Libri gentile uomo
Libri ad argomento gentile uomo, su gentile uomo, con le parole gentile uomo
Decameron (pagina 15)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ultimamente, non venendo l'abate, Primasso mangiato il secondo cominciò a mangiare il terzo: il che ancora fu all'abate detto, il quale seco stesso cominciò a pensare e a dire: ‘Deh questa che novità è oggi che nella anima m'è venuta, che avarizia, chente sdegno, e per cui? Io ho dato mangiare il mio, già è molt'anni, a chiunque mangiar n'ha voluto, senza guardare se gentile uomo è o villano, o povero o ricco, o mercatante o barattiere stato sia, e a infiniti ribaldi con l'occhio me l'ho veduto straziare, né mai nell'animo m'entrò questo pensiero che per costui mi c'è entrato ... Fu adunque in Genova, buon tempo è passato, un gentile uomo chiamato messere Ermino de' Grimaldi, il quale, per quello che da tutti era creduto, di grandissime possessioni e di denari di gran lunga trapassava la ricchezza d'ogni altro ricchissimo cittadino che allora si sapesse in Italia ...
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Decameron (pagina 16)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” E da questo dì innanzi, di tanta virtù fu la parola da Guiglielmo detta, fu il più liberale e 'l più grazioso gentile uomo e quello che più e' forestieri e i cittadini onorò che altro che in Genova fosse a' tempi suoi ...
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Decameron (pagina 25)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Egli mi lasciò piccola fanciulla in Palermo, dove, cresciuta quasi come io mi sono, mia madre, che ricca donna era, mi diede per moglie a uno da Gergenti, gentile uomo e da bene, il quale per amor di mia madre e di me tornò a stare in Palermo; e quivi, come colui che è molto guelfo, cominciò a avere alcuno trattato col nostro re Carlo ...
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Decameron (pagina 28)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Carissime donne, voi dovete sapere che appresso la morte di Federigo secondo imperadore fu re di Cicilia coronato Manfredi, appo il quale in grandissimo stato fu un gentile uomo di Napoli chiamato Arrighetto Capece, il qual per moglie avea una bella e gentil donna similmente napoletana, chiamata madama Beritola Caracciola ... Era sopra quel legno un gentile uomo chiamato Currado de' ...
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Decameron (pagina 30)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ora, poi che così è come tu mi di' che tu figliuol se' di gentile uomo e di gentil donna, io voglio alle tue angosce, quando tu medesimo vogli, porre fine e trarti della miseria e della captività nella qual tu dimori, e a una ora il tuo onore e 'l mio nel suo debito luogo riducere ...
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Decameron (pagina 36)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Avvenne per ventura che a Baffa venne per alcuna sua bisogna un gentile uomo il cui nome era Antigono, la cui età era grande ma il senno maggiore e la ricchezza piccola, per ciò che in assai cose intramettendosi egli ne' servigi del re di Cipri gli era la fortuna stata contraria ...
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Decameron (pagina 37)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma poi che per alquanto tempo con loro dimorata fui, e già alquanta avendo della loro lingua apparata, domandandomi esse chi io fossi e donde, e io conoscendo là dove io era e temendo se il vero dicessi non fossi da lor cacciata sì come nemica della lor legge, risposi che io era figliuola d'un gran gentile uomo di Cipri, il quale mandandomene a marito in Creti, per fortuna quivi eravam corsi e rotti ... Era il detto Gualtieri del corpo bellissimo e d'età forse di quaranta anni, e tanto piacevole e costumato quanto alcuno altro gentile uomo il più esser potesse; e, oltre a tutto questo, era il più leggiadro e il più dilicato cavaliere che a quegli tempi si conoscesse e quegli che più della persona andava ornato ...
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Decameron (pagina 39)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Il gentile uomo e la sua donna questo udendo furon contenti, in quanto pure alcun modo si trovava al suo scampo, quantunque loro molto gravasse che quello, di che dubitavano, fosse desso, cioè di dover dare la Giannetta al loro figliuolo per isposa ...
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Decameron (pagina 46)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Non vedi tu che io sono il tu messer Riccardo, venuto qui per pagare ciò che volesse questo gentile uomo in casa cui noi siamo, per riaverti e per menartene? e egli, la sua mercé, per ciò che io voglio mi ti rende ...
