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La pausa di riflessione in amoreLa prima cosa che bisogna tenere in considerazione è che bisogna prestare attenzione per verificare che entrambi siano intenzionati a rispettare la pausa di riflessione: secondo gli esperti, una pausa reale significa non entrare in contatto l'uno con l'altra, ma restare per una settimana o anche di più senza vedersi né sentirsi. Ovviamente non può essere avviata una pausa in piena regola se si hanno dei bambini che vorranno vedere quotidianamente entrambi i genitori, ed è perciò il caso di valutare attentamente la situazione mettendo al primo posto il bene dei figli, se ci sono. Se però il nostro è un matrimonio, o una convivenza, o un semplice fidanzamento che però si sta spingendo un po' oltre e stanno nascendo litigi che non riusciamo più a gestire, possiamo accettare l'idea di prenderci una pausa di riflessione, spendendo dei giorni valutando con attenzione che cosa si può fare per recuperare la relazione, e soprattutto se siamo entrambi intenzionati a recuperarla. Una riflessione che è indispensabile fare è che l'amore, nella vita, non è una cosa obbligatoria, che ci deve essere per forza altrimenti l'essere umano non sopravvive: è una cosa che se c'è, deve esserci per renderci felici e per rendere felice anche l'altro. Nel momento in cui la relazione non funziona più e non si riesce ad essere felici o quantomeno sereni, non ci sarà l'obbligo di proseguire. Una relazione, quando è irrecuperabile, porta solo dolori se viene portata avanti. La pausa di riflessione è utile per comprendere come ci sentiamo in assenza del nostro partner, se ne sentiamo la mancanza oppure se il fatto di non vederlo né sentirlo è per noi motivo di serenità, per il silenzio che eventualmente ci sarà in casa e per la totale assenza di litigi. Al termine della pausa di riflessione, in teoria bisognerebbe confrontarsi in modo civile con il fidanzato, il convivente o il marito per tentare di capire che cosa abbiamo dedotto entrambi dalla pausa. Secondo alcuni la pausa di riflessione è soltanto occasione di tradimento ed è preludio di un divorzio o una separazione definitiva; non è detto che sia sempre così, anzi, spesso è occasione di confronto civile e di dialogo all'interno di una coppia nella quale il dialogo era sparito, e il fatto di essere assenti per un determinato periodo di tempo da stabilire ci fa comprendere se davvero ci teniamo all'altra persona, rafforzando il rapporto o portando a termine una relazione destinata a fallire. Come abbiamo già avuto modo di dire, se i problemi sono sorti dopo la convivenza, potremo decidere di rimanere fidanzati smettendo di essere conviventi, oppure di lasciarci definitivamente; spesso è il vivere assieme che guasta le coppie, perché esistono caratteri incompatibili che devono scontrarsi il meno possibile, o comunque all'esterno e senza vivere la quotidianità in due. Attenzione, però: gli psicologi sostengono che i problemi dovrebbero risolversi con un confronto rapido, ma al contempo approfondito e maturo. La pausa di riflessione non riuscirebbe quasi mai a risolvere le problematiche all'interno del rapporto, ed è in particolar modo considerata una cosa che arriva quando ormai c'è ben poco da recuperare. Pensiamoci, insomma, e discutiamone: si dice che l'amore sia come la guerra, ed anche in guerra il dialogo molto spesso risolve più delle tregue. Tag: pausa riflessione essere relazione entrambi amore fare spesso dialogo Argomenti: totale assenza, pausa reale, semplice fidanzamento, confronto civile Altri articoli del sito ad argomento Vita di coppia del canale Amore ed affini: Come gestire una serena convivenza Come affrontare con fiducia un colloquio di lavoro in azienda Mantenere la fiducia in se stessi e negli altri nel lungo periodo Il profumo per la casa Cura dei capelli, false verità Libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Decameron di Giovanni Boccaccio (pagina 192) Corbaccio di Giovanni Boccaccio (pagina 22) Diario del primo amore di Giacomo Leopardi (pagina 5) L'Olimpia di Giambattista Della Porta (pagina 19) L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza (pagina 26) |
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