Libri calandrino

Libri su calandrino, con la parola calandrino

Decameron (pagina 135)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... – 3 Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l'elitropia, e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia e egli turbato la batte, e a' suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui ... Nella nostra città, la qual sempre di varie maniere e di nuove genti è stata abondevole, fu, ancora non è gran tempo, un dipintore chiamato Calandrino, uom semplice e di nuovi costumi ... Il quale il più del tempo con due altri dipintori usava, chiamati l'un Bruno e l'altro Buffalmacco, uomini sollazzevoli molto ma per altro avveduti e sagaci, li quali con Calandrino usavan per ciò che de' modi suoi e della sua simplicità sovente gran festa prendevano ... Era similmente allora in Firenze un giovane di maravigliosa piacevolezza in ciascuna cosa che far voleva, astuto e avvenevole, chiamato Maso del Saggio; il quale, udendo alcune cose della semplicità di Calandrino, propose di voler prender diletto de' fatti suoi col fargli alcuna beffa o fargli credere alcuna nuova cosa ... E informato un suo compagno di ciò che fare intendeva, insieme s'accostarono là dove Calandrino solo si sedeva, e faccendo vista di non vederlo insieme incominciarono a ragionare delle virtù di diverse pietre, delle quali Maso così efficacemente parlava come se stato fosse un solenne e gran lapidario ... A' quali ragionamenti Calandrino posta orecchie, e dopo alquanto levatosi in piè, sentendo che non era credenza, si congiunse con loro, il che forte piacque a Maso; il quale, seguendo le sue parole, fu da Calandrin domandato dove queste pietre così virtuose si trovassero ...
Decameron (pagina 136)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... “Oh!” disse Calandrino “cotesto è buon paese; ma dimmi, che si fa de' capponi che cuocon coloro?” Rispose Maso: “Mangiansegli i baschi tutti ... ” Disse allora Calandrino: “Fostivi tu mai?” A cui Maso rispose: “Di' tu se io vi fu' mai? Sì vi sono stato così una volta come mille ... ” Disse allora Calandrino: “E quante miglia ci ha?” Maso rispose: “Haccene più di millanta, che tutta notte canta ... ” Disse Calandrino: “Dunque dee egli essere più là che Abruzzi ... ” Calandrino semplice, veggendo Maso dir queste parole con un viso fermo e senza ridere, quella fede vi dava che dar si può a qualunque verità è più manifesta, e così l'aveva per vere; e disse: “Troppo ci è di lungi a' fatti miei: ma se più presso ci fosse, ben ti dico che io vi verrei una volta con esso teco pur per veder fare il tomo a quei maccheroni e tormene una satolla ... Disse Calandrino: “Di che grossezza è questa pietra? o che colore è il suo?” Rispose Maso: “Ella è di varie grossezze, ché alcuna n'è più, alcuna meno, ma tutte son di colore quasi come nero ... ” Calandrino, avendo tutte queste cose seco notate, fatto sembianti d'avere altro a fare, si partì da Maso e seco propose di volere cercare di questa pietra; ma diliberò di non volerlo fare senza saputa di Bruno e di Buffailmacco, li quali spezialissimamente amava ... ” Bruno e Buffalmacco, udendo costui, fra se medesimi cominciarono a ridere, e guatando l'un verso l'altro fecer sembianti di maravigliarsi forte e lodarono il consiglio di Calandrino; ma domandò Buffalmacco come questa pietra avesse nome ... A Calandrino, che era di grossa pasta, era già il nome uscito di mente; per che egli rispose: “Che abbiam noi a far del nome poi che noi sappiamo la vertù? A me parrebbe che noi andassomo a cercare senza star più ... ” A cui Bruno disse: “Or t'aspetta”; e volto a Buffalmacco disse: “A me pare che Calandrino dica bene, ma non mi pare che questa sia ora da ciò, per ciò che il sole è alto e dà per lo Mugnone entro e ha tutte le pietre rasciutte, per che tali paion testé bianche, delle pietre che vi sono, che la mattina, anzi che il sole l'abbia rasciutte, paion nere: e oltre a ciò molta gente per diverse cagioni è oggi, che è dì da lavorare, per lo Mugnone, li quali vedendoci si potrebbono indovinare quello che noi andassomo faccendo e forse farlo essi altressì; e potrebbe venire alle mani a loro, e noi avremmo perduto il trotto per l'ambiadura ... ” Buffalmacco lodò il consiglio di Bruno, e Calandrino vi s'accordò: e ordinarono che la domenica mattina vegnente tutti e tre fossero insieme a cercar di questa pietra; ma sopra ogni altra cosa gli pregò Calandrino che essi non dovesser questa cosa con persona del mondo ragionare, per ciò che a lui era stata posta in credenza ... Partito Calandrino da loro, essi quello che intorno a questo avessero a fare ordinarono fra se medesimi ... Calandrino con disidero aspettò la domenica mattina: la qual venuta, in sul far del dì si levò ... Calandrino andava, e come più volenteroso, avanti e prestamente or qua e or là saltando, dovunque alcuna pietra nera vedeva si gittava e quella ricogliendo si metteva in seno ... I compagni andavano appresso, e quando una e quando un'altra ne ricoglievano; ma Calandrino non fu guari di via andato, che egli il seno se n'ebbe pieno, per che, alzandosi i gheroni della gonnella, che alla analda non era, e faccendo di quegli ampio grembo, bene avendogli alla coreggia attaccati d'ogni parte, non dopo molto gli empié, e similmente, dopo alquanto spazio, fatto del mantello grembo, quello di pietre empié ... Per che, veggendo Buffalmacco e Bruno che Calandrino era carico e l'ora del mangiare s'avicinava, secondo l'ordine da sé posto disse Bruno a Buffalmacco: “Calandrino dove è?” Buffalmacco, che ivi presso sel vedea, volgendosi intorno e or qua e or là riguardando, rispose: “Io non so, ma egli era pur poco fa qui dinanzi da noi ... Sappi! chi sarebbe stato sì stolto, che avesse creduto che in Mugnone si dovesse trovare una così virtuosa pietra, altri che noi?” Calandrino, queste parole udendo, imaginò che quella pietra alle mani gli fosse venuta e che per la vertù d'essa coloro, ancor che loro fosse presente, nol vedessero ...