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Decameron (pagina 62)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il pellegrino, questo avendo saputo, con licenzia del gentile uomo si partì e occultamente alla casa di madonna Ermellina se ne venne; e lei sola, essendo ogni altro della casa andato a dormire, trovò che l'aspettava parimente disiderosa d'udire buone novelle del marito e di riconciliarsi pienamente col suo Tedaldo: alla qual venuto con lieto viso disse: “Carissima donna mia, rallegrati, ché per certo tu riavrai domane qui sano e salvo il tuo Aldobrandino”, e per darle di ciò più intera credenza ciò che fatto aveva pienamente le raccontò ...
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Decameron (pagina 65)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Nel reame di Francia fu un gentile uomo il quale chiamato fu Isnardo, conte di Rossiglione, il quale, per ciò che poco sano era, sempre appresso di sé teneva un medico chiamato maestro Gerardo di Nerbona ...
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Decameron (pagina 81)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Nella città di Brescia fu già un gentile uomo chiamato messer Negro da Ponte Carraro, il quale, tra più altri figliuoli, una figliuola aveva, nominata Andreuola, giovane e bella assai e senza marito, la qual per ventura d'un suo vicino che avea nome Gabriotto s'innamorò, uomo di bassa condizione ma di laudevoli costumi pieno e della persona bello e piacevole ...
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Decameron (pagina 97)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ricciardo è gentile uomo e ricco giovane; noi non possiamo aver di lui altro che buon parentado: se egli si vorrà a buon concio da me partire, e' gli converrà che primieramente la sposi, sì che egli si troverà aver messo l'usignuolo nella gabbia sua e non nell'altrui ...
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Decameron (pagina 100)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Le donne, le quali tutte temendo stavan sospese a udire se i due amanti fossero arsi, udendogli scampati, lodando Idio tutte si rallegrarono; e la reina, udita la fine, alla Lauretta lo 'ncarico impose della seguente; la quale lietamente prese a dire: –Bellissime donne, al tempo che il buon re Guiglielmo la Cicilia reggeva, era nell'isola un gentile uomo chiamato messer Amerigo Abate da Trapani, il quale, tra gli altri ben temporali, era di figliuoli assai ben fornito ...
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Decameron (pagina 104)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ella sapeva che Federigo lungamente l'aveva amata, né mai da lei una sola guatatura aveva avuta, per che ella diceva: “Come manderò io o andrò a domandargli questo falcone, che è, per quel che io oda, il migliore che mai volasse e oltre a ciò il mantien nel mondo? E come sarò io sì sconoscente, che a un gentile uomo al quale niuno altro diletto è più rimaso, io questo gli voglia torre?” E in così fatto pensiero impacciata, come che ella fosse certissima d'averlo se 'l domandasse, senza sapere che dover dire, non rispondeva al figliuolo ma si stava ...
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Decameron (pagina 112)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... “Adunque” seguì prestamente la donna “domando io voi, messer podestà, se egli ha sempre di me preso quello che gli è bisognato e piaciuto, io che doveva fare o debbo di quel che gli avanza? debbolo io gittare a' cani? non è egli molto meglio servirne un gentile uomo che più che sé m'ama, che lasciarlo perdere o guastare?” Eran quivi a così fatta essaminazione e di tanta e sì famosa donna quasi tutti i pratesi concorsi, li quali, udendo così piacevol domanda, subitamente, dopo molte risa, quasi a una voce tutti gridarono la donna aver ragione e dir bene: e prima che di quivi si partissono, a ciò confortandogli il podestà, modificarono il crudele statuto e lasciarono che egli s'intendesse solamente per quelle donne le quali per denari a' lor mariti facesser fallo ...
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Decameron (pagina 114)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma Guccio Imbratta, il quale era più vago di stare in cucina che sopra i verdi rami l'usignuolo, e massimamente se fante vi sentiva niuna, avendone in quella dell'oste una veduta, grassa e grossa e piccola e mal fatta, con un paio di poppe che parean due ceston da letame e con un viso che parea de' Baronci, tutta sudata, unta e affumicata, non altramenti che si gitti l'avoltoio alla carogna, lasciata la camera di frate Cipolla aperta e tutte le sue cose in abbandono, là si calò; e ancora che d'agosto fosse, postosi presso al fuoco a sedere, cominciò con costei, che Nuta aveva nome, a entrare in parole e dirle che egli era gentile uomo per procuratore e che egli aveva de' fiorini più di millantanove, senza quegli che egli aveva a dare altrui, che erano anzi più che meno, e che egli sapeva tante cose fare e dire, che domine pure unquanche ...
