Libri bruto

Libri su bruto, con la parola bruto

Confessioni di un Italiano (pagina 189)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Bell'anima d'amico! E si scusava di non saper scrivere! dove si sente il cuore, chi bada alle parole? Chi cerca lo stile quando l'anima ha toccato dolcemente l'anima nostra? — Non mi vergogno a dirvi ch'io piansi su quella lettera, non per le frasi in sé, che forse nessuno ci troverebbe da commoversi, ma appunto per quello studio gentile e pietoso di non commovere, per quella cura dilicata e faticosa di non iscoprire ai lontani tutte le nostre piaghe, acciocché il piacere di aver nuove dell'amico non sia troppo amareggiato dal dolore di saperlo infelice! La morte del padre, lo sperperamento della famiglia, il cattivo cuore dei fratelli; io m'immaginava che tutti questi colpi l'uno sopra l'altro avean dovuto ferire l'animo di Bruto più di quanto egli voleva mostrare ... Me lo figurava vicino all'Aquilina, a quella cara e leggiadra ragazzetta così grave così amorosa e che nell'infanzia dimostrava il più soave e compassionevole cuore di donna che si potesse desiderare! Ella avrebbe lenito colla sua ingenuità coi suoi sorrisi celesti i dolori di Bruto, lo avrebbe compensato delle cure che si prendeva per lei; e n'era certo che quelle due creature riunite insieme dopo tante procelle avrebbero trovato nell'amicizia fraterna la felicità e la pace ... Posando fra Bruto e l'Aquilina le nostre fantasie rivedevano i tranquilli orizzonti delle praterie fra Cordovado e Fratta, le belle acque correnti in mezzo a campagne smaltate di fiori, i cespugli odorosi di madresilva e di ginepro, i bei contorni della fontana di Venchieredo cogli ombrosi sentieruoli e i freschi marginetti di musco! Speravamo per essi, e godevamo per noi ... Peccato che quella gamba di legno si attraversasse a tutti i bei romanzi che si potevano immaginare a benefizio di Bruto! Nei paesi un cotal difetto non si perdona, e un eroe zoppo vale assai meno d'un mascalzone ben piantato ... Ma pure se Bruto non avesse avuto quella gamba di legno sarebbe egli tornato a Cordovado? — Dov'era Amilcare, dov'erano Giulio del Ponte, Lucilio, Alessandro Giorgi, e dov'era finalmente io, benché meno di essi trasportato da furore di indole a imprese arrischiate? Profughi, esuli, morti, vaganti qua e là, come servi cacciati a lavorare sopra campi non nostri, senza tetto certo, senza famiglia, senza patria sulla terra stessa della patria! — Poiché chi poteva assicurare che una patria concessa dal capriccio del conquistatore dal capriccio stesso non ci sarebbe ritolta? ... Bruto era omai escluso dall'agone ove noi andavamo giostrando alla cieca senza sapere qual sarebbe il premio di tanti tornei ...
Confessioni di un Italiano (pagina 203)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ebbimo perciò compassione di loro e delle sei uova, e risalimmo in calesse per andarcene a chieder ospitalità a Bruto Provedoni, come s'era stabilito fra noi prima di partire da Portogruaro ... Non vi starò ora a dire né le festose accoglienze di Bruto e dell'Aquilina, né la mirabile cordialità colla quale quei due poveretti fecero nostra tutta la casa ... Bruto, uscito il mattino per le sue lezioni, tornava sull'ora del pranzo e c'intrattenevamo insieme fino a notte lavorando, ridendo, leggendo, passeggiando, che le ore volavano via come farfalle sulle ali d'un zeffiro di primavera ... Bruto mi mise in voce nei dintorni come il corista più intonato che si potesse trovare; qualche piovano mi chiamò per l'organo; aiutato dal ferraio del paese e dalla mia sfacciataggine me la cavai con discreto onore ... Bensì vi posso assicurare che m'ingegnava a guadagnarmi il pane, e tra Bruto maestro di calligrafia, la Pisana sarta e cucitrice, l'Aquilina cuoca, e il vostro Carlino organista, vi giuro che alla sera si rappresentavano delle brillanti commediole tutte da ridere ... Bruto era diventato si può dire mio fratello, e l'Aquilina, non so se mia sorella o figliuola ... Fra maestro e scolara succedevano alle volte le più buffe guerricciole nelle quali s'intromettevano a scaramucciare col miglior garbo anche la Pisana e Bruto ...
Confessioni di un Italiano (pagina 206)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io rimasi con Bruto e l'Aquilina e lo sposalizio fu celebrato mio malgrado e a richiesta della Pisana con grande solennità ... Egli viveva si può dire di elemosina, e per quanto Bruto lo invitasse a sedere alla mensa comune non ci fu verso di poterlo stanare dalla cucina, ove godette delle nozze coi gatti coi cani e colle guattere ... Un mattino capitò a casa nostra tutta scalmanata che Bruto e l'Aquilina erano fuori per non so qual motivo ... Fui imbrogliatissimo di dar ragione all'Aquilina e a Bruto d'una sì precipitosa partenza, ma ebbi la felice idea d'inventar la favola d'una malattia improvvisa della signora Contessa; e fui creduto senza fatica ...
Confessioni di un Italiano (pagina 217)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La buona Aquilina, che tanto amorevole quanto animosa madre s'era dimostrata nell'educarli, ebbe la sua parte delle mie carezze, e corrisposi con effusione agli amichevoli abbracciamenti di Bruto ... — Figuratevi, come un giovinotto; — rispose Bruto — non ha né un capello grigio né una ruga sul viso ... — A proposito di tua sorella; — soggiunse Bruto — non avesti una sua lettera ch'era per te a Venezia e che noi ti abbiamo spedita di colà? — Non l'ebbi — rispos'io; infatti non ne sapeva nulla ... — Allora la si sarà smarrita per via; — riprese Bruto — ma dal carattere e da chi la portava, che era un mercante greco, io l'avea giudicata ed era dell'Aglaura ...