Libri ciacco

Libri su ciacco, con la parola ciacco

Decameron (pagina 164)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 8 Biondello fa una beffa a Ciacco d'un desinare, della quale Ciacco cautamente si vendica faccendo lui sconciamente battere ... E per ciò dico che essendo in Firenze uno da tutti chiamato Ciacco, uomo ghiottissimo quanto alcuno altro fosse giammai, e non potendo la sua possibilità sostener le spese che la sua ghiottornia richiedea, essendo per altro assai costumato e tutto pieno di belli e di piacevoli motti, si diede a essere non del tutto uom di corte ma morditore e a usare con coloro che ricchi erano e di mangiar delle buone cose si dilettavano; e con questi a desinare e a cena, ancor che chiamato non fosse ogni volta, andava assai sovente ... Era similmente in quei tempi in Firenze uno il quale era chiamato Biondello, piccoletto della persona, leggiadro molto e più pulito che una mosca, con sua cuffia in capo, con una zazzerina bionda e per punto senza un capel torto avervi, il quale quello medesimo mestiere usava che Ciacco ... Il quale essendo una mattina di quaresima andato là dove il pesce si vende e comperando due grossissime lamprede per messer Vieri de' Cerchi, fu veduto da Ciacco; il quale avvicinatosi a Biondello disse: “Che vuol dir questo?” A cui Biondel rispose: “Iersera ne furon mandate tre altre ...
Decameron (pagina 165)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... troppo più belle che queste non sono e uno storione a messer Corso Donati, le quali non bastandogli per voler dar mangiare a certi gentili uomini, m'ha fatte comperare quest'altre due: non vi verrai tu?” Rispose Ciacco: “Ben sai che io vi verrò ... Ciacco, accortosi dello 'nganno di Biondello e in sé non poco turbatosene, propose di dovernel pagare; né passar molti dì che egli in lui si scontrò, il qual già molti aveva fatti rider di questa beffa ... Biondello, vedutolo, il salutò e ridendo il domandò chenti fossero state le lamprede di messer Corso; a cui Ciacco rispondendo disse: “ Avanti che otto giorni passino tu il saprai molto meglio dir di me ... ” Disse il barattiere: “Ho io a dire altro?” Disse Ciacco: “No, va pure; e come tu hai questo detto, torna qui a me col fiasco, e io ti pagherò ... Messer Filippo, udito costui, come colui che piccola levatura avea, avvisando che Biondello, il quale egli conosceva, si facesse beffe di lui, tutto tinto nel viso dicendo: “Che ‘arrubinatemi’ e che ‘zanzeri’ son questi? che nel malanno metta Idio te e lui!” si levò in piè e distese il braccio per pigliar con la mano il barattiere; ma il barattiere, come colui che attento stava, fu presto e fuggì via e per altra parte ritornò a Ciacco, il quale ogni cosa veduta avea, e dissegli ciò che messer Filippo aveva detto ... Ciacco contento pagò il barattiere, e non riposò mai che egli ebbe ritrovato Biondello, al quale egli disse: “Fostù a questa pezza dalla loggia de' Cavicciuli?” Rispose Biondello: “Mai no; perché me ne domandi tu?” Disse Ciacco: “Per ciò che io ti so dire che messer Filippo ti fa cercare, non so quel ch'e' si vuole ... ” Partitosi Biondello, Ciacco gli andò appresso per vedere come il fatto andasse ... Biondello piagnendo si scusava e diceva che mai a messer Filippo non aveva mandato per vino; ma poi che un poco si fu rimesso in assetto, tristo e dolente se ne tornò a casa, avvisando questa essere stata opera di Ciacco ... E poi che dopo molti dì, partiti i lividori del viso, cominciò di casa a uscire, avvenne che Ciacco il trovò e ridendo il domandò: “Biondello, chente ti parve il vino di messer Filippo?” Rispose Biondello: “Tali fosser parute a te le lamprede di messer Corso!” Allora disse Ciacco: “A te sta oramai: qualora tu mi vuogli così ben dare da mangiare come facesti, io darò a te così ben da ber come avesti ... ” Biondello, che conosceva che contro a Ciacco egli poteva più aver mala voglia che opera, pregò Idio della pace sua e da indi innanzi si guardò di mai più beffarlo ...