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Decameron (pagina 125)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il gentile uomo montato sù trovò la donna sua in capo della scala tutta sgomentata e piena di paura; alla quale egli disse: “Che cosa è questa? cui va messer Lambertuccio così adirato minacciando?” La donna, tiratasi verso la camera acciò che Leonetto l'udisse, rispose: “Messere, io non ebbi mai simil paura a questa ... Voi dovete sapere che in Parigi fu già un gentile uomo fiorentino, il quale per povertà divenuto era mercatante e eragli sì bene avvenuto della mercatantia, che egli n'era fatto ricchissimo; e avea della sua donna un figliuol senza più, il quale egli aveva nominato Lodovico ... Venduti adunque i suoi cavalli e la sua famiglia acconcia in guisa che stava bene, avendo lor comandato che sembiante facessero di non conoscerlo, essendosi accontato coll'oste suo, gli disse che volentier per servidore d'un signore da bene, se alcun ne potesse trovare, starebbe; al quale l'oste disse: “Tu se' dirittamente famiglio da dovere esser caro a un gentile uomo di questa terra che ha nome Egano, il qual molti ne tiene e tutti gli vuole appariscenti come tu se' : io ne gli parlerò ...
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Decameron (pagina 126)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La gentil donna, parlando Anichino, il riguardava; e, dando piena fede alle sue parole, con sì fatta forza ricevette per li prieghi di lui il suo amore nella mente, che essa altressì cominciò a sospirare, e dopo alcun sospiro rispose: “Anichino mio dolce, sta di buon cuore: né doni né promesse né vagheggiare di gentile uomo né di signore né d'alcuno altro, ché sono stata e sono ancor vagheggiata da molti, mai mi poté muovere l'animo mio tanto che io alcuno n'amassi; ma tu m'hai fatta in così poco spazio, come le tue parole durate sono, troppo più tua divenire che io non son mia ...
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Decameron (pagina 144)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E per ciò io ti priego, non per amor di me, la quale tu amar non dei, ma per amor di te, che se' gentile uomo, che ti basti per vendetta della ingiuria la quale io ti feci quello che infino a questo punto fatto hai, e faccimi i miei panni recare e che io possa di qua sù discendere ... E ancora, la tua astuzia usando nel favellare, t'ingegni col commendarmi la mia benivolenzia acquistare e chiamimi gentile uomo e valente, e tacitamente che io come magnanimo mi ritragga dal punirti della tua malvagità t'ingegni di fare; ma le tue lusinghe non m'adombreranno ora gli occhi dello 'ntelletto, come già fecero le tue disleali promessioni: io mi conosco, né tanto di me stesso apparai mentre dimorai a Parigi, quanto tu in una sola notte delle tue mi facesti conoscere ...
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Decameron (pagina 163)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Alla giovane aveva posti gli occhi addosso un giovinetto leggiadro e piacevole e gentile uomo della nostra città, il quale molto usava per la contrada, e focosamente l'amava; e ella, che d'esser da un così fatto giovane amata forte si gloriava, mentre di ritenerlo con piacevoli sembianti nel suo amor si sforzava, di lui similmente s'innamorò; e più volte per grado di ciascuna delle parti avrebbe tale amore avuto effetto, se Pinuccio (che così avea nome il giovane) non avesse schifato il biasimo della giovane e 'l suo ...
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Decameron (pagina 170)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Menò allora Ghino l'abate nella sala dove erano i suoi arnesi e la sua famiglia tutta: e fattolo a una finestra accostare donde egli poteva tutti i suoi cavalli vedere disse: “Messer l'abate, voi dovete sapere che l'esser gentile uomo e cacciato di casa sua e povero e avere molti e possenti nimici hanno, per potere la sua vita difendere e la sua nobiltà, e non malvagità d'animo, condotto Ghino di Tacco, il quale io sono, a essere rubatore delle strade e nimico della corte di Roma ...
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Decameron (pagina 178)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il re fece chiamare il padre della giovane e la madre: e sentendogli contenti di ciò che fare intendeva, si fece chiamare un giovane, il quale era gentile uomo ma povero, ch'avea nome Perdicone, e postegli certe anella in mano a lui non recusante di farlo fece sposare la Lisa ... Nel tempo adunque che Ottavian Cesare, non ancora chiamato Augusto ma nello uficio chiamato triumvirato, lo 'mperio di Roma reggeva, fu in Roma un gentile uomo chiamato Publio Quinzio Fulvo; il quale avendo un suo figliuolo, Tito Quinzio Fulvo nominato, di maraviglioso ingegno, a imprender filosofia il mandò a Atene e quantunque più poté il raccomandò a un nobile uomo chiamato Cremete, il quale era ...
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