Libri cento
Libri su cento, con la parola cento
Confessioni di un Italiano (pagina 54)
di Ippolito Nievo (estratti)
... In fatti si sviarono per la campagna cercando il sentiero che menava alla pustierla: ma non avean camminato cento passi che trovarono l'intoppo di due altre guardie ... E voltosi ancora allo sgherro: — Dov'è il vostro Capo di Cento? — domandò ... Tantoché, mesci e rimesci, in capo ad una mezz'ora la sbirraglia di Venchieredo era diventata una sola famiglia col contadiname del villaggio; e l'oste non rifiniva dal portare a cielo la splendidezza e la rara puntualità del degnissimo Capo di Cento delle Cernide di Venchieredo ... La prepotenza del nuovo arrivato e il vino che aveva in corpo fecero che il Capo di Cento la portasse, per modo di dire, ancor più cimata del solito ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 153)
di Ippolito Nievo (estratti)
... fecimo, ed ebbi campo a rallegrarmene, perché mossi cento passi mi scontrai ancora nel Venchieredo e nel Partistagno, che questa volta mi si misero alla calcagna e non m'abbandonarono più ... La Pisana mi pregò che volessi uscire per disporre la celebrazione delle cento messe per conto di sua sorella ... Tuttavia io stentava a discoprirle questa mia miseria, e studiavami d'impedire con altre cento ragioni quella generosità delle messe ... — Pensa che dopo le cento messe poche lire mi resteranno! — Ah sì! è vero, Carlino! non è giusto ch'io sacrifichi te per un mio capriccio ... Io scrollai il capo, ché non ebbi molta fede in quel coraggio lontano ancora dalla prova; ma per quanto ci credessi poco, dovetti pagare le cento messe e la pigione della Rosa, e finalmente la vidi contenta quando non ci restavano che venti ducati all'incirca per scongiurare il futuro ...
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I nuovi tartufi (pagina 7)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... Adesso quasi comincio a sperarlo ancora io, perchè so di certo, e lo posso giurare, che Zabulone impresta sempre il suo danaro a mezzo per cento il mese senza provvisione, e qualche volta anche a meno, non mai a più ... Ora tutta la corte celeste porrà la mano al canapo per tirare su l'Ebreo, il quale ebbe in costume di accomodare in presto il suo danaro al sei per cento l'anno ... "Però di Satana"—soggiunse Zabulone—"troppo ci vuole a raccontare degnamente la storia: se ti basta quella del Presidente, io te la posso dire…" "Io te ne prego, Zabulone…" "Buonaparte!—nota bene che io la prendo larga:—Buonaparte, da quell'uomo di vasti concetti ch'egli era, intese convertire i mari in deserti, e farvi perire la odiata Inghilterra, come Palmira o Tebe dalle cento porte ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 14)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Filippo se lo ripetè cento volte, dopo aver cento volte rivoltato per ogni verso il suo caso di coscienza ... Laggiù era un altro viluppo di strade, con gran delizia della signorina Margherita, che rideva spesso e volentieri, quel giorno, dovendo fare, al cenno della sua guida severa, tanti giri e rigiri impreveduti, andare a sghembi come le saette, ficcarsi per cento viottole, varcare cento ponticelli minuscoli, e pensare frattanto, pensare con un vago terrore quante volte si sarebbero smarrite, lei e la mamma, se avessero dovuto fare quel curioso tragitto da sole ...
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Il servitore di due padroni (pagina 7)
di Carlo Goldoni (estratti)
... Son un omo de garbo; me stimo cento scudi de più de quel, che no me stimava ... PANTALONE Tolè, col vien a casa dèghe sta borsa co sti cento ducati ... FLORINDO E bene, hai tu ritrovato Pasquale? TRUFFALDINO Sior no, no l'ho trovà Pasqual; ma ho trovà uno, che m'ha dà una borsa con cento ducati ... FLORINDO Cento ducati? Per farne che? TRUFFALDINO Disim la verità, sior patron, aspetteu dinari da nissuna banda? FLORINDO Sì, ho presentata una lettera ad un mercante ... Ala recevesto una borsa con cento ducati? BEATRICE Io no ...
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Le femmine puntigliose (pagina 5)
di Carlo Goldoni (estratti)
... LELIO Circa alle cento doppie, bisogna condur la cosa con buona maniera ... LELIO Faremo così; procureremo, che accada di fare una scommessa di cento doppie fra voi, e la Contessa Beatrice; voi perderete la scommessa, ed ella averà il danaro contante ... ROSAURA Se si concerta così, può anche ricevere le cento doppie, senza far la scommessa ... Si farà la scommessa; io deciderò in favore della Contessa, e voi le darete le cento doppie ...
