Libri amico
Libri su amico, con la parola amico
Confessioni di un Italiano (pagina 105)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ma a Portogruaro mi si rizzava dinanzi come una larva la faccia cadaverica e beffarda di Giulio: io aveva paura, rabbia, rimorso; mi pareva ch'egli avesse diritto di chiamarmi amico sleale e traditore e che la Pisana avesse fiutato meglio di me la innata viltà del mio cuore quando aveva sospettato che non pel bene di Giulio ma pel mio io cercassi distoglierla affatto dal Venchieredo ... Quando mai era io stato l'amico di Giulio? Non era anzi egli stato il primo a romper guerra con me, rubandomi l'affetto della Pisana, o almeno attirandone a sé la parte più fervida e bramata? Qual amante sfortunato non ha aperto l'adito alla rivincita e non se ne giova? E poi non aveva io adoperato verso di lui con ottime intenzioni? Se queste intenzioni in mano della fortuna le avean servito per favorir me, doveva io confessarmi colpevole; o non piuttosto approffittar della mia ventura, giacché me ne cadeva il destro? — La coscienza non s'acquetava a questi argomenti ... “È vero”, rispondeva, “è vero che non vi è ragione alcuna per cui tu debba essere l'amico di Giulio; ma quante cose non accadono senza apparente ragione? La stima, la somiglianza delle indoli, la compassione, la simpatia generano l'amicizia ... Il fatto sta che per quanto tu dovessi odiar Giulio, appena arrivato da Venezia, la sua miseria i suoi tormenti te lo hanno fatto amare; gli dimostrasti affetto d'amico; tanto basta perché tu debba allontanare perfino il solo dubbio che le tue profferte d'allora non fossero sincere ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 139)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Lo voglio, Carlino, lo voglio; se mi sei amico devi accontentarmi d'una grazia ... Leopardo, io ti vendicherò: ti giuro che ti vendicherò! — Zitto, zitto, amico mio; non destare mia moglie che dorme ... — Vedi amico? fino a ieri ci pensava, ma mi difendeva valorosamente ... Serba, amico mio, la tua candida fede; questo ti raccomando, perch'ella è se non altro incentivo potente ad imprese belle ed onorate ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 244)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Mi presentava il suo valoroso amico, il maggiore Rossaroll stesso che dalla lunghissima prigionia aveva sì affievolita la vista, ma non affranta per nulla l'invitta forza d'animo ... — Non lo nego; hai sofferto delle grandi sciagure, amico mio; ma ci hai qui delle consolazioni massicce — (e stringeva fra le nocca dell'indice e del medio le guance rotondette della Pisana) ... Amico mio, se hai figliuoli in istato di prender moglie, affidali a me: guarentisco loro delle belle cicciotte e qualche milioncino di reali ...
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Decameron (pagina 35)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Osbech, sentendo questo, il suo essercito ragunato, prima che da' due potentissimi signori fosse stretto in mezzo, andò contro al re di Capadocia, lasciata nelle Smirre a guardia d'un suo fedele famigliare e amico la sua bella donna e col re di Capadocia dopo alquanto tempo affrontatosi combatté, e fu nella battaglia morto e il suo essercito sconfitto e disperso ... Il famigliar d'Osbech, il cui nome era Antioco, a cui la bella donna era a guardia rimasa, ancora che attempato fosse, veggendola così bella, senza servare al suo amico e signor fede di lei s'innamorò: e sappiendo la lingua di lei (il che molto a grado l'era, sì come a colei alla quale parecchi anni a guisa quasi di sorda e di mutola era convenuta vivere, per lo non aver persona inteso né essa essere stata intesa da persona), da amore incitato cominciò seco tanta familiarità a pigliare in pochi dì, che non dopo molto, non avendo riguardo al signor loro che in arme e in guerra era, fecero la dimestichezza non solamente amichevole ma amorosa divenire, l'uno dell'altro pigliando sotto le lenzuola maraviglioso piacere ... Col quale tornando per ventura un mercatante cipriano, da lui molto amato e sommamente suo amico, sentendosi egli verso la fine venire, pensò di volere e le sue cose e la sua cara donna lasciare a lui ... E il vero che d'una cosa contentissimo muoio, per ciò che, pur dovendo morire, mi veggio morir nelle braccia di quelle due persone le quali io più amo che alcune altre che al mondo ne sieno, cioè nelle tue, carissimo amico, e in quelle di questa donna, la quale io più che me medesimo ho amata poscia che io la conobbi ... ” L'amico mercatante e la donna similmente, queste parole udendo, piangevano; e avendo egli detto, il confortarono e promisongli sopra la lor fede di quel fare che egli pregava, se avvenisse che el morisse ...