Decameron (pagina 137)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... non ce ne andiam noi?” A cui Bruno rispose: “Andianne; ma io giuro a Dio che mai Calandrino non me ne farà più niuna; e se io gli fossi presso come stato sono tutta mattina, io gli darei tale di questo ciotto nelle calcagna, che egli si ricorderebbe forse un mese di questa beffa”; e il dir le parole e l'aprirsi e 'l dar del ciotto nel calcagno a Calandrino fu tutto uno ... Calandrino, sentendo il duolo, levò alto il piè e cominciò a soffiare ma pur si tacque e andò oltre ... Buffalmacco, recatosi in mano uno de' codoli che raccolti avea, disse a Bruno: “Deh vedi bel codolo: così giugnesse egli testé nelle reni a Calandrino!” e lasciato andare, gli diè con esso nelle reni una gran percossa; e in brieve in cotal guisa, or con una parola e or con un'altra, su per lo Mugnone infino alla porta a San Gallo il vennero lapidando ... Quindi, in terra gittate le pietre che ricolte aveano, alquanto con le guardie de' gabellieri si ristettero; le quali, prima da loro informate, faccendo vista di non vedere lasciarono andar Calandrino con le maggior risa del mondo ... Il quale senza arrestarsi se ne venne a casa sua, la quale era vicina al Canto alla Macina; e in tanto fu la fortuna piacevole alla beffa, che, mentre Calandrino per lo fiume ne venne e poi per la città, niuna persona gli fece motto, come che pochi ne scontrasse per ciò che quasi a desinare era ciascuno ... Entrossene adunque Calandrino così carico in casa sua ... ” Il che udendo Calandrino e veggendo che veduto era, pieno di cruccio e di dolore cominciò a gridare: “Oimè, malvagia femina, o eri tu costì? Tu m'hai diserto, ma in fé di Dio io te ne pagherò!” e salito in una sua saletta e quivi scaricate le molte pietre che recate avea, niquitoso corse verso la moglie e presala per le trecce la si gittò a' piedi, e quivi, quanto egli poté menar le braccia e' piedi, tanto le diè per tutta la persona: pugna e calci, senza lasciarle in capo capello o osso adosso che macero non fosse le diede, niuna cosa valendole il chieder mercé con le mani in croce ... Buffalmacco e Bruno, poi che co' guardiani della porta ebbero alquanto riso, con lento passo cominciarono alquanto lontani a seguitar Calandrino; e giunti a piè dell'uscio di lui sentirono la fiera battitura la quale alla moglie dava, e faccendo vista di giugnere pure allora il chiamarono ... Calandrino tutto sudato, rosso e affannato si fece alla finestra e pregogli che suso a lui dovessero andare ... Essi, mostrandosi alquanto turbati, andaron suso e videro la sala piena di pietre e nell'un de' canti la donna scapigliata, stracciata, tutta livida e rotta nel viso, dolorosamente piagnere; e d'altra parte Calandrino, scinto e ansando a guisa d'uom lasso, sedersi ... Dove, come alquanto ebbero riguardato, dissero: “Che è questo, Calandrino? vuoi tu murare, ché noi veggiamo qui tante pietre?” e oltre a questo sugiunsero: “E monna Tessa che ha? E' par che tu l'abbi battuta: che novelle son queste?” Calandrino, faticato dal peso delle pietre e dalla rabbia con la quale la donna aveva battuta e del dolore della ventura la quale perduta gli pareva avere, non poteva raccoglier lo spirito a formare intera la parola alla risposta; per che soprastando, Buffalmacco rincominciò: “Calandrino, se tu avevi altra ira, tu non ci dovevi per ciò straziare come fatto hai; ché, poi sodotti ci avesti a cercar teco della pietra preziosa, senza dirci a Dio né a diavolo, a guisa di due becconi nel Mugnon ci lasciasti e venistitene, il che noi abbiamo forte per male; ma per certo questa fia la sezzaia che tu ci farai mai ... ” A queste parole Calandrino sforzandosi rispose: “Compagni, non vi turbate, l'opera sta altramenti che voi non pensate ... Buffalmacco e Bruno, queste cose udendo, facevan vista di maravigliarsi forte e spesso affermavano quello che Calandrino diceva, e avevano sì gran voglia di ridere, che quasi scoppiavano; ma vedendolo furioso levare per battere un'altra volta la moglie, levatiglisi alla 'ncontro il ritennero, dicendo di queste cose niuna colpa aver la donna ma egli, che sapeva che le femine facevano perdere la vertù alle cose e non l'aveva detto che ella si guardasse d'apparirgli innanzi quel giorno: il quale avvedimento Idio gli aveva tolto o per ciò che la ventura non doveva esser sua o perché egli aveva in animo d'ingannare i suoi compagni, a' quali, come s'avedeva averla trovata, il dovea palesare ...