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Le femmine puntigliose (pagina 18)
di Carlo Goldoni (estratti)
... LELIO (Non sanno niente del negozio delle cento doppie) (da sé) ... La Contessa Beatrice con cento doppie mi ha venduta la sua mediazione, e a questo prezzo mi ha assicurato l'accesso alla conversazione delle dame ... Avete voi avuto le cento doppie? BEATRICE Le cento doppie le ho vinte per una scommessa ... ELEONORA Eh, che non si scommettono cento doppie per queste freddure! Se le aveste perse, come le avereste pagate? BEATRICE Se nol credete, chiedetelo al Conte Lelio ... Contessa Beatrice, voi avete avuto le cento ...
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Libro proibito (pagina 11)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... - che inaugurava sotto le mie finestre quell'avventuroso sistema di liberalismo al quale io vo debitore di una epatite insanabile e di cento altri malanni ... —E siccome nei primi cinque mesi di libertà, ai liberi cittadini di Milano vennero imposte, sotto comminatoria di lapidazione o di saccheggio, non meno di sessanta luminarie; così io—per queste dimostrazioni spontanee di liberalismo—venni a consumare circa sessanta pacchi di steariche e ad aggravare le mie passività economiche di un debito complessivo di oltre lire cento ... Se tutti muoiono—quale disastro! In ogni modo, il cartellino mi sapeva di buffonata—io rideva sotto baffi—nè mi avvedeva—sconsigliato od ingenuo—che cento occhi di liberi cittadini mi saettavano di sbieco ...
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Ricordi di Parigi (pagina 13)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Dinanzi a cento altri quadri, passo frettolosamente, spinto dall'impazienza di arrivare all'Italia, dove trovo una folla sorridente che amoreggia colle statue ... Nell'altra sala guardo intorno se c'è il Pasini, per gridargli: —Salve, o fratello del sole!—Il suo forte e splendido Oriente è là, vagheggiato da cento occhi pensierosi ... Il colosso dalle cento teste ha ancora la sua grossa mano di lavoratore un po' restìa al pennello ...
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Ricordi di Parigi (pagina 14)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Stevens i suoi cani inimitabili; il Wauters o il Cluysenaar superano trionfalmente gli alti pericoli del quadro storico e le difficoltà delicate del ritratto; e altri cento artisti gareggiano con una varietà stupenda di paesaggi pieni di poesia, di marine melanconiche, di teste adorabili di fanciulli, di scherzi arguti, di fantasie gentili, che sollevano la mente ed allargano il cuore ... Dopo la Grecia vien la pittura facile e fresca della Svizzera, svariata di cento stili; immagine vera d'un paese di cento pezzi e d'una famiglia d'artisti vaganti alla ricerca d'un ideale, d'una scuola, d'un centro di sentimenti e di idee; che frammischiano alla loro patria dal rozzo fianco, alle cascate, alle gole, ai ghiacciai, agli uragani delle Alpi, le rive ridenti di Sorrento, le architetture arabescate del Cairo, le solitudini ardenti della Siria, la campagna desolata di Roma, e ogni sorta di ricordi della loro vita varia e avventurosa; somigliante a quella degli avi loro, che vestirono la divisa di tutti i principi e versarono sangue per tutte le bandiere, Alla Svizzera tien dietro la Danimarca, che ricorda al mondo le sue glorie guerriere, colla battaglia d'Isted, del Sonne, e colla battaglia navale di Lemern, del Mastrand ... E di qui riesco, quasi senza avvedermene, nelle sale dell'Olanda, dinanzi a una pittura che par velata dai vapori delle grandi pianure allagate, e vedo infatti vagamente, come a traverso un velo, i poveri e gli infermi dell'Israels, il pittore della sventura; le belle marine del Mesdag, i polders del Gabriel, i gatti di Enrichetta Ronner, e cento altri quadri grigi, foschi, umidi, di cattivo umore, fra i quali cerco inutilmente un raggio della luce miracolosa del Rembrandt o un riflesso del grande riso irresistibile dello Steen ... Mi si affacciarono alla mente i mille artisti di cui avevo visto le opere, sconosciuti e famosi, giovani che mandaron là la loro prima ispirazione e vecchi che ci lasciarono l'ultima; li vidi sparsi per tutto il mondo, nei loro studi pieni di luce, aperti sulle campagne solitarie, sui giardini, sul mare e sulle vie rumorose; e pensai quanta vita avevano versato fra tutti in quelle cento ...