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Decameron (pagina 98)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Avvenne adunque, non molto tempo appresso queste parole, che, opera di Crivello, Giacomino andò con un suo amico a cenare; e fattolo sentire a Giannole, compose con lui che, quando un certo cenno facesse, egli venisse e troverebbe l'uscio aperto ... Venuta la sera, non sappiendo i due amanti alcuna cosa l'un dell'altro, ciascun sospettando dell'altro, con certi compagni armati a dovere entrare in tenuta andò: Minghino co' suoi a dovere il segno aspettar si ripose in casa d'un suo amico vicin della giovane, Giannole co' suoi alquanto dalla casa stette lontano ... Giacomino, il quale de' suoi dì assai cose vedute avea e era di buon sentimento, rispose brievemente: “Signori, se io fossi a casa mia come io sono alla vostra, mi tengo io sì vostro amico, che né di questo né d'altro io non farei se non quanto vi piacesse; e oltre a questo più mi debbo a' vostri piaceri piegare in quanto voi a voi medisimi avete offeso, per ciò che questa giovane, forse come molti stimano, non è da Cremona né da Pavia, anzi è faentina, come che io né ella né colui da cui io l'ebbi non sapessimo mai di cui si fosse figliuola: per che di quello che pregate tanto sarà per me fatto quanto me ne imporrete ... ” I valenti uomini, udendo costei essere di Faenza, si maravigliarono; e rendute grazie a Giacomino della sua liberale risposta, il pregarono che gli piacesse di dover loro dire come costei alle mani venuta gli fosse e come sapesse lei essere faentina; a' quali Giacomin disse: “Guidotto da Cremona fu mio compagno e amico; e venendo a morte mi disse che quando questa città da Federigo imperadore fu presa, andatoci a ruba ogni cosa, egli entrò co' suoi compagni in una casa e quella trovò di roba piena esser dagli abitanti abandonata, fuor solamente da questa fanciulla, la qual, d'età di due anni o in quel torno, lui sagliente su per le scale chiamò padre ...
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Decameron (pagina 179)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... antichissimo suo amico ... E appressandosi il termine delle future nozze, Gisippo pregò un dì Tito che con lui andasse a vederla, ché veduta ancora non l'avea; e nella casa di lei venuti e essa sedendo in mezzo d'amenduni, Tito, quasi consideratore della bellezza della sposa del suo amico, la cominciò attentissimamente a riguardare; e ogni parte di lei smisuratamente piacendogli, mentre quelle seco sommamente lodava sì fortemente, senza alcun sembiante mostrarne, di lei s'accese, quanto alcuno amante di donna s'accendesse già mai; ma poi che alquanto con lei stati furono, partitisi, a casa se ne tornarono ... Quante volte ha già il padre la figliuola amata, il fratello la sorella, la matrigna il figliastro? Cose più monstruose che l'uno amico amar la moglie dell'altro, già fattosi mille volte ... Qui pecca la fortuna che a Gisippo mio amico l'ha conceduta più tosto che a un altro; e se ella dee essere amata, che dee e meritamente per la sua bellezza, più dee esser contento Gisippo, risappiendolo, che io l'ami io che un altro ... Gisippo, udendo questo e il suo pianto vedendo, alquanto prima sopra sé stette, sì come quegli che del piacere della bella giovane, avvegna che più temperatamente, era preso; ma senza indugio diliberò la vita dello amico più che Sofronia dovergli esser cara, e così, dalle lagrime di lui al lagrimare invitato, gli rispose piangendo: “Tito, se tu non fossi di conforto bisognoso come tu se', io di te a te medesimo mi dorrei, sì come d'uomo il quale hai la nostra amicizia violata, tenendomi sì lungamente la tua gravissima passione nascosa ... E come che onesto non ti paresse, non son per ciò le disoneste cose se non come l'oneste da celare all'amico, per ciò che chi amico è, come delle oneste con l'amico prende piacere, così le non oneste s'ingegna di torre dello animo dello amico; ma ristarommene al presente e a quel verrò che di maggior bisogno esser conosco ... Ma se tu se' savio come suoli, a cui la poteva la fortuna concedere, di cui tu più l'avessi a render grazie che d'averla a me conceduta? Qualunque altro avuta l'avesse, quantunque il tuo amore onesto stato fosse, l'avrebbe egli a sé amata più tosto che a te, il che di me, se così mi tieni amico come io ti sono, non dei sperare; e la cagione è questa, che io non mi ricordo, poi che amici fummo, che io alcuna cosa avessi che così non fosse tua come mia ...