Decameron (pagina 140)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... che la reina a Filomena impose che seguitando dicesse; la quale incominciò: –Graziose donne, come Filostrato fu dal nome di Maso tirato a dover dire la novella la quale da lui udita avete, così né più né men son tirata io da quello di Calandrino e de' compagni suoi a dirne un'altra di loro, la qual, sì come io credo, vi piacerà ... Chi Calandrino, Bruno e Buffalmacco fossero non bisogna che io vi mostri, ché assai l'avete di sopra udito: e per ciò, più avanti faccendomi, dico che Calandrino aveva un suo poderetto non guari lontan da Firenze, che in dote aveva avuto dalla moglie, del quale, tra l'altre cose che sù vi ricoglieva, n'aveva ogni anno un porco; e era sua usanza sempre colà di dicembre d'andarsene la moglie e egli in villa, e ucciderlo e quivi farlo salare ... Ora avvenne una volta tra l'altre che, non essendo la moglie ben sana, Calandrino andò egli solo a uccidere il porco; la qual cosa sentendo Bruno e Buffalmacco e sappiendo che la moglie di lui non v'andava, se n'andarono a un prete loro grandissimo amico, vicino di Calandrino, a starsi con lui alcun dì ... Aveva Calandrino, la mattina che costor giunsero il dì, ucciso il porco; e vedendogli col prete, gli chiamò e disse: “Voi siate i ben venuti: io voglio che voi veggiate che massaio io sono”; e menatigli in casa, mostrò loro questo porco ... Videro costoro il porco esser bellissimo e da Calandrino intesero che per la famiglia sua il voleva salare; a cui Brun disse: “Deh! come tu se' grosso! Vendilo e godianci i denari e a mogliata dì che ti sia stato imbolato ... Calandrino gl'invitò a cena cotale alla trista, sì che costor non vi vollon cenare e partirsi da lui ... Tu sai, Buffalmacco, come Calandrino è avaro e come egli bee volentieri quando altri paga: andiamo e menianlo alla taverna; quivi il prete faccia vista di pagar tutto per onorarci e non lasci pagare a lui nulla: egli si ciurmerà, e verracci troppo ben fatto poi, per ciò che egli è solo in casa ... Calandrino, veggendo che il prete non lo lasciava pagare, si diede in sul bere, e benché non ne gli bisognasse troppo, pur si caricò bene: e essendo già buona ora di notte quando dalla taverna si partì, senza volere altramenti cenare, se n'entrò in casa, e credendosi aver serrato l'uscio il lasciò aperto e andossi a letto ... Buffalmacco e Bruno se n'andarono a cenar col prete: e, come cenato ebbero, presi loro argomenti per entrare in casa Calandrino là onde Bruno aveva divisato, là chetamente n'andarono; ma trovando aperto l'uscio, entraron dentro e ispiccato il porco via a casa del prete nel portarono e, ripostolo, se n'andarono a dormire ... Calandrino, essendogli il vino uscito del capo, si levò la mattina; e come scese giù guardò e non vide il porco suo e vide l'uscio aperto: per che, domandato quello e quell'altro se sapessero chi il porco s'avesse avuto, e non trovandolo, incominciò a fare il romor grande: oisé, dolente sé, che il porco gli era stato imbolato ... Bruno e Buffalmacco levatisi se ne andarono verso Calandrino per udir ciò che egli del porco dicesse; il quale, come gli vide, quasi piagnendo chiamati, disse: “Oimè, compagni miei, che il porco mio m'è stato imbolato!” Bruno accostatoglisi pianamente gli disse: “Maraviglia che se' stato savio una volta!” “Oimè” disse Calandrino “ché io dico da dovero ... ” Calandrino gridava allora più forte e diceva: “Al corpo di Dio, che io dico da dovero che egli m'è stato imbolato ... ” Disse Calandrino: “Tu mi faresti dar l'anima al nemico: io dico che tu non mi credi, se io non sia impiccato per la gola, che egli m'è stato imbolato!” Disse allora Bruno: “Deh! come dee potere esser questo? Io il vidi pure ieri costì: credimi tu far credere che egli sia volato?” Disse Calandrino: “Egli è come io ti dico ... ” “Deh!” disse Bruno “può egli essere?” “Per certo” disse Calandrino “egli è così, di che io son diserto e non so come io mi torni a casa: mogliema nol mi crederà, e se ella il mi pur crede, io non avrò uguanno pace con lei ... ” Disse allora Bruno: “Se Dio mi salvi, questo è mal fatto, se vero è; ma tu sai, Calandrino, che ieri io t'insegnai dir così: io non vorrei che tu a un'ora ti facessi beffe di moglieta e di noi ... ” Calandrino incominciò a gridare e a dire: “Deh perché mi farete