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Il Norvegese delle Foreste: l'amata bellezzaIl gatto Norvegese delle Foreste nasce e viene selezionato per diventare il micio di oggi proprio nei paesi scandinavi, lì dove si sono sviluppate numerosissime leggende molto appassionanti sul suo conto, in particolar modo riguardante le abitudini dei Vichinghi. Sembra infatti che i Vichinghi utilizzassero questi gatti molto intraprendenti e dall'istinto predatorio sviluppato perché vigilassero sulle navi e sterminassero i topi presenti; questi gatti venivano prelevati dai boschi più vicini, venivano addomesticati, educati fino a diventare veri e propri animali domestici ed infine gli si affidava l'incarico di cui sopra. Questa non è l'unica leggenda che si racconta sul Gatto Norvegese delle Foreste: è molto nota anche quella circa la dea della fertilità norvegese, Freyja, che secondo le storie tramandate dai Vichinghi era abituata a spostarsi per il mondo compiendo lunghi viaggi su un lussuoso carro trainato da due gatti di taglia grande e dal pelo lungo, per cercare ed infine trovare l'uomo con il quale era sposata. Questo desiderio viene presto esaudito anche grazie alla collaborazione dei mici che sembrano essere particolarmente somiglianti agli attuali Gatti Norvegesi delle Foreste; inoltre sembra anche che il Norvegese delle Foreste venisse definito, in particolar modo dal naturalista e monaco danese Peter Clausson, la "lince gatto", proprio per via del suo aspetto e del suo pelo dai colori e dalla lunghezza che ricordano molto le linci. Nel corso degli anni Quaranta questa meravigliosa razza inizia ad acquistare popolarità grazie al fatto che viene presentata nel corso dell'esposizione di bellezza felina di Oslo; da questo momento in poi il Norvegese delle Foreste inizia a diffondersi sempre di più a livello europeo ma soprattutto mondiale. Ad oggi, invece, questa razza è molto diffusa anche in Italia ed è considerata amante della vita in appartamento e in casa contrariamente a quanto si possa pensare per via delle sue origini, ed è un micio che più che giocare adora le coccole, il divano e le comodità della vita in famiglia. Ha mantenuto comunque il suo istinto predatorio e resta ancora un grande cacciatore, che si tratti di animali di piccolissima taglia compresi insetti o animaletti più grandi, ma questo non significa assolutamente che non possa convivere con altri gatti anche più piccoli sia di età che di taglia o con altri animali. E' un gatto che potrebbe rispecchiare tutti i pregiudizi che generalmente si attribuiscono ai mici, ossia la forte indipendenza e la voglia di libertà in qualunque contesto, anche quello familiare: contrariamente però a questi pregiudizi, il Gatto Norvegese delle Foreste non disdegna la compagnia di nessuno, anzi, come detto sopra ama la vita in famiglia. E' un gatto dalla forte personalità, che sa farsi rispettare all'occorrenza e che sa decidere ciò che vuole fare; non è un micio che si lascia obbligare facilmente, perciò potrebbe essere difficile trasportarlo contro la sua volontà, fargli il bagnetto o somministrargli qualche medicina o pappa che non sia di suo gradimento. Nonostante ciò, ospitare un Gatto Norvegese delle Foreste nella propria casa non significa essere i suoi "padroni": difatti non si può essere padroni di questo gatto, ma se riusciremo ad esserne compagni scopriremo il significato della fedeltà felina che spesso viene sottovalutata. Tag: gatto norvegese gatti micio essere vita taglia pelo sembra Argomenti: vista estetico, istinto predatorio, taglia grande, gatto norvegese, pelo vaporoso Altri articoli del sito ad argomento Gatti del canale Animali ed affini: Blu di Russia: un pelo che incanta Lo Sphynx: bellezza particolare e carattere meraviglioso Come lavare il gatto Come fare i massaggi ai gatti Gatto certosino: bellezza e carattere Libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo (pagina 255) Corbaccio di Giovanni Boccaccio (pagina 22) Decameron di Giovanni Boccaccio (pagina 192) La strega ovvero degli inganni de' demoni di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (pagina 22) La via del rifugio di Guido Gozzano (pagina 6) |
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