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Decameron (pagina 181)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... vostri ramarichii, più da furia che da ragione incitati, con continui mormorii, anzi romori, vituperano, mordono e dannano Gisippo per ciò che colei m'ha data per moglie col suo consiglio, che voi a lui col vostro avavate data, là dove io estimo che egli sia sommamente da commendare; e le ragioni son queste: l'una perché egli ha fatto quello che amico dee fare; l'altra perché egli ha più saviamente fatto che voi non avavate ... Quello che le sante leggi della amicizia vogliono che l'uno amico per l'altro faccia, non è mia intenzione di spiegare al presente, essendo contento d'avervi tanto solamente ricordato di quelle, che il legame dell'amistà troppo più stringa che quel del sangue o del parentado, con ciò sia cosa che gli amici noi abbiamo quali ce gli eleggiamo e i parenti quali ce gli dà la fortuna ... E per ciò, se Gisippo amò più la mia vita che la vostra benivolenza, essendo io suo amico come io mi tengo, niuno se ne dee maravigliare ... E adunque Sofronia ben maritata a Tito Quinzio Fulvo, nobile, antico e ricco cittadin di Roma e amico di Gisippo: per che chi di ciò si duole o si ramarica, non fa quello che dee né sa quello che egli si fa ... Saranno forse alcuni che diranno non dolersi Sofronia esser moglie di Tito ma dolersi del modo nel quale sua moglie è divenuta, nascosamente, di furto, senza saperne amico o parente alcuna cosa ...
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Fermo e Lucia (pagina 62)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Con questi bei ragionamenti giunse la trista brigata alla vista del castello; quivi si trovò il Conte che avendo veduto salire l'amico gli si faceva incontro ... Ho un affare a Monza, pel quale m'è d'uopo un amico fidato, e un uomo destro e valente; e ho posti gli occhi sopra di te ... » «Vorrei vedere», rispose Egidio, «chi sarebbe in Monza colui che ardisse vantarsi di esservi più amico di me ... Nel resto di quel giorno il Conte trattenne in festa l'amico, in quella festa però che poteva essere in quel luogo e fra quei due ...
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Fior di passione (pagina 22)
di Matilde Serao (estratti)
... Se vuole, io sarò la sua amica, la sua buona e servizievole amica; lei sarà il mio sincero amico ... Amico mio ... Amico mio, è venuta la settimana tragica del nostro amore ... Amico mio, è forza che sia così ...
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Il conte di Carmagnola (pagina 8)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... MARCO Io sono amico al Conte: Questa è l'accusa mia; nol nego, io il sono: E il ciel ringrazio che vigor mi ha dato Di confessarlo qui ... Ei che tentar potria? — Al Duca ritornar, dicesi, e seco Le schiere trar nel tradimento — Al Duca? All'uom che un'onta non perdona mai, Né un gran servigio, ritornar colui Che gli compose e che gli scosse il trono? Chi non poté restargli amico in tempo Che pugnava per lui, ridivenirlo Dopo averlo sconfitto! Avvicinarsi A quella man che in questo asilo istesso Comprò un pugnal per trapassargli il petto! L'odio solo, o signor, crederlo puote ... Quando nascoste All'ombra della pubblica vendetta, Le nimistà private io disvelai; Quando chiedea che a provveder s'avesse L'util soltanto dello Stato, e il giusto; Allora ufficio io non facea d'amico, Ma di fedel patrizio ... MARINO Più non pensaste che all'amico ... Oh che segreto Oggi ho scoperto! Abbandonar nel laccio Un amico io potea! Vedergli al tergo L'assassino venir, veder lo stile Che su lui scende, e non gridar: ti guarda! Io lo potea; l'ho fatto ... o per l'amico? La mia ripulsa ...
