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La trasformazione da bruco a farfalla
Prima di tutto è indispensabile fare chiarezza sulle fasi della trasformazione del bruco. Sembra una cosa scontata ma alcuni credono che il bruco nasca da un parto simile a quello degli umani, cioè sulla scia dei mammiferi, ma questa cosa non è assolutamente vera. Si inizia da un uovo, ed è il motivo per il quale negli allevamenti per chi vuole prendersi cura di un bruco per poi avere una farfalla da osservare per un po', per poi liberarla, vengono vendute o spedite le uova e non già l'esemplare a metà dello stadio di crescita. Perciò la famosa metaformosi avviene molto prima di quanto si possa credere, ed inizia tutto da un uovo: da lì poi uscirà quello che tutti chiamano bruco, e già da questo punto i più esperti capiranno che tipo di farfalla diventerà dopo che avrà terminato l'ormai noto processo. Potrà passare molto tempo dal momento in cui avremo la pupa, ossia si formerà la crisalide. Lo spettacolo della farfalla che esce non avviene in un battito di ciglia ed improvvisamente come viene spesso mostrato nei libri, nei cartoni animati o nei documentari, ma è un processo molto lungo e duraturo che richiede moltissima costanza da parte chi si occupa di mantenere in vita l'organismo. Per passare senza troppe preoccupazioni e malattie varie a questo passaggio, il bruco dovrà essere tenuto in un ambiente adatto alle sue esigenze e nutrito come si dovrebbe, cioè dapprima con il guscio dell'uovo e con ciò che lo compone, e poi con le foglie apposite per la specie a cui appartiene di cui chiederemo informazioni all'allevatore o all'esperto di riferimento. Attenzione a scegliere sempre persone esperte e competenti. Nei primi momenti di vita il bruco si nutre in una maniera che vista dall'esterno potrebbe sembrare quasi eccessiva invece è naturale. Finita questa fase passiamo, come detto, a quella della crisalide dove, quasi dal principio, potremo cominciare ad osservare i tratti distintivi di quella che sarà la nostra farfalla. Inizierà a formarsi la parte centrale della farfalla, definita comunemente addome, ma che per gli osservatori sarebbe semplicemente la parte lunga a cui vedremo attaccate le ali. Si potrà vedere anche il "muso", cioè la parte con le antenne, ma questa sarà più difficile da osservare: quando inzieremo a vedere la sagoma, probabilmente saremo in una buona fase e la nostra farfalla starà per diventare adulta. Potrebbe volerci qualche tempo perché ormai il nostro particolare animaletto domestico si veda perfettamente, ed arrivati a quel punto non mancherà molto al momento più entusiasmante di tutti: la rottura della formazione crisalide, universalmente nota come bozzolo, e la "seconda nascita" della nostra farfalla. Attenzione, però, perché non sarà da quel momento che la nostra farfalla potrà definirsi adulta: ancora c'è un ultimo tratto da completare. La farfalla appena uscita sbatterà le ali freneticamente, sembrerà malata e molte persone in questo caso la considerano malata o in punto di morte: è una cosa assolutamente normale, la farfalla potrà anche sembrare bagnata e le ali ripiegate. Saremo entrati nella fase dello sfarfallamento. Dopo circa mezz'ora, un'ora o due ore (dipende dall'esemplare) la farfalla potrà spiccare il volo nel modo corretto e potrà essere definita adulta: aspettiamo un paio d'ore per essere sicuri di questo e liberiamola perché affronti la sua nuova vita! Tag: farfalla bruco nostra osservare parte vita ali essere fase Argomenti: due ore, parto simile Altri articoli del sito ad argomento Farfalle del canale Animali ed affini: Come sapere se abbiamo trovato la nostra anima gemella Il degu: un roditore piccolo ma grande Lonomia obliqua: la farfalla più pericolosa al mondo Come fare un cambio di look istantaneo I migliori comportamenti e rimedi per la cellulite Libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo (pagina 255) Corbaccio di Giovanni Boccaccio (pagina 22) Decameron di Giovanni Boccaccio (pagina 192) La strega ovvero degli inganni de' demoni di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (pagina 22) La via del rifugio di Guido Gozzano (pagina 6) |
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