Come gestire una serena convivenza

Abbiamo conosciuto una persona, ci troviamo bene con lei in tutte le occasioni, continuiamo la nostra conoscenza e pensiamo di poter costruire una famiglia assieme a lei. È il momento quindi di organizzare il matrimonio o, se preferiamo, la convivenza: attenzione però, perché questo passo di ogni relazione può segnare una grande svolta in cui ci sentiamo al settimo cielo e pensiamo di aver raggiunto lo scopo della vita, oppure un momento triste in cui non riusciamo a trovare punti d'incontro con la nostra metà, anzi, ci litighiamo soltanto, ci rendiamo conto di aver messo in piedi soltanto un fallimento e apriamo le porte alla fine della nostra relazione. Per evitare che si creino complicazioni di questo genere, dovremo stabilire delle regole della civile convivenza, un po' come si fa con i semplici coinquilini, per riuscire a mantenere sempre stabile la situazione.

Innanzitutto non ci imbarchiamo subito in quell'impresa astronomica che è la convivenza. Vorrà dire vivere con un'altra persona, che ha dei ritmi, delle abitudini probabilmente differenti da noi. Inoltre entrambi dovremo prendere coscienza del fatto che delle cose dovranno cambiare per garantire serenità e stabilità a tutti e due, e dovrà esserci una situazione di totale uguaglianza per non generare malcontento. Alcune persone non si fidano molto della sincerità del futuro convivente (e già solo per questo non dovrebbero pensare di andare a convivere), ma comunque sia si possono stabilire delle semplici regole scritte trovando un punto d'incontro anche in funzione degli orari di lavoro nostri e del nostro convivente. Non dovrà essere un solo elemento della coppia a fare la lavatrice, il bucato, lavare i piatti e spazzare per terra, ma dovranno essere tutti e due a dare il proprio contributo per mantenere la casa pulita e per portare avanti i doveri di ogni casalingo. Non mettiamoci a litigare su chi lavora di più fuori e quindi chi dovrebbe compensare la situazione in casa: decidiamo chi farà il bucato, chi pulirà i pavimenti, chi decorerà la casa a Natale o durante qualunque altro tipo di festività che celebriamo, come il compleanno, senza scaricare le responsabilità di casalingo su un solo membro della coppia. Non esiste una persona che deve dare di più e una che deve dare di meno. Sebbene l'idea collettiva della convivenza sia quella di due persone che si amano e che quindi vogliono sempre restare assieme, non è tutto così favoloso, al contrario, c'è una parte pratica molto consistente che bisogna valutare prima di muovere qualsiasi passo. Bisogna pensare attentamente anche a ciò che sappiamo fare, e se non sappiamo farlo dobbiamo saper chiedere all'altro senza pretendere se può farlo al posto nostro. E bisogna sempre considerare che se nel caso uno dei due si ammali, anche solo di influenza, l'altro dovrà essere disposto a fare i lavori di casa.

Al contrario bisogna anche gestire la parte critica del proprio carattere. Non dev'essere necessariamente tutto schematico, regolare, fisso, non dev'essere una vita costruita alla lettera con appuntamenti, date, doveri da svolgere in determinati orari. I compiti dovranno essere divisi equamente ma non dovremo dimenticare assolutamente la libertà, la libertà di fare cose diverse dal solito e la flessibilità. Se non abbiamo voglia di fare una cosa, possiamo chiedere all'altro per cortesia se può farla al posto nostro, senza sentirci sempre e constantemente in obbligo e senza però far diventare questa richiesta un abitudine. È una convivenza, non stiamo lavorando per nessuno, non siamo coinquilini, siamo conviventi e il tutto dovrà comunque essere all'insegna della spensieratezza.

Curiosità: nel contesto delle frasi belle, parte di questi concetti viene trattata nel libro L'arte di prender marito con la seguente bella frase:

"Ma la lettera lanciata alle dieci del mattino era ancora alle dieci della sera allo stesso posto, e siccome vi stava bene, calduccina e lieta di quel roseo nido, tessuto con qualcosa di meglio che non sieno le paglie e i fuscellini; non aveva voglia di escirne"


Come ultimi aspetti, consideriamo l'idea che potrà rompersi qualche oggetto, una statuetta o un piatto. Sono cose che capitano, non potremo fare drammi sul niente, altrimenti è normale che l'altra persona senta l'esigenza di lasciare la nostra casa. Per concludere, dobbiamo ricordare che non tutti sono fatti per vivere insieme: esiste incompatibilità nei caratteri, caratteri che non possono assolutamente coesistere perché se no finiscono per scontrarsi e questa particolarità potrebbe non essere venuta a galla nel corso della nostra relazione, ma solo dopo l'inizio della convivenza. Prendiamone atto con serenità, discutiamone e facciamo in modo che ognuno torni a casa propria, senza malumori e urla ingiustificate.

Tag: essere    casa    convivenza    fare    nostra    persona    sempre    due    relazione    

Argomenti: grande svolta,    settimo cielo,    momento triste,    totale uguaglianza

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Libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Decameron di Giovanni Boccaccio (pagina 192)
L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza (pagina 26)
La famiglia dell'antiquario di Carlo Goldoni (pagina 17)
Libro proibito di Antonio Ghislanzoni (pagina 12)
Corbaccio di Giovanni Boccaccio (pagina 22)