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Ricordi di Parigi (pagina 15)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E la vôlta altissima ripercuote rumorosamente i sibili acuti che paiono grida di gioia infantile, il picchiettio cadenzato di cento martelli, lo stridore delle lime e delle seghe e mille tintinni cristallini e metallici, e il ronzìo sordo della moltitudine che passa a processioni, a turbe, a gruppi, come un esercito sbandato, per riversarsi nei giardini esterni o nelle gallerie delle macchine ... Il foglio di carta esce in buste da lettera, lo spago in corde, il bronzo in medaglie, il filo di ottone in spille, il filo di lana in calze, il pezzo di legno in frammenti di mobili; la ricamatrice svizzera ricama con trecento aghi, il papirografo inglese riproduce trecento esemplari d'un manoscritto, la macchina dei saponi taglia i cubi, gl'involta e li pesa; la macchina del Marinoni mette fuori i giornali piegati; le gigantesche filatrici di Birmingham e di Manchester lavorano accanto alle macchine d'estrazione delle miniere; la grande macchina da ghiaccio getta il suo furioso soffio gelato in mezzo agli aliti di fuoco delle macchine da gaz; altre lavorano i diamanti, altre lacerano e torcono il metallo come una pasta, altre lavano, raffinano, travasano, disegnano, dipingono, scrivono; in ogni parte freme una vita meravigliosa ed orribile di mostri di cento bocche e di cento mani, che irrita i nervi, introna le orecchie e confonde l'immaginazione ...
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Ricordi di Parigi (pagina 20)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Per me, penso ai suoi cinquanta volumi, pieni d'ispirazioni e di fatiche, in cui si rivela col genio prepotente una volontà indomabile o una tempra fisica d'acciaio; penso ai torrenti di vita che uscirono dal suo petto, all'amore immenso che profuse, alle ire selvaggie e agli odii implacabili che provocò e che gli infuriarono nell'anima; ricorro la sua vita da quando giocava, ragazzo, sotto gli occhi di sua madre, noi giardino delle Feuillantines; lo vedo, sedicenne, quando scriveva in quindici giorni, per guadagnare una scommessa, le pagine ardenti di Bug-Jargal; penso a quando comprò il primo scialle a sua moglie coi denari dell'Han d'Islanda; me lo raffiguro, fiero e impassibile, in mezzo alle tempeste delle assemblee scatenate dalla sua parola temeraria; lo vedo servire umilmente i quaranta bambini poveri seduti alla sua mensa a Hauteville-house; me lo rappresento grave e triste, in mezzo alla folla, dinanzi ai cento sepolcri illustri su cui fece sentire la sua parola piena di maestà e di dolcezza; lo vedo per le vie di Parigi, in mezzo alla moltitudine riverente, costernato e invecchiato, seguire i feretri dei suoi figli; lo vedo in quelle sue veglie febbrili, ch'egli descrisse così potentemente, quando di lontano, nel silenzio della notte, sentiva squillare il corno di Silva ed echeggiare il grido di Gennaro; lo vedo assistere nel Teatro francese, dopo mezzo secolo dalla prima rappresentazione, al trionfo clamoroso dell'Hernani, salutato dai primi scrittori e dai primi artisti della Francia, come il loro Principe rieletto e riconsacrato; penso al suo Oriente splendido, al suo Medio evo tremendo, alla Preghiera per tutti, all'infanta che perde la rosa mentre Filippo II perde l'Armada, alla carica dei corazzieri della guardia contro i quadrati del Wellington, alla scarpetta d'Esmeralda, all'agonia d'Eponina, a tutte le creature del mondo arcano, sfolgorante, immenso che uscì dal suo capo; al suo esilio, alle sue sventure, ai suoi settantasette anni,—e sento una mano che mi fa curvare la fronte ... «Vittor Hugo è certamente uno di quelli scrittori che ispirano un più ardente desiderio di vederli; perchè i suoi cento aspetti di scrittore ci fanno domandare ogni momento a quale di essi corrisponda il suo aspetto d'uomo ... Io mi ricordo d'aver passato molte ore, giovanotto, all'ombra d'un giardino, con un suo libro tra le mani, cercando di dipingermelo coll'immaginazione, e componendo e ricomponendo cento volte il suo viso e la sua persona, senza trovar mai una figura che m'appagasse ... —Che so io? Era l'uomo che m'aveva spinto cento volte, col cuore gonfio di tenerezza, tra, le braccia di mia madre; ma era anche l'uomo che m'aveva fatto balzar sul letto, più volte, nel cuor della notte, atterrito dall'apparizione improvvisa dei cinque cataletti di Lucrezia Borgia ...
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Storia di un'anima (pagina 58)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Il conte Lelio sullodato quand'ebbe scoperta l'acqua salutare, deve aver sorriso mestamente, pensando ai cento malanni della misera umanità, e deve aver sognato solo volti scialbi di montanari e di pastori, giù scendenti dalle Alpi Retiche, col melanconico brontolìo del rosario sulle labbra ... Ora è un paesotto; meglio è un solo albergo, un solo caffè, un solo stallo… * * * Chi sono e dove sono i Recoaresi? Tra questa folla in cento abiti, dalle foggie date dalla nostra Chaillon alle vestaccie affagottate delle alpigiane tirolesi, tra il sonare di otto o dieci lingue e la babele di cento dialetti, fra il va e vieni delle carrozze, il tempestare delle unghie degli asinelli, e gli inviti: paron! paron! paron! io non so dirvi chi sono e dove sono i Recoaresi ...
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