disperare? e bestemmiare Idio e' santi e ciò che v'è? Io vi dico che il porco m'è stato stanotte imbolato ... ” “E che via” disse Calandrino “potrem noi trovare?” Disse allora Buffalmacco: “Per certo egli non c'è venuto d'India niuno a torti il porco: alcuno di questi tuoi vicini dee essere stato, e per ciò, se tu gli potessi ragunare, io so fare la esperienza del pane e del formaggio e vederemmo di botto chi l'ha avuto ... ” Disse Buffalmacco: “Per certo tu di' il vero; e tu, Calandrino, che di'? voglianlo fare?” Disse Calandrino: “Anzi ve ne priego io per l'amor di Dio; ché, se io sapessi pure chi l'ha avuto, sì mi parrebbe essere mezzo consolato ... ” Aveva Calandrino forse quaranta soldi, li quali egli gli diede ... Bruno, andatosene a Firenze a un suo amico speziale, comperò una libra di belle galle e fecene far due di quelle del cane, le quali egli fece confettare in uno aloè patico fresco; poscia fece dar loro le coverte del zucchero come avevan l'altre, e per non ismarrirle o scambiarle fece lor fare un certo segnaluzzo, per lo quale egli molto ben le conoscea; e comperato un fiasco d'una buona vernaccia, se ne tornò in villa a Calandrino e dissegli: “Farai che tu inviti domattina a ber con teco tutti coloro di cui tu hai sospetto: egli è festa, ciascun verrà volentieri, e io farò stanotte insieme con Buffalmacco la 'ncantagione sopra le galle e recherolleti domattina a casa, e per tuo amore io stesso le darò e farò e dirò ciò che fia da dire e da fare ... ” Calandrino così fece ...
Decameron (pagina 141)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Ciascun che v'era disse che ne voleva volentier mangiare: per che Bruno, ordinatigli e messo Calandrino tra loro, cominciatosi all'un de' capi, cominciò a dare a ciascun la sua; e, come fu per mei Calandrino, presa una delle canine, gliele pose in mano ... Calandrino prestamente la si gittò in bocca e cominciò a masticare, ma sì tosto come la lingua sentì l'aloè, così Calandrino, non potendo l'amaritudine sostenere, la sputò fuori ... Quivi ciascun guatava nel viso l'uno all'altro per veder chi la sua sputasse; e non avendo Bruno ancora compiuto di darle, non faccendo sembiante d'intendere a ciò, s'udì dir dietro: “Eia, Calandrino, che vuol dir questo?” per che prestamente rivolto e veduto che Calandrino la sua aveva sputata, disse: “Aspettati, forse che alcuna altra cosa gliele fece sputare: tenne un'altra”; e presa la seconda, gliele mise in bocca e fornì di dare l'altre che a dare avea ... Calandrino, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima: ma pur vergognandosi di sputarla, alquanto masticandola la tenne in bocca, e tenendola cominciò a gittar le lagrime che parevan nocciuole sì eran grosse; e ultimamente, non potendo più, la gittò fuori come la prima aveva fatto ... Buffalmacco faceva dar bere alla brigata e Bruno: li quali insieme con gli altri questo vedendo tutti dissero che per certo Calandrino se l'aveva imbolato egli stesso; e furonvene di quegli che aspramente il ripresero ... Ma pur, poi che partiti si furono, rimasi Bruno e Buffalmacco con Calandrino, gl'incominciò Buffalmacco a dire: “Io l'aveva per lo certo tuttavia che tu te l'avevi avuto tu, e a noi volevi mostrare che ti fosse stato imbolato per non darci una volta bere de' denari che tu n'avesti ... ” Calandrino, il quale ancora non aveva sputata l'amaritudine dello aloè, incominciò a giurare che egli avuto non l'avea ... Disse Buffalmacco: “Ma che n'avesti, sozio, alla buona fé? avestine sei?” Calandrino, udendo questo, s'incominciò a disperare; a cui Brun disse: “Intendi sanamente, Calandrino, che egli fu tale nella brigata che con noi mangiò e bevé, che mi disse che tu avevi quinci sù una giovinetta che tu tenevi a tua posta e davile ciò che tu potevi rimedire, e che egli aveva per certo che tu l'avevi mandato questo porco ... ” Calandrino, vedendo che creduto non gli era, parendogli avere assai dolore, non volendo anche il riscaldamento della moglie, diede a costoro due paia di capponi; li quali, avendo essi salato il porco, portatisene a Firenze, lasciaron Calandrino col danno e con le beffe ... Molto avevan le donne riso del cattivello di Calandrino, e più n'avrebbono ancora, se stato non fosse che loro increbbe di vedergli torre ancora i capponi a coloro che tolto gli avevano il porco ...
