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La cura degli avannottiCome primo punto, assicuriamoci che la nostra femmina sia realmente "incinta" e che vengano deposte le uova. Trasferiamole immediatamente e vediamo di renderci quanto prima, magari facendoci assistere ad un esperto acquariofilo o da un veterinario, e verifichiamo che davvero ci siano dentro degli avannotti. Controlliamo che le uova siano state fecondate ed aspettiamo che si schiudano. Non dobbiamo dimenticare che i pesci seguono delle specifiche regole di deposizione delle uova, e che nel caso in cui trovassimo un filamento con delle bollicine da qualunque parte potrebbe trattarsi di un escremento di uno dei due pesci: a queste deiezioni bisogna prestare moltissima attenzione perché potrebbero essere uno dei primi sintomi dell'infiammazione della vescica natatoria, malattia molto diffusa nei pesci e soprattutto nei pesci rossi che può condurre anche alla morte. Bisogna dunque fare attenzione ai dettagli ed evitare di scambiare un lieto evento (per gli acquariofili) con una patologia piuttosto seria che è necessario conoscere quando ci si inserisce nel complicato mondo dell'acquariofilia. Detto ciò, escluse tutte le possibilità e stabilito che quelle deposte sono uova e per di più fecondate da un maschio presente nell'acquario, separiamole prontamente e attendiamo la nascita. Non vale la pena perdere tempo a riflettere su come "sistemare" e in quale acquario piazzare tutti i piccoli che nasceranno (le uova deposte sono molto spesso centinaia o migliaia): saranno pochi gli avannotti che riusciranno a nascere, sia per questioni di selezione naturale e perché molti, purtroppo, moriranno poco dopo la nascita, sia perché i genitori potrebbero mangiare le uova prima che ce ne accorgiamo per effettuare il ben noto trasferimento. Saranno dunque solo due, tre, o magari soltanto uno gli avannotti che verranno al mondo: non esiste un numero fisso o indicativo, varia a seconda del momento nel quale ci siamo accorti della presenza delle uova e a seconda degli stessi avannotti. Dopo la nascita, i piccoli non avranno bisogno di nessun particolare nutrimento per la durata di circa 7-8 giorni (tempo che cambia molto in base agli avannotti, dovremo fare attenzione anche a questo dettaglio) perché mangeranno il liquido contenuto dal loro sacco vitellino. Dai tre mesi di età in poi, anche due mesi e mezzo ma per essere tranquilli si potrebbero indicare i tre mesi, l'avannotto non correrà più il rischio così grande di morire per vari motivi; la "selezione naturale" sarà quindi già stata portata a termine. Per quanto riguarda il nutrimento quando l'avannotto non mangerà più il contenuto del sacco vitellino, evitiamo i mangimi in polvere che potrebbero causare serie infiammazioni ad un esemplare così piccolo, bensì rivolgiamoci ad un esperto, preferibilmente il veterinario: generalmente viene consigliata l'artemia salina, ma bisogna prendere una decisione caso per caso e soltanto il veterinario oppure l'esperto di riferimento (come l'allevatore) potrà davvero aiutarci nella scelta. Insomma, quando i nostri avannotti saranno nati la soddisfazione per esserci occupati di loro in questo modo sarà più forte di qualunque altra cosa. Tag: due uno veterinario attenzione tre caso nascita magari fare Argomenti: lieto evento, selezione naturale, maschio presente, numero fisso, particolare nutrimento Altri articoli del sito ad argomento Pesci del canale Animali ed affini: La riproduzione dei pesci rossi Cosa fare quando si trova un gattino abbandonato Come scegliere le scarpe da sposa Come pulire i gioielli di ambra Curare la stitichezza Libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La favorita del Mahdi di Emilio Salgari (pagina 87) Decameron di Giovanni Boccaccio (pagina 192) La divina commedia di Dante Alighieri (pagina 69) L'amore che torna di Guido da Verona (pagina 88) L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza (pagina 26) |
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