Compare cosimo
Argomento compare cosimo: frasi, immagini, libri e articoli su compare cosimo, che contengono le parole compare cosimoParole che compongono l'argomento: compare, cosimoL'argomento è composto dalla parola di dizionario compare, costituita da sette lettere, di cui quattro consonanti e tre vocali, e dalla parola di dizionario cosimo, costituita da sei lettere, di cui tre consonanti e tre vocali, per un totale di tredici lettere, spazi esclusi. Nomi di persona e di animali costituiti da tredici lettere, di cui sette consonanti e sei vocali:Agnes-Cecilia, Amazine Grace, Bartholomaios, Heskovizenako, Kaneonuskatew. Nomi di persona e di animali costituiti soltanto dalle lettere dell'argomento compare cosimo:Nessun nome contenente soltanto le lettere della parola data disponibile. Nomi di persona e di animali costituiti dalle lettere dell'argomento compare cosimo e da altre lettere:Nessun nome contenente le lettere della parola data e altre lettere disponibile. Nomi di città costituiti da tredici lettere, di cui sette consonanti e sei vocali:Abbiategrasso (in provincia di Milano), Acquapendente (in provincia di Viterbo), Agliano Terme (in provincia di Asti), Albera Ligure (in provincia di Alessandria), Alfiano Natta (in provincia di Alessandria), Annone Veneto (in provincia di Venezia), Arsago Seprio (in provincia di Varese), Ascoli Piceno (in provincia di Ascoli Piceno), Azzano Decimo (in provincia di Pordenone), Badia Tedalda (in provincia di Arezzo), Bagnaria Arsa (in provincia di Udine), Bannio Anzino (in provincia di Verbano-Cusio-Ossola), Bene Vagienna (in provincia di Cuneo), Bodio Lomnago (in provincia di Varese), Busto Arsizio (in provincia di Varese), Calice Ligure (in provincia di Savona), Calolziocorte (in provincia di Lecco), Campodipietra (in provincia di Campobasso), Campogalliano (in provincia di Modena), Campomaggiore (in provincia di Potenza), Camposampiero (in provincia di Padova), Casalmaggiore (in provincia di Cremona), Casanova Elvo (in provincia di Vercelli). Nomi di città costituiti soltanto dalle lettere dell'argomento compare cosimo:Camposampiero (in provincia di Padova). Nomi di città costituiti dalle lettere dell'argomento compare cosimo e da altre lettere:Campo di Trens (in provincia di Bolzano), Camporotondo di Fiastrone (in provincia di Macerata), Caprese Michelangelo (in provincia di Arezzo), Caprino Bergamasco (in provincia di Bergamo), Casorate Primo (in provincia di Pavia), Casorate Sempione (in provincia di Varese), Castel San Pietro Romano (in provincia di Roma), Castel San Pietro Terme (in provincia di Bologna), Monsampietro Morico (in provincia di Fermo), Peschiera Borromeo (in provincia di Milano), Pessina Cremonese (in provincia di Cremona), Poggio San Marcello (in provincia di Ancona), Premosello-Chiovenda (in provincia di Verbano-Cusio-Ossola), Primiero San Martino di Castrozza (in provincia di Trento), San Lorenzo in Campo (in provincia di Pesaro e Urbino), San Marcello Piteglio (in provincia di Pistoia), San Pio delle Camere (in provincia di L'Aquila), Sant'Ambrogio di Valpolicella (in provincia di Verona), Santa Cristina d'Aspromonte (in provincia di Reggio Calabria), Villanova di Camposampiero (in provincia di Padova). Argomenti con parole in rima con le parole dell'argomento compare cosimo:Nessun argomento con parole in rima con le parole dell'argomento dato disponibile. Argomenti correlati all'argomento compare cosimo:Nessun argomento correlato all'argomento dato disponibile. Tag correlati all'argomento compare cosimo:Nessun tag correlato al tag dato disponibile.