Decameron (pagina 159)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per che un dì dolendosene, e essendo a ciò sopravenuto un lor compagno che aveva nome Nello, dipintore, diliberar tutti e tre di dover trovar modo da ugnersi il grifo alle spese di Calandrino ... E senza troppo indugio darvi, avendo tra sé ordinato quello che a fare avessero, la seguente mattina appostato quando Calandrino di casa uscisse, non essendo egli guari andato, gli si fece incontro Nello e disse: “Buondì, Calandrino ... ” Calandrino gli rispose che Idio gli desse il buondì e 'l buono anno ... ” Calandrino incontanente cominciò a dubitare e disse: “Oimè! come? che ti pare egli che io abbia?” Disse Nello: “Deh! io nol dico per ciò, ma tu mi pari tutto cambiato: fia forse altro”; e lasciollo andare ... Calandrino tutto sospettoso, non sentendosi per ciò cosa del mondo, andò avanti; ma Buffalmacco, che guari non era lontano, vedendol partito da Nello, gli si fece incontro e salutatolo il domandò se egli si sentisse niente ... Calandrino rispose: “Io non so, pur testé mi diceva Nello che io gli pareva tutto cambiato; potrebbe egli essere che io avessi nulla?” Disse Buffalmacco: “Sì, potrestù aver cavelle, non che nulla: tu par mezzo morto ... ” A Calandrino pareva già aver la febbre; e ecco Bruno sopravenire, e prima che altro dicesse disse: “Calandrino, che viso è quello? E' par che tu sie morto: che ti senti tu?” Calandrino, udendo ciascun di costoro così dire, per certissimo ebbe seco medesimo d'esser malato, e tutto sgomentato gli domandò: “Che fo?” Disse Bruno: “A me pare che tu te ne torni a casa e vaditene in su il letto e facciti ben coprire, e che tu mandi il segnal tuo al maestro Simone, che è così nostra cosa come tu sai ... ” E con loro aggiuntosi Nello, con Calandrino se ne tornarono a casa sua; e egli entratosene tutto affaticato nella camera disse alla moglie: “Vieni e cuoprimi bene, ché io mi sento un gran male ... ” Calandrino allora disse: “Deh! sì, compagno mio, vavvi e sappimi ridire come il fatto sta, ché io mi sento non so che dentro ... ” Bruno, andatose al maestro Simone, vi fu prima che la fanticella che il segno portava e ebbe informato maestro Simon del fatto; per che, venuta la fanticella e il maestro, veduto il segno, disse alla fanticella: “Vattene e dì a Calandrino che egli si tenga ben caldo, e io verrò a lui incontanente e dirogli ciò che egli ha e ciò che egli avrà a fare ... ” La fanticella così rapportò, né stette guari che il medico e Brun vennero; e postoglisi il medico a sedere allato, gl'incominciò a toccare il polso, e dopo alquanto, essendo ivi presente la moglie, disse: “Vedi, Calandrino, a parlarti come a amico, tu non hai altro male se non che tu se' pregno ... ” Come Calandrino udì questo, dolorosamente cominciò a gridare e a dire: “Oimè! Tessa, questo m'hai fatto tu, che non vuogli stare altro che di sopra: io il ti diceva bene!” La donna, che assai onesta persona era, udendo così dire al marito tutta di vergogna arrossò; e bassata la fronte senza risponder parola s'uscì della camera ... Calandrino, continuando il suo ramarichio, diceva: “Oimè, tristo me, come farò io? come partorirò io questo figliuolo? onde uscirà egli? Ben veggo che io son morto per la rabbia di questa mia moglie, che tanto la faccia Idio trista quanto io voglio esser lieto; ma così fossi io sano come io non sono, ché io mi leverei e dare' le tante busse, che io la romperei tutta, avvegna che egli mi stea molto bene, ché io non la doveva mai lasciar salir di sopra ... ” Bruno e Buffalmacco e Nello avevano sì gran voglia di ridere che scoppiavano, udendo le parole di Calandrino, ma pur se ne tenevano; ma il maestro Scimmione rideva sì squaccheratamente, che tutti i denti gli si sarebber potuti trarre ... Ma pure, a lungo andare, raccomandandosi Calandrino al medico e pregandolo che in questo gli dovesse dar consiglio e aiuto, gli disse il maestro: “Calandrino, io non voglio che tu ti sgomenti, ché, lodato sia Idio, noi ci siamo sì tosto accorti del fatto, che con poca fatica e in pochi dì ti dilibererò; ma conviensi un poco spendere ... ” Disse Calandrino: “Oimè! maestro mio, sì, per l'amor di Dio ... ” Calandrino, udito questo, disse: “Maestro mio, ciò siane in voi”; e date cinque lire a Bruno e denari per tre paia di capponi, il pregò che in suo servigio in queste cose durasse fatica ... Calandrino bevé tre mattine della chiarea; e il medico venne da lui, e i suoi compagni, e toccatogli il polso gli disse: “Calandrino, tu se' guerito senza fallo; e però sicuramente oggimai va a fare ogni tuo fatto, né per questo star più in casa ... ” Calandrino lieto, levatosi, s'andò a fare i fatti suoi, lodando molto, ovunque con persona a parlar s'avveniva, la bella cura che di lui il maestro Simone aveva fatta, d'averlo fatto in tre dì senza alcuna pena spregnare; e Bruno e Buffalmacco e Nello rimaser contenti d'aver con ingegni saputa schernire l'avarizia di Calandrino, quantunque monna Tessa, avvedendosene, molto col marito ne brontolasse ... –Valorose donne, se egli non fosse più malagevole agli uomini il mostrare altrui il senno e la vertù loro, che sia la sciocchezza e 'l vizio, invano si faticherebber molti in por freno alle lor parole: e questo v'ha assai manifestato la stoltizia di Calandrino, al quale di niuna necessità era, a voler guerire del male che la sua semplicità gli faceva accredere che egli avesse, i segreti diletti della sua donna in publico adimostrare ...
Decameron (pagina 161)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Per la qual cosa, posto che assai volte de' fatti di Calandrino detto si sia tra noi, riguardando, sì come poco avanti disse Filostrato, che essi son tutti piacevoli, ardirò oltre alle dette dirvene una novella: la quale, se io dalla verità del fatto mi fossi scostare voluta o volessi, avrei ben saputo e saprei sotto altri nomi comporla e raccontarla; ma per ciò che il partirsi dalla verità delle cose state nel novellare è gran diminuire di diletto negl'intendenti, in propria forma, dalla ragion di sopra detta aiutata, la vi dirò ... Niccolò Cornacchini fu nostro cittadino e ricco uomo: e tra l'altre sue possessioni una bella n'ebbe in Camerata, sopra la quale fece fare uno orrevole e bello casamento e con Bruno e con Buffalmacco che tutto gliele dipignessero si convenne; li quali, per ciò che il lavorio era molto, seco aggiunsero e Nello e Calandrino e cominciarono a lavorare ... Aveva costei bella persona e era ben vestita e secondo sua pari assai costumata e ben parlante; e essendo ella un dì di meriggio della camera uscita in un guarnel bianco e co' capelli ravolti al capo e a un pozzo che nella corte era del casamento lavandosi le mani e 'l viso, avvenne che Calandrino quivi venne per acqua e dimesticamente la salutò ... Ella, rispostogli, il cominciò a guatare più perché Calandrino le pareva un nuovo uomo che per altra vaghezza ... Calandrino cominciò a guatar lei, e parendogli bella cominciò a trovar sue cagioni e non tornava a' compagni con l'acqua: ma non conoscendola niuna cosa ardiva di dirle ... Ella, che avveduta s'era del guatar di costui, per uccellarlo, alcuna volta guardava lui, alcun sospiretto gittando; per la qual cosa Calandrino subitamente di lei s'imbardò, né prima si partì della corte che ella fu da Filippo nella camera richiamata ... Calandrino, tornato a lavorare, altro che soffiar non facea; di che Bruno accortosi, per ciò che molto gli poneva mente alle mani, sì come quegli che gran diletto prendeva de' fatti suoi, disse: “Che diavolo hai tu, sozio Calandrino? Tu non fai altro che soffiare ... ” A cui Calandrino disse: “Sozio, se io avessi chi m'aiutasse, io starei bene ... ” Disse Calandrino: “Io il credo, per ciò che egli la chiamò, e ella se n'andò a lui nella camera; ma che vuol per ciò dir questo? Io la fregherei a Cristo di così fatte cose, non che a Filippo ... ” Disse Calandrino: “Di Buffalmacco non mi curo io, ma guardianci di Nello, ché egli è parente della Tessa e guasterebbeci ogni cosa ... ” Or sapeva Bruno chi costei era, sì come colui che veduta l'avea venire, e anche Filippo gliel'avea detto; per che, essendosi Calandrino un poco dal lavorio partito e andato per vederla, Bruno disse ogni cosa a Nello e a Buffalmacco, e insieme tacitamente ordinarono quello che far gli dovessero di questo suo innamoramento ... E come egli ritornato fu, disse Bruno pianamente: “Vedestila?” Rispose