Fu servito il caffè e Chatsworth si trasse di tasca un......


Autore: Christopher Isherwood

Fu servito il caffè e Chatsworth si trasse di tasca un portasigarette formidabile, di marocchino rosso, di squisita fattura, grosso come una Bibbia tascabile. I sigari contenutivi, ci disse, costavano cinque scellini e sei pence al pezzo. Io rifiutai, ma Bergmann ne prese uno, accendendolo col suo più nero cipiglio.«Se farete tanto di pigliarci gusto, non potrete più fumare altro» lo avvertì Chatsworth; e aggiunse graziosamente: «Ve ne manderò una scatola domani.»Il sigaro in un certo senso lo completava. Soffiando fuori il fumo, sembrava superare il proprio quadro a grandezza naturale. I suoi pallidi occhi scintillavano d'una luce profetica.«Per anni ho avuto una sola grande ambizione. Ridete di me, lo so; come tutti gli altri. Mi danno del pazzo. Ma non me ne importa.»Fece una pausa. E infine annunciò solennemente:La Tosca. Con la Garbo.Bergmann si voltò, per lanciarmi una rapida occhiata enigmatica. Quindi esalò il fumo con una tal forza che quello del sigaro di Chatsworth fu respinto intorno alla testa di questo. Chatsworth parve compiaciuto. Era evidentemente il genere di reazione che s'aspettava. (p. 27)


Citazione di una frase tratta dall'opera La violetta del Prater di Christopher Isherwood.


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