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Pet therapy: cos'è e quali cani vengono impiegatiInnanzitutto bisogna selezionare, indipendentemente dalla razza, un cane che sia abbastanza giovane, lucido e naturalmente equilibrato: per ottenere il giusto equilibrio bisognerà iniziare la classica e ormai conosciuta procedura di impregnazione, socializzazione, poi educazione ed infine addestramento. Il cane dovrà imparare ad eseguire alla perfezione ogni comando che gli verrà impartito, a mantenere la calma qualunque siano i gesti del malato nei suoi confronti e a non interpretarli per nessuna ragione come gesti di dominanza; per la stessa ragione non dovrà innervosirsi nel caso in cui il paziente alzi la voce, si muova convulsamente o altri gesti che in altre occasioni verrebbero interpretati diversamente. Il cane dunque dovrà essere anche giocherellone e socievole, far divertire, perché no, il malato ed ovviamente essere di compagnia. Si sceglierà un cane giovanissimo o cucciolo, di cui si abbia la certezza dell'equilibrio dei genitori e si inizieranno le varie procedure. Generalmente, per questo "lavoro", vengono prediletti i golden retriever o, meglio ancora, i labrador retriever: questo perché sono tra i cani più buoni, dolci ed equilibrati. Sta prendendo sempre più piede anche il setter inglese e, fortunatamente, anche il pitbull terrier. Il pitbull è da sempre stato usato per la pet therapy, soprattutto verso i bambini con i quali si dimostra meravigliosamente dolce, negli Stati Uniti: per fortuna è stato fatto questo grande passo in avanti anche in Europa, dove il pitbull si sta diffondendo sia come cane di casa sia come cane per la pet therapy. Veniva precedentemente sconsigliato per via della diceria (si tratta di questo) secondo la quale tutti i pitbull si dimostrerebbero aggressivi verso le persone ed in particolar modo i bambini: naturalmente ciò è falso, ed è fortunatamente un concetto superato. Un cane, a qualunque razza appartenga, sviluppa il suo carattere in base ai quattro pilastri fondamentali di cui sopra: impregnazione, socializzazione, educazione, addestramento. Viene utilizzato, molto spesso, anche il Terranova, a causa della sua calma e del suo equilibrio; per la stessa ragione anche il boxer è tra i più utilizzati. Prende piede, all'interno di alcune associazioni, anche il meticcio: è stata un'idea molto apprezzata per via dell'adozione dal canile e per via del fatto che questi cani, ovviamente, tendono a dimostrarsi buoni, dolci e socievoli esattamente come tutti gli altri. Sostanzialmente la disciplina della pet therapy si sta diffondendo sempre di più, e fortunatamente di pari passo con essa stanno diminunendo le discriminazioni e gli insensati pregiudizi nei confronti di alcune specifiche razze, o nei confronti degli stessi meticci, da alcuni giudicati inadeguati per svolgere qualsiasi lavoro: la pet therapy è utilissima sia per il malato, che come abbiamo già avuto modo dire riesce a trarre moltissimi vantaggi da questa esperienza, sia per la civiltà in generale verso il cane. Secondo alcune associazioni animaliste, infatti, promuovendo la pet therapy si promuove anche l'amore ed il rispetto verso i cani di tutte le razze: si faranno progressi anche sotto quest'aspetto. Per concludere, entrare in contatto con un cane addestrato per la pet therapy significa conoscere un animale intelligentissimo, meraviglioso sotto ogni aspetto e da apprezzare, stimare, rispettare. Tag: cane ragione cani malato sempre secondo bambini tutti confronti Argomenti: giusto equilibrio, battito cardiaco, setter inglese, funzionamento positivo Altri articoli del sito ad argomento Cani del canale Animali ed affini: I levrieri: storia, carattere e situazione nel mondo Niente adozioni al Sud o per i cacciatori La dieta vegetariana per i cani Le razze di cani adatte ai bambini Adozione di cani che vivono all'estero Libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Garibaldi di Francesco Crispi (pagina 4) L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza (pagina 26) I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi (pagina 13) Il colore del tempo di Federico De Roberto (pagina 36) Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi (pagina 26) |
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