Calandrino: “Oimè, sì, ella m'ha morto!” Disse Bruno: “Io voglio andare a vedere se ella è quella che io credo; e se così sarà, lascia poscia far me ... ” Sceso adunque Bruno giuso e trovato Filippo e costei, ordinatamente disse loro chi era Calandrino e quello che egli aveva lor detto, e con loro ordinò quello che ciascun di loro dovesse fare e dire per aver festa e piacere dello innamoramento di Calandrino; e a Calandrino tornatosene disse: “Bene è dessa: e per ciò si vuol questa cosa molto saviamente fare, per ciò che, se Filippo se n'avedesse, tutta l'acqua d'Arno non ci laverebbe ... Ma che vuoi tu che io le dica da tua parte se egli avvien che io le favelli?” Rispose Calandrino: “Gnaffé! tu sì le dirai in prima in prima che io le voglio mille moggia di quel buon bene da impregnare, e poscia che io son suo servigiale e se ella vuol nulla: ha'mi bene inteso?” Disse Bruno: “Sì, lascia far me ... ” Venuta l'ora della cena e costoro, avendo lasciata opera e giù nella corte discesi, essendovi Filippo e la Niccolosa, alquanto in servigio di Calandrino ivi si posero a stare; dove Calandrino cominciò a guardare la Niccolosa e a fare i più nuovi atti del mondo, tali e tanti, che se ne sarebbe avveduto un cieco ... Ella, d'altra parte, ogni cosa faceva per la quale credesse bene accenderlo e secondo la informazione avuta da Bruno, il miglior tempo del mondo prendendo de' modi di Calandrino ... Ma pur dopo alquanto, con grandissima noia di Calandrino, si partirono; e venendose verso Firenze disse Bruno a Calandrino: “Ben ti dico che tu la fai struggere come ghiaccio a sole: per lo corpo di Dio, se tu ci rechi la ribeba tua e canti un poco con essa di quelle tue canzoni innamorate, tu la farai gittare a terra delle finestre per venire a te ... ” Disse Calandrino: “Parti, sozio? parti che io la rechi?” “Sì” rispose Bruno ... A cui Calandrino disse: “Tu non mi credevi oggi, quando io il ti diceva: per certo, sozio, io m'aveggio che io so meglio che altro uomo far ciò che io voglio ... ” Calandrino udendo queste parole gli pareva essere a' fatti, e andava cantando e saltando tanto lieto, che non capeva nel cuoio ...
Decameron (pagina 162)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E in questa guisa Bruno e Buffalmacco, che tenevano mano al fatto, traevano de' fatti di Calandrino il maggior piacer del mondo, faccendosi talvolta dare, sì come domandato dalla sua donna, quando un pettine d'avorio e quando una borsa e quando un coltellino e cotali ciance, allo 'ncontro recandogli cotali anelletti contraffatti di niun valore, de' quali Calandrino faceva maravigliosa festa; e oltre a questo n'avevan da lui di buone merende e d'altri onoretti, acciò che solleciti fossero a' fatti suoi ... Ora avendol tenuti costoro ben due mesi in questa forma senza più aver fatto, vedendo Calandrino che il lavorio si veniva finendo e avvisando che, se egli non recasse a effetto il suo amore prima che finito fosse il lavorio, mai più fatto non gli potesse venire, cominciò molto a strignere e a sollecitar Bruno; per la qual cosa, essendovi la giovane venuta, avendo Bruno prima con Filippo e con lei ordinato quello che fosse da fare, disse a Calandrino: “Vedi, sozio, questa donna m'ha ben mille volte promesso di dover fare ciò che tu vorrai e poscia non ne fa nulla, e parmi che ella ti meni per lo naso; e per ciò, poscia che ella nol fa come ella promette, noi gliele farem fare o voglia ella o no, se tu vorrai ... ” Rispose Calandrino: “Deh! sì, per l'amor di Dio, facciasi tosto ... ” Disse Bruno: “Dratti egli il cuore di toccarla con un brieve che io ti darò?” Disse Calandrino: “Sì bene ... ” Calandrino stette tutta la sera vegnente con suoi artifici per pigliare un vispistrello, e alla fine presolo con l'altre cose il portò a Bruno; il quale, tiratosi in una camera, scrisse in su quella carta certe sue frasche con alquante cateratte e portogliele e disse: “Calandrino, sappi che se tu la toccherai con questa scritta, ella ti verrà incontanente dietro e farà quello che tu vorrai ... ” Calandrino fu il più lieto uomo del mondo e presa la scritta disse: “Sozio, lascia far me ... ” Nello, da cui Calandrino si guardava, avea di questa cosa quel diletto che gli