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Il fiore
di Dante Alighieri (estratti)
... XI
L'Amante e Amico Ragion si parte, udendomi parlare, E me fu ricordato ch'i' avea Un grande amico, lo qual mi solea In ogne mio sconforto confortare; Sì ch'i' no'l misi guari a ritrovare, E dissigli com' e' si contenea Lo Schifo ver' di me, e ch'e' parea Ch'al tutto mi volesse guerreggiare ... XII
L'Amante Tutto pien d'umiltà verso 'l giardino Torna' mi, com' Amico avea parlato, Ed i' guardai, e sì ebbi avisato Lo Schifo, con un gran baston di pino, Ch'andava riturando ogne camino, Che dentro a forza non vi fosse 'ntrato; Sì ch'io mi trassi a lui, e salutato Umilemente l'ebbi a capo chino, E sì gli dissi: «Schifo, aggie merzede Di me, se 'nverso te feci alcun fallo, Chéd i' sì son venuto a pura fede A tua merzede, e presto d'amendarlo» ...
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Il fiore (pagina 4)
di Dante Alighieri (estratti)
... XLVII
L'Amante e Amico Ragion si parte, quand' ella m'intese, Sanza tener più meco parlamento, Ché trovar non potea nullo argomento Di trarmi de·laccio in ch'Amor mi prese ... Allor sì piacque a Dio che ritornasse Amico a me per darmi il su' consiglio ... XLVIII
L'Amante Non ti maravigliar s'i' non son grasso, Amico, né vermiglio com' i' soglio, Ch'ogne contrario è presto a ciò ch'i' voglio, Così Fortuna m'à condotto al basso ... IL
L'Amante e Amico Com' era gito il fatto ebbi contato A motto a motto, di filo in aguglia, Al buono Amico, che non fu di Puglia; Che m'ebbe molto tosto confortato, E disse: «Guarda che non sie accettato Il consiglio Ragion, ma da te il buglia, Ché ' fin' amanti tuttor gli tribuglia Con quel sermon di che·tt'à sermonato ...
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Il fiore (pagina 5)
di Dante Alighieri (estratti)
... LXVIII
L'Amante e Amico Quand' ebbi inteso Amico che leale Consiglio mi donava a su' podere, I' sì·lli dissi: «Amico, il mi' volere Non fu unquanche d'esser disleale; Né piaccia a Dio ch'i' sia condotto a tale Ch'i' a le genti mostri benvolere E servali del corpo e dell'avere, Ched i' pensasse poi di far lor male ... LXX
L'Amante e Amico «Po' mi convien ovrar di tradigione E a·tte pare, Amico, ch'i' la faccia, I' la farò, come ch'ella mi spiaccia, Per venir al di su di quel cagnone ... «E' nonn–à guari ch'i' ne son venuto», Rispuose Amico, «ma 'l ver ti dirò, Che·ss'i' v'andai, i' me ne son pentuto ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 7)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Naturalmente, c'era in prima riga Raimondo Zuliani, l'amico del banchiere Anselmo, e in continua relazione d'affari con lui ... O allora? Allora, quale occasione più favorevole dell'amico Aldini? Quello era proprio l'uomo, amabile che nulla più, cicerone perfetto, e padrone di tutto il suo tempo, non avendo niente da fare; condizione invidiabile, checchè si voglia argomentare in contrario ... Del resto, così serio e garbato com'era, l'Aldini non poteva non piacere a Raimondo, che se ne fece tosto un amico, e a breve andare un compagno inseparabile ... Per contro, aveva l'amicizia invaditrice; l'amico era la cosa sua; se avesse potuto, ne avrebbe fatto il suo schiavo; per intanto lo considerava come il suo alunno, il suo pupillo, il suo fratello minore, a cui egli dovesse dar consiglio, indirizzo, protezione efficace ... Con questo suo modo d'intendere l'amicizia, non poteva certamente piacergli molto che l'amico suo, così ricco di belle doti, e così intelligente, non facesse nulla, non si occupasse utilmente di nulla ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 8)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Solo al mondo, e modesto nelle sue abitudini, con quelle seimila lire nette all'anno, l'amico