Bonifazio papa, appo il quale messer Geri Spina fu in grandissimo stato, mandati in Firenze certi suoi nobili ambasciadori per certe sue gran bisogne, essendo essi in casa di messer Geri smontati, e egli con loro insieme i fatti del Papa trattando, avvenne che, che se ne fosse cagione, messer Geri con questi ambasciadori del Papa tutti a piè quasi ogni mattina davanti a Santa Maria Ughi passavano, dove Cisti fornaio il suo forno aveva e personalmente la sua arte esserceva ... La qual cosa avendo messer Geri una e due mattine veduta, disse la terza: “Chente è, Cisti? è buono?” Cisti, levato prestamente in piè, rispose: “Messer sì, ma quanto non vi potre' io dare a intendere, se voi non assaggiaste ... ” Messer Geri, al quale o la qualità o affanno più che l'usato avuto o forse il saporito bere, che a Cisti vedeva fare, sete avea generata, volto agli ambasciadori sorridendo disse: “Signori, egli è buono che noi assaggiamo del vino di questo valente uomo: forse che è egli tale, che noi non ce ne penteremo”; e con loro insieme se n'andò verso Cisti ... A' quali, essendo espediti e partir dovendosi, messer Geri fece un magnifico convito, al quale invitò una parte de' più orrevoli cittadini, e fecevi invitare Cisti, il quale per niuna condizione andar vi volle ... Impose adunque messer Geri a uno de' suoi famigliari che per un fiasco andasse del vin di Cisti e di quello un mezzo bicchier per uomo desse alle prime mense ... Il quale come Cisti vide, disse: “Figliuolo, messer Geri non ti manda a me ... ” Al quale Cisti rispose: “Per certo, figliuol, non fa ...
Decameron (pagina 110)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... manda?” Rispose Cisti: “A Arno ... Il quale Cisti vedendo disse: “Ora so io bene che egli ti manda a me”, e lietamente glielo impié ... ” Messer Geri ebbe il dono di Cisti carissimo e quelle grazie gli rendé che a ciò credette si convenissero, e sempre poi per da molto l'ebbe e per amico ... Quando Pampinea la sua novella ebbe finita, poi che da tutti e la risposta e la liberalità di Cisti molto fu commendata, piacque alla reina che Lauretta dicesse appresso; la quale lietamente così a dir cominciò: –Piacevoli donne, prima Pampinea e ora Filomena assai del vero toccarono della nostra poca vertù e della bellezza de' motti; alla qual per ciò che tornar non bisogna, oltre a quello che de' motti è stato detto, vi voglio ricordare essere la natura de' motti cotale, che essi, come la pecora morde, deono così mordere l'uditore e non come 'l cane: per ciò che, se come il cane mordesse il motto, non sarebbe motto ma villania ... La qual cosa ottimamente fecero e le parole di madonna Oretta e la risposta di Cisti ...