altri e con loro insieme teneva mano a beffarlo: e per ciò, sì come Bruno gli aveva ordinato, se n'andò a Firenze alla moglie di Calandrino e dissele: “Tessa, tu sai quante busse Calandrino ti diè senza ragione il dì che egli ci tornò con le pietre di Mugnone, e per ciò io intendo che tu te ne vendichi: e se tu nol fai, non m'aver mai né per parente né per amico ... ” Per la qual cosa Filippo, andato colà dove Calandrino e gli altri lavoravano, disse: “Maestri, a me convien testé andare a Firenze: lavorate di forza”; e partitosi, s'andò a nascondere in parte che egli poteva, senza esser veduto, veder ciò che facesse Calandrino ... Calandrino, come credette che Filippo alquanto dilungato fosse, così se ne scese nella corte dove egli trovò sola la Niccolosa; e entrato con lei in novelle, e ella, che sapeva ben ciò che a far s'aveva, accostataglisi, un poco di più dimestichezza che usata non era gli fece, donde Calandrino la toccò con la scritta ... E come tocca l'ebbe, senza dir nulla volse i passi verso la casa della paglia, dove la Niccolosa gli andò dietro; e, come dentro fu, chiuso l'uscio abracciò Calandrino e in su la paglia che era ivi in terra il gittò e saligli addosso a cavalcione e tenendogli le mani in su gli omeri, senza lasciarlosi appressare al viso, quasi come un suo gran disidero il guardava dicendo: “O Calandrin mio dolce, cuor del corpo mio, anima mia, ben mio, riposo mio, quanto tempo ho io disiderato d'averti e di poterti tenere a mio senno! Tu m'hai con la piacevolezza tua tratto il filo della camiscia; tu m'hai agratigliato il cuor con la tua ribeba: può egli esser vero che io ti tenga?” Calandrino, appena potendosi muover, diceva: “Deh! anima mia dolce, lasciamiti basciare ... ” La Niccolosa diceva: “O tu hai la gran fretta! Lasciamiti prima vedere a mio senno: lasciami saziar gli occhi di questo tuo viso dolce!” Bruno e Buffalmacco n'erano andati da Filippo, e tutti e tre vedevano e udivano questo fatto; e essendo già Calandrino per voler pur la Niccolosa basciare, ecco giugner Nello con monna Tessa; il quale come giunse disse: “Io fo boto a Dio che sono insieme”; e all'uscio della casa pervenuti, la donna, che arrabbiava, datovi delle mani il mandò oltre, e entrata dentro vide la Niccolosa addosso a Calandrino; la quale, come la donna vide, subitamente levatasi fuggì via e andossene là dove era Filippo ... Monna Tessa corse con l'unghie nel viso a Calandrino, che ancora levato non era, e tutto gliele graffiò; e presolo per li capelli e in qua e in là tirandolo cominciò a dire: “Sozzo can vituperato, dunque mi fai tu questo? Vecchio impazzato, che maladetto sia il bene che io t'ho voluto: dunque non ti pare aver tanto a fare a casa tua, che ti vai innamorando per l'altrui? Ecco bello innamorato! Or non ti conosci tu, tristo? non ti conosci tu, dolente? che premendoti tutto, non uscirebbe tanto sugo che bastasse a una salsa ... Alla fé di Dio, egli non era ora la Tessa quella che t'impregnava, che Dio la faccia trista chiunque ella è, ché ella dee ben sicuramente esser cattiva cosa a aver vaghezza di così bella gioia come tu se'!” Calandrino, vedendo venir la moglie, non rimase né morto né vivo, né ebbe ardire di far contro di lei difesa alcuna: ma pur così graffiato e tutto pelato e rabbuffato, ricolto il cappuccio suo e levatosi, cominciò umilmente a pregar la moglie che non gridasse se ella non volesse che egli fosse tagliato tutto a pezzi, per ciò che colei, che con lui era, era moglie del signor della casa ... La donna disse: “Sia, che Idio le dea il malanno!” Bruno e Buffalmacco, che con Filippo e con la Niccolosa avevan di questa cosa riso a lor senno, quasi al romor venendo, colà trassero; e dopo molte novelle rappaceficata la donna, dieron per consiglio a Calandrino che a Firenze se n'andasse e più non vi tornasse, acciò che Filippo, se niente di questa cosa sentisse, non gli facesse male ... Così adunque Calandrino tristo e cattivo, tutto pelato e tutto graffiato, a Firenze tornatosene, più colassù non avendo ardir d'andare, il dì e la notte molestato e afflitto da' rimbrotti della moglie, a suo fervente amor pose fine, avendo molto dato da ridere a' suoi compagni e alla Niccolosa e a Filippo ...