suo poteva vivere e fare in società una discreta figura ... Ma l'amico suo aveva in orrore le carte ... Finalmente, si trattava della felicità di Filippo, del suo inseparabile amico, del suo fratello minore; senza contare poi questo, che, felice egli stesso nel matrimonio, avrebbe ammogliato l'universo mondo ... La sposa, per quel conte, doveva venir di lontano alla sua immaginazione sempre sveglia; e doveva venire dopo due anni d'attesa, due anni che infine gli erano serviti per conoscer meglio l'Aldini e per stimarlo di più; tanto in quei due anni l'amico suo aveva guadagnato ancora in serietà, rompendola asciuttamente con certe galanterie da vagheggino, e a grado a grado liberandosi da tanti perditempi del suo primo anno di vita veneziana ... Così, senza dir nulla ad alcuno, lasciando che ogni cosa andasse da sè, come l'acqua per la sua china, Raimondo aveva condotto all'albergo Danieli il conte Filippo Aldini, presentandolo come il suo migliore, anzi l'unico amico, quasi un altro sè stesso, alle signore Cantelli ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 12)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Tu non conosci l'amico tuo, lasciatelo dire; non sai fin dove, al bisogno, egli porti l'amicizia, e come la intenda ... Sono impegnato, dopo tutto; che figura farei, se dovessi rimangiarmi quello che ho detto? Sii ragionevole, amico; obbedisci a chi ti ama, e non lo far passare per un burattino ... Che cosa penserà ella? Che io sono un matricolato furfante, entrato destramente nelle tue grazie, in veste di amico sincero, coll'idea di accostarmi alla cassa ... Era preso, come in una morsa, dal suo prepotente amico ... — Vi lascio il mio amico; — disse Raimondo ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 40)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Non molte, per altro; l'amico era assai presto diventato sospettoso e prudente: tanto prudente, che si era fatto promettere da lei di bruciare quegli otto o nove messaggi d'amore ... Ma per allora, a buon conto, l'amico doveva risvegliarsi ... — E perchè? — Sai, arriva questa mattina l'amico Anselmo; — rispose Raimondo ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 47)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Quante cose, in due giorni! quante confusioni, quanti contrasti, e quante rovine! Ma erano veramente due giorni? non due settimane, due mesi, due anni? Ed era stato proprio il giorno innanzi, ch'egli aveva promesso a Livia un ultimo atto di resistenza, il tentativo iniquo di mandare in fumo la propria felicità? Era stato il giorno innanzi, che Raimondo Zuliani, amico più caldo ed imperioso che mai, aveva sgominato il suo tentativo, rotto d'un colpo il suo faticoso tessuto di scrupoli vani, dimostrandogli che oramai l'onor suo era impegnato, e che alla perdita dell'onor suo non avrebbe potuto sopravvivere? Povero amico Raimondo! Ben altra perdita doveva egli toccare indi a poco, perdendo tutte le sue illusioni ad un tratto! Lei infedele, la sua Livia adorata; lei pazza, e nell'impeto cieco del suo orgoglio offeso, diventata feroce, tragica come una Furia antica! Egli, il povero disilluso, giustamente irato, anelante a vendetta, incatenato ancora dall'amor suo, smarrito tra la necessità di provvedere al suo onore oltraggiato e il desiderio di salvare quella donna da una vergogna altrimenti inevitabile, non era riuscito ad altro che a scavarsi con le sue mani la fossa! Era giustizia, quella? Cieca, davvero, cieca lassù come in terra! Ed ora? Se la signora Zuliani, che era stata a sentire, commetteva un'altra delle sue malaugurate follìe, qual nuova vergogna per lui, nel cospetto di quell'uomo infelice! Perchè certamente aveva sentito; soffermata là, dietro l'uscio a vetri, per assicurarsi che il