Libri ad argomento compare cosimoAlcuni libri che contengono le parole compare cosimo:
Mastro don Gesualdo
di Giovanni Verga (estratti)
... Gli altri intanto, spingendo, facendo leva al portone, riuscirono a penetrare nel cortile, ad uno ad uno, coll'erba sino a mezza gamba, vociando, schiamazzando, armati di secchie, di brocche piene d'acqua; compare Cosimo colla scure da far legna; don Luca il sagrestano che voleva dar di mano alle campane un'altra volta, per chiamare all'armi; Pelagatti così com'era corso, al primo allarme, col pistolone arrugginito ch'era andato a scavar di sotto allo strame ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 2)
di Giovanni Verga (estratti)
... Compare Cosimo era salito sul tetto, e dava con la scure sui travicelli ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 38)
di Giovanni Verga (estratti)
... Compare Cosimo e Pelagatti, partendo per la campagna due ore prima dell'alba, o tornando a notte fatta, vedevano sempre il lume alla finestra di don Diego ...
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Novelle rusticane (pagina 3)
di Giovanni Verga (estratti)
... La volontà di Dio non vogliono farla più, ecco cos'è! Cos'è il re Compare Cosimo il lettighiere aveva governato le sue mule, allungate un po' le cavezze per la notte, steso un po' di strame sotto i piedi della baia, la quale era sdrucciolata due volte sui ciottoli umidi delle viottole di Grammichele, dal gran piovere che aveva fatto, e poi era andato a mettersi sulla porta dello stallatico, colle mani in tasca, a sbadigliare in faccia alla gente che era venuta per vedere il Re, e c'era tal via vai quella volta per le strade di Caltagirone che pareva la festa di San Giacomo; però stava coll'orecchio teso, e non perdeva d'occhio le sue bestie, le quali si rosicavano l'orzo adagio adagio, perché non glielo rubassero ... Compare Cosimo avrebbe dovuto esserne contento, perché il suo mestiere era di fare il lettighiere, e proprio allora stava aspettando che venisse qualcuno a noleggiare la sua lettiga, e il Re non è di quelli che stanno a lesinare per un tarì dippiù o di meno, come tanti altri ... Ah, come doveva godersi la festa tutta quella gente che comprava il torrone, e si strascinava stanca e sonnacchiosa per le vie ad aspettare il Re, e come vedeva passare la lettiga colle sonagliere e le nappine di lana, spalancava gli occhi, e invidiava compare Cosimo, il quale avrebbe visto il Re sul mostaccio, mentre sino allora nessuno aveva potuto avere quella sorte, da quarantott'ore che la folla stava nelle strade notte e giorno, coll'acqua che veniva giù come Dio la mandava ... Che non li spegnevano mai quei lumi? e che aveva il braccio di ferro quel sagrestano per suonare a distesa notte e giorno? Intanto nel piano di San Giacomo spuntava appena l'alba cenerognola, e la valle era tutta un mare di nebbia; eppure la folla era fitta come le mosche, col naso nel cappotto, e appena vide arrivare la lettiga voleva soffocare compare Cosimo e le sue mule, che credeva ci fosse dentro il Re ... Ma il Re si fece aspettare un bel pezzo; a quell'ora forse si infilava i calzoni, o beveva il suo bicchierino d'acquavite, per risciacquarsi la gola, che compare Cosimo non ci aveva pensato nemmeno quella mattina, tanto si sentiva la gola stretta ... Dietro la cavalleria si rovesciò un'altra ondata di gente, e poi la banda, e poi ancora dei galantuomini, e delle signore col cappellino, e il naso rosso dal freddo; e accorrevano persino i trecconi, colle panchette in testa, a piantar bottega per cercar di vendere un altro po' di torrone; tanto che nella gran piazza non ci sarebbe entrato più uno spillo, e le mule non avrebbero nemmeno potuto scacciarsi le mosche, se non fosse stata la cavalleria a far fare largo, e per giunta la cavalleria portava un nugolo di mosche cavalline, di quelle che fanno imbizzarrire le mule di una lettiga, talché compare Cosimo si raccomandava a Dio e alle anime del Purgatorio ad ognuna che ne acchiappava sotto la pancia delle sue bestie ...