visitatore fosse veramente Raimondo; rimasta inchiodata a quel posto da un sentimento di curiosità morbosa; partita finalmente, dopo aver ascoltato l'essenziale, il terribile, dell'infausto colloquio ... Quanto a sè, dopo quanto era avvenuto tra loro in quel giorno fatale, poteva l'Aldini accettare i frutti della magnanimità di Raimondo Zuliani? Troppo bene ricordava egli che l'amico aveva pochi giorni innanzi scongiurati gli effetti di un velenoso discorso nell'animo buono della signora Eleonora Cantelli, giurando e spergiurando che nei sospetti addensati sul capo di Filippo Aldini non c'era nulla di vero ... Combatteva sospetti, il povero Raimondo, forte della sua fede e dell'intima conoscenza, che s'illudeva di avere, del cuore, e degli atti del suo giovane amico ... Anselmo Cantelli, poichè era lui il cortese signore venuto innanzi sul pianerottolo, fece all'Aldini un sorriso che valeva da solo tutte le cerimonie del mondo, e con affabilità da vecchio amico lo prese per mano, traendolo a sè ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 49)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — Non lo vede? L'amico, che ha la moglie ammalata, e perciò non si è potuto muover da casa per venirmi a ricevere alla stazione, mi annunzia la sua visita per le quattro, e mi promette di condur Lei alle nove, perchè io abbia il piacere di conoscerla ... Che cosa aveva da dirgli il conte Aldini di così grave, o geloso, che l'amico Zuliani non dovesse neanche sapere che egli, Anselmo, e il suo genero in pectore, si erano già visti? Questione di denaro? Il sospetto ne corse alla mente del banchiere; ma egli fu pronto a scacciarlo ... — L'amico Zuliani me ne ha scritto quanto occorreva ... Si erano troppo fidati, Raimondo della virtù dell'amico, egli della sua propria forza, che veramente poteva bastare, essendo corazzata di bella indifferenza ...
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Intrichi d'amore (pagina 13)
di Torquato Tasso (estratti)
... certificandovi, Signora, che mi sono contentato di questo per aver occasione di proponervi, come già vi propongo, un partito molto al proposito per Vostra Signoria, che sarà un gentiluomo, amico mio di molti anni, persona virtuosa, ricca e nobile ... FLAMINIO Veramente l'amico è un nome desiderabile, un rifugio d'infelice, un ricevitore di segreti, una quiete indeficiente, una felicità perpetua ... Anzi il sole, l'acqua e il fuoco non è più utile a gli uomini, quanto è utile il vero amico ... CAMILLO E in questo si conosce il vero amico, quando senza disegno giova all'amico suo; perchè incostante e perfido è colui che affetta l'amicizia solamente per suo commodo ...
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L'arte di prender marito (pagina 9)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... * * * La moglie non è ancora alzata, che pensa di far cosa gradita al suo compagno e manda la cameriera da lui per sapere, se non gradirebbe avere a pranzo un amico giunto ieri da un lungo viaggio e ch'egli ama assai ... Forse l'amico non gradirà l'invito… ... —Senti, eccoti nelle solite incertezze per un nulla, per l'invito di un amico a pranzo… ... Per tutto quel giorno il marito non fa nulla di nulla, ma pensa anche a tarda sera, che forse la moglie aveva ragione e l'amico avrebbe gradito moltissimo quell'invito ... Un amico di casa ha raccolto tutto un fascio di desiderii e su lui sembran cadute tutte quante quelle scintille ... È entrato nel salotto, quando l'amico era da solo a solo colla signora, ben deciso a dire e a fare… ... La signora non si lamenta più col marito delle troppe assiduità dell'amico ... Con un'abile ipocrisia ha saputo mostrarsi sempre corretto in casa, ma un amico svela ai genitori la sua condotta ben diversa fuori di ...
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La sposa persiana (pagina 3)
di Carlo Goldoni (estratti)
... ALÍ Sì, me ne andrò: che importa a me, che voi parliate? Io sarò sempre Alí, ancor quando crepiate; E sarò sempre stato vostro fedele amico, Ancor, che de' miei detti non ve ne caglia un fico ... Come favelli? Hai d'oppio la dose caricata? ALÍ Sì, amico; doppia dose per voi ne ho trangugiata: Per voi, che pur vorrei colla letizia mia Scotere da cotesta letal malinconia ... Ecco, amico, la fonte del mio dolore estremo; La sposa oggi s'aspetta, l'ora s'appressa, io tremo ... ALÍ Ed io, ridete amico, ed io sarei contento, Non se una sola sposa aspettassi, ma cento ...
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La sposa persiana (pagina 12)
di Carlo Goldoni (estratti)
... CURCUMA (Che tu sia maledetto! Ma se m'ha detto vecchia, non vo' scandalizzarmi, È amico del padrone, potrebbe anche giovarmi) ... Desta il caffè, mi duole per Tamas, un amico Dee seguitar ... ALÍ Tamas mi sta nel cuore; misero! in tal periglio Non recargli un amico, né aiuto, né consiglio? Di me che dirà mai? l'unico pregio antico È del vero Persiano l'esser fedele amico ... Al par dell'Alcorano, che ci governa, e regge Dell'ospitalitade si venera la legge; Ed io, che son di lui ospite, e amico, e sono Beneficato ancora, ingrato or l'abbandono (s'alza), Cerchisi ... ALÍ Ecco l'amico vostro, eccomi in vostra aita ... ma ad un amico là penetrar non lice (vorrebbe seguitare Tamas, poi s'arresta) ...
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Mattinate napoletane (pagina 2)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Il modello mi si dimostrava più amico, arrivava perfino a sorridermi ... In tutti quei giorni il mio piccolo amico s'era più stretto a me con tutte le ingenue espansioni infantili con le quali la fanciullezza trattiene una mano carezzante e un dolce amore pietoso ... Per via camminavo come intontito; il piccino, benedetto piccino, il piccolo amico mi seguiva ...
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Mattinate napoletane (pagina 8)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Era un romore di stivalini saltellanti che faceva voltare il mio amico Richter ... Certo il mio amico Richter impressionava ... Il mio amico Richter entrava frettolosamente nella bottega d'un pastaio, faceva di cappello con quella cortesia ch'è tutta tedesca e chiedeva due chilogrammi di vermicelli ... Tedesco, professore? Certo conosceva il mio amico Otto Richter ... Richter mio buon amico ... Io pensavo al mio vecchio amico Richter, al mio povero vecchietto musicomane ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 18)
di Emilio De Marchi (estratti)
... E poi fa sempre comodo d'aver un dottore amico, quando si soffre d'asma e di palpitazione di cuore ... Franzon si mise al letto dell'amico e gli usò una assistenza fraterna ... Quando non bastava il dì, rimaneva la notte accanto alla siora Nina che scaldava i brodi; e siccome ogni servizio merita compenso, e non c'è amicizia che in qualche modo non si faccia pagare, il bravo dottor e professor, forte dell'amicizia di Metternich e della sua prepotenza, credette d'onorare anche la moglie del suo vecchio amico ... Malgoni stava abbastanza bene e aveva ripigliato il suo ufficio, ma l'amico di casa s'era impadronito così bene del cuore del suo malato, che ormai il pover'uomo non vedeva che per gli occhi del dottore, non parlava che per la sua bocca ... Mosso tra un marito geloso e un ringhioso amico di casa, il meno che potessi fare era di usar prudenza, di rimettere il flauto nell'astuccio, di sacrificare qualche sonetto, di compatire da lontano a una povera donna caduta come un'agnella negli unghioni d'un orso buono e stupido e di un lupo furbo ed affamato ...
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Ricordi di Parigi (pagina 30)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Per mezzo del mio caro amico Parodi, ebbi l'onore di conoscere lo
Zola, e di passar con lui parecchie ore in casa sua ... Il mio buon amico gli aveva detto il giorno avanti, annunziandogli la mia visita:—Preparatevi a subire un interrogatorio in tutto le regole,—ed egli aveva risposto gentilmente:—Son bell'e preparato ... Ma non lo feci io; non l'avrei mai osato: lo fece il mio amico con un garbo squisito, e lo Zola cominciò a parlare di sè, senza preamboli, naturalissimamente, come se parlasse d'un altro ...
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