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Novelle rusticane (pagina 4)
di Giovanni Verga (estratti)
... Il Re stavolta, prima di montare a cavallo, mentre sua moglie entrava nella lettiga, parlava con questo e con quello come se non fosse stato fatto suo, e accostandosi a compare Cosimo gli batté anche colla mano sulla spalla, e gli disse tale e quale, col suo parlare napoletano: - Bada che porti la tua Regina! che compare Cosimo si sentì rientrare le gambe nel ventre, tanto più che in quel momento si udì un grido da disperati, la folla ondeggiò come un mare di spighe, e si vide una giovinetta, vestita ancora da monaca, e pallida pallida, buttarsi ai piedi del Re, e gridare: Grazia! - Chiedeva la grazia per suo padre, il quale si era dato le mani attorno per buttare il Re giù di sella, ed era stato condannato ad aver tagliata la testa ... Vuol dire che il Re con una sua parola poteva far tagliare la testa a chi gli fosse piaciuto, anche a compare Cosimo se una mula della lettiga metteva un piede in fallo, e gli buttava giù la moglie, così piccina com'era ... Il povero compare Cosimo aveva tutto ciò davanti agli occhi, mentre andava accanto alla baia colla mano sulla stanga, e l'abito della Madonna fra le labbra, che si raccomandava a Dio, come fosse in punto di morte, mentre tutta la carovana, col Re, la Regina e i soldati, si era messa in viaggio in mezzo alle grida e allo scampanìo, e allo sparare dei mortaletti che si udivano ancora dalla pianura; talché quando furono arrivati giù nella valle, in cima al monte si vedeva ancora la folla nera brulicare al sole come se ci fosse stata la fiera del bestiame nel piano di San Giacomo ... A che gli giovava il sole e la bella giornata a compare Cosimo? se ci aveva il cuore più nero del nuvolo, e non si arrischiava di levare gli occhi dai ciottoli su cui le mule posavano le zampe come se camminassero sulle uova; né stava a guardare come venissero i seminati, né a rallegrarsi nel veder pendere i grappoli delle ulive, lungo le siepi, né pensava al gran bene che aveva fatto tutta quella pioggia della settimana, ché gli batteva il cuore come un martello soltanto al pensare che il torrente poteva essere ingrossato, e dovevano passarlo a guado! Non si arrischiava a mettersi a cavalcioni sulle stanghe, come soleva fare quando non portava la sua Regina, e lasciarsi cadere la testa sul petto a schiacciare un sonnellino, sotto quel bel sole e colla strada piana che le mule l'avrebbero fatta ad occhi chiusi; mentre le mule che non avevano giudizio, e non sapevano quel che portassero, si godevano la strada piana ed asciutta, il sole tiepido e la campagna verde, scodinzolavano e scuotevano allegramente le sonagliere, che per poco non si mettevano a trottare, e compare Cosimo si sentiva saltare lo stomaco alla gola dalla paura soltanto al vedere mettere in brio le sue bestie, senza un pensiero al mondo né della Regina, né di nulla ... La Regina, lei, badava a chiacchierare con un'altra signora che le avevano messa in lettiga per ingannare il tempo, in un linguaggio che nessuno ci capiva una maledetta; guardava la campagna cogli occhi azzurri come il fiore del lino e appoggiava allo sportello una mano così piccina che pareva fatta apposta per non aver nulla da fare; che non valeva la pena di riempire d'orzo le mule per portare quella miseria, Regina tal quale era! Ma ella poteva far tagliare il collo alla gente con una sola parola, così piccola com'era, e le mule che non avevano giudizio con quel carico leggiero, e tutto quell'orzo che avevano nella pancia, provavano una gran tentazione di mettersi a saltare e ballare per la strada, e di far tagliare la testa a compare Cosimo ... Solamente molti anni dopo, quando vennero a pignorargli le mule in nome del Re, perché non aveva potuto pagare il debito, compare Cosimo non si dava pace pensando che pure quelle erano le mule che gli avevano portato la moglie sana e salva, al Re, povere bestie; e allora non c'erano le strade carrozzabili, ché la Regina si sarebbe rotto il collo, se non fosse stato per la sua lettiga, e la gente diceva che il Re e la Regina erano venuti apposta in Sicilia per fare le strade, che non ce n'erano ancora, ed era una porcheria ... Ma allora campavano i lettighieri, e compare Cosimo avrebbe potuto pagare il debito, e non gli avrebbero pignorato le mule, se non veniva il Re e la Regina a far le strade carrozzabili ...
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